Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

The Shards, Privata - S. M., J. A. F.

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view post Posted on 8/3/2024, 08:55
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[Continua da qui.]



Dopo averli bloccati entrambi alla fine dell’intervista con il Settimanale delle Streghe, Caledon aveva preteso che lasciassero la redazione per pranzare insieme. Era stato subito chiaro a tutti che non sarebbe stato un pranzo di piacere, e Sugar aveva opposto resistenza, millantando impegni a cui Caledon non credeva del tutto (era il weekend, del resto), pur trovando lo scenario realistico, così aveva ripiegato sulla gelateria di Diagon Alley, una soluzione più sbrigativa che avrebbe comunque permesso un confronto che il primogenito dei Fedoryen, dopo le stupide risposte di entrambi all’intervista, trovava urgente e necessario. Aveva anche considerato di risolverla più semplicemente riempiendo Javier di botte e minacciandolo, ma se Sugar l’avesse scoperto non avrebbe approvato, quindi avrebbe fatto a modo suo. Più o meno.

– Sediamoci qui.

Assertivo, accennò a uno dei tavoli liberi all’interno della gelateria. Tenne anche la sedia per Sugar ma, più che un atto di galanteria, fu un nuovo invito ad assecondarlo. D’altra parte, il gentiluomo era Javier, secondo la strega. Fece una smorfia al fratello, a cui sperava bastasse quell’occhiata per sedersi a sua volta. Lui sarebbe stato l’ultimo dei tre ad accomodarsi, ma il primo a parlare.

– C’è qualcosa tra voi due?

Andò al sodo, il volto contrito dal disgusto non solo a quell’idea che lo aveva visitato durante quella stupida intervista alle parole di Javier e Sugar, ma anche per lo sforzo di dover affrontare quella faccenda verbalmente, invece che con la violenza, come avrebbe di gran lunga preferito e come era abituato a fare sin dalla tenera età - se poi lui era mai stato tenero. Interrogò entrambi anche nello sguardo, mentre qualcosa continuava ad attorcigliarglisi nello stomaco.
Quindi afferrò la mano di Sugar e la strinse con forse un po’ troppa enfasi sopra al tavolo. Non guardava lei, tuttavia. Era incazzato e non riusciva ancora a farlo, a tollerare l’acquamarina, la cosa più preziosa che sentiva di avere all’interno della sua esistenza. Ma come tutte le cose preziose, era anche fottutamente faticosa.
Guardò invece suo fratello, e poi parlò ancora.

– Io e Sugar stiamo insieme.

Non era una confessione, ma un avvertimento. E per capirlo non sarebbe servito ereditare l’unica cosa decente di Jelonek Fedoryen, ma solo recepire il tono di Caledon e incrociare il suo sguardo. Sugar Mandylion era la parte più preziosa della sua vita in quel momento e non avrebbe permesso a sua fratello Javier di sottrargliela. Non quella volta. Non di nuovo.
 
