Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

07/03/2024 - XXII Lezione di Volo

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view post Posted on 7/3/2024, 00:00
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Pagina 666 della Bibbia.

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Il periodo invernale era il peggiore che potesse capitare per tenere le lezioni all'aperto. I piedi, fintanto che si rimaneva a terra, erano costantemente immersi nel fango; la pioggia era una fastidiosa seccatura e il freddo costringeva a sfregarsi continuamente le mani o a riscaldarle con il proprio alito. I professori delle altre materie non capivano quanto fossero fortunati ad avere un'aula calda e dei vestiti asciutti.
Eustass aveva sperato che il tempo fosse stato più clemente dopo la partita disputata nel fine settimana, ma le sue preghiere non erano state ascoltate. La temperatura non era migliorata e il campo era diventato sempre più una grossa pozzanghera marrone in cui ogni passo poteva essere fatale. Ogni anno c'era sempre qualche sfortunato che finiva per scivolare e macchiarsi completamente la divisa di fango.
Con indosso il suo consueto pastrano bianco crema che gli arrivava fino alle caviglie, il Vice-Preside attendeva con una pazienza quasi non sua l'arrivo degli studenti. Fin da subito l'uomo aveva scartato la possibilità di tenere almeno la parte teorica nell'ampio sgabuzzino che fungeva da aula: ogni suo intervento era sempre seguito da una parte pratica, e far entrare e uscire per più volte i ragazzi avrebbe protratto la lezione oltre la scadenza prevista. Gli alunni avrebbero dovuto sopportare, in silenzio, quella tortura.
Ai piedi di Eustass erano presenti dei Bolidi legati ai bauli, dei Boccini d'Oro svolazzanti imprigionati in una gabbia, delle mazze, le scope in dotazione della scuola - per tutti coloro che ne fossero stati sprovvisti - ma nessuna Pluffa. Il saccone in cui erano di solito conservate, infatti, era tristemente vuoto.
Il motivo? Presto detto. Ad aguzzare bene la vista - qualcosa che qualsiasi buon Cercatore non avrebbe avuto difficoltà a fare - si poteva notare che le sfere scarlatte erano disseminate su tutti gli spalti, dai seggioli ai gradini, dai tetti fino ai soffitti. Un caos senza eguali, causato da qualcuno che non aveva nessun rispetto per le lezioni del docente di Volo.
Chi si poteva nascondere dietro quella malefatta? I sospettati erano pochi, ma Eustass avrebbe scommesso gran parte del suo conto alla Gringott che quell'opera fosse stata compiuta da Pix. Il Poltergeist, quel giro, doveva aver deciso di prendere lui di mira, e durante la notte aveva dato sfogo alla sua creatività spargendo le Pluffe intorno al campo. Nessuna combriccola di studenti avrebbe potuto fare quel disastro in così poco tempo e senza essere notati da nessuno.
Il malumore del Responsabile di Serpeverde era dovuto anche a quello. Vedere quello scempio appena arrivato al campo lo aveva messo di cattivo umore, tanto da fargli considerare per qualche istante l'idea di rimandare la lezione fino a quando non si fosse calmato con una buona tazza di camomilla e una barretta di cioccolato al latte.
Dopo averci riflettuto, però, gli era venuta una nuova idea.
Quando il grosso della classe si fu presentata al suo cospetto, Eustass attirò la loro attenzione e disse:
"Qualcuno ha avuto la brillante idea di disseminare gli spalti delle Pluffe che useremo oggi. Dato che non mi va di spaccarmi la schiena per la scemenza di qualche povero idiota, ora sarete voi a riportarle indietro"
disse, tamburellando le mani incrociate sui fianchi,
"Dieci punti per ogni Pluffa che metterete nel sacco, il vincitore avrà un punto extra sulla valutazione finale del compito. Forza, andate!"

//La raccolta delle Pluffe deve essere autodeterminata. Una sola Pluffa per post. Non c'è limite al numero di post, ma non possono essere raggruppati in uno soltanto. La scadenza è fino al mio prossimo messaggio.
 
