Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Amaranth, Libera

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view post Posted on 20/4/2024, 12:17
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Dopo aver svolto una delle sue mansioni per il volontariato a Hogwarts, Sugar aveva tutta l'intenzione di concedersi una buona merenda per il tè pomeridiano come premio per il lavoro svolto. Nella sua mente, la sequenza di scones con burro e marmellata si alternava a quella dei piccoli tramezzini salati e delle ricche fette di torta variegate; già sentiva l'acquolina alla bocca all'idea di strappare un assaggio almeno a tutte le pietanzie disponibili. Il cibo di Hogwarts rimaneva insuperabile, specie quando lei si ritrovava troppo pigra per rifocillare la sua cucina di provviste. Diretta verso la Sala Grande, Sugar passò per la Sala Trofei, dove guardò per caso verso la finestra non per godersi il panorama ma per catturare il riflesso della sua immagine e compiacersene, come spesso avveniva. Oltre al fatto che voleva accertarsi di essere in ordine prima di presentarsi in Sala Grande, davanti a tutti.
Strano a dirsi, forse per il cielo raramente terso quel mese e per il sole che sfavillava sulla superficie del Lago Nero, trovò che il panorama delle Highlands quel giorno fosse incantevole. Essendovi cresciuta, vi aveva fatto l'abitudine e la vista non la sorprendeva più così spesso; per fortuna, tuttavia, c'erano ancora quei momenti in cui poteva immergersi nella bellezza di quella distesa verde e brulla, meravigliosa in primavera. Aveva superato da parecchio la pittura paesaggistica, ma istintivamente pensò che sarebbe stato uno sfondo magnifico per il suo prossimo ritratto. Recuperò un foglio di pergamena dalla borsa e cominciò ad abbozzare ciò che stava vedendo per fissarselo nella memoria, maledicendosi per non essersi portata la macchina fotografica. I suoi ricordi non avevano bisogno di aiuto, ma le sarebbe stato più semplice riprodurre quanto vedeva ora da una fotografia piuttosto che da un abozzo in bianco e nero. Doveva davvero imparare a mettersi in borsa quella macchinetta fotografica oltre alle pergamene!
Si spostò di finestra in finestra cercando di capire e vedere quale fosse il paesaggio più bello e i dettagli accurati che potevano cambiare dall'angolazione diversa, senza nemmeno più prestare attenzione a chi entrava e chi usciva dalla Sala, e proruppe a metà di un'imprecazione quando la punta della sua matita si spezzò nel premerla troppo forte; si era decisamente emozionata troppo tentando di catturare un riverbero sul lago. Ricordando che si trovava in una scuola, Sugar trattenne il resto dell'esclamazione a fatica, e non fu semplice: sapeva di non avere una matita di riserva nella borsa. Non si sentì una pittrice professionale in quel momento, dovette ammettere in un raro istante di sincerità con sé stessa.
 
