Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

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view post Posted on 30/12/2023, 18:24
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ঌ She the Fire


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Armata di molteplici buste colorate, Auburn fece il suo rientro in Ufficio Postale per la prima volta da tantissimo tempo. Da quando non ne era più la Sovrintendente, per praticità, aveva infatti delegato tutti gli invii di cui non poteva occuparsi Atlas ai suoi segretari, ma trattandosi ora di una questione molto personale — e di un giorno in qualche modo festivo, anche se il Ministero restava ovviamente operativo — aveva preferito occuparsene di persona.
Preso il suo biglietto dal Totem Eliminacoda ideato tanti anni prima da Sheldon, una pila di teste di differenti gufi che forniva un rettangolino di pergamena su cui era indicato il proprio turno (ᛚ1ᛁ9), attese che il suo codice venisse chiamato al bancone e vi si avvicinò, per posare con delicatezza tutti i regali che doveva spedire.
   «  Buongiorno! Devo inviare questi pacchi, credo che mi serviranno 15 scatole e 1 oltre la scatola. Su ciascuno c’è un’etichetta con il nome del destinatario, così da evitare confusioni.»
Gli addetti avrebbero trovato che i quindici pacchetti, di dimensioni molto inferiori a una scatola da scarpe, erano indirizzati alle seguenti persone:
Eleanor Corbirock,
Morgana Celebrian,
Maya Smith,
Tom Hamilton,
Miles Julius Pike,
Lily Luna Pike,
Rowan Silva,
Laurie Felini,
Sesy Riddle,
Jace Steewood,
Sheldon Campbell,
Erick Fenrir Berg III,
Eustass Hawkins,
Kedavra Mandylion,
Aberto Lestrange.
Il pacco un po’ più grande, che forse avrebbe potuto essere spinto dentro una scatola da scarpe ma che preferiva non stropicciare, era invece diretto a Lucius Urquhart. Tutti contenevano un biglietto di auguri e un origami accuratamente realizzato a mano, in più alcuni di essi qualche articolo di Zonko o del Madama McClan’s che non avrebbe certo allarmato il Detector Oscuro.
 
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view post Posted on 30/12/2023, 19:25
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Aveva perso l'orientamento del tempo: solitamente, quando questo accadeva, si trovava in condizione da non pensare ad altro che non fosse la mansione ricoperta; quel giorno non aveva fatto eccezioni: poteva dire che l'Ufficio Postale fosse rimasto gremito fino a una ventina di minuti prima, quando la fila aveva via via cominciato a sciogliersi fino a rendere i lavori ancor più snelli e rapidi dei precedenti. Sospirò: stava andando tutto discretamente. «Ciao, Auburn!» esordì insolitamente allegro rivolgendo all'ex Capitana un sorriso cordiale avvicinandosi al bancone per servirla osservando la merce in procinto di essergli affidata: annuendo di tanto in tanto alla richiesta della Portavoce del Ministero avrebbe preso il Detector per compiere i controlli di rito riscontrando l'assenza di problematiche per ogni pacchetto, focalizzandosi quindi sul totale della spedizione. «Oh! Vedo che c'è un pacchetto anche per me! Mi cogli di sorpresa» ammise, gettando un'occhiata alla guferia per assicurarsi che almeno uno dei pennuti fosse disponibile. «Dunque: per il servizio Oltre la Scatola sono 3 galeoni, per il resto abbiamo quindici scatole quindi, in totale...5 galeoni e 1 falci Oltre la Scatola inclusa!» comunicò quindi alla strega chiedendole se necessitasse di qualche servizio extra e attendendo un riscontro.
 
