Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Assassinio sull'Hogwarts Express, Settembre 2020 - CPC

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 1/9/2020, 11:34
Avatar


Group:
Member
Posts:
590
Location:
Northamptonshire

Status:


September 1st, 2020

Come ogni anno, il primo giorno del mese di Settembre voleva significare il ritorno a tutti gli effetti ad Hogwarts, con il viaggio che mi avrebbe riportato al Castello insieme a tutti gli altri studenti pronti ad affrontare un nuovo anno ricco di novità, di lezioni, di gioe e di delusioni. Ad accompagnarmi era stata mia madre Laurel, aveva utilizzato i mezzi di trasporto babbani per raggiungere la capitale britannica dalla nostra tenuta nel Northamptonshire, dato che ormai si era abituata fin troppo bene alla vita senza alcun tipo di magia a semplificargliela o quanto meno a darle qualche tipo di aiuto; alle nove in punto ci eravamo dati appuntamento a Londra, avevamo approfittato del consistente lasso di tempo di cui disponevamo prima di doverci recare in stazione per dare un'occhiata alla meravigliosa Londra, nella quale ad esser sincero ci ero stato veramente pochissime volta, tanto che nell'osservarla non ero riuscito a far risalire alla memoria alcun ricordo limpido dei miei trascorsi in quella città.

Ore dieci. Il momento di addentrarsi nel borgo di Camden era finalmente giunto, di lì a poco ci saremmo trovati di fronte l'imponente stazione londinese di King’s Cross, di li a trovate il binario di partenza dell’Hogwarts Express ci sarebbe voluto poco….binario 9 ¾, non ci poteva proprio sbagliare!
Con mia madre ci eravamo messi d’accordo la sera prima che lei mi avrebbe accompagnato solo fino all’ingresso della stazione (visto che ormai avevo perso di vista le modalità ma soprattutto gli orari dei mezzi di trasporto utilizzati in gran parte da babbani), dopodichè lei sarebbe dovuta correre al lavoro visto che, come nel mio caso, le vacanze erano finite anche per lei e, in qualche modo, almeno per qualche anno ancora, i soldi a casa li avrebbe portati principalmente lei, salvo l’eredità che in ogni caso possedeva grazie al lavoro, comunque ben retribuito, di mio padre.

Ore dieci e mezza. Era arrivato dunque il momento dei saluti, avevo intravisto in mia madre un'espressione leggermente commossa ma con un bel sorriso avevo evitato di farglielo notare eccessivamente, sapeva essere una donna molto orgogliosa e non incline a facili sentimentalismi, ma anche lei come la maggior parte delle persone, non aveva nemmeno lontanamente perso la capacità di provare emozioni, l’abbraccio caloroso che mi regalò prima di intraprendere la strada per il suo ufficio (nemmeno troppo lunga visto che lavorava a qualche decina di minuti dalla stazione) ne fu l’effettiva conferma. Una volta che ebbi abbandonato la sua “presa”, avevo preso con forza il mio baule e lo avevo sollevato da terra, avevo accolto con affetto Christopher che per tutto il tempo se ne era stato a poltrire nella borsa di mia madre e mi ero incamminato per raggiungere l'intermezzo tra il nono e il decimo binario, li sarebbe a tutti gli effetti iniziato il mio nuovo anno scolastico e, ad esser proprio proprio sinceri, non mi avrebbe fatto schifo iniziarlo con qualcuno, giusto per testimoniare il fatto che mi ero costruito una seconda famiglia ad Hogwarts, nè migliore nè peggiore della prima che avevo, entrambe uniche.
Dopo che ebbi attraversato il binario che mi avrebbe portato nella parte magica della stazione Londinese, indipendentemente dal fatto che ciò fosse avvenuto da solo o in compagnia, mi era apparso davanti in tutto il suo splendore l'Hogwarts Express e con tutto l'entusiasmo tipico di chi sta per affrontare l'annuale viaggio più felice della sua vita, ero salito per la prima volta sulla carrozza destinata ai Prefetti e ai Caposcuola.

***



Ore dieci e quarantacinque. Appena entrai nella carrozza in testa al treno, per prima cosa posizionai i bagagli in modo tale da non creare alcun intralcio agli altri passeggeri, in un secondo momento chiesi a Christopher di starsene calmo per qualche minuto nel suo piccolo habitat in modo tale da potermi cambiare i vestiti senza la preoccupazione che il piccolo rossastro se ne scappasse in giro per i vagoni. Giungendo alla stazione parzialmente in abiti babbani, avevo la necessità di indossare la divisa scolastica al completo, a maggior ragione visto che quell'anno avrei dovuto sorvegliare tutti gli studenti all'interno degli scompartimenti durante le mie ronde e non era di certo il caso di dare un cattivo esempio, anzi avrei dovuto per primo dimostrare di seguire correttamente il regolamento. Perciò, appartatomi in un luogo isolato del corridoio, indossai solo la parte superiore della divisa di Tassorosso, visto quella inferiore avevo deciso di calzarla direttamente da casa, in modo tale da non dare alcuno spettacolo di spogliarello in presenza degli altri prefetti o addirittura dei nuovi caposcuola.
Una volta rivestitomi per bene, spiegai le eventuale pieghe che si sarebbero potute formare tenendo i vestiti piegati nel baule, dopodichè sistemai al suo posto la spilla da prefetto di cui tanto andavo fiero sin dal momento in cui mi era stata comunicata la nomina per quella prestigiosa carica all'interno della nobile casa di Tosca Tassorosso; quindi liberai nuovamente Chris in modo che potesse far capolino nella sua casetta ben più abituale rispetto a quella acquistata al serraglio, ossia il mio cappuccio, di certo con un animaletto timido come lui non avrei mai corso il rischio di vedergli combinare problemi in giro per il treno, però nel caso in cui qualche animale di taglia maggiore lo avesse spaventato, mi sarei preoccupato di lasciarlo a sicuro nel suo piccolo terrario in modo tale che nessuno potesse rompergli le scatole. Dopo aver controllato di non aver lasciato nulla al di fuori del baule, tranne ciò che mi sarebbe servito a portata di mano peer il viaggio, lo richiusi per bene e rientrai nella carrozza dedicata agli studenti come il sottoscritto, non di certo più importanti, ma sui quali gravavano maggiori responsabilità.
Il treno sarebbe partito ormai a minuti e la carrozza dove avevo preso posto si sarebbe riempita di spillati in un batter di ciglia, cosi come tutti gli altri vagoni del treno, motivo per cui aspettai che chiudesse le porte e iniziasse la sua marcia prima di iniziare con le ronde vere e proprie, infatti con gli scompartimenti mezzi vuoti e con la gente intenta ad occuparli, probabilmente sarei risultato d'intralcio alla circolazione e di sicuro non avrei potuto svolgere al meglio il mio compito, ne approfittai dunque per rilassarmi un po' ed eventualmente aspettare che altri ragazzi o altre ragazze mi raggiungessero per scambiare qualche parola prima dei turni obbligatori di sorveglianza degli studenti nei vari scompartimenti.

