Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Sweet Nothing, Libera

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view post Posted on 24/3/2024, 07:10
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Vento: con una parola si poteva descrivere quel pomeriggio primaverile, dove il cosiddetto agente atmosferico aveva scelto di diventarne il protagonista. Non che fosse così forte da scatenare un uragano, ma camminando lungo la riva del lago Nero, a debita distanza da esso, non si poteva fare a meno di percepire Zefiro scivolare lungo il proprio corpo.
Il vento, chi lo sapeva definire? Di solito lo senti, quando incombe sulla tua pelle e ti avvolge in una, seppur rapida, carezza; altre volte invece niente, sceglie lui quando e se farsi sentire: puoi provare quanto vuoi ad afferrarlo tra le tue mani per tentare di percepire la veloce sensazione con cui si muove quella massa d'aria, ma riceverai una cattiva notizia così scontata: non si può acciuffare il vento. Sfuggevole, ingannevole e prepotente, si può davvero fare qualcosa per fermarlo? Esso decide la violenza o la delicatezza che vuole usare, come voler gestire la sua forza e chi investire con la sua fretta. Difficile da comprendere il vento, ne siamo convinti, o almeno così credeva Lynette. Quest'ultima ammirava la natura, la sua forza e la sua bellezza, quanto il mistero che si celava dietro di essa. Era abituata al paesaggio canadese, ma in qualsiasi modo la natura si esprimesse la lasciava senza fiato: padrona di se stessa e di tutte le cose, nelle sue forme più taglienti e sublimi era capace di esprimere la sua potenza e la sua eleganza. Questo affascinava la grifondoro, il modo con cui essa si manifestava, così elegante e fine, seppur non sempre con delicatezza. Infatti era spesso sua abitudine, quando era ancora in Canada, esplorare con gli occhi il panorama che circondava la propria casa: laghi ghiacciati, distese di neve e foreste, montagne innevate e tanto altro. Per questo motivo, la ragazza percepiva luoghi del genere come maestosi, ma allo stesso tempo familiari e rassicuranti. Eccezione non faceva il lago Nero e l'ambiente circostante, che seppur diverso, la cullava di queste sensazioni.
Le lezioni erano giunte a termine per quella settimana e ormai Lynette aveva l'abitudine da un paio di settimane di recarsi in quel luogo, per quelle poche ore che riusciva: si sentiva in pace e libera di far vagare la propria mente. Infatti, dopo aver camminato lungo la sponda, si sistemò poco più lontano sull'erba adagiandosi con attenzione per non sporcarsi o tantomeno farsi male. Una volta seduta rannicchiò di poco le gambe verso il proprio petto, facendo spuntare dal cappotto nero che indossava gli stivaletti neri e jeans grigi abbinati, e spostò il peso della propria schiena in avanti leggermente, controbilanciandosi. Una volta aver trovato il punto di equilibrio avvolse le proprie ginocchia con le braccia e si mise ad osservare il grande specchio d'acqua davanti a sé. Zefiro non se ne era ancora andato e la sua presenza si sentiva, dato che aveva cominciato ad accarezzare il viso della giovane, facendo svolazzare anche quelle poche ciocche rosse ribelli fuori posto. Chiuse per un istante gli occhi e si lasciò coccolare, godendosi la sensazione e perdendosi nei suoi pensieri.
 
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view post Posted on 24/3/2024, 09:42
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Da quando aveva ottenuto quella spilla da Prefetto uno dei pensieri ricorrenti di Javier era quello di assicurarsi che tutti i suoi compagni di Casa stessero bene. Ogni volta che ne incrociava uno per i corridoi lo guardava con attenzione, forse esagerando, visto che ne aveva notato qualcuno guardarlo storto oppure affrettare il passo per andare oltre. Forse pensavano che volesse togliergli punti? Lui? Era evidente quanto lo conoscessero poco: in realtà si assicurava che non fossero zoppi e, soprattutto, che non avessero la divisa piena di Gorgosprizzi. Da quando Claus gli aveva parlato di quanto potessero essere pericolosi non ci dormiva quasi la notte!