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view post Posted on 21/4/2024, 11:06
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Molti avrebbero detto che le giornate al castello si ripetevano secondo uno schema monotono e ripetitivo: colazione, lezioni, pranzo, lezioni, cena, coprifuoco, letto e il giorno dopo si ricominciava da capo. Eppure per Helen Minerva ogni giorno era totalmente diverso dal precedente. Tralasciando il vivo interesse per le lezioni che, seppur impegnative, la entusiasmavano e le rendevano impossibile annoiarsi, i suoi studi di approfondimento su tutti gli argomenti e i suoi occhi curiosi trovavano sempre qualcosa di nuovo o di interessante che catturava la sua attenzione.
Quel giorno in particolare, la Grifondoro aveva deciso di passare per la sala Trofei prima di recarsi in Sala Grande per il suo rituale del tè, dovuto all'educazione nobiliare del lato purosangue della sua famiglia. Lo scopo era curiosare tra le varie targhe onorifiche attributi agli studenti brillanti che avevano segnato la vita del castello dalla sua fondazione ad ora. Dopo le varie interviste ai quadri, più o meno tediose, e la conclusione positiva della sua precedente ricerca - Merlino Gratias prima della loro vivace protesta per la quale ormai molti di essi facevano vedere esclusivamente le nuche - la Grifondoro aveva colto il potenziale della storia e della cultura magica che poteva racchiudere quel castello. Storia non sempre raccontata, o almeno non nel dettaglio a cui mirava lei. Così, dopo aver passato qualche giorno a raccogliere informazioni da vari libri, Storia della Magia in primis ma anche tomi racchiusi in Biblioteca, la Minerva aveva deciso chd era ora delle ricerche sul campo.
Arrivata alla Sala, dopo le lezioni, armata di matita e taccuino, iniziò a prendere appunti passando da un trofeo all'altro. Nei suoi interessi vi erano: nome e cognome, anno, casata, motivo del riconoscimento. Tutte informazioni che poi avrebbe confrontato con dei registri o dei libri... Probabilmente avrebbe dovuto chiedere al signor Hamilton come reperire le informazioni, ma la partita a scacchi con il Custode era una problematica di cui si sarebbe occupata poi. Mentre passava da un trofeo all'altro, gli occhi scuri di Helen caddero su una figura intenta a ritrarre il paesaggio che si intravedeva dalla finestra. Persino Helen Minerva, solitaria nel castello e nel mondo magico, conosceva la giovane donna: Sugar Mandylon rampolla di una delle famiglie più note del mondo magico, ex Serpeverde, Auror, Cacciatrice, impiegata del ministero... Su quella strega giravano molte voci, portate anche da Giornali e Riviste, come il Settimanale eppure non avrebbe saputo dire su quale fare affidamento. Probabilmente a tutte e a nessuna. Curiosa di leggere qualcosa dietro la corazza evidente della strega e affascinata dal suo rapimento nel disegno, cosa che non si aspettava dalla tenacia, impetuosità e forza che aveva sempre mostrato sulla scopa al campo da Quidditch e probabilmente anche nella vita quotidiana, Helen Minerva si dimenticò del suo primo interesse e la osservò concentrarsi sul suo talento. Neanche gli starnuti della Grifondoro, dovuti alla rinite allergica di Merlino solo sa cosa, visto che la ragazza aveva sempre goduto di un'ottima salute, riscossero la giovane strega dalla sua opera. La sua figura sembrava uscita da un ritratto romantico: appariva mite, rilassata e concentrata allo stesso tempo.. un immagine serena a contrasto con ciò che la donna solitamente mostrava. Lo spezzarsi improvviso della punta della matita, un imprevisto nell'azione della giovane donna, causò la fuga di un'imprecazione dalle sue labbra risvegliando la Grifondoro stessa dalla sua ammirazione e mandando in frantumi l'immagine eterea della Mandylon.
La Shadowheart, con la sua gelida compostezza e il suo passo silenzioso, si avvicinò quindi ad ella porgendole in un gesto silenzioso la sua matita. Avrebbe voluto che ella continuasse; avrebbe voluto vedere l'opera completa e scoprire come delle mani tanto forti potevano creare un dipinto così raffinato e delicato.
 
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view post Posted on 21/4/2024, 11:20
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Ultimamente il castello sembrava calato in un silenzio assordante, forse le prime avvisaglie dell'avvicinarsi delle vacanze estive, mancava infatti solo maggio e poi maggior parte degli studenti avrebbe fatto armi e bagagli per tornare a casa e i pochi rimasti sarebbero stati troppo occupati a pensare ai G.U.F.O., nonostante però l'anno non mi fosse andato male fino a quel punto non mi sentivo minimamente in grado di affrontare uno scoglio del genere era troppo presto e avevo ancora troppe cose da capire, fu così che mi ritrovai come al solito a girare per il castello senza una meta precisa, ripensando alle ultime lezioni mi tornò in mente una cosa, la lezione di Volo, difatti seppur fossi partito pensando di non poter ottenere un risultato minimamente vicino alla sufficienza dovetti ricredermi perché la mia prova fu più che buona quindi decisi di recarmi il Sala Trofei.