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view post Posted on 8/3/2024, 22:13
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Il modo in cui Caledon aveva ostacolato la sua uscita dalla redazione del Settimanale delle Streghe prendendolo per il braccio non aveva trasmesso a Javier delle sensazioni positive, anzi il modo di fare di suo fratello aveva un che di inquietante che gli aveva messo addosso una certa ansia. Con queste premesse, tutti e tre arrivarono da Florian Fortebraccio, un posto che piaceva molto al Grifondoro, ma dove non si sarebbe immaginato di andare sotto minaccia del fratello. Silenziosamente e con la testa bassa Javi prese posto dove indicato da Caledon, quindi si sedette tenendo entrambe le mani a contatto con la sedia, sotto le gambe. A quel punto il fratello iniziò a parlare ponendogli una domanda strana, alla quale Javi in tutta risposta inclinò la testa da un lato, non comprendendo pienamente cosa si aspettasse di ricevere come risposta. Aveva una vaga idea, ma seriamente non credeva che il fratello si stesse riferendo a qualcosa del genere. Poi senza neanche dargli il tempo di pensare a una risposta articolata, ecco arrivare il punto della questione, con lui che prendeva Sugar per mano e sputava il rospo finalmente.
«Oh! Oooooh!»
Esclamò d'impeto sgranando un po' gli occhi al realizzare quel che Caledon gli stava rivelando. Adesso era tutto molto più chiaro! Sugar era la ragazza di suo fratello e lui, da bravo tipo dal caratteraccio impraticabile, doveva aver provato della gelosia nei confronti del suo fratello minore. Che stupidotto! In qualche modo scoprirlo riuscì a tranquillizzare Javier, per lo meno perché finalmente c'era più chiarezza nella vicenda.
«Potevi dirmelo prima Cal! Auguri, congratulazioni!»
Si sentì dire con tono tranquillo quello che qualsiasi buon fratello avrebbe detto a un altro con il quale avesse avuto un rapporto normale. Quella non era certamente la condizione dei fratelli Fedoryen, tuttavia Javi non era tipo da rinunciare a un tentativo di distensione. Sicuramente Cal avrebbe continuato a odiarlo se non per il suo rapporto con Sugar, per altri mille motivi, ma sarebbe stata esclusivamente una sua decisione, non di Javier.
Quel che era certo era che non osava immaginare cosa avesse trovato Sugar di attraente in Caledon, con quel caratteraccio che si ritrovava, tuttavia avrebbe tenuto la sua curiosità a bada. Sperava solo che il fratello maggiore riuscisse a renderla felice.
«Siamo amici, comunque, e da ora è come se fosse mia cognata, giusto? Fico!»
Disse cercando di sciogliere la tensione sorridendo timidamente prima a Sugar e poi a Caledon.
«Festeggiamo con una torta gelato?»
Propose speranzoso. Sarebbe stato troppo semplice risolverla in quel modo? Per gli standard di suo fratello sicuramente sì, quindi si preparò a ricevere una delle sue occhiate e a sentire chissà quale strampalata reazione da frustrato incontentabile.
 
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view post Posted on 9/3/2024, 15:33
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Aveva lanciato un'occhiata di avvertimento a Caledon quando l'aveva bloccata al Settimanale delle Streghe per costringere lei e Javier a recarsi insieme a bere qualcosa. Non le era piaciuta affatto l'espressione di lui, che aveva imparato a interpretare come sto per fare qualche cazzata. Aveva irrigidito la mandibola e aperto le labbra per rifiutare, ma Javier aveva accettato proprio in quel momento. Nervosa, si era unita ai fratelli Fedoryen prendendo posto sulla sedia che Caledon le aveva scostato in un sorprendente gesto di galanteria (o, meglio, rivendicazione), ma non si era fatta ingannare. Sapeva che si trattava solo di pochi minuti, e difatti Caledon sganciò la bomba poco dopo essersi seduto. Due bombe, ad essere precisi, e per la seconda ebbe l'ardire di prenderle la mano sotto allo sguardo di Javier. Incredula, Sugar si voltò verso di lui in uno scatto mentre il Grifondoro esplodeva in una reazione calorosa e cordiale. Gli occhi di Sugar erano allargati, ma Caledon ne stava evitando lo sguardo perfettamente consapevole della cazzata appena fatta. L'ex Serpeverde ritrasse la mano, furiosa; possibile che lui fosse così insicuro da voler piantare quelle sceneggiate di possessività ad ogni occasione? E che diavolo di domanda era quella per inquisire se tra lei e Javier ci fosse qualcosa? Come poteva saltargli in mente, solo perchè lei e Javier erano amici e si parlavano di tanto in tanto? Come se si aspettasse che lei potesse provare o fare qualcosa pur essendosi impegnata con lui, e con suo fratello nondimeno. Il pensiero la incendiò.

- Ti avevo detto che non ero ancora pronta per farlo sapere. - disse, fissando Caledon.