Comunque, per il momento sembrava che nessuna colonia di strane creature si fosse annidata nella Sala Comune di Grifondoro, dunque Javier avrebbe potuto rilassarsi. Per farlo quel giorno decise di andare al lago, classica meta preferita di praticamente la metà degli studenti di Hogwarts: andare al lago era un investimento, si facevano tante belle conoscenze, si chiacchierava e persino Javier aveva conosciuto meglio lì proprio Amelia, ormai sua carissima amica. Certo, ciò gli ricordava anche un'altra cosa meno piacevole: doveva ancora comprare la macchina fotografica, ma era vicino all'obiettivo (!) e presto sarebbe stata sua. Nel mentre l'osservazione sarebbe stata fondamentale, persino in una giornata ventosa come quella.
I capelli di Javier andavano da una parte all'altra e ormai aveva rinunciato a tenerli in ordine, cosa poteva farci? La natura quel giorno era contraria alle messe in piega di tutti. A meno che qualcuno non avesse usato la magia per tenerli a posto, cosa che sicuramente sarebbe stato possibile fare, ma ignorava come. Avrebbe chiesto a sua madre appena ne avesse avuto l'occasione.
Mentre ragionava su queste problematiche, notò seduta nelle vicinanze una sua conoscenza: la sorella di Margareth (Megan!), che aveva già incontrato una volta sugli spalti durante quella fantastica partita durante la quale lui si era divertito davvero tanto.
«Ciao! Come va? Ti ricordi di me? Sono Javier Fedoryen, ci siamo visti sugli spalti il giorno della partita!»
Le disse allegramente avvicinandosi e facendo "ciao" con la mano destra, per poi metterla in tasca, come anche la sinistra (aveva capito che per non toccare troppo la spilla doveva tenere le mani in tasca: funzionava abbastanza).
 
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view post Posted on 24/3/2024, 19:54
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Il vento continuava rigorosamente ad accarezzare i capelli della giovane, scompigliandoli tutto d'un colpo e facendoli scivolare dapprima sul viso di Evie e poi sulle sue spalle, posizionandosi davanti ad esse. Tuttavia la ragazzina non ci faceva caso e la sua mente vagava, in realtà senza prestarci troppa attenzione: un treno in corsa, i suoi pensieri passavano da una fermata ad un'altra, ma senza una reale meta. Forse la quiete di quel posto le permetteva di fantasticare inconsciamente, concedendole la possibilità di addentrarsi nel mondo del sovrappensiero, fatto sta che non stava ragionando su qualcosa in particolare, ma rilassandosi era normale che la propria psiche viaggiasse.
Per un attimo però, la carrellata di immagini che aveva creato la sua mente andò scemando a causa di qualche rumore in lontananza, più precisamente di passi, facendo così tornare la rossa totalmente alla realtà. Lynette seguì il rumore con l'orecchio, riuscendo così a posare il proprio sguardo verso il ragazzo che si stava avvicinando nella sua direzione. Le sembrava familiare, in un primo momento, finché non lo riconobbe quando fu sufficientemente vicino a lei. Si erano presentati sugli spalti di Grifondoro durante l'ultima partita di Quidditch, non che avessero avuto una conversazione così lunga, ma Lynette aveva una buona memoria. Infatti, quando il grifondoro si rivolse a lei, le sue teorie vennero confermate. Tuttavia, prima che lui le rivolgesse la parola e una volta assicuratasi che stesse parlando con lei, si alzò in segno di educazione.
