Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Posts written by Lara Jean Wilson

view post Posted: 19/4/2024, 18:20 Una poltrona per due - High Street
Non aveva mai odiato Jessica. Aveva provato rabbia, quella certamente; aveva creduto in un primo momento che l’avesse fatto apposta, per poi convincersi che non doveva essere stato così. Aveva provato ancora più rabbia nel doverla vedere soffrire più di lei in quel momento, come se la parte maggiormente in ballo fosse la sua, ma era stata rabbia momentanea, che era riuscita a far scorrere all’interno del suo corpo fino a farla sparire. Aveva sofferto, si era sentita delusa, ma non l’aveva mai odiata. Non era successa la stessa cosa. Le situazioni erano completamente differenti, ma poteva immaginare bene cosa vorticasse nei pensieri della rossa: nonostante la sua storia con l’ex-Serpeverde non fosse stata così importante, conosceva molto bene il senso di inadeguatezza che nasceva involontariamente dal centro del petto; continuava a crescere insieme alla consapevolezza dell’essere stati sostituiti, anche se la coscienza continua a suggerire che il problema non sta dalla parte di chi viene tradito. Sospirò, sentendo la mandibola irrigidirsi mentre Jessica parlava, mentre capiva cosa fosse successo e con chi. Si sentì stupida nel non averlo capito subito: aveva immaginato fosse successo qualcosa nel momento in cui li aveva visti al Ballo di Halloween, ma non aveva minimamente immaginato il fatto che Xavier aveva avuto il coraggio di tradire Jessica. Non aveva mai compreso chi decideva di tradire: perché di quello si trattava sempre, di prendere una decisione. Chi tradisce decide sempre di far del male all’altro. Poggiò delicata una mano sulla sua schiena, guardandola nonostante lei continuasse a sfuggire al suo sguardo: pensò che forse fosse la vergogna e l’imbarazzo a far nascere quella necessità di fuggire, di stare alla larga dai suoi occhi. Sospirò, girandosi verso di lei per rendere il loro incontro più frontale, per farle capire che lei era lì, che non l’avrebbe giudicata. Perse un battito quando sentì nominare Jared, mentre la sua mente vagò per un attimo a ciò che era successo tra Jessica e Jared. Lei aveva cercato in lui Xavier. Cosa voleva dire? Nonostante la giustificazione che arrivò subito in tono completamente tranquillo, un tarlo si insinuò nella sua testa. Non c’è niente. Ma c’era mai stato qualcosa? Non ci pensò, archiviò quel pensiero cercando di concentrarsi sui sentimenti di Jessica, mettendo da parte i suoi dubbi e tutto ciò che le vorticava nella testa. Prese un respiro profondo, rimanendo in silenzio mentre Jessica continuava a parlare, mentre la sua mente continuava a chiedersi se avesse sbagliato ad affidarsi così completamente a Jared. ”Non devi darti la colpa, Jessica. - fu perentoria nel tono, nonostante cercasse di mantenere una voce pacata per fare in modo che lei non credesse che la stesse sgridando o giudicando in alcun modo - Lui ha baciato un’altra. Tu avevi due scelte completamente comprensibili: potevi perdonarlo o non farlo. Credo che tu sia stata molto coraggiosa.” Lo disse sinceramente, cercando il suo sguardo mentre la mano si muoveva in piccoli cerchi sulla sua schiena, cercando continuamente di consolarla. ”Credo che chiunque in una relazione abbia delle necessità. Non penso che nessuno si accontenterebbe di un puro rapporto fisico senza sentire il desiderio di scavare dentro l’altro. Non sei sbagliata Jess, nemmeno rotta. - se da una parte era tremendamente triste per la Levante e i suoi sentimenti, dall’altra lato era completamente arrabbiata con Xavier. Non poteva credere avesse fatto una cosa del genere proprio a Jessica, non credeva fosse così egoista. Lo aveva visto il suo cambiamento dopo gli esami, soprattutto per come aveva deciso di chiudere i ponti anche con lei, nonostante credeva fossero rimasti amici; ma non pensava che si sarebbe comportato così con la Corvonero - Hai semplicemente affidato te stessa alla persona sbagliata. Ma non è colpa tua. Dobbiamo sbagliare per capire cosa vogliamo davvero, sono convinta che riuscirai a trovare la tua persona.” in tutta sincerità accennò un sorriso, sperando che le sue parole potessero alleviare un peso dal suo cuore. Jessica era una persona buona, si meritava tutto il bene del mondo e non poteva sopportare che continuasse ad autoflagellarsi in quel modo.
view post Posted: 19/4/2024, 16:54 Per alcune persone vale la pena sciogliersi - Scribbulus
Lara stava iniziando a fare i conti con il suo costante essere in ritardo: da quando si era trasferita ad Hogwarts all'età di undici anni, i suoi ritardi si erano affievoliti notevolmente. Era passata dall'arrivare sul filo del rasoio ad ogni lezione al presentarsi in aula addirittura cinque minuti prima dell'inizio del discorso del professore; arrivava - quasi - sempre puntuale in Sala Grande per il pranzo e la cena - la colazione al mattino era sempre un mistero, visto che adorava terribilmente dormire - e riusciva a fare tutti i compiti in tempo senza ridursi all'ultimo minuto della sera prima della consegna. Era migliorata, ed era fiera di poterselo dire da sola, ma ogni tanto capitava che qualche impegno sfuggisse dal suo ossessivo controllo. L'incontro con Desmond da Scribbulus fu uno di quelli. Aveva passato tutta la mattina a ripetersi nella testa l'orario in cui avrebbero dovuto incontrarsi: lo aveva persino segnato sul suo blocco appunti, in un piccolissimo spazietto lasciato vuoto dalle sue mappe mentali che - sperava - l'avrebbero aiutata a rispondere alle domande dei professori agli esami; eppure, quando era entrata in biblioteca era caduta in un vortice di informazioni, scadenze e ansia che l'avevano completamente estraniata dalla realtà. Aveva persino saltato il pranzo, quel sabato, rendendosi conto di essere terribilmente in ritardo - almeno per i criteri di Desmond Tarabay. Aveva quindi raccattato tutto in fretta e furia nella sua borsa, per poi dirigersi verso Londra insieme agli altri malcapitati che non potevano smaterializzarsi da un posto all'altro a loro piacimento. Aveva