Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Fiat lux, Role Privata H.M.S.

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view post Posted on 24/3/2024, 23:20
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Gli sbadigli che rompevano il silenzio della sua stanza riuscivano a svegliare Horus dal suo pisolino pomeridiano. Le sue penne si sollevavano infastidite dall'improvviso rumore del padrone che non riusciva a tenere la bocca chiusa e purtroppo neanche gli occhi. Ultimamente dormiva male ma essendoci abituato quel perenne stato di stanchezza sembrava essere diventato la normalità.
Desmond non era mai stato una persona che dormiva molto, poche ore gli bastavano per tornare ad essere attivo mentalmente e fisicamente, ma negli ultimi tempi stava arrivando davvero al limite.
Cristalli e tisane avevano fatto poco effetto e non riposava decentemente per più di tre ore oramai da mesi. Questa stanchezza cronica, se così si poteva definire, riusciva a non influire sulla sua vita scolastica e lavorativa ma dopo una giornata come quella fra il turno di mattina da Scribbulus e quello di pomeriggio al Madama Piediburro - Particolarmente pieno - sentiva il suo corpo pesante e le membra non riuscivano a reggere nulla, neanche la propria tracolla che era abbandonata sulla spalla sinistra con il rischio di cadere.
Aveva lasciato la Sala Comune intenzionato a non dormire sapendo bene che se si sarebbe lasciato andare ad un riposo pomeridiano, di sicuro avrebbe passato la notte completamente insonne e Desmond voleva tentare di evitarlo.
Doveva andare via dal tepore del Castello, da quei profumi invitati che sapevano di buono e che lo avrebbero spinto a riempirsi la pancia e quindi a percepire la morsa del sonno farsi più vicina.
Lasciò alle sue spalle la seconda torre più alta del Castello per dirigersi sulla Torre di Astronomia. Quello era uno dei suoi posti preferiti e l'aria fresca dell'inoltrato pomeriggio forse lo avrebbe aiutato a stare meglio.
Ogni scalino gli sembrava più pesante dell'altro e quasi percepì il suo corpo cedere a pochi centimetri dall'arrivo ma con passo pesante, quasi strisciando i piedi sul pavimento, arrivò fino alla vetta con un leggero fiatone che di solito non avrebbe avuto.
L'aria tiepida di fine marzo, quindi una primavera già iniziata, non ebbe l'effetto ristoratore che Desmond pensava avrebbe avuto su di lui. Si aspettava di sentirsi meglio, in qualche modo di svegliarsi e di ritrovare di nuovo quell'energia inestinguibile che lo aveva sempre accompagnato durante la sua breve vita.
Non sapeva se quello fosse solo un problema fisico, sicuramente i suoi dannati demoni non lo avevano aiutato a stare meglio e ora si trovava in condizioni pessime senza la capacità di chiedere aiuto alle persone che gli stavano affianco perché non voleva farle preoccupare, perché noj vooeva esseee io provprmw in poi cje avrebbe pototo infastidirli.
Il suo corpo pesante scivolò a terra e si appoggiò con la schiena al muro mentre davanti a lui si stagliava la meravigliosa vista delle terre che circondavano Hogwarts. L'aria per niente fresca, nonostante la pioggia di tutto il mese, colpiva il suo viso ma in verità non ne sentiva alcun beneficio tanto che i suoi occhi iniziarono a chiudersi da soli.
Solo cinque minuti.
Avrebbe pensato il Corvonero mentre percepiva il suo corpo gridare il bisogno di un attimo di ristoro. I suoi occhi si chiusero definitivamente ma il cervello continuò ad essere attivo. Ripensava a ciò che era successo a Natale, quando aveva scelto consapevolmente di andare a dormire da un uomo che faceva parte di un suo recente passato burrascoso, ripensava alla lettera del fratello minore piena di astio, parole che mai avrebbe pensato di leggere da Hatim, una delle anime piú belle e gioiose che avesse mai conosciuto.
La sua mente gridava anch'essa il bisogno di un attimo di pace da ricercare in un sonno che sarebbe stato comunque tormentato ma almeno gli avrebbe permesso di riposare un po'.
Solo cinque minuti.
Continuava a ripetere nella sua mente ma subito dopo non percepì più nulla, nessun pensiero logico, nessun rumore, solo il buio.
 
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view post Posted on 25/3/2024, 03:05
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Seppure ultimamente Helen Minerva sembrava più propensa a impegnarsi in quel gioco chiamato solitamente relazioni interpersonali, nuovamente aveva trovato il modo di fuggire dalla Sala Comune. Ancora non riusciva a capacitarsi di come, e ormai erano passati anni, nella torre di Grifondoro fosse impossibile trovare un luogo appartato e silenzioso per riuscire a leggere o a processare qualche idea. Sembrava che fosse quasi sempre indetta una festa - o almeno a lei sembrava così - con ragazzini sui tavoli che giocano a scacchi magici, ragazzine che complottavano ridanciane e fastidiose in angoli divise in gruppetti (ognuno dei quali si riposizonava quasi sempre allo stesso identico posto della volta precendente) e gli schiamazzi di chi, a inizio primavera, non aceva proprio nulla da fare. I pochi disperati in ritardo con le consegne dei compiti, solitamente, li facevano la sera e chi, come lei, si teneva rigorosamente in pari, li aveva già terminati negli unici due posti in cui si potesse stare tranquilli: il proprio letto (e comunque non era detto a causa delle compagne di stanza) e la biblioteca. Ai quali nei mesi più caldi si poteva aggiungere il cortile interno o il prato vicino al lago.
A qualsiasi altro Grifondoro (o qualsiasi altra persona) un ambiente come quello: coinvolgente, familiare, confusionario, sarebbe piaciuto da impazzire. Ma non ad Helen, riservata e tendenzialmente solitaria. Così, anche quel pomeriggio, dopo aver letto per l'ennesima volta la stessa riga a proposito degli effetti della Mandragora, sbuffò vistosamente e, prima che l'urgenza di scagliare a tutti un Silencio si facesse ancora più pressante, chiuse il libro e lo lascio su uno dei tavolini della sala comune, determina a fuggire da quella follia.