Al di là della rabbia, percepì qualcosa di nuovo che non le aveva mai percepito prima, ma che nondimeno le faceva rivisitare un sentimento già conosciuto per altri motivi: delusione. La certezza che lui lo stesse facendo non perché impaziente di dire al mondo che stessero insieme, ma piuttosto per il bisogno di marcare il territorio davanti alla minaccia rappresentata da suo fratello. Sugar abbassò lo sguardo per un momento, l'espressione che mutava senza che riuscisse a controllarla del tutto. Il Corvonero non aveva la minima intenzione di rispettare le sue richieste, e non aveva la minima intenzione di rispettare lei. A differenza di Javier, Sugar non aveva nessuna voglia di festeggiare; ci aveva messo parecchio a concedersi quella possibilità con lui, senza contare le difficoltà che comunque si ritrovava a fronteggiare, ma che per lui stava pian piano sormontando. Ne aveva parlato con Morgana, ed erano stati insieme sotto allo sguardo di Desmond Tarabay, ma per Caledon quelle cose non contavano nulla perché le importava solo possederla e mostrare al mondo che fosse sua.

- Siamo insieme. Non sono una tua proprietà da rimarcare senza rispetto quando ti senti minacciato. - disse a Caledon con irritata amarezza. - Javier, quando avrai una ragazza assicurati di presentarla ai tuoi amici e alla tua famiglia perché non vedi l'ora e perchè ne sei orgoglioso. Non per eliminare la competizione che esiste solo nella tua testa. -

Con suo fratello. Si aspetta che io possa fare qualcosa con suo fratello.
Si alzò, recuperando la borsetta che aveva appoggiato sul tavolo.

- Scusa Jav; non sono dell'umore per il gelato. Magari un'altra volta. -

Scostò la sedia con malagrazia e si allontanò sentendosi esattamente come si era ripromessa di non sentirsi.
 
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view post Posted on 12/3/2024, 10:09
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La reazione di suo fratello lo confuse: si aspettava che Javier fosse già cotto di Sugar, come poi credeva lo sarebbe stato ogni ragazzo dopo averla incontrata, per questo guardò il fratello con sospetto alle sue entusiastiche congratulazioni e cercò lo sguardo di Mandylion per capire cosa ne pensasse lei e come comportarsi. Non si fidava mai delle persone felici - e non si fidava di suo fratello, che nella loro giovane vita gli aveva tolto tutto senza neanche dover alzare un dito o dire una parola.
In Sugar non trovò il suo stesso sospetto verso Javier, ma una rabbia che era indirizzata proprio a lui. Caledon era da sempre convinto che Sugar fosse più intelligente di lui (era una gran cosa, visto che considerava idiota quasi tutto il resto del mondo) e per questo aveva un’alta considerazione di ciò che lei diceva e pensava, sopratutto perché era stato costretto a riconoscere i propri limiti nel campo sociale e sentimentale - ma solo lì. Tacque, quindi, e con la fronte corrucciata cercò di comprendere quello che Sugar volesse dire quando lei si rivolse a Javier, ma aveva già compreso di aver sbagliato qualcosa nel momento in cui Sugar rifiutò la sua mano. La verità era che riusciva a capirla grazie al loro modo fisico di comunicare e, quando lei si alzò dal tavolo, Caledon scattò istintivamente in piedi giusto qualche istante

– Tu aspetta qui.

Lo disse tra i denti e con l’indice puntato verso il fratello, ma aveva il volto rivolto verso la direzione presa da Sugar. La stessa che subito dopo imboccò anche lui per seguirla. Aveva realizzato ormai da settimane quanto Mandylion fosse preziosa per lui e probabilmente l’avrebbe seguita ovunque e avrebbe continuato a tentare di essere un uomo migliore di lei, di meritarla. Ma non era in grado di restare indifferente a lei che lo rifiutava e se ne andava. Le ancorò quindi il fianco con urgenza e il fastidio ancora sotto pelle per quella stupida intervista, a cui si era aggiunto il senso di allarme con l’imprevista distanza di lei.

– È mio fratello, non l’ho mica detto al Settimanale delle Streghe! Dove tu l’hai definito un gentiluomo, che diavolo vorrebbe dire, poi?