Non trovando per il momento nessuno a farmi compagnia, ripensai brevemente a mia madre, erano veramente molti mesi che non trascorrevo un po' di tempo con la donna che, ormai da qualche anno, era diventata il mio unico punto di riferimento nella cerchia ristretta dei miei familiari più prossimi, facendo le veci sia madre che di padre, dopo la ripartita di quest'ultimo; durante il primo periodo di permanenza al castello le lettere inviate alla mia famiglia erano state giusto quelle atte a far sapere che stava procedendo tutto bene, che non si dovevano preoccupare di nulla e che me la sarei cavata molto bene anche da solo, solo in un secondo momento mi ero accorto che in realtà quell'atteggiamento si stava dimostrando semplicemente un tentativo di chiudermi a riccio, un po' come faceva Christoper quando era arrabbiato con me, nei confronti delle persone che tenevano di più a me e alle quali io non volevo in alcun modo risultare come un peso. Lo stesso comportamento oltre che con mia madre, si era fatto vivo anche con molti degli amici che mi ero fatto l'anno precedente al Castello, su tutti Skyle e Sybil: le due ragazze che, seppure con le dovute differenze, avevano raccolto le porzioni più grandi dei miei affetti, con loro dopo le prima confidenze ero letteralmente scomparso, senza dare troppe spiegazioni e senza che in qualche modo loro riuscissero quantomeno a capire i motivi del mio allontanamento. Oltre alle due prefette poc’anzi citate, nell’ultimo anno avevo stretto amicizie con moltissimi altri studenti, mi ricordavo infatti di Martina e di Lia, di Cassie e di Arina, di Alex e di Antony e di moltissimi altri ragazzi e ragazze con cui, in qualche modo, avevo condiviso un pezzo di me, indipendemente dalle dimensioni ipotetiche di questa concessione. Poi era arrivata Libella, la prima vera ragazza a farmi perder la testa, ma soprattutto con la quale avevo avuto il mio prima vero appuntamento, ma con la stessa velocità con cui tutto era nato, così il nostro rapporto si era disgregato in mille pezzi, senza che nessuno dei due in realtà avesse ben compreso il motivo per il quale non aveva funzionato. L’anno precedente mi ero guadagnato anche i primi riconoscimenti, come la spilla da prefetto; avevo ottenuto i primi bei voti degni di nota, avevo visto la mia prima stella cadente in assenza di mio padre e mi ero procurato un compagno di avventure bello spinoso tutto mio, il primo vero animale del quale mi sarei dovuto occupare senza alcun ausilio esterno; ero entrato nella squadra di quidditch di Tassorosso e, sppur con qualche contrattempo personale, avevamo vinto la nostra prima partita, seppur amichevole; avevo dato il mio primo bacio e avevo provato i primi veri sentimenti per qualcuno; ero cresciuto e ne andavo fiero.
Lo avevo trovato un bel momento, quello, mentre gli studenti erano occupati nella ressa per salire nel treno e sistemarsi una volta a bordo, poco propensi dunque ad interagire con il sottoscritto, per ripensare all’anno scolastico appena concluso e per metterci in realtà un lucchetto, sarebbe infatti giunto il momento di chiudere a chiave quel capitolo della mia vita, ovviamente non privandomene per nulla al mondo, ma preoccupandomi di iniziare a scriverne uno nuovo, forse migliore.
Se in quel momento fossero arrivate le parole di qualche mio compagno o avessi percepito dei gesti nei miei confronti, di sicuro non sarei caduto nel mondo delle nuvole, non mi ero del tutto perso nei miei ricordi, ma mi era sembrata un ottima occasione per lasciarmi andare un po' a qualche nostalgia e a qualche rimembranza dei momenti felici trascorsi in compagnia, trascorsi che sicuramente sarebbero ricominciati nell'immediato, esattamente nel momento in cui avrei incrociato lo sguardo di un volto conosciuto, o anche nuovo perchè no, con il quale scrivere le prime righe di questo nuovo capitolo ad Hogwarts.

Edited by Lewis Timberwolf - 1/9/2020, 18:00
 
Top
view post Posted on 1/9/2020, 15:02
Avatar


Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
666
Location:
London

Status:


Il primo settembre era arrivato di nuovo ed io ero appena arrivata al treno per Hogwarts, il famoso Hogwarts Express. Fui accompagnata da mio padre alla stazione, che mi lasciò proprio al muro d'ingresso, congedandomi con lui, attraversai il muro appena dopo Lewis, che non avevo, però fatto in tempo a chiamare per dirgli di aspettarmi e magari attraversare insieme. In ogni caso l'avevo attraversato ugualmente, seppur da sola. Non c'era ancora nessuno a farmi compagnia, perché avevo perso di vista Lewis, una volta arrivata dall'altro lato del muro, precisamente al binario nove e tre quarti, e non sapevo che fine avesse fatto Libella, ma immaginai fosse già nella carrozza che di lì a poco avremmo condiviso insieme ai prefetti delle altre case di Hogwarts. Dopo essere arrivata anch'io a bordo di quest'ultima, mi diedi un'occhiata tutt'intorno e notai che c'era una tale confusione sia dentro che fuori, da non capirci davvero nulla e neppure riuscire a trovare qualsiasi persona cercassi. Mi recai dritta dritta alla carrozza che mi spettava, per fortuna la trovai molto meno affollata, ma anche piena di facce sconosciute per via dei nuovi prefetti in carica che non avevo ancora conosciuto. Notai un ciuffo rosso uscire dal bagno, era di nuovo Lewis vestito di divisa, il che mi fece tornare alla mente il fatto che anche io avrei dovuto indossare la mia prima di sistemarmi al mio bel posticino, andai a sistemare il mio baule, con sopra le mie iniziali "S. A. J." nell'apposito scomparto, sopra i sedili e poi, una volta recuperata la divisa con tanto di spilla, sarei andata a cambiarmi dagli abiti babbani che indossavo. Una volta finito, tornai al mio posto e salutai Lewis: -Per caso lei è il nuovo prefetto di Tassorosso?- dissi facendo una risatina per poi prendere posto affianco a lui.
 
Web  Top
view post Posted on 2/9/2020, 19:30
Avatar


Group:
Member
Posts:
590
Location:
Northamptonshire

Status:


Quando avevo attraversato il binario per entrare nella "sezione magica" della stazione britannica di King's Cross, mi era parso di sentire una voce richiamare la mia attenzione, indistintamente avevo sentito quale -wis! stroncato delle prime due lettere dal frastuono incredibile che ogni anno la partenza per Hogwarts sapeva scatenare. La voce mi era parsa quella di Skyle, la mia biondissima collega prefetta, però nell'intento di voler evitare di sfracellarmi contro un muro diverso da quello che realmente consentiva il passaggio verso il binario dell'Hogwarts Express, non ebbi i riflessi di voltarmi per associare a quelle parole, pronunciate alla rinfusa, un volto.

Quando il treno cominciò seriamente a riempirsi di studenti, notai in lontananza della mia stessa carrozza delle altre persone, probabilmente erano i nuovi prefetti e i nuovi caposcuola delle altre casate, con i quali in realtà non avevo ancora avuto modo di complimentarmi, perlomeno non con tutti: con Angus ero riuscito a scambiare due parole durante l'Astroevento organizzato dalla professoressa Pike per gli iscritti al nuovissimo e straordinario "Gruppo Astrofili Alley"; Sybil e Cassie le avevo viste qualche giorno prima durante gli acquisti per il nuovo anno e avevo avuto l'occasione di passare un po' di tempo in loro compagnia; con le mie due concasate avevo condiviso la Tana per tutta l'estate non essendo tornate nessuna delle due a casa per le vacanze, perciò ebbi modo di complimentarmi con loro in quelle circostanze; con tutto il resto dei nuovi prefetti o dei nuovi caposcuola non avevo mai parlato da quanto ero venuto a conoscenza delle nuove nomine, mi sarei sicuramente rifatto durante l'anno, ne ero certo.
A distrarmi dal pensiero delle nomine appena avvenuto fu proprio la prefetta Jones, che con il suo solito modo di fare da elefante su un pavimento di cristallo, si era fatta posto fra le mie cose per accomodarsi affianco a me, ridendo per il suo solito modo di fare confusionario, con i vestiti "babbani" appena sfilati ancora in mano, le feci spazio ritirando le gambe, in modo tale che potesse sistemarsi per bene. Quando la sentii rivolgermi la parola, la ascoltai col sorriso per poi risponderle immediatamente dopo: Proprio così! Non trovi che la spilla si intoni perfettamente con i miei riccioli ramati! dissi facendo il verso, stavo tentando invano e con scarsi risultati di imitare il modo di fare di Skyle, però ero sicuro che la mia compagna si sarebbe messa a ridere per quel tentativo buffo di farle da pappagallo.

Dopo aver visto dal finestrino le porte del treno chiudersi, sentii in seguito il fischio che comunicò l'effettiva partenza del mezzo; a quel punto facendo due più due capii che tutti gli studenti e tutti quelli del personale di Hogwarts che avrebbero dovuto prendere il treno quel giorno per tornare al Castello, avevano fatto il loro ingresso, sarebbero dunque stata solo questione di minuti prima che tutti prendessero posto nei loro scompartimenti o nelle loro carrozze in testa o in coda al treno. Approfittai dunque di questa situazione per affrontare i miei primi giri di ronda, per controllare che in tutti gli scompartimenti degli studenti non vi fossero situazioni in cui dover intervenire per effettuare un richiamo o ancora peggio una punizione, come poteva essere una sottrazione di punto. Decisi dunque di avvisare Skyle della mia dipartita: Ehi Sky, io faccio il mio primo giro di ronda per controllare che nel marasma generale della salita sul treno non si siano create situazioni sgradevoli, ci vediamo dopo no? dissi alzandomi dal posto accanto al quale si era seduta lei, avrei fatto ritorno alla carrozza fra una ronda e l'altra per scambiare qualche parola con chi vi fosse rimasto, alla fine eravamo più di una decina di studenti con la responsabilità di sorvegliare gli altri, di sicuro una buona turnazione avrebbe permesso a tutti di potersi riposare un po' in carrozza.
 
