Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

They call him Pix, IM #1 Marzo 2024 - Amelia Jefferson

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view post Posted on 1/3/2024, 11:56
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Lo aveva fatto da tempo e quel giorno, quella minaccia, si era finalmente concretizzata. Nemmeno nei suoi incubi peggiori avrebbe potuto credere che, dopo i disguidi della fine dell’anno precedente, Pix il Poltergeist avrebbe potuto farla così grossa: non aveva avuto il tempo materiale per elucubrare sul come e quando il protagonista indiscusso di quella giornata fosse riuscito a recuperare scope e secchi dal loro solito posto finendo per spargerle per tutto il castello, aveva solo avuto la consapevolezza che quel giorno avrebbe dovuto affidarsi a qualcuno degli abitanti del castello per venire a capo di quella rocambolesca situazione. Giunto sul pianerottolo del Settimo Piano dopo un breve inseguimento al Poltergeist che non aveva fatto altro che bearsi per tutto il tempo di quella scenetta mentre veniva trafitto con lo sguardo, aveva finito per rivolgergli un ultimo sguardo prima di sparire alla sua vista.

Avrebbe passato tutto il giorno a recuperare il materiale.

Espirando pesantemente si era guardato attorno e dopo aver trovato una scopa incastrata in un angolo tra la soffitta e uno degli archi presenti nel corridoio, recuperata, aveva proseguito alla ricerca di altri oggetti nascosti.
Era stato allora che l’incrocio con Amelia Jefferson di Grifondoro era apparso ai suoi occhi come una sorta di vendetta nei confronti della generazione di quella casata che, a livello scolastico, sembrava sempre più impigrirsi; non si era interessato poi tantissimo, dopo i M.A.G.O., di quelle che sarebbero state le sorti della sua ex casa ma la sfilza di vergognose giustificazioni inviate prima per Trasfigurazione e poi per Aritmanzia con la sola eccezione di Fedoryen aveva fatto il giro dell’intero istituto magico arrivando perciò anche alle sue orecchie. Ancora si stupiva che Pike lasciasse in giro i suoi studenti.

«Signorina Jefferson, buongiorno» esordì attirando l’attenzione della studentessa prefiggendosi di distoglierla da qualsiasi strana idea di malsana pigrizia potesse anche solo pensare di conquistare l’altra. «Capita a fagiolo, mi serve il suo aiuto» le disse, cominciando quindi a spiegarsi, mani dietro la schiena. «Pix ne ha fatta un’altra delle sue e ha nascosto scope, secchi e quant’altro per la pulizia in giro per il castello. La ricompenserò con 15 galeoni se vorrà aiutarmi a recuperare la refurtiva» specificò brevemente.
Se quindi la Grifondoro avesse accettato avrebbero fatto un tratto di corridoio assieme alla ricerca di qualche altro oggetto nascosto per poi tornare al punto di partenza. «Molto bene, qui è dove le nostre strade si dividono: io continuerò la ricerca nelle aule, lei si guardi attorno; Pix ne sa una più del diavolo e potrebbe aver nascosto qualche altra scopa alla Torre dell’Orologio se gli è venuto in mente» si guardò attorno, scoraggiato: Hogwarts era grande e ci sarebbe voluto un miracolo per ritrovare tutto. Guardò però Jefferson, e dopo averla assicurata di raggiungerla di lì a qualche ora la salutò, dirigendosi verso l’Aula di Storia della Magia per cercare il maltolto.
 
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view post Posted on 1/3/2024, 12:21
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La giovane studentessa di Grifondoro aveva deciso di concedersi una breve passeggiata nel Settimo Piano. Dopo aver completato la consegna dei compiti di Cura delle Creature Magiche, pensava di dedicarsi un po' di tempo tranquillo prima di rituffarsi nelle sue responsabilità scolastiche. Nonostante la faticosa settimana, Amelia si era sempre impegnata al massimo, superando la stanchezza con determinazione. In quel momento, si sentiva abbastanza rilassata, avendo goduto di una notte di sonno adeguata. Esplorava curiosamente i corridoi di Hogwarts, indossando la sua iconica divisa scolastica. Aveva lasciato la borsa nella sala comune e i suoi capelli erano ordinatamente raccolti in due trecce corte. Il viso presentava un leggero tocco di trucco, e i guanti da bacchetta erano pronti, contenendo al loro interno il suo prezioso catalizzatore.

