Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Escalation artistiche e diplomatiche – II, Ricerca fonti e interviste – XIX GdP – Eleanor C.

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view post Posted on 5/9/2021, 22:55
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Smaterializzatosi davanti al negozio di cancelleria magica di Diagon Alley, entrò in esso in un orario prossimo a quello di chiusura. Con enorme disappunto, notò che vi erano ancora maghi e streghe che importunavano la sua Eleanor. Non provò neanche ad attirare l’attenzione di lei, lasciando che lo facesse Pretzel per lui, strusciandosi sulle caviglie della titolare di Scribbulus.
Il mago, invece, girovagò tra gli scaffali, deciso ad acquistare vari articoli per il disegno. Dopo che Steewood aveva proposto un certo tipo di contenuto da far sbarcare sulle pagine del Profeta, a Campbell era ritornato prepotente il desiderio di riprendere a disegnare, e quel modo migliore di farlo se non rifornendosi di strumenti presso la bottega di Corbirock? Invero, l’ex-Sguattero del Madama McClan’s si era ritrovato ad abbozzare alcuni disegni di vestiti e accessori, senza però mai arrischiarsi a fare veri e propri disegni: adesso voleva fare sul serio e buttare giù qualche schizzo per dare sfogo al proprio estro artistico.
Proprio per questo motivo si presentò infine al bancone riversando su quest’ultimo una gran quantità di strumenti da disegno: un astuccio di tre punte di carboncino, un set di tre gommepane, due set da tre matite ciascuna (tale da prenderne di una vasta gamma di durezza), una boccetta di china, un sumi, un portamatite Supernova (nella versione core collapse) e un temperamatite Mostro dei Mostri. Non si era limitato all’occorrente per disegnare, bensì aveva preso anche strumenti per colorare: aveva con sé pure un set da dodici elementi di acquerelli uno da ventiquattro di matite e uno da dodici di tempere. Inoltre, aveva afferrato dagli scaffali, solo perché li aveva trovati tremendamente carini e gli piangeva il cuore a lasciarli sulle mensole, anche un fermacarte Platano Picchiatore e una lampadina L.A.T.O.: non gli servivano strettamente, ma sarebbero stati ottimi alleati un ufficio.
«Buonasera! Ho voluto approfittare dell’occasione per svaligiarti un po’ il negozio, eheh», annunciò, «Come vedi, vorrei provare a dilettarmi nel disegno. Non mi riterrò soddisfatto finché non sarò il grado di fare un tuo ottimo ritratto con gli acquerelli».
Si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno. Non tanto perché volesse nascondere al mondo il fatto che Eleanor Corbirock gli piaceva da morire, ma solo per essere certo che nessun cliente li potesse più disturbare.
«Vorrei anche baciare la proprietaria di questa bottega, se possibile, e avere tanto tempo da passare con lei. A tal proposito, avevo pensato di comprare un puzzle disegnato da completare con lei, così da essere costretti a passare del tempo insieme. Potrei disfare il puzzle pur di avere più tempo da passare con lei, in effetti. Ma comunque… ce n’è qualcuno raffigurante un’opera di Nyk B. Sa? Ne prenderei uno del genere».
Poi sorrise.
«Che bello condividere il fatto che davanti ai nostri negozi sia comparsa un’opera dello stesso artista!».
A proposito di cose che condividevano…
«Ah! E mi servirà pure una gomma per cancellare gli schizzi. Vorrei prendere una gomma creativa: è possibile averne una colore rosso scarlatto, a forma di geranio e dell’odore dello stesso fiore?».
Sorrise, certo che neanche l’altra potesse scordare quella cosa che li legava e che avesse colto il riferimento. E, a proposito di cose da non scordare…
«Oh! E il mio nontiscordardimé: prendo anche una boccetta d’inchiostro colorato blu zaffiro, grazie!».
