September 1st, 2020Come ogni anno, il primo giorno del mese di Settembre voleva significare il ritorno a tutti gli effetti ad Hogwarts, con il viaggio che mi avrebbe riportato al Castello insieme a tutti gli altri studenti pronti ad affrontare un nuovo anno ricco di novità, di lezioni, di gioe e di delusioni. Ad accompagnarmi era stata mia madre Laurel, aveva utilizzato i mezzi di trasporto babbani per raggiungere la capitale britannica dalla nostra tenuta nel Northamptonshire, dato che ormai si era abituata fin troppo bene alla vita senza alcun tipo di magia a semplificargliela o quanto meno a darle qualche tipo di aiuto; alle nove in punto ci eravamo dati appuntamento a Londra, avevamo approfittato del consistente lasso di tempo di cui disponevamo prima di doverci recare in stazione per dare un'occhiata alla meravigliosa Londra, nella quale ad esser sincero ci ero stato veramente pochissime volta, tanto che nell'osservarla non ero riuscito a far risalire alla memoria alcun ricordo limpido dei miei trascorsi in quella città.
Ore dieci. Il momento di addentrarsi nel borgo di Camden era finalmente giunto, di lì a poco ci saremmo trovati di fronte l'imponente stazione londinese di King’s Cross, di li a trovate il binario di partenza dell’Hogwarts Express ci sarebbe voluto poco….binario 9 ¾, non ci poteva proprio sbagliare!
Con mia madre ci eravamo messi d’accordo la sera prima che lei mi avrebbe accompagnato solo fino all’ingresso della stazione (visto che ormai avevo perso di vista le modalità ma soprattutto gli orari dei mezzi di trasporto utilizzati in gran parte da babbani), dopodichè lei sarebbe dovuta correre al lavoro visto che, come nel mio caso, le vacanze erano finite anche per lei e, in qualche modo, almeno per qualche anno ancora, i soldi a casa li avrebbe portati principalmente lei, salvo l’eredità che in ogni caso possedeva grazie al lavoro, comunque ben retribuito, di mio padre.
Ore dieci e mezza. Era arrivato dunque il momento dei saluti, avevo intravisto in mia madre un'espressione leggermente commossa ma con un bel sorriso avevo evitato di farglielo notare eccessivamente, sapeva essere una donna molto orgogliosa e non incline a facili sentimentalismi, ma anche lei come la maggior parte delle persone, non aveva nemmeno lontanamente perso la capacità di provare emozioni, l’abbraccio caloroso che mi regalò prima di intraprendere la strada per il suo ufficio (nemmeno troppo lunga visto che lavorava a qualche decina di minuti dalla stazione) ne fu l’effettiva conferma. Una volta che ebbi abbandonato la sua “presa”, avevo preso con forza il mio baule e lo avevo sollevato da terra, avevo accolto con affetto Christopher che per tutto il tempo se ne era stato a poltrire nella borsa di mia madre e mi ero incamminato per raggiungere l'intermezzo tra il nono e il decimo binario, li sarebbe a tutti gli effetti iniziato il mio nuovo anno scolastico e, ad esser proprio proprio sinceri, non mi avrebbe fatto schifo iniziarlo con qualcuno, giusto per testimoniare il fatto che mi ero costruito una seconda famiglia ad Hogwarts, nè migliore nè peggiore della prima che avevo, entrambe uniche.
Dopo che ebbi attraversato il binario che mi avrebbe portato nella parte magica della stazione Londinese, indipendentemente dal fatto che ciò fosse avvenuto da solo o in compagnia, mi era apparso davanti in tutto il suo splendore l'Hogwarts Express e con tutto l'entusiasmo tipico di chi sta per affrontare l'annuale viaggio più felice della sua vita, ero salito per la prima volta sulla carrozza destinata ai Prefetti e ai Caposcuola.
***
Ore dieci e quarantacinque. Appena entrai nella carrozza in testa al treno, per prima cosa posizionai i bagagli in modo tale da non creare alcun intralcio agli altri passeggeri, in un secondo momento chiesi a Christopher di starsene calmo per qualche minuto nel suo piccolo habitat in modo tale da potermi cambiare i vestiti senza la preoccupazione che il piccolo rossastro se ne scappasse in giro per i vagoni. Giungendo alla stazione parzialmente in abiti babbani, avevo la necessità di indossare la divisa scolastica al completo, a maggior ragione visto che quell'anno avrei dovuto sorvegliare tutti gli studenti all'interno degli scompartimenti durante le mie ronde e non era di certo il caso di dare un cattivo esempio, anzi avrei dovuto per primo dimostrare di seguire correttamente il regolamento. Perciò, appartatomi in un luogo isolato del corridoio, indossai solo la parte superiore della divisa di Tassorosso, visto quella inferiore avevo deciso di calzarla direttamente da casa, in modo tale da non dare alcuno spettacolo di spogliarello in presenza degli altri prefetti o addirittura dei nuovi caposcuola.