Top
view post Posted on 2/9/2020, 20:35
Avatar


Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
1,250
Location:
Weymouth

Status:


Era arrivato un nuovo primo settembre e lo aveva fatto di volata. Sembrava ieri che aveva superato gli esami G.U.F.O, invece era già ora di iniziare un nuovo anno. Prima di salire i due gradini che l’avrebbero portata sul treno, la caposcuola di tassorosso fresca di nomina aveva controllato di avere tutto in ordine, divisa e spilla dovevano essere impeccabili. Sapeva che una volta seduta nella carrozza in coma al treno, quella dedicata alle cariche scolastiche, non avrebbe avuto la minima voglia di cambiarsi, per cui lo aveva fatto prima. Non era la prima volta che metteva piede in quella carrozza, lo aveva già fatto l’anno precedente anche se come prefetta.
L’aver affrontato l’estate senza particolari progetti aveva dati i suoi frutti bene o male positivi. Aveva finalmente riallacciato in parte il rapporto con i suoi genitori, i quali alla fine sembravano essersi rassegnati alle scelte della figlia ormai diciassettenne, ma soprattutto era riuscita a liberare una nuova Libella e questo grazie anche all’ex prefetto di Serpeverde. Mai e poi mai avrebbe pensato che una persona riuscisse a catturare la maggior parte dei suoi pensieri nascosti, invece lui c’era riuscito. Anche Lewis, il nuovo prefetto dei Tassorosso, aveva conquistato un posto speciale nella cerchia delle persone importanti per la giallo nera, ma mentre qualcosa tra loro era andato storto, con il cacciatore verde argento sembrava andare tutto a gonfie vele. Avevano passato insieme la mattina dedicata agli acquisti per la scuola e lo avevano fatto con una naturalezza, per lei, sorprendente. Faceva fatica ad ammetterlo a se stessa, ma sembrava proprio che quel ragazzo dagli occhi azzurri, diventasse giorno dopo giorno sempre più importante tanto da cercare la sua presenza. Non potendo condividere il tragitto del viaggio, i due avevano deciso di salutarsi prima di salire sull’Espresso per il castello, sapendo che molto probabilmente non si sarebbero visti fino al giorno successivo. La caposcuola aveva avvolto le sue braccia intorno al corpo sportivo del cacciatore e solo quando il primo fischio di richiamo del treno era arrivato alle sue orecchie, appoggiando le sue labbra quelle di Xavier, aveva depositato un ultimo dolce e casto bacio prima di staccarsi. Con quell’immagine ancora nella sua mente, aveva aperto la porta dello scomparto riservato a Prefetti e Caposcuola. Non avendo bauli da sistemare sarebbe stato piuttosto rapido sistemarsi e prendere posto. Notò che Skyle aveva preceduto il suo arrivo, ma le tracce lasciate sul vagone le fecero intendere che non era la sola.
Ciao bionda, non pensavo fossi già arrivata! Tutto bene?
Non si sorprese più di tanto vedendo la sua bionda già seduta. La puntualità della Jones l’aveva sempre invidiata. Se tutto fosse andato per il verso giusto lei, Skyle e Lewis, anche se ultimamente i rapporti con quest’ultimo erano diventati quasi inesistenti, sarebbero stati un bel trio.
In silenzio, ripercorrendo i ricordi di quella mattina, attese la partenza del treno. Solo allora si alzò dal suo posto e, dopo aver aperto la porta della carrozza si sarebbe diretta verso il corridoio del treno per verificare che tutto fosse in ordine tra gli studenti.

Edited by Libella Florel - 2/9/2020, 22:50
 
Top
view post Posted on 3/9/2020, 11:27
Avatar

Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
770

Status:


Solo cose belle.
Sybil era arrivata alla stazione di King's Cross. Più precisamente aveva trascinato il pesante bagaglio fino all’ingresso del binario, alla sua destra il muro del colore della terracotta, alla sinistra la testa del treno. L’espresso per Hogwarts si era da poco fermato e qualche voluta di fumo bianco ancora si stava sollevando tra rotaie e ciminiera, per poi disperdersi nell’alta volta a botte della galleria. Quest’ultima era spaziosa, ma chiusa e il vapore quindi, sfumava lentamente, provocando un velo di nebbia che serpeggiava tra giovani maghi, bauli e genitori in apprensione.
La Vane aveva socchiuso per qualche secondo le palpebre e senza che se ne rendesse conto l’angolo destro della bocca si era sollevato a metà tra un sorriso e un ghigno. Un nuovo anno stava per iniziare e se il baule ai suoi piedi non ne era un segno abbastanza evidente, lo scuro corpo cilindrico che riportava sopra lo stemma della scuola era lì a testimoniarlo. Aveva riaperto gli occhi, era arrivata l’ora dei buoni propositi, il momento di porre gli obiettivi per l’avvenire. Per la verde-argento quella era una sorta di tradizione, un atto scaramantico che non poteva sovvertire. Aveva avuto inizio il suo primo anno, quando davanti al treno le sue gambe si erano rifiutate di avanzare, prese dall’ansia del cambiamento. Per salvare la faccia davanti a Sabrina aveva detto di aver bisogno di due minuti per riflettere e quando gli anni successivi l’ansia era scomparsa, la Vane aveva cominciato a riflettere davvero in quei due minuti. Era strano, perché la spillata considerava superstizione e scaramanzia delle immani cazzate per abbindolare gli idioti, ma perdonava ugualmente quella sua piccola tradizione. Dal suo punto di vista lei stava soltanto assecondando un momento estetico e non c’era nulla da scusare in questo. La luce che filtrava dalle alte finestre, la suggestiva locomotiva a vapore, il fumo che si disperdeva tra le persone, chi vestito secondo la moda magica, chi con abiti babbani: quello era senza ombra di dubbio un momento da gustare a pieno. Sybil aveva spostato le mani sui fianchi e raddrizzato la schiena in una posa rigida, una posa da supereroe quella, che ogni volta la faceva sentire per qualche secondo superiore a tutto e a tutti.
Buon proposito per il nuovo inizio: smetterla di prendersi così sul serio.
Le labbra della serpe si erano mosse mimando quelle parole, poi si era riscossa, aveva battuto le mani e raggiunto la sua carrozza.

Mancavano pochi minuti alla partenza e la carrozza delle cariche scolastiche era - già o ancora - semideserta. Mentre con qualche difficoltà sollevava il baule per infilarlo dentro prima di infilarsi dentro lei, la battitrice aveva sentito una voce femminile rivolgersi ad una certa bionda e istintivamente si era girata indietro, aspettandosi di trovare qualcuno alle sue spalle - Audrey forse, o Cassie. Era rimasta un po’ delusa nel vedere solo qualche studente indaffarato, ma alzando le spalle e facendo leva sui polpacci si era data la spinta per salire sul treno.
Una volta in carrozza, vede la Prefetta tassorosso e soprattutto il colore dei suoi capelli, che le fece capire all'istante il malinteso. Pollice e medio si unirono e la mano ondeggiò per qualche secondo, poi le dita schioccarono e l’indice andò a puntare la ragazza - Skyle Jones, ti chiami così giusto? Io sono Sybil Vane, piacere - fece avanzare la destra per una - forse troppo formale - stretta di mano.
A presentazione fatta Sybil lanciò uno sguardo avvilito sulla sua valigia. L’aveva riempita troppo e adesso era difficile da manovrare. In ogni caso si rimboccò le maniche e trovò il modo di sistemarla così che non intralciasse il passaggio.
- Senti, ma gli altri devono ancora arrivare o sono così efficienti da aver già cominciato le ronde? - se la supposizione giusta fosse stata la seconda, Sybil avrebbe alzato gli occhi al cielo, ufficialmente seccata da tanta diligenza, ufficiosamente seccata per non esser stata lei la prima. Ronda o non ronda a breve anche la bionda avrebbe lasciato la carrozza riservata alle cariche scolastiche. Aveva sentito una voce riguardo un buono perduto e pensava che una ricordella si abbinasse divinamente alla sua nuova piuma severa. Due articoli da portare in coppia, senz’altro.
Prima di lasciare la carrozza però si sedette per riprendere fiato. La camminata fino al binario ed il trasporto dei bagagli normalmente non le sarebbero pesati tanto, ma con il caldo a svilirla la Vane sentiva il bisogno di una breve pausa. Le sarebbe anche piaciuto svuotare una bottiglietta d'acqua intera, che forse avrebbe aiutato al processo di ripresa, ma bere era ancora fuori discussione. Il Morbo Bianco non le aveva creato grandi problemi fino a quel momento. Certo sentiva la mancanza del cibo, un po' per la gola, ma per lo più risentiva dell'assenza dei pasti come momento di riposo e aggregazione. Non si poteva però lamentare, aveva letto sui giornali magici inglesi di gravi episodi di discriminazione causati dalla malattia e, fortunatamente, nulla del genere l'aveva toccata in prima persona. Niente di cui meravigliarsi, la bionda era rimasta quasi tutta l'estate al Castello e chi avrebbe dovuto discriminarla lì, altri malati? In ogni caso, pur non avendo storie tristi da raccontare o tendenze depressive, la Vane era sempre più inquieta di fronte alla mancanza di informazioni certe sulla malattia.
Non era però quello il momento giusto in cui ricadere in ragionamenti difettosi, che senza possibilità di risoluzione erano destinati a ripetersi non trovando mai una conclusione accettabile. No, avrebbe dovuto aspettare il verdetto dei medimaghi e solo allora sarebbe stato sensato riflettere sulla questione. Batté le mani e tornò in piedi, era arrivata l'ora di andare alla ricerca della ricordella perduta.