Caledon scosse la testa, mentre cercava di trattenerla e al tempo stesso ragionare rapidamente sulle parole che lei aveva detto a Javier al tavolo, ma che dovevano essere indirizzate a lui, perché era lui ad aver sbagliato. Si era costretto a rispettare la riservatezza che Sugar gli aveva chiesto quando lui le aveva proposto di stare insieme e di impegnarsi seriamente dopo le vacanze di Natale passate insieme. Non gli andava molto a genio, ma riconosceva la ragionevolezza di quella richiesta e la capiva, consapevole dello status di Sugar, ma la vicinanza di suo fratello alla ragazza che.. gli piaceva, lo faceva sbarellare. E che lo gradisse o meno, Javier era parte della famiglia che lui non si era scelto. Per come la vedeva lui, era necessario che fosse a conoscenza del rapporto tra suo fratello maggiore e Mandylion, soprattutto dopo gli apprezzamenti che Javier le aveva fatto.

– Javier si mette in mezzo da sempre, non voglio che lo faccia anche stavolta e che si monti la testa solo perché sei stata gentile con lui. Tu non sai come ragionano i maschi quando una come te li considera.

Allargò le braccia, liberandole quindi il fianco, e poi si strinse nelle spalle, il volto ancora contrito. Questa volta, però, non era per la rabbia, bensì per la frustrazione di non riuscire a farsi capire e di spiegare quello che per lui era evidente: Javier si sarebbe inevitabilmente innamorato di Sugar e avrebbe cercato di portarla via da lui, come aveva fatto con l’affetto delle loro madre e con tutti i giocattoli e i vestiti di Caledon che erano passati a Javier prima che Caledon fosse stato disposto a lasciarli andare. Ma Sugar Mandylion non era un giocattolo: ora Sugar Mandylion faceva parte della sua vita e lui non era più un poppante. Aveva smesso di lottare per cercare di conquistare l’affetto di sua madre, ma non avrebbe smesso di farlo per tenere Sugar nella sua vita alle condizioni di entrambi. Adesso Caledon aveva modo di agire, e non avrebbe lasciato che Javier minacciasse anche quell’aspetto della sua vita. Chiuse la mano sinistra in un pugno: Sugar sapeva che lui non fosse in buoni rapporti con la famiglia d’origine, ma non ne conosceva quei dettagli, e lui probabilmente non sarebbe stato
In grado di spiegarlo con le parole. Le parole erano a dir poco limitate per descrivere l’infanzia che lui aveva passato e la reale minaccia che lui aveva visto ora in Javier e che invece Sugar pareva ignorare.

– Torniamo dentro, insieme.

Sospirò, cercando lo sguardo e sforzandosi per allentare la tensione delle dita, così da tornare a sfiorarle il fianco nel tentativo inconscio di recuperare un contatto fisico con lei e di tenerla con sé.

– Fai parte della mia vita ora. Ho bisogno che mio fratello lo sappia e che sia lui a rispettare quanto sei importante per me.

Lo disse a voce più bassa e con uno sforzo evidente, dopo esserlesi parato davanti e aver azzerato la distanza tra loro. Lo scocciava dover cercare di formulare con le parole quello che lui provava per lei e come si sentisse nei riguardi del fratello che lo aveva usurpato di tutto. Lo faceva sentire vulnerabile, e non avrebbe potuto farlo con nessun’altra se non con lei, perché nella decisione di impegnarsi seriamente c’era stato, in fondo, anche il patto di permetterle deliberatamente di ferirlo. Un prezzo che aveva deciso di pagare per poterle stare al fianco, e che avrebbe pagato allora come ancora e ancora, se fosse stato necessario a tenerli insieme.
 
