La risposta di Sugar era arrivata puntuale, esattamente come immaginava. Fu quindi naturale per lui sorridere, sollevando entrambe le sopracciglia e tenendo la lingua incastrata tra i denti aveva mimato un "no" con la testa, ridendo subito dopo. Poteva considerare quella serata pressoché perfetta, dare il tormento all'ex Serpeverde si sarebbe rivelato più divertente del previsto. La mano di Morgana sul ginocchio gli aveva causato più di un brivido e, costretto a guardare la Celebrian, le aveva fatto intendere che quel semplice contatto aveva iniziato a risvegliare in lui determinate voglie che mai si erano realmente assopite. Tenendole il braccio ancora sulle spalle, sentendo la testa un po' più leggera rispetto a quando aveva messo piede al locale, aveva iniziato a giocherellare con una delle sue codine, come aveva fatto all'ingresso, intrecciando i capelli all'indice e al medio della mano. Ma poi la sua espressione si era tramutata in altro quando, dopo aver buttato giù il primo drink della gara, aveva riportato lo sguardo su Macbeth. Il prurito alle mani aveva minacciato di dominarlo e di fargli perdere la lucidità e il vero scopo di quella festa: divertirsi. Per quel motivo gli aveva catapultato contro tutta la propria furia con un unico sguardo, mentre la mano continuava a picchiettare sul tavolo per poi stendere le proprie labbra in un ghigno poco promettente, l'oscurità che avvolgeva il suo corpo si espanse fino ad avvolgere anche Macbeth per una sola frazione di secondo... perse interesse. Aveva quindi dissolto lo sguardo giusto in tempo per vedere Charlotte prendere posizione e a seguito anche Mr. Campbell e Eleanor Corbirock. Aveva salutato tutti con un movimento della mano, sollevandola appena dal tavolo, poi era tornato a guardare Morgana. L'aveva beccata giusto in tempo, ai suoi occhi non era sfuggito lo sguardo della Celebrian sulla propria mano, intenta a giocare con gli anelli, e poi sulla camicia lasciata volontariamente aperta. Le si era avvicinato un po' di più, lasciando il gruppetto dei quattro maghi a parlare tra di loro, poggiando poi le labbra sulla sua guancia in un tocco leggero. « Beccata. » Le aveva sussurrato, ridacchiando, strofinando la barba contro la sua guancia mentre si allontanava da lei, voltandosi in direzione di Charlotte con una più che eloquente espressione seccata in viso. « Oui, e non solo noi a quanto pare. » Il riferimento a Macbeth e alla sua presenza accanto alla Divinatrice sarebbe risultato più che chiaro, accompagnato da un sorrisetto e un'occhiata al Cacciatore. Scuotendo il capo, trattenendosi dal pronunciare qualche altra frase, si era nuovamente allontanato dai due non intenzionato a portare avanti alcun tipo di discorso in particolar modo con il giocatore. La mano, ancora intenta a giocare con la codina di Morgana, si era stretta di più sui suoi capelli quando l'aveva sentito alludere alla loro serata al Testa di Porco. « Magnifique. » Tutto quel blaterare di Danny Macbeth gli aveva fatto passare la voglia di stare lì e la voce acuta di Charlotte non aveva aiutato il pulsare alle tempie. Non aveva trattenuto una risata assistendo all'ennesimo teatrino inscenato da Tom e, in tutta risposta, aveva sollevato la mano colpevole. Non aveva gradito, tuttavia, il modo in cui si era rivolto alla Divinatrice. In Bertrand era scattato qualcosa e, pur essendo ancora incazzato con Charlotte, gli anni trascorsi a Hogwarts e in libreria erano stati un impedimento alla sua intenzione di voltarsi e basta. « Il calcio era per me. Arrêter de se plaindre, goditi la serata nonno! » E, con il desiderio di vendicarsi di Charlotte e del quasi calcio che lei aveva cercato di tirargli, Bertrand aveva mosso il piede in avanti premendo sulla punta di una scarpa. Gettando uno sguardo da sotto al tavolo si era però reso conto che, il piede calpestato, non fosse quello della Divinatrice bensì quello di Danny. Imprimendo una forza maggiore l'aveva guardato fingendo il nulla prima di spostare la sua attenzione altrove e anche il piede. La mano si spostò dalla codina di Morgana alle sue gambe, da sotto al tavolo. Strinse la coscia della Celebrian desiderando superare la stoffa dei pantaloni, strapparli se necessario, ma non erano ancora abbastanza