percorso Diagon Alley quasi correndo, cercando di farsi strada tra i vari passanti senza urtare troppo nessuno, e si era ritrovata al negozio di cancelleria in un battibaleno. Entrò prendendo fiato, stringendosi nel cappotto verde scuro mentre si legava i capelli in una crocchia: non pioveva, fortunatamente, ma il tempo grigio e umido aveva il potere di farla sentire come se fosse appena uscita dalla doccia, bagnaticcia e in perenne disordine. "Buondì, Miss Corbirock! Come sta? - sorrise alla cordiale donna dietro il bancone, avvicinandosi senza guardarsi troppo intorno per paura di finire nuovamente a comprare l'intero negozio - Sono qui per incontrare Desmond al Crogiolo, posso salire?" Dopo aver ricevuto il permesso della proprietaria, percorse la scaletta a chiocciola entrando di nuovo in quel luogo che profumava d'arte, chiedendosi per quale motivo non lo frequentasse assiduamente. Era effettivamente troppo tempo che non ci metteva piede nonostante la sua iscrizione al Club Artistico e Letterario, molto probabilmente dalle vacanze natalizie, quando aveva partecipato alla battaglia d'inchiostri. Si beò del tipico odore della cancelleria, socchiudendo per un secondo gli occhi prima di riaprirli e fissarli sulla figura di Desmond: erano da soli, quel pomeriggio, e questa novità la fece sorridere. Avrebbero potuto parlare tranquillamente di tutto ciò che volevano: chissà, magari stava bollendo proprio un pomeriggio di arte e gossip - in fondo anche il Tarabay era un giornalista del Settimanale delle Streghe, avrebbe potuto negare quanto voleva la sua passione per i pettegolezzi, la Wilson conosceva ugualmente la verità. "Spero di non averti fatto aspettare troppo. - si avvicinò al ragazzo con un sorriso sul volto, poggiando a terra la sua borsa per poi accomodarsi in una delle poltroncine a disposizione, lasciandosi sprofondare sullo schienale in maniera ben poco posata - Potrei inventarmi qualsiasi scusa, ma in realtà il ripasso di Pozioni mi ha distolto completamente dalla realtà, scusami. Credo di star diventando pazza: si può impazzire per il troppo studio? Il mio cervello non è abituato." Desmond era una di quelle poche persone che aveva la capacità di metterla completamente a suo agio, perciò non si stupì troppo quando le parole uscirono dalla sua bocca in maniera totalmente spontanea, irrompendo come un fiume in piena. "Allora, come stai?" Gli rivolse un sorriso, alzandosi leggermente solo per togliersi il cappotto e rimanere con la sola felpa color arancio e i jeans larghi sulle gambe. Si riaccomodò sulla poltrona, sorridendo a Desmond e pronta a conoscere le novità del giorno.
view post Posted: 4/4/2024, 09:42 Seven Seas of Rhye - Campo di Quidditch
Aveva iniziato subito a correre, a scappare dai passi sempre più vicini di Jared e dalla bugia che aveva appena pronunciato: il ragazzo non sembrava essersi accorto subito che quelle gocce erano solo un pretesto per stare sola con lui in un luogo meno esposto, e questo aveva fatto aumentare la sua risata, che non accennava a placarsi. Nonostante ciò che era successo tra loro l'ultima volta che si erano parlati - avevano litigato, e Lara da quel momento aveva ben chiaro cosa loro due non fossero - percepiva chiaramente la leggerezza che soltanto lui in quel periodo della sua vita era in grado di farle provare, il cuore palpitante mentre sperava che riuscisse a raggiungerla. Si lasciò prendere il polso soltanto una volta arrivati alle strutture più interne degli spalti; dovevano essere poco lontani dal luogo in cui lo aveva aspettato qualche istante prima, solo qualche metro più in basso, in mezzo a vari legni incastrati tra loro per sorreggere tutta la struttura che in quel momento si trovava sopra le loro teste. Piegò la testa indietro per le risate, ma si lasciò girare verso di lui senza il minimo indugio, i piedi che si muovevano da soli per avvicinarsi sempre di più al suo inseguitore. "Forse è un bene che tu sia fuori servizio. Non so se potremmo realmente stare qui, sai?" Strinse le labbra mentre un sospiro più pesante lasciava il suo corpo nel percepire la mano di lui sui capelli: durò un solo istante, percepì chiaramente i suoi capelli venire liberati dall'elastico, la presa ferrea della coda di cavallo lasciare la sua testa finalmente libera. Scrutò nei suoi occhi, chiedendosi a cosa stesse pensando in quel momento, percependo per un solo istante la paura di un suo giudizio negativo per non sapeva bene cosa; ma tutti i suoi pensieri scomparvero mentre le mani scostavano i capelli dal volto del Serpeverde, lasciandolo ancora più libero di essere osservato. Non staccò gli occhi da lui quando andò a legarsi i capelli in uno chignon disordinato: si pentì in quel momento di aver preso un semplice elastico color salvia quel giorno, perché era certa che l'immagine sarebbe stata molto più esilarante se lui avesse avuto tra i capelli l'accessorio giallo coperto da limoni, invece di quello decisamente più sobrio che le aveva rubato. L'immagine che si ritrovava davanti, invece, era tutt'altro che esilarante: ebbe la capacità di scavarle nelle viscere tanto profondamente che quasi si spaventò delle emozioni che una semplicissima azione era in grado di scatenarle, facendola deglutire mentre la sua bocca era più secca di un deserto. "Mi piacciono i capelli così." Si permise di dire, prima che lui si avvicinasse ancora di più al suo volto. Sorrise sulle sue labbra, mentre il proprio inferiore veniva stretto tra i suoi denti e le mani andavano a trovare un appoggio dietro il suo collo: non si sottrasse, ma anzi assecondò quei movimenti finché il suo corpo entrò in contatto con quello del Serpeverde, in quella specie di abbraccio che la infiammò completamente. Percepì distintamente l'aria farsi più tesa, il proprio respiro più corto e meno controllato, mentre quella vicinanza iniziava a farle lo stesso effetto di sempre. Jared aveva la capacità di annebbiarle completamente la mente e indirizzare ogni suo pensiero a loro due, di farla bruciare e allo stesso tempo darle quella boccata d'ossigeno necessario a farla rimanere in vita.

