Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Drama King, D.T.

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view post Posted on 24/2/2024, 21:11
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La neve vorticava oltre l'ampia vetrata dell'ufficio dei Grafici del Settimanale delle Streghe, quel grigio sabato mattina. Jared sfruttava ogni singolo pretesto per rimanere lontano dalle mura del Castello e, quindi, anche alla larga da eventuali nuove discussioni; una delle sue scuse preferite, in effetti, risiedeva proprio nel restare fino a pomeriggio inoltrato - nei limiti del Regolamento e solo durante i weekend - in Redazione, dove la sua mente poteva essere impiegata attivamente e il cuore pareva alleggerirsi appena.
Aveva apparecchiato con cura maniacale la sua scrivania, alias banco di lavoro, distribuendovi sulla superficie svariati oggetti. L'Astuccio delle Necessità era stato abbandonato poco lontano dal suo gomito destro, completamente dischiuso, mentre parecchi colori acrilici erano sparpagliati attorno all'ampio foglio di pergamena sul quale stava lavorando. All'angolo opposto sostava un delicato oggetto, il Monocolo Zoom, poggiato a un supporto che aveva arrangiato alla bell'e meglio ma che pareva funzionare a pennello. Jared aveva un occhio di riguardo per quel Monocolo: era stata Eleanor a regalarglielo, proprio durante il Natale appena trascorso, assieme alla sciarpa ben pasciuta appesa all'attaccapanni all'ingresso dell'ufficio, accanto al cappotto nero in lana cotta del parigino. Gli Oggetti Precisi&Solerti e il Temperone erano stati riposti ai margini della scrivania, assieme ad alcune matite da disegno, mentre l'unico oggetto che mancava all'appello era tenuto in ostaggio dalle dita del francese. Un evidenziatore, il cui tappo era stato incastrato sulla cima di quest'ultimo, oscillava titubante sulla superficie della pergamena già scribacchiata, come fosse in attesa.
L'idea che sembrava aver travolto Jared Chèvert qualche secondo prima, pareva essersi dissolta nell'aria più velocemente dei Serpeverde di fronte ad un Eustass Hawkins inferocito per le consegne dei compiti. Jared detestava perdere l'ispirazione per qualcosa che, solamente pochi istanti prima, sembrava apparire come la rappresentazione mentale di tutto ciò che gli sarebbe servito per terminare quel bozzetto.
Osservò accigliato i fiocchi di neve attraverso la finestra, come se ciascuno di essi gli avesse fatto un torto personale.
Lasciò perdere il bozzetto e permise alla mente di vagare libera dagli impegni lavorativi che lo avevano tenuto concentrato fino a quel momento.
Aveva intravisto Desmond poco prima, ma ipotizzava si fosse diretto in qualche ufficio adibito ai Giornalisti, così aveva deciso di lasciarlo in pace: dopotutto, il lavoro sporco toccava a loro, mentre il ruolo di Grafico avrebbe semplicemente incorniciato e - si sperava - abbellito un po', l'abile lavoro delle piume affilate del Settimanale.
Si alzò in piedi, lasciando cadere poco gentilmente l'evidenziatore sulla scrivania. Si stiracchiò senza grazia, stropicciandosi gli occhi, prima di raggiungere la finestra ed appoggiarsi con entrambi i gomiti sul davanzale interno. Osservò il mondo esterno continuare nelle sue quotidiane attività nonostante i drammi sulle idee perdute che lo affliggevano.
 
