| «Insieme a casa tua, stasera. Mi va tanto, sì». Le sarebbe piaciuto collezionare tutte le abitudini di Sheldon Campbell. Non aveva mai terminato alcuna raccolta o alcun album di figurine delle Cioccorane, perché il suo interesse era incostante, tendeva a cambiare, scemare e spostarsi nel tempo. Da un po' di tempo a questa parte, invece, pensava che avrebbe voluto poter raccogliere tutte le abitudini di Shay e serbarle gelosamente nella propria giornata, appiccicandole ordinatamente nell'album per farle combaciare alle proprie. Con le gote lievemente arrossate, aveva fatto scivolare il proprio sguardo sulle labbra morbide di lui. Non l'aveva baciata fino a quel momento, senza spiegare affatto il perché ed Eleanor iniziava a domandarselo, oscillando tra preoccupazioni per una eventuale Spruzzolosi contagiosa, risentimento, vaghi sensi di colpa per qualcosa che potesse averlo offeso, il pensiero che qualche parente bacchettone fosse venuto ad accompagnarlo e tanta, troppa, voglia di attirarlo a sé, imponendo l'unione delle loro bocche. Quando gli offrì quel geranio rosso, le parve di donare con esso le proprie labbra, il muscolo cardiaco che le batteva nel petto forsennatamente solo a rievocare le carezze delle dita di Shay sulle sue spalle nude, tutti i suoi desideri, i suoi pensieri... rifiutati. Batté un paio di volte le palpebre, mentre lentamente il risentimento si faceva spazio in lei, andando a prevalere sul resto. Sbuffò sonoramente quando l'altro si sottrasse ai suoi baci agguantando non lei, bensì le buste contenenti gli acquisti. Con la fronte aggrottata, si trattenne dall'incrociare le braccia all'altezza del petto solo perché doveva permettergli di partecipare al Gioco della Piuma dell'Oca e voleva concentrarsi nel guardare di sbieco il dado per provare a sottrarre a quel cliente antipatico almeno un briciolo di fortuna. Non meritava di vincere dopo essersi rifiutato di baciare la Proprietaria, ma pareva, invece, che il dado fosse in combutta con lui. Quando il suo cliente preferito ebbe raggiunto l'Ultima Casella, però, Eleanor non riuscì proprio a trattersi: un urletto emozionato sfuggì dalle sue labbra e le braccia, invece, si sollevarono prima in aria e poi si congiunsero davanti al suo petto. Si godette la reazione entusiasta di Shay - che non aveva mancato dal tirare in ballo ampolle e ampolline di Paracelso, naturalmente. Le strappò un sorriso intenerito quell'espressione così sua, un po' bambinesca e molto adorabile. «Mi faccia controllare sul Compendio di Leggi e Decreti per l'Assegnazione del Premio...». Appellò dal bancone un rotolo di pergamena vuota, se lo portò all'altezza del naso e lo srotolò sotto i suoi occhi. «No, non sono previsti premi in baci. AH, ma mi faccia controllare meglio. Sì, c'è un'eccezione: la Proprietaria può concedere premi aggiuntivi in baci solo a una persona, denominata Sheldon... Carrell. Lo conosce?». Sollevò lentamente lo sguardo da sopra la pergamena per godersi la reazione di lui. «Ah, no, guardando bene dice "Campbell". Conosce Sheldon Campbell? Gli riferisca che può venire a ritirare il suo premio in baci in qualsiasi momento». Abbandonò il rotolo di pergamena sul bancone e mise a tacere il proprio sorriso divertito. «Se lo desidera, certo». Aggiunse quella postilla in tono piccato, incrociando le braccia al petto per negargli la possibilità di averla tutta per sé sulla poltrona per l'intervista finché non l'avesse baciata, finché non avesse ammesso di pendere dalle sue labbra quanto lei faceva per lui. Gli diede l'occasione per rimediare e lui la rigettò ancora una volta. Piuttosto che risentirsi, però, notò il suo sorriso dispettoso e si sciolse. Aveva spontaneamente sorriso di rimando e sarebbe stata pronta a sommergerlo di lamentele, moine e capricci finché non avesse voluto baciarla, ma non servì. Sentì le braccia di lui cingerle i fianchi e le gambe le divennero di burro, mentre si abbandonava a quella stretta. Quando le scostò qualche ciocca di capelli dal collo, le parve di sentir la sua pelle bruciare, lambita dal fuoco al contatto con le sue dita. Sperò di prolungare quelle carezze, rovesciando la testa all'indietro, verso di lui. Trovò le sue labbra, le sue labbra le trovarono il collo. Tremò a ogni bacio, mugolò qualcosa quando lui si staccò. Un ultimo lungo brivido la percorse nella sua interezza quando le baciò il lobo dell'orecchio. Rimase in piedi davanti a lui per qualche istante, frastornata, stordita e disorientata. Quando le prese la mano, ella si mosse in automatico solo grazie alla sua guida. Chiuse la bottega, per avere tempo e spazio unicamente per loro. Si sedette sulla poltrona con lui e sopra di lui, abbandonando la schiena sul bracciolo e le gambe a penzoloni su quello opposto. Lo guardò dalle sue gambe, gli ridisegnò le labbra con lo sguardo. Ritrovò la propria bussola nell'istante esatto in cui poté imprimere quelle labbra