Non mancava molto al tramonto ormai quindi, senza neanche rendersene conto, i suoi piedi, passo dopo passo, scalino dopo scalino, l'avevano giudata alla torre di Astronomia. Era un posto rassicurante, la torre. In quel periodo dell'anno anche abbastanza solitario, proprio ciò che serviva in quel momento ad Minerva per riprendere lucidità e godere di un po' di pace e tranquillità. Arrivata sulla sommità si spalancò davanti a lei uno dei paesaggi più panoramici di Hogwarts: si poteva vedere quasi fino al villaggio di Hogsmeade e anche oltre, così come erano ben visibili le fronde smeraldine degli alberi della foresta proibita che ondeggiavano al vento. Solo dopo essere uscita sul terrazzo notò una sagoma accasciata sul pavimento: il caposcuola Corvonero incontrato in cortile pochi giorni prima. Era ironico come lo incrociasse per la seconda volta e, per la seconda volta il suo cervello facesse associazione con un fantoccio: doveva essere particolarmente esausto... Probabilmente per più problemi insieme. Helen avrebbe potuto continuare a ignorarlo ma prima di ciò era necessario assicurarsi che fosse ancora vivo: sia mai che le attribuissero la dipartita di un fiero Caposcuola. E poi, in tal caso, chiamare i soccorsi.

Si avvicinò quindi a corpo addormentato del Caposcuola e, forte dei film babbani e delle spiegazioni del nonno, mise delle dita sul polso per cercare di prendere il battito cardiaco. Dopo essersi assicurato un polso forte e regolare, mise la mano sul petto del compagno Corvonero per percepire il movimento della gabbia toracica con il respiro e si avvicinò al suo volto per capire se respirava o meno, sempre stando attenta a non svegliarlo. Purtroppo non stava russando, quindi aveva perso un indizio fondamentale e facilmente reperibile sul suo stato di vegetazione. Una volta essersi assicurata che non fosse necessario chiamare i soccorsi, visto che si stava preparando il crepuscolo e alzando il vento, Helen Minerva appellò la propria sciarpa e il mantello che facevano parte della sua divisa. Era un peccato svegliare il Corvonero: se si era addormentato in quella posizione scomoda sicuramente doveva essere esausto e comunque, Helen non avrebbe saputo cosa dirgli né come iniziare il discorso senza sembrare inopportuna.
Appena il mantello fu nelle sue mani lo copri alla bell'e meglio, cercando di assicurarsi che tutte le parti del corpo del Corvonero fossero sotto di esso e gli avvolse la sciarpa intorno alla testa confezionando una specie di turbante per tenerlo al caldo, sempre attenta a non svegliarlo. A quel punto, sicura che quantomeno non si sarebbe preso un raffreddore, si sedette di fronte a lui, in attesa che si svegliasse, mentre faceva uscire dalla bacchetta, per ingannare il tempo, scintille o sbuffi di fumo di colori diversi.
 
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view post Posted on 27/3/2024, 00:19
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Desmond non si sarebbe mai addormentato in quel modo, in quel luogo, se la sua mente, il suo fisico, non fosse arrivato al limite di sopportazione. Conscio di quanto peso stavano portando le sue spalle, si era allontanato dal dormitorio, dalla sua Sala Comune finendo sulla Torre di Astronomia sicuro che una boccata d'aria fresca lo avrebbe aiutato a recuperare la lucidità che fino ad allora aveva sempre avuto ma stavolta aveva ceduto, si era lasciato sopraffare dalla negatività, dai suoi demoni che, pesanti, gli avevano tolto l'ultimo briciolo di energia che gli era rimasto.
Addormentarsi lì, in quel momento, per Desmond era stata una vera sconfitta, per lui voleva dire aver lasciato vincere quei maledetti demoni contro cui aveva sempre tentato di combattere e aveva sempre vinto, anche se era arrivato a limite, era riuscito sempre ad ostacolarli tranne in quel momento in cui aveva chiuso gli occhi e si era lasciato completamente andare.
Caduto in un completo sonno profondo aveva dimenticato dove si fosse appisolato e non si rendeva conto nemmeno del minimo movimento che gli gravitava attorno. Non si era accorto della presenza di qualcuno, del mantello caldo che gli aveva coperto il corpo abbandonato a se stesso e soprattutto del rumore di scintille che di solito lo avrebbe svegliato.
Non si stava rendendo conto di quanto tempo stava passando ma appena il suo corpo divenne completamente rilassato ecco che dal buio iniziarono ad affiorare i primi demoni, i primi incubi che gli impedivano di avere un sonno sereno e normale come quello che avevano tutti gli altri.
Appena sentì una mano invisibile che iniziò a stringergli il collo immediatamente il suo respiro si fece affannoso e più la mano artigliava il suo collo e più lui si sentiva senza forze come se quel sonno che avrebbe dovuto essere ristoratore, stesse peggiorando le cose.
Aprì gli occhi, sobbalzando sul posto, mentre solo in quel momento riuscì davvero a sentire l'aria nei polmoni che gli dava ristoro come se fino ad allora avesse trattenuto inconsapevolmente il respiro.
Ci fu un attimo di confusione, automaticamente spostò con il braccio sinistro ciò che aveva addosso ed ebbe bisogno di qualche instante per capire dove si trovava ma soprattutto cosa era successo.
La sua vista appannata incrociò per un attimo una figura davanti a sé, portò le mani a stropicciare gli occhi e solo qualche secondo dopo capì chi aveva di fronte.
Helen...
