Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

A Winter Romance, Dicembre 2022 - GDM

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view post Posted on 27/12/2022, 17:25
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Agnes Lefevre non era mai stata tanto eccitata nel preparare i bagagli per lasciare il castello durante le vacanze di Natale. Ogni anno raggiungeva Dover per riunirsi alla sua famiglia e trascorrere le feste sua madre e i nonni che erano sempre entusiasti di sentirla parlare del suo rendimento scolastico e del quidditch. Sua nonna, in particolare, che da sempre si era opposta al suo praticare quello sport perché lo trovava barbaro e affatto elegante, aveva iniziato ad abbassare la bacchetta e perfino lei ora le mostrava il suo supporto, da quando era diventata capitana della squadra della sua casa.
Aveva organizzato gli allenamenti della squadra in modo da svolgerli tutti entro l'inizio delle vacanze, in modo che tutti i compagni che come lei tornavano a casa per le vacanze non rimanessero indietro con gli esercizi. E anche perché così lei si sarebbe potuta godere la compagnia di Gregory senza sentirsi in colpa.
Durante un fine settimana trascorso insieme infatti, Gregory le aveva proposto di trascorrere le vacanze insieme al numero ventuno, principalmente per terminare l'albero che era stato dimenticato non appena i due ragazzi si erano ritrovati avvinghiati sul tappeto. A sua madre aveva detto che avrebbe trascorso le vacanze con un amico di scuola ma che avrebbe raggiunto la famiglia per il giorno della vigilia e il giorno di Natale. Cordelia, che dall'estate precedente aveva trovato fondamento per i propri sospetti circa l'esistenza di un qualcuno per sua figlia, si era astenuta dal chiedere dettagli e aveva fatto finta di credere che quel ragazzo senza volto e senza nome fosse solamente un amico.
Non sapendo cosa aspettarsi Agnes aveva riempito il suo baule con tutto quello che le frullava per la testa. Aveva preso vestiti come se fosse dovuta partire per un viaggio intorno al mondo, si era preparata saponi, creme, spazzole e biancheria come se avesse intenzione di mettere su una spa, aveva razziato il comodino con gli oggetti più disparati, tra cui il suo Boccino di Luce D'Oro e la macchina fotografica che aveva comprato da Mondomago, con tutte le cartucce che le aveva regalato Sheldon. Non da ultimo aveva inserito i regali che aveva preso per Gregory. Anche se non si erano detti esplicitamente che si sarebbero scambiati dei regali a lei faceva piacere donargli qualcosa che aveva acquistato pensando proprio a lui; il Natale precedente non lo aveva potuto fare e si era limitata a regalare un giocattolo a Zellino con la promessa che non le mangiasse più i vestiti. Quell'anno invece si sentiva molto più a proprio agio nell'offrirgli un dono perché i sentimenti nei suoi confronti erano maturati e soprattutto, Agnes aveva intuito, non erano unidirezionali.
Rum le dondolava sulla spalla e ogni tanto rischiava di cadere poiché l'appoggio della sua unica zampina veniva compromesso dagli scossoni dell'Espresso che da Hogwarts li aveva portati fino a King's Cross, ma la sua padroncina era sempre pronta a sorreggerlo abbracciandolo con una mano, sfogando con quel gesto che ripeteva ritmicamente un'agitazione che la faceva fremere tutta.
Aveva chiesto a Destiny di andarla a prendere alla stazione e fu con l'ansia di vederlo che si sporse dal finestrino per controllare che si fosse già sganciato dalla Gringott quando il treno arrivò al binario nove e tre quarti.
Cercò di regolare il respiro per darsi un contegno e proprio un quel momento Rum scivolò dalla sua spalla, sbatacchiando le ali goffamente e ammucchiandosi tra le pieghe della sciarpa che la ragazza si era arrotolata sulle ginocchia. Cercando di non ridere per non demoralizzare il pappagallino, lo raccolse delicatamente e se lo sistemò accanto al proprio orecchio. Portarlo nella gabbia sarebbe stato più comodo ma Rum non amava quella sistemazione e Agnes aveva semplicemente smesso di usarla. Ci mise dunque un po' per raccogliere i propri bagagli e con l'affanno che le colorava le guance fece capolino dalla porta dell'Espresso che si apriva sul binario, allungando il collo per cercare la figura massiccia ed elegante di lui, con il cuore che le palpitava svelto sotto agli strati che la proteggevano dal freddo.
 