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view post Posted: 29/3/2024, 23:44 Jump - Campo di Quidditch
Non aveva vinto l’esercizio precedente, ma poteva considerarsi soddisfatta della sua posizione in classifica. Prese la benda al volo, portandosi poi il dito indice e medio alla fronte, prima di bendarsi l’occhio destro e dirigersi agli anelli da proteggere. Si sarebbe concentrata al massimo delle sue capacità, socchiudendo l’occhio aperto per vedere meglio ciò che stava succedendo da lontano. Avrebbe quindi iniziato la sua Double Eight Loop, girando attorno agli anelli e facendo in modo che l’occhio libero fosse sembre indirizzato verso il campo: avrebbe quindi coordinato i suoi movimenti al momento del lancio, cercando di capire la traiettoria della pluffa nonostante lo sforzo di avere un occhio coperto e cercando di frapporsi tra la scarlatta e l’anello, allungando la mano destra per accalappiare la palla prima che questa potesse bucare gli anelli. Se avesse preso la pluffa l’avrebbe ripassata ai cacciatori prima di annodare nuovamente la benda per fare in modo che coprisse l'occhio che aveva usato poco prima, cambiando tattica per la parata -una Starfish and Stick o una Pikaboo- e pensando già al mal di testa che avrebbe avuto quella sera jn dormitorio.
view post Posted: 24/3/2024, 21:07 Sketch - Lago Nero
L'ultimo periodo era stato un vero trambusto. Per quanto Lara si sentisse come una di quelle principesse rinchiusa in un'altissima torre, a studiare fino a quando non avesse avuto il diploma ben stretto tra le dite, riconosceva pienamente il fatto di non starsi struggendo troppo in vista degli esami: sì, quasi ogni suo momento libero era dedicato alla stesura delle tesine e al ripasso dei programmi delle materie che aveva scelto di approfondire, ma era da tanto che non diceva di no a un'uscita pomeridiana all'aria aperta o un pomeriggio in compagnia dei pochi amici che si ritrovava. Anche quel pomeriggio si era lasciata convincere da JJ -come se avesse facoltà di parola o potere decisionale- ad uscire al lago nero, godendosi quei raggi di sole che timidamente iniziavano a scaldare l'ambiente: aveva sistemato la sua divisa alla perfezione, stringendo al meglio il nodo della cravatta al collo mentre il maglioncino color tortora veniva parzialmente coperto dal mantello nero. Si beò del sole sul volto fin da subito, percependo la sua pelle scaldarsi mentre la puffola sulla sua spalla sembrava percepire le sue stesse sensazioni. La solita tracolla di pelle marrone conteneva la maggior parte dei suoi appunti, insieme a qualche libro di testo e la sua piuma adeguatamente scelta ad inizio anno, quella di falco, che ormai stava iniziando a perdere la sua punta affilata da quanto l'aveva utilizzata. Camminò per i territori del parco del castello distrattamente, alla ricerca di un posto che potesse fare da contorno per i suoi studi disperati: gli alberi erano troppo ombrosi; le rocce troppo soleggiate; Lara Jean Wilson sembrava essere diventata puntigliosa quanto sua madre, nell'ultimo periodo. Al sol pensiero si sentì rabbrividire, azione che le fece muovere le spalle per allontanare quella bruttissima sensazione: avrebbe preferito trasformarsi in un troll di montagna, piuttosto che in sua madre. Sarebbe sicuramente stata meglio con i suoi simili, se davvero si fosse trasformata improvvisamente, che in compagnia di quella donna. Fu grazie a quei movimenti che JJ -la puffola color rosa antico che l'accompagnava dall'inizio del quinto anno di Hogwarts- si infastidì a tal punto da decidere di scendere da lei con un balzo, quasi sparendo tra l'erba verde. "Ma che fai razza di imbecille!" Si ritrovò a dire ad alta voce, mentre iniziava a rincorrere quella piccola pallina che si intravedeva appena tra il verde rigoglioso; chinandosi appena per avvicinarsi alla terra e vedere meglio dove andasse a cacciarsi. Se non avesse avuto gli occhi fissi sul terreno, molto probabilmente non avrebbe visto il gatto disteso tra l'erba e senza dubbio ci sarebbe inciampata sopra: per fortuna non accadde, riuscì ad accalappiare JJ intenta a saltare sulla groppa del micio appena prima che accomodasse le piccole zampine sul manto del felino, alzandosi in tutta fretta per evitare di cadere addosso a quest'ultimo. "Scusami davvero... mi stava scappando la puffola e proprio non ho visto... -alzò lo sguardo, riconoscendo la figura della ragazza che prima aveva soltanto individuato come un'ombra laterale, dandole un volto che conosceva bene e sapeva per certo associare a un nome- Megan! Giusto? Sono Lara, la giornalista impicciona." Un sorriso accompagnò quel suo modo di etichettarsi, ricordando quanto imbarazzanti fossero le sue domande per l'intervista che aveva svolto soltanto qualche settimana precedente. Sapeva che Megan poteva capire bene la sua situazione, essendo anch'ella giornalista, ma non le piaceva risultare troppo impertinente o puntigliosa con le domande: mettere a disagio le persone non faceva per lei, pur essendo una pura e fiera Serpeverde. Forse il Cappello Parlante non aveva azzeccato appieno con lei, ma era certa avesse le sue buone ragioni per infilarla in quella specifica Casa. In quel momento si accorse del blocco da disegno che distrattamente poggiava sulle gambe della ragazza di fronte a lei: istintivamente fece un passo indietro, allontanandosi da ciò che si trovava di fronte alla bionda -era strano trovare finalmente qualcuno con il suo stesso colore di capelli, sembravano scarseggiare ad Hogwarts- terrorizzata di aver rovinato il soggetto che stava ritraendo o il paesaggio che stava contemplando. "Perdonami, non volevo rischiare di calpestare il gatto, è tuo? Comunque, ti lascio continuare in pace ora, porto la piccola peste da un'altra parte." Con un sorriso, Lara alzò il palmo dove sostava JJ, sorridendo mentre cercava di allontanarsi per lasciare tranquilla la ragazza, in modo che il suo animaletto domestico poco educato potesse non disturbarla più -insieme a lei.
view post Posted: 23/3/2024, 11:32 Love & Other Drugs I - Redazione "Settimanale delle Streghe"
Un'altra domenica all'insegna del giornalismo era alle porte e la Wilson, davanti alla sua macchina da scrivere, stava finalmente pensando a come avrebbe potuto attirare l'attenzione dei lettori con le carte che aveva tra le mani. Le notizie di vero e proprio amore erano scarse, ma forse avrebbe potuto sfruttare la storia del triangolo non amoroso per attirare al meglio l'attenzione di tutti? Gli occhi scorrevano le linee tracciate dalla penna prendiappunti, parole che appuntavano i pensieri dei ragazzi che avevano parlato qualche giorno prima: ora toccava a lei esprimere al meglio le loro storie. Le dita iniziarono a muoversi da sole sui tasti della macchina, premendo velocemente le lettere per iniziare a scrivere quel nuovo articolo che sperava potesse essere all'altezza del nuovo numero del Settimanale delle Streghe.
