| «Confesso. - La teatralità era qualcosa che la strega di Inverness sentiva scorrere nelle vene di continuo, era sempre stata convinta che le proprie giornate si sarebbero susseguite in maniera decisamente meno opprimente se solo avesse potuto viverle all'insegna di nient'altro che sarcasmo, melodramma e ironia, ma, ahilei, aveva scelto di essere una strega di carriera e di costruirsi una certa fama: mantenerle la costringeva spesso a trattenersi. Non era quello il caso comunque, con Vivian non lo era mai stato, e per questo s'era portata le affusolate falangi della mano destra al petto quando lei l'aveva accusata d'invidiarle qualcosa che, in realtà, la stessa Morgana possedeva ancora. - Mi manca terribilmente dovermi rintanare nel dormitorio dopo un certo orario e avere quella stronza di Cynthia Murray come tutrice». La Deòir era l'unica a cui Morgana avesse mai fatto intendere quali fossero le proprie dinamiche familiari, ancor prima di gridarle contro quanto aveva rischiato di fare durante l'ultimo Natale che l'aveva vista tornare a Inverness, quindi non si sentì affatto a disagio a nominarla dinanzi a lei tanto apertamente. Dopo aver scosso il capo, rassegnata all'idea che per vederla fuori da Hogwarts avrebbe dovuto farglieli personalmente, i M.A.G.O., il tuffo nel passato a cui era stata costretta dagli eventi organizzati da Jelonek Fedoryen aveva accompagnato le due scozzesi all'interno del locale. Aveva solamente ghignato, a quella ch'era stata la provocazione della compatriota, perché ricordava bene quale ruolo era stato affidato a lei e, consapevole – seppur solo a grandi linee – di quale fosse la sua condizione psicologica non aveva voluto in nessun modo rischiare di indisporla riportandole alla mente la paranoia alla quale era stata, più che giustamente, associata. S'erano quindi accomodate, ritagliandosi il loro spazio tra le altre persone presenti, e lo stomaco della Capitana di Serpeverde aveva preso a brontolare non appena i profumi della cucina l'ebbero raggiunta. Non solo lei, a giudicare dall'impazienza dell'Augurey che, seppur non in maniera dolorosa, aveva preso a pizzicarle la spalla con il becco. «Gu leòr. - Un mormorio con cui gli aveva intimato di smetterla e che s'era sovrapposto alle parole dell'amica. - Sì, deve aver avuto una brutta esperienza con l'ultima cameriera perché mi pare non ne abbia più assunte». Con un lieve movimento delle spalle aveva però fatto intendere come fosse più una supposizione, d'altronde non bazzicava spesso dalle parti del Paiolo. A quel punto le si era voluta dare direttamente in pasto, così da non rischiare che le facesse andare di traverso il pranzo uscendosene con chissà quale assurdità nel mentre, ma la sua domanda generica la colse di sorpresa... tanto che fece prima Pike a raggiungerle che il proprio cervello a formulare una risposta. «Grazie, buongiorno. - Lo salutò afferrando il menù e immergendoci il naso da subito, sia per la fame sia per capire come rispondere a Vivian. - Per me del formaggio grigliato, delle polpette asimmetriche e delle patatine fritte con salsa alla zucca. Da bere... - Fece scorrere l'indice destro sul listino sino a raggiungere l'elenco delle bevande. - ...un bicchiere di sidro di mele. - Per un attimo aveva pensato di optare per della semplice Acquaviola, ma poi l'idea di poter infierire sui limiti che la strega di fronte a sé continuava a imporsi l'aveva stuzzicata decisamente di più. - Grazie». Concluse riconsegnando il menù al proprietario. Atteso l'ordine di Vivian riprese da dove il Runologo le aveva interrotte. «Sto bene Vivian, grazie. - Imitò il suo tono, aggiunse ironia. - Subito dopo Capodanno ho solamente passato la settimana più terribile della mia vita, e quando ho creduto che tutto si fosse risolto ho dovuto di nuovo raccogliere i miei nervi da terra ma... - Un simpatico riassunto di quelli che erano stati i primi giorni del nuovo anno, un promettente inizio. Parlò senza mai incrociare davvero lo sguardo della strega di Edimburgo, restava pur sempre una schifosissima introversa. - ...bene, sì». Aveva effettivamente rischiato di uccidere qualcuno ma per il momento le parve di aver già messo abbastanza carne al fuoco. «Tu come stai? Tra quanto mi devo aspettare un'altra sparizione?» La punzecchiò a propria volta.
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