Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Posts written by Xavier Bertrand

view post Posted: 15/4/2024, 22:13 Road To - Campo di Quidditch
Le evitò, le mazze nella cesta, facendo ruotare la propria un paio di volta prima di individuare la Torretta di Serpeverde che Morgana gli aveva assegnato. Non si sarebbe avvicinato alla struttura ma avrebbe iniziato a sorvolare il campo per dare inizio alla ricerca di un bolide cercando di scovarlo prima di tutti, nonostante la pioggia a complicare le cose. Non si sarebbe limitato a cercarlo con lo sguardo ma anche con l'udito, mantenendosi in allerta e pronto a ribattere la sfera verso la propria struttura. Appiattendosi il più possibile alla sua scopa avrebbe, dopo l'individuazione del primo Bolide da parte di Erick, raggiunto la Torretta di Serpeverde a destra degli anelli nord, attendnedo il primo passaggio. Posizionatosi davanti la struttura dando le spalle a quella dei Corvonero, con un colpo di rovescio avrebbe ribattuto il Bolide portando il braccio sinistro alle proprie spalle, spedendo la palla in direzione della Torretta di Corvonero alla sinistra degli anelli nord per poi raggiungerla e restare in attesa di ricevere nuovamente la palla. Individuata la sfera avrebbe rapidamente cambiato mano sostituendo la sinistra con la destra e, al momento dell'impatto, avrebbe scagliato Erebo contro la palla di ferro indirizzandola verso quella di Grifondoro alla destra degli anelli sud. Come fatto per le altre Torrette avrebbe raggiunto la struttura aspettando il ritorno del Bolide e, riportata la mazza nella mano sinistra, si sarebbe occupato di ribattere la palla verso la Torretta di Tassorosso alla sinistra degli anelli a sud. Raggiungendo la struttura si sarebbe preparato per chiudere il primo giro e, facendo leva sui propri addominali, avrebbe effettuato un giro completo attorno al manico della scopa fino a ritrovarsi a testa in giù: utilizzando tutta la sua forza avrebbe spedito la palla verso la Torretta di Serpeverde, suo punto di inizio, prima di tornare in sella alla scopa e rimettersi alla ricerca.
Sfrecciando da un lato all'altro del campo avrebbe cercato di anticipare gli altri individuando il secondo Bolide e, dopo un'attenta ricerca, della polvere tra i pali a sud avrebbe attirato la sua attenzione così come una palla intenta a zigzagare. Appiattendosi alla sua Nimbus avrebbe raggiunto e colpito con forza la sfera indirizzandola verso la sua postazione e da lì, posizionandosi nuovamente di spalle, avrebbe scagliato la palla appena trovata verso la Torretta di Corvonero effettuando un altro rovescio. Avrebbe agito il più rapidamente possibile per poter ribattere anche il primo Bolide individuato da Erick e, spostandosi alla struttura bronzo - blu avrebbe nuovamente colpito la palla con la mano non dominante proseguendo con un tiro classico e una ribattuta in Sloth, giocando con due Bolidi in contemporanea. Messo fine anche al secondo giro e tornato alla sua Torretta, avrebbe iniziato a ribattere la palla individuata da solo mandandola un po' avanti e riprendendola subito dopo fin quando, l'impatto tra la mazza e un terzo bolide, non avrebbe attirato la sua attenzione costringendolo a ricominciare tutto dall'inizio eseguendo ogni passaggio allo stesso modo ma imprimendo sempre più forza e velocità nei passaggi per non restare indietro e non farsi trovare impreparato.
view post Posted: 14/4/2024, 20:35 Festa di San Patrizio - Testa di Porco
La risposta di Sugar era arrivata puntuale, esattamente come immaginava. Fu quindi naturale per lui sorridere, sollevando entrambe le sopracciglia e tenendo la lingua incastrata tra i denti aveva mimato un "no" con la testa, ridendo subito dopo. Poteva considerare quella serata pressoché perfetta, dare il tormento all'ex Serpeverde si sarebbe rivelato più divertente del previsto.
La mano di Morgana sul ginocchio gli aveva causato più di un brivido e, costretto a guardare la Celebrian, le aveva fatto intendere che quel semplice contatto aveva iniziato a risvegliare in lui determinate voglie che mai si erano realmente assopite. Tenendole il braccio ancora sulle spalle, sentendo la testa un po' più leggera rispetto a quando aveva messo piede al locale, aveva iniziato a giocherellare con una delle sue codine, come aveva fatto all'ingresso, intrecciando i capelli all'indice e al medio della mano.
Ma poi la sua espressione si era tramutata in altro quando, dopo aver buttato giù il primo drink della gara, aveva riportato lo sguardo su Macbeth. Il prurito alle mani aveva minacciato di dominarlo e di fargli perdere la lucidità e il vero scopo di quella festa: divertirsi. Per quel motivo gli aveva catapultato contro tutta la propria furia con un unico sguardo, mentre la mano continuava a picchiettare sul tavolo per poi stendere le proprie labbra in un ghigno poco promettente, l'oscurità che avvolgeva il suo corpo si espanse fino ad avvolgere anche Macbeth per una sola frazione di secondo... perse interesse.
Aveva quindi dissolto lo sguardo giusto in tempo per vedere Charlotte prendere posizione e a seguito anche Mr. Campbell e Eleanor Corbirock. Aveva salutato tutti con un movimento della mano, sollevandola appena dal tavolo, poi era tornato a guardare Morgana. L'aveva beccata giusto in tempo, ai suoi occhi non era sfuggito lo sguardo della Celebrian sulla propria mano, intenta a giocare con gli anelli, e poi sulla camicia lasciata volontariamente aperta. Le si era avvicinato un po' di più, lasciando il gruppetto dei quattro maghi a parlare tra di loro, poggiando poi le labbra sulla sua guancia in un tocco leggero. « Beccata. » Le aveva sussurrato, ridacchiando, strofinando la barba contro la sua guancia mentre si allontanava da lei, voltandosi in direzione di Charlotte con una più che eloquente espressione seccata in viso. « Oui, e non solo noi a quanto pare. » Il riferimento a Macbeth e alla sua presenza accanto alla Divinatrice sarebbe risultato più che chiaro, accompagnato da un sorrisetto e un'occhiata al Cacciatore. Scuotendo il capo, trattenendosi dal pronunciare qualche altra frase, si era nuovamente allontanato dai due non intenzionato a portare avanti alcun tipo di discorso in particolar modo con il giocatore. La mano, ancora intenta a giocare con la codina di Morgana, si era stretta di più sui suoi capelli quando l'aveva sentito alludere alla loro serata al Testa di Porco.
« Magnifique. » Tutto quel blaterare di Danny Macbeth gli aveva fatto passare la voglia di stare lì e la voce acuta di Charlotte non aveva aiutato il pulsare alle tempie. Non aveva trattenuto una risata assistendo all'ennesimo teatrino inscenato da Tom e, in tutta risposta, aveva sollevato la mano colpevole. Non aveva gradito, tuttavia, il modo in cui si era rivolto alla Divinatrice. In Bertrand era scattato qualcosa e, pur essendo ancora incazzato con Charlotte, gli anni trascorsi a Hogwarts e in libreria erano stati un impedimento alla sua intenzione di voltarsi e basta. « Il calcio era per me. Arrêter de se plaindre, goditi la serata nonno! » E, con il desiderio di vendicarsi di Charlotte e del quasi calcio che lei aveva cercato di tirargli, Bertrand aveva mosso il piede in avanti premendo sulla punta di una scarpa. Gettando uno sguardo da sotto al tavolo si era però reso conto che, il piede calpestato, non fosse quello della Divinatrice bensì quello di Danny. Imprimendo una forza maggiore l'aveva guardato fingendo il nulla prima di spostare la sua attenzione altrove e anche il piede.
La mano si spostò dalla codina di Morgana alle sue gambe, da sotto al tavolo. Strinse la coscia della Celebrian desiderando superare la stoffa dei pantaloni, strapparli se necessario, ma non erano ancora abbastanza ubriachi per finire su uno dei tavoli del pub.. e probabilmente mai l'avrebbero fatto, non avrebbe permesso a altri occhi di guardarla. E lo comunicò anche a lei, mentre il riferimento a quella serata trascorsa con il fantasma tornò a impossessarsi della sua mente, della sua calma. La mano risalì verso l'alto, sempre di più, bloccandosi quasi al centro.
Inspirò, cercando di distrarsi e di non cedere al desiderio, corrucciando lo sguardo quando uno dei bicchieri rimase intoccato. Storse il naso, l'avrebbe bevuto volentieri ma Hawkins lo anticipò bloccando sul nascere ogni sua intenzione. Il secondo giro non tardò a arrivare e la sua mano a avvolgere il boccale: aspettò per bere, lo avvicinò a quello di Morgana facendoli scontrare poi lo portò finalmente alle labbra. L'odore della menta misto al whiskey e al brandy lo colpì, arrivando fin quasi al cervello così come i primi sorsi che fece scivolare giù dalla gola. Il drink all'apparenza prometteva bene, i suoi colori richiamavano perfettamente la bandiera e il sapore... qualcosa che Bertrand apprezzò forse anche troppo. La menta si sposava perfettamente con il sapore più forte del whiskey e del brandy, l'alcolico scendeva liscio lungo la sua gola sorso dopo sorso facendogli aumentare la temperatura corporea. Lo stomaco si contorse leggermente richiedendo più alcol, la testa iniziò a alleggerirsi. Dopo aver udito il comando del Direttore del Settimo Livello un asino in calore rovinò tutto il momento e per poco non gli andò di traverso ciò che stava bevendo. Con il boccale a mezz'aria e gli occhi spalancati, Bertrand avvertì la gola bruciare nuovamente e un nuovo battito alle tempie. Spinse la sedia indietro togliendo, suo malgrado, la mano da mezzo le gambe di Morgana. Con la mano libera afferrò in tempo la sedia prima di vederla cadere per terra, a causa dei movimenti bruschi dell'ex Serpeverde. Nel sollevarsi gli girò la testa anche se di pochissimo, i rapidi movimenti non avevano aiutato e Tom stava buttando per aria il contenuto del suo boccale che riuscì a scansare, per fortuna.