view post Posted: 23/3/2024, 09:21 Love & Other Drugs I - Redazione "Settimanale delle Streghe"
Per completare al meglio l'articolo, la Wilson era certa che avrebbe dovuto trovare delle informazioni più dettagliate riguardo i suoi intervistati. Con passi leggeri e veloci, aveva percorso i corridoi della Redazione per arrivare all'archivio, che quel sabato risultava un luogo solitario nonostante i lavori che spingevano il personale della Redazione ad essere più frizzantino che mai. Allora, Lara iniziò a estrarre gli ultimi numeri del Settimanale delle Streghe, scorrendo gli indici con il dito per individuare degli articoli interessanti. Primi tra tutti, si attardò a leggere tre articoli del Diciottesimo numero: "Lo sconfinato a portata di Accio e Revelio: intervista ai Diplomati G.U.F.O. della Prima Sessione" vedeva intervistato, tra gli altri, Desmond Tarabay in qualità di gufando, mentre "I volti del nuovo mondo: i Diplomati G.U.F.O. della Seconda Sessione raccontano il loro futuro" raccoglieva anche le parole di Lex Mashal, sempre da gufando; l'ultimo invece era "La guida pratica per evitare gli amori più velenosi di un Tentacula", dove Desmond Tarabay aiutava Sugar Mandylion a sviscerare le caratteristiche più tossiche delle relazioni. Prese qualche appunto, più per avere la parvenza di conoscere al meglio i suoi intervistati per porre le giuste domande al momento dell'intervista. Non trovando altre informazioni nei numeri del Settimanale, Lara si spostò nella sezione dedicata alle notizie più recenti, che trascriveva anche le dicerie più rilevanti e notizie di altre riviste. Lì, trovò una notizia riguardante Hogwarts in cui Tom Hamilton in quanto Custode doveva dedicarsi a risolvere una bighellonata e una del periodo di Halloween in cui si attribuiva a Maxime Delacroix la colpa di voler sabotare la festa dei fantasmi di Hogwarts -in cui si chiariva come fosse un prefetto fresco di nomina. Non sapeva bene se queste notizie sarebbero risultate utili al suo articolo, ma le appuntò su una pergamena pulita. Si dispiacque di non aver trovato nulla di particolare riguardo Maya Smith e Megan Silver, ma non disperò: sicuramente avrebbe potuto svolgere le sue interviste senza troppe difficoltà. Si informò quindi sulle eventuali cariche ricoperte dai suoi intervistati nelle branche più disparate: Agnes Lefevre era la Capitana della squadra di Quidditch di Corvonero, accompagnata dalla sua vice Nives Ivanov; Maxìme Delacroix e Megan Silver erano prefetti della casa di Corvonero, mentre Desmond Tarabay ne era Caposcuola; Lex Mashal occupava quest'ultima carica per Tassorosso, Maya Smith era Capitana della squadra di Quidditch di Grifondoro; Tom Hamilton, tra le altre professioni, era Custode di Hogwarts -più rilevante a suo avviso per l'articolo, visto che avrebbe trattato di un ballo avvenuto proprio nella scuola- mentre Gregory Mandylion occupava la carica di Funzionario dei Conti magici alla Gringott -lo sapeva anche perchè era stata richiamata per un colloquio proprio da lui, quando aveva finito tutte le sue finanze. Fiera dei suoi risultati, mise a posto le riviste utilizzate prima di recarsi nuovamente nel suo ufficio.
view post Posted: 22/3/2024, 21:57 Jump - Campo di Quidditch
Lara accolse il nuovo esercizio con entusiasmo, rendendosi conto solo allora di quanto potesse risultare divertente un gioco del genere. Si posizionò intorno alla sparapluffe, lanciò uno sguardo veloce ai momentanei avversari e si preparò per la contesa. Avrebbe cercato di puntare tutto sulla velocità, spingendo la Nimbus al massimo mentre si protendeva per prendere la pluffa per prima. Se fosse riuscita fin da subito ad acciuffare la pluffa, Lara avrebbe indirizzato in manico verso gli anelli nord, prima di darsi un’occhiata intorno per individuare un compagno da eliminare. Avrebbe quindi cercato di raggiungere uno degli avversari con la scopa e, a distanza ravvicinata, avrebbe cercato di colpirlo con un lancio preciso: a quel punto, avrebbe cercato di recuperare la pluffa il prima possibile. Se fosse riuscita ad avere ancora la pluffa in possesso, allora avrebbe continuato la sua tattica per cercare di eliminare tutti gli avversari; altrimenti, avrebbe cercato di allontanarsi il prima possibile dal possessore della scarlatta, strattonando il manico a destra, sinistra, in alto e in basso per rendere i suoi movimenti poco comprensibili e difficili da intercettare. Avrebbe quindi cercato di schivare la pluffa, cercando sempre di arrivare vicino alla scarlatta quando questa non fisse stata catturata da altri. Se non avesse vinto la contesa, avrebbe semplicemente cercato di allontanarsi il prima possibile, cercando di rimanere in gioco fino alla fine prima di tentare di accalappiare la scarlatta. Se fosse stata presa, avrebbe atteso il turno successivo intorno alla sparapluffe.