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view post Posted on 6/2/2024, 22:20
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ঌ She the Fire


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Il ticket che aveva ricevuto dal Totem Eliminacoda le era sembrato particolarmente fortunato, e infatti ecco che ad accogliere i suoi doni arrivava nientemeno che il Sovrintendente in persona:
   «  Oi!»
Aggiunse al saluto, troppo impersonale, che gli aveva rivolto prima di riconoscerlo.
   «  Ma che onore, venire assistita proprio da lei. Come stai?»
Scherzò, però sinceramente rallegrata dal trovarlo. Il mago che ormai sapeva essere diligentissimo non perse tempo e, prima che la strega potesse fare qualcosa per impedirlo, si accorse del piccolo dono a lui diretto: il sorriso sul volto di Auburn si allargò di molto, mentre dando un pugnetto sul bancone lei si spingeva su un lato con aria un po’ dispiaciuta.
   «  Nooo, cavoli! Non avevo pensato a quest’evenienza.  »
Ridacchiò, scuotendo una testa che in quel periodo era proprio tra le nuvole.
   «  Vabbè, sono certa che lei signor Sovrintendente sarà così bravo da non far sospettare nulla, neanche un’inezia al buon Tom, che riceverà il regalo con una sorpresa anche più grande della sua.»
Ammiccò leggermente imbarazzata, chiudendosi nella spalla che avvicinò al volto. Poi consegnò l’importo dovuto e, intanto che lui eseguiva i controlli di routine, l’osservò lavorare cercando di notare se ci fossero stati dei cambiamenti nei protocolli che aveva conosciuto tanto bene.
   «  Che strano effetto tornare qui. Sai che non venivo da un bel po’? Come ti stai trovando in questo ruolo?»
Curiosò, una volta che Tom ebbe finito tutte le operazioni. Notando poi che l’eccezionale fiumana di gente che era entrata insieme a lei, probabilmente per via del periodo natalizio, si era praticamente dissolta lasciando diversi Addetti in attesa di qualcosa da fare, le venne un’idea. Dopo un momento di esitazione, decise di provare a vedere se il Sovrintendente fosse d’accordo.
   «  Che dici, ti andrebbe di accompagnarmi a fare un giro? Sarei curiosa di sapere cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale. Il Nido è ancora aperto? E… si può sempre fare visita ai gufi?»
Era davvero interessata alle novità apportate dalla nuova gestione, e prima ancora da quella di Angus, che era stato uno dei suoi Addetti più brillanti. Ma era il pensiero del suo amato Murdoch, gracile e anziano, quello predominante nel suo cuore. Sperò quindi che la richiesta venisse accolta, anche perché le avrebbe fatto piacere passare un po’ di tempo con il suo ex-compagno e ricevere qualche aggiornamento sulla sua vita.
 
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view post Posted on 12/2/2024, 19:02
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Quando Auburn Gold entrava in una stanza, avveniva qualcosa.
La strega possedeva - che lei ne fosse consapevole o meno - un’aura diversa, di quelle che appena la si osservava, se la si conosceva anche solo un pochino, si poteva solo ammirare. E del resto come avrebbe potuto essere altrimenti?
La portavoce del Ministero della Magia aveva viaggiato il mondo in lungo e in largo e chissà a quante e quali storie aveva fatto da testimone o da protagonista!

Così, nel bel mezzo di un trambusto natalizio che cominciava solo apparentemente a calmarsi, aveva accolto con mia piacere la sua presenza memore di quel primo incontro qualche anno prima proprio a casa sua: da allora non c’era stata più occasione di incontrarsi a causa degli innumerevoli impegni che scandivano le giornate, ma era sempre bello scambiare quattro chiacchiere con la proprietaria del numero nove.
Le sorrise sbieco, nel corso della conversazione appena cominciata mentre affidava le diverse missive a due diversi gufi divedendo le spedizioni in parti uguali.

«Sto...sto bene, sì dai» le rispose guardandosi attorno coi palmi appoggiati sul bancone. Le sorrise, stavolta sincero, per le aspettative che nutriva per le vacanze natalizie che di lì a poco si sarebbero materializzate porgendo all’altra la stessa domanda osservandola poi divertito mentre ammiccava, si scusava, se la rideva beatamente per poi rivolgergli quell’interrogativo curioso; era ormai da qualche mese a capo dell’Ufficio Postale e benché appena poche ore prima fosse scoppiato un caso interno sui prezzi dei listini - che un po’ a dire il vero lo preoccupavano - poteva essere soddisfatto di ciò che fino a quel momento aveva realizzato: nonostante qualche muso lungo dei clienti le entrate erano soddisfacenti e gli permettevano di godere di un gruzzoletto extra oltre le entrate provenienti dal Ministero.