Percorsi il lungo corridoio e arrivai alla porta, in realtà c'ero stato piuttosto recentemente per l'incontro fatale con la giovane serpe ma oggi ero venuto da solo, il tempo si era improvvisamente fatto più freddo e quindi Morgana se ne stava al calduccio e non c'era verso di farla uscire e andava bene così, non dovevo preoccuparmi di tenerla d'occhio e potevo guardare meglio la stanza.
Sarà stato l'effetto del buon voto o la cattura del boccino ma ora sembrava tutto diverso e molto più gradevole rispetto alla prima volta, infatti all'inizio mi aveva dato la sensazione di una specie di mausoleo, infatti molti degli alunni in foto probabilmente erano morti e quindi quelle teche sembravano un reliquiario ai miei occhi ma non quel giorno, quel giorno sembravano brillare, sarà stata la luce che penetrava dalle finestre ma quasi si poteva percepire la nostalgia, la gioia e la gloria dei fasti in cui erano vissuti quei campioni.

Camminavo raso alle teche cercando di seguire la luce che dava quella sensazione mistica e sacrale al tutto, forse era quello il significato della vita, l'essere ricordati, dopotutto quello che resterà della nostra vita dopo la nostra morte saranno solo le nostre opere e i nostri ricordi e forse quelle teche avrebbero reso immortali chi vantava di avere il suo nome e la sua foto all'interno, non meno di chi aveva il suo ritratto parlante e mia madre aveva i suoi libri.

Ero ormai vicino alla luce alla finestra quando a un tratto mi ritrovai a terra in pochi secondi accompagnato da un fragoroso rumore, non avevo visto una piccola sporgenza ai piedi dell'angolo di una teca ed ero inciampato urtando conto di essa che fortunatamente era abbastanza pesante da non cadere ma solo vibrare e produrre un forte rumore, io caddi a terra di lato trovandomi con dolori lungo tutto il fianco sinistro, fortunatamente ero cascato con la testa sul braccio sinistro e l'avevo sbattuta solo leggermente mentre il braccio aveva assorbito tutta la botta e mi faceva malissimo
-aia aia aiaiai che male dissi mentre cercavo di riprendermi dalla botta e mettermi seduto, fortunatamente la borsa a tracolla era sul mio lato destro e caddero fuori solo la penna di pavone e i biglietti da visita di mia madre insieme a dei piccoli pezzi di pergamena su cui avevo segnato delle note come "Javier libro" o "Minerva ?" cose che potevo capire solo io, alzai gli occhi da terra e vidi una ragazza, non molto più grande di me stava scrivendo? No, avevo ancora la vista un po' annebbiata scossi il capo, stava disegnando, rimasi imbambolato non sapevo cosa dire, non riuscivo a vedere il foglio ma potevo aver fatto sbagliare la giovane donna, un frastuono del gene era abbastanza da far sobbalzare chiunque
-S-scusa... Spero di non averti fatto sbagliare... dissi col mio solito sorriso ingenuo, poi cercai di rimettere tutto in borsa, cercai di alzarmi ma caddi dinuovo col sedere per terra, evidentemente era ancora presto.
 
