| Ricevere della corrispondenza via gufo era sempre stata un'esperienza allettante per Javi, perché a ogni missiva ricevuta, mentre l'apriva fantasticava su ciò che avrebbe potuto contenere, dalle notizie più quotidiane a quelle meno scontate. Quando poi a scrivergli erano persone fuori dalla cerchia della sua famiglia, la curiosità lo rodeva incredibilmente e non poteva resistere all'apertura immediata delle lettere. Così era stato quando aveva ricevuto il gufo di Sugar: considerato quel che ormai sapeva su di lei e suo fratello, Javi aveva iniziato a immaginare di tutto e di più, come per esempio che la strega gli scrivesse per raccontargli l'ennesimo attacco di gelosia di Cal oppure per comunicargli che per il quieto vivere sarebbe stato preferibile limitare al minimo la loro conoscenza, ma proprio su questo punto il Grifondoro non avrebbe potuto sbagliarsi di più. Quel che gli veniva chiesto dalla sua amica Gwyneth, infatti, era un incontro all'insegna della fotografia e della ricerca paesaggistica utile per i ritratti che l'amica eseguiva. Non era concepibile rifiutare una proposta del genere, soprattutto non quando Javiereth aveva appena appena acquistato la macchina fotografica dei suoi sogni, cosa che agognava di fare da un tempo indicibile e che finalmente era riuscito a realizzare grazie agli incarichi mensili per cui si era proposto negli ultimi mesi. E adesso ecco che qualcuno con una passione simile alla sua gli proponeva un incontro intensivo all'insegna dell'ispirazione e della sperimentazione. Javi era in estasi! Non avrebbe potuto chiedere di meglio e quindi, pur specificando di essere alle prime armi e di poter fornire consigli di tale livello, accettò immediatamente la proposta. L'appuntamento era al lago, luogo che si prestava benissimo allo scopo, dove si presentò all'ora concordata per essere puntuale e sembrare addirittura professionale, cosa per cui si era impegnato parecchio, dal momento che quella tracolla di cuoio gridava professionalità da tutte le parti. Addirittura, prima di uscire dal dormitorio, il Grifondoro aveva indossato una comoda felpa, ma avendo notato che non si abbinava affatto alla tracolla, decise per uno stile più serio, quasi da fotoreporter vecchio stile, optando per una camicia marroncina a quadretti, pantaloni abbinati e una giacca pesante con numerose tasche, nascosta dal mantello in cui si era avvolto, dove tenere gli attrezzi del mestiere, come per esempio un rullino di riserva, una piuma e della pergamena per prendere appunti su ciò che avrebbe sperimentato quel giorno. Quando arrivò, notò che l'amica Sugar era già intenta a lavorare, china su quello che sembrava un album da disegno, dove la sua mano delineava tratti che Javier da lontano non poteva scorgere. Prima di arrivare troppo vicino, il Grifondoro rallentò e tirò fuori la macchina fotografica dalla sua custodia, tolse il tappo all'obiettivo e la puntò verso Sugar. Ecco la prima inquadratura, il primo soggetto papabile... ma non la prima foto. Per quanto fosse attirato dall'idea di premere il tasto che avrebbe impresso quell'immagine sulla pellicola, non gli sembrava di avere il diritto di farlo così, a tradimento, senza il permesso dell'interessata. Non voleva che la sua prima foto fosse rubata, come se lui fosse un mediocre paparazzo da quattro soldi che con certe fotografie avrebbe potuto anche far soffrire qualcuno. No, lui voleva che le sue foto trasmettessero dell'altro di molto più alto, che avessero intensità e che soprattutto trasmettessero delle emozioni positive. Dunque abbassò l'obiettivo e tenendo la macchina fotografica in mano avanzò fino a raggiungere la strega seduta sulla sua roccia. «Ehm ciao! Sono in ritardo? Spero di no! Grazie per avermi invitato, non vedo l'ora di fare qualche esperimento con questa!» Le disse sollevando la macchina fotografica nuova con tanto di sorriso entusiasta. «L'ho comprata da pochissimo! Non ho ancora scattato neanche la prima fotografia!» Affermò con voce solenne, come a fare intendere (anche se non sarebbe stato così deducibile) che, primo, quella macchina fotografica per lui aveva un immenso valore, secondo, che la prima foto avrebbe dovuto essere di un certo valore per fare il via a quella che sarebbe stata la sua presunta carriera da fotografo. «Tu cosa stai disegnando? Posso vedere? Scusa eheh, sono un po' curioso» Si grattò la nuca, imbarazzato, con la mano libera e spero che l'amica gli desse il permesso di dare un'occhiata al suo lavoro in corso d'opera.
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