| L'estate per Eleanor Corbirock aveva portato caldo, impegni burocratici, impegni con i fornitori, impegni imprevisti da Ispettrice del Secondo Livello (in mezzo a questi, gli appuntamenti con Laurie, sua collega, per verificare che i pub non servissero lotti malandati di Sale di Avvincino si erano confermati, come previsto, molto piacevoli), scadenze, rincorse, bozze e una pioggia torrenziale di operosità e creatività, che era presto sfociata in nuovi progetti. Parte di questi erano stati già annunciati alla clientela, altri erano ora alle fasi più tecniche di realizzazione, altri ancora erano stati sottoposti al giudizio dell'Accademia che si occupava di accettare e ufficializzare i brevetti su nuove sfumature di colore (quello riguardava il bozzetto con un angolino congelato e al profumo di pan di zenzero che fuoriusciva da uno dei cassetti, una pergamena ove Eleanor aveva condotto uno degli ultimi test sulle cromie uniche). L'inizio dell'autunno, poi, l'aveva travolta in pieno. Non ben consapevole del suo tempo, se non fosse stato per le ore trascorse a orientarsi tra le stelle, con un occhio all'oculare di un telescopio, non avrebbe di certo avuto idea che i giorni trascorrevano veloci, velocissimi. Le movenze di Agnes le pizzicarono il cuore e le gote: sorridendo, guardò un po' intenerita e un po' ammirata quel piccolo cipiglio e la grande maturità con cui prospettava di far fronte alle responsabilità dell'essere Capitana. «Certamente!». Annuì convinta alla richiesta di Agnes, pronta a esporre tutte le profumazioni di inchiostri per lei che, per prima tra tutta la clientela, aveva posto particolare attenzione a quel prodotto. Lo trillò un attimo prima che anche Luna entrasse in negozio. Lasciò le due streghe chiacchierare, mentre faceva levitare quattro scrigni non molto grandi e li allineava sul bancone. Li aprì tutti con uno schiocco sordo della serratura, successivo di un solo istante al movimento della sua bacchetta in sorbo. Così facendo mise in mostra tante ampolline ordinatamente allineate, mantenute dritte da separatori ammorbiditi dal raso. «Qui tutti gli inchiostri profumati disponibili, se volete curiosare! Uno scrigno ciascuno per floreali, fruttati, golosi e odorosi. Vi mostro anche le Cromie GASP!». Orgogliosamente, fece levitare uno scrigno poco più grande e lo spalancò sul bancone, mettendo in mostra le ampolle finemente ornate che conteneva, ciascuna riportante un cartellino che, tra ghirigori e stelline, riportava il nome della Cromia. Un sorriso allegro le si dondolò sulle labbra incurvate: avendo notato l'entusiasmo delle due per quella creazione, non poteva che essere contenta. Notando Luna acciuffare una caramellina e rifornirsi di zuccheri, però, si sporse dal bancone per controllare se le due poltroncine poste all'angolo sotto la scala a chiocciola fossero libere. «Se volete trattenervi un po' nell'esplorazione degli inchiostri, dietro quella fila di scaffali si trovano due poltroncine molto morbide e molto comode, posso assicurarlo. Se preferite, vi sposto questi bauletti sul tavolino lì vicino. Nel frattempo, mi occupo di impacchettare i vostri acquisti!». Lasciò loro modo di accomodarsi o di rimanere lì, poi si dedicò a far svolazzare da questo o da quello scaffale piume, inchiostri e pergamene per esaudire ogni richiesta di quelle clienti deliziose. Agnes pagava il rinnovo dell'iscrizione al Club due galeoni, sotto lo sconto del venti percento la Penna Draconica che l'aveva fatta arrossire (vero? Le piacevano i draghi?), sotto lo sconto del dieci percento l'Inchiostro Floreale al mughetto e quello Odoroso di oceano, un pacco di pergamena lilla approvata da Madame Luna e due Cromie GASP Meteora: risparmiava ben circa cinque galeoni. Luna pagava l'iscrizione al Club per tre galeoni, sotto lo sconto del venti percento una Piuma Lunare e un Inchiostro Runico Wunjo, sotto lo sconto del dieci percento le due Cromie GASP Universo Osservabile e Nana Gialla, una piuma di pavone, un pacco di Pergamena Creativa, quattro di Pergamene Profumate cannella, rosa, fragola e gelsomino, un Puzzle, i colori a dito, i colori da soffiare, due album da colorare con fiabe e animali e un Calendario Studioso. Per lei, un risparmio di circa dieci galeoni. La titolare si preoccupò di incartare ogni articolo con cura, in scatoline di carta colorata e usando come imballaggio dei ritagli di carta di diverse