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La pioggia non dava tregua. Sebbene fosse entrato il mese della primavera, il tempo scozzese non dava nessun preludio di bella stagione in arrivo. Il freddo e le nuvole colleriche che coprivano il cielo su Hogwarts avevano trasformato il campo di quidditch in un vero e proprio pantano. Lo sapeva bene il Delacroix che, dopo la partita del fine settimana e l’allenamento della sua squadra il giorno prima avrebbe dovuto incantare la sua divisa con un incantesimo autopulente se voleva vederla pulita almeno un giorno in più. La fatica e la forza anche solo per effettuare un passo doveva duplicarsi e l’equilibrio per tenersi sulla scopa doveva essere al doppio della concentrazione se voleva scongiurare una brutta caduta e far visita in infermeria da malcapitato invece che da Medimago. Per fortuna aveva portato con sé almeno gli occhialini: se fosse caduto di faccia almeno si sarebbe risparmiato di accecarsi entrambi gli occhi. Si presentò puntuale in campo, lasciando il mantello nello spogliatoio e scaldandosi le mani per quanto poteva, almeno per farle aderire al legno della scopa anche se la pioggia non avrebbe aiutato il suo sforzo. Il professore era visibilmente contrariato (non che di solito sprizzasse gioia da tutti i pori) ma il motivo era più che valido: qualcuno, quel giorno, si era divertito a disseminare le pluffe in giro per il campo e, come primo compito, il vice-preside, ordinò ai suoi studenti di raccattare quante più scarlatte possibili. Maxime non vedeva l’ora di mettersi in sella alla sua Nimbus e, dopo i soliti convenevoli iniziali, non perse tempo per eseguire gli ordini del suo professore. Inforcò la Nimbus e abbassò gli occhialini sulla testa. Strinse l’estremità del manico tra le mani e le cosce intorno ad esso. Piegò leggermente le ginocchia per darsi la spinta necessaria affinché si sollevasse in volo e, dopo aver indirizzato verso nord il manico, partì alla ricerca della prima pluffa. Le scarlatte erano facili da individuare e il Corvonero approfittò di quel riscaldamento in volo per prendere confidenza con l’aria gelida che contraddistingueva quelle lezioni. Fece scivolare ancora di più le mani, la schiena si appiattì sul manico e il bacino indietreggiò per equilibrare il peso del corpo perfettmente alla scopa in modo tale che, anche il vento, a quell’altezza, non avrebbe attentato alla sua incolumità. Fece un volo circolare setacciando gli spalti partendo dalla torretta Corvonero e, posta sotto il penultimo gradone degli spalti superiori, intravide un pezzo di cuoio che stonava col legno freddo delle panche. Inclinò il manico della sua Nimbus verso sinistra, facendo seguire il movimento dal suo bacino che si sbilanciò verso quella direzione e planò fino a raggiungere il punto esatto della scarlatta. Staccò la mano dominante, la destra, dal manico della scopa per allungarla davanti a sé pronta ad acciuffare la scarlatta e, quando si sarebbe trovato così vicino alla pluffa da riuscire ad acciuffarla, si sarebbe sbilanciato tanto bastava per allungare il braccio e aprire la mano affinché, con un movimento veloce avrebbe preso la prima pluffa dagli spalti. Se la sarebbe messa al sicuro sotto il braccio destro mentre la mano sinistra stringeva ancora di più il manico per assicurarsi maggiore presa e la mano destra sarebbe scivolata poco dopo sulla scopa per vertere la marcia e tornare sul campo a restituire la pluffa al legittimo proprietario. Dopo aver consegnato la sfera di cuoio al professore sarebbe ripartito a cavallo della sua Nimbus alla ricerca di un’altra pluffa.
 