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view post Posted on 5/3/2024, 16:43
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Quando stava per uscire un numero de "Il Settimanale delle Streghe" tutti venivano investiti da una frenesia incontrollabile tanto che a Desmond veniva voglia di prendere una mazza di ferro e dare una botta in testa a tutti solo per il piacere di avere cinque dannati minuti di silenzio per poter leggere in pace uno dei numeri precedenti che gli serviva per la ricerca fonti per l'articolo che stava scrivendo.
Tutti parlavano, tutti urlavano e andavano avanti e indietro alla ricerca spasmodica di chissà cosa e lui si sentiva travolto così tanto da quel caos che neanche chiudersi dentro il suo ufficio poteva servigli a nulla.
Lavorare in Sala Comune era impossibile in mezzo al casino degli alunni, lavorare alla redazione era altrettanto stressante, dove poteva rifugiarsi per leggere in pace? In che buco si sarebbe dovuto nascondere per evitare di sentire confusione?
Desmond chiuse la rivista che aveva fra le mani, forse con troppa forza ma fortunatamente senza rovinarla, e fece un sospiro pesante decidendo di prendersi una pausa - I suoi colleghi avevano deciso per lui in verità - per poi riprendere il lavoro quando il vociare si sarebbe calmato, se mai lo avrebbe fatto.
Chiuso nel suo ufficio a contemplare il nulla decise di andare a dare fastidio a chi sapeva che in quel momento non stava davvero lavorando. Jared era stato assunto come grafico e nel precedente numero del giornale aveva fatto uno stupendo lavoro modificando qualcosina nella grafica che aveva reso tutto un po' più fluido, impegno che gli era valso il premio come "Professionista del Mese", secondo Desmond decisamente meritato.
Non stava smontando il lavoro di Jared, anzi, nonostante l'indole artistica del Corvonero non si sarebbe mai proposto come grafico certo che non avrebbe avuto la sua stessa capacità ma la redazione era ancora in fase di scrittura/editor quindi quelli che stavano lavorando in quel momento non erano i grafici che avrebbero avuto il loro abbondante carico di lavoro qualche giorno più avanti ma conoscendo l'amico era certo che gia si era messo all'opera per avvantaggiarsi sugli impegni che avrebbe avuto fra non molto tempo.
"Rubando" un paio di biscotti alla marmellata di albicocche, quelli a occhio di bue, su un tavolo in comune per poi metterli in un fazzoletto di stoffa pronto a condividerli con Jared, si sarebbe diretto verso il suo ufficio nella speranza di trovarlo davvero senza alcun impegno così da essere certo di non disturbarlo.
La porta era aperta quindi in automatico allungò la testa oltre il muro per sbirciare all'interno per vedere il Serpeverde appoggiato sul davanzale della finestra che contemplava il nulla, il proprio intervento almeno non avrebbe interrotto alcuna sua sessione creativa o almeno lo sperava.
Cercando di fare meno rumore possibile per coglierlo di sorpresa, entrò nella stanza facendo qualche passo in avanti e quando sarebbe arrivato ad una distanza accettabile avrebbe interrotto i suoi sogni ad occhi aperti.
Signorino Chèvert, battiamo la fiacca? Vuole che le tolga gli allenamenti di Quidditch?
Tentò di imitare, con scarsissimi risultati, la voce leggermente roca ma profonda del professor Hawking che tutti i Serpeverde temevano per le sue punizione non certo delicate. Era ovvio che Jared non si sarebbe mai cascato sia perché era molto difficile, quasi impossibile, ritrovarsi il suo Responsabile a gironzolare fra gli uffici della redazione e sia perché l'ultimo a cui avrebbe dovuto dare una punizione era proprio lui visto il suo ottimo rendimento scolastico.
Cosa stavi sognando ad occhi aperti?
Schiarì la voce tornando ad usare il suo tono normalmente mentre senza chiedere il permesso si accomodò sulla sedia oltre la sua scrivania poggiando il fazzoletto di stoffa proprio sul legno di essa. Aprì il piccolo nodo che aveva fatto per evitare di far cadere i biscotti mentre tentava di non farsi investire dai colleghi stressati e ne tirò fuori tre che avrebbero potuto tranquillamente dividere, se sarebbe stato bravo forse gli avrebbe concesso anche di lasciargliene prendere due, anche perché l'espressione del suo viso non presagiva nulla di buono.
Aveva litigato con Lara? Hawking lo aveva messo davvero in punizione? (A quella non ci avrebbe mai creduto!) O semplicemente era stressato per l'imminente uscita dell'ultimo numero de "Il Settimanale delle Streghe"? Per quanto fosse bravo ad interpretare i segnali fisici di una persona non era ancora capace di leggere nella mente quindi in silenzio attese di sentirlo parlare senza porgergli alcuna domanda, se avrebbe avuto voglia di confidarsi con lui, Desmond sarebbe stato pronto ad aiutarlo in qualunque cosa avrebbe avuto bisogno, anche solo di silenziosa compagnia.
 