view post Posted: 18/3/2024, 23:00 Jump - Campo di Quidditch
Entrò in campo stringendo la coda di cavallo con le dita, mentre rivolgeva un sorriso di saluto ai compagni di squadra. Ascoltò le direttive di Xavier, per poi salutare con un gesto della mano più emozionato la nuova/vecchia bionda che si apprestava a tornare in squadra. Avrebbe quindi recuperato una corda e, mettendosi in coda dopo i compagni, avrebbe iniziato a far roteare i polsi, facendo in modo che la corda continuasse a passare sopra la sua testa: avrebbe quindi cercato di coordinare i passi con i movimenti della corda, in modo da poterla saltare ogni volta che compisse un passo. Arrivata sotto gli anelli nord avrebbe arrestato la sua corsa saltata, soltanto per iniziare a contare i salti, fino ad arrivare a venti: una volta terminati i salti, avrebbe ripreso la sua corsa, questa volta aumentando la velocità e, di conseguenza, anche quella dei movimenti dei suoi polsi, che governavano la corda. Allora, avrebbe raggiunto gli anelli sud, dove avrebbe arrestato la sua corsa e avrebbe cercato di concentrarsi maggiormente: avrebbe invertito i movimenti della corda, facendo in modo che questa passasse dietro di lei, raggiungendo i talloni prima delle punte. Avrebbe quindi cercato di coordinarsi e saltare al momento giusto, contando anche questa volta fino a venti. Arrivata di nuovo a sud, si sarebbe preparata per la contesa a terra. Avrebbe cercato di scattare il più velocemente possibile verso la pluffa, cercando di afferrarla: se ci fosse riuscita, avrebbe spinto al massimo le sue gambe, cercando di schivare eventuali compagni che avrebbero dovuto cercare di rubarle la pluffa. Se invece non fisse riuscita ad accaparrarsela, avrebbe cercato di raggiungere il compagno con la scarlatta, al quale avrebbe riservato una serie di spallate per cercare di rubare la palla all’avversario. Raggiunto il centrocampo, sarebbe saltata in groppa alla Nimbus e avrebbe continuato il suo esercizio. Se fosse stata in possesso della pluffa, avrebbe cercato di raggiungere gli anelli senza farsi rubare la scarlatta; se invece non fosse stata lei in possesso, avrebbe continuato a compiere i suoi modi per cercare di rubare la pluffa all’avversario, continuando con le spallate. Se fosse riuscita ad avere la palla all’altezza degli anelli, avrebbe cercato di lanciare la pluffa, nel tentativo di fare un goal. Avrebbe continuato a compiere l’esercizio fino a quando tutti avrebbero fatto almeno due goal, con la tipica stanchezza del riscaldamento già ad invaderle il corpo e i muscoli.
view post Posted: 17/3/2024, 19:01 Seven Seas of Rhye - Campo di Quidditch
Lara Jean Wilson aveva poco a che fare con le relazioni umane: sebbene i tempi in cui era una persona chiusa, schiva e riservata fossero ormai stati superati, sostituiti dalla solarità che aveva imparato a mettere sempre al primo posto, trovava ancora difficile instaurare delle relazioni durature. Terrorizzata di invadere gli spazi altrui si ritrovava ad essere probabilmente etichettata come una persona fredda, quando in realtà le emozioni invadevano completamente il suo corpo, non lasciandole nemmeno un minuti di pausa da tutte quelle sensazioni che scaldavano il suo corpo. Forse, era stato un bene trovare una persona come Jared: lei per un motivo lui per un altro, le relazioni sembravano non fare per loro; quella situazione di stallo, però, non le piaceva per nulla. Aveva capito che la loro non relazione non prevedeva le classiche cose da coppia, come ad esempio un appuntamento al Madama Piediburro per San Valentino, ma non poteva contemplare l'idea di passare così tanto tempo distanti, senza nemmeno sfiorarsi. Non riusciva più a stare senza di lui. Il ticchettio nervoso della sua gamba destra venne interrotto bruscamente mentre la melodiosa voce di Jared le invase le orecchie, curvandole le labbra verso l'alto e facendo scattare la sua testa di lato. Le sue pupille andarono a scontrarsi con la parte più bassa del suo ventre: non si soffermò più del dovuto, sentendosi già arrossire contro la sua volontà, ma spinse la testa verso l'alto, cercando il suo sguardo mentre le palpebre si socchiudevano a causa della troppa luce proveniente dal cielo chiaro. "Ho solo parlato di congratulazioni, cosa ti fa pensare che ti spetti anche un premio?" Sorrise, piegando la testa di lato e percependo chiaramente la coda bionda spostarsi insieme a lei. Si alzò in piedi, permettendo al suo collo di tornare ad avere una posizione più comoda mentre osservava al meglio il ragazzo di fronte a lei. A un passo da lui, poté osservare chiaramente i segni della stanchezza lasciata dall'ultimo allenamento, che sapeva per certo fossero presenti anche sul suo volto, come anche che a lui stessero sicuramente meglio. Il suo volto era sempre lo stesso, con la sua mandibola spigolosa accompagnata dalla morbidezza del suo sorriso: aveva notato come avesse deciso di far crescere i capelli, non ne conosceva bene il motivo, ma era certa di doverlo ringraziare. Non si sforzò per nascondere le emozioni che era certa potessero leggersi sul viso di lei: le era mancato, e di certo lui non poteva che esserne fiero. Arricciò il naso, sentendo chiaramente il suo cuore perdere un battito mentre lui pronunciava le parole che lei si era permessa soltanto di pensare, mentre con un passo annullava quasi completamente la distanza che li separava. Poteva percepire chiaramente il calore del suo corpo attraversare l'aria e raggiungere il suo; mentre si allungava sulle punte per poggiargli un leggero bacio a fior di labbra, respirando per la prima volta dopo mesi il suo odore, sentendo quel vuoto all'altezza del petto che era certa soltanto lui sarebbe stato in grado di colmare in quel momento. Si ritrasse, abbassando lo sguardo sulla sua cravatta lenta, sorridendo appena mentre le sue mani andavano spontaneamente a stringere il nodo sul suo collo. "Anche tu. -rispose sussurrando, prima di sistemare al meglio anche il colletto della camicia della divisa- Dovresti stare più attento alla tua divisa, però. Sono certa che un altro Caposcuola avrebbe potuto toglierti dei punti per questa disattenzione." Ridacchiò appena, lasciando che le mani scivolassero leggere sul suo petto, fermandosi su di esso. Le era mancato toccarlo, sentire la sua carne ed essenza sotto le dita, nonostante gli strati di vestiti. A quel problema, però, era certa avrebbero potuto trovare una soluzione al più presto. Finse una faccia stupita, spalancando gli occhi e lasciando che le sue labbra si aprissero, facendo uscire un oh, come se fosse appena successo qualcosa di imprevedibile; alzò gli occhi al cielo solo per un istante. ”Era una goccia, quella? -chiese, fingendo che una goccia di pioggia fosse appena finita sul suo capo, quando in realtà il cielo si stava rasserenando ormai da qualche minuto. Continuò ugualmente la sua farsa, allontanandosi appena e raccogliendo da terra il borsone e la scopa, in fretta e furia, come se una bufera si stesse per scatenare su di loro. Dobbiamo proprio metterci al riparo… Un’altra goccia! Presto, presto!” Lo superò, iniziando a correre appena verso il termine delle sedute, trovandosi a qualche passo dal luogo dove le strutture dei gradoni lasciavano abbastanza spazio per potercisi infilare all’interno, garantendo un luogo chiuso e coperto, lontano da occhi indiscreti grazie ai teli decorativi degli spalti. Lanciò uno sguardo veloce al ragazzo, insieme a un sorriso furbo, con il labbro inferiore stretto tra i denti: si infilò agilmente in quegli spazi, come scappando sia dal finto temporale, sia dal suo finto -sperava- inseguitore.

