Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Scribbulus Before Christmas

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view post Posted on 10/12/2023, 19:07
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Calendari di qua e calendari di là: la vita di Sheldon era fatta principalmente di calendari. Di scadenze, per lo più, anche se il mago ci ficcava in mezzo, a forza, il tempo per le proprie passioni e, senza troppa fatica, anche i baci da dare a Eleanor. Forse era soprattutto per questo che desiderava ogni anno avere un calendario dell’avvento: per avere dei giorni che si aprissero non su orribili e tremendi scadenze, ma su piccole e adorabili sorpresine – magari da condividere con Ele, Preztel e Dirac.
Incontrò proprio quest’ultimo quando entrò da Scribbulus – lì avrebbe comprato il calendario dell’avvento di quell’anno. Il gatto nero era irriconoscibile, essendosi macchiato di tutti i colori a polvere possibili – forse li aveva scambiati per farine colorate? –, ma Sheldon e il suo kneazle non fecero fatica a riconoscerlo: il primo si inginocchiò ad accarezzarlo, il secondo lo fissò a distanza con neanche la minima voglia di sporcarsi a sua volta.
«Ehi, tu, ma che pasticcio hai combinato?!».
Lo aveva rimbeccato, ridacchiando, ma poi aveva lasciato i due felini ai loro giochi: il gatto multicolore aveva dato il via a un inseguimento, di cui il kneazle fulvo fu la vittima. La bottega magica di cancelleria si riempì allora di miao! allegri e indispettiti.
«E tu? Nessun pasticcio oggi?».
Si avvicinò poi alla proprietaria del negozio, sporgendosi oltre al bancone per scoccarle un bacio sulle labbra. Dietro di lui aveva già visto formarsi incredibilmente una fila: ah, gli acquisti compulsivi di Natale!
«Dunque, dunque. Sono qui per un sacco di motivi. Primo, per dirti che ti amo da impazzire. Secondo, per riscuotere il mio premio per la seconda vincita al gioco della piuma dell’oca. E, terzo, per qualche acquisto natalizio. So di essere in ritardo, ma confido che mi aiuterai ad aprire e finestrelle che ho saltato: posso avere un calendario dell’avvento (con i colori in polvere)? Comprerei pure una boccetta di inchiostro color magenta zouwu, così da approfittare della promozione del dieci del mese».
Posò, poi, sul bancone gli articoli che aveva preso dagli scaffali del negozietto: una Piuma Candita, due Segnalibri Luci di Natale a forma di mooncalf con un adorabile cappellino natalizio, un Fermacarte Platano Picchiatore, due boccette di Inchiostri Potpourri (una per ciascuna delle due colorazioni disponibili), tre biglietti d’auguri X-Mas Carol e un biglietto di auguri Din-Don-Dan (nel colore Fiocco regalo e con campanelline dorate).
«E prenderei anche questi, ecco».
Prese il proprio borsellino, pronto a sganciare le monete d’oro necessarie: avrebbe saldato il conto arrotondando ai galeoni, chiedendo di tenere il resto. E, naturalmente, era pronto a scalare la vetta per raggiungere la terza vittoria al gioco di Scribbulus.
«E lancio il dado! Quante volte stavolta?».
Era impaziente di effettuare i lanci anche perché voleva Smaterializzarsi il prima possibile a Hogwarts per concludere subito gli impegni lavorativi di quel giorno e tornare a casa per fare un pupazzo di neve con Eleanor, Dirac e Pretzel in giardino.
 