Sentì la voce uscire dalla suo bocca roca e bassa e fu costretto a schiarirla un paio di volte per farla ritornare normale. Non si aspettava di vedere la ragazza lì ma soprattutto non si aspettava che proprio lei gli avesse adagiato un mantello addosso per evitare che prendesse freddo. Fu istintivo prendere i lembi di quel tessuto caldo e spostarsi in avanti per poggiarlo di nuovo sulle spalle della legittima proprietaria senza rendersi conto ancora di aver lasciato addosso la sua sciarpa, convinto che fosse la propria.
Credo di...essermi addormentato...
Quella era una cosa ovvia ma dirla ad alta voce, di fronte ad una testimone, la rendeva purtroppo più reale. Passò una mano fra i capelli leggermente lunghi e che quindi stavano prendendo la loro forma riccia, e sbuffò pesantemente annoiato da se stesso, dal fatto di aver ceduto e soprattutto di averlo fatto lì alla mercé di tutti.
Cosa ci fai qui? Stai tentando ancora di affinare le tue abilità di socializzazione?
Non si era ovviamente dimenticato come se n'era uscita quando lui e Amelia, un'altra Grifondoro, si erano avvicinati con intenti del tutto pacifici. Sbadigliando pesantemente tornò ad adagiarsi sul muro alle sue spalle sentendo ancora il corpo scosso dalla stanchezza tanto da obbligarlo a tenere ogni tanto ancora gli occhi chiusi.
 
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view post Posted on 28/3/2024, 23:52
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Minerva si era seduta con le gambe incrociate sul pavimento, per stare comoda. Aveva cambiato posizione un paio di volte, sempre rimanendo di fronte al ragazzo: era molto curiosa di come si fosse ritrovato in quella situazione, dopotutto.
Ogni tanto controllava il sonno del Corvonero che, sebbene in un primo momento le fosse sembrato pacifico, con il passare del tempo sembrava divenire sempre più agitato. Non aveva alcuna idea di come controllare quello stato, non conosceva incantesimi a tal proposito, forse qualche pozione ma dovevano essere prese prima di cedere al sonno e sicuramente sperimentare sul Caposcuola non era una buona idea. Così Helen Minerva continuò a fare variare il colore del fumo e a cercare di indirizzarlo creando forme sempre più complesse e variabile insieme alla scala cromatica con una velocità crescente, aumentando progressivamente il livello di difficoltà, e lanciando ogni tanto un occhiata al Corvonero che aveva di fronte.
Il suo risveglio avvenne non molto tempo dopo, ma in maniera decisamente brusca, con un sussulto e un forte respiro, quasi come se il ragazzo fosse stato fino a quel momento in apnea. Chissà cosa lo aveva spinto a quegli incubi che disturbavano il suo riposo, poiché Minerva era certa che dovesse essergli successo qualcosa: nessuno si sarebbe mai svegliato con il fiato corto al massimo delle sue forze... Ma nessuno si sarebbe mai addormentato per terra sulla torre di Astronomia, se non fosse stato esausto, se non anche fisicamente, quantomeno mentalmente.
Il ragazzo, appena presa coscienza di dove fosse e cosa fosse successo le pose il mantello sulle spalle e sbuffando si tirò nuovamente indietro. Non sapeva dire cosa gli desse noia, se il fatto di essersi addormentato, il fatto di essere stato scoperto o che fosse stata proprio lei a trovarlo. Dopotutto il Corvonero per lei rimaneva ancora un mistero e al loro primo incontro non si era mostrata molto cordiale. Non che ci riuscisse anche impegnandosi.
"Si, certo, con qualche uccello. La Torre è il posto migliore per fare nuove amicizie" disse con un leggero sarcasmo di getto prima di rispondere:
"Stavo scappando dal caos della Sala Comune prima di lanciare un paio di Silencio a testa. Così, per sicurezza."
Rispose allacciandosi il mantello. La sua sciarpa l'aveva tenuta il Corvonero, forse non se ne era reso conto, visto che pareva ancora abbastanza assonnato, ma Helen dubitava che se ne sarebbe appropriato quando se ne sarebbe accorto. Decise quindi di non farglielo notare: attualmente serviva più a lui che a lei. Per la Grifondoro avrebbe potuto tenere tranquillamente anche il mantello.
"Tu non potevi trovare un posto più comodo e caldo per schiacciare un pisolino?"
Non c'era ironia o sarcasmo in quella frase, nonostante potesse sembrarlo. Avrebbe voluto chiedere di più: perché si fosse addormentato, cosa lo turbasse, cosa lo avesse sfibrato a tal punto, ma non trovava le parole giuste. Non sapeva che tipo di consiglio avrebbe potuto dare al Caposcuola, però sentiva genuinamente il desiderio di saperne di più... infondo, se non le fosse interessato, non sarebbe rimasta lì.
"Stai bene?"
Pronunciò con voce bassa e fievole puntando i suoi occhi scuri in quelli del ragazzo, come se le parole le uscissero a forza. Come se non sarebbero mai dovute uscire, incerte, nuove, eppure salde e piene. Forse doveva alzarsi ed andarsene senza dire altro, forse. Ma non avrebbe mai saputo perché.
 
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view post Posted on 8/4/2024, 22:26
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Desmond percepiva la testa pesante, quel sonno profondo, che non sapeva nemmeno quanto fosse durato, lo aveva colpito peggio di una padellata sul capo rendendolo stranamente immobile e mansueto.
Il Corvonero si era trascinato sulla Torre di Astronomia non credendo di cedere in quel modo, speranzoso che la leggera aria fresca che proveniva dalle aperture della Torre lo avrebbe aiutato a rimanere sveglio, a riprendersi, ma in verità quel leggero fruscio aveva fatto l'effetto contrario lasciando cadere il ragazzo in un sonno così pesante che non si era accorto nemmeno dell'arrivo della Grifondoro conosciuta nel Cortile Interno della scuola.
L'atteggiamento della ragazza che aveva manifestato anche durante il loro primo incontro, uscì fuori provocando in Desmond un rapido momento di divertimento manifestato da un leggero ghigno che fece sollevare solo la parte sinistra delle sue labbra.