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view post Posted on 2/4/2024, 23:20
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Mentre osservava il paesaggio oltre la finestra, invidiò il mutare delle stagioni. Nessuna era uguale alla precedente e tutto, assieme ad esse, si trasformava e assumeva una nuova forma. Sotto la coltre di neve, ne era certo, esistevano già i germogli di una nuova generazione di piante e da qualche parte, probabilmente molto lontano da lì, nuove vite attendevano di mettere piede in quel mondo che avrebbero condiviso senza saperlo. E invece lui non faceva alcun passo avanti o, perlomeno, non nella direzione che avrebbe tanto voluto imboccare. Cercare di evadere dalla vita al Castello non era certo gli sarebbe bastato ancora a lungo e, in quell'esatto momento, il suo pensiero volò al diploma e alla vita adulta che tanto bramava. Ormai ci aveva fatto l'abitudine, ma l'essere studente stava cominciando a stargli veramente stretto. Evitare di avere orari, il dormire in una vera camera da letto, non essere costretto a frequentare le lezioni: quelle erano solo alcune delle abitudini che avrebbe accolto a braccia aperte. La buona cucina degli Elfi Domestici e gli allenamenti di Quidditch, invece, gli sarebbero mancati senz'ombra di dubbio. Soprattuto quando si sarebbe ritrovato ad utilizzare la cucina di casa per nutrirsi a pane e acqua per il resto dell'esistenza.
Ma nulla di tutto ciò si sarebbe rivelato un problema degno di nota, considerando che stava per essere ricoverato al San Mungo per un infarto.

- L'evidenziatore è senza tappo, sì! - Gracchiò stupidamente, cercando di ritrovare il filo logico dei pensieri.

Oltre ad aver appena pronunciato una frase senza alcun senso, si accorse - un po' troppo tardi - che nessuno gli avesse domandato nulla a proposito dei suoi effetti personali di cancelleria ma che, addirittura, chi aveva appena attentato alla sua vita fosse solamente Desmond, venuto a fargli visita. Boccheggiò, premendosi una mano sul petto e cercando di ritrovare l'ossigeno che sembrava averlo abbandonato negli ultimi dieci secondi. Osservò il Corvonero con occhi ridotti a fessura e l'aria minacciosa.

- Una vita tranquilla, per esempio. - Rispose alla sua domanda.

Scosse il capo contrariato dopodiché, suo malgrado, si aprì in un sorriso alla vista del collega che si accomodava senza tanti complimenti alla sua scrivania ed estraeva la merenda al sacco. Non vi erano certezze nella vita, a parte una: ovunque si trovasse Desmond Tarabay, il cibo era d'obbligo.
Non lo vedeva dalla vigilia di Natale, quando lui, Lex e Lara avevano cenato assieme ai Tre Manici di Scopa. Oltre a quel loro ultimo incontro, non aveva avuto molte occasioni per intavolare uno scambio d'opinioni con l'amico, a causa delle lezioni, dei compiti e di tutta quella serie di cose delle quali Jared si stava mentalmente lamentando prima del suo arrivo. Lasciò l'accogliente davanzale della finestra per avvicinarsi alla stessa scrivania ch'era appena stata presa in ostaggio, afferrando un biscotto e occhieggiando Desmond come per sfidarlo a negargli quell'unica gioia, considerando che lo aveva appena spaventato a morte e si era appropriato del suo spazio lavorativo personale.
Addentando la pasta frolla e continuando a tenere le iridi puntate sull'altro - giusto per scongiurare la possibilità che avesse in serbo per lui qualche altro scherzo - indietreggiò fino alla porta dell'ufficio, per poi chiuderla con un colpo secco. Il Professor Steewood, alias suo collega-Grafico, non aveva occupato l'altra scrivania quel giorno e Jared si sentì abbastanza sicuro nel chiudere fuori il resto del mondo per rimanere solo con Desmond. Non ci teneva affatto che tutta la Redazione ascoltasse le loro conversazioni.

