Cogito ergo sum. - Group:
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| Lo trattenne il respiro, ne sentì il dolore irradiarsi sotto le costole dove i polmoni sembravano esploderle mentre lo sguardo appannato osservava il drago posto sulla cima del Carillon diventare sfumato. Si perse per qualche attimo nei dettagli che i propri occhi percepivano – ormai – frastagliati, non netti, non lineari scorgendone in quel frangente ancora più la similitudine con sé. E poi espirò quando le parole della Serpeverde le risuonarono come musica e solo in quel momento, quando l’aria riprese a circolare nel proprio corpo in maniera quasi normale capì il senso delle parole che qualcun altro le aveva detto e non poté evitare di ragionarci sopra. L’aveva vissuto come un passato che influiva costantemente con il presente, il terribile errore di seguire il battito del proprio cuore, quando in realtà chi aveva subito il torto l’aveva già perdonata, ma si era sentita carnefice oltre che vile e poco indicata ad un’amicizia protratta nel tempo eppure, se solo si fosse voltata se ne sarebbe accorta che la severità con cui Jessica continuava a giudicarsi e incolparsi fosse solo nella propria testa. Eppure si lasciò andare, ancora una volta, in uno di quei respiri presi a metà profondi abbastanza da fare credere che stesse bene, ma superficiali e interrotti da una crisi di pianto che chi la conosceva abbastanza sapeva che presto sarebbe subentrata. Fu in quel secondo, quando le rimbombò nella testa la richiesta di parlare che Levante prese un altro di quei respiri agonizzanti e forzati, carichi di dolore che la costrinsero a serrare ancora – per quanto possibile – la presa sul regalo, per non farlo cadere dalle proprie ginocchia, per aggrapparsi a qualcosa che non fosse una persona o per non cedere alla tentazione di crollare, ancora. “L’ho lasciato io – lo ammise in un soffio doloroso, lasciando che il proprio sguardo oscillasse altrove, guardare Lara e ammettere che fosse lei stata a porre fine alla storia dopo ciò che aveva distrutto era al momento fuori questione – quando mi ha detto che qualcuno l’aveva baciato, mi sono sentita tradita e arrabbiata. Me ne sono andata per quello, l’ho lasciato perché lui non l’ha respinta, perché io non ero un sufficiente motivo per negare un bacio a qualcun’altra quando stava con me.” Voltò la testa trovando solo in quel frangente il coraggio di incastrare lo sguardo nel suo, non sapeva se in quegli occhi verdi ci avrebbe trovato comprensione, compassione o una parvenza di gioia dettata da un sentimento di vendetta covato nel tempo, ma qualsiasi cosa Jessica ci avrebbe letto l’avrebbe accettato e assorbito con cautela per poi trasformarlo in un sentimento quasi nuovo. Ci voleva coraggio per quello, il ricostruire qualcosa da zero o dal tutto, come loro e, sebbene a Jessica mancasse la componente fondamentale aveva deciso, nonostante le lacrime, di provarci e condividere fino alle viscere qualcosa che ad alta voce per intero non aveva mai rivelato a nessuno, come l’essere la principale causa della propria rovina. “Non sapevo si trattasse di Morgana, l’ho scoperto dopo, al campo e l’ho visto subito come si guardavano – non l’aveva dimenticato il desidero negli occhi del Bertrand, la sensazione che l’oceano dove per anni lei aveva nuotato contro corrente la spingesse verso il fondo sabbioso facendola sprofondare, senza dare il tempo di provare ad arrivare a riva – e poi sono andata a casa sua, lo stesso, nonostante avessi già capito che per me non ci fosse più spazio. E gli ho mentito dicendo che l’avevo cercato in Jared ma non era vero, non è vero.” L’aveva lasciato da parte il dettaglio del sesso prediligendo osservare ancora l’amica cercando di trasmettere, senza parole, ma solo attraverso lo sguardo, la consapevolezza che tra lei e Chèveret ci fosse qualcosa “Non c’è niente tra di noi, se non una profonda amicizia nata dal nulla” lo ammise tranquilla, perché lo sapeva che il pensiero che l’aveva sfiorata era restato qualcosa che non avrebbe avuto mai un inizio, ma ci tenne a precisarlo per non ferire ulteriormente Lara, per non darle anche solo l’idea che una cosa del genere tra loro potesse ripetersi e che l’intuito della Serpeverde riuscisse in qualche modo a collegarne i fili, tra le parole che ad Halloween Jared le aveva detto quando il bicchiere di succo le era stato messo tra le mani tremanti. “Non pensavo di vederlo insieme anche ad Halloween, non credevo che lui scegliesse ancora lei” questa volta spostò ancora lo sguardo fissandosi su altro, lontano da lì dove delle promesse – che al tempo credeva sincere – erano state trascritte dopo importanti parole mormorate contro il suo orecchio. “Se guardo te vedo un futuro” La scosse immediatamente la testa impedendo a quel rimasuglio di bugia di scavarle il cuore, ma non l’aveva fatto del tutto perché la frase si era fermata a metà tra il nodo delle menzogne e quello degli errori commessi da Jessica. “Non gli ho mai dato piena fiducia, forse gli ho impedito di vivere e quello che per me è un tradimento per lui è stata solo una richiesta di libertà, ha sempre cercato di proteggermi da qualcosa e io non gliel’ho permesso ostinandomi a scavargli dentro. Forse la mia scelta, quella di andarmene e ritornargli le chiavi di una casa che non è mai stata anche mia è stata la scelta più giusta da fare”. Lo collegò dopo, quando senza porsi il problema nel stringere, per farsi forza, la mano di Lara il pensiero di essere l’unica per qualcuno fosse un’utopia irrealizzabile, l’aveva capito quando andandosene da quella casa lui, incapace di lottare per lei, l’aveva lasciata andare e l’aveva constatato dopo quando quella sera posandosi sulla sua schiena tra l’odore di alcol aveva risentito il rimbombo del suo cuore destinato a qualcun’altra e a poco erano servite le parole scambiate sulle pergamene dove lui negava l’amore che lei aveva scorto, perché niente l’avrebbe distratta o detratta dall’idea di essere stata ingannata e poi gettata. “Mi sento come un oggetto usato finché qualcosa di migliore non mi ha sostituito” un’ammissione ancora più dolorosa, pari alla presa di coscienza che coincideva con il pensiero che fin dalla nascita aveva sempre avuto. Lei era sostituibile, una ragazza facile da dimenticare e per quanto – soprattutto in quel momento – cercasse di odiarlo lo sentiva ogni tentativo di quel sentimento allontanarsi e dissolversi da lei, , perché lo sapeva che in fondo lui, a modo suo, l’aveva davvero amata.
Edited by Jessica Levante - 29/3/2024, 10:11
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