Isolarsi completamente, allontanarsi da tutti era da sempre stata una della sue attività preferite ecco perché per un momento sembrò come vedersi allo specchio, un riflesso uguale di un atteggiamento schivo e infastidito anche solo dalla presenza delle persone nonostante queste non si avvicinassero minimamente a lui.
Sarebbe stata una scena divertente vederti zittire magicamente gente a caso.
Sicuramente si sarebbe goduto la scena di Helen che, sadicamente, tappava la bocca a oche e piccioni - Così definiva certi soggetti della scuola che chiacchieravano un po' troppo - per poi finire a colloquio dal Preside.
Sarebbe stato meno divertente vederti trascinata nell'ufficio del Preside Dolus.
Disse con leggero sarcasmo mentre il suo corpo e la sua mente stavano finalmente cominciando a risvegliarsi tanto da accorgersi che oltre alla sua sciarpa Corvonero stava indossando anche quella con i colori rosso-oro che appartenevano alla ragazza. Afferrò la sciarpa e si sporse in avanti lasciandola cadere attorno al collo della legittima proprietaria, l'ultima casa in cui aveva pensato di finire era proprio quella, lui aveva sempre pensato che sarebbe stato smistato nei Serpeverde.
La sciarpa avrebbe circondato il collo della ragazza mentre lui avrebbe assunto la sua stessa posizione con le gambe incrociate fra loro, ritrovandosi di fronte alla Grifondoro dall'atteggiamento cinico e sfrontato.
Perché? Con questo venticello fresco che ti stimola il sonno e il cielo vicino al tramonto che ti fa da coperta, questo posto è l'ideale per schiacciare un pisolino.
Di nuovo utilizzò il sarcasmo per "difendersi" da un'accusa decisamente legittima visto che la ragazza aveva ragione sul fatto che addormentarsi sulla Torre di Astronomia era una cosa sbagliata, pericolosa ma soprattutto molto scomoda, la sua schiena non avrebbe ringraziato.
Dopo quello scambio di battute purtroppo arrivò la domanda tanto temuta, quella che tutti avrebbero fatto istintivamente a cui però Desmond non sarebbe riuscito a dare una vera risposta.
Vuoi la verità o quello che dicono tutti?
In fondo il "Come stai? Bene tu?" era la consuetudine, una risposta vuota ad una domanda disinteressata ma non sapeva perché sentiva di potersi in qualche modo fidarsi della ragazza così simile a lui, che quella domanda gliel'aveva posta perché davvero era interessata a sapere come stava, magari non per preoccupazione ma semplicemente per Sadica curiosità, in ogni caso sembrava sincera.
Non sto bene, credo di non stare affatto bene...
Ammise ad alta voce e lo fece con un po' di fatica perché sapeva che ammetterlo a qualcun altro e non dirlo solo nella sua testa, rendeva tutto fastidiosamente reale e non solo qualcosa di astratto che la sua mente contorta aveva creato.
..ma fondo chi sta bene davvero? Tu stai bene?
Il tono serio di Desmond avrebbe dovuto far capire alla ragazza che anche a lui interessava davvero la sua risposta, in fondo, addormentata o no, anche lei era scappata dalle persone che rifugiarsi su quella Torre quindi in qualche modo qualcosa l'aveva spinta a fuggire via e di certo non era una cosa positiva. Non stava tentando di sviare i discorsi, in fondo aveva ammesso oramai di non stare bene, ma se lui le aveva dato un piccola parte di se stesso facendole quella confessione, egoisticamente voleva qualcosa in cambio. Desmond non faceva mai nulla per nulla.
 
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view post Posted on 10/4/2024, 18:04
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Un lampo di divertimento, fugace e manifesto, illuminò gli occhi scuri della Grifondoro dopo aver sentito le parole del Caposcuola. La ragazza si concesse la libertà di ghignare piegando verso destra la rima buccale, riflettendo un immagine speculare del Corvonero. Si erano riconosciuti come simili, forse più di quello che era parso all'inizio e quelle stoccate fredde e sarcastiche, ma anche familiari e confortanti, non avevano infastidito né l'uno né l'altra.
"A volte vale la pena infrangere le regole..."
Disse maliziosamente con uno sguardo limpido e deciso. Forse non era la cosa più giusta da dire ad un Caposcuola ma Minerva era certa che per i suoi obiettivi o per fare fronte a ciò che riteneva ingiusto avrebbe sfidato Dolus, Auror, Wizengamot e persino i dissennatori di Azkaban. Questo tratto ribelle raramente veniva fatto trapelare dalla moretta che ancora non sapeva se classificare come egoismo puro di Serpeverde o nobiltà di Grifondoro.
"... anche perché se ti attieni ai rigidi schemi e non osi, non potrai mai scoprire qualcosa di nuovo"
Oppure a un mix di incoscienza e sprezzo del pericolo sempre alla Grifondoro e tanta voglia di sperimentare e conoscere alla Corvonero. O forse tutte insieme e ognuna di Helen senza che nessuna di esse sia tratteggiata da una casata.
Il ragazzo si accorse perplesso della sciarpa rosso-oro che ancora lo riscaldava e la rimise intorno al collo della Grifondoro che rimase immobile senza ritrarsi anzi, mentre l'altro tornava seduto, inarcò il sopracciglio e sentenziò sollevando una delle due code per mostrarla all'altro quasi sottolineando l'ovvio:
"Potevi anche tenerla. O darmi la tua in cambio."
Forse questa frase avrebbe lasciato trapelare il suo minimo attaccamento allo stemma del grifone e alla casata dei leoni ruggenti, ma la ragazza non se ne curò. Non aveva mai avuto molto spirito cameratesco, non che non potesse svilupparlo, ma attualmente si riteneva un pesce fuor d'acqua nell'alta torre dei Grifondoro e la cosa non la infastidiva minimamente.
