Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Burst of Knowledge is Power, Settembre 2021

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view post Posted on 31/8/2021, 23:01
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Si ricominciava. Questo era stato l’unico pensiero che lo aveva accompagnato fino a quel momento salendo sull’Hogwarts Express, salutando da lontano con ancora un filo di amarezza Daniel e Maya diretti verso la parte del treno dedicata alle cariche scolastiche – dove lui non aveva e non avrebbe mai messo piede – ed entrando all’interno del primo scompartimento vuoto. C’era una diceria in particolare, che lo aveva catturato: si vociferava che Gregory Mandylion avesse disseminato dei sacchetti di galeoni nelle carrozze; non gli costava nulla controllare, insomma. Male che fosse andata non avrebbe trovato nulla. Entrato all’interno dello scompartimento, quindi, avrebbe chiuso lo sportello rapidamente sedendosi sul fondo, proprio dalla parte che dava ai finestrini. Avrebbe sospirato osservando i colori della campagna scozzese volgendo poi lo sguardo davanti a sé e a ciò che vi avrebbe trovato cercando di decidersi da che parte cominciare: innanzitutto avrebbe osservato i sedili, analizzandone eventuali rigonfiamenti dovuti a qualcosa di nascosto che premeva e deformava la superficie; in secondo luogo si sarebbe alzato per poi abbassarsi fino a terra, raggomitolandosi per osservare minuziosamente il pavimento: fosse mai che uno di quei sacchetti fosse stato seriamente nascosto sotto i sedili; se fosse riuscito nell’impresa di non trovare nulla fino a quel momento, si sarebbe rialzato con nonchalance facendo finta di nulla, guardando poi le reti sopra la sua testa, quelle che avrebbero dovuto ospitare eventuali bagagli, scrutando ogni angolo e tutta la superficie in sè alla ricerca di quel maledetto sacchetto. Quanto poteva essere grande? Si sarebbe potuto vedere abbastanza senza perdere tempo e stressarsi? Avrebbe quindi toccato col palmo delle mani le reti e, se non avesse trovato nulla nemmeno in quel caso, avrebbe osservato i sedili sui quali si sarebbe seduto di lì a poco, infilando la mano tra schienale e sedile vero e proprio, compiendo dei movimenti orizzontali lenti e cauti, facendo oscillare le dita alla ricerca di un contatto con qualcosa. Avrebbe adoperato quest’ultimo stratagemma pure coi primi sedili, quelli osservati poco dopo il suo ingresso nello scompartimento, effettuando gli stessi movimenti controllati. Avrebbe quindi controllato tutta la carrozza davanti a sé nel suo complesso e se non avesse trovato o sentito nulla che potesse far pensare alla presenza di uno di quei tanti vociferati sacchetti, si sarebbe messo l’anima in pace. Sedendosi nuovamente sul posto precedentemente occupato, recuperando i pensieri e facendo mente locale, si sarebbe detto che non sarebbe mai stata la Spilla a fare il mago o la strega. Non sarebbero mai stati i tratti da poter mostrare esteriormente o i voti a rappresentare uno studente o un adulto e…non avrebbe persino trovato necessario andare avanti in filippiche per temi che non valevano poi granché. Trovava superfluo dilungarsi su qualcosa che aveva solo il potere di distoglierlo da temi più interessanti. Aveva già i suoi crucci personali a tenerlo sveglio la notte e da Prefetto aveva fatto quel che gli consentiva il periodo, nulla di più. E menomale che Daniel alloggiava a qualche piano più sotto al Settimo Piano, sebbene facesse un salto ogni tanto, o avrebbe dormito ancora meno. Si sentiva…solo. Solo come mai prima d’ora. Solo come una persona dimenticata dai propri cari, abbandonata in balìa di sé stessa perché il destino non era altro che quello: ritrovarsi a vivere la propria vita. Abbandonato non tanto dal capostipite di cui portava il cognome ma da chi lo aveva praticamente cresciuto. Un abbandono naturale che nulla aveva a che vedere con altre questioni. Eppure, osservando il riflesso sul vetro dello scompartimento, non provava rabbia o delusione: si sentiva semplicemente solo, come se in realtà il peso del mondo fosse sulle proprie spalle e a fardello si aggiungesse un altro fardello e così via. Le cose non sarebbero cambiate. Avrebbe dovuto, semplicemente, conviverci. Espirò per l’ennesima volta, accompagnato solo dal suono del treno che correva veloce sulle rotaie e cominciò a fissare un punto indefinito sul sedile che aveva davanti; il brusio e le risate di un gruppo di studenti apparentemente del primo anno passare davanti a quella parte del treno lo distolse dai pensieri, portandolo ad osservarli con uno sguardo assente prima di non vederli più. Sarebbe rimasto qualche istante in quella posizione scomoda, il busto e lo sguardo rivolti verso lo sportello chiuso e una marea di pensieri in testa. Accomodandosi ulteriormente sul sedile che occupava poggiando bene le spalle allo schienale e sollevando la gamba destra per poggiarla sopra il ginocchio sinistro - un gesto che, ultimamente, compiva più di una volta, un nuovo vizio – fece emergere l’ennesimo interrogativo, che ben si amalgamava con quello spuntato fuori durante la camminata estiva ai Cancelli per la lezione di Materializzazione tenuta da Steewood: fino a quanto, l’essere umano, poteva spingersi ad abbassare la testa? A porgere, figurativamente, l’altra guancia? Forse aveva sempre avuto ragione quello studentello di Corvonero che conobbe al Lago e a cui, ai tempi, diede del folle: non erano le lezioni, i voti o i traguardi scolastici raggiunti che facevano il Mago o la Strega, era il potere e dove esso veniva incanalato. E se per un Mago che incanalava – o almeno provava – il potere verso un’unica direzione, l’unica che potesse garantire la pace, ce n’erano almeno altri cento pronti a incanalarla nella direzione opposta. Quale, fra questi cento, emergesse come nelle peggiori delle rivolte, non era dato saperlo. Dando un ultimo sguardo alla campagna esterna avrebbe deciso di chiudere gli occhi espirando stancamente per la terza volta in pochi minuti: il viaggio sarebbe durato ancora troppo e doveva riposare.
 
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view post Posted on 30/9/2021, 01:40

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Tra le ciglia semichiuse, sul punto di addormentarsi, Tom Hamilton scorse qualcosa spuntare dalla rete portabagagli che poco prima aveva perquisito, alla ricerca del presunto tesoro. Una cordicella scendeva dall'angolo tra la parete vibrante del treno e il finestrino. Ora del tutto sveglio, il giovane mago si alzò e si allungò in punta di piedi per raggiungerlo, ma sembrava incastrato. Tirando il filo, il sacchettino si aprì e il suo contenuto rimbalzò sui sedili, toccando terra con un tintinnio.
Quando finì di raccogliere tutte le monete d'oro, Tom Hamilton si trovava con 9 galeoni in più in tasca.


 
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