| Il mondo intorno a lei era solo caos. Urla di incitamento che provenivano dagli spalti, il clangore dei bolidi che venivano spediti da una parte o dall'altra, la pioggia che incessante inzuppava tutti loro e come se quello non bastasse le avevano perfino lanciato contro un petardo. Eppure il freddo metallo che entrò in contatto con le sue dita protese fu inconfondibile. Agnes decelerò e quasi con incredula devozione aprì il palmo della mano destra che rivelò il Boccino d'Oro, le cui alucce si mossero debolmente, in una pigra imitazione del volo che li aveva appena visti protagonisti. Agnes aveva il petto ansante ma nonostante questo sollevò il suo bottino, Hawkins fischiò e lo stadio esplose. Avevano vinto e lei non riusciva a crederci. D'istinto si voltò verso il giocatore più prossimo e quello con cui aveva condiviso quel testa a testa da manicomio. Allungò la mano verso Atalantino. –È stato incredibile. Bella partita.– disse con il fiatone. L'ultima volta che si erano sfidati in volo non c'era stata storia: lui era già un giocatore esperto a capo della squadra della sua Casa e lei una cercatrice in erba con pochissima esperienza e tutto da imparare. Era passato molto tempo da allora e molte cose erano cambiate. Allora, con un sorriso che non riusciva a contenere, si voltò verso la sua squadra. Niv e Desmond avevano la faccia stravolta e a ben vedere: erano riusciti a buttare giù una delle avversarie che Agnes più aveva temuto perché, almeno per lei, Cen era sempre stata una battitrice insuperabile. Volò da loro, con un sorriso orgoglioso. –Siete stati straordinari!– starnazzò, facendo l'occhiolino alla vice. Era ben consapevole che quel reparto, nelle mani di Nives, poteva ottenere qualsiasi risultato. Attese che anche Markus e Megan con Henry e Maxìme li raggiungessero per complimentarsi anche con loro. –Ragazzi, oggi, lo sappiamo, si conclude il nostro campionato, però lo abbiamo concluso al meglio. Per quello che ho potuto vedere prima che il boccino mi distraesse ognuno di voi si è concentrato sul proprio ruolo e lo ha fatto bene. Sono orgogliosa del risultato ma sono più orgogliosa di come avete giocato, di questa squadra che cresce, nonostante tutto, e cresce bene. Salutiamo i Tassorosso che sono stati degnissimi avversari e poi facciamo un giro di campo in formazione per prenderci gli applausi, okay?– Si scambiò uno sguardo complice con Nives e poi raggiunse Lex per porgergli la mano. –Complimenti, è stata una partita combattuta. Come sempre non ci avete reso la vita facile, ed era un po' che non riuscivamo a vincere come si deve contro di voi.– sorrise, perché quella era una verità che l'aveva spinta a cercare di fare sempre meglio e avere degli avversari di tutto rispetto era ciò che la motivava ad andare avanti. Sapeva che per Lex era lo stesso e apprezzava il lavoro che faceva con i giallo-neri. Poi insieme al resto della squadra si sarebbe disposta in una formazione a Testa di Falco per percorrere l'ovale e prendersi gli applausi degli spalti bronzo blu che erano in delirio. Fra quel marasma lei puntò gli occhi verdi su una figura scura e composta che cercava i suoi occhi. Un calore le avvolse il petto e per un attimo si dimenticò della divisa bagnata e del freddo che le pizzicava la pelle. Agnes sentì il sorriso spingerle in alto gli zigomi mentre sollevava il boccino verso Gregory in una dedica muta.
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