| Aveva continuato ad ascoltare la Grifondoro con l’atteggiamento di chi avesse molto da imparare, anche se chiaramente si trovava forse su un piano più alto di quello della studentessa. Non altro, i concetti che aveva esplicato in quel breve lasso temporale erano stati solo accennati, ragion per cui ascoltando Shadowheart ebbe sempre più l’impressione di trovarsi davanti a una strega dalle molteplici capacità e una dote comunicativa superiore a ciò che solitamente vagava per i corridoi del castello e nell’Aula di Incantesimi. Doveva appartenere a una qualche famiglia di livello, certamente. Di tanto in tanto aveva rivolto lo sguardo su un punto preciso della figura della figlia di Godric, altre volte aveva colto lo spunto lasciato dall’altra per vagare da solo lungo le colline che potevano scorgersi dalla feritoia sulla destra, dall’altra parte del locale rispetto la posizione da lui occupata, tornando presente in mente e corpo solo quando Helen Minerva faceva sarcasmo. Decise però di riprendere proprio da uno di questi ultimi punti, con un rinnovato interesse.
«Beh» fece con altrettanto sarcasmo e mal celata ironia inarcando appena le sopracciglia e arricciando il labbro inferiore guardandosi per un momento a sinistra «mi sta proponendo un’uscita d’emergenza per chi non ama la corrispondenza? Che gentile offerta, avrei dovuto fare un’esame di coscienza quando ho preso le redini dell’ufficio postale» poggiò gli avambracci sulle cosce, portando il busto leggermente avanti, assumendo però una espressione subito dopo seria, quasi fredda e praticamente senza battere ciglio, mentre pensava a tutto e niente. Non poteva dire si stesse divertendo ma non poteva nemmeno dire di sentirsi a disagio. Ecco quindi che alzò subito dopo le mani all’altezza del petto mostrando all’altra i palmi come per smarcarsi da quanto aveva gentilmente detto poco prima.
«Ah, tutt’altro, non mi delude. Anzi, dimostra ulteriormente quanto non mi sia sbagliato sul suo conto» e non aveva quasi dubbi su chi potessero essere i famigerati compagni di cui aveva parlato la mora. Magari gli stessi invasati che avevano disertato i compiti di Trasfigurazione per prepararsi all’ennesima buffonata sul campo di quidditch. Sospirò, osservando la punta delle scarpe lucide e poi il pavimento trovando un poetico confronto tra giusto e sbagliato che lasciò per un altro momento. Quindi riprese poco dopo. «E di ancor più inutili e idioti dei dialoghi ci sono solo i frustrati e gli invasati che passano ogni giorno a vivacchiare senza obbiettivo. Una vita triste, non trova?» posò nuovamente lo sguardo sulla ragazzina, sfiorando i palmi e intrecciando le dita mentre attendeva e ascoltava la risposta osservando le rughette delle falangi. Per quanto fossero vere le parole circa Fedoryen, che ben si distingueva dal fratello scemo, credeva che anche la strega potesse essere in grado di fare non solo un ottimo percorso ma anche un’ottima entrata nella società magica una volta terminati gli studi. Non lo disse, però, perché gli sembrava come se la studentessa non accettasse quelle previsioni, focalizzandosi solo sui suoi obiettivi principali. Non un male, comunque, vista l’inesistente caratura che aveva accompagnato i suoi egregi e scarsi compagni d’avventura prima di lei. «Io sono diventato un mucchio di cose dopo i M.A.G.O., signorina Shadowheart, perseguire la conoscenza senza perdere tempo su altre sciocchezze è un pregio che pochi possono vantare di avere» le disse «Lavoro al Ministero, lavoro a Hogsmeade, lavoro in duplice veste qui. È la conoscenza ad avermi portato a questo livello, ed è sempre la conoscenza che mi porterà al livello successivo e a quelli oltre ancora» stirò un impercettibile sorriso, stavolta anche arrogante, perché Shadowheart aveva risvegliato per un momento quel suo lato antico. «Laddove gli ignoranti festeggiano banchettando sulla preda, inconsapevolmente la stessa viaggia verso orizzonti preclusi ai primi» concluse poeticamente, catturato da quelle parole, mentre osservava la sua civetta tubolare. «Qual è la sua massima aspirazione al castello? Ha tutte le carte in regola per diventare una Promessa e una Pupilla. Personalmente, anche se lei a stretto giro mi dirà di non essere interessata a nulla di tutto ciò, non mi dispiacerebbe vederla come prossima Pupilla di Incantesimi. Potrebbe essere una...sorpresa» e non negava che sarebbe stato interessante oltre la media, vederla districarsi tra le prove proposte. Forse avrebbe dovuto parlarne con Evey. «Ma non la biasimerei se cercasse di scoprire di più sulle stelle. Ha parlato di proprietà, riferendosi alle stelle, ma non posso fare a meno di chiedermi se queste le torneranno utili quando i Negromanti attaccheranno nuovamente Hogwarts» fece grave, pur mantenendo un certo distacco riportando alla mente quelle immagini risalenti ai Sotterranei. «Mi scusi, non intendevo considerare Astronomia una materia minore» si corresse, abbozzando un leggero sorriso colpevole. «Sono un vecchio mago a cui piace la forza pratica della magia. Non che le stelle non possano esserlo: solo che approfondire la conoscenza degli incantesimi, conoscere la storia e tutto ciò che ruota attorno, i loro effetti e come possano essere utilizzati hanno un fascino diverso, più attraente se vogliamo».
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