Inarcò le sopracciglia incenerendo Eustass con lo sguardo per aver costretto tutti loro a una cosa tanto imbarazzante ma Bertrand non aveva alcuna voglia di perdere e, per quel motivo, pur consapevole che il giorno dopo se ne sarebbe pentito altamente e si sarebbe maledetto per il resto dei suoi giorni, posò il boccale e sbattè le mani sul tavolo inarcandosi verso il basso come se fosse in procinto di mettersi a quattro zampe. Iniziò a muovere la testa come un leopardo, muovendo i capelli per richiamare l'oscillazione della criniera di un leone: il Nundu, leopardo gigantesco, feroce e indomabile, dal fiato letale.
« GRRRR! » Lo sguardo non lo tradì, nonostante il verso poco virile che era stato costretto a pronunciare. Ma i suoi occhi avevano inquadrato la sua preda, squadrando Tom Hamilton (o meglio Fenice Hamilton o forse asino) come se fosse pronto a balzare da un momento all'altro per attaccarlo. Avrebbe afferrato il suo polso per impedire a qualche altro residuo di alcolico di finire in faccia a qualcuno, ringhiando ancora avrebbe spinto polso di Tom verso la sua bocca per farglielo svuotare trattenendosi dal tirargli il boccale dritto in testa. Con un ultimo movimento della criniera (la testa, la sua dannata testa ora sì che girava, maledetto leopardo), Bertrand si spostò il pelo (capelli) dal viso sedendosi nuovamente sulla sedia con poca grazia, provocando un tonfo. Sorrise, in direzione di Morgana, invitandola a lasciarsi andare avvicinando di nuovo le labbra al suo viso. « GRRRRRR! » Direttamente in faccia alla Capitana, e poi contro il suo orecchio, ridendo nuovamente mentre terminava il contenuto del suo bicchiere, posandolo sul tavolo. Si leccò le labbra avvertendo il retrogusto di brandy, poi tornò a guardare l'asino la Fenice.
« Tu es ridicule Tommy. » Ridacchiò ancora, mettendo il boccale a testa in giù cercando di capire se ci fosse ancora qualcosa al suo interno... il nulla. Storse il naso raccogliendo solo una goccia, caduta dal bicchiere, sentendosi sempre più leggero e meno se stesso.... amava bere, l'aveva già detto?
Ma, cosa fondamentale, dov'era il Suo scotch?
view post Posted: 13/4/2024, 20:45 Serva me, servabo te - Abitazioni
Avvolto nella totale oscurità rimase in attesa di un movimento da parte della Celebrian, un cenno o un sussurro. Le assi che si ritrovò a calpestare scricchiolarono sotto i suoi piedi mentre lentamente protendeva tutto il suo corpo verso di lei solo per un istante prima di tirarsi indietro. La mano continuò a muoversi facendo incontrare la lama del coltello con l'unico spiraglio di luce disponibile. Non sarebbe stato in grado di perdonare quel tradimento con così tanta facilità e le emozioni che si ritrovò a provare furono contrastanti, a tal punto da fargli stringere ancora di più la presa attorno al manico del coltello.
Il suo cimitero era stato violato nella maniera peggiore, non aveva acconsentito all'ingresso della strega in quel luogo morto e si sentì privato del diritto di scelta oltre che messo a nudo. Morgana conosceva il nome dell'uomo che regnava nei suoi incubi, sapeva chi fosse e la scritta apposta dietro la foto non lasciava spazio a nessun dubbio. Bertrand riuscì a vederlo il sorriso del fanciullo sulle gambe del uomo che l'aveva cresciuto, il modo in cui le sue mani sembravano sul punto di voler afferrare lo strumento magico colpevole di aver immortalato tale momento e lo sguardo dell'uomo che teneva le mani sui fianchi del bambino: uno sguardo amorevole, l'ultimo che gli era stato rivolto.
Una fitta al petto lo costrinse a socchiudere gli occhi e quando la vide avanzare rimase fermo, i piedi piantati al suolo e uno sguardo folle a deformargli il viso. Morgana non avrebbe potuto notarlo ma avrebbe sicuramente avvertito il respiro di Xavier farsi sempre più pesante, secondo dopo secondo, segno di quanto fosse sul punto di far saltare in aria la stanza e tutta la casa, anime comprese. E immaginò di muovere la mano, per un millisecondo immaginò di affondare la lama nel petto della Celebrian e squarciarlo, estrarle il cuore e divorarlo facendole avvertire ciò che da sempre provava, da quando la prima mano si era sollevata su di lui privandolo dell'innocenza di un bambino di appena cinque anni.
La risposta di Morgana fu quasi rincuorante, sollievo su una ferita ancora aperta e sanguinante. Ma non bastò a Xavier per passarci sopra, per cancellare quanto appena accaduto e per accompagnarla fuori dalla stanza come se niente fosse successo. « Quanto. » La voce del Diavolo riecheggiò, ancora una volta tra le quattro mura della necropoli, mentre la biforcuta raggiungeva l'orecchio sinistro di Morgana. « Morgana? »
Quanto era forte il desiderio di uccidere? Era forte e vivo quanto quello del Bertrand che, ogni giorno, immaginava il momento in cui avrebbe potuto finalmente affondare gli artigli nel corpo del padre, strappargli la pelle guardandolo dall'alto, estasiato e appagato per le sue sofferenze.
Quanto desiderava, per davvero, Xavier Bertrand? Le rimase vicino quando sollevò la mano libera per toglierle le foto e, abbassando lo sguardo, si lasciò andare ancora una volta ai ricordi. Il ragazzino sulle sue spalle, l'unico meritevole dell'amore che Xavier giorno dopo giorno gli dava prendendosi cura di lui, andando a trovarlo quando possibile... un innocente che meritava una vita migliore di quella che aveva avuto lui. « È mio fratello. » Confessò, dando un'identità al ragazzino che aveva costretto Xavier ad annullare i programmi presi con Morgana, durante il periodo natalizio.
Si allontanò da lei e camminò verso il baule contenente altri ricordi, lasciò cadere lì dentro la foto del padre mentre quella del fratello veniva posta sul tavolo. Con un calcio colpì il baule lanciandolo contro il muro: l'impatto fece chiudere l'oggetto e, con il favore dell'oscurità, l'imponente figura di Bertrand si avventò contro Morgana afferrandola dal collo guidandola in direzione della parete opposta. « Dio... » Rise, folle, evocando il suo opposto, la sua Nemesi. Una volta spalle alla parete le lasciò il collo, con falsa delicatezza, accarezzandole il viso con il dorso della mano. « Come devo fare con te? Mi fai impazzire. » Mormorò contro le sue labbra, rabbioso e eccitato, spingendosi contro il suo corpo. Il Demonio mosse la biforcuta lungo il collo della Celebrian tenendola ferma da un fianco, carezzò il lato opposto a quello che stava marchiando con la fredda lama e risalì verso la sua guancia fino al suo orecchio, mordendo il lobo. La mano opposta seguì un tragitto differente e dal collo raggiunse il petto facendo saltare alcuni bottoni dalle asole, la punta premette al centro del suo petto per un unico istante, poi il gelo della lama incontrò il calore del seno sinistro della Celebrian.
Le respirò addosso, contro il collo e tra i capelli, gemendo di piacere mentre il proprio corpo continuava a pressarsi contro quello della sua peccatrice, l'unica in grado di annebbiargli la vista fino a quel punto.
view post Posted: 10/4/2024, 14:55 Road To - Campo di Quidditch
Merlino aveva scelto di non graziarli nemmeno quel giorno e la pioggia avrebbe costretto i Serpeverde ad un nuovo allenamento bagnato. Si era mosso dal numero ventidue mezz'ora prima dell'orario stabilito recuperando il borsone con la mazza e il cambio, divisa compresa. La Nimbus stretta saldamente nella mano destra era stata poggiata sul borsone sollevato a mezz'aria dalle maniglie in tessuto e posizionato sulla spalla sinistra.
Quando aveva raggiunto il campo, dopo aver lasciato il borsone nello spogliatoio e aver indossato la divisa, si era affiancato a Morgana poggiando la scopa accanto alla sua. Aveva approfittato di quel momento libero, senza il resto della squadra al seguito, per sfiorarle la mano una volta indossati i guanti di pelle e dedicarle un lungo sguardo. L'aveva capito, aveva colto il suo nervosismo condividendolo esattamente come l'anno prima quando lui le aveva promesso che sarebbero scesi in campo a qualsiasi costo, suicidandosi se necessario pur di stringere di nuovo la Coppa.
L'inizio della loro fine...
Allontanandosi da lei, giusto un attimo prima dell'arrivo dei compagni, Bertrand rimase in attesa di ricevere le istruzioni per l'allenamento. Quindi avrebbe afferrato una Pluffa dopo essersi posizionato a nord, all'inizio della fila. Distrattamente aveva visto Macbeth fare lo stesso e iniziare il riscaldamento dietro di lui, ma il lavoro sul campo non gli permise di dare la minima importanza all'evento.
In ogni caso non l'avrebbe fatto.