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Sarebbe ritornato in sella alla sua Nimbus levandosi via di dosso le gocce copiose fi pioggia che gli avevano infradiciato tutta la divisa. Si sarebbe spinto ancora più in alto, superando le torrette degli spalti e sorvolando il campo in modo da avere una visuale totale dell’ovale. Si sarebbe steso sul manico della scopa, appiattendosi su quest’ultimo. Avrebbe sentito l’aria sferzargli il viso e le gocce di pioggia sarebbero stati piccoli stiletti da evitare. Avrebbe sorvolato la torretta serpeverde, dove si ergeva la bandiera colorata verde-argento. Questa avrebbe sventolato senza controllo, mossa dal vento e, al suo interno, quasi incastonata tta le sue pieghe, lo studente avrebbe individuato uno scorcio scuro, simile al cuoio della pluffa. Maxime avrebbe virato, scendendo quasi in picchiata sulla cima della torretta e, una volta sinceratosi della presenza della scarlatta, avrebbe allungato il braccio staccandolo dal manico e aprendo la mano per cercare di acciuffare la pluffa. L’avrebbe raccolta e l’avrebbe messa al sicuro sotto il braccio, virando nuovamente la rotta dirigendosi dal vicepreside per restituirgli la scarlatta e tornare a setacciare l’intera zona
 
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La nuova lezione di Volo era iniziata e Desmond sperava vivamente che il fatto di allenarsi con la squadra di Quidditch della sua casa lo aveva aiutato a migliorare la tecnica, la stabilità e di conseguenza aver raggiunto un grado di conoscenza tale da migliorare anche durante le lezioni del professor Hawkins.
Arrivato al Campo da Quidditch avrebbe salutato si presenti e si sarebbe avvicinato agli studenti che erano già in presenza del professore che subito attirò l'attenzione di tutti.
Qualcuno aveva seminato su tutti gli spalti una marea di Pluffe e gli studenti avrebbero dovuto recuperarne più possibile per ottenere dei punti.
Il Corvonero non ci pensò due volte ad agire sia per pulire gli spalti e sia per conquistare più punti possibili per la sua casa.
Avrebbe steso il braccio sinistro ponendolo al di sopra del manico di scopa che era adagiato sul manto erboso del campo e si sarebbe concentrato sul sollevarlo dicendo con tono di voce leggermente alto e autoritario un Su!
Quando avrebbe visto il manico di scopa sollevarsi lo avrebbe afferrato con la mancina e si sarebbe dato lo slancio per saltare in groppa ad essa. Avrebbe cercato di trovare un equilibrio e quando si sarebbe sentito pronto si sarebbe dato una spinta con la punta dei piedi librandosi in aria.
Con entrambe le mani sul manico di scopa e le cosce ben serrate su di esso, Desmond avrebbe deciso di iniziare proprio dagli spalti dei Corvonero.
Avrebbe raggiunto la parte sinistra di essi, dove qualcuno aveva disseminato chissà quante Pluffe e si sarebbe abbassato sulle grandinate per allungare il braccio sinistro, cercando di non cadere dalla scopa e neanche di perdere troppa quota, per prenderne una, la prima, quindi dopo averla afferrata con la mancina se la sarebbe messa sotto il braccio e avrebbe fatto dietro-front per tornare al punto di partenza dove tutti si erano radunati e dove avrebbero dovuto radunare anche le Pluffe.
Una volta adagiata la sua palla con le altre che erano riusciti a trovare i suoi compagni, avrebbe ripreso quota per continuare quella "pulizia" degli spalti.

Edited by Desmond Tarabay - 7/3/2024, 21:53
 
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Desmond avrebbe lasciato la prima Pluffa nella sacca insieme alle altre e subito dopo avrebbe stretto il manico della scopa con la mancina e avrebbe cercato di prendere di nuovo quota.
Quando si sarebbe trovato a mezz'aria si sarebbe diretto ancora una volta verso gli spalti di Corvonero. Di certo il lavoro non gli sarebbe mancato come non sarebbe mancato ai suoi compagni, quindi avrebbe cercato di fare in fretta sia per liberare gli spalti sia perché era curioso di sapere quale sarebbe stato l'argomento della lezione odierna.
Si sarebbe parlato di cacciatori visto l'utilizzo delle Pluffe? Desmond si sarebbe abbassato di nuovo sugli spalti e avrebbe steso il braccio sinistro per recuperare una palla che si era incastrata sotto la panchina di legno dove di solito si sedevano i tifosi.
Cercando di stare in equilibrio sulla scopa senza roteare e finire con la faccia a terra, ci avrebbe messo un po' di forza per recuperare la scarlatta incastrata che poi avrebbe messo in sicurezza sotto il suo braccio.
Ce n'erano molte da recuperare ma il professor Hawkins aveva detto una alla volta quindi Desmond si sarebbe diretto verso la sacca per depositare la nuova Pluffa presa.

