| Era comunque soddisfatta di aver fatto guadagnare cinque punti alla sua nobile casa, nonostante la risposta non fosse esattamente ciò che la docente aveva chiesto. Tuttavia, per la sua buona volontà, l'aveva premiata. Amelia aveva questa mentalità: era meglio provarci sempre e comunque. Ora sarebbe tornata ad ascoltare la spiegazione della professoressa, mentre la piuma prendeva appunti sulla pergamena. Il momento della prova pratica era ormai vicino, e miss Riddle stava per mostrare l'esecuzione dell'incantesimo Filipendo.
Amelia avrebbe osservato attentamente, sapendo che da lì a poco avrebbe dovuto farlo anche lei. Sì, sarebbe stata messa alla prova, non solo per i punti, ma per una questione personale. Quando la docente avrebbe dato il via all'esercitazione, la Grifondoro avrebbe alzato la mano per richiedere la possibilità di partecipare alla prova. Quando le fosse stato concesso di parlare, avrebbe detto: «Amelia Jefferson, Grifondoro. Vorrei partecipare alla prova.» Se la professoressa le avesse dato il permesso, si sarebbe alzata e si sarebbe posizionata davanti al manichino.
Avrebbe recuperato la bacchetta dai guanti che indossava, pronto per l'incantesimo, e l'avrebbe afferrata nella mano destra. Avrebbe iniziato a fare dei profondi respiri, cominciando con la prima parte dell'esercitazione. Doveva concentrarsi adeguatamente prima di procedere con gli altri step. Perciò, avrebbe cercato di liberare la mente da tutto ciò che in quel momento non le sarebbe servito: emozioni stantie o pensieri intrusivi che avrebbero potuto compromettere la riuscita dell'incantesimo. Per aiutarsi a concentrarsi meglio, la Grifondoro avrebbe chiuso gli occhi. Si sarebbe presa tutto il tempo necessario per affrontare questa prima parte, facendo respiri profondi, lenti e ritmici. Avrebbe cercato di respirare con il diaframma, concentrandosi su ciò che avrebbe dovuto fare. Ad ogni ispirazione avrebbe cercato di calmare le sue emozioni e i suoi pensieri che non le avrebbero permesso di focalizzarsi sull'incantesimo. Ad ogni espirazione, avrebbe cercato di eliminare ciò che in quel momento non le serviva. Avrebbe visualizzato le sue emozioni e pensieri seguire il flusso del suo respiro: quando avrebbe inspirato, li avrebbe visti sollevarsi dalla sua mente, e quando avrebbe espirato, sarebbero usciti via dal suo corpo. Nel mentre avrebbe cercato di visualizzare nella sua mente uno spazio libero, concentrandosi il più possibile per poi focalizzare sull'incantesimo e su ciò che avrebbe voluto ottenere da esso. Solo quando si sarebbe concentrata adeguatamente sarebbe passata al secondo step, ovvero la focalizzazione del risultato che avrebbe voluto ottenere.
Aveva conosciuto gli effetti dell'incantesimo sia attraverso la spiegazione teorica della professoressa, che attraverso l'esecuzione pratica fatta qualche istante prima. Nella sua mente avrebbe richiamato quelle nozioni che in quel momento le servivano e che sarebbero state ancora fresche. Cosa avrebbe voluto ottenere esattamente dall'incantesimo che da lì a poco avrebbe lanciato? L'incantesimo era un contraccolpo, uno schianto che permetteva a chi lo lanciava di spingere la propria vittima attraverso di esso. Inoltre, sapeva che se l'avesse lanciato adeguatamente, l'avversario, in questo caso il manichino, sarebbe potuto essere alzato in aria e fatto girare su sé stesso, come era successo qualche minuto prima. Proprio quest'ultimo effetto era ciò che Amelia avrebbe voluto ottenere. Quindi, continuando con la respirazione, avrebbe cercato di immaginare tutto ciò nella sua mente, nella stanza libera che si era cercata di creare precedentemente. Avrebbe visualizzato il manichino che, dopo il lancio del suo incantesimo, si alzava da terra e faceva una ruota su sé stesso, per poi cadere a terra. Quello era ciò in cui la studentessa avrebbe puntato, cercando di focalizzare al meglio quell'immagine nella sua testa, visualizzandola chiaramente. Avrebbe visto se stessa pronta a lanciare l'incantesimo verso il manichino, visualizzando nella sua mente quella grande V e immaginando la fluidità e la precisione necessarie per completare l'incantesimo con successo. Sentiva crescere la determinazione dentro di lei. Sarebbe stata solo lei e il suo bersaglio; nessun altro in quella stanza si sarebbe dovuto frapporre, soprattutto in quel momento.
Sarebbe poi passata alla sua postura. Avrebbe continuato a fare respiri profondi, cercando di focalizzarsi su ciò che avrebbe dovuto fare, rilassando i suoi muscoli. Avrebbe stretto il suo amato catalizzatore nella mano destra, cercando di tenerlo adeguatamente, sentendo il legno di mogano sulla sua pelle. Avrebbe cercato di posizionare il braccio destro in avanti, rivolto verso il manichino con la bacchetta puntata al petto. Avrebbe cercato di sciogliere eventuali nodi nel braccio o nei muscoli della mano, facendo leggeri movimenti per renderli fluidi. Il braccio sinistro sarebbe stato appoggiato lungo il fianco sinistro, leggermente dietro alla schiena. Avrebbe continuato a fare respiri profondi, cercando di mantenere una posizione eretta con la schiena, senza renderla troppo rigida. Avrebbe cercato di bilanciare il suo corpo nel punto in cui si trovava, ruotando leggermente le spalle e mantenendo la posizione eretta durante tutta l'esecuzione. Avrebbe cercato di flettere leggermente le gambe, mantenendo il bilanciamento del suo peso. Poi avrebbe posizionato le gambe leggermente distanti l'una dall'altra, portando la gamba destra in avanti e quella sinistra indietro, cercando di mettersi di profilo, come aveva visto fare alla docente precedentemente. Se ci fosse riuscita, avrebbe ora riaperto lentamente gli occhi, concentrandosi esclusivamente sul manichino davanti a lei. In quel momento sarebbero stati solo lei e il manichino, proprio come aveva precedentemente visualizzato nel suo spazio mentale.
Quando si sarebbe sentita pronta, avrebbe fatto un profondo respiro e, con gli occhi nocciola sempre fissi sul suo bersaglio, avrebbe lanciato l'incantesimo «Filipendo!», avrebbe detto con tono sicuro e deciso, scandendo ogni parola dell'incantesimo, mentre eseguiva il movimento con il polso precedentemente visualizzato nella sua mente, il movimento sarebbe stato leggero, non troppo veloce, ma allo stesso tempo nemmeno troppo lento e avrebbe cercato di disegnare la V come aveva visto fare precedentemente dalla docente e come aveva visualizzato nella sua mente, ovvero avrebbe portato prima in alto la bacchetta e avrebbe disegnato in aria la V, partendo dall'altro andando verso il basso e infine ritornando in alto. Ora avrebbe dovuto solo aspettare l'esito della prova, lasciando anche agli altri la possibilità di esercitarsi; una cosa era certa, ci aveva messo tutto sé stessa e comunque avrebbe sempre potuto imparare, nel caso avesse fatto degli errori.
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