| Toh, guarda, in viaggio verso Hogwarts e chi l'unica scema che non trova posto? Non si vince nulla se indovinate. Questo era quello che mi era passato per la testa all'ennesimo, no, è tutto pieno. Ripercorsi mentalmente gli eventi di quella mattina. Mi ero alzata presto, troppo presto, anche se abitavo a Londra. Mi ero già messa subito la divisa, per evitare inutili momenti di imbarazzo, della serie, ehi, uscite tutti, mi devo cambiare. Avevo preparato il baule, chiuso Moon in una gabbia e Zira in una cesta di vimini, nessuno dei due ne era stato super felice, poi avevo dato tutto a mio padre, che mi aveva accompagnato al binario. Dina aveva deciso di giocare alla colla umana, non mi si staccava più di dosso, ma insomma, fino a ieri mi detestava. All'ennesimo abbraccio le avevo lanciato uno sguardo assassino, una cosa tipo "non serve che fai la finta dolce, così poi la mamma ti compra il gelato da Florian, levati dai piedi", poi avevo abbracciato mia madre e mio padre. Niente lacrime da parte loro, a parte forse un luccichio negli occhi di mia madre. "Tranquilla mamma, vi scriverò tutti i giorni, o quasi, non mi comporterò male e non mi farò uccidere dal mio responsabile. Cercherò anche di andar bene a scuola e di non strangolare Zira nel sonno. E tu Dina, non toccare assolutamente le mie cose mentre sono via, o ti appendo con un chiodo al muro della camera. Ci si vede famiglia!" Avevo detto, buttandola sul ridere. In realtà mi dispiaceva mollare quella banda di matti per un altro anno, ma non volevo dimostrarglielo. Dopo aver dato a Moon un biscotto gufico per farlo stare zitto lo avevo mollato insieme al baule in un vagone, avevo tenuto la cesta di vimini e mi ero sporta dal finestrino, salutando i miei parenti. Poi mi ero mossa, alla ricerca di uno scompartimento. "Sì, Zira, cinque minuti e ti faccio uscire." Avevo detto all'ennesimo soffio impaziente proveniente dalla cesta. Purtroppo la fortuna non ci aveva assistito, così ero lì, come una scema, a cercare uno scompartimento libero. Finalmente, dopo il quattrocentesimo "è occupato, alias, non ti vogliamo, ci fai schifo", arrivai ad uno scompartimento che, se ancora la mai vista non mi ingannava, era occupato solo da tre persone. "Scusate se disturbo, è libero? Il treno è tutto occupato. Oppure mi odiano tutti, mettiamola così. Posso restare? Giuro che non farò nulla." Dissi in tono tra il supplichevole e il divertito. Notai quasi subito, due, o forse tre facce conosciute. Una era Emily, quella che avrei quasi potuto definire una mia carissima amica, magari mi odiava, ma io l'adoravo. Un altro era Louis. Ma sono io o ci sono due Louis? Che diavolo succede, mi sono forse ubriacata senza saperlo? O Louis ha un fratello e non me l'ha mai detto? Pensai divertita. "Ciao Emily, chi non muore si rivede, come stai? E tu, Louis? Come sono andate le vacanze? Sei abbronzatissimo, quasi non ti riconoscevo." Dissi, spostando lo sguardo da un ragazzo all'altro, indecisa su chi fosse il vero Louis. "Ehm, scusate la stupidità della domanda, ma voi due siete gemelli, parenti o che altro? Siete quasi identici!" Chiesi, un po' imbarazzata. Insomma, non capita tutti i giorni di incontrare due persone identiche, ma non gemelle. Notai che Zira soffiava a qualcosa, che identificai subito. Un camaleonte. "Ammesso che io possa restare, posso far uscire Zira? Prometto che non le farò mangiare nessuno." Dissi, chinandomi verso la cesta, per cercare di tranquillizzare la bestia inferocita. Intanto attesi le risposte dei ragazzi.
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