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view post Posted on 13/3/2024, 23:54
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Tentativo fallito. Niente gelato, niente distensione, niente di niente. Javier restò impietrito dalla reazione di Sugar che si era arrabbiata perché Caledon aveva svelato la loro relazione. Il Grifondoro non avrebbe potuto di certo immaginare che sotto ci fossero particolari segreti e accordi, dunque poteva capire la ragazza se pensava che questi fossero stati infranti. Tuttavia restò ancora più colpito quando lei si raccomandò di trattare bene una sua possibile e futura fidanzata, quando sarebbe arrivato il tempo. Era una cosa a cui Javier non aveva ancora pensato a dire il vero, ma cercò di appuntarsela bene in mente per quando sarebbe arrivato quel giorno fatidico: avrebbe fatto di tutto per evitare di somigliare a Caledon in qualsivoglia aspetto della sua vita. Avrebbe continuato a comportarsi da vero gentiluomo, per usare le parole di Sugar. Annuì, intimidito, al consiglio e poi osservò l'amica andare via, Cal che intimava a lui di restare fermo lì e poi la inseguiva. Quando aveva messo piede a Diagon Alley quel giorno, il ragazzino non avrebbe mai potuto immaginare un'evoluzione del genere, gli sembrava di essere diventato il deuteragonista di un dramma!
Javi respirò profondamente e poi cercò di allungare il collo per vedere dove erano finiti Sugar e Caledon, ma da lì non riusciva proprio a sentire nulla. Era davvero tentato di alzarsi e andare a origliare quel che dicevano nascondendosi dietro una pianta, ma per la sua amica non l'avrebbe fatto. Purtroppo, in quella situazione il ragazzino era totalmente impotente e aveva solo realizzato di essere stato considerato dal fratello come una minaccia per motivi assurdi secondo Javier. La verità era che di quel passo non sarebbe mai riuscito a comprendere in che modo ragionasse Caledon: era così diverso da lui da non sembrare neanche un membro della sua famiglia. In quel momento la cosa giusta da fare era aspettare che quei due si chiarissero e poi, se ci fossero riusciti, cercare un compromesso per andare avanti tutti e tre senza problemi.
 
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view post Posted on 30/3/2024, 20:50
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Mentre si allotanava dalla Gelateria con aria omicida, Caledon la raggiunse e le bloccò l'avanzata verso l'uscita da Diagon Alley, del tutto intenzionato a riportarla indietro per esibirla come un trofeo. Gli spedì un'occhiata gelida, con la mascella che si serrava nel riconoscere il suo coraggio a esprimere fastidio e gelosia per il termine che Sugar aveva utilizzato durante l'intervista. Javier era un gentiluomo; dopo il tempo passato con i due fratelli, l'Auror era certa di poter dire che Javier fosse tutto ciò che Caledon non era: gentile, timido, empatico e comprensivo. Il Fedoryen che lei aveva scelto, invece, si esibiva in maniera scorbutica e possessiva, non vedeva l'ora di rivelare al mondo la sua conquista e non certo per motivi d'affetto quanto di ego e trionfo personale. Difatto, fu lui stesso a confermare che quell'intero discorso fosse principalmente servito per tenere Javier a bada, seguendo una necessità che esisteva solo nella sua testa. Il Grifondoro non era interessato a lei in quel modo: era troppo giovane, e il loro rapporto non era basato che su battute costruite sugli spalti di Quidditch e sulla pista da ballo a Hogwarts. Dove Caledon potesse aver visto quella minaccia, Sugar non se lo spiegava, ma qualcosa le suggeriva che, competizione tra fratelli a parte, sarebbe stato un problema con l'intera popolazione maschile con cui l'avrebbe mai vista interagire. Si fece un appunto mentale di parlare con altri uomini davanti a lui finché non vi avesse fatto l'abitudine.

- Perché è un gentiluomo! Che problema hai? - chiese, corrugando la fronte.

Caledon sembrava associare quella parola a una qualche assurdo principio di attrazione, delirio che lei non aveva nessuna voglia di alimentare. Decisa a non dargli ulteriori occasioni per mettersi a parlare, Sugar riprese a camminare per superarlo, ma ovviamente Caledon la bloccò di nuovo premendo con le dita sul suo fianco. Gli lanciò un'occhiata di avvertimento, ma non si tolse.
Come se una parte di lei, in quel momento molto piccola, volesse che lui la tenesse lì.