Avrebbe quindi mosso i primi passi sollevando la gamba destra, a angolo retto, un po' più in su rispetto alla sua anca. Quindi avrebbe fatto scivolare la Pluffa sotto la gamba con una mano afferrandola con l'altra e, dopo aver riportato la pianta del piede al suolo, avrebbe effettuato un altro passo sollevando la gamba opposta per ripetere il movimento e riafferrare la rossa con la mano opposta. Completato il primo giro, aiutandosi con la respirazione, avrebbe proseguito il riscaldamento con la seconda parte eseguendo un affondo prima con la gamba sinistra, la Pluffa stretta da entrambe le mani e le braccia tese in avanti, facendo la stessa cosa con la gamba destra e nuovamente con la sinistra completando con il quarto affondo muovendo la destra. Rapidamente avrebbe lanciato la scarlatta in alto avvicinando il corpo all'erba bagnata posizionando saldamente le mani e regolando l'ampiezza delle proprie spalle. Avrebbe eseguito rapidamente i tre piegamenti sollevandosi con la medesima velocità con cui si era mosso da quando la rossa era stata lanciata verso l'alto, riacciuffandola. Proseguendo con il riscaldamento avrebbe continuato a eseguire i quattro affondi e i tre piegamenti fino alla conclusione del secondo giro, partendo subito con il terzo.
Aiutandosi sempre con la respirazione si sarebbe dedicato alla corsa muovendosi all'indietro in maniera rapida ma precisa lanciando la Pluffa alle proprie spalle per poi recuperarla portando le braccia dietro la schiena. Coordinando la corsa ai lanci e alle riprese avrebbe concluso anche il terzo giro posando la scarlatta assieme alle altre per afferrare la propria scopa, pronto a montare in sella e a proseguire con l'allenamento.
view post Posted: 6/4/2024, 15:07 Bleuet - Abitazioni
« Dai tu prendi la tua e io la mia, vediamo chi esce con più lividi dalla sfida. » Seduto sul divano non poté fare a meno di ribattere a quanto detto da Erick, scuotendo poi il capo. Lo guardò come se avesse appena detto la stronzata più grande della sua vita e così era, non tardò a farglielo notare non prima di aver riempito il bicchiere per la seconda volta (forse) portandolo alle labbra. « Sei diventato così acculturato che quasi mi vergogno di non essere alla tua altezza. » Fece slittare lo sguardo verso il camino e, afferrando la bacchetta, lasciando che una scintilla partisse dalla punta del proprio catalizzatore per dare fuoco al libro che Berg aveva poco gentilmente abbandonato lì, forse con l'intenzione di usarlo come attizzatoio.
Riportò il catalizzatore al suo posto mettendo quindi fine a tutte le buone intenzioni di Erick e di certo non si sarebbe offerto di ricomprargli quel libro, così come era certo che non avrebbe dato al volume una seconda possibilità di lettura. Posò il bicchiere vuoto sul tavolino stringendosi nelle spalle, quindi sollevò anche l'altro braccio poggiandolo sulla spalliera del divano, sollevò la gamba destra poggiando la caviglia sul ginocchio sinistro.
« Casa tua andrebbe rimodernata. » Gli rispose, osservando l'interno della sua abitazione e tutto l'arredamento: era l'ultimo a poter esprimere un giudizio visto che, fino a qualche mese prima, non aveva neppure un vero e proprio letto ma solo un materasso e un lenzuolo. Guardò le bottiglie servite da Berg e per un secondo considerò l'idea che fosse solo brodaglia, i colori non erano propriamente invitanti e Bertrand sollevò il destro sopracciglio in sua direzione chiedendosi se quello fosse un modo per avvelenarlo. Non ci pensò, afferrò la bottiglia contente il liquido bianco (e sperava fosse davvero solo alcol), facendola scontrare con la rimanente, nelle mani di Erick.
« Avaler. » Come Erick si attaccò all'apertura della bottiglia bevendo lunghi sorsi, tirando indietro il capo e lasciando che il liquido alcolico scivolasse lungo la propria lingua e poi dritto in gola, avvertendo fin da subito quel bruciore famigliare di cui non poteva più fare a meno. Abbassò il braccio raccogliendo alcuni residui biancastri dalle labbra, curvandole poi in un ghigno.
Mio caro Xavier.
Non l'aveva mai chiamato in quel modo, fino a quel momento Erick non s'era mai azzardato a pronunciare il nome del francese per intero. Piegò quindi la testa di lato notando la serietà nel suo sguardo, la stessa che arrivò a specchiarsi nel proprio.
« Sono qui perché ho bisogno che qualcuno mi impedisca di andare al Testa di Porco e far saltare in aria la testa di una persona. » Nessuna traccia di ironia in ciò che gli aveva appena confessato, l'insano sorriso ancora a deformare il suo viso. « Credi di esserne in grado? » Gli domandò, a bruciapelo, chiedendosi se Erick potesse essere davvero quella persona in grado di placare i propri istinti o se li avrebbe alimentati gettandosi nella sua oscurità.
view post Posted: 5/4/2024, 22:42 Can you still see the heart of me? - Sala Grande
Continua da qui...

Calò il capo in avanti incontrando i seni della Celebrian contro cui, senza cerimonie, poggiò la guancia. Avvolse le braccia attorno al suo corpo rifiutandosi di uscire, preferendo restare unito a lei ancora per qualche secondo. Con l'orecchio poggiato sul petto di Morgana, gli occhi chiusi e il respiro affaticato, Bertrand scelse in maniera consapevole di godersi quel momento post sesso come la prima volta in cui l'avevano fatto.
Inspirò muovendo di poco la testa così da poter poggiare la fronte contro quelle curve morbide poi lentamente sollevò lo sguardo verso di lei. Ancora poggiato alla scrivania, ancora sotto la Celebrian. Accarezzò i suoi glutei e poi i fianchi e con delicatezza l'aiutò a rimettere le gambe giù dalla scrivania sorreggendola in caso di bisogno. Se ne rese conto in ritardo di avere ancora le braccia avvolte al suo corpo, uscire da lei gli aveva causato un gemito e un brivido di freddo a causa dello sbalzo di temperatura. Soli in quella soffitta, stretti l'uno all'altra, sudati e stanchi a causa di un rapporto iniziato e consumato con una tale foga da privarli di tutte le forze necessarie a rimettersi subito in carreggiata.
« Dobbiamo tornare di là. » Avevano rimandato quel momento il più a lungo possibile e ora non potevano più farlo. Le sue braccia non diedero segno di collaborare e Bertrand si ritrovò nuovamente a un passo dal viso di Morgana. La baciò ancora, questa volta in maniera più controllata per impedire al proprio corpo di reagire nuovamente.
La Parigi appena scoperta avrebbe dovuto attendere il fine della serata per riprendere da dove era stata interrotta, seppur contro voglia da entrambe le persone coinvolte. Le mani di Xavier raggiunsero il viso di Morgana, accarezzò le sue guance con i pollici prima di baciarla ancora. Inspirò contro le sue labbra mentre la coinvolgeva in quel contatto nuovamente pacato, poi espirò lasciandole con uno schiocco.
Scoprì di trovare difficoltà nello staccarsi da Morgana, quando si allontanò dal corpo della strega avvertì nuovamente dei brividi lungo il corpo e dovette scuotere il capo per scacciare quella sensazione. Si sentì vuoto ora che si erano allontanati, incompleto... forse perché era lei a completarlo e lui doveva ancora rendersene conto.
Si sistemò i pantaloni e cercò la camicia che lei aveva rotto, recuperò la propria bacchetta castando un incantesimo non solo sui propri vestiti ma anche su quelli di Morgana così da poter indossare i costumi come se niente fosse successo.
E pensò che nessuno dei due avrebbe potuto fare finta di niente, mentre stringeva i lacci del bustino e lasciava la camicia aperta, mentre la guardava coprire quel meraviglioso corpo con un costume cucito apposta per quelle forme, che metteva in risalto la sua bellezza.
Si avvicinò a lei, dopo aver indossato la lunga giacca, e la prese per mano. Avvicinandosi alla porta girò la chiave per sbloccare la serratura e poter uscire fuori ma, prima di farlo, decise di concedere a entrambi un ultimo lungo bacio spingendola contro lo stipite della porta.
Respirò il suo profumo, ossigenandosi con lo stesso respiro di Morgana e le accarezzò ancora una volta i capelli prima di interrompere quel bacio e guardarla negli occhi. La mancina scese lungo il suo braccio, partendo dalla spalla, e raggiunse la sua mano; intrecciando le dita a quelle della Celebrian richiuse la porta alle loro spalle, consegnando la chiave alla proprietaria, dirigendosi verso la Sala Grande per riprendere da dove avevano interrotto.
view post Posted: 5/4/2024, 16:23 Festa di San Patrizio - Testa di Porco
Quando aveva preso posto accanto a Morgana l'aveva fatto con la consapevolezza che Sugar avrebbe potuto giudicare lui, lei e la loro pseudo relazione. Non aveva dato peso alla cosa, approcciandosi alla strega con una perfetta faccia da schiaffi e la consapevolezza di aver vinto quello scontro iniziato, tempo prima, in campo. Per darle più fastidio aveva rimarcato il proprio possesso sulla Celebrian prendendole la mano e sollevandole entrambe sul tavolo, intrecciate, così che potessero essere in bella vista. Lo sguardo era rimasto puntato sulle due donne, intente a parlare tra di loro, e alla domanda di Sugar lui aveva preso parola.
« Lo è. » Con molta probabilità quella domanda non era stata rivolta a lui ma Bertrand, incapace di farsi i fatti propri e di restare fuori un conflitto, non aveva fatto altro che aizzare il fuoco. In seguito a quell'affermazione aveva guardato Morgana dritta negli occhi come a voler confermare, ancora una volta e solamente a lei, quanto fosse reale il loro rapporto. Perché per quanto poteva stuzzicarlo il pensiero di dare a Sugar un motivo in più per detestarlo non poteva negare, a se stesso ma anche alla Celebrian, di considerare quella relazione qualcosa di ufficiale pur non riuscendo (ancora) ad ammettere che a legarli non fosse solo la sete di veleno.