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view post Posted on 27/12/2022, 22:54
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Finalmente anche per il giovane funzionario dei conti magici erano iniziate le vacanze natalizie perciò, dopo aver sistemato gli ultimi affari alla Gringott, aveva percorso il tragitto dalla banca fino alla stazione di King’s Cross a Londra, calcolando bene i tempi per non rischiare di arrivare in ritardo. Mandylion Jr. era sempre stato una persona puntuale e preferiva di gran lunga aspettare, piuttosto che rischiare di arrivare in ritardo a un appuntamento. In quell'occasione in particolare, avrebbe dovuto prendere Agnes e non voleva di certo farla aspettare, anche perché immaginava che fosse carica di bagagli per via del periodo che avrebbe passato in pianta stabile proprio al numero ventuno di Hogsmeade, proprio da lui. L'aveva invitata qualche settimana prima, mentre avevano tentato di addobbare l'albero di Natale che alla fine aveva completato da sé, immaginando di ricevere una risposta negativa più per motivi logistici (la famiglia di Agnes si trovava sparpagliata tra Dover e la Francia) che per una mancanza di volontà.
Contrariamente alle sue aspettative costantemente basse nei confronti degli eventi della vita, Agnes aveva accettato e alle undici in punto di quel ventitré dicembre era partita dalla stazione di Hogsmeade per prendere il treno che si sarebbe fermato al Binario 9¾. Gregory indossava un cappotto nero monopetto in misto lana e cashmere, con sotto una giacca nero avorio che si abbinava ai pantaloni eleganti di un classico completo da lavoro. Aveva allentato soltanto il primo bottone della camicia color perla, dalla quale si intravedeva una lunga catena d'oro massiccio il cui pendente, una moneta babbana placcata, oscillava contro il petto massiccio. Il giorno prima aveva deciso di azzardare un lieve cambiamento nel proprio aspetto e per questo era andato a farsi tagliare i capelli, scalandoli maggiormente in modo che i ricci, che continuavano a crescere velocemente, risaltassero sulla cima della nuca. Come al suo solito, s'era fatto la barba.
Camuffandosi nella folla, attraversò senza particolari intoppi il binario magico e si ritrovò ad aspettare l'arrivo di un treno che ormai non prendeva da più di un anno. Una parte di lui continuava a rimanere indissolubilmente legata a Hogwarts ma, più pensava a sua madre, più si irrigidiva e cercava di distogliere l'attenzione su altro. Se quel Natale i Mandylion avessero deciso di presenziare al tradizionale banchetto al castello, lui non vi avrebbe partecipato. Non voleva rivederla in vesti formali e in mezzo a tante altre persone, come era accaduto ad Halloween, preferendo invece un contesto più intimo e personale.
Trasse un gran sospiro nel guardare le lancette dell'orologio e rimase ad aspettare, chiudendosi nei propri pensieri e trovandoli insopportabili, finché... non udì l'inconfondibile fischio. Il cuore pesante e duro di Destiny cominciò a martellare freneticamente nel petto come se, soltanto in quel momento, avesse preso consapevolezza di cosa sarebbe accaduto di lì alle prossime settimane: Agnes Lefevre si trovava su quel maledetto treno, nel giro di pochi minuti vi sarebbe scesa piena di bagagli e avrebbe alloggiato proprio da lui, proprio a casa sua, e non soltanto per un giorno e neanche per una notte, ma per tutta la durata delle vacanze di Natale. Avvampò all'improvviso, sentendo caldo e allentando altri due bottoni della camicia, carico di un sentimento sconvolgente che si collocava a metà tra l'adrenalina e l'apprensione.
Finalmente il treno lo tolse da quella tortura e, quando si fermò al binario, Gregory si guardò intorno per cercare di individuare lo scompartimento occupato dalla ragazza che era venuto a prendere. Scesero decine e decine di studenti, perlopiù accolti dalle braccia dei propri genitori, vide molti bambini dei primi anni e poi, dietro un ragazzo dalla chioma fulva, delle inconfondibili guance colorate di vermiglio per via dell'affanno. Il suo pappagallo, se non ricordava male di nome Whisky, si era appollaiato affianco al suo orecchio. Nel fare capolino dalla porta dell'Espresso che si apriva sul binario, le venne incontro e percorse i pochi metri che li separavano, prendendole subito il baule dalle mani.