- Non gliel'hai detto perché è tuo fratello e ti faceva piacere farglielo sapere. Prima ci hai fatto quell'assurda domanda, e poi gli hai detto che stiamo insieme, marcando il territorio come un graphorn in calore. -

Nonostante lei e Javier fossero in ottimi rapporti, mai nemmeno una volta lui si era comportato in modo inappropriato con lei, né le aveva mai fatto intuire che Sugar gli piacesse in quel senso. Non poteva esserci alcun dubbio che Javier fosse in grado di rispettare quanto Sugar significasse per il fratello, e ne aveva appena dato ampia prova. La gelosia del Corvonero gli stava dipingendo scenari assurdi nella testa, e lei era troppo infuriata per assecondarlo e rassicurarlo. Caledon non le aveva mai nascosto di detestare la sua famiglia, e ora lei doveva credere che volesse semplicemente mettere al corrente il fratello dell'evento felice nella sua vita? Nel mezzo della rabbia, Sugar fu sul punto di chiedergli di fare lo stesso con sua madre, quella da cui aveva voluto nasconderla e fingere che non ci fosse nulla. La stizza per quella faccenda le bruciava ancora al punto che a volte le sarebbe piaciuto trascinarlo nell'Aula di Incantesimi e baciarlo senza ritegno davanti agli occhi di quella criminale per cui lei non era abbastanza.

- Quindi se ti dicessi di farlo sapere anche a tua madre tu lo faresti, giusto? Perché dopotutto non si tratta di far vedere a Javier che mi possiedi come un oggetto, ma di condividere con lui un avvenimento importante come questo. Dunque vale per tutta la tua famiglia, no? -

Piantò gli occhi nei suoi, decisa a cogliere il momento in cui le avrebbe negato quella richiesta per confermare che, dopotutto, si trattava esclusivamente di metterle addosso un'etichetta col suo nome.
 
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view post Posted on 11/4/2024, 09:07
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– Certo che non gliel’ho detto per quello! La mia famiglia non è come la tua, Sugar! Non ci vogliamo bene, non ci fa piacere condividere le cose. Non ho mai parlato con mio fratello prima di oggi, perché avrebbe dovuto farmi piacere condividere con lui qualcosa? O te?

Scosse le testa e allargò istintivamente le braccia, prima di riportarne una intorno alla vita di Sugar per assicurarsi di trattenerla con sé. Si era allarmato, naturalmente, e aveva cercato davvero di seguire le parole arrabbiate e deluse di lei perché, a dirla tutta, Caledon ormai si fidava più del giudizio di Mandylion che del proprio, soprattutto in quelle faccende. Se non aveva mai davvero avuto dubbi su quanto lui volesse stare con lei, con la stessa certezza aveva messo in conto di dover imparare, giorno dopo giorno, a come poter essere la persona migliore al fianco di Sugar. Teneva quindi in grande considerazione quello che la donna aveva da dire, e allo stesso tempo più tempo passavano insieme più si evidenziavano le differenze tra di loro, come anche quanto diversi fossero gli ambienti in cui erano stati cresciuti. Per lui era assurdo pensare di poter condividere qualcosa di suo con la sua famiglia: sua madre era un’Insegnante di Hogwarts e non si era mai interessata nemmeno dei suoi voti, e aveva deciso di fargli il discorso quando lui era ormai stato all’alba della maggiore età, per poi comunque rinunciarvi non appena Caledon aveva nominato Jelonek. I Fedoryen non comunicavano, ma non era difficile credere che nelle altre famiglie, quelle normali, funzionasse diversamente.

– Quando eravamo piccoli, lui ha rubato ogni mio affetto. È il suo modo di fare ed è sempre stato il preferito di tutti. Non voglio che la storia si ripeta anche con te, ora che sono uscito da quella casa.

Ribadì il suo punto: era vero che lui non riuscisse sempre a cogliere tutto quello che Sugar volesse dirgli e stava accadendo anche in quel momento, ma lo stesso valeva per lei, che non riusciva a comprendere abitudini diversi dalle sue. Quello, comunque, non fu niente rispetto al dilemma a cui lei lo sottopose poco dopo.