Edited by Desmond Tarabay - 7/3/2024, 21:53
 
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view post Posted on 7/3/2024, 17:49
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Sylas Bloodwell aveva una chiara e palese idea del perché le lezioni di Volo si svolgessero all'aperto anche con temperature per nulla adatte: ciononostante la cosa non gli piaceva comunque! Borbottava infatti quella mattina, tra un passo e l’altro, fino a quando non arrivò al campo da quidditch e notò le scope in dotazione alla scuola poste ai piedi del Professor Hawkins. Non si era ancora premurato di comprarne una, ma aveva una voglia matta di scorrazzare in giro e mettersi alla prova in qualche partita di quidditch; giusto per far capire in giro che un risultato come quello dell'ultima partita non si sarebbe ripetuto!
Le sue iridi azzurre scintillarono perciò fameliche, quando fu costretto a risalire con lo sguardo dalle scope alla maschera del Professore impegnato a dare subito disposizioni: disposizioni che non si fece di certo sfuggire. Con indosso la sola divisa - scolastica non da quidditch - dato che il mantello sarebbe stato un intoppo, si sarebbe infatti avvicinato alle scope a disposizione per recuperarne in fretta una. Un ciuffo biondo a dondolargli sulla fronte dal quale di tanto in tanto sgorgava una goccia d'acqua.

- Sylas Bloodwell, Professore, Grifondoro. Vorrei prendere una delle scope della scuola, se possibile!

Avrebbe annunciato al docente dopo aver chiesto parola, per poi avvicinarsi alle scope e spostarne leggermente una con il piede portandola più vicina a sé; il Professor Hawkins aveva il temperamento di uno che non l'avrebbe presa affatto bene, se per caso gli avesse sbattuto il manico sotto al muso mentre tentava di sollevarlo dal terreno con la sola voce - e lui non aveva di certo voglia di farsi sbraitare in faccia o perdere punti! Di guadagnarne, al massimo.

- Su!

Quando gridò alla scopa di salire verso il palmo della sua mano difatti, era ben distante dal Professore, anche se si rivelò una precauzione inutile dato che la scopa raggiunse la sua mano senza alcun problema: era davvero bravo! Senza perdere troppo tempo in un attimo vi quindi salì in sella, alzando la gamba destra dal terreno cosi da farle scavalcare il manico e ritrovarsi con la scopa tra le gambe. Le mani salde quasi all'estremità del manico, mentre con la punta dei piedi si sarebbe dato un poderoso slancio per innalzarsi in cielo e distaccarsi dal suolo. Una sensazione che non lo stancava mani, quella del volo, nonostante la pioggia che continuava imperterrita a cadere dal cielo; ma non si trovava di certo lì per un giro turistico e spensierato! Motivo per cui, dopo essersi goduto brevemente il panorama dall'altezza raggiunta, schizzò versò la torre degli spalti di Grifondoro, deciso a recuperare una delle pluffe. Rapido avrebbe quindi abbassato il busto sul manico, appiattendosi su di esso per spronare la scopa a raggiungere la massima velocità; per il mero gusto di farlo, non perché ve ne fosse reale bisogno. Le cosce strette intorno al legno cosi come ancora lo sarebbero state le mani, con le quali avrebbe guidato il manico fino alla meta, compiendo una piccola derapata una volta avvistata un pluffa. Sterzando verso sinistra quindi, una volta raggiunti gli spalti della sua casa, senza perdere velocità avrebbe continuato la sua corsa, facendo galleggiare la mano destra in aria fino a quando non venne a contatto con la pluffa adocchiata - situata su uno dei tanti posti a sedere.
Afferrata quest'ultima si esibì quindi in un rapido dietro - front, tornando alla postazione di partenza per lasciare la pluffa dove le stavano accumulando gli altri.
 