« Capo-Redattrice, buonasera. » Aveva accennato un movimento del capo in direzione della Riddle prima di tornare concentrato sulla serata. Accantonando la questione Sugar-Morgana si era, momentaneamente, estraniato chiedendosi il perché dello strano comportamento di Tom. Non aveva salutato il Grifondoro e l'ex compagno si era limitato solo a un movimento della testa preferendo conversare con l'ex dipendente del sesto livello. Non che fosse rilevante quella scelta, tuttavia non aveva smesso di guardarlo con un leggero ghigno a curvargli le labbra.
Aveva poi lasciato la mano di Morgana per afferrare il boccale pieno di alcol servito da Hawkins, con la bevanda che lui aveva ordinato. Per il pasto avrebbe aspettato di iniziare a sentire la testa vorticare, così da poter resistere fino alla fine e ingurgitare quanto più alcol possibile senza stramazzare al suolo. Non che fosse un problema, da quando le sue labbra avevano saggiato il miele non era stato in grado di rinunciare alle sensazioni che gli provocava mandare giù per la gola quel liquido pari al fuoco dell'Inferno. « Al contrario, Direttore. » La mano si strinse attorno al boccale, dopo aver pagato la quota della propria iscrizione, il braccio libero si sollevò finendo attorno alle spalle di Morgana. Non perse tempo e, assetato, appoggiò le labbra sull'orlo del boccale inclinando la mano così da lasciar scivolare l'alcol dritto nella sua bocca. Si bagnò la lingua avvertendo il liquido scivolare lungo la gola e provocargli un leggero pizzicore: il profumo di caffè e di cacao amaro lo deliziò tanto quanto l'odore erbaceo, che si sposava perfettamente con il suo profumo al Patchouli. Il sapore di caffè rese il gusto dell'alcol un po' meno intenso e forse troppo sopportabile, tanto che quando posò il boccale vuoto sul tavolo gli parve di aver bevuto qualcosa di analcolico. Notò sul fondo qualche goccia sfuggita alla sua sete, scivolare dalle pareti del bicchiere e depositarsi in basso. Lo recuperò per inclinare la testa e bere ciò che restava del liquido verde poi posò di nuovo il boccale pulendosi le labbra sporche di schiuma color nocciola. Con la mano pulì anche la parte superiore delle labbra, lì dove si erano depositati alcuni residui di schiuma tra i peli della folta barba. « Tommy! Hai abbandonato il tuo tè e ti sei finalmente convertito? » Se Tom Hamilton aveva intenzione di ignorarlo per tutta la sera lui non era della stessa idea e prese a stuzzicarlo nell'immediato.
Non seppe dire quanto tempo trascorse seduto lì, accanto a Morgana e circondato dai primi partecipanti che si erano iscritti alla gara. Sicuramente l'arrivo di Jelonek movimentò la cosa e Xavier non riuscì a trattenere una leggera risata nel notare come fosse vestito. Ciò che più scatenò quella risata, seppur accennata, fu il comportamento dell'uomo, un pesce fuor d'acqua e a lui Eustass aveva affidato l'ingrato compito di raccogliere il vomito dei presenti. Bertrand, dal canto suo, non credeva di aver bisogno di quel sacchetto e comunque era certo che non sarebbe stato in grado di centrarlo con tutto l'alcol che aveva intenzione di bere... magari poteva riconsiderare le scarpe di Tom Hamilton e usare quelle, in caso di necessità, come aveva fatto fuori la bottega di Mondomago.
Sollevandosi dalla sedia prese posto al tavolo della gara restando vicino a Morgana, attendendo con interesse il primo alcolico scelto da Hawkins. Bertrand ricordava di aver visto altri nomi sulla lista dei partecipanti, potevano averci ripensato per la paura di perdere? Quel pensiero abbandonò subito il suo cervello in quanto non lo reputava rilevante.
Picchiettò il dito indice e medio della mano sinistra sulla tavola mentre giocherellava con l'anello al pollice della destra, girandolo appena a destra e poi a sinistra. Sollevò il destro sopracciglio nel constatare che avrebbero iniziato con un giro molto semplice, un solo bicchiere da mandare giù. Alcuni avrebbero potuto considerarlo già un eccesso avendo già bevuto qualcosa di alcolico qualche istante prima, ma non Xavier.
Non aspettò gli altri e, al via del Direttore afferrò il boccale di Glacius Classic Mojito verde. Il liquido verde, che arrivava fino all'orlo del bicchiere, trovò rapidamente l'accesso alla bocca del Bertrand e la sua discesa lungo la gola dell'ex Serpeverde non trovò alcun tipo di impedimento. La testa venne spinta sempre più indietro man mano che il braccio veniva sollevato e la mano inclinata così da facilitare l'assunzione del drink. Bevette fino all'ultima goccia e le sue papille gustative trovarono immediatamente piacevole il sapore di lime mischiato alla menta. Quando posò il calice alcune gocce di drink erano sfuggite al suo controllo macchiandogli il labbro inferiore e, guidato dalla sete e dell'avidità, le raccolse con la punta della lingua riportandola all'interno della propria bocca. Non ne aveva abbastanza, ciò che aveva bevuto aveva soddisfatto le proprie aspettative ma alimentato il proprio desiderio: benzina su un fuoco vivo.
Avvertì le tempie pulsare leggermente e il respiro farsi più pesante a causa della vicinanza della Celebrian e, senza accorgersene, la mano che poco prima stringeva il boccale raggiunse la guancia della Capitana. Accarezzò la pelle morbida e calda di Morgana con la punta del pollice sfiorandole le labbra quasi nella speranza di trovare altro nettare: lo sguardo di ghiaccio inquadrò verso il basso, sullo scollo della maglietta che lui aveva scelto per lei e un altro battito alle tempie gli fece stendere le labbra in un ghigno. La lingua schioccò sotto al palato, la mente un po' più leggera rispetto a quando era entrato all'interno del pub, il bisogno di bere sempre più forte.
Incastrò le dita della mancina tra i capelli tirandoli tutti indietro, la camicia aperta all'altezza del petto gli permisero di non soffrire troppo a causa del caldo scaturito dall'aver bevuto due drink nell'alcol di poco tempo. Curioso di scoprire l'effetto della bevanda su tutti gli altri partecipanti iniziò a squadrarli uno a uno, giudicandoli, soffermandosi in particolar modo su chi si trovava di fronte a lui. Un terzo battito all'altezza delle tempie gli fece socchiudere leggermente gli occhi trasformando mutando quel momento di goduria e soddisfazione in pura sfida.
Si ritrovò a muovere la mano sul tavolo, quasi accarezzandolo in una lasciva carezza, prima di soffermarsi attorno al boccale vuoto, le nocche a urtare più volte contro il legno in attesa di proseguire quella gara...
view post Posted: 31/3/2024, 14:31 Jump - Campo di Quidditch
Un Bolide aveva attirato la sua attenzione accanto alla torretta di Tassorrosso, intento a volteggiare attorno alla struttura. Senza indugi aveva appiattito il busto al manico della scopa e stringendo Erebo nella sinistra aveva raggiunto la sfera frapponendosi tra essa e la torretta. Con un colpo preciso e rapido, dopo aver allungato il braccio in avanti, aveva colpito il Bolide spedendolo in direzione di Morgana e lì aveva incontrato - finalmente - una difesa.
Un ghigno aveva curvato le sue labbra nell'istante in cui aveva visto la sfera tornare indietro verso di lui e, dopo aver stretto bene la destra al manico così come le gambe, si era lasciato cadere verso il basso posizionandosi a testa in giù per potersi difendere. Usando la stessa forza aveva colpito la palla spedita da Ruby salvandosi dal suo tentato attacco e spedendo lontano il Bolide.
Ritornato a cavallo della sua scopa aveva continuato a procedere sfrecciando per tutto l'ovale, ignorando l'insistente pioggia e il fatto di avere i capelli appiccicati al viso. Come un falco aveva tenuto d'occhio anche la veterana e, quando aveva visto uno dei Cercatori minacciati da un suo attacco, si era spinto verso la vittima designata immettendosi tra il giocatore e il Bolide. Rapidamente aveva effettuato la stessa manovra usata per la propria difesa e, colpendo la sfera a testa in giù, aveva preferito spedirla lontano piuttosto che a Ruby, avendo già regalato alla giocatrice un biglietto per l'ingresso in infermeria.
Tirandosi su si era allontanato dai giocatori, strizzando l'occhiolino a Erick, per concentrarsi sul lavoro dei Cacciatori, ma prima aveva attirato l'attenzione di Ruby con un fischio invitandola a scendere. Per un secondo aveva creduto di vedere coinvolti Jared e Danny in uno scontro frontale ma non avvenne: forse quello era un primato che spettava solo a lui e a Macbeth.
Nonostante la guida di Sugar fu Danny a impossessarsi della rossa e a marciare verso le porte difese da Lara: il chiacchiericcio di Ilay si era rivelato utile al fine della coordinazione e, pur avendo due giocatori più che capaci a fare resistenza, furono loro due a arrivare per primi alle porte. Con un tiro combinato ben eseguito le porte vennero bucate, Lara non aveva potuto impedirlo.
Prima dello stop tutte e due le coppie avevano vinto la contesa almeno una volta e entrambe erano state in grado di sottrarre la scarlatta nelle fasi successive: il punteggio parlava chiaro e, allo stop gridato dal Vice-Capitano, la vittoria spettava alla coppia Ilay-Danny per uno a zero, punteggio sancito anche dalla capacità di Lara nel parare un tiro combinato.