Magari un giorno si sarebbe stancato di controllare scope al Sesto Livello.

«Mh, immagino» le rispose mentre faceva per infilare le monete all’interno del cassetto dove al termine della giornata avrebbe estratto l’incasso totale per contarlo. «Che effetto fa a te? Del resto è stato il tuo regno per un po’, credo» fece quindi per aggirare il bancone approfittando dell’assenza di altri mittenti per avvicinarsi all’altra.

Per fortuna non gli era ancora venuto in mente di vestire una divisa a posta.
Per Merlino: l’idea gli faceva venire la nausea. Per quel giorno aveva adottato un abbigliamento utile per contrastare il freddo gelido all’esterno: un maglione spesso e a collo alto color verde muschio e dei pantaloni grigio antracite.
Portò le mani all’interno delle tasche e osservò meglio Auburn inclinando il viso.

«Giusto l’altro giorno ho trovato un disegno di Angus nel retro, immagino si divertisse a fare le caricature degli abitanti di Hogsmeade nei tempi morti. È stato divertente» le disse. Quindi decise di rispondere alla sua domanda.
«Le entrate sono buone, anche se alcuni servizi come le lettere anonime sembrano andare deserte, ultimamente. Forse qualche amante segreto o segreta ha deciso di uscire allo scoperto» scherzò avanzando di qualche passo accogliendo la proposta dell’ex Sovrintendente aprendo la destra come a indicarle che avrebbero potuto avanzare assieme. Quindi diede il via al giro richiesto dalla strega.

«Il Nido al momento è chiuso al pubblico. Come ti ho detto poco fa alcuni servizi non sono poi tanto richiesti e ho notato come gli abitanti di Hogsmeade tendano ad entrare, affidare le spedizioni e scappare: la società oggi richiede ritmi frenetici» fece ironia, sarcastico, sollevando e abbassando rapidamente le sopracciglia mentre rivolgeva nuovamente tutto sé stesso davanti all’entrata del Nido, certamente aperta ma vuota: al suo interno Auburn avrebbe trovato tutto al suo posto, con il giradischi che suonava una sinfonia di Rachmaninoff. «Lo tengo aperto per far giungere le note classiche nell’atrio principale che abbiamo appena lasciato. Come puoi notare lo spazio si è ridotto, ma è in qualche modo più intimo, non trovi?»
Quindi, giunti ai piedi della scala a chiocciola apparentemente lì lì al crollo, guardò l’ex compagna di squadra.

«Da lassù possiamo visitare la guferia che, a dispetto di ciò che pare dall’esterno, dato che si affaccia direttamente all’atrio dove affido le spedizioni, è esattamente come hai lasciato tu e Angus, immagino, per il breve tempo che ha sostato qui come Sovrintendente» le disse, facendola passare avanti mentre lui restava dietro e la seguiva. Portare sulla facciata sinistra dell’atrio i cubicoli coi gufi appollaiati, in riposo o semplicemente in attesa di essere chiamati gli dava soddisfazione. «Riconosci qualcuno?» le chiese giunti in cima. Liberò le mani dalle tasche e le portò sui fianchi, guardandosi attorno. «Qui ho accesso solo io, ovviamente, e i cubicoli che vedi sono esattamente gli stessi che hai visto giù, ma da una prospettiva diversa» le spiegò sornione e con un tono basso. «Riscuote molto successo come facciata, sai? A quanto pare dopo le problematiche meteorologiche estive vedere l’assegnazione della spedizione a uno di questi gufi tranquillizza i clienti».
 