ubriachi per finire su uno dei tavoli del pub.. e probabilmente mai l'avrebbero fatto, non avrebbe permesso a altri occhi di guardarla. E lo comunicò anche a lei, mentre il riferimento a quella serata trascorsa con il fantasma tornò a impossessarsi della sua mente, della sua calma. La mano risalì verso l'alto, sempre di più, bloccandosi quasi al centro. Inspirò, cercando di distrarsi e di non cedere al desiderio, corrucciando lo sguardo quando uno dei bicchieri rimase intoccato. Storse il naso, l'avrebbe bevuto volentieri ma Hawkins lo anticipò bloccando sul nascere ogni sua intenzione. Il secondo giro non tardò a arrivare e la sua mano a avvolgere il boccale: aspettò per bere, lo avvicinò a quello di Morgana facendoli scontrare poi lo portò finalmente alle labbra. L'odore della menta misto al whiskey e al brandy lo colpì, arrivando fin quasi al cervello così come i primi sorsi che fece scivolare giù dalla gola. Il drink all'apparenza prometteva bene, i suoi colori richiamavano perfettamente la bandiera e il sapore... qualcosa che Bertrand apprezzò forse anche troppo. La menta si sposava perfettamente con il sapore più forte del whiskey e del brandy, l'alcolico scendeva liscio lungo la sua gola sorso dopo sorso facendogli aumentare la temperatura corporea. Lo stomaco si contorse leggermente richiedendo più alcol, la testa iniziò a alleggerirsi. Dopo aver udito il comando del Direttore del Settimo Livello un asino in calore rovinò tutto il momento e per poco non gli andò di traverso ciò che stava bevendo. Con il boccale a mezz'aria e gli occhi spalancati, Bertrand avvertì la gola bruciare nuovamente e un nuovo battito alle tempie. Spinse la sedia indietro togliendo, suo malgrado, la mano da mezzo le gambe di Morgana. Con la mano libera afferrò in tempo la sedia prima di vederla cadere per terra, a causa dei movimenti bruschi dell'ex Serpeverde. Nel sollevarsi gli girò la testa anche se di pochissimo, i rapidi movimenti non avevano aiutato e Tom stava buttando per aria il contenuto del suo boccale che riuscì a scansare, per fortuna. Inarcò le sopracciglia incenerendo Eustass con lo sguardo per aver costretto tutti loro a una cosa tanto imbarazzante ma Bertrand non aveva alcuna voglia di perdere e, per quel motivo, pur consapevole che il giorno dopo se ne sarebbe pentito altamente e si sarebbe maledetto per il resto dei suoi giorni, posò il boccale e sbattè le mani sul tavolo inarcandosi verso il basso come se fosse in procinto di mettersi a quattro zampe. Iniziò a muovere la testa come un leopardo, muovendo i capelli per richiamare l'oscillazione della criniera di un leone: il Nundu, leopardo gigantesco, feroce e indomabile, dal fiato letale. « GRRRR! » Lo sguardo non lo tradì, nonostante il verso poco virile che era stato costretto a pronunciare. Ma i suoi occhi avevano inquadrato la sua preda, squadrando Tom Hamilton (o meglio Fenice Hamilton o forse asino) come se fosse pronto a balzare da un momento all'altro per attaccarlo. Avrebbe afferrato il suo polso per impedire a qualche altro residuo di alcolico di finire in faccia a qualcuno, ringhiando ancora avrebbe spinto polso di Tom verso la sua bocca per farglielo svuotare trattenendosi dal tirargli il boccale dritto in testa. Con un ultimo movimento della criniera (la testa, la sua dannata testa ora sì che girava, maledetto leopardo), Bertrand si spostò il pelo (capelli) dal viso sedendosi nuovamente sulla sedia con poca grazia, provocando un tonfo. Sorrise, in direzione di Morgana, invitandola a lasciarsi andare avvicinando di nuovo le labbra al suo viso. « GRRRRRR! » Direttamente in faccia alla Capitana, e poi contro il suo orecchio, ridendo nuovamente mentre terminava il contenuto del suo bicchiere, posandolo sul tavolo. Si leccò le labbra avvertendo il retrogusto di brandy, poi tornò a guardare l'asino la Fenice. « Tu es ridicule Tommy. » Ridacchiò ancora, mettendo il boccale a testa in giù cercando di capire se ci fosse ancora qualcosa al suo interno... il nulla. Storse il naso raccogliendo solo una goccia, caduta dal bicchiere, sentendosi sempre più leggero e meno se stesso.... amava bere, l'aveva già detto? Ma, cosa fondamentale, dov'era il Suo scotch?
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