Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Lost on you

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view post Posted on 25/10/2023, 22:43
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Il suo portafoglio ne avrebbe risentito prima o poi, e non se ne era resa conto quella domenica quando – in perfetto orario – aveva varcato i cancelli che dividevano il castello di Hogwarts dalla sua libertà, ma lo aveva fatto in precedenza, ancora prima di essere svegliata dall’unico raggio di Sole abbastanza forte da penetrare oltre le tende tirate del letto a baldacchino. L’aveva fatto ancora prima che la rabbia prendesse possesso delle proprie azioni e che lei stessa strappasse una a una le pagine di un libro, quel libro e ancora prima di scoppiare in uno dei suoi pianti disperati, incontrollati. Ma se ne era fregata, appena aveva recuperato le pagine accartocciate ai propri piedi lisciandole con fare colpevole sulle ginocchia nude ed era allora che aveva lanciato contro il muro la boccetta d’inchiostro allo zucchero filato, solo per sentire il profumo d’oceano che non era mai arrivato alle sue narici. L’aveva fatto in quel momento, indossando un paio di jeans e un maglione bianco a maniche lunghe, si era allacciata le scarpe da ginnastica e se ne era fregata, avrebbe provveduto a quello quando la lettera di Gregory sarebbe giunta a lei, ancora una volta. Spendere l’aiutava a non pensare a lui, al dolore, alla storia finita, all’amore che sempre avrebbe provato e al pensiero di lui che andava avanti senza di lei, come era giusto che fosse. Al vuoto che ancora sentiva, la sensazione di colpa che non la faceva più respirare. Le sentiva ancora le sue mani, sopra le proprie, a spingere quella porta che non garantiva più un accesso al Piediburro e non le ci volle che un attimo per essere avvolta dal tepore e dal colore di Scribbulus, in completa solitudine. “Salve” esordì perché quello non era un buongiorno, non lo sarebbe mai stato, nonostante le novità esposte in bella vista sulla vetrina, l’ampliamento del catalogo che si premurò di leggere affondando il naso nel Catalogo, una distrazione che avrebbe impedito a chi l’avrebbe servita e accolta di leggere rabbia, tossicità, distruzione nelle proprie iridi chiare non più luminose. “Vorrei una boccetta di inchiostro canto di Augurey e una di fico avvizzito dell’Abbisina, grazie”. Atona e monocorde, così le rimbombò nella testa la propria voce ma non se ne preoccupò, non lì, non in quel momento, quando giunse il suo momento di parlare, abbasando appena il listino sotto gli zigomi.
 
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view post Posted on 26/10/2023, 21:06
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Le lamentele di Reina arrivavano fino al retrobottega. Il miagolio incessante della gatta stava disturbando Desmond che, per colpa di quel rumore, era stato obbligato già tre volte a fare i conti.
È l'ultima volta che la porto!
Borbottò il Corvonero fra se e se mentre si alzava dalla scrivania per vedere che guaio stava combinando quella pazza gatta. Quando arrivò vicino al bancone, poté vedere Reina con addosso un pezzo di ragnatela finta che praticamente le bloccava le zampe anteriori.
Perché?
Pensò istintivamente mentre vedeva la gatta tentare di liberarsi senza riuscirci e di conseguenza arrabbiarsi più del dovuto. Con un sospiro esasperato si abbassò su un ginocchio e tentò di liberare l'animale evitando le sue affilate zampate.
Quante volte ti ho detto che non devi giocare con le decorazioni di Halloween? Ms. Corbirock ci ha messo tanto per rendere la bottega spaventosa.
Tentò di richiamarla e lei rispose quasi con un miagolio disperato ma che durò poco perché non appena fu libera, graffiò leggermente la mano di Desmond e tornò a giocare, fregandosene dei richiami, con le decorazioni poste in negozio. Avrebbe voluto prenderla e portarla nel retrobottega, dove non avrebbe potuto fare guai, ma l'arrivo di un nuovo cliente lo bloccò e lo fece avvicinare al bancone. Quel weekend, Jessica era entrare da Scribbulus e Desmond aveva sentito qualcosa allo stomaco, qualcosa che non si riusciva spiegare.
Un'occasione mancata? Un qualcosa di perso? Un piccolo vuoto lasciato dalla Corvonero? Non sapeva nemmeno lui cosa provasse in quel momento e ogni volta che si vedevano a lezioni o in Sala Comune.
Ciao Jessica, benvenuta da Scribbulus, in cosa posso esserti utile? Intanto ti lascio già una copia del Catalogo insieme a quello di Hogwarts on ink-track.
Jessica era lì per acquistare le nuove sfumature d'inchiostri per Halloween, che doveva ammettere stavano andando davvero alla grande.
Allora una boccetta di canto di Augurey e una di fico avvizzito dell’Abbisina, 5 galeoni e 3 falci a bottiglietta quindi il totale sarebbe di 10 galeoni e 6 falci. Posso consigliarti anche una banshee incatramata? Questo tocco di blu assomiglia al colore dominante della nostra casa.
Ovviamente avrebbe atteso la decisione della ragazza intanto che avrebbe perso del tempo a osservare i vari cataloghi. Desmond si sarebbe subito occupato d'incartare le due boccette per poi prendere i dadi del Gioco della Piuma dell'Oca visto che Jessica era iscritta al Club Letterario e Artistico di Scribbulus.
Visto che hai speso almeno dieci galeoni, hai il diritto a due tiri, prego.
Le avrebbe messo sul bancone i dadi da tirare e avrebbe atteso il suo tiro, curioso di vedere dove il Fato l'avrebbe condotta.
 