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view post Posted on 28/2/2024, 18:04
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Una cosa che faceva bene Auburn era osservare. Nei gesti, negli sguardi, nelle variazioni che si sviluppavano: erano bastate poche battute per far suonare una campanella nella sua mente, ad avvertirla che quello che aveva davanti non era più solo il compagno di Squadra esuberante e testardo che tanto le ricordava se stessa. Forse per tutti gli incarichi che si era assunto, forse per la lunga strada che aveva fatto da quel bivio che li aveva visti separarsi, Tom le pareva ora arricchito di molto: era sempre un piacere vedere le gemme raffinarsi e svelare il loro potenziale anche oltre l'immaginazione delle visionarie. Inoltre, nonostante tutto, restava quella persona disponibile e alla mano che le aveva dato un vero bentornata quando tanti altri sembravano essersi dimenticati di lei (o volerla evitare, per motivi che non le sfuggivano), e in lui ritrovava oggi la stessa sensazione di confort e sicurezza di quel pomeriggio profumato di castagne e cioccolata. Lo guardò aggirare il bancone, ben vestito come sempre, rallegrata di non essere poi così tremenda per tutti e soprattutto lieta di sentire che stesse bene.
   « Eh, c'è sicuramente della nostalgia.»
Ammise, guardandosi intorno.
   « Più che "mio", l'ho sempre considerato un regno nostro, e ho cercato al massimo delle mie capacità di comunicare questa visione anche a tutta l'utenza dell'ufficio. Abbiamo vissuto dei bei momenti  »
Le venne un sorriso agrodolce, ripensando al mondo vivo e brioso che aveva visto fluire in quei locali ma anche a tutto ciò che era avvenuto dietro le loro quinte, quando erano popolate da Addette come Nora e Beatriz, o Sheldon e Angus: l'unica dimensione in qualche modo privata di quell'ufficio, che purtroppo non avrebbe potuto condividere con Tom tramite il racconto. Là dietro tutti i giorni era un delirio estremamente divertente, fatto di scambi di idee, gossip ed emozioni, e con un pizzico di amarezza si chiese se potesse mai essere lo stesso per lui, perché se lo sarebbe davvero meritato.
   « Hah! Le caricature di Angus... credo farebbe divertire molto anche me, magari riconoscerei addirittura il soggetto. Da qualche parte dovrebbe anche esserci una foto dell'inaugurazione con tutto lo staff, mentre stacchiamo il primo ticket del Totem Eliminacoda che poi avevo aggiunto al quadretto... ora non vorrei speculare, ma chissà che sul retro non ci fosse qualche dedica vivace  »
Alzò le spalle con una smorfia da chi non sapeva assolutamente nulla della faccenda.
Poi quel che disse il Sovrintendente sulle lettere anonime la fece nuovamente sorridere, in modo un po' diverso, come se avesse pizzicato con una precisione inspiegabile alcune corde, ma l'espressione si mischiò a quella della contentezza perché la sua richiesta veniva accontentata: e allora via, come una bambina in una fabbrica magica, sperando di non essere così acida e viziata da finire in una trappola di nani più nani di lei.
Seguì il gesto galante di Tom e si fece guidare verso il Nido, scorgendo con stupore tutti i dettagli che erano rimasti immobili, come sospesi nel tempo: non c'era più un pubblico interessato a dare loro vita, ma per merito del Sovrintendente quello spicchio di passato sopravviveva almeno al presente, come un museo per vecchie nostalgiche. Le note che giungevano alle sue orecchie avevano probabilmente contribuito allo stato d'animo particolarmente sereno, e sebbene le dispiacesse che non si usufruisse più di quel luogo si trovò d'accordo con le parole del mago, apprezzando l'intimità di quel momento. Come diceva lui, probabilmente nei tempi moderni erano tutti troppo impegnati a correre dietro alle proprie faccende anche solo per accorgersi di quell'entrata, rendendola quasi segreta, e Auburn era in una fase della sua vita in cui si acuiva il gusto per le cose esclusive e private.
   « Che emozione... ti ringrazio.  »
Disse mentre si guardava intorno un'ultima volta, prima di seguire Tom verso la scala a chiocciola, dove da vero gentleman la invitò a salire prima di lui.