Si appoggiò poi al bancone, giocoso, avvicinandosi come a voler ricercare le labbra dell’ex-Grifondoro. Tuttavia, se ella si fosse avvicinata lui si sarebbe allontanato: gli piaceva che l’altra ricercasse i suoi baci, conscia che fosse anche per lui difficoltoso stare fisicamente distante dalle labbra di lei.
«Poi dovrei rinnovare l’iscrizione al Club, se possibile, e ricevere milioni e milioni di baci, prima, durante e dopo l’intervista. Ah, a proposito, prima di iniziare posso vedere l’opera che hai conservato e fotografarla per il Profeta? E poi ci accomodiamo sull’unica poltrona disponibile per svolgere l’intervista».
Sorrise ancora, congiungendo le mani dietro la schiena e attendendo una risposta da parte di lei, con la tracolla piena di appunti per l’intervista, macchina fotografica, rullini e voglia, tanta voglia, di baciare la strega più bella del mondo.
 
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Quando il campanello trillò sul capo di Sheldon Campbell, Eleanor si voltò inizialmente un po' distrattamente verso colui che, arrivando quasi all'orario di chiusura, sarebbe probabilmente stato l'ultimo cliente della giornata. Riconoscendo i capelli rossicci dell'aspirante Pozionista, il cuore della strega fece una capriola. Distratta dalla nuova presenza in negozio, la Proprietaria annuiva mentre un mago anzianotto la rimbeccava per gli articoli in Catalogo aventi nomi con rimandi alla violenza troppo palesi: Fermacarte Platano Picchiatore e Temperamatite Mostro dei Mostri, tanto per citare i due più evidenti.
Seguì con gli occhi l'ex-Corvonero che si inoltrava tra gli scaffali e, incrociandolo mentre ancora si occupava dell'altro cliente, gli rivolse un occhiolino, per poi essere completamente assorbita da una lunga discussione sulla responsabilità di vendere articoli con nomi così "pericolosi". Liberatasi da tutti i clienti, tornò al bancone proprio mentre Sheldon concludeva la sua esplorazione. Non appena lo vide puntare verso di lei, sentì di voler unicamente crollare sulle sue labbra per rigenerarsi dopo quella lunga giornata.
«Ciao, Shay, che bello avere qui il mio cliente preferito!».
Sorrise, curvando le labbra e con gli occhi che le brillavano.
«Oh, che bello. Sarei disposta a farti fare ritratti su di me anche nella fase preparatoria, prima dell'acquerello perfetto. Ammetto, però, che un po' soffrirei a doverti stare a debita distanza e quasi immobile».
Guardò gli articoli sul bancone e tamburellò sopra la superficie legnosa con le dita.
«Puoi tanto baciare la Proprietaria di questa bottega, anche lei lo vuole molto. Mi piace molto l'idea del puzzle. E sei fortunatissimo, ho applicato a pochi Puzzle una riproduzione dell'opera che Nyk B. Sa ha recentemente lasciato qui da Scribbulus. Te lo recupero subito dal Retrobottega. Molto molto carino che proprio i nostri negozi sono i due finora interessati!».
Sparì per un istante, solo per appellare una scatola da un punto preciso dello stanzino riservato ai soli membri dello staff.
«Dunque, vediamo cosa abbiamo qui! Il Puzzle costa otto galeoni e quindici falci. Poi vedo un astuccio contenente tre punte di Carboncino per cinque galeoni e quindici falci, un set di Gommapane per un galeone e un falci, due set di Matite di diversa durezza ciascuno per quattordici falci, una boccetta di China per due galeoni e cinque falci, un Sumi a tre galeoni e dieci falci, un portamatite Supernova Core Collapse per nove galeoni e due falci, un Temperamatite Mostro dei Mostri per un galeone e quindici falci. Oh, passiamo ai colori! Un set da dodici elementi di acquerelli per dieci galeoni e due falci, uno da ventiquattro di matite per nove galeoni e tre falci e uno da dodici di tempere per sette galeoni e sette falci. Poi... un Fermacarte Platano Picchiatore per cinque galeoni e due falci e una lampadina L.A.T.O. per cinque galeoni e dieci falci».