Edited by Sybil Vane - 9/9/2020, 16:43
 
Top
view post Posted on 8/9/2020, 09:58
Avatar

ℂ𝕒𝕤𝕤𝕚𝕖

Group:
Studente di Corvonero
Posts:
201
Location:
Brighton, England

Status:


Primo settembre.
Tutto sarebbe ricominciato, un passo alla volta, quell'anno forse le sue gambe avrebbero fatto più strada, forse no. Cassandra Hewer si trovava nella nota stazione, sola dopo aver lasciato la madre dall'altra parte. La donna si era offerta di accompagnarla al binario per salutarla per conto suo e per quello del padre, Thomas, il quale non aveva avuto modo di salutare la figlia per diverso tempo. Si era quindi presentata col suo abituale ritardo, la chioma raccolta in maniera ordinata e un completo pastello a coprire la sua pelle ancora giovane. Neanche quell'anno la donna si sarebbe potuta ritenere soddisfatta dopo aver incontrato la forse troppo amata figlia. Cassandra le aveva infatti rivolto un sorriso a labbra strette e - dopo aver scrollato il braccio della madre dalla magra spalla- si era dileguata, raggiungendo il vero e proprio binario. Aveva passato l'intera estate al Castello, in realtà - non aveva motivo di abbandonare la amate, fredde mura. Tuttavia, compere varie l'avevano portata a passare del tempo a Londra.
La Prefetta sarebbe quindi ripartita con gli altri. Era rimasta stranamente ferma fino all'arrivo del treno: nessun movimento particolare, nessuna ricerca di qualche compagno con cui trascorrere il viaggio. La sua mente era troppo impegnata a ragionare su alcune questioni e preoccuparsi più del previsto, probabilmente. Aveva visto il mezzo arrivare e fermarsi a pochi metri da lei e dal resto degli studenti desiderosi di entrare. Per diversi istanti, la bronzo-blu aveva avvicinato al suo corpo - ancora minuto, nonostante il passare dei giorni - il baule, colmo di alcuni acquisti nuovi. Sopra, Celestia si riposava tranquillamente, affatto turbata dalla confusuone circostante. Cassabdra le aveva rivolto uno sguardo rapido, tanto per controllare che il piccolo animaletto stesse bene. Subito, i suoi lineamenti si erano addolciti, fino a sbocciare in un tenue sorriso, che si sarebbe poi rivolto verso il treno, lucido nonostante i vapori emessi dallo stesso. La Hewer era quindi pronta a salire, quell'anno - per la prima volta- sulla carrozza destinata ai Prefetti e ai Caposcuola.

Il treno era ormai in partenza, Cassandra iniziò quindi a scrutare qualche posto in cui infilarsi. Chiaramente, non sarebbe rimasta lì a lungo; sin dal viaggio verso la scuola, la Corva avrebbe dovuto ricoprire il suo ruolo di Prefetto. Tuttavia, avrebbe preferito evitare di limitarsi a girovagare avanti e indietro per tutta la durata del viaggio, Posò gli occhi su tutte le chiome avvistabili nonostante la sua altezza, per poi riconoscere subito il biondo di Sybil. Si sarebbe aspettata di vederlo accostato al ramato di un certo Tassorosso - quella faccenda non le era ancora andata giù- ma non fu così. Tenendo saldo il baule, Cassandra decise di avvicinarsi piano, con uno strano nodo in gola. La Hewer cercò di non darci peso, iniziando quindi a parlare, sfoggiando un sorriso aperto - Sybil, sei già qui. Sono l'ultima? Notò quindi l'altra prefetta, le due si erano già conosciute parecchio tempo prima. - Ciao Skyle, tutto bene? le chiese gentilmente, senza cambiare la sua espressione. Si guardò attorno, rivolgendo qualche sorriso ai volti meno noti per evitare figure confondendo qualche nome. Eppure mancava un volto, il era ionvece piuttosto noto. - Lewis? fece quindi con fare vagamente preoccupato, sperando che qualcuno avesse notizie sul rosso. Non l'aveva trattato bene al loro ultimo incontro, ma il ragazzo non aveva colpe, forse. Se fosse stato lì, la Corva non avrebbe saputo come parargli. Eppure, in quel momento di assenza da parte del giallo-nero, Cassandra sentiva il bisogno di notare la sua alle-volte-fastidiosa-presenza.
 
Top
view post Posted on 8/9/2020, 14:41
Avatar


Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
666
Location:
London

Status:


Il treno pullulava sempre più di nuovi maghi e streghe diretti alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, gli altri studenti che invece era già partecipi della realtà che era Hogwarts si dividevano nelle varie carrozze ed i nuovi prefetti delle case riempivano la carrozza dei Prefetti e Caposcuola, le uniche ad esser rimaste dalla vecchia guardia, eravamo io, Lib, Mouna e Trish, anche se quest’ultime ancora non si erano viste. Mi faceva comunque piacere il fatto che la nuova guardia fosse stata nominata, alcuni di loro li conoscevo già, mentre altri non li avevo mai incrociati, ma avere anche Lewis a tenere compagnia a me e Lib, mi faceva piacere e non poco, ma non glielo volevo far notare troppo. -Oh ma certamente prefetto dei miei stivali, si intona perfettamente ai suoi riccioli.- continuai ad ironizzare ridacchiando del suo modo di imitarmi. -In ogni caso, mi fa piacere questa cosa. Ecco ma tienilo a mente, non te lo dirò di nuovo.- per un momento mi calò addosso un alone di serietà, certo non durò molto, con Lewis non riuscivo ad essere troppo smielata o seria, ma mi metteva di buonumore, perciò la sua compagnia era piacevole. Poco dopo però, mi informò che sarebbe andato a fare un primo giro di ronda, e non potevo che lasciargli campo libero essendo il suo primo giorno da prefetto. -Ma certo mio prode cavaliere, dei Tassi, vai pure, mi ritroverai qui, a meno che non senta l’irrefrenabile desiderio di fare una ronda di controllo.- sempre tenendo un tono ironico lo congedai in questo modo, i miei occhi lo seguirono finché non vidi la mia migliore amica, Caposcuola, avvicinarsi e sedersi proprio difronte a me. -Ciao splendore, sei raggiante oggi. Sì, direi tutto a meraviglia, ho fatto pace con Hiram ed infatti stamane mi ha accompagnata lui in stazione.- un sorriso dolce apparve sulle mie labbra, decisamente un ricordo che mi faceva sorridere; allungai la mano verso quella di Lib e poi la guardai dritta negli occhi, -tu invece come stai?- notai comunque una figura poco dietro Libella, sì stava sistemando nella nostra carrozza, non l’avevo ancora mai vista in giro, eppure se era lì, era di sicuro una prefetta. Pochi attimi dopo, il suo indice puntava su di me, mi ritrassi per qualche lieve attimo, senza conoscerne il motivo, ma poi lei parlò, conosceva il mio nome. -Sì giusto, sono Skyle. Oh ma certo, la nuova perfetta di Serpeverde, piacere mio.- con un sorriso gentile rivolsi le miei iridi azzurre verso quelle dell’altra bionda, era sempre piacevole conoscere nuove persone. Quando poi mi rivolse la domanda riguardante gli altri, non potevo che essere più sincera possibile, -Lewis è andato a controllare la situazione per primo, ma credo che per il momento i presenti siamo soltanto noi tre.- di nuovo, mentre mi rivolgevo in modo gentile a Sybil, vidi entrare un’altra figura femminile alle sue spalle, lanciai un’occhiata appena dietro la palla destra di Sybil, riconoscendo la figura femminile dietro di lei come Cassandra Hewer, nuova prefetta di Corvonero ed anche una persona con cui non parlavo da mesi, ma che sapevo essere un ottimo elemento tra le mura di Hogwarts; mi sorprese, ma non troppo il fatto che mi chiese come stessi, non potetti che rivolgerle un sorriso gentile e risponderle. -Cassandra, salve. Alla grande, tu invece?- chiedi con gentilezza, sempre mantenendo il sorriso, notai però che si guardava intorno, quasi fosse alla ricerca di qualcuno, magari della sua Caposcuola o dell’altro prefetto, ma non potevo di certo saperlo, finché non chiese esplicitamente del prefetto riccioluto appartenente alla mia stessa casa. -Lewis sta facendo una ronda di controllo, tornerà più tardi.- risposi direttamente, strano che tutti chiedessero di lui, anche se in realtà a pensarci bene, non era affatto strano, era uno dei ragazzi più carini che Hogwarts avesse tra le sue mura, ma anche un gran simpaticone, perciò il fatto che fosse ricercato da tutte probabilmente doveva essere più che normale.
 
