Abelard era rimasto insenziente al precedente richiamo dell'istruttrice, la sua richiesta si era smarrita nel vortice sordo dei suoi pensieri. Ridestatosi, imbasti un qualche genere di scusa. "Mi perdoni, la tensione deve avermi giocato un brutto scherzo" e per tentare di meglio nascondere la giustificazione, si sarebbe predisposto sul sito destinato alla nuova esercitazione. A tutti loro era stato assegnato una mattonella contrassegnata da un colore specifico e il Tassorosso recepì il suo, inquadrando con gli occhi la parte di pavimentazione che portava il colore celeste. Per aumentare la sua confidenza fece scivolare una mano sul portabachetta, riconoscendo il noto volume del catalizzatore. Poteva cominciare. Si sarebbe impegnato per raggiungere lo stato ideale di concentrazione richiesta dalla prova, isolando le interferenze esterne che minacciavano di minare la sua concentrazione, annullandone soprattutto i suoni affinché la sua mente fosse interamente proiettava verso la riuscita della sfida. Com'era abituato, questo stoicismo mentale avrebbe dovuto generare ed essere accompagnato da una rilassatezza ed un equilibrio del corpo. Le gambe si sarebbero leggermente piegate, assieme al busto che abbassandosi di qualche centimetro, avrebbe assicurato una sufficiente stabilità del corpo intero, e l'adeguata posizione dalla quale intraprendere il salto verso il Vuoto con la maggior fluidità possibile. La spalle si sarebbero distese senza tradire o inficiare la posizione del baricentro, mentre la respirazione avrebbe trovato il suo ritmo regolare e pacato. Il collo sarebbe rimasto dritto, non teso, per sorreggere il peso del capo e permettere agli occhi di non perdere mai di vista il proprio bersaglio, che col passar dei secondi acquisiva un sempre più magnetico ascendente sul ragazzo, divenendo oggetto della sua concentrazione senza intaccare i processi necessari al suo raggiungimento. Proprio così Abelard avrebbe cominciato il suo percorso mentale per riuscire nel suo intento, partendo dalla Destinazione. Nota la sua meta, avrebbe svolto il percorso a ritroso per poi tornarvi con rinnovata consapevolezza. Avrebbe ricostruito innanzitutto la propria posizione, partendo dal suo corpo, che ben conosceva, e inglobando le modifiche appena apportate alla sua postura per meglio figurarselo. Avrebbe tratto dalla sua memoria inoltre tutti i dettagli peculiari della sua persona di quel giorno, dall'abbigliamento fino al tono della pelle, ricostruendo grazie al suo passato più remoto tutte le caratteristiche che lo contraddistinguevano. Avrebbe abbracciato con lo sguardo immaginativo la sala ministeriale in cui lui e gli altri si trovavano, immaginandola prima nell'interezza dei dettagli che aveva colto dall'inizio della lezione, per poi passare dai banchi e dalla cattedra che si era lasciato alle spalle, fino a ridiscendere verso la sua figura, posta in fila assieme a quelle dei suoi compagni ed orientata già verso la sua destinazione. Avrebbe quindi proseguito scandagliando il pavimento scuro, eunumerando tutti i quadrati impiastrellati che lo separavano da quello designato per lui. Si sarebbe dunque soffermato su quest'ultimo, studiandone la conformazione. Questa prima era pressoché identica a tutte le altre, fatta ovviamente eccezione per il segno di riconoscimento facilmente intellegibile e su cui Abelard avrebbe posto estrema attenzione, ricostruendo con la massima cura la "x" celeste, imparandone tono di colore e forma. Si sarebbe poi sforzato di individuare con la sua volontà, quasi inventare, il punto invisibile e informe, ancora inesistente, che avrebbe contrassegnato la sua uscita dal Vuoto per poi permettergli di atterrare effettivamente sulla mattonella indicata. Quella sarebbe stata la sua Destinazione, il suo atto conclusivo e il termine del suo sforzo, dopo aver oltrepassato il Vuoto dal punto che stava designando. Era tempo quindi di passare alla