Ghignò nuovamente al sarcasmo del Corvonero, aveva reagito alzando il muro per "difendersi" come avrebbe fatto anche lei, che replicò con lo stesso torno diretto ed ironico:
"Non vedevo l'ora di trovarti domattina ibernato e con minimo cinquanta punti in meno per aver violato il coprifuoco. Avrebbe sicuramente contribuito alla tua irritazione e al malumore della giornata una strigliata dalla Riddle e i rimproveri della Fedoryen. Che dici, i Caposcuola possono levarsi i punti da soli?"
Sapeva che citare la sua responsabile e la Guaritrice sotto la quale lavorava in infermeria lo avrebbe colpito e fatto rendere conto che il suo comportamento non era minimamente salutare anzi, al limite dell'incoscienza. Era certa che fosse una persona coscienziosa e responsabile, per questo aveva fatto uscire la voce a fatica. Non era certa ancora di volersi aprire e creare legami di amicizia con una persona, però non aveva potuto esimersi da lasciare trapelare un minimo di preoccupazione, sentimento che stava crescendo per l'atteggiamento del Corvonero che conosceva perfettamente. Anzi, proprio perché conosceva quei meccanismi sapeva che il ragazzo stava sicuramente minimizzando.
"Non posso accettare altro e nient'altro che la verità" replicò fulminando con lo sguardo il Corvonero. Se c'era un modo per perdere totalmente ogni possibilità di rapporto con la Grifondoro era sicuramente usufruendo di menzogna e falsità. Sarebbe stato tutto più semplice, a suo parere, se le persone ti permettevano di sapere le cose come stavano. Avendo dei determinati dati e informazioni potevi scegliere come comportarti a tua volta nella maniera più opportuna. Altrimenti era legittimo chiedere. Ma i falsi positivi/negativi e i bias erano fattori che decisamente mal tollerava in qualsiasi contesto. Se però nei suoi esperimenti e nelle sue ricerche poteva anche divertirsi, se aveva tempo, ad escludere queste sporcizie in maniera quasi chirurgica, una ad una, arrovellandosi con esercizio mentale a cercare l'unica e sola verità, nei rapporti interpersonali le diventava totalmente intollerabile, al punto da troncare rapidamente il rapporto e perdere totalmente la stima e la fiducia nell'altro. Per questo tendenzialmente si teneva a distanza e risultava antipatica esprimendosi con spietata schiettezza, caratteristica ereditata dalla famiglia paterna. Non avrebbe posto il quesito se non fosse stata interessata al ragazzo, piuttosto avrebbe evitato qualsiasi tipo di contatto, non restando neanche sulla torre ad aspettare il risveglio del bell'addormentato.
"Bene e male sono due concetti puramente soggettivi. Ognuno ha una sua scala per definire se l'azione o la condizione sia benigna o maligna ma i nostri parametri sono totalmente differenti. Puoi dirmi che la società tende a standardizzare questi concetti, quindi possiamo avere una parziale oggettivazione ma sai anche tu che non è così. Almeno non in senso assoluto. Poi ci sono tante declinazioni a cui puoi dare questa accezione: fisicamente? Mentalmente? Umoralmente?"
Aveva iniziato cercando di relativizzare sulla condizione del Corvonero, dopotutto le sue parole sembravano piene di uno sconforto che non si sarebbe aspettata dal ragazzo. Accorgendosi però di aver divagato persa nei suoi pensieri e seguendo la razionalità, si schiarì la voce prima di riprendere con il concetto successivo.
"Se vuoi parlarmene ti ascolto. Posso prometterti estrema riservatezza e un parere totalmente disinteressato ma brutalmente sincero"
Non era brava con le emozioni. Proprie non di certo, quelle altrui le poteva interpretare e capirne la causa ma non si riteneva una persona empatica. Coloro che si manifestavano assertive e magari più confortanti, in un primo momento potevano creare più facilmente una connessione, però avrebbero dato quasi sicuramente un parere condizionato. Lei non l'avrebbe mai fatto perché non lo riteneva né utile né costruttivo, anche a costo di risultare sgradevole: per questo aveva avvisato il ragazzo, con il sospetto che avrebbe apprezzato.
"Fisicamente sto bene, mentalmente anche. Almeno io lo ritengo, probabilmente molti altri no"
Rispose alla sua domanda con un velo ironico, sollevando la gamba destra e poggiando il mento sul ginocchio prima di riprendere:
"Sono sempre stata solitaria. Non mi sento affine allo spirito Grifondoro e non ritengo di avere amici nella torre. Forse neanche di averne bisogno. Sei lo spirito più affine che ho incontrato: il che per te non dovrebbe essere una cosa positiva, immagino. Per ora va bene così, forse in futuro cambierò, ma aspetto di incontrare le persone giuste".
Era la prima volta che si apriva così tanto con qualcuno, eppure aveva detto ben poco di sé. Si, aveva lasciato trapelare i dubbi che aveva sul suo smistamento e la sua tendenza all'isolamento ma attualmente la situazione non le dispiaceva. Se il ragazzo avesse avuto altre domande avrebbe risposto o negativo la risposta a seconda della domanda: quella chiacchierata con qualcuno che sarebbe potuto potenzialmente diventare un amico le stava piacendo e per la prima volta le sembrava di trovarsi quasi totalmente a suo agio con un estraneo.
 
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view post Posted on 11/4/2024, 21:44
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Quel guizzo di ribellione lo aveva riconosciuto subito, per un attimo a Desmond parve come guardarsi allo specchio ma con un corpo diverso. La voglia di entrare nella Foresta Proibita, cosa che aveva fatto beccandosi la strigliata di Lestrange e la detrazione di fortunatamente soltanto dieci punti, quel bacio rubato a Benedetta ai confini di quella foresta pericolosa per poi essere interrotti proprio dal professore di Erbologia, era stato solo l'inizio di una brama che aveva fatto fatica a controllare.
La spilla di Prefetto prima e quella di Caposcuola poi, avevano messo un freno alle bravate di Desmond sapendo bene di rischiare di deludere ancora chi aveva creduto in lui affidandogli degli incarichi così importanti, ma una volta che quella spilla avrebbe lasciato il suo petto non poteva sapere quali conseguenze avrebbe avuto quella mancanza.