–Hey.

Esordì con la solita scarsa loquacità di sempre, domandandosi se fosse il caso di darle un bacio o trattenersi. Non ancora abituato a lasciarsi andare a quel genere di effusioni in pubblico, e soprattutto subito dopo essersi appena visti, si limitò a farle spazio e liberarla del bagaglio e di un beauty giallo limone.

–Come è andato il viaggio? Hai fatto razzia dei dolciumi della strega del carrello o hai ancora un po' di spazio in pancia?

Con ampie falcate, si fece spazio tra la folla e cercò un carrello per piazzarci sopra il baule. Avendo le mani libere, azzardò una mossa mai provata prima d'allora: fece scivolare le dita su quelle di lei e le strinse mentre camminava, sentendosi insolitamente... sicuro. Il passo era incalzante, tanto che i cerchi d'oro appesi alle orecchie stavano oscillando ad ogni avanzata.

–Pensavo di preparare delle polpette e qualche hamburger, per pranzo.

Propose, guardandola di sottecchi mentre il cuore proprio non la smetteva di scalpitargli nel petto.
 
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view post Posted on 28/12/2022, 16:19
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Se durante il viaggio Agnes aveva cercato di veicolare la propria agitazione nei gesti affettuosi che ripeteva per tenere Rummito dritto sulla propria spalla, non appena si accorse che Londra si faceva più grande oltre il vetro del finestrino lo stomaco le si strinse. Stavano per incontrarsi di nuovo, e non per un pomeriggio o per una sera, ma per dei giorni interi. L’aveva invitata a stare da lui per tutta la durata delle vacanze e, seppure emozionata, Agnes non aveva realizzato cosa ciò volesse dire, non prima di vedere King’s Cross e l’insegna del binario avvicinarsi e, con loro, una folla gremita tra cui si celava Destiny.
Agnes sentì il cuore accelerare e la pelle fremere di eccitazione. Sarebbe stata la prima volta che avrebbero trascorso così tanto tempo insieme e l’idea di incrociare il suo sguardo che era lì per lei, solo per lei, bastava a farla sciogliere. Era ancora incerta su ciò che avrebbe fatto: avrebbe potuto saltargli al collo? Avrebbe potuto baciarlo, davanti a tutta quella gente? O forse sarebbe stato più prudente contenersi per evitare di fargli fare brutte figure? Agnes si torceva le mani e per questo Rum cadde col muso tra la lana della sciarpa in un frullo di ali verdi che le richiese un bello sforzo, se non avesse voluto ridere.
Tenendosi il pappagallino in bilico accanto all’orecchio, radunò i propri bagagli mentre il treno frenava accanto alla banchina. Il baule, un beauty case da viaggio giallo limone e la borsino di tela in cui aveva riposto i propri regali di Natale. Le sembrò di aver preso tutto e quasi trattenendo il fiato si appropinquò verso la porta dietro a Vincent, un compagno di scuola dalla chioma fulva e lo sguardo un po’ inquieto.
Quando anche lui fu sceso, Agnes, che era rimasta fino a quel momento come sospesa, si affacciò timidamente e con le guance vermiglie per l’affanno di portarsi dietro tanta roba volse gli occhi verdi sulla folla alla ricerca di un viso in particolare.
Il cuore le marciò nel petto e un sorriso grande le sollevò gli zigomi.
Ehi.
Gregory l’aveva vista prima che lei riuscisse a vedere lui e già l’aveva raggiunta, togliendole i bagagli più pesanti dalle mani. Si lasciò aiutare, passandogli il baule e il beauty, mentre lei afferrava Rum e scendeva piano gli scalini che portavano alla carrozza. Sentiva di avere le gambe molli e per questo ci volle più impegno del previsto. Si accorse solo dopo che lui era perfino andato a recuperare un carrello. Rimase ferma a guardarlo sistemare le borse, con nel cuore un sentimento di gioia sconfinata.