Sorrise, rapita dal ricordo rievocato da Shay con così tanta facilità. Lo guardò intensamente e facendo scivolare lo sguardo sulle sue labbra si sentì esplodere dal desiderio di baciarle. Rimandò solo per recuperare il geranio e baciarlo - di nuovo - con quel profumo.
«Un geranio rosso per te».
Sparì nel Retrobottega solo per un paio di minuti al massimo, che le parvero un'eternità ripensando a Sheldon ad aspettarla oltre il bancone. Tornò da lui con una Gomma Creativa che trovava particolarmente deliziosa, a forma di geranio, di colore rosso come quelli del suo giardino e dello stesso intenso profumo di quelli che aveva sparso sul pavimento del camerino del Madama McClan's quando l'aveva baciata per la prima volta. Quella sarebbe stato un piccolissimo regalo.
«Il tuo nontiscordardimé: Inchiostro Colorato Blu Zaffiro, a un galeone e un falci meno tre falci... meno altri tre falci!».
Orgogliosamente, riguardò con la coda dell'occhio il fiore di myosotis che cresceva rigoglioso per il Nontiscordardimé di Sheldon. Lo guardò sporgersi sul bancone e le mani di Eleanor scivolarono in avanti sul legno, andando a posarsi su quelle di lui. Si sporse per baciarlo, ritrovandosi a sbuffare, scontenta che lui si fosse allontanato, per giunta riprendendo gli acquisti come se niente fosse.
«Due galeoni per rinnovare l'iscrizione al Club Artistico e Letterario di Scribbulus. Mh. Hai lo sconto del venti percento sul Listino Speciale e del dieci su tutti i restanti articoli. In totale, paghi... sessantacinque galeoni e un falci. Hai diritto a tredici lanci».
Ancora imbronciata, trattenne l'entusiasmo. Appellò lo scrigno con il dado del Gioco della Piuma dell'Oca, così che l'altro potesse immediatamente tentare i lanci. Guardò il sorriso divertito e giocoso dell'altro, del tutto intenzionata a tenergli ancora il broncio. Fu difficilissimo mostrarsi indifferente alla sorte del dado.
Il primo lancio gli regalò un cinque: un buon punteggio, ma in quel momento quanto mai sfortunato. Dalla casella cinquantaquattresima, la pedina di Sheldon avanzò fino alla cinquantanovesima. Da lì, si ritrovò in balìa delle scale di Hogwarts. Poiché a loro piace cambiare, si mossero per riportare la pedina alla casella numero trentatré. Con un nuovo lancio, la pedina avanzò di un balzo e individuò un Boccino, portandosi avanti di altre due caselle fino alla trentasei. Due passi fino alla trentottesima. Uno ancora in avanti. Altri tre per entrare baldanzosamente nella Casella Premio numero quarantadue. Eleanor fece levitare un rotolino di pergamena e lesse il premio appena vinto: un set da sei elementi di Colori da soffiare. Un lancio massimo di sei lo fece avanzare fino al numero quarantotto. Tre passi e si ritrovò sugli acquerelli, scivolando in avanti di una casella. Due passi e la pedina si ritrovò sul numero cinquantaquattro, quello da cui era partita quel giorno. E per la prima volta nella storia del Gioco della Piuma dell'Oca, una pedina - quella di Sheldon Campbell! - raggiunse la casella numero sessanta. L'Ultima Casella e il suo super-premio segreto erano stati conquistati. Eleanor si lasciò sfuggire un urletto emozionato e congiunse le mani al petto. Avrebbe dovuto decidere il premio e glielo avrebbe comunicato. Il lanci non si erano ancora esauriti con quella vittoria, però: la pedina tornò fuori dal tabellone e vi rientrò con cinque passi, poi altri sei, poi altri cinque, poi gli ultimi due: finì inviluppata nella pergamena prolissa della diciottesima casella e ritornò indietro di due, fermandosi sulla sedicesima casella.