   « Però: ti sei proprio acclimatato alla vita adulta, eh?»
Notò con una spolverata di leggerezza, senza che per questo il significato dietro quelle parole fosse meno autentico.
   « Lo credo bene! Devo dire che mi sembra un ottimo sistema: sicuramente più pratico, e come dici mette anche in maggior contatto l'utenza con i gufi postini.»
Apprezzò la modifica annuendo con la testa, perché Tom era riuscito con semplicità in una cosa che lei aveva sperato di ottenere con la Comfort Zone, per la quale adesso le sembrava una soluzione limitata e meno efficace: non far passare i gufi come semplici strumenti di background, restituendo loro una certa dignità. Con la nuova facciata, anche le persone più disattente — che certamente non si sarebbero prese la briga di risalire la scala a chiocciola per andare a vedere chi si occupava delle loro spedizioni — avrebbero avuto bene davanti agli occhi i preziosi protagonisti di quel meccanismo. E comunque, grazie ai privilegi a lei gentilmente concessi dal Sovrintendente, Auburn poteva quel giorno rincontrare alcuni dei pennuti che più le avevano dato affetto durante gli anni in cui lei stessa aveva prestato servizio. Non che la guferia fosse mai stata un luogo per lei particolarmente piacevole: aveva sempre nutrito un innato timore nei confronti dei volatili, che vedeva come dinosauri, mignon certo, ma non per questo meno minacciosi. Per quanto (anche se già dai suoi primi anni fuori da Hogwarts aveva mostrato una certa abilità nel delegare) avesse pur dovuto abituarsi a salirci ogni tanto, c'era qualcosa nella conformazione di quelle creature che le dava i brividi, forse per la fragilità del loro scheletro, forse per via di quegli spiumazzamenti improvvisi, o anche solo per il fatto che "si svuotavano" un po' dove capitava e il suo corpo non era immune dall'essere un bersaglio come un altro. Volentieri, quindi, cedette nuovamente il passo al mago che la accompagnava, sperando che la sua titubanza non fosse troppo evidente. Ma una speranza più forte era che ci fosse qualcuna in particolare, tra quelle testoline che si giravano in modi capaci di confonderla, ad attendere la sua visita. Vennero tutte: Pandora, la Barbagianni di Beatriz; Sandra Betel e Raimondo Geuse, gli inseparabili Allocchi; Erm(enegildo), il Gufo dello Stige preferito di Nora; e un tuffo al cuore le fece temere nel non vedere Fraenkel, la Civetta delle Nevi favorita da Sheldon, che già una volta era stata vittima di una sorta di rapimento, ma che infine sbucò dal suo cubicolo avvertendo gli altri gufi bubolare eccitati. Si avvicinò perfino Mr. Bogomolov, con le sue pose da gradasso, e a tutte e tutti Auburn riuscì a fare qualche pat pat sulla testa, superando la diffidenza. Quel che il suo cuore più attendeva, tuttavia, avvenne nel pieno rispetto dello stile del caso: con pazienza e silenziosamente, solo dopo che tutte le altre e gli altri ebbero ricevuto le loro attenzioni, un Assiolo Americano Occidentale venne da loro con andatura lenta, instabile ma composta. I gufi e le civette si spostarono subito per aprirgli la strada.
   « Murdoch »
Lo salutò Auburn con gli occhi quasi lucidi, notando su di lui i segni del tempo trascorso dal loro ultimo incontro. Dimentica di tutte le sue remore igieniche si inginocchiò, aiutandolo a superare le pieghe della veste da strega per salirle in grembo, con i gesti più delicati di cui le sue dita disponevano. Percepiva in modo intenso la fragilità di quel momento, che con buone probabilità sarebbe stato l'ultimo in cui i loro occhi si sarebbero incrociati.
   « Sai, ha la mia stessa età. E si dice che, nonostante la cecità, sappia vedere molto lontano...»
Si rivolse ora a Tom, accarezzando il piccolo volatile, che batté piano le palpebre su quei bulbi un po' sporgenti, completamente blu. Non si vedevano pupille, ma erano tempestati di minuscole scintille lattiginose, come stelle su un cielo notturno: Auburn era sinceramente grata all'amico per averle concesso di specchiarcisi ancora una volta, e contenta di condividere quel momento con lui.
 
