| ||
-Uoooh hei calma, calma.-
Dakota fece un rapido passo indietro non appena vide la fatina scattare verso il proprio viso, e le ci volle parecchia concentrazione per costringere le mani a fermarsi all’altezza del petto invece che salire a tirare una sberla come riflesso spontaneo. Strinse per un secondo le dita della destra, quindi tornò a rilassare le braccia lungo il corpo. Non le piaceva che qualcuno o qualcosa entrasse nel cerchio del suo spazio vitale, men che meno con quell’atteggiamento rimproverante o minaccioso -per quanto una fatina di dieci centimetri potesse esserlo- ma recuperò in fretta un’espressione composta, rilassando le sopracciglia che si erano precedentemente aggrottate e alzando gli angoli delle labbra in un tenero sorriso. Morgana si era andata a nascondere tra le pieghe della divisa di Claudius, un po’ impaurita, un po’ arrabbiata. -Ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che ti ha turbata.- Ruby aveva poca pazienza. Poca pazienza per le proprie cose, i propri affetti e i propri amici, figuriamoci per quelli degli altri. Però sapeva improvvisare e adattarsi. Per la prima volta, da quando aveva spedito Olimpia a recapitare quella lettera, si domandò se avesse fatto bene o se stesse solo perdendo tempo. Credeva di trovare una compagna per Hera senza sforzi, come se fosse automatico che tra le due si creasse un legame solo perché erano della stessa specie. -Qualcosa di brillante dici?- Il ragazzo le aveva consigliato di attirare le sue grazie con qualche oggetto a prova di Fata, ma purtroppo la bionda non aveva portato nulla dal dormitorio, solo uno dei suoi bracciali forse poteva tornarle utile. Alzò la manica della camicia e scoprì il polso sinistro, addobbato da diversi bracciali dorati, quindi aprì i gancetti di due di essi e se li posò sul palmo. Uno era composto da tre maglie sottili che si intrecciavano a formare una treccia, l’altro era liscio e lucido ma con dei pendenti a forma di campanella che tintinnavano quindi ad ogni movimento. -Merry, ti va di prenderne uno per te e di portarne uno a Morgana?- Accompagnò quella richiesta verbale a dei gesti che corrispondevano alle parole, indicando lei, la mano e Morgana in successione. Aveva pensato che, se ne avesse offerto solamente uno alla Fata di Claudius, la propria si sarebbe ulteriormente offesa, motivo per cui aveva sacrificato ben due bracciali d’oro, sperando che in caso di eventuale rottura sarebbe riuscita ad aggiustarli. Hera Chenoa a quanto pare capì…a metà, in quanto prese entrambi i bracciali e li girò attorno al proprio collo come sciarpe. Allertata dalla possibile tragedia del gesto sfrontato Ruby cercò di correre ai ripari. -No, no, aspetta! Si ti stanno benissimo, giuro, ma uno dallo a lei.- Nella propria mente urlò un grandissimo ti prego, spingendo delicatamente la Fatina verso il collo di Claudius dove si nascondeva l’altra. Vide Hera guardare i due ornamenti attentamente, ragionando da quale separarsi, quindi sfilò quello intrecciato e lo allungò a Morgana sbattendo veloce le sue piccole ali iridescenti. Le rimase davanti, ad un soffio dal mento di Claudius, sfacciata e non curante del ragazzo. Nel mentre di quella scena Dakota cercò di non mettere pressione alle due creaturine tornando a rivolgersi al Corvonero. -In verità niente di particolare…sai, sono stata assente da scuola per un po’ e lei ovviamente è venuta a casa con me. Lì avevo sì delle lezioni private ma per il resto del tempo ero libera e sola perciò, ecco, stavamo tutto il tempo insieme…qui invece le ore di studio sono molte di piu’, lei non conosce benissimo il castello e perciò credo che sia un po’…disorientata e forse crede che io non voglia passare del tempo con lei.- La voce, in piu’ punti del racconto, era diventata malinconica, ma le iridi pervinca della bionda non si erano mai spostate da quelle di lui. Non aveva timore a condividere dettagli della propria vita, ma considerò comunque di spostare il focus della conversazione. -E quindi vuole difenderti eh?- L’irrefrenabile voglia di fingere di tirare un pugno a Claudius si impossessò della sua mente, spunta dalla curiosità di vedere come Morgana avrebbe provato a difenderlo e quali piccole magie avrebbe scagliato sulla Serpe. Sarebbe sicuramente stata una scena enormemente divertente ma anche irrimediabilmente distruttiva per quello che era il suo obiettivo, e magari per i trofei nella stanza. Non aveva idea della portata della rabbia di una Fata, ma si decise che in un altro luogo e contesto lo avrebbe di certo voluto scoprire. Le avrebbe dato fuoco ai capelli? Le avrebbe morso un orecchio? E in tal caso le avrebbe fatto male? Come si litigava con una Fata? La Delaware si perse in quelle fantasticherie e rise di gusto, con tanto di movimento di spalle e mano sulla pancia. -Mi sono appena immaginata di picchiarti –per finta, s’intende- solo per vedere come reagirebbe Morgana.- Rise ancora, questa volta perché nella sua mente la vide rincorrerla mentre le lanciava nocciole. -Però se invece ti tocco e basta…- Allungò lentamente la mano mentre tutta la sua comunicazione non verbale comunicava pace e buone intenzioni. Non guardò Claudius negli occhi ma tenne lo sguardo basso verso il suo arto sinistro, pensò di volergli accarezzare il gomito e il braccio e così fece, calma e deliberata senza chiedere il permesso di nessuno, tutto il contrario di come voleva che invece gli altri si comportassero con lei. |