Edited by Lara Jean Wilson - 17/3/2024, 19:18
view post Posted: 14/3/2024, 16:10 Seven Seas of Rhye - Campo di Quidditch

I swear that you'll be mine
At the seven seas of Rhye



Il tempo passava velocemente. La Wilson non era in grado di determinare con chiarezza quanto tempo fosse passato dal momento in cui era rientrata dalle vacanze natalizie, tantomeno quanto dalla sfuriata che aveva riservato a Jared per essersi allontanato da lei in quella maniera così brusca. Il clima piano piano stava iniziando a dar loro tregua, seppur gli allenamenti fossero ultimamente bersaglio di una pioggia continua, che rendeva quasi inutile la rituale doccia post attività fisica: quella si rendeva invece necessaria per riscaldare le ossa dal freddo dell'acquazzone che penetrava nel corpo con facilità disumana. Quel pomeriggio, l'allenamento era stato stremante come sempre, ma non tanto quanto stare ancora lontana dal Serpeverde che ultimamente occupava la sua mente: aveva accettato le sue condizioni, la sua voglia di non intraprendere una relazione per il momento, ma in qualche modo fino a quell'istante si era sentita quasi in difetto ad avvicinarsi di nuovo a lui. La questione principale era che non voleva rischiare di perderlo, ma non aveva mai avuto un legame del genere con nessuno, perciò non capiva bene come dovesse comportarsi. Quel pomeriggio, però, se ne era completamente fregata. Aveva seguito la pancia, che l'aveva indirizzata al suo fianco mentre attraversavano il campo per raggiungere gli spogliatoi e le aveva fatto raggiungere il suo orecchio, al quale aveva sussurrato di dovergli ancora fare le congratulazioni per la sua nuova carica. Perchè era successo anche quello, in quel periodo in cui i loro corpi e le loro anime erano stati così lontani. Non aveva atteso una sua risposta, ma aveva lasciato il suo fianco con un ghigno sulle labbra. Per quel motivo Lara si trovava seduta sugli spalti, nella curva dedicata a Serpeverde -d'altronde, non poteva tradire la sua casata nemmeno in quell'occasione- perfettamente vestita con la divisa scolastica dopo aver asciugato con un incantesimo la seduta, che risultava essere l'unica completamente asciutta, mentre le altre gocciolavano ancora per la pioggia che era da poco cessata. Il borsone e la sua scopa erano abbandonate ai suoi piedi, mentre la gamba picchiettava nervosamente, curiosa di sapere se Jared avrebbe colto quell'invito o se l'avrebbe lasciata sola lassù.
view post Posted: 14/3/2024, 15:43 Una poltrona per due - High Street
Sorrise tra i capelli morbidi della rossa, lasciando che le sue labbra si curvassero sinceramente e il cuore si sentisse alleggerito. "Sono contenta che ti ci ritrovi. Ancora di più che ti piaccia." Lasciò che quelle parole sincere lasciarono la sua bocca, ricordando solo in quel momento ciò a cui aveva assistito ad Halloween. Poteva immaginare la natura dell'oggetto che aveva richiamato Jessica, il carillon con la fata doveva essere collegato in qualche modo a quei sentimenti che avevano legato la Corvonero con il Bertrand, vista la sua poca predisposizione all'approfondire la fine che aveva fatto quell'oggettino tanto grazioso e prezioso. Lasciò che le sue braccia circondassero la Levante per tutto il tempo necessario, stringendola fino a quando lei per prima non avesse deciso di lasciarla andare: era un gesto che poteva voler dire tante cose, il suo; partiva dalla felicità di condividere un momento del genere con lei e arrivava al riconoscere che in quel momento, quella che aveva più bisogno dell'altra forse era lei. Lasciò che le braccia ricadessero lungo i fianchi, concentrandosi ancora una volta sullo stupendo regalo che le aveva fatto: fu mentre scorgeva con gli occhi le venature verdi e nere che si scambiavano irregolarmente posto che le cadde il mondo addosso. Tutta la leggerezza che aveva provato in quel momento in compagnia di Jessica precipitò nelle profondità della terra, lasciando uscire nuovamente quel quesito che sperava non le sarebbe stato più posto. Se da un lato era stanca di parlare di ciò che era successo, dall'altro riconosceva bene la necessità della rossa di scavare ancora più a fondo nella questione. La visione di Xavier insieme alla Celebrian, infatti, aveva scatenato in lei parecchi dubbi: Jessica non le aveva raccontato quello che era successo, quindi era indecisa se credere che lei e il serpeverde si fossero semplicemente lasciati e lui fosse andato avanti velocemente, o se tutto era successo mentre i due stavano ancora insieme. Prese un respiro profondo, tornando con la mente alla volta in cui, dopo essere tornata, li aveva visti insieme: un leggero peso al petto si fece sentire, ma sapeva bene che non era nulla paragonato a ciò che aveva sentito allora. Poggiò le mani sulla panchina, ai lati delle sue cosce, stringendo le spalle mentre lo sguardo rimaneva dritto di fronte a lei, sulla High Street popolata. "No. Penso di essere riuscita finalmente ad andare avanti. -sincera, lasciò che il suo petto si sgonfiasse dall'aria presente nei polmoni, lasciando andare quella verità che nell'ultimo periodo la stava tormentando. Credo che il non provare più niente per lui abbia avuto un grande impatto.. Mi sono resa conto che non era così importante, ora sto bene." Evitò di dirle che parte del suo stare bene era in gran parte merito della persona con cui stava condividendo la stanza e il letto, che era in grado di eliminare ogni questione dalla sua mente con un semplice sussurro. Quello che aveva detto, però, era vero: inizialmente la questione le era sembrata gigante, una cosa talmente enorme da non essere nemmeno in grado di riuscire a circumnavigarla; il dolore del tradimento le era sembrato un'enorme montagna, una di quelle invalicabili, e si era quasi arresa al fatto di doverci convivere per sempre. Invece, lentamente e con molta pazienza, la montagna aveva iniziato ad erodersi, a diventare sempre più bassa e più facile da superare, tanto da permetterle di andare oltre e di lasciarsela alle spalle. Non poteva dire di non aver nessun residuo di quella sofferenza, ma era riuscita a superarla rendendosi conto che, in fin dei conti, non aveva perso proprio nulla. "Ti va di raccontarmi cos'è successo?" Rivolse i suoi occhi verdi verso la rossa, ricercando quelle iridi chiare che ricordava sorridenti: sapeva che quel discorso avrebbe allontanato totalmente quel ricordo dalla sua mente e l'avrebbe sostituito con degli occhi più sofferenti, ma era certa che Jessica dovesse sapere che, qualsiasi cosa fosse successa tra loro, per lei Lara c'era.