« Ben fatto. La coordinazione tra giocatori è fondamentale, ma alla base deve esserci fiducia e in questa squadra non sembra mancare. » Riconobbe il lavoro di tutti e quattro, poi si soffermò su Lara per spendere due parole anche per lei. « Ottimo lavoro con le parate, stai migliorando. » Un tiro combinato poteva creare rogne anche al Portiere più esperto, la Wilson doveva essere fiera del suo lavoro perché una sola Pluffa era sfuggita alla sua presa.
Li invitò a tornare e cercò con lo sguardo i Cercatori impegnati con la cattura del Boccino: Erick, rimasto indietro, aveva dovuto fronteggiare un'improvvisa perdita di equilibrio e dopo essersi rimesso in sella aveva guadagnato terreno rispetto a Ètienne, superandolo. Il francese, nonostante la buona partenza e l'ottima risposta all'attacco da parte della civetta, era rimasto troppo indietro.
Il testa a testa tra Erick e Morgana ebbe fine poco dopo e il Boccino finì nelle mani della Capitana senza alcun intoppo. Portandosi due dita alla bocca fischiò ai tre giocatori e, con un cenno del capo, li fece scendere. « Una cattura tutt'altro che facile, molto bene. » Pur non nutrendo la minima simpatica per Ètienne, durante quelle due catture, si era impegnato abbastanza da non fare casini e da non restare troppo indietro, ma la strada era ancora lunga. « Qualcuno dovrà continuare a allenarsi in questo ruolo. » E lo guardò, il Battitore, pregustando la reazione che era certo avrebbe avuto. Un ultimo sguardo a Morgana, prima di toglierle il Boccino dalle mani e mimarle con la bocca un luogo (il capanno degli attrezzi) dove si sarebbero incontrati a breve.
Dandole le spalle si avvicinò a Ruby, inclinando la testa di lato. L'aveva rimproverata per la sua distrazione, forse aveva creduto che dopo tanti mesi di assenza niente fosse cambiato o forse si reputava così brava da non aver bisogno di allenarsi come tutti gli altri. Non lo sapeva e nemmeno gli interessava, l'ultima parte dell'allenamento l'aveva svolta correttamente. « Non costringermi più a rimproverarti perché non sei male come Battitrice. » Le diede le spalle guardando il resto della squadra e, con un movimento del capo, indicò gli spogliatoi. « Andate, per oggi abbiamo concluso. » Recuperando la propria bacchetta iniziò a sistemare tutta l'attrezzatura usata, senza dimenticare niente, riportando tutto nel capanno.

//Allenamento concluso.
view post Posted: 25/3/2024, 22:03 Snake - Ollivander
Per sua fortuna a occuparsi delle modifiche alla bacchetta sarebbe stata proprio Evey: preferiva di gran lunga le mani di un esperto piuttosto che quelle di un'apprendista sia perché ci teneva al catalizzatore e sia perché desiderava vedere il proprio progetto realizzato così come lui l'aveva immaginato. « Sto bene. la ringrazio. » Rispose, osservando il catalizzatore nelle mani della strega, certo che non fosse in pericolo. Si sentiva abbastanza emozionato, stava per apportare delle modifiche alla sua prima e unica bacchetta, il catalizzatore magico che all'età di undici anni l'aveva scelto. Si era sempre sentito affine allo strumento, per il tipo di legno e per il suo nucleo ma anche per la sua predisposizione a incantesimi da duello. Per quel motivo modificarla aveva richiesto del tempo e una decisione ponderata a lungo, così come il progetto che per quanto potesse risultare classico era certamente quello che riteneva più giusto e adatto.
Si era sempre sentito affine al serpente e non solo per la casata nella quale era stato smistato, eredità dei suoi genitori e dei suoi nonni, di tutta la loro generazione. Molte volte aveva anche pensato all'animale come suo possibile Patronus ma su quel dettaglio non aveva potere decisionale, tuttavia si era sempre chiesto come sarebbe potuto apparire maestoso il suo protettore sottoforma di serpente. « Lei come sta? » L'ultima volta che le aveva parlato era stato durante la partita contro Corvonero, più precisamente quando un Bolide destinato a Morgana gli aveva garantito un giretto in infermeria.
« Un colore diverso, qualcosa che possa risaltare sul legno di tasso. » Poteva essere un colore più scuro o più chiaro, voleva lasciare a Evey la scelta di quel particolare in quanto non era in grado di scegliere un legno adatto che potesse spiccare sulla bacchetta.
Osservò quindi il suo operato, intervenendo solo un paio di volte per guidarla nella disposizione delle squame apprezzando in particolar modo il pomo con la testa di Serpente. Le due pietre di Ambra attirarono il suo sguardo, quasi incantandolo, e quando fu pronta sorrise soddisfatto annuendo in direzione della fabbricante. Non poteva dire di essere deluso e nemmeno di aver dovuto faticare per farsi comprendere da Evey: la bacchetta non poteva che essere perfetta.
« Niente da aggiungere, è come la volevo. » E la ringraziò, mentre dal portafogli recuperava tutti i galeoni necessari all'acquisto, smanioso di poter avvolgere la mancina attorno al pomo della sua bacchetta.
view post Posted: 25/3/2024, 17:15 Jump - Campo di Quidditch
Bertrand si era mosso rapidamente lungo l'ovale sfrecciando da una parte all'altra del campo alla ricerca di una palla ferrata. L'aveva individuata nei pressi degli spalti a ovest e, appiattendosi al manico della scopa, aveva raggiunto la palla nel minor tempo possibile per immettersi nella sua traiettoria. A un passo dallo scontro diretto con il Bolide aveva sollevato la mazza colpendo la sfera per spedirla con forza verso Erick. Lo sguardo azzurrino aveva seguito il lancio con particolare attenzione e nessuna chioma bionda all'orizzonte: la sfera aveva colpito la Firebolt di Erick, più precisamente sulla saggina. Aveva serrato la mascella, infastidito dal comportamento della nuova - non tanto nuova - arrivata e quando un Bolide in libertà aveva minacciato uno dei Cercatori lui l'aveva raggiunto per colpirlo e spedirlo verso Ruby. Non si era preoccupato di indossare guanti bianchi, con ferocia fece scontrare la mazza contro la sfera osservando la palla colpire la spalla sinistra della giocatrice. A quel punto, dopo aver individuato l'ennesima sfera mortale in transito verso il centro campo, piuttosto che colpirla e spedirla verso uno dei tre Cercatori, aveva preferito lanciarla lontano.
« Devi colpire i Bolidi, non guardarli. Concentrati. » Rimproverò la Battitrice, dopo aver sacrificato una palla e essersi avvicinato a lei. Radunati i tre Cercatori prese tutti i Boccini catturati, il loro reparto non poteva considerarsi impreparato. Morgana era stata più rapida nell'individuazione e nella cattura ma anche Erick e Ètienne avevano portato a termine la cattura. Si infilò nella tasca gli altri due tenendo nella mancina solo la piccola sfera con il nastrino nero.
« Mano dominante per tutti, sfida a tre. » Non aggiunse altro e liberò il Boccino, tornando a guardare Ruby. « Penso tu sia in grado di continuare. » Decretò, portando Erebo nella mano sinistra. « Ancora due Bolidi a testa, i bersagli sono sempre loro e le regole le stesse: attacco e difesa ribattendo verso di noi, la difesa andrà attuata in Sloth Grip Roll. Per entrambe le fasi useremo solo la mano dominante. »
La lasciò libera di mettersi all'opera, nel frattempo i Cercatori avrebbero potuto iniziare la loro ricerca: dopo qualche minuto un luccichio avrebbe attirato la loro attenzione all'entrata degli spogliatoi. Il più rapido tra i tre avrebbe potuto guadagnare terreno e seguire il Boccino in una rapida corsa verso il centro campo: poco prima di raggiungerlo, però, avrebbe effettuato un cambio direzione tornando al punto di partenza e, nuovamente, un secondo prima di raggiungerlo si sarebbe spinto verso il centro dell'ovale. Erick avrebbe dovuto recuperare in fretta terreno ma anche la presa sulla propria scopa, venuta meno a causa dello scivolamento delle mani sul manico. Il Boccino, virando bruscamente a sinistra, avrebbe costretto i giocatori a un altro cambio caratterizzato da continui spostamenti da destra verso sinistra fino al raggiungimento degli spalti ovest. Morgana avrebbe dovuto fare i conti con una bandierina volante che minacciava la sua vista e la gara in corso. A ovest la piccola sfera avrebbe iniziato a prendere quota e a perderla rapidamente e, percorsa tutta la curva, avrebbe nuovamente virato verso il centro. Ètienne avrebbe dovuto fronteggiare, a sua volta, un ostacolo: una civetta particolarmente attratta dai suoi capelli, costringendolo a virare per allontanarsi. Approfittando dell'apparente tranquillità del Boccino, avrebbero potuto tentare la cattura.
Aveva osservato il gioco dei Cacciatori con un sorriso sulle labbra e aveva dovuto trattenere una risata quando la Pluffa conquistata da Ilay era stata lanciata contro Jared, cogliendolo in fronte. Una sorte simile era toccata anche a Danny ma a avere la peggio era stata la saggina della sua scopa, così come Ilay la cui mano sinistra era stata colpita da una Pluffa lanciata da Sugar. Tutti i Cacciatori, chi più chi meno, avevano mietuto vittime e Bertrand poteva considerarsi soddisfatto di quel nuovo uso della scarlatta, anche i goal erano stati eseguiti senza troppi problemi e nessuno di loro aveva totalizzato un punteggio inferiore a due.