- Allora... - Addentò nuovamente il biscotto, facendolo scomparire. - Come va con Lex? -

In realtà era sinceramente curioso di sapere come procedesse la loro relazione. Dopotutto, Jared era stato uno dei primi a venire a conoscenza di ciò che legava di due Caposcuola. Preso da altro, non aveva avuto molto tempo per dialogare con la coppia durante il loro soggiorno al pub e di certo tutti e quattro avevano avuto di meglio da fare che organizzare allegri pigiama-party condivisi. E poi aveva la strana sensazione che un'ondata di domande taglienti lo avrebbero investito da un momento all'altro e non era ancora del tutto certo di avere in serbo le risposte giuste, perciò quella gli sembrò l'unica strategia concreta per evitare l'inevitabile.
L'argomento "Lara", però, volteggiava come un rapace sopra le loro teste.
 
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view post Posted on 11/4/2024, 20:16
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Desmond si era sempre considerato abbastanza bravo a leggere le persone, poi se esse stavano spesso a stretto contatto con lui, riteneva ancora più facile capirle in qualche modo, interpretare le loro micro espressioni per tentare di aiutarle o comunque comportarsi in base al loro umore.
Il Corvonero in qualche modo tentava di essere camaleontico cercando comunque di non cambiare il suo carattere, purtroppo, rimanendo il solito brontolone che dava confidenza a pochissime persone, pochi "eletti" che Desmond considerava davvero importanti e Jared lo era diventato davvero in breve tempo e ora stava tentando di analizzare ciò che gli stava accadendo, o almeno stava cercando di provarci.
La reazione a quella sua specie di imitazione fatta davvero male - Non avrebbe voluto immaginare la reazione di Hawkins alla sua piccole esibizione - quasi lo fece ridacchiare.
Aveva risposto ad una domanda non fatta ma soprattutto aveva rischiato di essere scortato direttamente al vicino San Mungo dove Desmond non si sarebbe potuto occupare di lui come di solito avrebbe fatto nell'infermiera di Hogwarts.
Doveva essere davvero preoccupato per qualcosa d'importante per aver avuto una reazione del genere ma decise di non approfondire del tutto il discorso sapendo bene che, se lui avrebbe voluto sfogarsi, lo avrebbe potuto fare senza problemi. Con Jared non sarebbe stato il solito insensibile curioso che voleva sapere per forza ciò che gli passava per la mente, anche se con il suo sguardo indagatore stava cerando di scoprirlo da solo.
Come l'amico Serpeverde, Desmond afferrò un paio di biscotti - Uno era troppo sottile - mettendoli uno sopra all'altro in modo che i due dischi di pasta frolla combaciassero perfettamente fra loro per poi morderli giusto al centro così da assaporare sia la pasta frolla che la marmellata su di essi adagiata.
Lavori come grafico per il Settimanale delle Streghe e presto la Capo-Redattrice Melankholiya metterà una scadenza sugli articoli da impaginare, come pretendi una vita tranquilla?
Disse con sarcasmo sapendo bene che seppur questo lavoro, come quello alla Gazzetta del Profeta, portasse tanta soddisfazione, quando iniziava ad avvicinarsi la data della pubblicazione, tutti iniziavano a dare di matto trasformando il nervosismo che c'era in redazione in una sensazione negativa quasi palpabile tanto da contagiare ogni singolo reparto, quindi in quel momento non avrebbe potuto mai avere una vita tranquilla.
Con Lara ti sei mai come se da un momento all'altro combinerai una cazzata che vi farà litigare o peggio, metterà fine al vostro rapporto? Quando sto con lui va tutto a gonfie vele, ma in verità poi mi sembra di essere su un campo minato e il mio carattere di merda sono le mine su cui rischio di mettere il piede.
Usò una metafora babbana che sperava Jared comprendesse anche il discorso era abbastanza chiaro. Aveva rovinato molti rapporti per il suo non proprio bellissimo carattere e aveva fatto allontanare persona che pensava mai si sarebbero allontanate, quindi scottato dai precedenti rapporti personali, non per forza relazioni sentimentali, stava cercando di dare il meglio di sé con lui ma era certo che prima o poi avrebbe commesso un errore, anzi, in realtà forse lo aveva gia fatto durante la seconda settimana delle vacanze di Natale dove Lex era tornato a casa dalla famiglia e lui non aveva potuto fare lo stesso quindi aveva cercato un'altra sistemazione che a Lex non sarebbe piaciuta affatto, ecco perché non gli aveva detto ancora nulla e in verità non sapeva se glielo avrebbe mai detto perché non voleva ferirlo.
Prima di parlare di Lara... Tanto Jared lo sapeva benissimo che Desmond sarebbe finito su questo argomento. ... ti va di dirmi cosa è successo fra te e la professoressa Pike? Quella sera, quando è venuta al tavolo, l'aria si è fatta particolarmente tesa.
Forse non era stato così clemente come si era immaginato nella sua testa, aveva evitato l'argomento Lara, per ora, perché la loro relazione sembrava appena sbocciata e certi tasti non si potevano toccare con insensibilità, ma non era riuscito a trattenere dal chiedergli dell'atmosfera che si era venuta a creare non appena la professoressa Pike si era avvicinata al loro tavolo per prendere l'ordine durante la Vigilia di Natale, atmosfera che aveva fatto zittire momentaneamente tutti soprattutto Lara, e per com'era fatta era certo che i pensieri negativi che aveva letto nei suoi in quel momento, non se li era tenuti per se.
 