Destiny era lì, ed era venuto a prendere lei. Proprio lei! Agnes si sentiva la ragazza più felice del mondo e non riusciva proprio a smettere di sorridere come una stupida mentre tutto intorno bambini e genitori si riunivano con una confusione che non colse mai la sua attenzione, non aveva occhi che per lui, né pensieri.
Non riuscì a fare niente di quello che aveva pensato di voler fare. Non gli saltò al collo, non lo baciò con impeto. Rimase in adorazione a guardarlo, nel suo cappotto nero dal quale spuntava il completo da lavoro e una camicia sbottonata fino al terzo bottone. I suoi gesti pratici nascondevano una quota di agitazione, colmando con quelli tutte le attenzioni che forse non si sentiva sicuro nel rivolgerle, non davanti a tutti.
Il viaggio è andato bene ma no, non ho mangiato niente. Non avevo molta fame.– ammise, ricambiandolo con uno sguardo colpevole.
Hai tagliato i capelli. Ti stanno bene.
Lo aveva notato subito ma aveva avuto bisogno di qualche attimo per ritrovare padronanza della propria voce. Greg era drammaticamente bello e fu su quel pensiero che rimase impallata quando sentì la mano di lui scivolare nella sua e stringerle le dita con una naturalezza infinita. Agnes abbassò gli occhi sulle loro mani intrecciate e si strinse a lui, abbracciandogli quasi il braccio con il quale, l’aveva cercata.
Il pranzo, gli hamburger, le polpette. Agnes sentiva tutto ma non capiva niente di quello che le stava dicendo. La stava tenendo per mano, sul binario nove e tre quarti, spingendo un carrello con sopra i propri bagagli perché lei, quella mocciosa di diciassette anni, avrebbe trascorso le vacanze a casa sua. Era frastornata.
In balia della sua mano, della sua voce e dei suoi occhi che la cercavano di sottecchi, gli tirò appena il braccio per farlo fermare, o almeno rallentare visto che stava attraversando la stazione come se non avesse la benché minima intenzione di sprecare un altro minuto lì dentro.
Avvicinò il suo viso a quello di lui e con il cuore che le batteva forte gli diede un bacio sulla guancia, respirando sulla sua pelle il suo profumo. Da quando Gregory sapeva di casa?
Come è andata in banca? Sei sicuro ti vada di cucinare dopo aver lavorato? Se vuoi posso aiutarti, ho portato…– si interruppe, piantandosi nel bel mezzo della strada, guardandolo con sguardo allarmato.
Oh no! Il cestino che mi ha regalato Sheldon, l’ho lasciato sul treno!
Presa com’era dall’inizio di quelle insolite vacanze, tra tutti i bagagli e Rum e soprattutto impaziente di vedere Greg che la aspettava, si era dimenticata il cestino zeppo di delizie che Sheldon le donato fatto per Natale.
Subito prese il pappagallo dalla sua spalla e lo lasciò nella mani di Gregory: –Tieni un attimo Rum, corro a prenderlo. Spero che l’Espresso non riparta proprio adesso. E non mangiarlo per favore.
E dopo aver lasciato il suo uccellino colorato tra le mani di Gregory Destiny Mandylion, corse a riprendere il pacco, sbadatamente dimenticato sulla cappelliera dello scompartimento, per poi tornare qualche minuto dopo con questo in una mano e con la sciarpa nell’altra, essendosela tolta mentre correva.
Appoggiò il cestino accanto agli altri bagagli già sistemati sul carrello e riprese tra le sue la mano di Destiny.
Dentro ci sono dei pancake salati e dei sandwich, alcuni infusi e tè e una bottiglia di Scarecrow's Memories. Avevo pensato potesse accompagnare il pranzo.– gli sorrise, riprendendo fiato dopo la corsa.
Allora si spinse ancora un po’ contro il suo braccio e vi strusciò una guancia accaldata.
Grazie per essere venuto a prendermi. Sono così contenta.
 