Appellò la scarlatta con la bacchetta e l'afferrò incastrandola tra il fianco e il gomito destro mettendo quindi fine al loro gioco. Avvicinandosi al gruppo di giocatori si assicurò che nessuno si fosse fatto male. « In mancanza di Bolidi sappiamo cosa usare. » Ridacchiò, focalizzandosi sulla fronte di Jared che non sembrava troppo compromessa. « Sugar e Jared contro Ilay e Danny. Come promesso... » Tirò fuori dalla tasca della divisa tre bende lanciandole a Jared, Danny e Lara. « Sugar e Ilay vi siete assicurati il premio, guiderete i vostri compagni durante la contesa e le manovre successive. La coppia che raggiungerà le porte a nord in possesso della Pluffa dovrà effettuare un tiro combinato, e anche qui spetterà a voi guidarli perché loro avranno gli occhi coperti per tutta la durata dell'esercizio. » L'avevano già sperimentato durante i loro allenamenti, era certo che tutti e due i capitani avrebbero fatto del loro meglio per guidare i giocatori nei contrasti, passaggi e nel lancio finale.
« Lara tu alle porte: ti benderai solo un occhio e, dopo ogni lancio, cambierai lato della benda. Ripeterete fino al mio stop. » Si era classificata come terza, in quella sanguinosa battaglia, meritava un premio anche se a metà. Se non ci fossero state domande avrebbe lasciato i giocatori liberi di giocare posizionando la Pluffa nel macchinario e avviandolo per una nuova contesa.
Spostandosi avrebbe iniziato a sorvolare il campo, riponendo la bacchetta al suo posto, pronto a sollevare la mazza e a colpire almeno uno dei Cercatori impegnati nella cattura o a difendersi, in caso di attacco.

//Scadenza per postare: venerdì 29 marzo ore 23:59.
view post Posted: 24/3/2024, 21:34 Serva me, servabo te - Abitazioni
L'avevano passata in quel modo, la notte. Senza realizzarlo, volutamente o meno, si erano amati trovati ancora una volta dopo giorni che a lui erano parsi mesi, anni. Aveva permesso a Morgana di riappropriarsi di ogni sua singola cellula e, senza neppure provare a combatterlo, lui le si era arreso ammettendo in maniera silenziosa di aver ritrovato senso a tutto solo quando le loro labbra si erano riunite, quando il proprio corpo aveva violato il suo, fondendo le loro anime dannate.
Non aveva realizzato di aver dormito per tutta la notte senza svegliarsi, neppure una volta, fin quando la luce del giorno non l'aveva costretto a aprire gli occhi. Un raggio di sole aveva trovato la strada libera per il suo viso in un piccolo spiraglio lasciato aperto dalle tende verde bosco portando Xavier a dare le spalle a quella fonte di luce, chiudendo nuovamente gli occhi. La mano destra aveva tastato il materasso, più precisamente il posto ora vuoto accanto a lui: occhi spalancati, il timore di essere completamente impazzito e di essersi immaginato tutto. Completamente nudo si era messo a sedere, le lenzuola a coprirgli dalla vita in giù e i capelli completamente in disordine. Il profumo della Celebrian era ancora presente in tutta la camera da letto, nell'aria e impresso sul cuscino così come sulle lenzuola e sulla pelle dello stesso Xavier. Doveva essersi alzata prima di lui, forse per fare colazione o per tornare a casa a prendere qualche abito come cambio. Il panico che l'aveva assalito cessò di esistere, si era poi spinto con il busto in avanti sfiorando con il petto il materasso per annusare il cuscino su cui lei aveva poggiato i capelli, ricordando il modo in cui la sua guancia aveva trovato posto sul petto del francese.
Indossati dei boxer puliti e un pantalone nero della tuta scese al piano di sotto per poter preparare il caffè e una colazione, che potesse essere commestibile per entrambi, forse sperando di trovarla in cucina. Ma quando varcò la soglia della stanza non trovò nessuno se non i suoi animali a cui diede cibo e acqua fresca, preparò il caffè ma prima di metterlo sul fuoco afferrò una mela verde e un coltello. Dopo averla lavata avvicinò la lama al frutto, per tagliarla a metà, con l'intento di preparare una sorta di macedonia... ma avvertì qualcosa.
Entrambe le mani ferme a mezz'aria, il frutto nella destra e il coltello nella sinistra, una ciotola sotto. Immobile, nel proprio petto iniziò a provare un senso di inquietudine misto a una rabbia che non sapeva spiegarsi. Sollevò il capo e quindi lo sguardo verso il soffitto, con una lentezza estenuante. Sopra la cucina era situata una stanza che lui era solito tenere chiusa a chiave, impedendo l'accesso a chiunque. Continuò a osservare il soffitto per qualche altro secondo pur non avvertendo nessun rumore, neppure un passo... ma un sussurro alle sue orecchie lo avvertì del pericolo.
L'animo in tempesta, la furia nello sguardo e la sete di sangue. Si girò verso la porta della cucina e camminò in sua direzione raggiungendo le scale, lentamente salì i gradini uno dopo l'altro senza emettere nemmeno un suono. E quel sinistro pensiero, il timore di essersi distratto con lei al punto tale da lasciarle aperta la porta per i propri incubi, divenne realtà. La porta della stanza era aperta, nessuna luce proveniva dal suo interno e nessun suono... ma sentiva Morgana respirare. Reggeva ancora il frutto e il coltello la cui lama scivolò sul muro a ogni passo ma, ancora una volta, fu bravo nel non fare rumore. Si fermò contro lo stipite in legno, lo graffiò con la lama del coltello e rimase nascosto nell'ombra alle spalle di Morgana.
Come era successo all'interno della propria camera da letto, all'interno della stanza era presente solo un singolo raggio di sole, le tende nere rendevano quasi impossibile scorgere bene i dettagli di quella stanza, non che fossero chissà quanti. La stanza era del tutto spoglia fatta eccezione per il baule, un mobiletto messo accanto alla porta, ritagli vari di giornale, pagine intere e strappate, fotografie sparse per tutto il pavimento, quadri appesi alle pareti con vetri rotti.
Il proprio nome riecheggiò tra le pareti del cimitero e lui rimase nascosto nel buio, in silenzio. La odiò per essersi spinta così oltre, più di quando aveva osato tirargli uno schiaffo, più di quanto l'aveva odiata quando lei l'aveva baciato. Eppure c'era una parte di lui, nascosta in quel mare in tempesta, che non avrebbe potuto desiderare nessun'altra all'interno di quel cimitero.
« Hai mai desiderato uccidere qualcuno? » Sussurrò il Diavolo, alle spalle della sua peccatrice.

Edited by Xavier Bertrand - 24/3/2024, 23:01
view post Posted: 23/3/2024, 15:59 Bleuet - Abitazioni
La voce del battitore raggiunse l'altro lato della porta e Xavier si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo, scuotendo il capo. La destra venne nuovamente sollevata con l'intento di bussare ancora alla porta e infastidire il proprietario dell'abitazione ma un secondo prima che le nocche toccassero il legno quest'ultimo si allontanò rivelando la figura del battitore. Lo guardò con serietà, le sopracciglia corrucciate in un'espressione non del tutto amichevole e non osò aprire bocca per qualche secondo. Lo tenne sulle spine prima di sorridere genuinamente e muovere i passi verso l'interno della casa. Il braccio sinistro andò ad avvolgersi alle spalle del battitore costringendolo in un abbraccio, per quanto fosse capace a regalarne, e con l'altra mano gli lasciò delle sonore pacche al centro della schiena.
« Ci vuoi andare giù pesante? La tua passione si è accesa nel momento in cui hai sentito la mia voce, ammettilo... ma prima dovrai farmi ubriacare. » Lo prese in giro, nuovamente, prima di spostare lo sguardo dal battitore e spingerlo via - poco gentilmente - per camminare verso il camino e controllare cosa ci fosse dentro. Si voltò verso Erick, lentamente sollevò il destro sopracciglio in una chiara espressione interrogativa: perché quel povero libro era stato lanciato nel camino?
« Richiedeva uno sforzo di comprensione elevato per il tuo piccolo cervello bacato? » La biforcuta gli accarezzò le labbra mentre pronunciava quelle parole, poi riprese a camminare per il suo soggiorno come se fosse il proprio e lasciò che il sacchetto trovasse posto sul tavolino davanti al divano, su cui poi lui si lasciò cadere senza alcuna grazia. Guardò le bottiglie che gli aveva messo davanti e i bicchierini, scoccò al padrone di casa un'occhiata di intesa e tolse il tappo a una delle due bottiglie per servire entrambi. « Ti avviso: non ho intenzione di uscire sobrio da qui. Se hai paura puoi sempre andare a dormire. » Sapeva benissimo quale sarebbe stata la risposta di Berg, quindi non perse tempo portando il bicchierino alle labbra lasciando scivolare l'alcol nella propria bocca, lungo la gola, avvertendo il piacevole quanto familiare bruciore pizzicargli quella zona. Si sistemò meglio sul divano togliendo il chiodo di pelle lasciandolo penzolare dal bracciolo del divano, poi riempì nuovamente i due bicchierini togliendo dal sacchetto le crêpes ripiene e salate - per ogni evenienza - e, una dopo l'altra tutte le bottiglie di alcol: Whisky Incendiario Ogden Stravecchio, Grappa e ben due di Scottish Scotch, suo punto debole.

Edited by Xavier Bertrand - 23/3/2024, 16:14
view post Posted: 19/3/2024, 22:34 Festa di San Patrizio - Testa di Porco
Aveva aspettato quel giorno con trepidazione, consapevole che sarebbe uscito da quel locale ubriaco al punto tale da faticare a tornare ma non abbastanza da concludere la serata sotto le coperte, vincitore della gara di bevute o no. A quella trepidante attesa si era aggiunta anche la strana ansia quando aveva realmente appreso che si sarebbe recato a quella festa assieme a Morgana. I due avevano già presenziato come coppia a un evento e proprio durante quell'evento l'avevano reso pubblico, senza volerlo per davvero o forse l'avevano voluto dal primo momento in cui avevano messo piede in quella sala, e quella sera a altri sarebbe stato palese il legame tra i due. Di diverso c'era la consapevolezza di non essere più solo due giocatori qualsiasi, quel bacio che si erano scambiati durante il ballo aveva decretato l'inizio di qualcosa che nessuno dei due aveva ancora il coraggio di definire.