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view post Posted on 7/3/2024, 17:56
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Qualcuno avrebbe potuto dire che quelle operazione di recupero potevano essere noiosa ma in effetti Desmond le stava prendendo come un esercizio, come quelli che Agnes gli affidava ad ogni allenamento.
Quindi dopo aver messo la seconda Pluffa nella sacca, Desmond avrebbe spinto la scopa verso l'alto andando alla ricerca di altre scarlatte.
La pioggia battente non aiutava di certo ad avere l'equilibrio che gli avrebbe fatto fare tutto più velocemente, le mani avrebbero potuto scivolare dal manico e avrebbe potuto cadere ma di certo questo non lo avrebbe fermato.
Visto che gli spalti dei Corvonero erano abbastanza pieni di studenti che recuperavano le Pluffe, lui decise di cambiare zona e andare verso la torretta dei Tassorosso, numericamente inferiori, per dare una mano a liberare gli spalti da quel casino.
Desmond avrebbe sorvolato quel pezzo di campo e si sarebbe abbassato con la scopa per recuperare una Pluffa appoggiata su una delle sedute di legno, sarebbe stata più in alto quindi non avrebbe avuto problemi ad afferrarla senza scendere troppo.
Tenendosi con la mancina, stringendo con forza il manico della scopa per non scivolare, avrebbe allungato la destra per recuperare la palla per poi metterla subito sotto il braccio per tentare di evitare di farla scivolare.
Si sarebbe fermato e sarebbe tornato indietro dove il professore e chi non aveva intenzione di raccogliere le Pluffe stavano aspettando la fine dell'esercizio.
Desmond insaccò un'altra palle per poi ripartire in una nuova ricerca.
 
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view post Posted on 7/3/2024, 18:11
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Uno sguardo veloce alla divisa gli aveva fatto capire che il salire e scendere dalla scopa con tutto quel fango lo avrebbe fatto ritornare in sala comune peggio di come si aspettasse. La lezione era appena iniziata e, nonostante la fatica dovuta a muoversi nel fango e nel terreno impantanato gli chiedesse più sforzo di un allenamento normale, non aveva alcuna intenzione di smettere di cercare le pluffe che sarebbero servite per la lezione corrente. Dopo la seconda scarlatta riposta nel sacchetto sarebbe salito nuovamente sulla scopa restando, questa volta più basso rispetto alla precedente. Sarebbe rimasto a pochi metri dal suolo per setacciare anche gli scorci del campo, magari qualche pluffa era stata nascosta al di sotto delle torrette. Avrebbe fatto dei giri di campo in modo circolare inclinando il bacino a destra e sinistra a seconda della direzione che avrebbe preso. Sotto le travi della torretta Grifondoro, dove di solito si sedevano le cariche più alte della scuola, intravide, in mezzo al fango, qualcosa che avrebbe potuto essere quello che stava cercando. Avrebbe virato verso destra, in direzione delle travi che reggevano la torretta e, infilandosi tra queste, avrebbe scorto un’altra pluffa. Senza badare a quanto potesse essere sporca se la sarebbe infilata sotto il braccio destro, avrebbe riportato le mani entrambe sul manico di scopa e sarebbe tornato al punto di partenza per restituire la terza pluffa al vicepreside. Non sapeva quante ne mancavano ma sicuramente non era finita lì
 
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view post Posted on 7/3/2024, 18:31
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Si sentiva a suo agio in volo, quasi quanto lo era a terra! Sistemata la prima Pluffa nel sacco infatti, dopo un piccolo ma abbastanza preciso lancio, il Grifondoro ci mise poco a decidere di voler continuare con quel rilassante esercizio e adocchió di nuovo gli spalti delle varie case, scegliendo questa volta come meta la torretta di Serpeverde!
Senza perdere tempo riprese quindi quota, puntando proprio la torre dei verde argento mentre il petto tornava a incontrare il legno della scopa. Scopa che aveva deciso di testare, così come le sue stesse abilità, cercando di farle raggiungere la massima velocità consentita da quel modello. La strinse difatti con tutte le sue forze, tentando una rapida risalita verso un punto a caso nel cielo che ancora piangeva, prima di gettarsi in picchiata verso gli spalti dei Serpeverde. Lo sguardo puntato sulla meta mentre serrava le gambe, con il manico in mezzo, per avere maggior controllo sulla scopa senza che la velocità assunta influisse. I capelli ormai zuppi che invece frustavano il vuoto a ogni centimetro conquistato, fino a quando non arrestò la sua corsa furiosa tirando il manico all’indietro e sterzando leggermente con il bacino per indirizzare la scopa verso la nuova direzione.
Subito la mano destra si esibì di nuovo in una rapida presa mentre riprendeva la sua marcia, sorvolando gli spalti dei verde - argento dopo aver afferrato una pluffa incastrata tra due panche.
Senza guardarsi indietro puntò infine la zona da cui era partito, dirigendosi di nuovo su quella che avrebbe quasi potuto identificare come una griglia di partenza, ma era solo il punto in cui risedeva il sacco! Fu proprio quello che adocchiò, dopo essersi appiattito nuovamente sulla sua scopa, terminando questo secondo giro con l’infilarsi della seconda pluffa nella sacca!
 