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view post Posted on 22/4/2024, 12:11
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Mentre osservava indispettita la punta spezzata del suo strumento cercando di richiamare alla mente un possibile Incantesimo che potesse temperarlo, Sugar venne affiancata da una Grifondoro dall'invidiabile carnagione bronzea, lunghi capelli castani e portamento solenne. Senza dire nulla, la ragazza le porse una matita, segno che aveva intraveduto la triste scena della sua disavventura (e della sua poco educativa imprecazione). Oh be', almeno l'ex Serpeverde non rispondeva ad alcun dovere come docente o assistente o figura responsabile all'educazione delle menti più giovani. Sugar guardò la giovane con gratitudine, chiedendosi se non fosse lei la fautrice degli starnuti che aveva udito distrattamente solo qualche minuto prima. La Grifondoro doveva essersi accorta allora che a Sugar serviva pronto soccorso per finire l'abozzo sulla pergamena; giungeva proprio mentre lei stava cercando di fissare quel particolare lucchichio del sole sulla superficie del Lago Nero, che sarebbe di certo scomparso di lì a qualche secondo. L'intervento della Grifondoro poteva dirsi a dir poco provvidenziale su quel fronte: Sugar affondò con decisione la punta curata della nuova matita nella sua pergamena e intrappolò il riverbero che voleva, concedendosi quindi un sorrisetto soddisfatto. Alzò dunque gli occhi acquamarina sulla ragazza, incontrando il suo sguardo più scuro, e continuò a sorriderle.

- Grazie! - disse. - Sarebbe successo un vero disastro se non fossi intervenuta. -

Pronunciò quelle parole con tutta la serietà del mondo.

- Devo davvero imparare a portarmi dietro la macchina fotografica. Sono Sugar, piacere! - aggiunse quindi, porgendo la mano alla ragazza silenziosa.

Un insieme confuso di rumori provocati da qualcuno che cadeva e conseguenti gemiti giunse fino a loro. Sugar si voltò appena verso la fonte del rumore, scoprendo un Corvonero lungo riverso al suolo che si scusava per l'interruzione. L'Auror osservò il ragazzo cercare di mettersi in piedi solo per cadere di nuovo. Batté le palpebre, lanciando un'occhiata interrogativa alla Grifondoro; aveva visto la dinamica dell'incidente? Riportò gli occhi sullo sventurato a terra. Forse il Custode era passato di lì solo pochi minuti prima per lavare il pavimento della Sala Trofei, e il Corvonero aveva avuto la sventura di scivolare proprio su uno dei punti ancora bagnati dell'area. O forse il ragazzo era semplicemente scoordinato di suo; Sugar ne aveva visti parecchi come lui, primo tra tutti suo fratello Gawith. L'ormai Direttore di Tassorosso aveva avuto una vera e propria fase quando erano stati bambini in cui non era riuscito a fare due passi senza inciampare rovinosamente. Non aveva aiutato il fatto che il più delle volte fosse stata proprio Sugar a fargli lo sgambetto.

- Nessun rischio, ho già finito. Tutto bene il didietro? - domandò al Corvonero. - Ti serve una mano? -
 