«Hai vinto! Shay, hai vinto il gioco! AH! Ora dovrò decidere il tuo premio!».
Batté le mani, appuntandosi la vittoria per la quale sarebbe stato riscosso un premio. Ricordandosi del bacio mancato prima, però, tentò di ricomporsi e pensare all'intervista.
«Mh. Non lo so. Forse i lavori sulla seconda poltrona sono conclusi. Dovrei controllare. Ma possiamo spostarci di là per l'intervista, intanto, e certamente puoi fotografare l'opera. E devi decisamente farti perdonare prima di fare qualsiasi altra cosa».
Aggirò il bancone, andando a piazzarsi esattamente di fronte a Sheldon.

Edited by Eleanor Corbirock - 20/9/2021, 09:34
 
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Annuì, allegro e compiaciuto che pure l’altra calcasse la mano sul fatto che proprio i loro due negozi fossero stati interessati dall’estro artistico di Nyk B. Sa: proprio per quel motivo Sheldon aveva voluto comprare un puzzle con la raffigurazione di una delle opere dell’anonimo artista che si nascondeva dietro uno strano pseudonimo. Proprio di lui si sarebbero ritrovati a parlare quel giorno.
«Sì, è davvero tanto carino. Sono contento di condividere anche questa cosa con te. E lo faremo insieme a casa mia, vero? Potremmo iniziarlo stasera, se ti va di cenare da me dopo».
A proposito di cose condivise, il sorriso del Responsabile del Profeta s’allargò a dismisura quand’ella riportò ancora più a galla il ricordo del loro primo bacio. «Un geranio rosso per te» gli riportò più vividamente alla memoria il profumo di lei, la morbidezza delle sue sottili labbra, le straripanti e gorgoglianti emozioni che erano ribollite nel petto del mago di Cambridge, così incapace di decifrare quei sentimenti perché poco avvezzo e così disposto ad abbandonarsi a essi in compagnia della fanciulla che regnava in un universo tutto suo, tutto orbitante attorno a quelle ciocche di lapilli che aveva per capelli, un cosmo che l’uomo con la lentiggine sulla punta del naso voleva esplorare, infiltrandosi fino a farne parte, già gravitante attorno alla bellezza della strega di Leeds.
I fiori caratterizzavano fortemente Eleanor ed ella li aveva resi caratteristici anche del negozio, creando un’iniziativa collegata ai nontiscordardimé: Sheldon sorrise guardando il proprio fiore di myosotis, che continuava a crescere, continuando bellamente a ignorare la proprietaria della bottega e il suo, loro, desiderio di baci.
S’imbronciò, bambinesca com’era e com’egli la adorava, davanti ai baci che continuavano a esserle negati, forse dimentica del fatto che anche all’altro quella situazione di non-baci non potesse certo stargli del tutto bene. Tuttavia, gli piaceva giocare con lei e scoprire se sarebbe stato in grado di farsi perdonare dopo, se l’altra sarebbe stato in grado di perdonarlo.
Osservò le peripezie del dado e della propria pedina, non riuscendo a non trattenere un gridolino di esultante vittoria.
«No, va be’, per tutte le ampolle e ampolline di Paracelso, che bello!».
Beandosi dell’assoluta conferma di essere il migliore cliente della bottega di miss Corbirock, non si fece abbattere dalla dispettosa pergamena prolissa che lo aveva fatto arretrare di due caselle dopo l’ultimo lancio e lo sguardo sorridente tornò nuovamente sull’Astroassistente.
«Sono felicissimo! Sono previsti premi in baci? Se no mi accontento di altro…».