fantasie. Scelse per pupo o pupa un Puzzle delle dimensioni adatte a un infante, con il disegno simpatico di alcune costellazioni umanizzate nella nomanclatura dei maghi: c'era Morgana con il cappello a punta incastrato in una delle stelle più in alto e Merlino che su un'altra si allisciava la barba, il Drago produceva una fiammata che andava a scaldare il calderone di Paracelso, mentre un Billywig occhieggiava sospettosamente il pozionista. Aggiunse, poi, un piccolo regalo per l'una e per l'altra e tornò da loro, al bancone, in giro per il negozio o alle poltroncine, per invitarle al Gioco della Piuma dell'Oca. «Eccomi! Agnes, oltre agli otto galeoni spendi ventisei galeoni e dieci falci, quindi ti spettano sei lanci al gioco! Luna, tu spendi sessantasette galeoni e otto falci, quindi ben tredici lanci!». Da un piccolo scrigno, fece levitare il dado da gioco e lo offrì alle due clienti. «Agnes, cara, ho notato che stavolta non hai acquistato niente in -ino! Ho pensato fosse bene recuperare per te prima che accadesse una catastrofe e mi sono permessa di regalarti un fermacarte a forma di boccino dorato. Ovviamente, ho qualcosina anche per te, Luna: dei gessetti nella Cromia GASP Luna, così a lezione potrai evitare di usare del noiosissimo gesso bianco sulla lavagna». A proposito di catastrofi, le pedine sembravano scalpitare sul tabellone per iniziare a giocare. Agnes partiva dalla casella numero dieci. Il dado la fece avanzare subito di sei lunghi passi, poi di quattro, troppo sventuratamente lunghi: finendo sulla ventesima casella, un set di gomme dispettose si divertì a cancellare i progressi della pedina, costringendola a tornare indietro fino al numero dieci. In realtà, però, si rivelò una mossa perfettamente studiata: in due passi da lì il dado finì subito su una Casella premio. Con altri quattro tornò sulla sedicesima, con cinque entrò baldanzosamente sulla Casella Premio successiva, la numero ventuno. Sei passi, poi, la lasciarono indenne e vittoriosa sulla casella numero ventisette. La pedina di Luna, invece, partiva da zero e sembrava pronta a correre per i lunghi tredici lanci. Partì timidamente, invece, muovendo due passi per orientarsi. Presasi di coraggio, scattò in avanti di altri sei. Poi, guardinga, di uno. Sul numero nove, la pedina dell'Astronoma finì sotto un pesante fermacarte che, rimanendo su di lei, tentò di rallentarla. Il dado successivo mostrò ancora un uno: lottando, la pedina riuscì ad avanzare fino al numero dieci. Lì, come a ripercorrere i passi della pedina amica di Agnes, fece sei lunghi passi fino alla sedicesima casella. Poi, tre passi fino alla diciannovesima e, con rinnovato coraggio, altri sei fino alla venticinquesima. Ancora indenne, anche se senza alcun premio, la pedina ardita avanzò di altri sei passi, finendo sulla trentunesima casella. Forse rendendosi conto di quanti premi persi per la fretta, aggiustò il tiro in passi più corti: avanzò di solo tre fino alla trentaquattro, individuando lì un boccino. La pedina lo inseguì di corsa, avanzando di altre due caselle fino alla trentasei. Il dado, poi, comandò altri due passi: trentotto. Finalmente, in quattro passi ben calcolati, la pedina entrò saltellando sulla quarantaduesima, una Casella Premio. La fortuna era ormai dalla sua parte: avanzò di due passi, scivolò su degli acquerelli versati e avanzò così ancora di uno, finendo sulla casella numero quarantacinque. Per chiudere in grande stile, la pedina azzardò sei passi, fino alla cinquantunesima: beccando di nuovo gli acquerelli, la pedina scivolò, e così si spostò e si fermò sulla casella numero cinquantadue. Era ora la pedina più avanti in quel gioco, quella più vicina all'Ultima Misteriosa Casella. Con un sorrisino, Eleanor aveva seguito le avventure delle due pedine, guardandole farsi un inchino nel momento in cui quella di Luna ebbe superato quella di Agnes. «AH! Estraiamo i vostri premi! Per Agnes, oh!, una a scelta tra piuma di Augurey, piuma di Fwooper e piuma di Diricawl e un buono da un galeone, per Luna un rotolo di carta regalo animata personalizzata su richiesta!». Eleanor estrasse dei rotolini di pergamena e da lì lesse i premi. Fece volteggiare le piume davanti al nasino di Agnes e bevve poi un lungo lungo sorso di tisana, mentre il gatto nero d'inchiostro di nome Dirac miagolava da dietro uno scaffale.
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