Mentre esplorava il piano, Amelia udì una voce conosciuta: era il custode di Hogwarts. Con un leggero sorriso sul volto, si avvicinò al signor Hamilton. «Buongiorno, custode Hamilton», rispose con tono cordiale. La Grifondoro ascoltò attentamente la sua richiesta di aiuto; Pix ne aveva combinata un'altra delle sue e ora toccava a loro sistemare. Sua madre le raccontava sempre come il Poltergeist della scuola le desse fastidio, facendole sparire scarpe e ritrovandole appese nei posti più disperati. Fortunatamente, fino a quel momento, Pix non l'aveva ancora presa di mira.

Avrebbe aiutato volentieri il custode, non solo per la ricompensa, ma anche perché avrebbe sicuramente contribuito a far ritrovare alla scuola degli oggetti importanti, soprattutto quelli utili per le pulizie. «Accetto ben volentieri l'incarico», ammise mentre camminava insieme a lui per quel tratto di corridoio, già pensando a come svolgere al meglio l'incarico. Si fermò, ascoltando le parole del signor Hamilton, annuendo. «Non si preoccupi, custode Hamilton. Cercherò di fare tutto il possibile per ritrovare la refurtiva!» disse anche con tono incoraggiante. Pix non l'avrebbe avuta vinta quella volta.

Quando il custode se ne fosse andato per conto suo nella ricerca, Amelia avrebbe preso il suggerimento e avrebbe iniziato a cercare principalmente alla Torre dell'Orologio, che era anche uno dei suoi posti preferiti. Perciò, con fare sicuro, si sarebbe spostata dal Settimo Piano e si sarebbe diretta verso la Torre, sperando di ritrovare almeno alcune delle refurtive di Pix. La Grifondoro avrebbe messo tutta se stessa per aiutare il signor Hamilton.

(Continua qui)

Edited by Amelia Jefferson - 3/2/2024, 10:20 AM
 
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view post Posted on 2/3/2024, 13:21
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Durante la ricerca il cervello aveva cominciato a lavorare più freneticamente, a metterlo nella condizione di immaginare il coraggio col quale Pix aveva preso e sparpagliato tutti gli oggetti utili alla pulizia per il castello; era stato un avvenimento in negativo a ciel sereno, quando proprio quella mattina aveva avuto intenzione di fare tutt’altro, di preoccuparsi della tenuta delle vetrate durante gli acquazzoni che in quel periodo si stavano abbattendo sulla Scozia un giorno sì e l’altro pure. Aveva cercato più volte di scacciare quei pensieri, quelle immagini che altro non potevano che essere frutto della sua fantasia e ciò era avvenuto sempre e comunque per pochi istanti.

Quando però all’interno dell’Aula di Aritmanzia aveva rinvenuto qualche secchio in precario equilibrio, all’interno della stanza di Trasfigurazione aveva trovato qualche scopa e per il castello sembrava essersi sparsa rapidamente la voce dell’accaduto, sinceratosi dell’assenza delle scope all’interno dei ripostigli sparsi qua e là per il maniero, si accorse che qualcuno era stato rifornito laddove poco prima era stato vuoto. Non aveva potuto controllarli tutti, ma dopo l’ennesimo giro compiuto anche nei Sotterranei si decise di tornare al Settimo Piano, dove tutto era iniziato, trovando già Jefferson sul posto.

«Non si può dire che stavolta Pix non abbia profuso più impegno del solito» sbuffò, avvicinandosi alla studentessa, mentre si guardava ancora attorno come se qualcosa fosse per forza di cose sfuggito ai suoi occhi. «Alcuni ripostigli delle scope sono stati riabilitati in qualche modo» le spiegò lentamente «quindi immagino che la voce si sia sparsa e altri suoi colleghi l’abbiano voluta aiutare» accennò un lieve sorriso, quindi sfoderò un sacchetto di 15 galeoni porgendolo all’altra. «Questi sono suoi, signorina Jefferson, mi è stata di grande aiuto».

A seguito della consegna avrebbe scambiato altre due chiacchiere con la Grifondoro per poi avviarsi in ufficio dove avrebbe registrato da qualche parte quell’ennesima malefatta e come tutto si era risolto per il meglio.
 
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