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view post Posted on 28/12/2022, 20:37
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Nonostante sapesse ormai da diversi giorni che Agnes si sarebbe fermata al numero ventuno per tutta la durata delle vacanze di Natale, Gregory ne prese consapevolezza soltanto dopo aver raggiunto il Binario 9¾. Non era spaventato alla prospettiva di trascorrere del tempo con lei, anzi: era così poco abituato a poter stare insieme per tanto che l'idea lo emozionava intensamente. Sapere di avere una scadenza, di dover aspettare un'intera settimana prima di potersi rivedere, di dover calcolare i tempi del coprifuoco e, più in generale, di non avere la possibilità di condividere una vera e propria quotidianità, era qualcosa che aveva scoperto di mal tollerare, pur non essendosi mai preso nessun impegno ufficiale con lei. Di conseguenza, s'era ben guardato dal manifestare questi suoi affetti negativi. Tuttavia con i loro appuntamenti erano comunque riusciti a cucirsi una qualche routine, che però non si sarebbe mai potuta sostituire al passare il tempo insieme senza limiti o scadenze.
Con i battiti del cuore appena accelerati e nella testa l'idea che non avrebbe dovuto pensare a quando riaccompagnarla o a quando la vita di lei gliel'avrebbe portata via, le fece strada tra la folla dopo averla liberata del baule e del beauty giallo limone. Agnes non sembrava avere occhi che per lui ma appariva appena sfuggente, forse un po' tesa: durante il viaggio non aveva mangiato nulla, neanche un dolcetto della strega del carrello, perché aveva detto di non avere molta fame. Leggermente insospettito per quell'ammissione, la scrutò aggrottando appena le sopracciglia, quasi a cercare tra i lineamenti dolci del suo volto il segno di un qualche malessere o angoscia: qualcosa la turbava? Le mancava già Hogwarts? Temeva che quelle settimane sarebbero state un banco di prova troppo importante per due come loro?
Preferì non farle nessun tipo di domanda e limitarsi a prendere atto della confusione che gli generava quello stato d'animo, arricciando le labbra in una smorfia quando gli disse di trovarlo bene, con quel taglio di capelli più scalato. Non essendo del tutto bravo a prendersi i complimenti, le strinse la mano e cominciò a camminare a passo svelto con la sua andatura dinoccolata, che non teneva conto di due particolari: Agnes aveva le gambe molto più corte delle sue e poi... si stava distraendo abbassando lo sguardo sulle loro dita intrecciate. Nell'accostarsi al suo braccio, Destiny avvertì un brivido partire dalla schiena e propagarsi fino ai polpastrelli, che cominciarono a formicolare soltanto perché lei aveva posto attenzione a quella coccola che si era assunto la possibilità di concederle – e concedersi.
Procedettero per qualche minuto con l'intento di lasciarsi il binario alle spalle ma, pian piano, la fanciulla gli fece intendere di voler rallentare e appena perplesso lui la assecondò, fermandosi e ritrovandosi il viso vicinissimo al suo. Cosa aveva intenzione di fare? Del tutto preso in contropiede, sbarrò gli occhi e li richiuse dolcemente, acchiappando un bacio sulla guancia che gli sembrò più intenso di tutti quelli che le aveva dato con la lingua fino a quel momento. Il modo in cui Agnes sapeva prendere le misure, con gesti attenti e minuziosi, era qualcosa che continuava a sorprenderlo e che lo lasciava perlopiù sbigottito, ma in modo positivo. Le palpebre calarono dunque sui suoi occhi grigi, mentre un pensiero gli solleticava le sinapsi: sarebbe stata da lui, per davvero, per tutto il periodo delle feste.

–Oh. Bene, ho chiuso un po' di affari.

