Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Istantanea della magifotografia – III, Ricerca fonti e interviste – XVIII GdP – Eleanor C.

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view post Posted on 26/2/2021, 17:18
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Giunse da Scribbulus mentre il sole morente annunciava che di lì a poco sarebbe iniziato il tramonto. Una pesante coltre di nebbia insidiava Londra e a Diagon Alley il giovane Auror aveva trovato estremamente difficoltoso capire dove stesse andando e se stesse per scontrarsi contro qualcuno: poca era la visibilità garantita quel giorno lievemente uggioso. Anche per questo motivo aveva preferito tenere Pretzel in braccio, mentre il pesante cappuccio del mantello blu lo proteggeva dall’umidità. Il kneazle rimaneva comunque vigile, pronto a buttarsi a capofitto tra le caviglie di Eleanor e a giocare con Dirac.
Fu esattamente quel che fece quando i due entrarono da Scribbulus. Vedendola impegnata con altra clientela, Sheldon si limitò a salutare Eleanor da lontano con un cenno della mano e un sorriso, togliendosi il cappuccio e lasciando che invece Pretzie disturbasse la proprietaria della bottega più carina di Diagon Alley.
L’aspirante Pozionista girovagò tra gli scaffali ordinati del negozio, raccogliendo qua e là alcune cose. Nello specifico, prese un pacco di pergamena con intestazione del Ministero della Magia, oltre a una specie di plimpy che in realtà era un TrovaDocumento – quelle cose gli sarebbero state tremendamente utili per il suo lavoro al Quinto Livello. Inoltre, aveva appena finito la propria fidata agenda su cui era solito trascrivere le interviste e le idee per il Profeta, quindi acchiappò anche un’agenda Saturno, trovando che fosse meraviglioso in modo in cui Eleanor aveva infilato pezzi della sua passione, l’astronomia, che era anche il suo lavoro, pure nella sua più che graziosa bottega. Prese anche un organizer da scrivania a scale: sicuramente gli sarebbe stato utile nella redazione della Gazzetta, per avere tutto in ordine.
Fece la fila, impaziente di vedere finalmente Eleanor.
«Oh, buonasera, miss Corbirock! La trovo in splendida forma».
La salutò quando fu il suo turno. Le sorrise genuinamente: per lui Eleanor era sempre in più che splendida forma, ma la loro relazione (era una relazione?) non era (ancora?) pubblica, quindi non aveva voluto sbilanciarsi più di tanto – né, in ogni caso, l’avrebbe fatto, per non metterla a disagio davanti alla clientela. In più, lo divertiva molto giochicchiare con lei a fingere formalità non necessarie. Ma non riusciva a resistere a lungo, mai.
«Eheh, sono qui per comprare tante belle cose. Come stai?».
S’informò mentre posava le cose che aveva preso qui e lì sul bancone. Avrebbe volentieri parlato con lei all’infinito, ma magari l’avrebbe fatto quella sera.
«E in più vorrei comprare anche una boccetta di inchiostro colorato blu zaffiro, è il mio nontiscordardimé! Inoltre, vorrei un timbro del commerciante per Mondomago e cento biglietti da visita per Mondomago, con il logo del negozio e l’indirizzo dello stesso. È fattibile?».
Se necessario, avrebbe fornito alla strega una copia del logo dell’emporio di cui aveva da poco rilevato la gestione.
«Inoltre, approfitterei del Crogiolo di Scribbulus, posso? Dopo aver giocato al gioco della piuma d’oca, eheh. A proposito, dovrei avere uno sconto del quindici percento, vinto proprio con questo gioco meraviglioso».
Le sorrise, pronto a tirare i dadi, con la speranza di avanzare ulteriormente tra le caselle e confermarsi il cliente preferito in assoluto della giovane strega che gestiva Scribbulus.
«Appena stai per chiudere ti va di raggiungermi nel Crogiolo per concedermi l’intervista che ti avevo anticipato? Oh, non è un problema se Pretzie sta lì con me, vero?».