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view post Posted on 29/4/2024, 18:47
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Sorrise quando Desmond gli menzionò la moltitudine di lavoro che sarebbe sbucata fuori come un fungo nel sottobosco da un momento all'altro. Non poteva dargli torto: il lavoro di Grafico non era di certo facile, soprattutto se si volevano mantenere certi canoni per i quali Jared era al limite dall'essere ossessionato. Ma la verità era che quello, oltre al ruolo di Commesso da Scribbulus, era una delle poche cose che lo appassionavano davvero. Fai quello che più ti piace e non lavorerai nemmeno un giorno in un'intera vita, era così che si diceva, no? Ecco, Jared aveva fatto di quella semplice frase una vera e propria guida spirituale. Per la bottega di cartoleria Magica era stato lo stesso. Non passava giorno in quel luogo, dove il francese non si ritrovasse a trarre ispirazione anche solo dalla semplice aria che respirava. Era stata un'intuizione, come un fulmine a ciel sereno, quando vi aveva messo piede per la prima volta quasi un anno prima; d'un tratto, gli era sembrata limpida e cristallina la volontà di voler passare ore ed ore in un luogo tanto genuino da brillare quasi di luce propria. Ed Eleanor, lei era semplicemente la datrice di lavoro che tutti avrebbero desiderato: paziente, gentile, una persona buona nel profondo, aggettivo ormai assai raro da poter utilizzare nel descrivere qualcuno.
Riflettendo, con le briciole del biscotto ancora tra le dite, Jared constatò quanto lui e Desmond conducessero vite parallele senza darci troppa importanza. Tra le ore trascorse da Scribbulus, le lezioni, gli impieghi gemelli presso il Settimanale, poteva dire con estrema certezza che il Corvonero fosse diventato una specie di punto fermo nella sua vita, anche senza volerlo. Non passava giorno dove non scambiassero almeno un paio di battute, o non si ritrovassero a prendersi bonariamente in giro l'un l'altro.
Proprio per quello si dispiacque quando Desmond rispose in modo tanto pessimista a quella che pensava fosse una semplicissima domanda. Ormai lo conosceva bene e se c'era una cosa che poteva annoverare nel descrivere il Caposcuola con estrema certezza, era proprio la poca considerazione che quest'ultimo aveva di sé. Osservandolo, con il capo leggermente inclinato, non riuscì' ad evitare di pensare che Desmond vivesse nella perpetua paura di perdere ciò che lo rendeva felice, senza riuscire a godersi davvero un rapporto o una semplice amicizia. Quello che però il Corvonero non era in grado di comprendere, si stagliava con chiarezza davanti a Jared: quel timore non era altro che la prova di quanto l'altro tenesse alle persone che aveva vicino, tanto da non riuscire a viversela serenamente fino in fondo. Questo, a parer suo, lo rendeva una persona assai migliore di quanto Desmond ritenesse nel descriversi sempre tanto duramente. Non gli rivelò quei pensieri, certo che non avrebbero sortito l'effetto desiderato, ma si limitò a rispondere sinceramente.