Sorrise ancora, ridacchiando al broncio di lei, che si sarebbe rifiutata di dargli corda e di stare sulla stessa poltrona finché non avesse ricevuto i baci che le spettavano. Egli, non sapeva bene con che forza di volontà, continuò a ignorarla con un sorriso tanto sornione quanto dispettoso, s’avvicinò al graffito di Nyk B. Sa conservato all’interno della bottega di cancelleria magica, scattò qualche foto con la macchina fotografica Express di Mondomago e ritornò ben presto dietro, dalla più bella fanciulla del mondo, cingendole i fianchi da dietro, stringendola a sé e, dopo aver scostato qualche lapillo dal suo collo, lasciandole qualche tenero bacio sul collo.
«È un’anticipazione dei baci che ti darò, se staremo sulla poltrona insieme».
Glielo sussurrò con delicatezza appoggiando le labbra all’orecchio, sorridendo contro il lobo del suo orecchio, sul quale lasciò un altro delicato bacio, prima di liberare il corpo dell’altra dalle proprie braccia e prenderle la mano per trascinarla fino alla poltrona, ricordandole di chiudere ufficialmente il negozio, pronto a baciarla sulle labbra.
Dopo aver concesso, tanto a lei quanto a loro due, una lunga sessione di baci, si preparò a intervistarla.
«Dunque, intervista. Ti darò del lei, così non dovrò modificare le domande a posteriori quando le rivedrò: utilizzo la piuma che trascrive automaticamente le cose, come ben sai. E sai bene di poter rispondere con un “no comment”, così come sai di avere la libertà di modificare le tue risposte dopo averle dette».
Aprì l’agenda ad anelli, comprata proprio in quella bottega, e azionò la Piuma Prendiappunti Fedele, per poi iniziare effettivamente con l’intervista.
«Dunque, gentile proprietaria più bella del mondo…».
Trattenne con le dita la piuma, affinché non trascrivesse quelle parole – non voleva certo che Eleanor si dimenticasse di quanto pazzamente piacesse a Sheldon, ma non voleva nemmeno che quelle parole finissero negli archivi di redazione –, lasciandola poi andare affinché prendesse nota di tutte le parole successive.
«L’opera di Nyk B. Sa è stata rinvenuta proprio sulla facciata della sua attività commerciale: puro caso o c’è un motivo specifico? Ha qualche opinione in merito al motivo che potrebbe aver spinto l’artista a lasciare l’opera proprio in questa posizione?».
Attese una risposta da parte di lei prima di continuare con la domanda successiva.
«Secondo lei, cosa rappresenta l’opera che ha conservato nella sua bottega? E quella che, invece, è stata trovata nei pressi dell’emporio di Mondomago? Sono due opere con caratteristiche diverse, nonostante il soggetto raffigurato sia lo stesso, e le interpretazioni in merito sono tante: qual è la sua?».
L’opinione di miss Corbirock era certamente rilevante, in quanto rappresentante dell’inventiva artistica a Diagon Alley: non solo gestiva una bottega di strumentazioni per l’arte, bensì aveva pure creato il Crogiolo, richiamo per tutti i talenti della pittura, della scultura e delle altre espressioni artistiche figurative.
«Che opinione, più in generale, ha di Nyk B. Sa? E dei graffiti, sviluppatisi inizialmente come espressione artistica urbana nel mondo babbano?».
Voleva pure un parere sul mantenimento delle opere e sulla loro non cancellazione: su questo verteva la domanda successiva.
«Sia l’opera apparsa a Diagon Alley che quella apparsa a Hogsmeade sono state oggetto di critiche, la seconda più della prima. Qualcuno ne suggeriva la totale rimozione, ma lo staff di entrambi i negozi coinvolti – Scribbulus e Mondomago – ha preso la decisione di conservare le opere e, se vogliamo, anche di valorizzarle, chi esponendolo in una zona speciale della bottega, chi creando una gamma di oggetti a tema», esordì, prima di porre il quesito, «Crede che eliminare queste opere sarebbe stato un atto di censura dell’espressione artistica? Più in generale, crede che quest’ultima dovrebbe essere sempre libera?».