«Ciao, vedo che mi hai riconosciuta, la cosa è reciproca» disse al prefetto con una certa naturalezza e continuò:«Tutto bene, tu invece?» Non appena concluse la sua frase una folata di vento colpì entrambi, facendo spostare i capelli rossi della grifondoro davanti al proprio viso. «Si sente simpatico oggi...» disse la ragazzina con una vena di divertimento nella voce, riferendosi al vento, mentre con una mano tentava di spostare le proprie ciocche dietro l'orecchio, quanto meno per poter parlare liberamente con il ragazzo che aveva davanti a sé e non per riordinare i capelli, ci aveva rinunciato in partenza. Non era particolarmente infastidita dal comportamento di Zefiro, trovava affascinante la sua ribellione, però... «Quanto meno poteva usare meglio la sua immaginazione per darmi un'acconciatura migliore».
 
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view post Posted on 25/3/2024, 23:05
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La compagna di casa si ricordava di lui: fantastico! Così avrebbe potuto evitare di fare il riassunto di quella giornata per aiutarla a ricordare l'esatto momento in cui le loro vite si erano incrociate sugli spalti di Grifondoro. Tuttavia Javier non era ancora migliorato con i nomi e quindi era del tutto insicuro di quale fosse quello esatto della ragazza. Questa volta, però, avrebbe voluto evitare di ammettere quella sua défaillance sperando che a un certo punto la sua pessima memoria in fatto di nomi riuscisse a raccapezzarsi da sola.
«Va tutto molto bene, considerato che la nostra Sala Comune è al riparo dai Gorgosprizzi! Però nel caso in cui notassi qualcosa di sospetto fammelo sapere, non si sa mai che spunti fuori qualche imprevisto!»
Fece Javier allargando le braccia pensando a tutto ciò che sarebbe potuto accadere di terribile che potesse mettere a rischio la tranquillità della Torre di Grifondoro.
«Ci sono già abbastanza problemi con Pix in giro per la scuola, per esempio. L'altra volta ho aiutato la professoressa Celebrian a ripulire la sua aula: era stata completamente pasticciata con i gessetti!»
Ricordò quell'esperienza ridacchiando, alla fine, visto e considerando che con quella scusa era riuscito a guadagnare qualche galeone, però era anche vero la classe era stata conciata decisamente male. Javier non era sicuro che Pix potesse fare lo stesso anche nella loro Sala Comune, dove probabilmente per il Poltergeist vigevano regole più severe, ma era sempre meglio tenere gli occhi aperti.
Mentre parlavano furono investiti da un getto di vento abbastanza forte, tanto che i capelli della compagna volarono imbizzarriti e anche quelli più corti di Javier si scompigliarono ulteriormente. Il ragazzino socchiuse gli occhi, un poco infastidito più che altro dalle particelle di polvere che avrebbero potuto andargli negli occhi, quindi si spostò almeno per dare le spalle al vento.
«Mmm?»
Fece poi chiedendosi chi è che si sentisse simpatico. Il Grifondoro inclinò la testa a destra, non avendo ben afferrato chi fosse il soggetto della frase, per poi comprenderlo solo successivamente: si parlava degli agenti atmosferici e del vento in particolar modo!
«Oh... credo che sia una questione di gusti, magari secondo lui stiamo tutti meglio con i capelli per aria: assolutamente ingovernabili. Pensandoci bene, è del tutto appropriato, non trovi?»
Cosa si poteva mai chiedere al vento se non di lasciare una firma che lo facesse riconoscere in modo insindacabile? Ed era quello che stava facendo in modo egregio con le loro capigliature: le personalizzava perfettamente.
«Personalmente penso che potrei adottare questa pettinatura ogni giorno: se ci pensi conviene. Zero perdite di tempo, zero pensieri, con l'ulteriore vantaggio di essere sempre pronto anche da appena sveglio! Tu no?»
Javi rise di gusto immaginandosi di andare in giro in quel modo ogni giorno per i corridoi del castello, ma l'idea non era poi così tanto assurda: fino a quel momento non gli era mai piaciuto perdere troppo tempo a pettinarsi i capelli e quelle poche volte che ci provava gli venivano troppo piatti, quindi avrebbe potuto seriamente prendere in considerazione di affidarsi a quelle sapienti folate di vento come ispirazione quotidiana.