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view post Posted on 23/4/2024, 14:17
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Sugar Mandylon le rivolse uno sguardo pieno di gratitudine, cosa che se sorprese la giovane Shadowheart, comunque non lo diede a vedere. Gli occhi acquamarina dell'ex Serpeverde la colpirono come una lama, sembrava che la giovane donna le avesse letto l'anima in profondità. Uno sguardo che in altri contesti sarebbe stato sicuramente freddo e glaciale ma sbocciato come caldo e gentile. Restando in silenzio, dopo che la Mandylon accettò la sua offerta, rimase a guardare la sua opera. I tratti della donna erano forti e decisi, come doveva essere il suo carattere, ma la linea era estremamente precisa e pulita e il risultato affascinante, ammaliante ed armonioso. In quel dipinto del magnifico paesaggio di Hogwarts poteva leggere lei, l'artista, la donna dietro il disegno.
Nel sorriso di soddisfazione che l'Auror si concesse quando fu soddisfatta anche dell'ultima linea, la Grifondoro lesse la ricerca di perfezione e l'ambizione dell'ex Serpeverde, sentendo una forte vicinanza con ella, essendo tratti anche del suo carattere. Il suo sorriso contrastava con il suo tono serio, eppure la Grifondoro si sentì affine e a suo agio anche in questo: non riconobbe freddezza altezzosa ma dignità, solennità e serietà.
"Figurati. Volevo sapere come avresti completato il disegno. Il tuo lavoro è ottimo. Sei brava"
Non era sua abitudine sprecarsi in complimenti: se dalle sue labbra fuoriusciva un apprezzamento era sicuramente perché la Grifondoro ne era fermamente convinta. Prese con convinzione la mano della Mandylon con la sua, in una presa salda ma delicata, cosa molto rara per la ragazza:
"Mio Sugar. Helen Minerva"
Disse facendo leva sulla melodia del suo nome. Frequentare la Cacciatrice Serpeverde, da questo loro breve scambio, poteva rivelarsi estremamente interessante.
"Quando la porterai mandami un gufo. Sono molto curiosa di scoprire quali scorci artistici del castello potrai individuare"
La fotografia la affascinava e anche scoprire con quali occhi l'ex Serpeverde vedesse il mondo. Tornando improvvisamente con la mente alla sua ricerca si domandò se la giovane donna avesse mai visto il suo nome inciso in quella sala, ma la domanda le si spense sulle labbra quando il forte rumore causato dalla caduta di un Corvonero. Osservandolo meglio riconobbe in lui il ragazzo incontrato qualche settimana prima alla torre orologio. Che fosse un po' impacciato, Helen Minerva lo aveva dedotto già dal loro primo incontro. Mentre Sugar domandava al ragazzo della sua salute, preoccupata della sua caduta, Minerva si piegò con eleganza sulle gambe e raccolse da terra due dei foglietti di carta che le erano arrivati ai piedi, per poi risollevarsi.
Il primo era un biglietto da visita di una controversa scrittrice mezzosangue che scriveva libri contro i babbani. Lei personalmente ne aveva letti alcuni, vista la sua ricerca spasmodica di conoscenza, e li trovava altamente discriminatori. Che fosse lei la madre di cui lui le aveva parlato al loro precedente incontro? Se quell'ipotesi si fosse rivelata corretta si sarebbero spiegate molte cose.
Nel secondo, con una grafia a tratti decisa e a tratti titubante, come ad esprimere un conflitto interiore, vi era vergato il suo nome con un punto interrogativo. La ragazza non proferì alcuna parola ma, con un cipiglio interrogativo, voltò il foglietto verso il ragazzo mostrandoglielo e attendendo una spiegazione o una giustificazione.
 
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view post Posted on 25/4/2024, 02:59
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-Etciú uno starnuto portandomi la mano alla bocca, evidentemente la mia caduta aveva fatto alzare della polvere da farmi starnutire

-Sto bene, un po' di riposo e mi passa tutt..AAHH!! sobbalzai con un gridolino, infatti appena mi sporsi oltre alla vetrina dove ero caduto mi accorsi che una figura piuttosto nota ai miei occhi era poco distante dalla bionda
-C-che ci fai tu qui? chiesi fra l'imbarazzo e la sorpresa, avevo incontrato per la prima volta quella ragazza poco tempo prima alla torre dell'orologio e quell'occasione sconvolse le mie certezze e ancora non mi ero ripreso, non c'era nulla nelle mie giornate s farmi sentire meglio, avevo perso l'appetito, dormivo poco e male, tutte le mie passioni sembravano ora vuote e senza significato, non riuscivo più a scrivere né a concentrarmi, ogni ora mi faceva visita nella mente l'immagine di quel viseo bronzeo che muoveva le carnose labbra e i cui capelli cadevano sul petto, le linee sinuose, c'era qualcosa di diabolico in tutto ciò, dovevo capire cosa.