Due anni di rettitudine avrebbero cambiato l'animo in perenne ricerca di proibito di Desmond oppure in qualche modo erano stati solo dei mesi di pausa prima di tornare a fare cose peggiori?
Non era una cima in Divinazione quindi non poteva prevedere il proprio futuro ma in verità non avrebbe voluto sapere se certi cambiamenti sarebbero stati perenni o avrebbe fatto dei passi indietro tornando quello che era una volta.
Per dirla semplicemente, è più divertente infrangere le regole che seguirle.
Disse con un sorriso divertito sul volto mentre il sonno che fino a poco prima aveva fatto da padrone al suo corpo e soprattutto alla sua mente, era completamente scomparso grazie alla presenza della ragazza che oramai aveva deciso di accomodarsi davanti a lui proprio come uno specchio visto che gli manifestò il fatto di non sentirsi appartenere alla casa dei Grifondoro, stessa cosa che pensava di se stesso, egli non si era mai rispecchiato con nessuna descrizione di nessuna delle quattro case di Hogwarts, prendendo le sue caratteristiche un po' da tutte quindi sentendosi fuori posto dappertutto.
Lo aveva detto poche volte ad alta voce ma la selezione in quelle case non lo aveva mai convinto perché esistevano Corvonero più ignoranti di un asino e Tassorosso perfidi, così come Serpeverde buoni come un dolce alla panna e dei Grifondoro che si spaventavano davanti ad un semplice insetto. Non si poteva catalogare una persona in quel modo ma avrebbe evitato di iniziare una polemica del genere con una quasi sconosciuta a cui magari nemmeno interessava sentirlo parlare di queste cose.
Mia cara stai parlando con il Corvonero che ha fatto perdere alla sua casa più di trecento punti in poco meno di un'estate, quindi quei cinquanta punti che qualcuno mi avrebbe tolto sarebbero stati piccoli granelli in un mare di sabbia.
Non lo disse orgoglioso di sé stesso per aver perso così tanti punti per delle uscite non approvate, però era un dato di fatto che il Corvonero aveva fatto perdere così tanto punti alla sua casa che la Riddle si era avvicinata molto alla sua sospensione. Si erano parlati quel giorno di fronte alla Foresta Proibita e lei gli aveva detto che avrebbe dovuto rigare dritto o sarebbe finita male, dopo poco tempo aveva ricevuto la spilla da Prefetto e in qualche modo aveva iniziato a recuperare i punti persi ma quella voglia di ribellione non si era mai davvero fermata, sperava solo che i suoi demoni non lo avrebbero riportato sul viale della negatività dopo che si sarebbe spogliato dalle responsabilità della spilla che portava sul petto ma questo non poteva dirlo in quel momento.
Intanto aveva rivelato ad una perfetta sconosciuta di non stare bene anche perché bastava un occhio attento per capire che qualcosa non andava nella sua vita. Ultimamente non riusciva a fare una giusta e sentiva solo di perdere il controllo di se stesso, cosa che lo aveva sempre spaventato.
Helen disse delle cose reali ma in verità molto razionali, come se stesse esaminando il suo "caso" dall'esterno, avendo cura di non mettere piede nella vita del Corvonero ma rimanendo in qualche modo al margine. Di nuovo si vide in quel riflesso, di nuovo in atteggiamento simile al suo tanto da fargli paura per quanto i due sembrassero uguali in certe situazioni, nella modalità di affrontarle.
Su questo hai ragione, il fatto di essermi fatto odiare dall'unica persona della mia famiglia a cui tenevo può anche essere una cosa positiva se non si sopportano i fratelli minori.
Senza dirle nulla, le aveva detto tutto. Al di là del casino che aveva fatto con Lex dormendo per una settimana nella stessa casa di quello che era il suo ex, la questione di Hatim era quella che gli premeva maggiormente al petto, come un macigno che gli comprimeva la cassa toracica impedendogli di respirare, di vivere normalmente, di essere quel nuovo Desmond che aveva tentato di essere negli ultimi mesi scostandosi da quello del passato.
Essere scambiati per pazzi non è poi così tanto male, hai la possibilità di allontanare le persone inutili e sai che chi si avvicina a te lo fa solo perché vuole superare la barriera della tua follia per poterti conoscere davvero.
Cosa che aveva provato sulla sua pelle parecchie volte ma per colpa del suo caratteraccio poche volte era riuscito a legarsi ad una persona, la maggior parte erano fuggite via proprio per un certo suo atteggiamento che portava le persone ad esasperate e a non riuscire a sopportare più le sue negatività che spesso si creava da solo.
Quando gli disse che lui era lo spirito più affine che avesse incontrato fino ad allora, Desmond non poté evitare di ridacchiare, non voleva prenderla in giro ma gli sembrare surreale che qualcuno si sentisse in qualche modo affine a lui.
Se senti di essere in qualche modo affine a me, allora mi dispiace per te, non deve essere proprio una bella sensazione da provare.
L'ironia e il sarcasmo erano sempre stati tratti che lo avevano caratterizzato ma conosceva anche i suoi limiti quindi sapeva scherzare in qualche modo su se stesso.
Ammetto che certi atteggiamenti che ho visto in te mi hanno fatto sentire come se di fronte a me ci fosse stato uno specchio. Siamo simili in qualche modo, questo non posso negarlo, ma non ho pensato minimamente che questa fosse una cosa negativa, anzi, è così raro trovare certe similitudini.
Ammise sincero tirando fuori la sua bacchetta per creare dei giochi d'acqua che circondavano le sue scintille senza però spegnerle, esse facevano da contorno senza però ostacolare quelle di Helen.
Non sei obbligata a sentirti una Grifondoro, non sei obbligata a fare amicizia con qualcuno, seguire te stessa è la cosa migliore che tu possa fare nonostante ti possa sentire inadeguata in certe situazioni. Perderti è il torto più grande che potresti fare a te.