view post Posted: 8/3/2024, 11:17 To a new beginning! - I Tre Manici di Scopa
Da quando il loro cibo splendeva sul tavolo tra di loro, la conversazione aveva assunto improvvisamente un tono più profondo: poteva dire con certezza che lei e Maxìme avessero la stessa capacità di distogliere l'attenzione da questioni imbarazzanti, o che avrebbero potuto creare del disagio all'altra parte della conversazione. Era una caratteristica che apprezzava particolarmente, poiché segno di grande empatia: se non ti accorgevi o percepivi le emozioni dell'altro, allora il rischio di mettere a disagio qualcuno era sempre dietro l'angolo. Creare un'atmosfera scherzosa in cui nessuno si sentiva giudicato era qualcosa a cui la Wilson aspirava sempre, senza capire chi si ostinava a tutti i costi di far sentire qualcuno inadeguato.

"Un collega, hai ragione! Ero talmente presa dalle mie cose che quasi non mi ero accorta dei nuovi arrivi in Redazione. -portò una mano alla fronte, sgridandosi da sola mentre metabolizzava le parole del ragazzo- Affatto sorpresa! Non ho ancora avuto il piacere di leggere nulla, ma sono certa che farai un figurone nei prossimi numeri."

Ammirava molto il lavoro che la Capo-redattrice e la Responsabile dei Servizi facevano all'interno del Settimanale delle Streghe, perciò era convinta fermamente che se Maxìme era stato in grado di superare il colloquio, allora era sicuramente all'altezza della rivista di gossip; non poteva dire di conoscere bene l'ambiente della Gazzetta del Profeta, essendoci entrata da pochissimo tempo, ma era convinta che anche lì il Delacroix avrebbe fatto la sua bella figura. Il suo ragionamento riguardo il perdono ebbe la capacità di rapirla completamente, catturare la sua attenzione come non mai: aveva perfettamente senso, quello che lui stava dicendo, ma come si poteva perdonare qualcuno che ti aveva fatto davvero molto male? Lei era stata davvero capace di perdonare, o aveva semplicemente lasciato correre? Quel dubbio prese a tormentarla mentre la consapevolezza la assalì completamente: era certa di aver perdonato completamente Desmond dopo ciò che era successo, non provava più nessun sentimento negativo nei suoi confronti, ma solo un grande bene che le permetteva di passare con lui pomeriggi senza il minimo imbarazzo. Poteva dire lo stesso di tutto il resto?

"Credo che debba crescere un bel po' anche io."

Si limitò a dire sospirando, mentre scacciava i pensieri insieme a quel fiato che aveva trattenuto: non era sicuramente il momento giusto per flagellarsi, quello era un momento di gioia per un nuovo rapporto che sperava sarebbe diventato importante nella sua vita. Perché Maxìme le piaceva, si stava dimostrando una bella persona e non si sarebbe perdonata se si fosse ancora una volta lasciata scappare l'occasione di diventare sua amica. Prese il bicchiere di succo di zucca mezzo svuotato con un sorriso divertito, mentre il suo tentativo di distogliere l'attenzione catturava ancora di più la sua curiosità riguardo quel preciso argomento. Scosse la testa ridacchiando quando si rese conto di non essere abbastanza credibile, mentre appoggiava la schiena alla sedia per potersi concedere una posizione comoda: il suo linguaggio del corpo diceva soltanto una parole, parla. Se la prima parte del discorso ebbe la capacità di stimolare completamente la sua attenzione verso il gossip e l'amore -vissuto dagli altri, ovviamente- le sue domande ebbero la capacità di farla sprofondare ancora completamente nei suoi pensieri. Aveva mai amato, Lara Jean Wilson? Le sue storie amorose potevano essere contate sulle dita di una mano, ed entrambe non erano mai andate così oltre da poterle far sperimentare le famose farfalle nello stomaco. A quel punto della sua vita, poteva dire per certo che la sua breve storia con Xavier era stata totalmente frutto di una passione temporanea, che era andata a scemare completamente in un breve lasso di tempo, lasciandola con solo un pugno di mosche; aveva fatto male quando si erano lasciati, certo, ma non era certa che il motivo fosse un cuore spezzato per l'amore finito, quanto per il modo in cui le cose erano finite. La storia con Desmond, invece, era più complicata: per lui aveva provato una profonda attrazione mentale, erano diventati amici e lentamente aveva iniziato a provare ciò che poteva sembrare una cotta; anche in quella occasione, il modo in cui si erano allontanati aveva fatto male, ma era riuscita a eliminare ciò che il suo corpo aveva provato, mantenendo soltanto l'attrazione amichevole con la sua mente. Quello che stava succedendo con Jared, invece...

"Non lo so. -sbuffò infine, uscendo da quella marea di pensieri che l'avevano tediata dalla sua domanda. Era una risposta ambivalente, quella: poteva rispondere a entrambe le sue domande, dicendo puramente la verità. Era mai stata innamorata? Nel passato sicuramente no, ma in quel momento? Si poteva guarire dall'amore? Sicuramente no, ma magari qualche pozionista stava immaginando un modo per escludersi dalle pene amorose. Non potevano saperlo. Penso di aver sperimentato l'attrazione fisica, come tutti. Brevi cotte, forse. Ma l'innamoramento vero e proprio... -l'immagine di Jared nella sua mente le fece mordere l'interno del labbro, mentre percepiva chiaramente i battiti aumentare. Era amore, quello, o un'attrazione fisica portata a un livello superiore? Era troppo presto, forse, per stabilirlo. non credo. Ma da ciò che dici, tu sei proprio cotto, amico mio. -prese il bicchiere di succo e ne ingurgitò un abbondante sorso, mentre ponderava con attenzione le sue prossime parole. Cos'hai intenzione di fare a riguardo? Sei proprio sicuro di voler guarire?"