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view post Posted on 15/12/2023, 15:40
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Si era distratta: per una minuscola frazione di secondo si era completamente scordata del pericolo che correva la propria bottega, sull'orlo del precipizio del caos primordiale. Dimentica, era rimasta china su una pergamena per appena qualche minuto di troppo, nel tentativo di farci Apparire la soluzione dell'orbita che stava studiando (oh, magari fosse stata Trasfigurazione, dove le sarebbe bastato far Apparire davvero robe dal suo cappello a punta!). Quel caos primordiale, cui l'orizzonte degli eventi di un buco nero faceva un baffo, si stava, per l'appunto, raddrizzando le vibrisse, spargendo rosa horklump e blu occamy in polvere dappertutto. Alfred Dirac, un micio solitamente color dell'inchiostro più cupo, si era presentato a mr Campbell chiazzato dei colori dell'autunno e di alcuni campioncini in polvere dei Sottotoni GLOM: un Pozionista attento come Sheldon avrebbe sicuramente riconosciuto l'inconfondibile putridezza della bile di armadillo. Dirac si strusciò convinto contro le caviglie del mago, poi riconobbe il compagno di giochi quasi-felino e si lanciò verso di lui in un balzo (che per il bene dello stesso tutti avrebbero dovuto sperare che Pretzel sarebbe riuscito a schivare indenne).
«Nossignore, nessunissimo!».
Con un sorriso, Eleanor sollevò il capo da quella pergamena prolissa tanto lunga che la fine si perdeva sotto il bancone. Distese la schiena e donò quel sorriso a fior di labbra al proprio fidanzato, cedendoglielo in un bacio.
«In ritardo? Che giorno siamo? Aiuto, sono in ritardo?!».
Spalancò gli occhi grandi e tondi, appellando un calendario in fretta. Avrebbe potuto possedere anche dieci Agende Severe e scrivere liste di cose da fare su cinque taccuini diversi, ma avrebbe sempre e comunque perso il conto. Quando si rese conto che fosse il dieci del mese e che mancavano tanti tantissimi giorni alla Vigilia, fulminò Sheldon con lo sguardo e si allungò sul bancone per dargli un bacio che sembrava un po' un pugno, capendo in quel momento che l'altro si riferisse al calendario dell'avvento.
«Dunque, dunque, mio Re del Gioco della Piuma dell'Oca, anch'io la amo molto. Vediamo un po' i suoi acquisti! Hai già preso anche il mio regalo? Qui in totale paghi quarantadue galeoni tondi tondi. Nessun resto, prrr!».
Dopo una linguaccia, Eleanor agitò la bacchetta e dallo scrigno posto sul bancone fece levitare dolcemente un dado a sei facce, che consegnò al Re.
«Otto tiri, prego! Nel frattempo, preparo il tuo secondo super premio, che gran traguardo! E ti impacchetto i regali, se ti interessa, visto che sono molto più brava di te».
Il primo lancio di dadi mostrò il massimo: la pedina di Sheldon, vittoriosa e lievemente appesantita dalla corona, saltellò di sei passi fino alla ventesima casella. Nascoste a ogni angolo di quest'ultima trovò delle gomme, che le tesero un agguato e cancellarono i suoi passi, riportandola alla casella da cui era partita. La cosa si ripeté ancora una volta: il dado ce la mise tutta per far avanzare la pedina e mostrò un altro sei, ma non fece altro che consegnare l'amica al covo del set di gomme, che per la seconda volta cancellarono l'avanzamento e ricondussero il segnalino alla quattordicesima casella. A quel punto il dado (o forse l'artigiano magico) sembrarono capire e aggiustarono il tiro: la pedina si mosse di quattro passi, ma stavolta finì dritta dritta tra le spire avvolgenti di una pergamena prolissa, che la stritolarono e poi si distesero, facendola scivolare di due caselle indietro. Dalla sedicesima, un secondo quattro spedì la pedina per una terza volta nel covo delle gommine: quasi incredule di aver di nuovo la loro occasione, queste cancellarono i passi fino a riportare la pedina alla casella numero sedici, di nuovo. A quel punto, un nuovo lancio diede sprint alla pedina, che saltellò convinta fino alla ventunesima Casella Premio, aggiudicandosi una vittoria. Con quella carica, il dado suggerì il massimo e la pedina saltò ringalluzzita fino alla ventisettesima casella. Un lancio perfetto: il dado suggerì ulteriori tre passi, che portarono il segnalino esattamente a posare i piedi sulla trentesima Casella Premio. E, infine, dopo tanto peregrinare e con due premi in più in tasca, la pedina concluse la passeggiata del giorno alla casella numero trentasei.
Estrasse i due premi per lui: una boccetta di Inchiostro Fosforescente e un rotolo di carta regalo animata, personalizzabile. Eleanor l'avrebbe scelta per lui e gliel'avrebbe portata più tardi a casa quella sera: srotolandola, un Pretzel stilizzato avrebbe zampettato per tutta la pergamena, sotto l'occhio attento di Gideon, e il pattern si sarebbe ripetuto più e più volte fino a ricoprire tutto il rotolo di carta.
«Manca solo il dono al nostro Re! Eccolo».
Raggirò il bancone e gli prese il viso tra le mani, stampandogli un lungo bacio sulle labbra, mentre l'intensità che avrebbe voluto e che avrebbe ricercato quella sera rimase attorno a loro, a elettrizzare l'aria.
Il premio del Re levitò da dietro il bancone fino alla superficie in legno rosato ed Eleanor glielo indicò con un sorriso e un cenno del capo. Si trattava di uno scrigno costituito interamente da cartoncino resistente piegato e intrecciato, nei colori pastello caratteristici della bottega, con qualche tocco di blu in più, poiché all'interno foderato di carta morbida e leggera come raso, color blu-Sheldon-Campbell. All'interno trovavano spazio un buono sconto del trenta percento, una boccetta di Sottotono di banshee incatramata, due set di ceralacca in colori assortiti (lilla, violetto, verde giada, carminio e blu-Sheldon-Campbell), un set di quarantotto matite con inciso "S. C. ♕", un timbro fantasioso in cui dei gerani ondeggiavano al vento, appoggiandosi l'un l'altro, un pacco di carta origami in diverse sfumature di blu, un'Agenda Severa con la copertina blu zaffiro e sul dorso dei calderoni fumanti che, se lasciati a ribollire senza supervisione troppo a lungo (se l'agenda non fosse stata aggiornata), avrebbero emesso così tanto fumo da inondare la copertina e così tanti schizzi da spargere bile di armadillo e altre schifezze dappertutto.
 
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