 
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view post Posted on 8/4/2024, 18:23
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Gabriel si era ritrovato coricato a terra nei pressi del lago, i suoi appunti sparsi attorno a lui come foglie secche portate dal vento. Una brezza leggera accarezzava il suo viso, portando con sé il profumo di terra umida e il suono rassicurante della natura intorno al lago. Nonostante il panorama idilliaco, Gabriel non riusciva a concentrarsi. Aveva cercato per tutta la mattinata un luogo tranquillo dove poter studiare. La biblioteca gli incuteva un certo timore, non amava quel luogo troppo chiuso e silenzioso. La Sala Comune, invece, era sempre troppo affollata e rumorosa per potersi concentrare. Quella mattina ogni angolo sembrare chiassoso. Così decise che forse un luogo più appartato, come il lago, si sarebbe rivelato ideale per trovare la tranquillità necessaria. Tuttavia, così non fu. Non appena si era disteso sull'erba morbida, il vento aveva iniziato a giocare con i suoi appunti, mandandoli a volare qua e là come foglie spazzate da una tempesta improvvisa. Gabriel tentò disperatamente di recuperare i fogli, ma il vento sembrava divertirsi a tenere i suoi appunti fuori dalla sua portata.Frustrato, Gabriel si passò una mano tra i capelli disordinati e si sedette, cercando di rimettere in ordine i fogli una volta per tutte. Ma il vento continuava a soffiare, facendo ondeggiare l'erba alta e portando con sé distrazioni che gli impedivano di concentrarsi. Era come se la natura stessa si fosse alleata contro di lui, ostacolandolo nei suoi sforzi di studio. Era incredibile quanto il semplice vento potesse trasformare un luogo tranquillo in un campo di battaglia. Gabriel sospirò profondamente, chiedendosi se avrebbe mai trovato un posto dove poter studiare senza distrazioni. Il fastidio crescente che provava era palpabile, come un prurito persistente che non poteva grattare. Il vento insistente continuava a scompigliare i suoi fogli, rendendo impossibile prendere appunti in modo ordinato. Gabriel sbuffò frustrato, cercando di tenere i fogli fermi con una mano mentre cercava di scrivere con l'altra, ma ogni volta che sembrava averli sistemati, una folata di vento li avrebbe di nuovo scompigliati.
"Stupido vento," mormorò Gabriel tra sé e sé, il suo tono carico di irritazione. Si sforzò di concentrarsi sui suoi appunti, ma il fastidio persistente non lo abbandonava, rendendo difficile pensare chiaramente. Le sue parole scritte sul foglio sembravano danzare davanti ai suoi occhi, mosse dall'incessante soffiare del vento. Rendendosi conto che non avrebbe potuto combattere il vento, Gabriel decise di accettare la sua sconfitta temporanea e di lasciar andare la sua rabbia. Chiudendo gli occhi, si lasciò cullare dal suono del vento e dal profumo della natura, cercando di trovare un momento di pace interiore nonostante le continue distrazioni.In un momento di distrazione, mentre cercava di afferrare la sua piuma per continuare a scrivere, la sottile e leggera penna gli sfuggì dalle dita, portata via da una raffica improvvisa di vento. Gabriel cercò di afferrarla al volo, ma era troppo veloce e sfuggente per essere catturata. Con un sospiro di frustrazione, Gabriel si rese conto che sarebbe stato inutile inseguire la piuma mentre danzava via leggera come una farfalla.