view post Posted: 8/3/2024, 10:14 I'm still here - III - High Street
La mattinata stava procedendo senza troppi intoppi: dopo la colazione in Sala Grande -dove Desmond l'aveva leggermente infastidita per la sua fretta perenne, ma anche intenerita con la sua promessa di essere sempre lì per lei e per evitarle una brutta fama da gattara- si era lasciata guidare dal ragazzo, affidando a lui la sua integrità porgendogli la mano per una smaterializzazione. Non era la prima volta, quella, in cui si ritrovava velocemente catapultata in un altro luogo con dei modi così bruschi; lei stessa era in grado di materializzarsi -la sua partecipazione al corso l'aveva reso palese- ma il fatto di non essere riuscita a passare l'esame teorico la metteva ancora di cattivo umore, ripensandoci. In quel momento, il suo lato più infantile aveva preso il sopravvento, implicando il fatto che non avrebbe mai ottenuto la licenza: non tanto perchè non ne possedesse le capacità, più perchè non aveva la minima intenzione di iscriversi per la terza volta al corso e uscirne sconfitta -anche se l'ultima volta aveva semplicemente dimenticato di prenotare l'esame, senza essere stata bocciata. L'aveva semplicemente interpretato come un segno. Una volta arrivati in High Street, la Wilson lasciò andare la mano dell'amico delicatamente, chiudendo per un istante gli occhi per riprendersi dal terribile giramento di testa che l'aveva colta improvvisamente; aprì gli occhi dopo qualche istante, osservando il volto preoccupato di Desmond con un sorriso. Annuì leggermente per fargli capire di stare bene, per poi osservare il suo corpo dall'alto, ispezionando le mani e ogni parte di corpo raggiungibile dal suo sguardo. "Mi hai portata tutta? Non è che ti sei dimenticato qualche pezzo fondamentale?" Scherzò, lasciando cadere le braccia ai lati del torso. Lasciò che lo sguardo vagasse leggero sulla High Street, riconoscendone il piacevole vociare delle persone che giornalmente passavano in quella strada principale; non poté trattenere gli angoli della bocca, che si sollevarono verso l'alto mentre si immaginava nella sua vita adulta, in una di quelle casette che contornavano la strada di ciottoli. Si rese conto di quanto era facile, in effetti, pensarsi in quella nuova vita che, se tutto fosse filato liscio, l'avrebbe accolta di lì a qualche mese. Talmente immersa nell'immagine di una casa tutta sua, Lara quasi si spaventò quando il ragazzo parlò di nuovo, attirando il suo sguardo come una calamita: poteva percepire i suoi occhi sorridere quando ripensò ai momenti passati insieme a Desmond alla ricerca del Lilium Potteris, che si era rivelata decisamente fallimentare. "Certamente ricordo! Oltre al colore dell'altro, abbiamo capito che le nostre anime forse non sono così pure, mh?" Con un sorriso sulle labbra, si appellò alla credenza che il fiore sarebbe stato catturato soltanto da una persona dall'anima pura. Ricordava bene il colore che Desmond le aveva associato, così come la sua motivazione: se inizialmente non pensava che un colore così vitale potesse rappresentarla, solo nell'ultimo periodo aveva capito quanto quel ragazzo fosse stato capace di descriverla alla perfezione. Sorrise, ricordando il bianco perla che aveva invece deciso di portare a paragone di Desmond: probabilmente ora, anche dopo tutto ciò che era successo, avrebbe continuato a pensarlo così. Lo vide estrarre una pergamena dalla tasca, un gesto che le fece corrucciare le sopracciglia per un istante: aveva portato qualche compito da fare? Programmava un'interrogazione di Pozioni per vedere se effettivamente si stava preparando per gli esami? Quando aprì il foglio e glielo porse, allungò le dita che andarono a percepire la grana sottile della carta sui polpastrelli: lo sguardo si posò sul ritratto del suo volto, catturato in maniera così spontanea da farla rimanere a bocca aperta. "Oh" si lasciò scappare quel piccolo verso di sorpresa, mentre le pupille vagavano sui tratti leggeri delle matite colorate che andavano a ripercorrere le ombre del suo volto leggermente più bambinesco di come era adesso: i colori del tramonto plasmavano la sua carne in un modo così naturale che le fece credere per un istante che la sua pelle fosse davvero di quel colore, mentre gli occhi percepivano appena la data sulla parte bassa del foglio. "È bellissimo. -sentì di comunicarglielo, anche se probabilmente lui sapeva bene quanto quel disegno fosse bello. Lo hai tenuto per tutto questo tempo? Anche se avevamo litigato?" Lo disse a bassa voce, mentre gli occhi non riuscivano ad alzarsi da quel pezzo di carta: poteva sembrare una stupidaggine agli occhi esterni, ma non lo era sicuramente per lei. Quello era il segno che lei per lui valeva qualcosa, che, nonostante tutto, quello che avevano condiviso era vero, che l'aveva aspettata. In un movimento spontaneo, le braccia si aprirono e un passo venne fatto in direzione di Desmond: girò la testa di lato, poggiando la guancia al suo petto mentre le braccia andavano a cingerli il busto, in un abbraccio che sentiva il bisogno di dargli. Perché, forse, lui era l'unico che aveva deciso di rincorrerla sempre, nonostante tutto. Lo strinse, chiudendo gli occhi per qualche istante mentre le sue labbra pronunciavano un flebile "Grazie."
view post Posted: 29/2/2024, 16:29 Hurricane - Campo di Quidditch
Aveva cambiato la benda al momento opportuno, quando aveva sentito Xavier sbraitare per il cambio occhio. Aveva quindi l'altro occhio coperto quando il Vice Capitano le lanciò la pluffa per iniziare il secondo esercizio: la Wilson catturò la pluffa con entrambe le mani, saggiando quel cambio di prospettiva che le aveva donato quella benda; subito dopo, si sarebbe messa in posizione, sulla punta della freccia formata dalla Formazione a Testa di Falco e sarebbe partita a tutta velocità. Avrebbe dato il via ai passaggi, lanciando la scarlatta alla sua sinistra, laddove si trovava la Capitana. Avrebbe quindi effettuato un passaggio lineare, mirando proprio verso di lei, prima di prepararsi per la ricezione da destra. Avrebbe continuato così fino ai cinque metri dalla porta: se si fosse trovata in possesso pluffa, Lara avrebbe avanzato fino a trovarsi a qualche centimetro dalle porte, prima di eseguire un Reverse Pass e terminare in picchiata, per lasciare l'area di punteggio libera per gli altri due cacciatroi; se invece non fosse stata in possesso, allora avrebbe scambiato uno sguardo con l'altro cacciatore o cacciatrice rimasto a mani vuote, sincronizzandosi con i suoi movimenti e tentando un tiro combinato. Quando si sarebbe trovata in porta, allora la Wilson avrebbe osservato i movimenti dei cacciatori con attenzione: avrebbe eseguito una Peekaboo, posizionandosi dietro gli anelli per osservare, per poi sbucare da uno di essi per tentare di parare il tiro combinato.
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