Lara Jean Wilson aveva poco a che fare con le relazioni umane: sebbene i tempi in cui era una persona chiusa, schiva e riservata fossero ormai stati superati, sostituiti dalla solarità che aveva imparato a mettere sempre al primo posto, trovava ancora difficile instaurare delle relazioni durature. Terrorizzata di invadere gli spazi altrui si ritrovava ad essere probabilmente etichettata come una persona fredda, quando in realtà le emozioni invadevano completamente il suo corpo, non lasciandole nemmeno un minuti di pausa da tutte quelle sensazioni che scaldavano il suo corpo. Forse, era stato un bene trovare una persona come Jared: lei per un motivo lui per un altro, le relazioni sembravano non fare per loro; quella situazione di stallo, però, non le piaceva per nulla. Aveva capito che la loro non relazione non prevedeva le classiche cose da coppia, come ad esempio un appuntamento al Madama Piediburro per San Valentino, ma non poteva contemplare l'idea di passare così tanto tempo distanti, senza nemmeno sfiorarsi. Non riusciva più a stare senza di lui. Il ticchettio nervoso della sua gamba destra venne interrotto bruscamente mentre la melodiosa voce di Jared le invase le orecchie, curvandole le labbra verso l'alto e facendo scattare la sua testa di lato. Le sue pupille andarono a scontrarsi con la parte più bassa del suo ventre: non si soffermò più del dovuto, sentendosi già arrossire contro la sua volontà, ma spinse la testa verso l'alto, cercando il suo sguardo mentre le palpebre si socchiudevano a causa della troppa luce proveniente dal cielo chiaro. "Ho solo parlato di congratulazioni, cosa ti fa pensare che ti spetti anche un premio?" Sorrise, piegando la testa di lato e percependo chiaramente la coda bionda spostarsi insieme a lei. Si alzò in piedi, permettendo al suo collo di tornare ad avere una posizione più comoda mentre osservava al meglio il ragazzo di fronte a lei. A un passo da lui, poté osservare chiaramente i segni della stanchezza lasciata dall'ultimo allenamento, che sapeva per certo fossero presenti anche sul suo volto, come anche che a lui stessero sicuramente meglio. Il suo volto era sempre lo stesso, con la sua mandibola spigolosa accompagnata dalla morbidezza del suo sorriso: aveva notato come avesse deciso di far crescere i capelli, non ne conosceva bene il motivo, ma era certa di doverlo ringraziare. Non si sforzò per nascondere le emozioni che era certa potessero leggersi sul viso di lei: le era mancato, e di certo lui non poteva che esserne fiero. Arricciò il naso, sentendo chiaramente il suo cuore perdere un battito mentre lui pronunciava le parole che lei si era permessa soltanto di pensare, mentre con un passo annullava quasi completamente la distanza che li separava. Poteva percepire chiaramente il calore del suo corpo attraversare l'aria e raggiungere il suo; mentre si allungava sulle punte per poggiargli un leggero bacio a fior di labbra, respirando per la prima volta dopo mesi il suo odore, sentendo quel vuoto all'altezza del petto che era certa soltanto lui sarebbe stato in grado di colmare in quel momento. Si ritrasse, abbassando lo sguardo sulla sua cravatta lenta, sorridendo appena mentre le sue mani andavano spontaneamente a stringere il nodo sul suo collo. "Anche tu. -rispose sussurrando, prima di sistemare al meglio anche il colletto della camicia della divisa- Dovresti stare più attento alla tua divisa, però. Sono certa che un altro Caposcuola avrebbe potuto toglierti dei punti per questa disattenzione." Ridacchiò appena, lasciando che le mani scivolassero leggere sul suo petto, fermandosi su di esso. Le era mancato toccarlo, sentire la sua carne ed essenza sotto le dita, nonostante gli strati di vestiti. A quel problema, però, era certa avrebbero potuto trovare una soluzione al più presto. Finse una faccia stupita, spalancando gli occhi e lasciando che le sue labbra si aprissero, facendo uscire un oh, come se fosse appena successo qualcosa di imprevedibile; alzò gli occhi al cielo solo per un istante. ”Era una goccia, quella? -chiese, fingendo che una goccia di pioggia fosse appena finita sul suo capo, quando in realtà il cielo si stava rasserenando ormai da qualche minuto. Continuò ugualmente la sua farsa, allontanandosi appena e raccogliendo da terra il borsone e la scopa, in fretta e furia, come se una bufera si stesse per scatenare su di loro. Dobbiamo proprio metterci al riparo… Un’altra goccia! Presto, presto!” Lo superò, iniziando a correre appena verso il termine delle sedute, trovandosi a qualche passo dal luogo dove le strutture dei gradoni lasciavano abbastanza spazio per potercisi infilare all’interno, garantendo un luogo chiuso e coperto, lontano da occhi indiscreti grazie ai teli decorativi degli spalti. Lanciò uno sguardo veloce al ragazzo, insieme a un sorriso furbo, con il labbro inferiore stretto tra i denti: si infilò agilmente in quegli spazi, come scappando sia dal finto temporale, sia dal suo finto -sperava- inseguitore.
Edited by Lara Jean Wilson - 17/3/2024, 19:18
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