Desiderava inserire un breve excursus su quel tema. Sperava breve davvero, anche se, conoscendosi, rischiava di farlo diventare un pamphlet a sé stante, essendo una tematica che lo interessava molto… ed essendo molto prolisso di suo.
«Infine, una sua opinione personale. Le opere le piacciono? Quale di più quale di meno? E le ha fatto piacere trovare quest’opera nei pressi del suo negozio?».
Durante le domande, senza neanche accorgersene, aveva preso a giocare con le ciocche dei capelli di lei, rigirandoli tra le dita.
«L’intervista è conclusa, la ringrazio. Ha qualche dichiarazione spontanea che desidera fare in merito a questo argomento, prima di congedarci?».
Lasciò che la penna appuntasse le eventuali ultime dichiarazioni di Eleanor, infine chiuse l’agenda e ripose gli strumenti del mestiere nella propria fida tracolla.
«Ti va di farti viziare con una cenetta da me, quindi? Così iniziamo pure il puzzle».
Le propose ancora, baciandola nuovamente sulle labbra.
 
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«Insieme a casa tua, stasera. Mi va tanto, sì».
Le sarebbe piaciuto collezionare tutte le abitudini di Sheldon Campbell. Non aveva mai terminato alcuna raccolta o alcun album di figurine delle Cioccorane, perché il suo interesse era incostante, tendeva a cambiare, scemare e spostarsi nel tempo. Da un po' di tempo a questa parte, invece, pensava che avrebbe voluto poter raccogliere tutte le abitudini di Shay e serbarle gelosamente nella propria giornata, appiccicandole ordinatamente nell'album per farle combaciare alle proprie.
Con le gote lievemente arrossate, aveva fatto scivolare il proprio sguardo sulle labbra morbide di lui. Non l'aveva baciata fino a quel momento, senza spiegare affatto il perché ed Eleanor iniziava a domandarselo, oscillando tra preoccupazioni per una eventuale Spruzzolosi contagiosa, risentimento, vaghi sensi di colpa per qualcosa che potesse averlo offeso, il pensiero che qualche parente bacchettone fosse venuto ad accompagnarlo e tanta, troppa, voglia di attirarlo a sé, imponendo l'unione delle loro bocche. Quando gli offrì quel geranio rosso, le parve di donare con esso le proprie labbra, il muscolo cardiaco che le batteva nel petto forsennatamente solo a rievocare le carezze delle dita di Shay sulle sue spalle nude, tutti i suoi desideri, i suoi pensieri... rifiutati. Batté un paio di volte le palpebre, mentre lentamente il risentimento si faceva spazio in lei, andando a prevalere sul resto. Sbuffò sonoramente quando l'altro si sottrasse ai suoi baci agguantando non lei, bensì le buste contenenti gli acquisti. Con la fronte aggrottata, si trattenne dall'incrociare le braccia all'altezza del petto solo perché doveva permettergli di partecipare al Gioco della Piuma dell'Oca e voleva concentrarsi nel guardare di sbieco il dado per provare a sottrarre a quel cliente antipatico almeno un briciolo di fortuna. Non meritava di vincere dopo essersi rifiutato di baciare la Proprietaria, ma pareva, invece, che il dado fosse in combutta con lui. Quando il suo cliente preferito ebbe raggiunto l'Ultima Casella, però, Eleanor non riuscì proprio a trattersi: un urletto emozionato sfuggì dalle sue labbra e le braccia, invece, si sollevarono prima in aria e poi si congiunsero davanti al suo petto. Si godette la reazione entusiasta di Shay - che non aveva mancato dal tirare in ballo ampolle e ampolline di Paracelso, naturalmente. Le strappò un sorriso intenerito quell'espressione così sua, un po' bambinesca e molto adorabile.