Web  Top
view post Posted on 9/9/2020, 13:28
Avatar

«Jenny would dance with her ghosts».

11

Group:
Direttrice del San Mungo
Posts:
23,535
Location:
Wicklow

Status:


//Care Sybil e Cassandra

Parti dei vostri post sono ambientate al di fuori del treno e arrivano a costituire metà di ciò che avete scritto. Nel caso del post di Sybil, l'uso del trapassato è del tutto assente. Vi invito a modificare tali passaggi incorporandoli al resto del post, rendendo la vostra presenza sull'Espresso o il viaggio il punto focale e centrale della vostra narrazione. Non è possibile, infatti, descrivere di trovarsi in altre luoghi rispetto a quelli delle sezioni che contengono la role. Non rispondete a questo messaggio di moderazione.

Evey
 
Top
view post Posted on 10/9/2020, 19:54
Avatar


Group:
Studente di Serpeverde
Posts:
710
Location:
Scotland - Inverness

Status:


Con un gesto svolazzante della mano destra, mentre la sinistra andava a lisciare alcune pieghe della gonna a balze, la rossa di serpeverde liquidò l'omaccione al suo fianco non appena il pesante baule marchiato A.K. venne riposto davanti a una delle entrate dell'espresso per Hogwarts. Si trattava di un tipo che suo padre le aveva mandato esclusivamente per accompagnarla in quei pochi giorni di shopping a Londra, e che aveva incaricato di assecondarla in tutto ciò che avrebbe espresso di volere. All'inizio le aveva fatto rabbia il fatto che anche quell'anno il genitore non si fosse minimanete preoccupato di andare a trovarla prima dell'inizio dell'anno scolastico, preferendo il lavoro e gli affari alla sua unica figlia. Poi se l'era messa via, la rabbia era passata, si era resa conto di poter trarre soltanto un bel po' di vantaggi da quella situazione, ed era prevalso il solito -immancabile- egocentrismo. Fu quindi con il mento sollevato all'insù -in quel modo altezzoso che la caratterizzava- che si infilò nel treno dirigendosi verso la carrozza delle cariche scolastiche lasciandosi sfuggire una plateale smorfia schifata nel vedere alle sue spalle una madre abbracciare -stritolare, sbaciucchiare, spupazzare- un piccolo studentello del primo anno.
-Potrei vomitare- Fu il commento con cui fece il suo ingresso nella carrozza, sollevando gli occhi al cielo e andando ad incastrare, subito dopo, il proprio baule in modo che non intralciasse troppo il corridoio, prima di alzare la testa e notare di fronte a sè una figura piuttosto familiare, verso la quale si diresse con un ghigno ad allungare le labbra colorate di rosso -Ciao bionda!- Esclamò non appena raggiunse le spalle della Vane, infischiandosene del fatto che fosse apparentemente già impegnata in una conversazione con delle altre studentesse, e crollò a sedere su uno dei divanetti affianco a lei passando le dita tra i capelli ramati per portarli tutti da un lato -Deve ancora iniziare l'anno e già sono esausta! Ho bisogno di zuccheri. Vado a vedere se trovo la strega del carrello- E così dicendo come era appena entrata la Kane se ne andò, dirigendosi di nuovo verso l'uscita e imboccando il lungo corridoio del treno, solo dopo aver lanciato un'occhiata veloce alle altre due ragazze con le quali Sybil stava parlando e rivolgendo loro un cenno di saluto
-Jones. Tipa che non conosco. Ci vediamo tra poco-
 
Top
view post Posted on 27/9/2020, 22:34
Avatar

Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
770

Status:


//continua da qui

La voce della grifondoro, più reale di quando l’aveva ascoltata attraverso la porta scorrevole, provocò l’istantaneo irrigidimento della spillata. Sybil strinse i denti e, anche senza poter guardare il suo riflesso, l’immagine della mascella contratta e del lineamenti d’un tratto duri prese forma nella sua mente. Quando le iridi chiare attraversarono lo scompartimento e raggiunsero il volto della ragazza, la Vane fu stupita di trovarci un sorriso cordiale. Era indubbiamente forzato, ma la ragazza avrebbe potuto essere molto più dura in quella situazione. Avrebbe potuto esprimere con le sue espressioni tutta la seccatura e il disappunto procuratole dalla bionda. Sybil, a quel punto, non sapeva se essere infastidita o piacevolmente colpita dal suo comportamento.
- Sì, hai ragione. Il dovere chiama e non mi sarei dovuta fermare inutilmente - annuì e poi rispose in tono monocorde all’ultima provocazione della rossa.
- Scusa l’invasione… - continuò abbassando appena il capo, con un'inflessione che suggeriva le scuse fossero sincere. Niente che si avvicinasse al senso di colpa sfiorava la bionda, ma a ruoli inversi avrebbe compreso l’irritazione dell’altra.
- Torno in carrozza - sentenziò passando lo sguardo - torvo - su Lewis.
Poi, senza concedere altro tempo ai convenevoli, si avviò lungo il corridoio.
Camminando rapidamente prese un lungo respiro, gli occhi sgranati, sorpresa di se stessa.
I pensieri cercarono di prendere il sopravvento, ma furono spazzati via da una starnazzante Libella Florel, che rincorreva urlante l’altra spillata serpeverde. Insieme ai pensieri, a essere spazzata via dall’improvvisa comparsa delle ragazze, fu la Vane che cercando di scansarsi perse l’equilibrio e andò a sbattere contro una parete del corridoio.
Un pesantissimo sbuffo abbandonò i suoi polmoni; non era proprio giornata.
Altri due passi ed entrò in carrozza, poi, voltandosi corrucciò le sopracciglia in uno sguardo interrogativo diretto alle ragazze. Ad essere sinceri, più alla tassorosso che alla sua compagna. Per quanto lei fosse seccata, Audrey sembrava proprio incazzata e le faceva un po' paura.
 
Top
view post Posted on 27/9/2020, 22:48
Avatar


Group:
Studente di Serpeverde
Posts:
710
Location:
Scotland - Inverness

Status:


Continua da qui.