E nonostante tutto l'aveva invitata a accomodarsi sul letto, rovistando nel suo armadio dentro il quale erano state sistemate anche alcune delle proprie cose. Non si era curato di lasciare in ordine e molti abiti erano stati lanciati in aria mentre cercava ciò di cui aveva bisogno per renderli, ancora una volta, una coppia a tutti gli effetti. Non che servissero davvero, i vestiti abbinati, ma lui voleva credere così per non ammettere tutto il resto. Dopo una decina di minuti aveva completato la sua ricerca e consegnati gli abiti a Morgana, dedicandosi al proprio abbigliamento. Una camicia nera, volontariamente lasciata aperta ad altezza del petto - i quattro bottoni distanti dalla loro asola - metteva in mostra anche la peluria scura. In abbinamento aveva indossato dei pantaloni con un tessuto diverso da quello dei jeans, più liscio e con una catena a pendere dal passante sulla destra, allacciato al medesimo passante ma sulla parte posteriore. La cintura nera, che teneva ben fermi i pantaloni, nera con cuciture verde scuro per richiamare i colori della festa era stata abbinata a un paio di anfibi neri, con le suole alte, i cui lacci erano stati sostituiti da altri di colore verde. Alle dita di entrambe le mani, su quasi tutte le dita, aveva lasciato i soliti anelli - alcuni neri e altri in acciaio - aggiungendone uno nero e verde all'indice della mano destra e un altro con una Malachite, al quarto dito della mano sinistra. L'orologio nero fedelmente posizionato al polso sinistro con l'aggiunta di tre bracciali, di cui due neri e uno verde scuro, tutti e tre in cuoio. Il polso destro, invece, era stato abbellito da una bandana verde. A completare tutto l'outfit il fedele chiodo nero con le borchie e, a accompagnare la fedele Howlite al collo un altro cordino nero intrecciato attorno a un'altra pietra di Malachite che aveva rubato dalla collezione di Morgana.
Dopo aver sistemato i capelli all'indietro, alla meglio, e essersi passato una mano sul viso per controllare lo stato della sua barba, aveva impiegato il restante tempo a osservare Morgana e i vestiti - completi di accessori - che pezzo dopo pezzo aveva iniziato a indossare. Le aveva dato giusto il tempo di specchiarsi, affiancandola vicino al lungo specchio, per poter godere della vista di entrambi... nuovamente abbinati; bastò a provocare in lui la medesima sensazione, forse amplificata, già vissuta durante il ballo di Halloween. Le sue mani avevano rapidamente raggiunto i fianchi della Capitana spingendosela contro e, sorridendo sulle sue labbra, l'aveva baciata privandola uno a uno di tutti i vestiti.
Davanti al pub gli bastò incontrare lo sguardo di Morgana per capire a cosa stesse pensando, quali ricordi si fossero insinuati nella sua mente, gli stessi che affollavano quella del Vice-Capitano. Fu per quel motivo che, in maniera tanto naturale quanto spaventosa, le si avvicinò di più nell'istante in cui lei lo attirò dal chiodo. La baciò, come aveva desiderato fare quando la lettera era stata sbattuta sul tavolo, tra loro due, giocando con una delle due codine.
Entrò nel pub, con lei, e venne travolto subito dall'odore poco invitante che caratterizzava quel posto reso più presentabile grazie alle decorazioni che il proprietario aveva sistemato. « Direttore Hawkins, buon San Patrizio. » Si unì all'augurio di Morgana, dopo essersi avvicinato al proprietario. Arricciò il naso all'ennesima sferzata disgustosa, ma ciò non gli impedì di gustarsi quel momento.
La mano di Morgana afferrò subito la sua e Bertrand fu colto alla sprovvista: guardò la Capitana, interrogativo, ma non osò sottrarsi a quella stretta. Intrecciò le dita alle sue e la seguì verso il tavolo che avrebbe ospitato i partecipanti alla gara di bevute. Vide Sugar seduta a quello stesso tavolo e capì immediatamente le intenzioni della Capitana. Non osò ribattere ma non si mostrò neppure tanto contento della sua decisione, ma comunque decise di fare quel sacrificio.
« Sugar. » La salutò, con un tono neutrale, impicciandosi dei fatti loro senza il minimo riguardo, poi prese posizione accanto a Morgana. Lei non aveva ordinato nulla, tuttavia Xavier aveva bisogno di bagnarsi le labbra anche se desiderava bagnarsele con il piacere della donna che aveva di fianco. « Io prenderei una Birra Lepricano e per lei... Birra Buio Pesto Peruviano. » Rivolgendosi al proprietario del locale, senza preoccuparsi di farsi portare dei bicchieri puliti.
view post Posted: 19/3/2024, 16:30 Jump - Campo di Quidditch
Per una volta non aveva dovuto assistere al ritorno di un fantasma senza esserne a conoscenza, e quando la chioma bionda di Ruby aveva varcato la soglia del campo lui non aveva faticato a capire di chi si trattasse. Morgana l'aveva già messo al corrente e per Bertrand la questione poteva dirsi conclusa, eppure quando aveva visto la giocatrice avvicinarsi aveva capito che no, non se la sarebbe scampata tanto facilmente. Le aveva guardato la mano, il destro sopracciglio inarcato, e poco interessato aveva a sua volta sollevato la propria stringendo - forse troppo forte - la mano di Ruby.
« Xavier. » Con il classico accento francese a accompagnare ogni sua singola parola, aveva sollevato lo sguardo - tenendo ancora stretta la mano di Ruby - per guardare l'altro francese. « Lo spero. » L'aveva così ammonito, lasciando la mano della giocatrice per dedicare un ultimo sguardo unicamente a Ètienne, per niente toccato da quanto appena detto. Ma si augurava, vivamente, che in solitaria fosse quantomeno decente.
Con la corda più lunga retta da entrambe le mani aveva dato il via al riscaldamento partendo con una corsa moderata: facendo attenzione a non scivolare, a causa del terreno bagnato sul quale si trovava, aveva mosso le braccia facendo slittare la corda sotto i propri piedi, indietro al proprio corpo e nuovamente in avanti per poter continuare a correre e saltare. Lungo tutta la prima curva aveva lavorato tanto di respirazione per non rischiare di svolgere male l'esercizio, a causa dell'affaticamento e del classico dolore al fianco, quindi raggiunti gli anelli nord si era fermato iniziando a saltare sul posto con la corda alternando salti a piedi uniti a salti in avanti, prima con un piede e poi con un altro, non avendo dato delle specifiche istruzioni su come eseguirli. Terminate le venti ripetizioni aveva ripreso a correre e a saltare ma questa volta aumentando in maniera graduale la velocità stando attento a non sollevare troppo fango con la corda e a tenere i piedi saldi per terra. Raggiunti gli anelli sud, di partenza, si era nuovamente fermato per poter eseguire altri salti all'indietro nella stessa maniera di prima: alternandoli con entrambi i piedi e con un singolo piede.
Ripetuta quella parte di riscaldamento una seconda volta aveva rimesso la corda nel sacco e sistemato il timer della Sparapluffe: al suono dello strumento si era spinto in avanti con uno scatto in velocità afferrando la Pluffa con entrambe le mani e assicurandola al fianco sinistro. Con l'ausilio della mano destra aveva spinto uno dei giocatori che si trovava al proprio fianco e con spallate - poco gentili - si era assicurato la vittoria fino alla scopa e, successivamente, alle porte con un goal che aveva bucato l'anello centrale. Alternandosi con gli altri giocatori aveva potuto notare come tutti, in un modo o nell'altro, fossero riusciti a portare a casa ben due goal e con loro anche lo stesso Vice-Capitano che, dribblando i propri avversari, aveva fatto nuovamente goal questa volta bucando l'anello di destra.
Fermò il macchinario con una stoccata, poi riponendo la tredici pollici nel portabacchetta da braccio, richiamò l'attenzione di tutti. « Jared, Ilay, Sugar, Danny e Lara a sud, intorno alla Sparapluffe. » Scosse il capo, lasciando quindi scivolare via alcune fastidiose gocce di pioggia, trovando l'ispirazione per l'esercizio tra gli spalti.
« Contesa. Il primo di voi che riuscirà a prendere la Pluffa dovrà dirigersi verso nord... a quel punto dovrà cercare di arrivare alle porte per fare goal e di mettere fuori gioco tutti, lanciando addosso al giocatore scelto la palla. » L'influenza di Morgana stava dando i suoi frutti anche sul campo da gioco, visto che quell'esercizio prendeva ispirazione dal gioco babbano denominato palla avvelenata... o almeno lui ricordava così. « Il giocatore colpito sarà eliminato e dovrà tornare alla Sparapluffe, in attesa di ricominciare. Una volta lanciata la Pluffa contro un giocatore chi in precedenza era in suo possesso dovrà muoversi più velocemente degli altri per tentare di riappropriarsene e continuare a metterli fuori gioco. Ugualmente se sarà un altro giocatore a acciuffarla dovrà cercare di arrivare alle porte nord, seguendo lo stesso principio. » Spiegò, chiedendosi se qualcuno sarebbe stato così audace da tirare la palla in faccia a un loro compagno. « Ovviamente chi in partenza perderà la contesa potrà cercare di rubarla ma non afferrandola, potrà farlo solo con contrasti. Vi spiego meglio: chi avrà la Pluffa tenterà di lanciarvela contro per colpirvi, voi potrete cercare di scansarvi per non essere eliminati ma non potrete afferrarla, chiaro? » Prima di lasciarli al loro gioco (e di vederli tirarsi la Pluffa in faccia a vicenda) avrebbe concesso loro eventuali domande. « I due giocatori con il numero più alto di "vittime" avranno un vantaggio sul prossimo esercizio. Dopo il goal la palla andrà riposizionata nel macchinario. Ripeterete fino al mio stop, se è tutto chiaro procedete pure. » Con una seconda stoccata di bacchetta avviò lo strumento invitando tutti a posizionarsi prendendo dal baule ben tre Boccini. Legò tre nastrini colorati attorno a ogni pallina invitando Erick, Morgana e Ètienne a avvicinarsi. « Purtroppo ti tocca. » Lo disse, con un sadico sorriso a curvargli le labbra e soddisfazione nella voce, rivolgendosi a Berg.