- Di solito non mi rimane molto tempo per pensare. Combino direttamente la cazzata e rimango ad osservare quanto lenta sarà la mia fine. -

Ed era vero, anzi, era proprio la descrizione calzante di com'erano andate le cose dopo il loro soggiorno ai Tre Manici di Scopa. Purtroppo, a differenza di Desmond, Jared non riusciva a ragionare a posteriori, ma si limitava a reagire d'istinto ai propri pensieri per poi accettarne le giuste conseguenze. Rimase sul vago, senza fare riferimenti alla diretta interessata, considerando che non erano ancora arrivati al punto in cui Jared, messo alle strette, si sarebbe ritrovato a vuotare il sacco sull'argomento.
E poi l'aria si congelò, e percepì un brivido correre su, traditore, lungo la spina dorsale. Fu come se la temperatura della stanza si fosse abbassata di almeno dieci gradi, costringendo Jared a rimanere bloccato con la mano ancora tesa verso l'ultimo biscotto superstite. La ritrasse subito dopo. La saliva aveva fatto le valige e sentiva che un altro morso alla pasta frolla avrebbe fatto la differenza tra la vita e la morte, rischiando di strozzarlo definitamente. Sbatté piano le palpebre, ostentando una finta incredulità davvero poco credibile, quasi come non avesse la minima idea di cosa Desmond stesse parlando. Lara non gli aveva nemmeno vagamente accennato alla questione e lui era certo che quella piccola parentesi fosse svanita dalle menti altrui tanto rapidamente da non farne più parola. E invece aveva calcolato male i dettagli.

- La Professoressa Pike? - Ripeté, solo per guadagnare tempo.

Riuscì a cogliere la propria mente lavorare febbrilmente alla ricerca di una giustificazione plausibile. Sapeva che Desmond non avrebbe accettato sotterfugi, o che qualsiasi racconto di fantasia avrebbe potuto sortire l'effetto opposto, facendogli intendere cose assai peggiori di un passato complicato. Alla fine si arrese all'evidenza, lasciando scivolare via lo sguardo lontano da quello dell'amico, incapace di sostenerlo un attimo di più, e guidandolo oltre l'ampia vetrata che qualche minuto prima era intento a passare in rassegna. Si avvicinò al vetro, tanto da appannarne la superficie, mentre le dita si imprimevano contro il davanzale chiaro che lo incorniciava. Sospirò, formando un alone di condensa più ampio, prima di trovare le parole.

- Non ne posso parlare, Desm. - Gli disse, con sincerità. - Ma è una questione chiusa da tempo, e non credo sia il caso di riaprire l'argomento dopo.. - S'interruppe, calcolando il senso della frase. - .. a questo punto. - Si corresse, con davvero poca maestria, rimanendo ad osservare alcuni passanti con sguardo assente.

Dopo, cosa?
Dopo aver assistito al passaggio da Potter a Pike?
Dopo aver ripetuto l'errore, finendo per percepire il tangibile trasporto emotivo per un'altra docente?
Oppure, dopo essersi avvicinato a Lara, finendo per divenire il primo per lei, ed affezionandosi quando non lo avrebbe mai creduto possibile?
Non lo sapeva, ma di certo un dopo c'era stato ed era meglio per tutti che avesse sancito il confine con quel tanto minaccioso e confuso prima.
 
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