Il piacevole scricchiolio delle assi di legno sotto ai piedi da anni l’accompagnava sul passaggio del ponte. Passeggiare per il parco di Hogwarts era sempre stato distensivo, aveva preso quell’abitudine quand’era stata nominata Prefetta e aveva cominciato con le ronde e l’aveva poi mantenuta una volta diventata Caposcuola.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Persino ora, che da tempo non ricopriva più nessuna carica se non quella di semplice studentessa ancora non se la sentiva di abbandonare quella sana abitudine. Certo, le sue ronde erano diventate meno divertenti da quando non poteva più seminare terrorismo psicologico al solo passaggio, d’altra parte ora poteva dedicarsi ad altro. Poteva concentrarsi sui propri pensieri, osservare il panorama del parco di Hogwarts, inspirare a pieni polmoni l’aria fresca primaverile. Peccato che il panorama di Hogwarts rimanesse sempre lo stesso, se non al mutare delle stagioni e l’aria primaverile le desse prurito al naso.
Etcì! Si portò un fazzoletto di stoffa al naso, maledicendo quella che avrebbe dovuto essere la bella stagione. Sbuffò forte, forse ormai aveva davvero fin troppo tempo libero e combattere la noia stava diventando un lavoro a tempo pieno.
Estrasse il vecchio taccuino dalla tasca del mantello e lo aprì su una pagina casuale, rileggere le annotazioni post-allenamento di quando Agnes era diventata Capitana era sempre spassoso (per lei).
14 settembre 2022
MacEwen ha fatto le veci di Agnes oggi.
Argomento principale: bolidi, bolidi e ancora bolidi.
Note negative: il Filoiguane mi ha sbraitato addosso.
Note positive: il Filoiguane ha sbraitato anche addosso agli altri.
Vittime della giornata: tutti tranne MacEwen. Sorrise, richiudendo il taccuino. Nostalgia canaglia. Chissà che fine aveva fatto MacEwen poi, certo era che aveva da tempo abbandonato la zona e di lui non erano più giunte notizie. Nives se lo immaginava disperso in qualche angolo di mondo, accompagnato dalla sua raccapricciante rana troppo crescita, magari era diventato uno Spezzaincantesimi? Non ne aveva veramente idea, ma ogni tanto ancora sperava di rincontrarlo.
Ripose il fedele taccuino nell’apposita tasca del mantello, poi si appoggiò al parapetto del ponte di legno e si impose di rilassarsi e godersi il momento. Prese un respiro profondo ed espirò.
Etcì!
“Io la odio la primavera.”