"Qualcuno vuole forse convincermi che Aritmanzia non sarà mai la mia materia?" sospirò Gabriel, lasciandosi cadere all'indietro sull'erba con un'espressione di frustrazione dipinta sul volto. Il nervosismo si insediava nel suo corpo mentre si rendeva conto che ora sarebbe stato costretto a cercare un'altra penna per continuare i suoi appunti, e la prospettiva di dover interrompere il suo lavoro lo riempì di una sensazione di sconforto. Non sarebbe mai tornato fino al dormitorio per una stupida piuma. Guardandosi intorno, Gabriel si rese conto di non essere solo. Due ragazzi erano intenti a scambiare probabilmente qualche futile chiacchiera accompagnati dal vento. Si ricompose immediatamente, sperando che la sua frustrazione non fosse stata oggetto della loro conversazione. Riprese gli appunti tra le mani, chiudendo il palmo stretto contro il mucchio di pergamene. Il vento -e la pigrizia- lo stavano costringendo a interrogare i due ragazzi.Scattò in piedi in un balzo e a passo lento si avvicinò ai ragazzi. Tentò di afferrare parte della conversazione nella speranza di capire se interromperli fosse il caso. Una volta abbastanza vicino a loro si schiarì la voce. Era certo che il suo volto mostrasse pienamente il fastidio di dover interfacciarsi con i due studenti, perciò prima di parlare provò con un respiro profondo a rilassare lo sguardo. Fingere di essere rilassato avrebbe contribuito a renderlo tale?
Perdonate l’interruzione. Qualcuno di voi ha con sé una piuma? La mia è appena volata via. Mi occorrerà scrivere soltanto qualche riga e sarà subito di ritorno.
La sua voce risuonò nel silenzio relativo del luogo, interrompendo la conversazione dei due ragazzi. Gabriel si sentì improvvisamente maleducato mentre aspettava una risposta, sperando che la sua richiesta non risultasse troppo invadente. Lui stesso avrebbe odiato essere interrotto da una simile richiesta, ma avrebbe odiato di più ripercorrere la strada di ritorno verso il dormitorio.
 
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view post Posted on 20/4/2024, 22:36
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Il vento non voleva proprio saperne di calmarsi e molto probabilmente stava rovinando i piani di tutti coloro che quel giorno avevano deciso di trascorrere una giornata tranquilla lungo le sponde del lago. Non era solo una questione di capelli: lì erano stati messi in pericolo dei veri e propri impegni, dei compiti da svolgere, delle ore da trascorrere in piena serenità!
Doveva essere il caso dello studente che si rivolse a Javier e a Lynette alla ricerca di una piuma volata via a causa di quel ventaccio fastidioso.
«Mmm! Mi dispiace molto per la tua piuma, vediamo un po'!»
Il Grifondoro iniziò a tastarsi addosso alla ricerca della sua di piuma, visto che sì, doveva averne una sempre a portata di mano visto e considerato che quando aveva un momento libero si metteva a scrivere i suoi pensieri e lo avrebbe fatto sia su una pergamena sia su un banale tovagliolo: l'ispirazione arrivava improvvisa e lui avrebbe dovuto farsi trovare pronto.
Finalmente quando si ricordò di controllare nella tracolla che portava con sé, Javi riuscì a recuperare la piuma tanto cercata e quindi la porse allo studente di Serpeverde.
«Ecco a te! Fai pure con calma, si tratta di compiti? Ma attento che non voli anche questa o l'avrà vinta di nuovo il vento!»
Javi si guardò intorno proprio osservando il paesaggio invaso e storpiato dal vento, con i rami degli alberi che si piegavano e le foglie che volavano via da essi. Non far volare una piuma non era esattamente un'impresa semplice, anzi il Prefetto si sarebbe stupito nel caso in cui non fosse successo per la seconda volta.
«Anzi...»
Iniziò tornando a rivolgersi all'altro studente.
«Sai cosa ti dico? Ti aiuto con piacere, magari mi metto davanti ai fogli e te li tengo, così che il vento non li investa in pieno, insieme alla piuma. Che ne dici?»
Javier sperò che la sua proposta di aiuto venisse accettata dall'altro, così che potesse fare qualcosa di veramente utile in un momento che sarebbe potuto diventare problematico. Ma se il ragazzo avesse rifiutato e deciso di fare tutto da solo, allora Javi non se la sarebbe presa, al massimo si sarebbe limitato ad accettare la decisione e a tornare sulla propria strada.
 
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5 replies since 24/3/2024, 07:10   827 views
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