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Dire che era fradicio era dire poco e neanche tutti gli allenamenti sotto la pioggia fatti con i Corvonero lo avrebbero aiutato ad abituarsi a quel fastidioso clima.
Si sentiva pesante e percepiva già il naso colare ma non per questo si sarebbe fermato. Dopo aver insaccato l'ennesima Pluffa raccolta dagli spalti, Desmond avrebbe cercato di continuare quel l'esercizio fin quanto avrebbe potuto, finché il professor Hawkins non avrebbe fermato tutti e avrebbe dato inizio alla lezione.
Il Corvonero avrebbe inforcato di nuovo la sua scopa e l'avrebbe spinta con velocità verso l'alto, andando contro il verso obliquo della pioggia che gli sbatteva in faccia, tornando nei pressi della torretta dei Tassorosso ancora abbastanza piena di Pluffe.
Scherzo davvero poco divertente!
Desmond avrebbe cercato di planare sugli spalti con la propria scopa e avrebbe cercato di recuperare, quasi a volo, una Pluffa che rischiava di scivolare verso il basso sospinta dal vento e forse anche dalla forza della pioggia stessa.
Cercando di non mollare la presa sulla sua scopa, stringendo le cosce sul manico, Desmond tentò di afferrare la Pluffa prima che facesse un brutto volo e se la tirò al petto con leggera forza perché così bagnato rischiava solo di vederla sfuggire via dalla sua presa e rischiare di dover iniziare tutto da capo.
Dopo aver recuperato la Pluffa Desmond avrebbe fatto una leggera virata per tornare indietro e avrebbe planato sul campo da Quidditch per riporre la palla al suo posto, almeno momentaneamente visto che il professore aveva detto che avrebbero usato proprio quelle per la lezione.

Edited by Desmond Tarabay - 7/3/2024, 21:53
 
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La pioggia non accennava a fermarsi, e così neanche il Grifondoro ghiotto di punti per la sua casa ma, soprattutto, desideroso di sbizzarrirai in volo! E non era di certo l’unico! Guardò infatti chi come lui era impegnato nel recupero pluffe, in modo da scegliere una torretta non occupata in cui sicuro avrebbe trovato altre pluffe: e quindi altri punti!
Di nuovo quindi, con un colpo dei reni, intimò alla scopa di riprendere quota e librarsi nuovamente in aria; gli occhi puntati adesso sulla torretta di Tassorosso che, dopo aver serrato mani e cosce intorno al manico in legno, si impegnò a raggiungere!
Dato che voleva divertirsi, però, decise di raggiungere gli spali dei nero- oro a zig zag, compiendo quindi qualche manovra evasiva che sicuramente gli sarebbe servita per quando avrebbe sostenuto il provino per la squadra di Grifondoro!
Con il busto di nuovo piegato sul manico dunque, il biondo serrò la presa delle dita sulla scopa iniziando a muovere le anche prima da un lato, poi da un altro, guidando la scopa anche con le braccia in quella che sperava risultasse come una perfetta sincronia di movimenti: durante una partita, si sarebbe di sicuro divertito! Oltre a vincere, ovviamente!
Nel frattempo però continuò con il recupero delle pluffe, terminando lo slalom tra avversari immaginari una volta raggiunta la torretta di Tassorosso. Ormai allenati a riconoscere il bersaglio, i suoi occhi azzurri adocchiarono subito l’ennesima pluffa, e di conseguenza il Grifondoro si sporse di poco dalla scopa per afferrarla, badando bene a mantenere saldo l’equilibrio.