Sfortunatamente non fui abbastanza veloce da riporre tutto in borsa e Minerva riuscì a prendere un biglietto da visita di mia mamma e proprio il biglietto in cui vi era scritto il suo nome, il mio volto divenne cremisi e velocemente presi il biglietto delle sue mani, mi alzai in piedi, le gambe tremanti anche se non sapevo se fosse per il dolore o la presenza della giovane.
Era davvero imbarazzante, mi aveva praticamente colto con le mani nel sacco, dovevo uscirne in qualche modo
-N-non farti strane idee, non è che stessi pensando a te... È che ho un problema co-coi nomi dissi arrancando con voce tremante e con le mani che sembravano quei giocattoli che vibrano quando tiri la cordicella mostrai l'altro biglietto
-V-vedi? In questo c'è scritto "Javier libro" e oltre a ricordarmi il suo nome mi ricorda anche che gli ho prestato un libro di mia mamma per farglielo leggere e quando l'avrà finito dovrà restituirmelo. era vero quindi sperai che quella scusa bastasse a non farmi altre domande in merito.
-S-stai lontana d-da me aggiunsi ma mentre la mia voce pronunciava quelle parole il corpo mi contraddiva facendo passi avanti incontro alla ragazza e non indietro.

Rivolto poi alla bionda dissi -Stai attenta a lei non ti fidare... Ti ha dato per caso qualcosa o fatto cose strane? L'ultima volta che l'ho incontrata io sono finito in infermeria e... e non dubito che sia stata lei a farmi cadere, magari con una fattura della Pastoia non verbale. sapevo benissimo che non fosse così ma ormai la ragazza nella mia mente era come una novella Pandora che aveva aperto il vaso facendo uscire tutti i mali del mondo.

Mi avvicinai abbastanza per poter vedere il dipinto ma non troppo da invadere lo spazio personale della disegnatrice, si poteva notare che fosse un quadro che andava visto da vicino e che poteva collocarsi nel realismo visto che voleva replicare lo scorcio al di fuori della finestra del castello
-Questa è arte vera, hai un bel tratto per caso sei iscritta al Club di Arte e letteratura di Scribbulus, potresti esporlo lì dissi sorridendo, riguardo la prima affermazione era dovuta al fatto che ormai quasi nessuno dipingeva in quel modo, avevo frequentato molti palazzi mobili e quadri del genere erano sempre molto antichi e mai di artisti moderni, questo perché soprattutto nell'ambito babbano si stava sperimentando da secoli una decadenza del valore dell'arte definendo grandi opere cose fuori di testa come tele bianche tagliate, scritte sui muri e persino mobili e sanitari che secondo questi grandi critici rappresentavano chissà cosa, io ero invece dell'idea che l'arte vera era semplice e immediata, soprattutto riconoscibile e godibile da tutti, non ci voleva un espertone che tirava fuori grosse storie e significati

-Ah... Che maleducato, io sono Claudius. non aveva più senso nascondere la mia identità alla Grifondoro dopo l'episodio in Infermeria e ora sapeva anche il nome di mia mamma, ogni poco il mio sguardo si spostava su Minerva e per quanto mi sforzavo non c'era verso, i miei occhi si spostavano nella direzione della figlia di Godric come attratti da una calamita e a ogni sguardo il mio viso tornava ad accendersi.
 
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view post Posted on 28/4/2024, 15:08
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Sugar osservò con interesse il volto della Grifondoro, e ricambiò la sua stretta con la stessa delicatezza e decisione che Helen le aveva offerto. Indossava due nomi solenni che rispecchiavano il suo portamento e i suoi modi eleganti, caratteristiche che Sugar non poteva che apprezzare per gusti personali, anche se non avrebbe mai trovato sminuente il contrario. Rivolse una breve occhiata alla bozza per cui la Grifondoro si era complimentata prima di tornare con gli occhi acquamarina in quelli scuri di Helen, orgogliosa come sempre all'idea che anche solo i primi disegni delle sue opere potessero venire apprezzati in quella maniera. Le restituì la matita con cui l'aveva soccorsa e salvata, battendo le palpebre all'idea di scoprire angoli da fotografare in giro per il castello insieme a lei. Era sempre cosa buona e giusta trovare qualcuno che condividesse i suoi interessi per l'arte e con cui tenere delle vere e proprie sessioni di scoperta e discussioni appassionate. Allo stato attuale, poteva dire di avere Javier con cui parlarne, anche se tecnicamente non si erano ancora messi in gioco. Lo avrebbero fatto di lì a poco, imbracciando le rispettive macchine fotografiche per vedere cosa combinare insieme: prima di coinvolgere Helen, comunque, Sugar intendeva esercitarsi un po' con lo strumento. La pittura era il suo campo, quello che non le dava alcun dubbio o incertezza, mentre con la fotografia... si sarebbe sentita inesperta. E lei detestava sentirsi in quel modo davanti a persone che non conosceva, motivo per cui prima avrebbe fatto la giusta dose di pratica.