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view post Posted on 9/4/2024, 15:20
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Gli era sembrata una percezione, una sensazione appena emersa quella di sentirsi osservato. E non gli faceva poi tanto bene: innanzitutto perché non faceva altro che risvegliare quel lontano bisogno di mettersi in mostra, una necessità provata più come tappabuchi durante la carriera scolastica che al termine della stessa; e poi, pur riconoscendo questo fatto, c’era pur sempre da tenere a mente che la sua interlocutrice era Auburn, non una strega qualunque: una donna che nonostante il carattere sbarazzino, la sua presenza a singhiozzo era sempre stata una certezza ogni qual volta fosse capitato di perdersi e poi ritrovarsi. Era pur sempre Auburn Gold, l’ex Capitana di Grifondoro che meritava ancora di essere considerata tale e che l’aveva praticamente allevato prima del grande volo, come una madre che si appresta a lasciar compiere il primo volo al suo pulcino certo che ce la farà: e così era stato, per un lungo, e allo stesso tempo breve, periodo.

Le sorrise leggero, una volta abbandonato il bancone alle spalle, e mentre lei parlava non poteva fare a meno di ascoltare, immaginare, immagazzinare informazioni utili. Per la prima volta, attraverso le parole di Auburn, realizzò di non aver mai pensato a quei luoghi che, da lui ora occupati, prima erano appartenuti a qualcun altro. Cosa era rimasto delle giornate lavorative di Auburn e dei suoi addetti? Cosa era rimasto all’ufficio del Sesto Livello di Sugar Mandylion o di Ashleigh Meister a Hogwarts?

Si appuntò mentalmente di riflettere a lungo su quella serie di interrogativi sorti dal nulla, magari quella sera stessa una volta tornato al castello con tutta la serenità del caso o durante una delle ronde notturne con una tazza di tè ad attenderlo al suo ritorno nell’ufficio.

Ufficio che da qualche tempo era diventato più di una semplice stanza. Una casa dove ritrovare i suoi pensieri e sè stesso in mancanza di altro.

Sollevò appena le spalle e le braccia a mezz’aria. « Non sono sicuro di voler conoscere il contenuto di queste dediche» scherzò, lasciandola passare avanti sulla scala a chiocciola dopo averla guardata fintamente torvo per quell’atto di galanteria. E insomma, forse faceva ne più ne meno ciò che faceva nei tempi antecedenti Hogwarts; scansò quel pensiero trovandolo poco pratico e fastidioso: il suo passato era tale per un motivo ben preciso.
Si riaccordò rapidamente ai discorsi della strega, ringraziandola per il feedback ricevuto sulla guferia a portata d’occhio dell’utenza: una scelta precisa che aveva compiuto per rendere il più possibile limpida l’esperienza dell’utenza anche a seguito di tutti i disguidi meteorologici che avevano coinvolto l’ufficio postale qualche tempo prima. Molti maghi e molte streghe, soprattutto avanti con l’età avevano accolto la novità a braccia aperte, decidendo di affidare le proprie missive agli stessi volatili o ad altri, se proprio obbligati, quando il loro pupillo non era disponibile. Non aveva avuto nulla in contrario a quei vezzi, perché del resto tutti gli ospiti della gufaia lavoravano diligentemente e non si doveva preoccupare di questo o di quello in quanto gli affidavano uno standard di sicurezza scarsamente rimpiazzabile.

Fu quindi quando, una volta giunti in cima, l’Assiolo Americano Murdoch si avvicinò all’ex Sovrintendente, che indietreggiò sostando appena in disparte più vicino alla finestrella sulla sinistra da cui entrava una leggera brezza invernale. « Mh. La tua stessa età? Non posso fare a meno di chiedermi se possa essere soddisfatto dei posti che ha visitato durante tutti questi anni come lo sei tu dei tuoi viaggi» rispose all’altra lentamente, braccia conserte, osservando il duo ritrovato. « Non credo sia una diceria, è da qualche tempo che Murdoch viene richiesto da una strega, una tale...Maryam Cork per la spedizione di missive dall’altra parte dell’Inghilterra» ammise « Era uno dei gufi postini all’esterno durante quella bufera meteorologica di qualche tempo fa, quando si diceva che alcuni pacchi non fossero giusti a destinazione» considerò, facendo partecipe Auburn di quell’avvenimento.
Forse la strega ne aveva sentito parlare.
 
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5 replies since 30/12/2023, 18:24   2331 views
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