sulle sue. Non si sentì più frastornata, potendo avere e ricambiare i suoi baci, potendo ricercare la sua bocca. Ridacchiò al “dunque, intervista” che li interruppe e gli stampò cento baci su tutto il volto al successivo “dunque, gentile proprietaria più bella del mondo…”. Si acquietò sulle sue gambe, con un lieve sorriso stampato sulle labbra perché Shay le stava dando del lei mentre condividevano la stessa poltrona e perché ella, dal canto suo, avrebbe risposto all'intervista in modo serio e computo, giocherellando nel frattempo con le mani sul suo petto. «Ammetto di essermelo chiesto anch'io. Non posso sapere con certezza se si tratta di puro caso o se c'è un motivo specifico, ma mi piace pensare che la bottega di Scribbulus sia stata scelta come destinazione dell'opera perché cuore pulsante e rappresentante dell'espressione artistica. Trovo interessante che i graffiti siano apparsi sulle facciate di Scribbulus e Mondomago, negozi molto diversi tra loro accomunati dalle idee di inventiva e creatività». Avevano parlato poco prima della piacevole coincidenza che accomunava loro due e i loro negozi. «Non vorrei certo peccare di presunzione, ma ritengo che tra le opere di Nyk B. Sa quella apparsa sulla facciata di Scribbulus sia la meno enigmatica: un gufo che recapita un cestino di frutta in un tombino appare come una chiara denuncia al Morbo Bianco. Quel che è particolarmente interessante e che dà spazio a numerose interpretazioni, però, è la presenza di consequenzialità tra le due opere, che rappresentano lo stesso soggetto, con dettagli differenti. Pensando ai due graffiti come un'unica narrazione, abbiamo due istantanee di una stessa scena a due istanti di tempo differenti. Nel primo graffito, a parer mio, il gufo rappresenta i commercianti e rivenditori che continuano a offrire i loro prodotti alla larga fetta di popolazione che, però, non può usufruirne: per questo, il cesto di frutta viene recapitato a un tombino. Il graffito apparso da Mondomago inquadra la stessa situazione, ma in un momento successivo, in una sua evoluzione: il cibo, senza che esso sia potuto essere stato consumato, è diventato marcio come segno del trascorrere del tempo. Il gufo ha un'ala spezzata e la sua sofferenza può ben rappresentare le crescenti difficoltà dei commercianti in questo periodo di crisi economica». Si dilungò un po' di più e, nel tentativo di non distrarsi mentre spiegava la sua visione, fermò le dita che camminavano sul petto di Sheldon. «Apprezzo molto Nyk B. Sa, la sua arte e i graffiti "importati" dal mondo babbano. Nyk B. Sa mostra un approccio all'arte che nel mondo magico è totalmente nuovo e fuori dagli schemi. Ne ammiro l'estro e la destrezza nel convogliare la propria arte alla critica sociale in modo così acuto e di grande impatto visivo. I graffiti sono una forma d'arte facilmente fruibile e rivolta al grande pubblico, per questo sono un mezzo potente nelle mani di chi, come Nyk B. Sa, vuole farsi sentire e sa tradurre ciò che vuole urlare in una rappresentazione parlante e sintetica che catturi l'attenzione di chi può distrattamente passare nel luogo ove il graffito è stato lasciato». Aveva ripreso ad accarezzarlo distrattamente. Parlando, il suo sguardo si era posato sulle labbra di Sheldon. Non appena ebbe finito di rispondere, prima che potesse porgerle la domanda successiva, attirò le labbra di lui sulle proprie. «Sì, credo che eliminare queste opere sarebbe stato un atto di censura dell'espressione artistica assolutamente non necessario, poiché naturalmente sono convinta che ognuno possa esprimere la propria opinione con i mezzi che ritiene più adeguati, finché ciò non lede o discrimina altri. Ho apprezzato molto le iniziative avviate dal Titolare di Mondomago: in declinazioni differenti, entrambi abbiamo voluto contribuire a diffondere le opere di Nyk B. Sa e il loro significato, fungendo da cassa di risonanza al messaggio dell'artista». Sorrise, non tanto per la risposta, quanto per le carezze che Sheldon le stava riservando, con le dita tra i suoi capelli. «Ho apprezzato molto le opere, sì. Come ho già fatto intuire, mi ha colpito molto il fatto che sia possibile leggerle come un'unica narrazione, dilazionata nel tempo. Per questo motivo, tra le due non ho una preferita, proprio perché ne ammiro la potenza visiva come coppia. Sicuramente mi sono sentita in un certo senso onorata che la mia bottega sia stata scelta dall'autore come luogo adatto alla trasmissione del suo messaggio, tramite il graffito, quindi sì, per me è stata una bella sorpresa trovare il graffito sulla facciata di Scribbulus». Concluse così l'intervista e attese impaziente che il Responsabile di Servizio mettesse via agenda e piuma. Quando le propose la cena e il puzzle, annuì sulle sue labbra, del tutto intenzionata a non staccarsene più per tutto il resto della serata.
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