Determinazione, ossia l'esistenza del punto conclusivo, ma anche di quello di partenza, che avrebbe costituito il suo viaggio, e in particolare della loro realtà calata nella realtà spazio-temporale, della loro individuazione che permetteva di immettersi, attraversare fino a lasciare il Vuoto senza smarrirsi o Spaccarsi, assicurando uno sforzo di perizia. Sarebbe ancora partito dal punto di arrivo, studiandone la posizione. Questa sarebbe stato l'altra particolarità che rendeva unica la sua meta, grazie appunto alla distanza che la seprava da tutto il resto e quindi al percorso con cui poteva ritrovarla: avrebbe immaginato il globo, facendosi strada fino all'emisfero boreale, fino a Londra, verso il Ministero della Magia e ancora oltre fino al Sesto Livello e a quella stanza. Qua sarebbe iniziato il vero lavoro di minuzia, ricostruendo mentalmente tutto ciò che circodava la croce disegnata, dalla croci vicine di altro colore, alla sua localizzazione peculiare all'interno della stanza. Era perciò tornato, nel suo excursus mentale, lì dove i suoi occhi avevano prima posto la loro attenzione, concentrandosi finché l'intera immagine, supportata da una solida consapevolezza, avesse assunto un grado elevato di chiarezza e dettagliatezza, per non smarrirsi fintantoché si fosse impegnato per raggiungerla. Ma anche questo non bastava, avrebbe dovuto farlo con completezza d'intenti, ma soprattutto di sé. Nella sua mente si ravvivarono i dettagli della sua persona che ancora occupava il punto di partenza: conosceva i piedi, le gambe, il busto, la schiena, il petto, fino al volto, con tutte la particolarità che aveva imparato ad individuare negli anni davanti allo specchio. Risconosceva ora i suoi vestiti, che aveva indossato appena prima del suo viaggio per Londra e anche loro, assieme al resto del corpo, sarebbero rimaste illese da dove ora si trovava fino al punto di sbocco, lì sarebbe riemerso identico nella sua completezza. Note le tappe e il processo da seguire, mancava il tratto conclusivo, la Decisione. Avrebbe richiamato a sé la Volontà necessaria a gettarsi, affrontare fino a riemergere dal Vuoto, avendo come caposaldi il punto di immissione, a portata di giravolta, e il punto di arrivo, appena più in alto rispetto alla croce celeste disegnata. Avrebbe avuto la Volontà di percorrere quel viaggio attraverso quei due punti per uscirne qualche passo più avanti, lì dove ora gli occhi vedevano. Avrebbe avuto la Volontà di completare l'atto curandosi di tutti i dettagli della localizzazione del punto e della completezza della sua persona che ben conosceva, per condurla integra sull'altra sponda. Avrebbe avuto la Volontà di farlo entrando nel Vuoto attraverso quei punti in uno spazio di attimi infinitesimali per poi uscirne trovandosi ad accusare lo spazio che gli occhi ben definivano. Avrebbe sostenuto il peso e la pressione che l'atto avrebbe comportato, dalla nausea alle vertigini, fino al senso di stordimento e scombussolamento. Dopotutto aveva già precedentemente partecipato al Corso, seppur senza passarlo, Smaterializzandosi con successo e tutto ciò non gli sarebbe stato nuovo ma sarebbe riuscito a resistere a queste forze eversive Emersa e maturata la sua determinazione nel riuscire, l'avrebbe fatta sua temprandosi in essa senza abbandonarla, sostenendo l'impegno nell'atto di ruotare sul posto per meglio raccogliersi nella Materializzazione per ricomparire immediatamente dove ben sapeva. E così avrebbe fatto. Nell'istante culminante, avrebbe effettuato la giravolta sul posto, aiutandosi nel mantenere la compostezza d'equilibrio e lo slancio del moto attraverso le braccia e le gambe, che nel frattempo non si sarebbero indurite ma avrebbero, con movimento deciso e preciso, attraversato il vuoto con l'interezza del suo corpo, dei suoi vestiti, dei suoi capelli. Avrebbe così tentato a Smaterializzarsi.
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