In equilibrio sulle punte dei propri stivaletti color vinaccia sui primi gradini della scala a chiocciola che portava al piano superiore, con movimenti misurati del polso la Proprietaria di Scribbulus faceva ondeggiare la bacchetta in sorbo, perché questa guidasse il movimento di un annaffiatoio in latta, fatto levitare e dondolare a mezz'aria allo stesso ritmo, per raggiungere tutti i vasi che pendevano dalla scala. Avendo lasciato la postazione dietro il bancone scoperta, tendeva le orecchie per udire il trillo del campanello e di tanto in tanto guardava verso gli scaffali e verso la porta d'ingresso, per cogliere un cliente che potesse aver bisogno di aiuto. Da quella prospettiva, la Proprietaria di Scribbulus aveva notato un particolare fuori posto. Saltati un paio di gradini, si era portata fino all'uscio del negozio e da lì aveva soffocato in gola sbuffi teatrali: un unico raggio di sole solleticava la faccia rotonda del pupazzo di neve che dei bambini avevano costruito appena fuori dalla bottega. Quel raggio di sole inspiegabilmente aveva superato la coltre di nubi di quella fredda giornata, andando a ricadere con fatale precisione proprio sul pupazzo, facendolo già sciogliere un po' fino a perdere il naso-carota. Eleanor non aveva perso tempo: con una stoccata rapida della bacchetta aveva spostato il pupazzo di neve un po' più in là lungo la via, aveva poi raccolto la carota e la aveva infilata nuovamente al posto che le spettava.
Rientrata al tepore della bottega, fu lieta di scoprire che il pupazzo fosse ancora visibile dall'interno, al limitare della vetrina di sinistra. Ripose l'annaffiatoio in latta nel retrobottega e fece ritorno appena in tempo al bancone, mentre un bambino le chiedeva di poter vedere la selezione di inchiostri natalizi e un nonnetto si grattava la barba cercando di leggere il catalogo attraverso gli occhialetti. Eleanor lasciò al primo uno scrigno da esplorare sulle poltroncine del negozio e indirizzò il secondo al reparto scultura. Quando il campanello dorato posto all'ingresso tintinnò di nuovo, Eleanor si stava per l'appunto liberando.
«Buondì, Jacqueline cara! Bentornata da Scribbulus».
Un sorriso allegro le riscaldò le gote alla vista del membro della famiglia Pike.
«Buon Natale e... buon compleanno, con un paio di giorni di ritardo? Se ricordo bene».
Sorrise, posando lo sguardo sulla giovane strega, che aveva visto crescere sotto i suoi occhi.
«Certamente: ecco a lei il Catalogo dei
Colori HOHOHO, poi il classico
Catalogo della bottega e il Catalogo delle
Cromie GASP».
Lasciò scivolare sul bancone le pergamene colorate e ascoltò attentamente le richieste della Prefetta di Grifondoro. Appellò gli articoli man mano che li nominava, poi li raggruppò sul bancone sulla base della suddivisione in pacchetti che le era stata chiesta. Li impacchettò con carte in varie tonalità del rosso e un bel nastro dorato e, per permetterle di distinguerli, allegò a ciascuno una piccola etichetta, che avrebbe potuto rimuovere prima di consegnare il regalo, ma che le avrebbe impedito di far pasticci... magari consegnando il Vischio al destinatario sbagliato. Sorrise teneramente sentendola mormorare che il Vischio sarebbe stato perfetto per qualcuna.
«Il Vischio sarà sicuramente un regalo gradito. Sceglierò la boccettina più graziosa che ho prodotto».
Le rivolse un occhiolino, poi si voltò per alleviare qualche imbarazzo, con la scusa di dover recuperare altra carta regalo.
«Ricapitolando: cinque Colori HOHOHO in boccetta, tre Cromie GASP, un Brogliaccio, due Segnalibri Dente di Leone, due Coprimatita Carillon, un album da colorare e un Fermacarte con pietra d'ambra. In totale paga
trentanove galeoni e otto falci. Ha fatto un affare grazie ai
saldi natalizi! E le spettano pure sette lanci di dado per il
Gioco della Piuma dell'Oca , eheh. Ecco il dado!».
Fece levitare un dado da uno scrigno posto sul bancone e lo offrì all'altra.
Partendo dalla cinquantesima casella, la pedina di Jacqueline si mosse di un timido passo e finì su dell'acquerello versato: scivolando, avanzò di un'altra casella. Presasi di coraggio, la pedina guidata dal dado si mosse di ben sei passi. Ormai vicina, vicinissima, avanzò di uno... e cadde nella trappola della casella numero cinquantanove. Le scale di Hogwarts sul tabellone da gioco iniziarono a muoversi, decidendo di cambiare proprio in quel momento percorso: ricondussero la pedina alla casella numero trentatré. Almeno, però, la pedina sfruttò quel giro per accaparrarsi un premio: con due passi, entrò baldanzosa nella Casella Premio al numero trentacinque. Indenne avanzò di un altro passo, poi di cinque, poi di altri cinque. La pedina della giocatrice di Quidditch della squadra di Grifondoro individuò il boccino: inseguendolo avanzò di altre due caselle e si fermò sulla numero quarantotto.
«Ah, si è allontanata di poco dal traguardo, però ci ha guadagnato un premio nel frattempo! Non male».
Sorrise e da un altro scrigno posto sul bancone pescò un rotolino di pergamena, per estrarre il premio vinto.
«Un buono del quindici percento da utilizzare su uno dei tuoi prossimi acquisti!».
Le allungò un cartoncino recante il buono e appuntò lo stesso nei suoi registri.
«Ecco qui i suoi regali, cara! Troverà un piccolo pacchetto dorato in più in mezzo agli altri: è per lei, un piccolo pensiero per il suo compleanno».
Aveva incartato una boccetta di Campanellino, tonalità energia come Jackie.
«Buon rientro a Hogwarts e buone feste!».