- Grazie. Ti inviterò volentieri. - disse con un sorriso sereno. - Gran bei nomi. Chi li ha decisi? - aggiunse con genuina curiosità.

Di contro, il Corvonero sembrava comportarsi esattamente all'opposto della composta miss Shadowheart. Sugar lo osservò con curiosità, diagnosticando la maledizione che Helen gli aveva lanciato in meno di cinque secondi. Assottigliò le labbra, cercando di trattenere un sorrisetto divertito. Doveva essere la prima volta che il ragazzo si invaghiva di qualcuno, a giudicare da come stava gestendo la vicinanza della Grifondoro, e non sembrava affatto consapevole o non voleva ammettere i propri sentimenti. Sugar spostò il suo sguardo da Helen a Claudius, rosso in viso come se avesse appena corso per miglia in un solo secondo, e si chiese se la ragazza si fosse accorta dell'effetto che aveva su di lui. Sarebbe stato un po' difficile il contrario, a dire il vero: gli occhi di Claudius tornavano con estrema puntualità sulla figura di Helen, nonostante lui cercasse di opporsi. L'ex Serpeverde conosceva bene quella sensazione a causa di un altro Corvonero, anche se non lo avrebbe ammesso facilmente (non ancora).

- Un problema con i nomi, mh-mh. - ripeté sogghignando. - Mi ha prestato una matita, in effetti. Dovrò farmi visitare per un potenziale Incantesimo Ammaliatore. -

Dopo quelle parole sarcastiche, Sugar guardò Helen con espressione eloquente e le rivolse un occhiolino. Poi tornò con l'attenzione al Corvonero, che avrebbe potuto trarre qualche preziosa lezione da un qualsiasi numero del Settimanale delle Streghe. Inutile dire che quell'imbarazzante, piccante situazione la stesse deliziando. Dubitava che una ragazza come Helen potesse accettare di uscire con Claudius, ma dopotutto lo stesso si sarebbe potuto dire di lei e Caledon. La decisione sarebbe stata della Grifondoro, in ogni caso, e alla peggio il Corvonero si sarebbe potuto mettere l'anima in pace. In quanto a Sugar, figura extra in quel dipinto, si sarebbe goduta lo spettacolo accertandosi comunque che Claudius si comportasse bene, date le accuse che aveva già rivolto alla Grifondoro (e che sarebbero già dovute essere garanzia di un "no" secco, almeno per Sugar).

- Suvvia, non cè bisogno di essere sgradevoli. Non sei maledetto e non ti serve l'Infermeria. E di sicuro non vuoi che ti stia lontana; prima le chiedi di uscire e prima smetterai di inciampare e sentirti andare a fuoco ogni volta che la guardi. -

Sorrise compiaciuta ai complimenti che le rivolse il Corvonero per via del suo disegno. Non faceva parte del club di Scribbulus, anche se di certo avrebbe dovuto prenderlo in considerazione per il futuro.

- Ti ringrazio. Non sono attualmente iscritta, ma forse in futuro. Sono Sugar. - si presentò anche a lui, attendendo con interesse i risvolti che avrebbe preso quella situazione ora che i nomi di tutti erano stati svelati.
 
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