| Uno scricchiolio proveniente dalla porta scorrevole raggiunse il canale uditivo della serpe che per un istante rimase immobile, come pietrificata. Di spalle all’entrata, il nuovo viaggiatore l’aveva colta nel sollevare a mezz’aria un cuscino che, se non fosse stato per l’improvvisa interruzione, sarebbe presto volato sul sedile alla sua destra. Sybil però, dato che il crudele destino era stato così premuroso da portarle compagnia, si limitò ad abbassarlo con un lento movimento delle braccia. Mascella e mandibola, intanto, si erano contratte in un’espressione seccata che mutò rapidamente in un sorrisetto divertito, una volta ascoltata la battuta dello studente. Indubbiamente a raggiungerla era stata una persona conosciuta. La sua voce le suonava infatti familiare, ma non abbastanza da individuarne il proprietario. Facendo perno sulle punte dei piedi la Vane si voltò, prendendosi qualche secondo per studiare il profilo del concasato che si allungava verso la cappelliera. Le iridi andarono ad inquadrare il suo alibi, l'orecchino perduto, ma il sesto senso o forse soltanto il buon senso, le suggerirono di lasciar perdere. Il cacciatore non sembrava essere d’ottimo umore e Sybil non poteva certo biasimarlo. Se la sua cabina fosse stata messa a soqquadro da un altro studente, la Vane avrebbe reagito in maniera decisamente meno pacata. No, al ragazzo avrebbe risparmiato il triste monologo sull'enorme valore affettivo dell'orecchino comprato il giorno prima. - Mi hai beccata! - mentre la Vane lanciava il cuscino al suo posto un sospiro di resa lasciò le sue labbra. - Il whisky incendiario però è per principianti, Jack. I veri soldi si fanno con il Bacio di Eustass. Centoquarantacinque galeoni a bottiglia, un furto. Sono praticamente un Robin Hood io... - la battitrice arricciò la punta del naso nel sentirsi pronunciare quella cifra con tanta sicurezza. Aveva studiato per presentarsi preparata al colloquio con l’oste e le erano rimaste impresse più informazioni di quelle che avrebbe immaginato. Squadrò quindi il concasato, colta improvvisamente dal dubbio che non conoscesse l'arciere leggendario. Il personaggio però, seppur frutto della cultura popolare babbana, aveva radici storiche così remote e si era inserito tanto bene nell’immaginario collettivo che la Vane avrebbe scommesso che chiunque, soprattutto se britannico, ne avesse sentito il nome almeno una volta. Decise quindi di non dare ulteriori spiegazioni. - Solo che, invece di dare ai poveri, rivendo a quelli del primo anno - un occhiolino appena accennato e la bionda diede le spalle al Wilkinson per allungare le mani verso la cappelliera di fronte al ragazzo. L'immagine della Sala Comune invasa da undicenni dall'ubriacatura molesta la fece rabbrividire, ma a chi altro avrebbe potuto rivendere l'ipotetico liquore trafugato? Certo non ai professori e, tolti i nuovi smistati, il resto del corpo studentesco aveva un brutto rapporto con i liquidi indipendentemente dalla loro gradazione alcolica. La verde-argento concluse che quello era un pessimo periodo per combattere il proibizionismo o per dare inizio ad un'attività criminale di contrabbando. Unici acquirenti: undicenni e la Andersen. - Tu, invece? L’hai organizzata più quella corsa clandestina sulle scope? - continuò con la voce smorzata a causa dell’addome allungato che doveva permetterle di spingere la mano fino al limite della cappelliera. Poco dopo tornò a far aderire l’intera pianta del piede al pavimento e con un gesto rapido aggiustò la divisa. - Scusami, ho perso una cosa, ma tra poco rimetto in ordine e tolgo il disturbo - il tono divenne gentile e la Vane si allungò a mettere al suo posto originario uno dei cuscini che aveva impilato.
Edited by Sybil Vane - 10/9/2020, 17:43
|