| Aveva scoperto che le piume incantate potevano assorbire dei tratti caratteriali, potevano presentare difetti curiosi, raffreddarsi e starnutire o avere smanie dall'origine inspiegabile (per esempio iniziare a disegnare all'impazzata su qualsiasi carta a disposizione zollette di zucchero udendo scoccare l'ora del tè). Aveva trovato Cuor di Leone proprio grazie a una di quelle caratteristiche. Un giorno, la Proprietaria di Scribbulus era rimasta a guardare con il naso in su il tetto di uno scaffale, rimangiandosi tentativi fallimentari e soffocando in gola sbuffi teatrali. Trascorso così un tempo che le era parso pressocché infinito, ella aveva agguantato la propria bacchetta e l'aveva stretta tra le dita affusolate. Agitandola risoluta, dirigendone la punta verso il pavimento, aveva evocato non-verbalmente un basso sgabello in legno. Vi aveva posato un piede, testandone la resistenza, poi vi era salita sopra. In piedi su di esso, che nonostante gli scricchiolii sembrava reggerla, aveva visto per la prima volta Cuor di Leone, una piccola piuma che si era rintanata sopra lo scaffale. Puntandovi contro la bacchetta, l'aveva fatta levitare di qualche centimetro, attirandola lentamente a sé, fino a farla posare sul palmo aperto della propria mano. La piuma era quasi interamente scarlatta, ma i bordi vaporosi si tingevano di tinte dorate. Allora le tremava ancora tra le dita, mentre Eleanor cautamente era tornata a posare i propri sandali sul pavimento e aveva fatto sparire lo sgabello con una veloce stoccata del catalizzatore. Distrattamente, sfiorò con un dito la piuma rosso fuoco che conservava all'altezza del petto, nel taschino della propria camicia. Sorrise genuinamente, tornando a rivolgere la propria attenzione sul duo dinnanzi a lei: zia e nipote erano semplicemente adorabili, e il nomignolo "stellina" le pungolò il cuore. «Ti ringrazio!». Era perfettamente d'accordo sulla delizia che i Nontiscordardimè costituivano: solo Dirac talvolta sembra dissentire slanciandosi verso il bancone per arraffare le corolle delicate. Rise allegramente un attimo dopo, guardando la Grifondoro saltellare sul posto dicendo di non vedere l'ora di accedere al Crogiolo e pensando che le avrebbe volentieri fatto compagnia sia nei saltelli che al Crogiolo. «OH, ti piacciono il disegno e la pittura, noto! Piacciono anche a me. O meglio, devo farti una confessione: mi piace solo colorare, non sono affatto portata per il disegno, con mio grande dispiacere. Ti recupero subito tutti gli articoli, torno tra un attimo». Si dileguò con un sorriso leggero e aranciato sulle labbra, chiudendosi nel retrobottega. Appellò pacchetti nuovi di zecca di matite, tubetti e piccoli prodotti, poi si dedicò alla ricerca dei modelli di Agenda Componibile più adatti alla richiesta di Halley. Tornò al bancone facendo volteggiare una pila di roba con la bacchetta e la adagiò sotto gli occhi della giovanissima strega. «Eccomi qui! Ho preso la piuma e la Gomma Creativa scelte da zia Zerby, i colori e i prodotti per il disegno e la pittura. Per l'Agenda Componibile, ti mostro due Copertine differenti: scegli tu quale preferisci». Sorrise, allungando sul bancone le due Copertine. La prima era di un nero denso e profondo, almeno inizialmente: dopo qualche istante, il passaggio di una cometa da un angolo all'altro illuminò e riempì quasi completamente lo spazio vuoto, lasciando dietro di sé una scia rilucente di celeste, blu, poi un viola tendente al rossastro. Tramontata la cometa sul retro della stessa Copertina, la scia lentamente divenne sempre più evanescente, fino a sparire e lasciare nuovamente spazio al nero. Imprevedibilmente, dopo qualche istante o minuto o ora al massimo, lo spettacolo si sarebbe ripetuto nuovamente. L'altra Copertina, invece, sembrava rilucere leggermente degli stessi colori della scia lasciata dalla cometa sulla precedente: celeste, viola, rosso si mescolavano continuamente con lentezza tra loro. Su questo sfondo, tanti puntini rappresentavano delle stelline e, tra queste, di tanto in tanto piccole comete biancastre scivolavano sulla Copertina. «Mentre decidi con calma, calcolo il totale e ti iscrivo al Club Artistico e Letterario di Scribbulus. Benvenuta! Ecco a te la tessera». Con un colpo di bacchetta fece svolazzare fino al bancone davanti a lei una tessera turchese, avente sul retro una riproduzione in scala ridotta del tabellone del Gioco della Piuma dell'Oca. Presto Jacque avrebbe visto la pedina avanzare sul tabellone grande sul bancone e su quello piccolo della sua tessera. «In totale spendi trentadue galeoni e quattro falci. L'iscrizione al Club è gratuita e ti spettano ben cinque lanci al Gioco della Piuma dell'Oca! Ecco a te il dado, lancia pure». Sbirciando la fortuna di Halley, si dedicò a sistemare ordinatamente i vari articoli in grandi buste di carta turchese, recanti il logo del negozio. Il dado, nel frattempo, mostrò le seguenti facce: uno, sei, tre, cinque, sei. Dopo aver superato indenne la Casella Fermacarta ma, purtroppo, anche le prime due Caselle Premio, la pedina della strega si fermò sulla Casella Premio numero quindici. Subito dopo, senza alcun intoppo e con un lancio perfetto, la pedina entrò baldanzosamente nella ventunesima casella, conquistando un altro premio. Eleanor mollò ciò che stava facendo, battendo le mani contenta, e senza indugio Appellò a sé il piccolo scrigno contenente i rotolini di pergamena tra i quali estrarre i premi. Ne pescò due e li lesse ad alta voce. «Hai vinto una boccetta di Inchiostro Fruttato a tua scelta e un buono da un galeone!». Le indicò sul Catalogo le possibilità tra cui scegliere, poi richiamò dallo scaffale la boccetta richiesta, la inscatolò e la inserì nella busta con le altre. Solo in quel momento, la Proprietaria notò che Dirac, di indole giocherellona e ben poco sospettosa, dopo aver annusato per un istante la mano della Grifondoro, aveva preso a sfregarvi dolcemente contro la testolina, per poi continuare a strusciarsi tra le sue caviglie. «Vedo che hai conosciuto Alfred Dirac! Gli stai decisamente simpatica. Un motivo in più per tornare a farci visita!». Con un sorriso gioviale, Eleanor fece scivolare sul bancone verso le clienti le buste ricolme. «Grazie per gli acquisti, buona giornata e a presto!».
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