| Giunse da Scribbulus mentre il sole morente annunciava che di lì a poco sarebbe iniziato il tramonto. Una pesante coltre di nebbia insidiava Londra e a Diagon Alley il giovane Auror aveva trovato estremamente difficoltoso capire dove stesse andando e se stesse per scontrarsi contro qualcuno: poca era la visibilità garantita quel giorno lievemente uggioso. Anche per questo motivo aveva preferito tenere Pretzel in braccio, mentre il pesante cappuccio del mantello blu lo proteggeva dall’umidità. Il kneazle rimaneva comunque vigile, pronto a buttarsi a capofitto tra le caviglie di Eleanor e a giocare con Dirac. Fu esattamente quel che fece quando i due entrarono da Scribbulus. Vedendola impegnata con altra clientela, Sheldon si limitò a salutare Eleanor da lontano con un cenno della mano e un sorriso, togliendosi il cappuccio e lasciando che invece Pretzie disturbasse la proprietaria della bottega più carina di Diagon Alley. L’aspirante Pozionista girovagò tra gli scaffali ordinati del negozio, raccogliendo qua e là alcune cose. Nello specifico, prese un pacco di pergamena con intestazione del Ministero della Magia, oltre a una specie di plimpy che in realtà era un TrovaDocumento – quelle cose gli sarebbero state tremendamente utili per il suo lavoro al Quinto Livello. Inoltre, aveva appena finito la propria fidata agenda su cui era solito trascrivere le interviste e le idee per il Profeta, quindi acchiappò anche un’agenda Saturno, trovando che fosse meraviglioso in modo in cui Eleanor aveva infilato pezzi della sua passione, l’astronomia, che era anche il suo lavoro, pure nella sua più che graziosa bottega. Prese anche un organizer da scrivania a scale: sicuramente gli sarebbe stato utile nella redazione della Gazzetta, per avere tutto in ordine. Fece la fila, impaziente di vedere finalmente Eleanor. «Oh, buonasera, miss Corbirock! La trovo in splendida forma». La salutò quando fu il suo turno. Le sorrise genuinamente: per lui Eleanor era sempre in più che splendida forma, ma la loro relazione (era una relazione?) non era (ancora?) pubblica, quindi non aveva voluto sbilanciarsi più di tanto – né, in ogni caso, l’avrebbe fatto, per non metterla a disagio davanti alla clientela. In più, lo divertiva molto giochicchiare con lei a fingere formalità non necessarie. Ma non riusciva a resistere a lungo, mai. «Eheh, sono qui per comprare tante belle cose. Come stai?». S’informò mentre posava le cose che aveva preso qui e lì sul bancone. Avrebbe volentieri parlato con lei all’infinito, ma magari l’avrebbe fatto quella sera. «E in più vorrei comprare anche una boccetta di inchiostro colorato blu zaffiro, è il mio nontiscordardimé! Inoltre, vorrei un timbro del commerciante per Mondomago e cento biglietti da visita per Mondomago, con il logo del negozio e l’indirizzo dello stesso. È fattibile?». Se necessario, avrebbe fornito alla strega una copia del logo dell’emporio di cui aveva da poco rilevato la gestione. «Inoltre, approfitterei del Crogiolo di Scribbulus, posso? Dopo aver giocato al gioco della piuma d’oca, eheh. A proposito, dovrei avere uno sconto del quindici percento, vinto proprio con questo gioco meraviglioso». Le sorrise, pronto a tirare i dadi, con la speranza di avanzare ulteriormente tra le caselle e confermarsi il cliente preferito in assoluto della giovane strega che gestiva Scribbulus. «Appena stai per chiudere ti va di raggiungermi nel Crogiolo per concedermi l’intervista che ti avevo anticipato? Oh, non è un problema se Pretzie sta lì con me, vero?». Ottenute le conferme che desiderava, si accomodò nello spazio riservato ai clienti fedeli del negozio e iniziò a buttare giù una bozza dei lavori da consegnare ai rotocalchi del Profeta, lasciandosi ispirare da quel posto colmo di arte e creatività, mentre di tanto in tanto coccolava il kneazle che sonnecchiava sul tavolo presso cui si era posizionato. Si tolse il mantello, rimanendo con la tunica lunga da mago color blu zaffiro. Quando Eleanor lo raggiunse, siccome era orario di chiusura e sicuramente non ci sarebbero stati clienti pettegoli in giro, Sheldon non resistette e salutò la rossa con un bacio, tutto contento. «Ti va di venire a mangiare da me, stasera? Volevo provare una delle ricette dell’ultimo numero del Settimanale e ho bisogno di qualcuna in grado di giudicare e disposta a farsi viziare un po’», chiese, elencando con serietà i requisiti che doveva possedere colei che avrebbe voluto come compagnia per cena. «Voglio recuperare tutto il tempo perso, di quand’ero ancora a Hogwarts», confessò poi, sorridendole