E il pensiero di aver davvero l'errore di credere che l'altro potesse essere lontanamente come lui... lo scacciò.
« Erick cattura con la mano non dominante, nastro nero. Morgana Plumpton Pass, nastro verde. Ètienne cattura normale, nastro bianco. » Non avrebbe aggiunto altro, le istruzioni erano chiare. Lasciandoli liberi di mettersi alla ricerca, dopo aver messo in libertà le tre palline, si avvicinò a Ruby lanciando a mezz'aria una delle mazze prese dalla cesta. « Lavoreremo in attacco e in difesa, di nessun Cercatore in particolare. Ci metteremo alla ricerca di un Bolide da spedire in attacco a uno dei tre giocatori. Quando ci accorgeremo che uno di loro è in pericolo vestiremo i panni dei difensori. » Afferrò Èrebo facendo ruotare il polso sinistro e quindi la mazza, smuovendo l'aria vicino a loro.
« Mano non dominante per l'attacco, dominante per la difesa... il Bolide usato per difendere dovrà essere ribattuto solo verso il Battitore. » E il sorriso divenne ancora più perverso, quanto si sarebbe divertito a metterla sotto pressione...
Si allontanò da lei, mettendosi alla ricerca di uno dei quattro Bolidi che aveva liberato, contando di individuarne almeno due. Nel frattempo Erick avrebbe potuto individuare un luccichio ai piedi degli anelli nord. Avvicinandosi avrebbe dovuto fare i conti con la velocità del Boccino che, sfilando tra un palo e l'altro, avrebbe raggiunto il palo di destra iniziando a salire girandogli attorno. Raggiunta la circonferenza in ferro l'avrebbe attraversata sfrecciando verso il centro campo e una volta raggiunto avrebbe virato a sinistra, cambiando continuamente direzione fino al raggiungimento della curva est. Lì, procedendo in maniera rettilinea, avrebbe raggiunto la cima più alta dei gradoni virando verso destra, nuovamente in direzione del centro campo. Approfittando dell'anamento rettilineo, Berg avrebbe potuto tentare la cattura. Morgana, invece, avrebbe potuto notare il familiare luccichio in una pozzanghera, formata da uno dei giocatori durante la corsa. Avvicinandosi al Boccino avrebbe dovuto fare i conti con l'apparente calma della sfera che, individuato il pericolo, avrebbe preso quota rapidamente tentando di sfuggire alla cattura con conseguenti cambi di direzione, dal basso verso l'alto. Sollevandosi un'ultima volta avrebbe raggiunto la cima più alta della Torretta di Corvonero a est, entrando al suo interno e da lì avrebbe costretto la Cercatrice a una pericolosa picchiata che avrebbe trovato il suo culmine alla fine della torretta, in un brusco scatto verso destra all'esterno. Forse stanco di correre avrebbe intrapreso un'andatura rettilinea a moderata velocità lungo la curva est e quello sarebbe stato il momento più propizio per la cattura. Ètienne, in ultimo, avrebbe avvertito il suono prodotto dalle piccole ali della sfera che, sbeffeggiandoglo, gli sarebbe passata accanto all'orecchio destro e poi sotto al naso procedendo verso gli anelli sud cercando di nascondersi nella pioggia. Il Cercatore non avrebbe dovuto perderlo di vista e, se ci fosse riuscito, avrebbe potuto seguirlo attorno al palo destro degli anelli sud, girando attorno a essi prima di risalirli allo stesso modo fino alla cima. Passando al successivo anello, quello centrale, avrebbe costretto il giocatore a scendere nuovamente e a risalire, sempre girando attorno all'asse, prima di dirigersi verso il centro campo procedendo raso terra e muovendosi prima a zig-zag poi, giunto a metà campo, avrebbe preso quota per una decina di metri. Procedendo senza intoppi avrebbe potuto approfittare anche lui di quel breve momento di calma per provare a catturarlo.

//Scadenza per postare: venerdì 22 marzo ore 23:59.

Edited by Xavier Bertrand - 19/3/2024, 17:51
view post Posted: 15/3/2024, 21:58 Jump - Campo di Quidditch
Avrebbe voluto passare la mattinata nel letto a osservare la pioggia fuori dalla finestra, accarezzando i capelli della Celebrian come lei aveva iniziato a chiedergli ogni mattina, guardandolo. Il bacio che le aveva dato, prima di alzarsi dal letto, avrebbe voluto prolungarlo e perdersi ancora dentro di lei ma entrambi avevano altri piani per quel giorno. E avevano quasi rischiato di rovinare, quei piani che attendevano i due maghi, lasciandosi nuovamente andare alla stessa passione che li aveva travolti quella stessa notte e la mattina precedente e tutti gli altri giorni.
Aveva ancora l'odore di lei addosso, le lenzuola sulle quali si era steso qualche minuto, prima di lasciare nuovamente l'abitazione, profumavano di loro due e della passione smisurata che si era consumata poche ore prima. Alzarsi era stato difficile e quasi traumatico, indossare la divisa non così tanto e ritrovarsi sotto la pioggia ancora meno. Amava la pioggia, detestava il sole e poco sopportava la neve. Quel giorno avrebbe condotto l'allenamento al posto di Morgana e tutti i giocatori avrebbero dovuto fare i conti con quella piccola distrazione e sperava di non notare altri giocatori mancati.
Dopo aver posato il borsone su una panca negli spogliatoi raggiunse l'ovale salendo i gradoni per sistemarsi sul punto più alto e osservare il campo, pronto a giudicare silenziosamente l'allenamento di un'altra squadra qualora fosse stata presente. Inclinato in avanti, con entrambi i gomiti poggiati sulle ginocchia e la punta della mazza da battitore sul gradone, Bertrand emise un leggero sbuffo dovuto alla voglia di allenarsi e all'attesa che sembrava essere infinita, quel giorno.
Dopo aver battuto la mazza sul suolo, un paio di volte, si sollevò dal gradone sul quale aveva preso posto e, scendendo di corsa le scale, raggiunse il centro del campo per poter iniziare a sistemare la strumentazione.
Presa la cesta con le mazze e il baule aggiunse un sacco beige contenente delle corde, semplicissime corde di diversa lunghezza. Controllando l'ora dal proprio orologio nero, al polso sinistro, sollevò lo sguardo verso l'ingresso del campo accogliendo così i primi giocatori.
« Buon pomeriggio. » Cercò il suo sguardo, inevitabilmente, prima di cercare la figura di Ilay - qualora si fosse presentato - memore della loro ultima conversazione il giorno in cui aveva scoperto (o forse ipotizzato) quanto il suo Vice fosse avvezzo all'alcol. Avrebbe riservato a lui un ghigno e un occhiolino, a dimostrazione di quanto quel vizio non lo rendesse schiavo (in campo) e quanto fosse in grado di mantenere il proprio ruolo oltre che il controllo.
« Come ve la cavate con la corda? » Chiese inclinando il capo verso destra, in direzione del sacco che aveva portato. Avrebbe quindi invitato ognuno di loro a prendere una corda, anche in base alla loro altezza, facendo lo stesso. « Partiremo da sud con una corsa moderata lungo la prima curva, ovviamente non ci limiteremo a correre ma anche a saltare, unendo le due cose. Arrivati a nord ci fermeremo sotto alle porte e effettueremo venti salti sul posto poi ripartiremo percorrendo la seconda curva sempre saltando ma aumentando la velocità. Giunti nuovamente a sud altri venti salti sul posto ma, invece che in avanti, nella direzione opposta. » E sperava, vivamente, di vedere qualcuno di loro inciampare e finire con la faccia nel fango. « Terminati i due giri torneremo a sud dove ci sarà la Sparapluffe ad attenderci. Ci muoveremo massimo tre alla volta e aspetteremo il lancio della Pluffa. » Fece quindi intendere che, terminati i primi due giri di riscaldamento, avrebbero potuto posare le corde e che la seconda parte si sarebbe svolta a terra, ma solo per la prima fase. « Cercheremo di afferrare la Pluffa e il primo che riuscirà a vincere la contesa dovrà correre verso il centro del campo. Chi sarà rimasto escluso dovrà tentare già da terra delle manovre per entrare in possesso della palla. » Anche in quel caso avrebbero potuto facilmente capire che, prima di dedicarsi al riscaldamento, avrebbero dovuto sistemare le loro scope al centro. « Saliremo in sella alla nostra scopa sfrecciando verso nord per fare goal. Ovviamente, anche in questo caso, chi non sarà stato in grado di rubare la scarlatta dovrà fare l'impossibile per sottrarla al giocatore e non farsela rubare. » Ancora una volta voleva vedere contrasti, battaglie fino all'ultimo secondo, e non semplici deviazioni di percorso. « Ripeteremo fino ad avere almeno due goal a testa. » Si sarebbero dovuti impegnare, tutti loro, per raggiungere quella soglia nel minor tempo possibile. Se non ci fossero state domande avrebbe invitato tutti a posizionarsi e a iniziare il riscaldamento occupando l'ultimo posto della fila.

//Scadenza per postare: lunedì 18 marzo ore 23:59.
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