| La frase dell'altra Grifondoro la irritò profondamente, al punto che batté le spalle leggermente al muro che aveva dietro mentre raddrizzava la postura, incrociò le braccia e fissò i suoi occhi scuri e profondi con un cipiglio aggrottato sul volto dell'altra prima di pronunciare stizzita: "Ma una variabile non è per forza negativa o positiva. È solo un parametro suscettibile a modificazione. Appunto che varia, cambia. Il valore a cui fai riferimento è esclusivamente soggettivo, perché non stiamo parlando di numeri. E in questo caso il risultato è indifferente: non mi interessa il valore quanto l'esistenza. Tralasciando il fatto che una persona ha valore in quanto tale, sei venuta, hai interagito con me e hai cambiato il mio stato, punto. Sei una variabile. Le tue opinioni di essere una scocciatura o logorroica sono totalmente prive di logica, di fondamento, di prove. Non parlare di te in questo modo. Non fino a quando non avrai questo feedback da almeno il 60% delle persone con cui interagisci. Se vuoi preparo un intervista da somministrare agli studenti. Sarebbe uno studio interessante." Aveva sentito tutto, nonostante l'altra ragazza avesse borbottato quasi sottovoce le ultime parole, come se non volesse farsi sentire o fosse irritata dal proprio atteggiamento. Probabilmente la seconda delle due, cosa che, con l'ultima sua frase portò Helen a rispondere con tagliente ironia sollevando un sopracciglio: "Se tu fossi una persona da cui girare a largo io dovrei vivere in isolamento alle Shetland, vista la mia tendenza a far irritare le persone e la mia nota cordialità" Minerva era perfettamente in grado di fare un autoanalisi dei suoi difetti e sapeva anche cosa e come migliorare: semplicemente non ne aveva voglia né, attualmente, poteva trarre beneficio dallo sforzo di cambiare un atteggiamento per lei estremamente funzionale. Però non credeva di poter ricordare qualcosa a qualcuno, in più voleva sapere il perché, quindi sputò fuori con decisione e fermezza la frase: "Cosa ti sta succedendo, Maya"? Se la ragazza avesse colto lo spunto per aprirsi o meno a Helen non sarebbe cambiato molto: avrebbe detto la sua con sincera spietata freddezza, cosa che riteneva assolutamente necessaria in qualsiasi tipo di conversazione. Altrimenti avrebbe comunque capito la decisione dell'altra: dopotutto ancora non potevano definirsi amiche. E in più a lei non interessavano i fatti altrui, se qualcuno gliene voleva parlare avrebbe ascoltato con interesse e rispetto, mantenendo estrema riservatezza e dando, se richiesti o necessari, pareri altrimenti avrebbe continuato tranquillamente la sua vita con qualcosa di stimolante. Cosa che, a quanto pare, aveva un comune con l'altra Grifondoro, alla quale affermazione forse non sembra alzò un sopracciglio ma non commentò, mentre lo fece per il resto: "Quindi avevo ragione: un lutto e una separazione" Disse sovrappensiero prima di alzare le spalle e continuare: "Bah, si. Codardo in effetti. Ma chi ha mai detto che i Grifondoro devono per forza essere coraggiosi. Credo che sia più la Nobiltà d'Animo quella che spinge il cappello a smistarci tra i Leoni. In ogni caso perché non dirlo: se prima non era colpa sua adesso, per omertà, lo è di certo. Il che forse inficia il mio ragionamento precedente. Ma siccome non comprendo neanche perché uno voglia adottare un topo, qualsiasi altro commento lo terrò per me". Erano praticamente dei parassiti. Anche brutti, a parere di Helen. Sicuramente avevano un'utilità nei confronti dell'ecosistema globale ma davvero non comprendeva come qualcuno avrebbe voluto accudire un tale essere. Anzi, interiormente simpatizzava con il gatto seppure, se ne avesse avuto uno, dopo tale pasto gli avrebbe fatto fare una lavanda gastrica alla babbana, com'era capitato allo zio dopo l'indigestione di funghi. Ascoltò la compagna continuare il suo discorso, raccontando l'aneddoto dei suoi primi anni e replicò sbuffando: "Mi fai sembrare una stalker" Cosa che assolutamente non era, né era intenzionata a diventare. "Ho molto rispetto e ammirazione per il vicepreside Hawkins, seppure la sua maschera sia inquietante. Credo che un duro addestramento sia fondamentale per arrivare al successo. Ho un lato Serpeverde che avrebbe coltivato bene, a mio parere". Nulla nella vita di Minerva era stato facile. Anzi, la sua formazione, seppur portata avanti dai familiari, era stata rigida, severa e inflessibile. Aveva sudato ogni risultato e raramente, nonostante l'eccellente lavoro, aveva guadagnato lodi, mente aveva collezionato molti rimproveri e punizioni al minimo errore. Cosa di cui era grata: non avrebbe avuto le sue capacità e la sua disciplina altrimenti. Ma anche la sua personalità. Discendeva da una famiglia di Serpi e di Corvi, dopotutto. "Ho visto parecchie partite di Quidditch qui ad Hogwarts e molte di queste portavano la firma di Maya Smith. Non ti devi stupire se so chi sei" Aveva sedici anni dopotutto, il castello vedeva la sua presenza silenziosa già da un po'. "Qualsiasi cosa attiri la mia attenzione. Qualsiasi quesito, se posto nella maniera corretta, può essere ambito di studio e di ricerca. La conoscenza è potere, Maya" Pronunciò l'ultima frase portandosi istintivamente la mano al petto cercando il medaglione sotto la felpa. Aveva rivelato forse anche troppo di sé con quell'ultima frase. La sua frase, la loro frase. Rivelare il motto di famiglia degli Shadowheart l'avrebbe dovuta far sentire esposta, vulnerabile, ma lei lo pronunciò con fermezza, orgoglio e dignità. Lei era una Shadowheart a tutti gli effetti, anche se Rosso-Oro. Approfittò immediatamente del cambio di argomento del capitano, non avrebbe rivelato più di così, e dopo aver ascoltato le sue parole con attenzione, finalmente le strinse saldamente la mano. "Accetto. Fammi sapere quando" In fondo, Minerva era curiosa di mettersi alla prova e vedere se era arrugginita e se le sue tattiche erano ancora efficaci. Dopotutto aveva studiato anche teoricamente i movimenti, le tecniche e le possibili strategie da applicare in campo e sicuramente questa sarebbe stata l'occasione per usare le sue conoscenze. "In bocca al basilisco. Spero di non deludere le tue aspettative allora, Capitano" Replicò con un filo di ironia lasciandosi sfuggire un sorriso. Non si aspettava una tale motivazione dalla ragazza, che forse l'aveva capita meglio di quanto pensasse in origine, e non aveva la minima idea di cosa ella avesse visto brillare. L'aveva studiata, questo era certo, ma a Minerva tutto sommato non era dispiaciuto. Non si sarebbe aspettata di meno dal capitano di una squadra di Quidditch. Sicuramente sarebbe servito un ripasso, ma stava iniziando a sospettare che la partita e il divertimento fossero appena iniziati.
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