| I turni nel finesettimana presso la bottega di Scribbulus erano diventati i preferiti di Eleanor Corbirock: le piaceva condividere il bancone con i suoi due aiutanti, che in modo molto diverso e personale arricchivano il piccolo negozio, avendo due caratteri molto molto diversi. Aurora era una Tassorosso dolcissima – e credeva che aver fatto emergere con tanta genuinità quella sua caratteristica le era valso in modo più che meritato il premio per aver meglio interpretato Tosca Tassorosso alla fiera medievale della scorsa estate. Desmond mostrava una scorza più tosta esteriormente, ma nascondeva, non poi molto sotto, un animo sinceramente buono e gentile: nonostante i giubbini di pelle, lo aveva visto portare pazienza pure al peggior disordine lasciato da alcuni bambini pestiferi al Crogiolo. Quel sabato mattina Eleanor si premurò di annaffiare le piantine che pendevano dagli scalini della chiocciola che portava al piano superiore: incantato un annaffiatoio in latta (che aveva ridipinto con lo smalto brillante per raffigurarvi fiori e apette), ella saltellava da uno scalino all'altro e lasciava che si occupasse quello di tutto il lavoro. Gli fece pat pat sul manico prima di allontanarsi, notando un po' di confusione al bancone e qualche cliente abituale che presto sarebbe venuto a chiederle consiglio. Quando sollevò lo sguardo, però, non si ritrovò Ms Pennyfold a chiederle quale fosse la sfumatura di inchiostro più giusta per una lettera alla sua Testimone della Difesa. «Desmond, carissimo, buondì!». Sorrise allo studente di Corvonero, rallegrandosi in volto non appena notò la sua presenza dall'altro lato del bancone. «Mi stavo giusto chiedendo in che guaio si fosse cacciato per non aver ancora rinnovato la sua iscrizione! Sta mica pensando di abbandonarmi? Glielo perdonerei solo per i M.A.G.O., sa?». Desmond era sempre in anticipo, non lo aveva mai visto neanche mezza volta in ritardo, mai. Per questo, considerando il rapporto gioviale che condividevano, la proprietaria lo pungolò e ci scherzò sopra. «Due galeoni per il rinnovo, un galeone e un falci per gli Appiccicosi, due galeoni e dieci falci per venti rotoli di Pergamena Prolissa: paga cinque galeoni e undici falci, quindi sa già di poter lanciare il dado». Agitando la bacchetta, spalancò un piccolo scrigno posto sul bancone e fece levitare fin sotto il naso di Desmond il dado colorato del Gioco della Piuma dell'Oca. Dalla diciannovesima casella, la pedina del Corvonero avanzò di solo due saltelli fino alla numero ventuno, conquistando così una Casella Premio. Da un secondo scrigno, Eleanor pescò un rotolino di pergamena, per estrarre il premio vinto: un buono da un galeone. Nel frattempo, Appellò gli articoli acquistati e li mise da parte in una busta. Prese il registro delle vendite, cercando il nome di Desmond Tarabay per aggiornare la sua iscrizione. «AH! Desmond, caro, sta per perdere il suo vantaggio al Nontiscordardimé. Dovrebbe riacquistarlo una volta all'anno per mantenere la possibilità dello sconto. Ancora in realtà non ha accumulato alcuno sconto (le dovrei togliere tre falci al prossimo acquisto), quindi potrebbe anche scegliere di cambiarlo, magari con uno dei suoi acquisti di oggi. Intanto ha vinto un buono da un galeone! Un unico lancio preciso e fortunato, si può dire. Si goda il weekend, buona giornata!» Si apprestò ad annotare il buono vinto da Tarabay e salutò il più giovane membro della Witches' League (ma aveva nel frattempo dato una chance a Celestina Warbeck?) con un largo sorriso e agitando la mano inanellata.
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