mentre le accarezzava una mano. Pretzel si strusciò sulle caviglie di lei, pretendendo le coccole anche per lui, e miagolò, imperativo. «Dunque, non ti porterò via troppo tempo e non saranno domande impegnative o difficili, o almeno spero, però sentiti sempre libera di non rispondere quando non vorrai farlo. Oh, uso la Prendiappunti Fedele del tuo negozio, la adoro e la adopero sempre: posso?». Non vedeva l’ora di concludere l’intervista solo per poter passare il resto della serata con la strega, magari con un arrosto di maiale glassato al whisky incendiario. O forse avrebbe osato di meno e provato preparare un piatto meno difficile, uhm. «Dunque, quando sei pront- quando è pronta, miss Corbirock, cominciamo». E non vedeva l’ora di concludere l’intervista per poter tornare a darle del tu. Quando gliel’avesse confermato, Sheldon avrebbe aperto la nuova agenda Saturno lasciando alla penna il gravoso compito di trascrivere autonomamente tutta l’intervista. «Come le avevo anticipato – credo, o ti ho solo scritto che volevo tanto vederti? Ehm, cancellerò questa parte, magari. Ecco, volevo parlare con lei di quei Quaderni Bianchi! Per quale motivo ha deciso di lanciare questa edizione limitata ispirata all’opera magifotografica di Nora Foster?». Attese una sua risposta prima di proseguire con la domanda successiva, che a un occhio poco attento poteva sembrare una domanda poco consona a un articolo di cultura e più attinente all’ambito economico, ma in realtà il Cronista desiderava strizzare un occhio all’aspetto economico per poter approfondire quello culturale. «Può dirci qualcosa sulla ricezione dei Quaderni Bianchi da parte del pubblico? Ad esempio, come sono andate le vendite e quali sono state le impressioni della sua clientela in merito?». Dopo quella, volle spostare il focus dell’intervista sul Morbo Bianco. «Ha chiamato questi Quaderni “Bianchi” come evidente collegamento al Morbo Bianco. Non mi sbaglio, vero?». Attese un’eventuale smentita prima di continuare. «Quanto è importante, secondo la sua opinione di commerciante e strega della comunità magica, che anche le attività commerciali sensibilizzino riguardo a questa condizione che affligge buona parte di noi maghi e streghe? Ne approfitto per lodarla per questa iniziativa, a proposito». Le sorrise, incapace di trattenersi quando aveva l’opportunità di vezzeggiarla e riempirla di attenzioni, anche in contesti più formali come quell’intervista. «Sposto il focus sulla magifotografia, adesso. Questa è stata un’ottima occasione anche per rilanciare la magifotografia, sfruttando un’opera magifotografica come copertina per i Quaderni Bianchi. Credo sia una bella cosa aver fuso questa forma d’arte con la merce in vendita presso la sua bottega. È stata su intenzione dare indirettamente lustro alla magifotografia, considerando che lei crede sia suo compito, come proprietaria di Scribbulus, di “incentivare e diffondere l’arte”, di cui la magifotografia è una sua forma? Sì, ho citato l’intervista che hai fatto con Giulia Swan, peccato non ci fosse una tua foto in quell’articolo». Si grattò la punta del naso con l’unghia del pollice, pensieroso nel consultare gli appunti che aveva scritto nella vecchia agenda. Non c’erano altre domande e non gliene sovvenivano altre da fare. «Direi che è tutto, a meno che non voglia fare qualche dichiarazione spontanea circa ciò di cui abbiamo parlato». Riteneva, in effetti, che fosse molto corretto nei confronti degli intervistati lasciare loro la possibilità di aggiungere qualsiasi cosa volessero dire, senza farli limitare alle domande del giornalista. «Ah, ne approfitterei per chiederti una cosa! Sto scrivendo anche un articolo sull’aumento esponenziale degli gnomi da giardino infestanti. L’hai notato anche tu nella tua bella casetta di Hogsmeade o credi sia un episodio isolato? Oh, e come stanno i tuoi fiori?». Nonostante la preoccupazione per i meravigliosi fiori del giardino di lei fosse genuina, tuttavia Sheldon avrebbe registrato la risposta di Eleanor come ulteriore fonte a sostegno dell’infestazione decuplicata degli gnomi da giardino. Dopo quell’ultima domanda, posta in maniera decisamente più informale, non aveva davvero altro per cui trattenerla lì: se lei avesse acconsentito, l’avrebbe portata con sé a casa propria, così da prepararle una deliziosa cenetta da mangiare assieme, raccontarsi le rispettive giornate e coccolarsi anche solo con la presenza dell’altro. Mentre Pretzel e Dirac, molto probabilmente, si sarebbero limitati a dormire.
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