E purtroppo lui lo sapeva bene perché in certe occasioni si sentiva perso, sperava solo di ritrovarsi in qualche modo, anche con le sue dannate negatività.
 
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view post Posted on 14/4/2024, 17:27
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Se il ghigno della Grifondoro era prima appena accennato, nell'udire la risposta del Corvonero divenne manifesto ed evidente. Malandrino. Il divertimento le illuminò prepotentemente anche lo sguardo e la ragazza non fece nulla per nasconderlo. Il fatto che la Grifondoro non nascondesse le sue emozioni e ne permettesse anche la lettura dall'esterno sorprese lei stessa per prima, ma non fece comunque nulla per celarle. Si stava davvero divertendo. Cosa molto rara per la ragazza, la quale somma gioia era stata sempre stata superarsi costantemente nel trovare la soluzione ai problemi o inventarne altri. Men che meno in compagnia di qualcuno.
"Cosa mi sta suggerendo, signor Tarabay? Vuole per caso un Caposcuola indirizzare una giovane studentessa verso la via della sregolatezza? O vuoi soltanto un'occasione per sottrarmi dei punti?"
Chiese con un tono ironico e fintamente sospettoso la giovane Shadowheart. Forse provocare ulteriormente il Corvonero poteva non essere una buona idea, eppure si concesse quella libertà poiché era un po' che il loro dialogo stava procedendo a sarcasmo e battute. Come se avessero trovato un terreno comune dove intendersi con leggerezza senza scivolare in tematiche più profonde.
Trattenne uno starnuto a causa delle spore dei funghi o della polvere della fatina: il dibattito tra Erbologi e Magizoologi la stava interessando particolarmente. Sarebbe stato molto probabile vederla nei giorni successivi tappezzare il castello alla ricerca di qualche indizio. Quello però non le permise di perdersi neanche una parola della successiva risposta del ragazzo, che le confessò di non essere un vero e proprio modello di virtù.
"E sei diventato comunque Caposcuola: un esempio per gli altri studenti, Desmond Tarabay. Qualcuno di molto folle ha creduto in te, dandoti una possibilità di riscatto. La Riddle, Hawkins o Dolus"
Portare quella spilla era il sommo riconoscimento che un qualsiasi studente di Hogwarts potesse ricevere. Helen Minerva non aveva molte aspettative di potersi fregiare, in futuro, di quel titolo. Viste le sue particolari doti comunicative non credeva di essere adatta a ricoprire un ruolo da leader in varie occasioni. Più del vecchio consigliere burbero e saggio che il re di turno non avrebbe minimamente ascoltato. Inoltre non aveva mai interagito con i suoi prefetti o il suo caposcuola e non aveva alcuna intenzione di sobbarcarsi gli oneri del ruolo. Avrebbero sicuramente inficiato le sue ricerche, rubandole del tempo prezioso, anche se i suoi consanguinei ne sarebbero stati sicuramente orgogliosi e fieri, fregiandosi del titolo e vantandosene con l'alta società. Da vere Serpi.
La successiva frase del ragazzo fece tornare Helen Minerva ad un cipiglio serio e composto, oltre che obbligare i suoi occhi scuri a scrutare con attenzione il Corvonero. Voleva leggere tutte le sfumature possibili delle emozioni che imperversavano del cuore del ragazzo prima di dare qualunque risposta. Era un argomento troppo serio per essere preso alla leggera.
"You love him, altrimenti non staresti così. Ricorda: solo alla morte non vi è rimedio. Avrai avuto le tue ragioni, non lo metto in dubbio. Spiegagliele e poni chiarezza. Non sarà facile e può essere che si arrabbi ulteriormente, ma senza di esse non può arrivare alcun perdono. Il tempo non guarisce le pene: le cicatrici restano. Dolenti e profonde"
Aveva calcato sulla parola Love che nella loro lingua aveva la duplice valenza di significare sia amare che volere bene. Poteva essere in errore ma non aveva alcuna ragione di credere che il ragazzo fosse una persona malvagia. E, se come credeva, i motivi erano seri e validi, non tutto era perduto. Questo era un bene che lo ricordasse anche lui. Nelle famiglie poi, in particolare, qualsiasi relazione era estremamente complicata, soprattutto se vi era competizione tra fratelli o molteplici errori da parte dei genitori. E la frase del Corvonero le faceva presumere la seconda. Non sapeva che rapporto ci fosse e non avrebbe comunque chiesto. Lei invece era fortunata e sfortunata allo stesso tempo. Unica ereditiera del casato, era stata trattata come una principessa e addestrata nel più rigido dei modi. Se avesse avuto un fratello o una sorella avrebbe diviso la pena o sarebbe subentrata la competizione?
"Devi averci riflettuto molto. Hai trovato qualcuno ben più folle di te che ha superato la tua barriera?"
Era evidente che non parlava di lei ma si sé. La risposta non avrebbe cambiato molto la vita solitaria della ragazza ma le avrebbe fatto cambiare prospettiva. Se qualcuno era riuscito a conquistare l'amicizia e un posto nel cuore del folle Desmond Tarabay, forse prima o poi, qualcuno sarebbe riuscito a superare anche le sue. Non sapeva dire se ciò le portava speranza o terrore: una vita tranquilla, senza complicazioni oltre quelle che si poneva da sola, era tutto ciò che desiderava e, se per ottenere ciò avrebbe dovuto recludersi e chiudere il suo cuore dietro a saldi catenacci, non ci avrebbe pensato due volte. L'amore, la famiglia, le amicizie, le persone... Tutto troppo inutilmente complicato per la giovane Shadowheart.
Intanto il Corvonero aveva confermato le sue sensazioni: uguali e profondamente diversi. Ed entrambi erroneamente convinti che l'altro si sentisse a disagio per la somiglianza. Era un peccato che non fossero nella stessa casata: sarebbe stato probabilmente il suo mentore.