In quel momento mettere un piede davanti all'altro per aggiungere quanta più distanza possibile tra sè stessa e quello scompartimento era l'unica cosa che interessava ad Audrey. Sapeva di non essere sola in quel corridoio. Così come aveva sentito benissimo la voce di Libella chiamare il suo nome a gran voce nel tentativo di.. Fermarla? Per dirle cosa, poi? Probabilmente all'interno di quello scompartimento la tassorosso era l'unica a non avere nessuna colpa, e a meno che non si fosse messa d'accordo con Xavier per inscenare quella sdolcinatezza in modo da soddisfare un eventuale sentimento rancoroso del Bertrand nei suoi confronti, era l'ultima persona con la quale Audrey avrebbe dovuto prendersela. E non voleva nemmeno farlo, in realtà. Tutto l'odio, il fastidio, e la delusione che in quel momento le inumidivano gli occhi e le stritolavano lo stomaco erano riversati esclusivamente al ragazzo con il quale l'aveva vista scambiarsi un quasi bacio. Non a lei. Eppure la rabbia era tale da accecarle quasi il lume della ragione, il quale -mentre man mano che procedeva lungo il corridoio flash dei momenti più dolci e intimi che aveva condiviso col ragazzo le inondavano sempre di più la mente- sparì del tutto.
Con un gesto rabbioso della mano aprì la porta della carrozza delle cariche scolastiche e fece qualche passo all'interno, lasciandola appositamente aperta così da invitare -senza discrezione- la Florel a seguirla. Nonostante la serpeverde sapesse che prendersela con lei non era la cosa giusta da fare... Il suo cervello temporaneamente annebbiato le suggerì che nemmeno vederla assieme al suo ex ragazzo, era stato giusto. Motivo per cui avrebbe avuto tutto il diritto di dimostrarsi contrariata anche nei suoi confronti. Inoltre, la convinzione che quella scena era stata architettata dal Bertrand solo per lei, così che li vedesse amoreggiare e pensasse di esser stata già dimenticata, messa da parte, e sostituita, si fece sempre più imponente.
Quando fosse stata sicura di avere la ragazza alle spalle, Audrey si sarebbe voltata verso di lei a braccia incrociate prima di appoggiarsi col bacino a una poltroncina del treno -Facevate sul serio?- Avrebbe voluto ridere di tutta quella situazione, per quanto Xavier le fosse caduto in basso comportandosi in quel modo, ma le labbra rimasero ferme in una linea dritta e la voce le uscì glaciale -Se pensi che lo fosse, mi dispiace per te. Xav è tanto dolce quanto falso, e si attacca alla prima ragazza disposta a dargli retta solo perchè è troppo insoddisfatto dalla sua vita per stare bene da solo- Sospirò, sollevando il mento in alto con regalità, e osservò la Caposcuola dei Tassi muovendo lo sguardo dall'alto verso il basso. Finalmente riuscì a schiodarsi, e un angolo delle labbra colorate di rosso le si sollevò appena verso l'alto in un ghigno ironico -Non che tu sia la prima che passa, ovvio. Io ti ho avvertita-
L'istante dopo si sedette su una poltroncina libera, e dopo aver accavallato le gambe, senza nemmeno attendere una risposta, sollevò il dorso di una mano ad altezza del proprio viso, iniziando ad ammirare le proprie unghie laccate perfettamente di nero.
 
Top
view post Posted on 29/9/2020, 15:14
Avatar


Group:
Member
Posts:
590
Location:
Northamptonshire

Status:


//continua da qui

Che Sybil Vane prendesse tutto troppo alla leggera non c'erano particolari dubbi, in realtà ciò non era nemmeno una discriminante negativa nel prospetto generale che mi ero fatto sulla neo-prefetta di Serpeverde, essendo stato, a dir la verità, proprio questo uno dei motivi per il quale quel pomeriggio al cortile avevo deciso di lasciarmi completamente sopraffare dal gioco, senza mantenere nemmeno la più effimera parvenza di serietà che sarebbe stata gradita, visto che di lì a pochi giorni sarei dovuto uscire con Libella.
Quello che mi aveva infastidito quel giorno nello scompartimento di Maddy era stato il modo nel quale si era voluta mettere in mostra davanti a lei, quasi come stesse tentando di marcare in qualche modo il territorio -per motivi a me sconosciuti- in modo tale da tenere alla larga eventuali minacce. Mi aveva infastidito soprattutto il fatto che, quella volta, le conseguenze delle sue azioni avrebbero avuto ripercussioni anche su persone che non fossimo io e lei.
Fu proprio per quel fastidio crescente che avevo abbandonato quasi di corsa il vagone degli studenti per ritornare alla carrozza delle cariche scolastiche, dove ero sicuro la avrei incrociata nuovamente. Quando giunsi nella carrozza designata, non persi tempo ad osservare eventuali presenze di altri studenti che alla mia prima permanenza non avevo notato, perchè ciò che mi interessava era raggiungere il più velocemente possibile la Vane, quando me la trovai a qualche centimetro, con fare deciso, ma non violento o duro, la presi per un braccio e la girai velocemente, affinchè restasse immediatamente attenzione alle mie parole: Ma sei scema di tuo o il morbo bianco su certi individui ha effetti collaterali che li porta a non ragionare con la propria testolina? No veramente, spiegami cosa ti è saltato in mente quando hai deciso di fare quella scenata davanti a Maddy. Il discorso sul nostro bacio poi, che caduta di stile Sybil.... dissi animatamente, evitai di sbraitare solamente perchè non volevo turbare gli altri passeggeri di quella carrozza che, sicuramente, non erano particolarmente interessati ai nostri problemi personali.

In un primo momento mi accorsi di avere accanto a me non solo la figura di Sybil, ma pure quella di Skyle e soprattutto quella, non prevista, di Libella, ossia l'unica persona in quel treno che non avrebbe mai dovuto scoprire quel bacio. Non feci in tempo però a provare imbarazzo che alle mie orecchie giunse una notizia tale e quale, pronunciata dall'altra prefetta di Serpeverde, che mi travolse come un treno: Libella aveva una storia con Xavier!

Da quanto andava avanti? In che contesto si erano conosciuti? Ma soprattutto, con tutti gli studenti di Hogwarts, proprio Xavier Bertrand? C'era decisamente di meglio nella piazza.

La reazione fu istantaneamente e inconsciamente quella di asciarmi andare ad una risata fragorosa, dal retrogusto particolarmente ironico. Dopodichè, volendo appositamente evitare di rivolgere anche solo una singola parola alla Caposcuola di Tassorosso, replicai alla rossa con la spilla da prefetto: Scusami?! Ho sentito bene? L'hai vista pomiciare con Bertrand per caso? Nulla di personale, ma vorrei saper di più, ecco. esclamai dopo averle rivolto qualche interrogativo, a quel punto il tempo intorno a quelle cinque/sei persone coinvolte in quella situazione sembrò quasi fermarsi per il sottoscritto, tutto ciò che era accaduto e che stava accadendo sembrava ogni minuto che passava sempre più surreale.
 
Top
view post Posted on 29/9/2020, 19:55
Avatar

Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
770

Status:


Nemmeno il tempo di capire cosa stesse agitando gli animi delle altre due spillate e Sybil sentì la pressione di una mano posarsi sul suo braccio. Il gentile afferratore era alle sue spalle, ma non serviva certo una E in divinazione per indovinarne l'identità. Confrontarsi con le sue azioni, soprattutto quelle volte in cui erano dettate dall'impulso e non dal freddo ragionamento, non era un'attività piacevole per la serpe. La sola idea di doverlo fare le fece prendere un profondissimo respiro e alzare gli occhi al cielo. Quando il tasso la fece voltare costringendola al confronto, Sybil si rese conto di non avere vie di fuga e sostenendo il suo sguardo assunse un'aria seria.
- Vomito e basta! Ma se cambia qualcosa verrai informato... - alzò per un secondo gli angoli della bocca, ma non durò molto - non penso di aver detto chissà cosa e se non sbaglio parlando del bacio avevo un tono basso basso - nella ripetizione delle ultime due parole la Vane abbassò davvero la voce, a simulare quella usata in precedenza.
- Il resto era curiosità, qual’è il problema? - chiese alzando un sopracciglio. Sapeva benissimo quale fosse il problema, ma sgranò comunque gli occhi e scosse le spalle, colta da un’improvvisa illuminazione.
- Ah! E’ per la rossa… non mi preoccuperei per lei. E poi, sono stata io ad interrompere, dille la cosa degli effetti collaterali del Morbo Bianco, capirà. - a quel punto la bionda avrebbe potuto considerare conclusa la sua parte, ma ormai il gentil Prefetto aveva messo tutta la carrozza al corrente della sua caduta di stile o del fatto che la verde-argento avesse un lato emotivo, tanto valeva perderla del tutto la dignità, no?
- Poi se vuole il tuo futuro, deve dimenticare il tuo passato e se vuole proprio stare con te, farà anche meglio a sbrigarsi! - Sybil stette ben attenta a non alzare la voce e parlò nel tono pacato di un vecchio saggio.
- Insomma se vuole essere la tua ragazza, deve andare d'accordo con i tuoi amici, anche quelli affetti da Follia Verde - si indicò - e far sì che duri per sempre, perché l'amicizia non muore mai - la loro profondissima amicizia.
La battitrice ripensò alle ultime cavolate che avevano lasciato la sua bocca e le trovò estremamente orecchiabili. Ci avrebbe dovuto lavorare un po’, ma sarebbero potute diventare un ottimo ritornello. Xavier componeva, giusto? Avrebbe potuto aiutarla con l’arrangiamento. Dovevano trovare una chitarra, lei avrebbe disegnato le copertine e tempo due anni i maghi dell’isola al nome delle Sorelle Stravagarie avrebbero risposto: chi?
Piano straordinario, eppure la Vane non se la sentì di chiedere agli altri un consiglio per il nome della band.
Espirò dal naso e il suo viso assunse un’aria seccata - Capisco che ti abbia dato fastidio. Non avrei dovuto interrompervi, anche se stavi comunque uscendo e ho parlato a bassa voce, ma non posso sapere cosa lei abbia sentito... - strinse appena i denti facendo risaltare la linea della mascella - mi rendo conto non ti piaccia l'idea che Maddy possa aver colto qualche parola sui tuoi fatti personali. Le persone sono sensibili su queste cose, quindi ti ringrazio di esserti limitato ad urlare i cavoli miei in una carrozza piena - la Vane richiamò tutto il suo autocontrollo per non urlare a sua volta.
- Ricambiavi il favore? - chiese retorica e senza nascondere una punta di disprezzo - beh, se ti interessa avere una conversazione seria a riguardo, riproviamoci con meno di cinque persone in ascolto. Scegline una, chi preferisci, me lo merito, no? -
Sybil si allontanò dal tasso per andarsi a buttare sul suo sedile. Sentiva il battito accelerare e aveva bisogno di un secondo di calma.

Finalmente seduta riportò l’attenzione sull’altro dramma in atto. Le parole che Lewis rivolse alla sepeverde, evitando con decisione di guardare la giallo-nera con cui sicuramente aveva più confidenza, aggiunsero un tassello al puzzle della Vane.
Sybil era quasi certa di avere davanti la ragione per cui il disegno di Arina non doveva vedere la luce del sole. Le venne da ridere. La stessa risata di Lewis, simile era anche la ragione che l’aveva originata. Incredibile, quella situazione aveva dell’incredibile.

Edited by Sybil Vane - 30/9/2020, 00:54
 
Top
view post Posted on 29/9/2020, 21:43
Avatar


Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
1,250
Location:
Weymouth

Status:


Continua da qui



Non aveva per niente chiaro le reali motivazioni che l’avevano spinta a seguire Audrey per il corridoio lasciando così Grace e Xavier senza una spiegazione chiara di quello che era appena successo. Non conosceva i retroscena del legame tra la Kane e il Bertrand, ma poteva immaginare che qualsiasi cosa avessero costruito, in quel momento aveva smesso di esistere, altrimenti non avrebbero avuto senso i comportamenti e gli atteggiamenti di Xavier durante la settimana precedente. Non avrebbero avuto senso i baci in cortile e nemmeno la mattinata a Diagon Alley appena trascorsa. Eppure c’era qualcosa che la spingeva a fidarsi del cacciatore, indipendentemente da quello che il futuro, prossimo o lontano che fosse, avrebbe riservato a entrambi. Cercando di non scatenare inutilmente il panico in tutto il treno, Libella aveva chiamato Audrey più di una volta durante il tragitto che le separava dalla carrozza riservata alle cariche, ma la prefetta non diede il minimo segno di voltarsi, o probabilmente di volersi voltare. Riuscì a rallentare solo quando arrivarono a destinazione. Venne anticipata dalla neo prefetta verde argento la quale, aprì la porta della carrozza e quasi con indifferenza la lasciò aperta forse per educazione, o per comodità. Fatto sta che lei approfittò per entrare a sua volta e chiudersi la porta alle spalle. Non aveva idea di cosa passasse nella testa della rossa, ma qualsiasi cosa fosse lo avrebbe scoperto presto. Sicuramente non sarebbe stato nulla di piacevole dato che sul suo viso lo aveva visto. Aveva visto quel suo sguardo infastidito, a tratti arrabbiato, fissarsi su quella sorta di dimostrazione d’affetto del tutto spontanea e imprevista. La osservò in ogni sua movenza per cercare di captare qualche dimostrazione di risentimento verso di lei, o meglio verso la situazione a cui aveva assistito. La lasciò parlare e sfogarsi verso di lei, d’altra parte un lieve senso di colpa iniziava a farsi sentire, anche se alla fine le fu quasi impossibile nascondere un’espressione sorpresa e un po’ irritata allo stesso tempo. Quelle frasi che la prefetta le aveva appena rivolto mettendo in cattiva luce non tanto lei, quanto Xavier, le sembravano costruire una piazzata inutile.
Noto del rancore nelle tue parole Audrey.
Lasciò scorrere qualche secondo di completo silenzio durante il quale la caposcuola poteva chiaramente percepire la cadenza ritmica dei respiri.
Ti interessa? Chiese di getto senza freni alla lingua. Dico… ti interessa se facevamo sul serio?
A meno che tu non abbia dei diritti da rivendicare circa quello che hai appena visto, a mio parere del tutto innocente, non vedo che motivazioni possano esserci alla base di questa provocazione.
La voce le uscì dalle corde vocali con una sicurezza e una semplicità che mai si era immaginata di poter possedere. Quell’estate l’aveva davvero cambiata. Sostenendo uno sguardo deciso verso Audrey, Libella si spostò dalla porta della carrozza per sedersi su uno dei sedili liberi. Accavallò la gamba destra su quella sinistra lasciando letteralmente cadere la schiena verso lo schienale. Sentì la porta della carrozza aprirsi, ma talmente intenta a terminare quel suo discorso, non diede nemmeno importanza a chi fosse l’aggiunta al gruppo.
Sinceramente in questo momento non è che me ne freghi molto dei tuoi avvertimenti, in ogni caso sappi che, ora come ora, non immagino nemmeno di essere l’ultima. Però chissà… il futuro tende a sorprendere, no?
Pensava di essere riuscita a mettere fine a quella situazione davvero poco appropriata al contesto. Grazie a Xavier era riuscita finalmente ad ammettere e accettare il suo essere egoista. Perché non dargli il beneficio del dubbio? D’altronde nessuno dei due aveva fatto pressioni all’altro o aveva avanzato chissà quali richieste. Avevano solo sfruttato un incontro e poi lei non era Audrey. E’ vero che il lupo perde il pelo, ma non il vizio… ma era davvero quello il caso di Xavier? Lo avrebbe scoperto solo con il tempo, senza crearsi inutili aspettative. Aveva solo un’ultima cosa da dire alla serpeverde quando il suo respiro si bloccò, seguito dalle sue parole e dalla sua intera figura. Non riuscendo a muovere nessun muscolo, Libella cercò di affinare l’udito. La sua voce era inconfondibile, esattamente come era ben chiaro quello che aveva sentito.
Nostro bacio.
Sybil.