- Presa!

Ringhiò dopo averla recuperata, voltandosi di nuovo verso il punto di partenza così da poterla riporre nel sacco, per la terza volta!
La pluffa ancorata sotto al braccio mentre guidava la sua scopa a una velocità adesso più moderata e con la sola mano sinistra, finendo con il riempire di nuovo la sacca.
 
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Gesti meccanici potevano sembrare quelli che stava facendo.
Alzarsi dal campo, recuperare la pluffa e poi planare di nuovo sul campo per metterla al suo posto e poi ancora ripetere, eppure Desmond riusciva a trovare sempre qualcosa di diverso da fare.
Una volta la Pluffa era incastrata, un'altra rischiava di cadere nel vuoto e questa volta invece fu obbligato ad inseguirla per rotolava spinta dal vento.
Tutto ciò rendeva l'esercizio in qualche modo interessante. Infatti dopo aver lasciato l'ennesima Pluffa nel sacco, il Corvonero tornò indietro andando sempre a liberare gli spalti dei Corvonero, guardandosi attorno poteva vedere che anche gli altri stavano lavorando abbastanza ma di Pluffe ce n'erano ancora quindi non sarebbe stato in problema continuare.
Desmond avrebbe adocchiato una Pluffa quasi nell'angolo della Torretta dei Tassorosso ma una folata di vento troppo forte, tanto che la sentì dietro la schiena, la fece rotolare sotto gli spalti e il ragazzo fu obbligato a scendere dalla scopa per recuperarla. Sbuffando e bofonchiando da solo, con il braccio sinistro la tirò fuori e se la mise al petto pronto per tornare in sella.
Una volta a cavallo della scopa avrebbe girato velocemente attorno alla torretta per tornare di nuovo verso il professore e i suoi compagni, quelli che non avevano partecipato all'esercizio, insaccando una nuova Pluffa.
 
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La chioma bionda continuava ormai a sgorgare acqua come una piccola fontana, mentre il Grifondoro era impegnato in quello che avrebbe potuto definire un inizio di lezione soddisfacente! Almeno non era dietro ad un banco a rigirarsi i pollici in attesa che qualcosa di stimolante svoltasse la sua giornata: l'avrebbe svoltata da sé!
Decise quindi di portare ancora qualche pluffa a casa, giusto per divertirsi un altro po' con una scopa non sua e guadagnare qualche altro punto! E dato che si torna dove si è stati bene, il suo sguardo tornò a posarsi sulla torretta di Grifondoro - zona in cui aveva recuperato la prima pluffa. Le mani che già avevano indirizzato il manico verso quella direzione prima ancora che la scegliesse, come se fosse un gesto istintivo essendo la torretta adesso più vicina a lui. Ancora una volta partì dunque come una cometa in un cielo grigio e che non prometteva di migliorare, incurante però di tutto ciò dato che era ormai entrato nel mood: giocatore di quiddith! Tentò perciò questa volta un'accelerazione decisa, dritto per dritto, che avrebbe arrestato solo a pochi centimetri dal punto di arrivo. Oppure vi si sarebbe frantumato contro, aveva solo un modo per scoprirlo!
Senza alcuna esitazione si abbassò difatti cosi tanto sul manico da diventare quasi un tutt'uno con esso, mentre spingeva la sua scopa a raggiungere la massima velocità cercando di sfruttare la posizione assunta che avrebbe dovuto garantirgli un volo più aerodinamico. Lo sguardo fisso sulla torretta della sua casa!
Giunto in prossimità degli spalti cercò di capire quale fosse il momento migliore per frenare senza perdere velocità per non cessare il moto della sua scopa; di conseguenza, prese di nuovo a far dondolare una mano nel vuoto con cui afferrò una pluffa situata sulla panca più alta degli spalti, che strinse intensamente cosi come strinse il manico della scopa con la mano destra e con le gambe, mentre lo costringeva a virare verso sinistra dopo aver recuperato la pluffa. Il busto che lentamente prese a raddrizzarsi facendolo tornare perfettamente in sella dopo la presa.
E di nuovo prese quindi a recarsi verso il Professore, reggendo salda la pluffa con un braccio fino a destinazione, verso la quale planò lentamente per infilare la quarta pluffa nel sacco.
 