«Mi faccia controllare sul Compendio di Leggi e Decreti per l'Assegnazione del Premio...».
Appellò dal bancone un rotolo di pergamena vuota, se lo portò all'altezza del naso e lo srotolò sotto i suoi occhi.
«No, non sono previsti premi in baci. AH, ma mi faccia controllare meglio. Sì, c'è un'eccezione: la Proprietaria può concedere premi aggiuntivi in baci solo a una persona, denominata Sheldon... Carrell. Lo conosce?».
Sollevò lentamente lo sguardo da sopra la pergamena per godersi la reazione di lui.
«Ah, no, guardando bene dice "Campbell". Conosce Sheldon Campbell? Gli riferisca che può venire a ritirare il suo premio in baci in qualsiasi momento».
Abbandonò il rotolo di pergamena sul bancone e mise a tacere il proprio sorriso divertito.
«Se lo desidera, certo».
Aggiunse quella postilla in tono piccato, incrociando le braccia al petto per negargli la possibilità di averla tutta per sé sulla poltrona per l'intervista finché non l'avesse baciata, finché non avesse ammesso di pendere dalle sue labbra quanto lei faceva per lui. Gli diede l'occasione per rimediare e lui la rigettò ancora una volta. Piuttosto che risentirsi, però, notò il suo sorriso dispettoso e si sciolse. Aveva spontaneamente sorriso di rimando e sarebbe stata pronta a sommergerlo di lamentele, moine e capricci finché non avesse voluto baciarla, ma non servì. Sentì le braccia di lui cingerle i fianchi e le gambe le divennero di burro, mentre si abbandonava a quella stretta. Quando le scostò qualche ciocca di capelli dal collo, le parve di sentir la sua pelle bruciare, lambita dal fuoco al contatto con le sue dita. Sperò di prolungare quelle carezze, rovesciando la testa all'indietro, verso di lui. Trovò le sue labbra, le sue labbra le trovarono il collo. Tremò a ogni bacio, mugolò qualcosa quando lui si staccò. Un ultimo lungo brivido la percorse nella sua interezza quando le baciò il lobo dell'orecchio. Rimase in piedi davanti a lui per qualche istante, frastornata, stordita e disorientata. Quando le prese la mano, ella si mosse in automatico solo grazie alla sua guida. Chiuse la bottega, per avere tempo e spazio unicamente per loro. Si sedette sulla poltrona con lui e sopra di lui, abbandonando la schiena sul bracciolo e le gambe a penzoloni su quello opposto. Lo guardò dalle sue gambe, gli ridisegnò le labbra con lo sguardo. Ritrovò la propria bussola nell'istante esatto in cui poté imprimere quelle labbra sulle sue. Non si sentì più frastornata, potendo avere e ricambiare i suoi baci, potendo ricercare la sua bocca.
Ridacchiò al “dunque, intervista” che li interruppe e gli stampò cento baci su tutto il volto al successivo “dunque, gentile proprietaria più bella del mondo…”. Si acquietò sulle sue gambe, con un lieve sorriso stampato sulle labbra perché Shay le stava dando del lei mentre condividevano la stessa poltrona e perché ella, dal canto suo, avrebbe risposto all'intervista in modo serio e computo, giocherellando nel frattempo con le mani sul suo petto.
«Ammetto di essermelo chiesto anch'io. Non posso sapere con certezza se si tratta di puro caso o se c'è un motivo specifico, ma mi piace pensare che la bottega di Scribbulus sia stata scelta come destinazione dell'opera perché cuore pulsante e rappresentante dell'espressione artistica. Trovo interessante che i graffiti siano apparsi sulle facciate di Scribbulus e Mondomago, negozi molto diversi tra loro accomunati dalle idee di inventiva e creatività».
Avevano parlato poco prima della piacevole coincidenza che accomunava loro due e i loro negozi.