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view post Posted on 28/10/2023, 09:09
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L’aveva guardato da dietro il Catalogo appena abbassato dove, chiunque ci fosse dietro al bancone, avrebbe potuto solamente vedere parte dell’azzurro dei suoi occhi. E poi aveva immaginato di stringere tra le mani una lista di Pozioni curative da poter ingurgitare immaginando un secondo dopo di poter plagiare Desmond affinché usasse le proprie doti mediche – immaginava che il lavoro in infermeria lo avesse accresciuto in quel campo – per castarle qualche incantesimo utile a cancellarle i ricordi. Come un fiore che si strappa dal suolo, veloce e poco doloroso per chi lo estirpava dal terreno, tremendo per il fiore stesso, sarebbe stato perfetto se davvero l’avesse voluto ma chiederglielo e quindi aprirsi ancora una volta con qualcuno che non era lui avrebbe voluto dire rendere tutto ancora più reale e Jessica, per quanto sapesse che quella fosse la strada giusta da percorrere non voleva ancora ammettere che era tutto finito. È tutto finito tre semplici parole che solo a pensarle la facevano morire, ancora di più. Tragica e forse esagerata, sperava ancora che lei valesse la pena, perché gli aveva creduto quando lui glielo aveva detto e ci credeva ancora. Dannatamente.
Inspirò scacciando con un lento movimento della testa quei pensieri, chiudendo lentamente gli occhi e riaprendoli qualche secondo dopo, non poteva permettersi di piangere, non davanti a Desmond, non davanti a chi non si era interessato del suo grido aveva perso tempo prima, trascurando una possibile e sincera amicizia. “Prendo solo le due boccette scelte da me, ma grazie comunque.” Se ne rese conto dopo, quando il rimbombo ovattato della propria voce raggiunse le sue orecchie che il tono di voce forse risultava troppo melenso e allungato, come faceva quando era ancora una bambina e cercava in tutti i modi – fallendo – di nascondere qualcosa per cui poi sarebbe stata rimproverata (o ignorata). “Ma lancio volentieri i dadi” esordì questa volta con una punta acuta, non di gioia ma di speranza, come quella che covava verso l’amore, verso chi con ogni probabilità – almeno nella sua mente – aveva trovato il coraggio di andare avanti e forse svegliarsi con accanto una persona qualunque, ma non lei. Afferrò il dado lasciando che esso si muovesse dentro il proprio palmo e poi lasciò la presa su di esso osservandolo, forse con troppa intensità rotolarle via dalle dita ormai aperte prima di riafferrarlo e lanciarlo ancora una volta.
 