Rispose leggermente in ritardo, riaprendo gli occhi con aria appena stordita e facendo rapidamente mente locale. L'idea di preparare il pranzo non lo disturbava, anche se quella mattina si era alzato presto per andare a lavorare alla Gringott: cucinare, invece, era un'attività che riusciva a distrarlo e farlo per gli altri gli dava sempre grandi soddisfazioni. Lefevre si offrì di aiutarlo ma non fece in tempo a finire la frase che si accorse di aver combinato un bel guaio: s'era dimenticata un cestino, regalatole dal suo ex-compagno di studi Campbell, proprio sulla carrozza del treno. Il volto austero di Mandylion Jr. si contrasse in un'espressione di disappunto, che si accentuò non appena si ritrovò il suo pappagallo Whisky tra le mani, mentre la sua padroncina lo raccomandava di non mangiarlo nell'attesa del suo ritorno.

–Hey hey hey. Frena. Non puoi...

Non finì mai quella frase perché lei, affaccendata, cominciò a correre per il binario. Gregory rimase come uno stoccafisso alla fine dello stesso, con i bagagli ammucchiati sul carrello e uno sguardo di evidente diffidenza rivolto a quel pappagallo troppo colorato che aveva cominciato a garrire, mettendolo in imbarazzo davanti a tutti. In quel momento avrebbe trovato più piacevole assistere a una delle riunioni dei Goblin, così come rispondere alla propria corrispondenza, fare un salto dalla torre dell'orologio o lasciar dormire Max ai piedi del proprio letto.
Soffiò dal naso e, proprio quando stava per perdere la pazienza, Agnes fece ritorno da lui tutta trafelata, portando un cestino che appoggiò sugli altri bagagli. Come se nulla fosse gli riprese la mano e, sbarazzina, sciorinò una lista di quello che aveva portato con sé, ovvero: sandwich pancake salati, infusi, tè e una bottiglia di un qualcosa che diede per scontato lui ne conoscesse l'origine. Anche lei aveva pensato al pranzo, costruendo una piccola progettualità di quella giornata nella sua testa piena di fusa e brillantini.

–Riprenditi Whisky, mi ha già messo abbastanza a disagio. Non avevo calcolato che ci sarebbe stato anche lui, ma per certi aspetti...

Esitò, perché si era appena spinta contro il suo braccio strusciando una guancia contro il suo cappotto.

–...può andar bene, almeno non dobbiamo pensare alla cena di Capodanno.

Le piazzò il pappagallo in mano prima di prendersi un meritatissimo ceffone e continuarono a camminare fino alla fine del binario, pronti ad attraversarlo per tornare alla Londra babbana. Ebbe l'impressione che Agnes fosse più tranquilla rispetto al primo momento in cui si erano incrociati e che, nonostante il breve incidente di percorso nel recuperare il cestino, fosse contenta di star lì con lui – e che fosse venuto a prenderla.

–Se ti comporti male accumuli una Nota Cattiva e ogni tre Note Cattive (per un massimo di tre al giorno) rischi una punizione di mio gradimento. Oggi ne hai già rimediata una per il pappagallo, vediamo quanto ti passa la voglia di atteggiarti a mocciosa per farmi incazzare.

La guardò di sottecchi, fermandosi davanti al binario e dandole il gomito così che lo potessero attraversare insieme. La verità, che baluginava nello scintillio che si scorgeva negli occhi chiari di lui, era che non riusciva a credere che sarebbe stata davvero da lui per le feste e che fosse... contenta.

–Programmi per queste settimane per non prendere Note Cattive? Cosa ti va di fare?
 
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view post Posted on 29/12/2022, 00:29
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«Jenny would dance with her ghosts».

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//Agnes e Gregory

Mi trovo costretta a chiudere e a invalidare questa role in quanto ambientata quasi per intero al binario invece che sul treno, e pertanto contraria a quanto specificato dall'amministrazione qui:

CITAZIONE
Ricordo che questa sezione è l'Espresso per Hogwarts, non la stazione King's Cross né le case familiari dei pg.
Qualsiasi post si svolga in un luogo diverso dai vagoni del treno verrà moderato.
Qualora vogliate narrare il percorso del vostro pg, dovrete farlo al trapassato, con la maggior parte del post che si svolge sull'Espresso. Queste regole valgono per tutte le sezioni, e l'Espresso non fa eccezione.

Vi invito a consultare il Regolamento di questa sezione per ulteriori dubbi.

Evey
 
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