Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Cats, Tea and a Witchcraft Year, Settembre 2023 - CM - #7

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view post Posted on 12/9/2023, 08:32
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Nei suoi anni da studente aveva trovato abbastanza raro - se non impossibile - incrociare un Mago o una Strega alle dipendenze di Hogwarts all’interno del treno: aveva sempre immaginato che ognuno degli addetti ai lavori del maniero prendesse servizio qualche giorno prima rispetto agli studenti, assicurando che la propria area di competenza fosse ben coperta e organizzata sin da subito oppure non andasse mai in vacanza: l’immagine di alcune delle figure di spicco che si annoiavano girandosi i pollici per tutta la giornata senza qualcosa di particolare da fare lo aveva sempre divertito; la ragione per cui invice lui si trovasse all’interno dell’Hogwarts Express e non già al castello gli era invece ben chiara: aveva semplicemente chiesto il permesso di aggregarsi allo staff lo stesso giorno del rientro a scuola degli studenti per alcuni motivi di famiglia che lo avevano spinto a viaggiare: il testamento di sua zia era stato aperto e, benché avesse finito per non ereditare praticamente nulla, era stata richiesta la sua presenza. Che il permesso gli fosse stato concesso era stato quantomeno inaspettato, data la severità e la serietà che sembrava ricoprire la figura di Dolus come persona: nemmeno in quel momento riusciva a comprendere se gli avrebbe fatto piacere scambiare due parole col Preside oppure, intimorito da quell’aura misteriosa, si sarebbe voluto lanciare ad altezze spropositate in direzione del Lago Nero.
Mentre portava le dita appena sotto il naso in posizione riflessiva e osservando il paesaggio all’esterno del convoglio, senza per questo guardarlo veramente nei suoi colori variopinti e selvaggi, un miagolio in lontananza spostò la sua attenzione: accartocciò il naso, ritenendo fosse solo la stanchezza del viaggio (del resto aveva lasciato Parigi per Londra solo poche ore prima) e chiuse gli occhi, cercando di estraniarsi dal luogo in cui si trovava per concentrarsi sul respiro.
Inspirazione ed espirazione.
Respiri lunghi e lenti.
La sensazione dell’aria all’interno delle narici.
Seguire il percorso e le sensazioni provate.
C’era sempre una possibilità remota che, in quell’esercizio, la mente vagasse altrove: non doveva essere necessariamente una colpa, ma non voleva distrarsi inutilmente coi ricordi dei volti dei suoi parenti che non vedevano l’ora di scoprire cosa la strega defunta aveva lasciato loro in sorte; non voleva distrarsi con la corsa sfrenata per le viuzze acciotolate di Parigi mentre in lontananza un vecchio Babbano attirava la sua attenzione al fine di fermarlo e obbligarlo a comprare uno dei suoi articoli; non voleva nemmeno farsi ammaliare dal ricordo dei profumi emanati dai cafè aperti di primo mattino.
Eppure, quel suono che all’interno dell’Hogwarts Express non doveva esserci, si faceva sempre più vicino. A tratti si interrompeva, poi riprendeva e così ancora in un loop che nonostante gli sforzi sembrava perseguitarlo.
Aprendo gli occhi ed espirando pesantemente dalle vie nasali batté le palpebre riconoscendo che per quel giorno concentrarsi sul respiro sarebbe stato impossibile, e fu in quel momento che incontrò i suoi occhi: un gattino nero, senza collarino o segno di riconoscimento aveva rallentato il passo mentre percorreva il vagone in direzione opposta rispetto la posizione occupata.
Si guardò attorno come a cercare il proprietario o la proprietaria non vedendo praticamente nessuno particolarmente interessato, tornò ad osservare l’animale preda di mille interrogativi: cosa ci faceva un gattino all’interno del treno? Aveva un o una padrona? Se sì, lo stava cercando?
Intanto il felino si trovava ancora là, davanti a lui, e cominciò a miagolare.
Gli faceva un po’ pena.
Magari si disse si è perso.
Piegando il busto in avanti per acchiapparlo era entrato in contatto col pelo scuro dell’animale, portandolo davanti a se.
«Ti sei perso?» gli chiese a voce bassa, inespressivo e consapevole di non poter ottenere risposta. Battendo ancora una volta le palpebre, scettico, aveva cominciato a farsi strada l’ipotesi di adottarlo.
Ipotesi folle: l’unico animale che aveva avuto fino a quel momento era stata Lola. Bastavano davvero un paio di moine, qualche miagolio e quello sguardo a far titubare tutte le certezze acquisite col tempo?
Non di meno, riconosceva che il gatto, come specie, potesse essere enormemente indipendente...non avrebbe richiesto particolari attenzioni se le sue intenzioni sarebbero state quelle di tenerlo e di non trasformarlo in Atlantide, il gattone di Auburn Gold.
«Resterai un po’ qui: se non verranno a reclamarti al termine del viaggio starai con me» gli comunicò a mo di promessa.
Ammesso e non concesso che il felino lo capisse.
Poggiatolo sulle ginocchia mentre parte della sua mente gli chiedeva cosa gli stesse saltando in mente, lo accarezzò sulla schiena; l’altra metà della sua mente si era già convinta a tenerlo e costruiva castelli in aria, immaginando la sua figura entrare al Serraglio Stregato di lì a qualche giorno per comperare una mare di roba che quel gattino avrebbe anche potuto rifiutare in toto.

Edited by Sheldon Campbell - 12/9/2023, 10:44
 
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