– Io…

Quasi come una sfida, lei gli stava dicendo di parlare di loro anche a Evey. La cosa non lo spiazzò affatto, ma lo rese titubante per un attimo per un motivo diverso: lui non avrebbe avuto problemi a dirlo a sua madre e non gli interessava che lei non avrebbe approvato. Sugar Mandylion era per lui già molto oltre la mera approvazione di Evey. Tuttavia… Caledon sapeva benissimo, per l’appunto, che sua madre non avrebbe mai approvato quella relazione o Sugar e, sebbene a lui la cosa fosse quasi indifferente, temeva invece potesse ferire Sugar. Che lui si ritrovasse a pensare ai sentimenti di qualcuno che non fosse lui stesso lo avrebbe spiazzato, se in quel momento non fosse stato impegnato a capire come sciogliere quel groviglio.

– Non sei un oggetto, lo so. Non intendevo quello. Scusa se è sembrato così.

Decise di prendere tempo e di celare la titubanza iniziale tornando a ragionare su quello che lei gli aveva detto, riportando le parole di lei che più lo avevano toccato, dal momento che le sue intenzioni, e ciò che sentiva per Sugar, erano ben diverse da ciò che invece doveva essere arrivato a lei. Arrivò persino a scusarsi, non potendo che riconoscere un fallimento da parte sua, pur faticando a far uscire quelle parole tra una smorfia e l’altra. Non era sua abitudine fare ammenda, né riconoscere di aver sbagliato in qualcosa. La smorfia gli rimase sul viso, figlio dello spettro dell’idea che Sugar potesse aver pensato di essere un oggetto per lui, quando quindi tornò alla proposta provocatoria iniziale.

– E sì, glielo direi. Anche adesso, se vuoi. Ma preferirei risparmiartelo. Non parlo con lei dal ballo.

Scosse le spalle, pur un po’ teso: aveva già anticipato a Sugar che Evey avesse avuto da ridire su di loro, ma non era andato nel dettaglio e non intendeva farlo. Sugar era una donna adulta che nella sua vita fronteggiava cose peggiori di Evey Fedoryen, ma Caledon non intendeva permettere a sua madre di infangare o, peggio, ferire, la cosa migliore che avesse nella sua vita in quel momento. Allo stesso tempo, sapeva che Sugar non avrebbe apprezzato quel suo tentativo di proteggerla dai Fedoryen, per cui cercò di trovare un altro modo per presentarla.

– Non voglio condividere la mia vita di ora con nessuno di loro, ci disprezziamo a vicenda. Non ho bisogno di nessuna approvazione da parte loro e non credo nemmeno che riescano semplicemente a rispettare le mie scelte, ne abbiamo già parlato di come le nostre famiglie non si vadano a genio.

Elaborò al meglio, ma non era abituato a parlare così tanto e la frustrazione era tornata udibile nella sua voce, così come la fatica di mettere una parola dopo l’altra. La stretta sui fianchi di lei si fece più salda e nervosa.

– Ma visto che a quanto pare mio fratello va a genio a te, allora si dovrà comportare bene. E non fingere: lo sai benissimo anche tu che sei sulle copertine delle riviste, che effetto pensi di fare ai ragazzi come Javier?

Lui aveva cercato di capire lei, ma adesso stava a Sugar non nascondersi. La guardò serio, mettendole davanti in ultima istanza ciò che doveva essere palese anche per lei: Sugar non era una persona qualsiasi, né lo era Javier, soprattutto per lui. Poteva aver agito d’istinto nell’approcciarsi a suo fratello in quel modo, ma il nucleo restava invariato: Javier avrebbe dovuto rispettare che loro avevano una storia e Sugar doveva riconoscere dell’influenza che poteva avere sugli altri ragazzi.
 