«Non vorrei certo peccare di presunzione, ma ritengo che tra le opere di Nyk B. Sa quella apparsa sulla facciata di Scribbulus sia la meno enigmatica: un gufo che recapita un cestino di frutta in un tombino appare come una chiara denuncia al Morbo Bianco. Quel che è particolarmente interessante e che dà spazio a numerose interpretazioni, però, è la presenza di consequenzialità tra le due opere, che rappresentano lo stesso soggetto, con dettagli differenti. Pensando ai due graffiti come un'unica narrazione, abbiamo due istantanee di una stessa scena a due istanti di tempo differenti. Nel primo graffito, a parer mio, il gufo rappresenta i commercianti e rivenditori che continuano a offrire i loro prodotti alla larga fetta di popolazione che, però, non può usufruirne: per questo, il cesto di frutta viene recapitato a un tombino. Il graffito apparso da Mondomago inquadra la stessa situazione, ma in un momento successivo, in una sua evoluzione: il cibo, senza che esso sia potuto essere stato consumato, è diventato marcio come segno del trascorrere del tempo. Il gufo ha un'ala spezzata e la sua sofferenza può ben rappresentare le crescenti difficoltà dei commercianti in questo periodo di crisi economica».
Si dilungò un po' di più e, nel tentativo di non distrarsi mentre spiegava la sua visione, fermò le dita che camminavano sul petto di Sheldon.
«Apprezzo molto Nyk B. Sa, la sua arte e i graffiti "importati" dal mondo babbano. Nyk B. Sa mostra un approccio all'arte che nel mondo magico è totalmente nuovo e fuori dagli schemi. Ne ammiro l'estro e la destrezza nel convogliare la propria arte alla critica sociale in modo così acuto e di grande impatto visivo. I graffiti sono una forma d'arte facilmente fruibile e rivolta al grande pubblico, per questo sono un mezzo potente nelle mani di chi, come Nyk B. Sa, vuole farsi sentire e sa tradurre ciò che vuole urlare in una rappresentazione parlante e sintetica che catturi l'attenzione di chi può distrattamente passare nel luogo ove il graffito è stato lasciato».
Aveva ripreso ad accarezzarlo distrattamente. Parlando, il suo sguardo si era posato sulle labbra di Sheldon. Non appena ebbe finito di rispondere, prima che potesse porgerle la domanda successiva, attirò le labbra di lui sulle proprie.
«Sì, credo che eliminare queste opere sarebbe stato un atto di censura dell'espressione artistica assolutamente non necessario, poiché naturalmente sono convinta che ognuno possa esprimere la propria opinione con i mezzi che ritiene più adeguati, finché ciò non lede o discrimina altri. Ho apprezzato molto le iniziative avviate dal Titolare di Mondomago: in declinazioni differenti, entrambi abbiamo voluto contribuire a diffondere le opere di Nyk B. Sa e il loro significato, fungendo da cassa di risonanza al messaggio dell'artista».
Sorrise, non tanto per la risposta, quanto per le carezze che Sheldon le stava riservando, con le dita tra i suoi capelli.
«Ho apprezzato molto le opere, sì. Come ho già fatto intuire, mi ha colpito molto il fatto che sia possibile leggerle come un'unica narrazione, dilazionata nel tempo. Per questo motivo, tra le due non ho una preferita, proprio perché ne ammiro la potenza visiva come coppia. Sicuramente mi sono sentita in un certo senso onorata che la mia bottega sia stata scelta dall'autore come luogo adatto alla trasmissione del suo messaggio, tramite il graffito, quindi sì, per me è stata una bella sorpresa trovare il graffito sulla facciata di Scribbulus».
Concluse così l'intervista e attese impaziente che il Responsabile di Servizio mettesse via agenda e piuma. Quando le propose la cena e il puzzle, annuì sulle sue labbra, del tutto intenzionata a non staccarsene più per tutto il resto della serata.
 
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