Una volta rivestitomi per bene, spiegai le eventuale pieghe che si sarebbero potute formare tenendo i vestiti piegati nel baule, dopodichè sistemai al suo posto la spilla da prefetto di cui tanto andavo fiero sin dal momento in cui mi era stata comunicata la nomina per quella prestigiosa carica all'interno della nobile casa di Tosca Tassorosso; quindi liberai nuovamente Chris in modo che potesse far capolino nella sua casetta ben più abituale rispetto a quella acquistata al serraglio, ossia il mio cappuccio, di certo con un animaletto timido come lui non avrei mai corso il rischio di vedergli combinare problemi in giro per il treno, però nel caso in cui qualche animale di taglia maggiore lo avesse spaventato, mi sarei preoccupato di lasciarlo a sicuro nel suo piccolo terrario in modo tale che nessuno potesse rompergli le scatole. Dopo aver controllato di non aver lasciato nulla al di fuori del baule, tranne ciò che mi sarebbe servito a portata di mano peer il viaggio, lo richiusi per bene e rientrai nella carrozza dedicata agli studenti come il sottoscritto, non di certo più importanti, ma sui quali gravavano maggiori responsabilità.
Il treno sarebbe partito ormai a minuti e la carrozza dove avevo preso posto si sarebbe riempita di spillati in un batter di ciglia, cosi come tutti gli altri vagoni del treno, motivo per cui aspettai che chiudesse le porte e iniziasse la sua marcia prima di iniziare con le ronde vere e proprie, infatti con gli scompartimenti mezzi vuoti e con la gente intenta ad occuparli, probabilmente sarei risultato d'intralcio alla circolazione e di sicuro non avrei potuto svolgere al meglio il mio compito, ne approfittai dunque per rilassarmi un po' ed eventualmente aspettare che altri ragazzi o altre ragazze mi raggiungessero per scambiare qualche parola prima dei turni obbligatori di sorveglianza degli studenti nei vari scompartimenti.
Non trovando per il momento nessuno a farmi compagnia, ripensai brevemente a mia madre, erano veramente molti mesi che non trascorrevo un po' di tempo con la donna che, ormai da qualche anno, era diventata il mio unico punto di riferimento nella cerchia ristretta dei miei familiari più prossimi, facendo le veci sia madre che di padre, dopo la ripartita di quest'ultimo; durante il primo periodo di permanenza al castello le lettere inviate alla mia famiglia erano state giusto quelle atte a far sapere che stava procedendo tutto bene, che non si dovevano preoccupare di nulla e che me la sarei cavata molto bene anche da solo, solo in un secondo momento mi ero accorto che in realtà quell'atteggiamento si stava dimostrando semplicemente un tentativo di chiudermi a riccio, un po' come faceva Christoper quando era arrabbiato con me, nei confronti delle persone che tenevano di più a me e alle quali io non volevo in alcun modo risultare come un peso. Lo stesso comportamento oltre che con mia madre, si era fatto vivo anche con molti degli amici che mi ero fatto l'anno precedente al Castello, su tutti Skyle e Sybil: le due ragazze che, seppure con le dovute differenze, avevano raccolto le porzioni più grandi dei miei affetti, con loro dopo le prima confidenze ero letteralmente scomparso, senza dare troppe spiegazioni e senza che in qualche modo loro riuscissero quantomeno a capire i motivi del mio allontanamento. Oltre alle due prefette poc’anzi citate, nell’ultimo anno avevo stretto amicizie con moltissimi altri studenti, mi ricordavo infatti di Martina e di Lia, di Cassie e di Arina, di Alex e di Antony e di moltissimi altri ragazzi e ragazze con cui, in qualche modo, avevo condiviso un pezzo di me, indipendemente dalle dimensioni ipotetiche di questa concessione. Poi era arrivata Libella, la prima vera ragazza a farmi perder la testa, ma soprattutto con la quale avevo avuto il mio prima vero appuntamento, ma con la stessa velocità con cui tutto era nato, così il nostro rapporto si era disgregato in mille pezzi, senza che nessuno dei due in realtà avesse ben compreso il motivo per il quale non aveva funzionato. L’anno precedente mi ero guadagnato anche i primi riconoscimenti, come la spilla da prefetto; avevo ottenuto i primi bei voti degni di nota, avevo visto la mia prima stella cadente in assenza di mio padre e mi ero procurato un compagno di avventure bello spinoso tutto mio, il primo vero animale del quale mi sarei dovuto occupare senza alcun ausilio esterno; ero entrato nella squadra di quidditch di Tassorosso e, sppur con qualche contrattempo personale, avevamo vinto la nostra prima partita, seppur amichevole; avevo dato il mio primo bacio e avevo provato i primi veri sentimenti per qualcuno; ero cresciuto e ne andavo fiero.
Lo avevo trovato un bel momento, quello, mentre gli studenti erano occupati nella ressa per salire nel treno e sistemarsi una volta a bordo, poco propensi dunque ad interagire con il sottoscritto, per ripensare all’anno scolastico appena concluso e per metterci in realtà un lucchetto, sarebbe infatti giunto il momento di chiudere a chiave quel capitolo della mia vita, ovviamente non privandomene per nulla al mondo, ma preoccupandomi di iniziare a scriverne uno nuovo, forse migliore.
Se in quel momento fossero arrivate le parole di qualche mio compagno o avessi percepito dei gesti nei miei confronti, di sicuro non sarei caduto nel mondo delle nuvole, non mi ero del tutto perso nei miei ricordi, ma mi era sembrata un ottima occasione per lasciarmi andare un po' a qualche nostalgia e a qualche rimembranza dei momenti felici trascorsi in compagnia, trascorsi che sicuramente sarebbero ricominciati nell'immediato, esattamente nel momento in cui avrei incrociato lo sguardo di un volto conosciuto, o anche nuovo perchè no, con il quale scrivere le prime righe di questo nuovo capitolo ad Hogwarts.
Edited by Lewis Timberwolf - 1/9/2020, 18:00