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view post Posted on 30/10/2023, 17:31
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Desmond aveva una morsa allo stomaco, come se il suo verme solitario avesse iniziato a fare i capricci ma il suo corpo non percepiva il solito famelico appetito, riusciva a percepire solo un grosso vuoto riempito di niente.
Succedeva ogni volta che era in sua presenza, ogni volta che i ricordi di un recente passato salivano a galla e si rendeva conto di quello che aveva perso, di come, in qualche modo, senza alcuna spiegazione - Almeno da parte di Desmond. - si erano persi.
Alla sua proposta di un nuovo Inchiostro, Jessica rispose molto lapidaria rifiutando la sua offerta. Desmond aveva fatto solo il suo lavoro, come faceva con tutti i clienti, come anche la Corvonero aveva fatto quando lavorava al Madama Piediburro, eppure il Caposcuola sentiva come se avesse fatto l'ennesimo passo falso, senza volerlo. In silenzio annuì alla richiesta della ragazza e andò a recuperare le due boccette di inchiostro che lei aveva chiesto, iniziando a incartarle accuratamente cosicché non rischiasse di romperle durante il tragitto.
Si fermò, mettendo tutto in busta, solo nel momento in cui la ragazza lanciò i due dadi per due volte. La sua pedina si mosse velocemente per fermarsi sulla casella numero 21, una casella premio.
Complimenti, hai vinto un buono sconto di un valore di un galeone spendibile quando vuoi in bottega.
Disse sollevando lo sguardo verso di lei. Ora avrebbe dovuto salutarla, ma sentiva di volerle dire altro, non sapeva nemmeno lui cosa, percepiva solo che qualunque parola sarebbe stata sbagliata e il timore di un suo rifiuto lo bloccò obbligandolo a essere il normale commesso di Scribbulus.
Se non ti serve altro, allora ti auguro una buona giornata.
Era così che doveva finire, era così che doveva andare. In fondo era sempre stato bravo a allontanare le persone che avevano cercato di avvicinarsi a lui, a volte lo aveva fatto anche senza rendersene conto, non sapeva se era questo il caso, sicuramente Jessica non era venuta lì per parlare con lui quindi, in qualche modo, l'accontentò. Desmond sarebbe rimasto solo se la ragazza avrebbe avuto ancora bisogno di lui, in caso contrario avrebbe registrato la vendita e si sarebbe occupato di continuare a sistemare la bottega.
 
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view post Posted on 10/11/2023, 15:56
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Li guardò i dadi scivolare dal palmo della propria mano e rotolare sul tabellone, lo fece con intensità quasi come se dentro agli occhi contenesse un potere enorme in modo da convincere, quei due cubi, nel combinare un numero vincente che avrebbero obbligato a spostare le pedine su un numero contenente un succoso premio. Lo faceva non tanto per interesse ma per distrazione, quello che era un semplice tabellone in quel momento era un qualcosa di ammaliante per Jessica che, per qualche istante, le permetteva di spostare la propria concentrazione altrove. Per un singolo istante i lineamenti del viso si disciolsero e il dolore quasi le scivolò via di dosso, abbandonando le iridi ormai spente illuminandole l’azzurro in maniera veloce, come se un lampo si fosse riflesso proprio lì dentro. Sarebbe stato quello il momento giusto in cui, uno sconosciuto o un ex amico, se fatto in maniera veloce, avrebbe potuto cogliere l’opportunità di intrufolarsi dentro le crepe della Levante; era quello il momento giusto esattamente quando gli angoli della bocca le si erano leggermente incurvati verso l’alto. Forse, ci aveva sperato per un attimo che anche Desmond lo facesse ma non ne rimase delusa quando, ritornata con gli occhi sul compagno di Casa, non ci lesse alcun tipo di possibilità; d’altronde era sempre stata lei quella a chiudere definitivamente i rapporti senza voltarsi più indietro.
Se solo fosse stato facile farlo anche con lui.
“Non mi serve altro – una punta di tristezza le mutò lievemente l’accento, un tremore impercettibile le scosse la mancina che si allungò sul tavolo non solo per lasciare lì i galeoni ma anche per ritirare ciò che ormai era di sua proprietà – …niente che posso trovare qui almeno” aggiunse consapevole che ciò che le serviva, oltre a non essere legale per una diciassettenne non veniva nemmeno venduto lì. Ma ci aveva provato, anche se con velocità e timore, a sorridere ancora una volta, creando per se stessa più che per Desmond, la possibilità di andare oltre a quel dolore, a quella forma innata di non sopportazione che implicava per la Corvonero altra sofferenza, un’altra possibilità veloce e quasi invisibile che forse non sarebbe stata compresa o raccolta.
 
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