"Non lo farò. Promesso. Ma neanche tu devi farlo e sento che ci sei vicino. Gli altri ti hanno dato una possibilità: è ora che anche tu la dia a te stesso e ti perdoni. È ora di andare avanti"
Disse dolcemente alzandosi in piedi e tendendo una mano al ragazzo. Tendendo una mano a quello che forse si stava conquistando la definizione di amico.
 
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view post Posted on 18/4/2024, 17:22
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La somiglianza fra la Grifondoro e il Corvonero era spaventosa. Quel discorso, ascoltato da qualcuno di esterno, forse non avrebbe avuto senso ma per loro ogni parola era chiara, ogni riferimento era compreso dall'altro che prendeva la Pluffa al volo senza la minima esitazione e la rilanciava con la stessa dose di sarcasmo un pelino acido in certe parole ma anche bonario in altre.
Era da tempo che Desmond non faceva una conversazione così intelligente con qualcuno senza aver bisogno di sottolineare il suo sarcasmo o che ciò che aveva detto era semplicemente una battuta, il che rompeva ogni divertimento facendo annoiare profondamente il Caposcuola che era da sempre stato una persona che si stancava facilmente delle cose, esse perdevano un senso troppo velocemente e finivano in un angolo del suo cervello completamente dimenticate.
Se fosse stata un'altra persona, quelle con cui parlava di solito, forse Desmond si sarebbe già alzato e sarebbe tornato nella sua Sala Comune, ma Helen aveva quel qualcosa che lo spingeva a rimanere lì e quel mistero, quelle sensazioni, lo spingevano a fare di più, a provocarla fino a vedere a che punto sarebbe arrivata.
Teme così tanto la sottrazione di dieci punti da mettere a tacere la sua sregolatezza, signorina Shadowheart?
Assottigliò lo sguardo per un attimo per poi tornare ad adagiare la schiena sul muro alle sue spalle visto che per un senso si era spinto in avanti verso di lei. Amava gli anni ribelli, lui era praticamente da quando era nato, era sempre andato contro a tutto ciò che era normale fino a farsi cacciare di casa per le sue stranezze, per il suo sentirsi affascinato in egual modo da maschi e da femmine, cosa che suo padre non aveva mai potuto accettare asserendo che un figlio "deviato" non sarebbe mai stato suo figlio.
Ecco perché era diventato in fretta dipendente anche se il cuore spezzato per aver lasciato suo fratello non sarebbe mai tornato ad essere come prima.
E a cosa serve l'amore se di fronte c'è solo un muro? Hatim è testardo, non mi ascolterebbe ed io sono troppo coglione per mettere da parte l'orgoglio e parlare a cuore aperto. Voglio che mi perdoni ma non voglio fare nulla perché ciò succeda.
Codardo e meschino. Pretendeva qualcosa dal fratello senza dargli nulla in cambio, nella sua testa Hatim avrebbe dovuto perdonarlo solo perché sapeva bene la loro situazione familiare, Desmond non avrebbe dovuto spiegargli nulla. Non riusciva a risolvere la situazione anche se sarebbe bastata semplicemente una lettera di scuse, chiedergli perdono per averlo lasciato completamente solo in quella maledetta famiglia. Forse l'avrebbe perdonato, forse no, ma il Corvonero non aveva comunque nessuna intenzione di provarci.
La maggior parte delle mie cicatrici sono autoinflitte.
La mano sinistra corse subito alla spalla destra, sull'unica cicatrice visibile ma che in verità era quella che faceva meno male. Metaforicamente parlando la sua schiena era piena di tagli, di ferite che ancora sanguinavano copiosamente e gli artigli dei suoi demoni contribuivano a tenerle sempre ben aperte, dolorose. La maggior parte di loro erano state create da Desmond stesso, lui era il proprio maggiore ostacolo.
Nessuno è più folle di me, ma devo ammettere che ho trovato alcune persone coraggiose che hanno deciso di oltrepassare la barriera nonostante il pericolo. Tu sei una Grifondoro, no?
Con quella strana domanda, che era certo la ragazza avrebbe compreso, le stava chiedendo se essendo una Grifona avrebbe avuto il coraggio anche lei di tentare di sorpassare quella barriera che aveva costruito con tanta fatica fin dall'infanzia ed essa con il passare degli anni era diventata più spessa. Le persone che l'avevano completamente sorpassata si potevano contare sulle dita di una mano, lei sarebbe riuscita a fare lo stesso? Ma la domanda più importante sarebbe stata: Avrebbe voluto impegnarsi così tanto per ottenere qualcosa che magari sarebbe stato un vero fallimento?
La ragazza si alzò e Desmond la seguì con lo sguardo e quando gli porse la mano, nonostante non fosse un tipo per la maggior parte delle volte molto fisico, allungò la sua afferrandola ma per alzarsi non le diede alcun peso, si diede una spinta per ritrovarsi in piedi e solo allora la non tanto netta differenza d'altezza fece uscire una differenza fra loro.
Non faccio promesso che so che non posso mantenere quindi non posso dirti di sì, perdonarmi è impossibile perché ci sono troppo errori che lastricano la via del passato ma sono stanco di deprimermi ma soprattutto sto congelando, quindi che ne dici di andare a fare uno spuntino prima di cena in Sala Grande?
Le promesse per Desmond erano una cosa seria, era consapevole che non era in grado di fare ciò che lei gli aveva detto quindi aveva evitato di prenderla in giro ma aveva cambiato prontamente argomento per evitare di conteggiare la ragazza con la propria momentanea depressione.
Se Helen avrebbe accettato di spostarsi al caldo in Sala Grande, il Corvonero l'avrebbe accompagnata e avrebbe diviso un pasto con lei consapevole che le avrebbe mostrarlo il lato affamato di se stesso che oramai conoscevano tutti visto che la sua famelica fame oramai era diventato un segreto che non veniva più nascosto a nessuno.
 
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