Cosa c’entravano le parole bacio e Sybil in una stessa frase detta a voce alta da Lewis? Doveva essere una sorta di scherzo organizzato per bene.
Per forza.
Forse era la seconda o la terza volta in tutti i suoi diciassette anni a percepire una sensazione come quella. Lewis aveva baciato Sybil. Troppo esplicito per lasciare spazio a dubbi o perplessità. Che fosse quello il motivo del suo distacco dell’ultimo periodo? Eppure la primavera passata le intenzioni del ramato, così come le sue a dir la verità, si erano rivelate del tutto diverse. Sentiva l’irritazione crescere, dalle dita dei piedi fino a quelle delle mani. Lo stomaco si era stretto in una morsa sconosciuta, diversa da quella dell’ansia da prestazione, dell’emozione o dell’agitazione. Sbattè due volte le palpebre per riprendere la lucidità. Come sottofondo c’era solo il discorso totalmente trascurabile della Vane e le parole che il tassorosso aveva deciso di rivolgere ad Audrey, delle quali riuscì a ricordarsi solo pomiciare e nulla di personale. Un discorso davvero scadente. Che non fosse stata nemmeno presa in considerazione dal prefetto giallo nero preferendo Audrey a lei invece, non la scalfiva più di tanto. Che Lewis fosse un codardo lo aveva già sospettato dalla confessione che la Jones le fece una sera nel dormitorio. Non aveva avuto le palle per dirle di quell’incidente tra lui e la sua migliore amica, cosa che già aveva incrinato la fiducia che aveva riposto nel ramato, figuriamoci se fosse riuscito a tirarle fuori proprio in quel momento in cui lui poteva affermare di essere stato sgamato in pieno. Tra l’ignorare i fatti e le persone non c’era poi così tanta differenza, no? Sia lui che lei erano esattamente colpevoli l’uno nei confronti dell’altro allo stesso modo. Entrambi si erano nascosti delle verità a vicenda e si sa, la corda a furia di tirare si spezza. In quel momento si era spezzata e quelle conseguenze che aveva temuto si erano presentate per riscuotere il loro compenso. Nella sua mente scorreva veloce, come una serie di fotogrammi, tutto quello che era accaduto. Si rese conto che alla fine non avrebbe avuto senso farsi venire l’ulcera per chi poi… per un ragazzo? Per lui? Quel pensiero la fece quasi sogghignare.
Ridicolo e davvero molto maturo Lewis. Complimenti.
Nella stessa posizione che aveva assunto quando ancora nella carrozza c’erano solo lei e Audrey, la caposcuola si limitò solo a indirizzare il suo sguardo verso il concasato.
Hai il coraggio anche di chiedere spiegazioni ad Audrey quando qui, dopo quello che hai detto, l’unica che dovrebbe chiedere spiegazioni dovrei essere io. Davvero da standing ovation.
Le labbra tese, lo sguardo gelido furono le uniche espressioni che dedicò a Lewis.
E così hai baciato Sybil. La lista si allunga vedo… Pensavi di nascondermi anche questo? Non era sufficiente aver tenuto per te il bacio incidentale con Skyle? Con la mia migliore amica. Immagino che non fosse importante per te. Peccato che lo era per me. Tu eri importante per me.
Quella rivelazione, oltre a tutti gli effetti negativi, ne rivelò anche alcuni positivi. Sapere che non era stata la sola a commettere dei passi falsi in quella relazione nata innocentemente, le sollevava il morale. Avrebbe iniziato a sentirsi molto meno colpevole nei confronti di Lewis, ma questo pensiero non lo avrebbe rivelato a nessuno. Si sentiva più leggera e allo stesso tempo più forte. Ciò che non uccide fortifica, dicevano.
Giusto per sapere, Timberwolf… ci sono altre presenze da aggiungere all’elenco? Sai, nulla di personale.
Rivolse dunque quella frecciatina, nemmeno troppo velata, sottolineando quelle ultime parole. Le stesse che lui stesso aveva pronunciato poco prima. Voltò solo il viso verso il centro della carrozza notando tra tutti, anche la presenza di una corvonero e della sua bionda rimasta fino a quel momento in silenzio. Sbuffò socchiudendo le palpebre per cercare di riprendere l'equilibrio.
Credo che per il momento abbiamo già dato anche troppo spettacolo.
Non aveva altre parole per spiegare a se stessa quella situazione dai contorni surreali.
Ed era solo il primo settembre.
 
Top
view post Posted on 30/9/2020, 11:02
Avatar


Group:
Sospesi da Hogwarts
Posts:
666
Location:
London

Status:


Il continuo andirivieni che si poteva osservare all’interno della carrozza, mi stava iniziando ad annoiare. Lewis era andato a fare le ronde e di tornare non se ne parlava, anche Libella si era poi allontanata per lo stesso motivo e quindi io ero rimasta lì quasi completamente sola, perché anche gli altri si erano mossi per via delle ronde. Io ero rimasta in carrozza con Cassandra, avrei voluto magari provare a parlare, ma lei non mi aveva più rivolto la parola, perciò anche io avevo evitato di farlo. Mentre la maggior parte dei miei compagni di viaggio erano via, decisi di approfittare del tempo a disposizione per leggere qualcosa, un libro, magari proprio uno di scuola giusto per capire quali fossero gli argomenti che avrei dovuto affrontare quell’anno. Avrei anche avuto gli esami G.U.F.O., l’agitazione nel mio corpo si poteva tagliare con tanto di coltello, temevo per gli esami perché non ero mai stata una studentessa eccellente, al contrario discreta e bravina. Riuscivo a cavarmela, ma non ero mai stata immune alle insufficienze, ma probabilmente come tutti gli studenti di Hogwarts. Il mio impegno, nonostante tutto era tanto, dopotutto essendo una Tassorosso, era abituato al duro lavoro ed avevo anche una certa attitudine nello svolgimento di questo. Mentre mi facevo gli affari miei, curiosando tra i nuovi argomenti, anche abbastanza complicati tanto che mi stavano spaventando, iniziarono a tornare in coppia Sybil e Lewis, seguiti da Libella ed Audrey. Le facce turbate di tutti e quattro mi fecero sospettare che qualcuno o qualcosa li avesse turbati. All’inizio pensai che si fossero imbattuti in qualche studente particolarmente meschino, ma quando iniziarono a puntarsi le dita contro l’uno con l’altro, capii che tutti i presenti in quella stanza, stavano mettendo a nudo gli altarini gli uni degli altri, così da poter essere perfettamente ascoltati da chi di loro interesse per creare una bella lite. I più colpiti, però furono i due Tassorosso che discutevano con le due prefette di Serpeverde. Lewis aveva baciato Sybil, Libella considerava Lewis importante ma allo stesso tempo anche lei aveva baciato...Xavier?! Non che mi aspettassi granché ma uno show simile non credevo sarebbe capitato proprio a me. Ascoltai le discussioni e le accuse di tutti e quattro, senza intervenire e standomene al mio posto, perché insomma non mi sembrava molto saggio alzarmi e dire qualcosa senza conoscere i fatti. Restai perciò seduta nel mio angolino ad ascoltare e scrutare tutto quanto, con i litiganti che non si sarebbero accorti mai di me, se non forse per il riferimento che fece Libella al mio bacio con Lewis per sbaglio. Improvvisamente, mi alzai, pronta a dire a tutti di smetterla, ma dovevo prima capire come cercare di essere udita senza gridare eccessivamente. -Ragazzi...RAGAZZI!- sbottai cercando la loro attenzione, il secondo ragazzi, decisamente urlato più di quanto non dovesse. -Allora, ascoltatemi bene. State creando una conduzione assurda, non dico che non parliate di cose serie per carità, ma comunque direi che potreste chiarirvi...in modo diverso.- sottolineai il modo diverso con un tono leggermente superiore e più grave di voce. -Invece di strillarvi l’uno addosso all’altro, potreste aspettare il nostro arrivo ad Hogwarts e di seguito chiarirvi l’uno con l’altro senza creare tutto questo casino, va bene? Se non va bene, sappiate che la porta della carrozza è proprio a pochi passi da voi e potete benissimo uscire a dare spettacolo in corridoio, che ne dite? Non mi pare il caso, no?- soddisfatta del mio intervento, rimasi in piedi a guardare le loro facce, pronta a rispondere a qualsiasi cosa mi avessero potuto dire. -Ah e voglio aggiungere, nessuno di voi è innocente più degli altri, avete tutti delle colpe, non so se mi spiego.- con l’indice compii dei movimenti per indicarli uno ad uno e sul mio viso lasciai apparire un sorriso beffardo ed ironico, che volgeva a chiarire che tutti avevano sbagliato, perciò le loro accuse non valevano essendo tutti colpevoli di qualcosa. -Ora finiamo questo viaggio come se non fosse successo nulla, appena scesi dal treno potrete anche lanciarvi schiantesimi a vicenda, grazie per l’attenzione.- ancora una volta sorrisi in modo ironico e beffardo, per poi riprendere posto a sedermi. Se qualcuno avesse detto ancora qualcosa, li avrei zittiti nuovamente finché non avessero tutti quanti recepito il messaggio.
 
Web  Top
14 replies since 1/9/2020, 11:34   565 views
  Share