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Desmond tentò invano di spingere i capelli all'indietro, essi si attaccavano scoprendo tutta la fronte ma con il peso dell'acqua stessa alcune ciocche continuavano a ricadere sul davanti provocandogli un certo fastidio.
Le goccioline di pioggia gli solleticavano la punta del naso e lo costringevano a lasciare il manico della scopa per interrompere quel fastidio quindi si prese qualche minuto per rassettarsi, cosa che servì a poco visto che non smise di piovere.
La sacca era abbastanza piena ma c'erano ancora molte Pluffe da recuperare. Stanco di guardare sempre nella stessa zona avrebbe sorvolato gli spalti dei Serpeverde per vedere se avrebbe potuto recuperare una palla più facilmente e in modo rapido.
Non ci mise ad individuarla, nonostante la visibilità ridotta della pioggia, appoggiata su una seduta essa dondolava a destra e sinistra senza però muoversi.
Il Corvonero avrebbe spinto la scopa verso il basso e avrebbe rallentato non appena si sarebbe trovato alla giusta distanza dalla Pluffa. Non l'avrebbe presa al volo, con quella pioggia e quindi con la palla bagnata avrebbe solo rischiato di perderla, rimanendo sulla scopa si sarebbe bloccato e avrebbe allungato il braccio verso di essa per portarla a petto e stringerla con forza per non farla cadere durante il breve viaggio di ritorno.
Dopo aver fatto un veloce dietro front avrebbe raggiunto la parte del campo dove il professor Hawkins stava collezionando tutte le Pluffe raccolte dagli studenti che stavano partecipando all'esercizio.

Edited by Desmond Tarabay - 7/3/2024, 21:54
 
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Pioggia, dannata pioggia. I capelli della Jefferson erano completamente bagnati, tanto che dovette raccoglierli in una coda alta per vedere chiaramente senza che gocciolassero davanti agli occhi. Arrivò al campo, dove si sarebbe tenuta la lezione di volo, in condizioni perfette per un'aula all'aperto. Guardò intorno, cercando di focalizzare la vista su chi aveva di fronte, mentre le sue scarpe affondavano nel terreno ormai bagnato e fangoso. Il manico della Nimbus era stretto nella sua mano destra, mentre notò che il Professore Hawkins aveva attirato l'attenzione della classe. Qualcuno aveva avuto l'idea di sparpagliare le pluffe sugli spalti, e avrebbe scommesso - o meglio, scommetteva sull'acqua in quel momento - che potesse essere stato Pix. Non ci voleva proprio, ma almeno il vicepreside aveva messo in palio ben dieci punti per ogni palla recuperata, con un punto extra sul compito finale per chi ne recuperava di più. La Grifondoro non avrebbe perso l'occasione. Scosse un po' d'acqua dalla divisa, salì sulla scopa, e a causa della pioggia, avrebbe dovuto affinare tutti i suoi sensi in volo per evitare incidenti. Con una spinta leggera dei piedi, iniziò la sua salita. Sì sarebbe aggrappata saldamente alla scopa con mani e gambe, la mano destra sul manico e la sinistra leggermente sotto, cercando di mantenere una presa sicura nonostante la pioggia che rendeva scivolosa la superficie. Quando raggiunse una buona quota, concentrò lo sguardo e si avvicinò cautamente agli spalti, cominciando da quelli di Grifondoro. Esplorò attentamente la zona, aggrappandosi al manico della scopa, assottigliando la vista per scrutare oltre la pioggia incessante che le bagnava la divisa. Notò una pluffa sotto uno dei sedili di legno, si avvicinò con cautela, e con un movimento lento staccò la mano destra per recuperare la palla scarlatta. La posò sul petto e scese per restituire la pluffa al Professore, sempre attenta nei movimenti e tornando a terra in modo sicuro.

Edited by Amelia Jefferson - 3/7/2024, 09:47 PM
 
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