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view post Posted on 16/4/2024, 12:37
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Il modo in cui Caledon si aggrappava a lei e continuava a parlare di come si aspettasse che Javier la rubasse, le faceva venire voglia di scagliargli un Immobilus e lasciarlo lì impalato sul marciapiede. Caledon era paranoico e non aveva alcuna fiducia non solo nella sua famiglia (e non c'era da stupirsi per questo), ma nemmeno in lei. Lei, che avrebbe dovuto essere la sua ragazza. Il pensiero che la ritenesse capace di tradirlo con suo fratello la faceva ribollire tanto quanto l'idea che secondo lui Sugar non si sarebbe sottratta ad avances disdicevoli da parte di chissà chi. Sbuffò e fece per allontanarsi, ma Caledon strinse la presa con urgenza e paura. Era sul punto di mandarlo a quel paese quando lui si scusò. Solo allora Sugar rimase ferma dovera, senza opporsi al braccio che la circondava. Tornò a guardarlo negli occhi, vedendo la genuina confusione che emergeva sul volto di lui tra una sillaba e l'altra. Non stava mentendo o fingendo; le sue scuse erano sincere, così come l'incapacità di comprendere appieno cosa fosse a infastidirla tanto.
Era anche per questo che Sugar avrebbe preferito sapere che Caledon avesse già avuto altre relazioni prima di lei. Invece che quella distesa rocciosa di sfiducia, paranoia e prime esperienze, avrebbe trovato un terreno già pronto, se non fertile, preparato da qualcun'altra e levigato nei suoi aspetti più duri. Invece no, quel compito toccava a lei. E, nonostante tutto, il pensiero di lui che faceva esperienza con altre donne la disturbava più di quanto non volesse ammettere. Era suo, adesso, con tutto quello che aveva da imparare per far funzionare quella relazione. Sollevò una mano e gliela portò sulla guancia, dove mosse appena il pollice sulla pelle per dargli conforto; non troppo, visto che era comunque andato espressamente contro il suo desiderio, ma abbastanza per apprezzare le sue scuse.

- E la mia scelta non la consideri? - chiese in tono più calmo. - Ti fidi così poco anche di me da credere che andrei con tuo fratello, o con chiunque altro? -

Inclinò appena la testa mentre lo guardava negli occhi. Certo che era consapevole dell'effetto che aveva sui ragazzi, ma non era quello il punto. Lei stava con Caledon, e a lui sarebbe dovuto bastare per fidarsi ed essere sicuro che Sugar non avrebbe fatto la smorfiosa in giro. Né per il fatto che lei avesse bisogno di chissà quale protezione contro la sua famiglia; Javier aveva appena dimostrato di essere contento per loro, il padre di Caledon a malapena poteva produrre un pensiero razionale e sua madre sarebbe presto stata rinchiusa in prigione. A parti invertite, Sugar era certa che Caledon non avesse bisogno di uno scudo per la sua famiglia, non contro Gawith e Gregory, e Kedavra... Kedavra avrebbe rivolto loro uno sguardo di sufficienza ed educata indifferenza per tornare ai suoi doveri di comandante.
Sugar represse un brivido. Stranamente, il braccio di Caledon intorno alla vita parve darle conforto per qualche secondo.

- Gli unici che possono rovinare questo siamo io e te. Non Javier, non le nostre famiglie o i ragazzi che guardano le copertine. - Lo fissò con un'occhiata eloquente. - E ti sbagli su di lui. Hai visto come ha reagito, è contento. Non è colpa sua se i tuoi genitori ti hanno trascurato. -

Gli posò la mano sotto la spalla, sul braccio che l'avvolgeva. Sapeva che quell'ultima osservazione sarebbe valsa ben poco, considerando la territorialità con cui Caledon fronteggiava Javier su ogni argomento possibile, ma tanto valeva provarci. Non poteva dire di avere esperienza al riguardo, sua madre era stata eccezionalmente equa a ignorare tutti i suoi figli.
Sugar sospirò e chiuse gli occhi, toccando la fronte di Caledon con la propria. Ci sarebbe stato tanto da lavorare sulla sua paura e sulla sua paranoia, e non si illudeva sul fatto che avrebbero di nuovo litigato al riguardo probabilmente altre decine e decine di volte.

- Scuse accettate. - mormorò. - Ma niente più grandi rivelazioni fino a quando non te lo dirò. E devi imparare a fidarti di me, Cal.-

Lo guardò con intensità e serietà per un paio di interminabili secondi.

- Torniamo dentro. -
 
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