Ottenute le conferme che desiderava, si accomodò nello spazio riservato ai clienti fedeli del negozio e iniziò a buttare giù una bozza dei lavori da consegnare ai rotocalchi del Profeta, lasciandosi ispirare da quel posto colmo di arte e creatività, mentre di tanto in tanto coccolava il kneazle che sonnecchiava sul tavolo presso cui si era posizionato. Si tolse il mantello, rimanendo con la tunica lunga da mago color blu zaffiro.
Quando Eleanor lo raggiunse, siccome era orario di chiusura e sicuramente non ci sarebbero stati clienti pettegoli in giro, Sheldon non resistette e salutò la rossa con un bacio, tutto contento.
«Ti va di venire a mangiare da me, stasera? Volevo provare una delle ricette dell’ultimo numero del Settimanale e ho bisogno di qualcuna in grado di giudicare e disposta a farsi viziare un po’», chiese, elencando con serietà i requisiti che doveva possedere colei che avrebbe voluto come compagnia per cena. «Voglio recuperare tutto il tempo perso, di quand’ero ancora a Hogwarts», confessò poi, sorridendole mentre le accarezzava una mano. Pretzel si strusciò sulle caviglie di lei, pretendendo le coccole anche per lui, e miagolò, imperativo.
«Dunque, non ti porterò via troppo tempo e non saranno domande impegnative o difficili, o almeno spero, però sentiti sempre libera di non rispondere quando non vorrai farlo. Oh, uso la Prendiappunti Fedele del tuo negozio, la adoro e la adopero sempre: posso?».
Non vedeva l’ora di concludere l’intervista solo per poter passare il resto della serata con la strega, magari con un arrosto di maiale glassato al whisky incendiario. O forse avrebbe osato di meno e provato preparare un piatto meno difficile, uhm.
«Dunque, quando sei pront- quando è pronta, miss Corbirock, cominciamo».
E non vedeva l’ora di concludere l’intervista per poter tornare a darle del tu. Quando gliel’avesse confermato, Sheldon avrebbe aperto la nuova agenda Saturno lasciando alla penna il gravoso compito di trascrivere autonomamente tutta l’intervista.
«Come le avevo anticipato – credo, o ti ho solo scritto che volevo tanto vederti? Ehm, cancellerò questa parte, magari. Ecco, volevo parlare con lei di quei Quaderni Bianchi! Per quale motivo ha deciso di lanciare questa edizione limitata ispirata all’opera magifotografica di Nora Foster?».
Attese una sua risposta prima di proseguire con la domanda successiva, che a un occhio poco attento poteva sembrare una domanda poco consona a un articolo di cultura e più attinente all’ambito economico, ma in realtà il Cronista desiderava strizzare un occhio all’aspetto economico per poter approfondire quello culturale.
«Può dirci qualcosa sulla ricezione dei Quaderni Bianchi da parte del pubblico? Ad esempio, come sono andate le vendite e quali sono state le impressioni della sua clientela in merito?».
Dopo quella, volle spostare il focus dell’intervista sul Morbo Bianco.
«Ha chiamato questi Quaderni “Bianchi” come evidente collegamento al Morbo Bianco. Non mi sbaglio, vero?». Attese un’eventuale smentita prima di continuare. «Quanto è importante, secondo la sua opinione di commerciante e strega della comunità magica, che anche le attività commerciali sensibilizzino riguardo a questa condizione che affligge buona parte di noi maghi e streghe? Ne approfitto per lodarla per questa iniziativa, a proposito».
Le sorrise, incapace di trattenersi quando aveva l’opportunità di vezzeggiarla e riempirla di attenzioni, anche in contesti più formali come quell’intervista.
«Sposto il focus sulla magifotografia, adesso. Questa è stata un’ottima occasione anche per rilanciare la magifotografia, sfruttando un’opera magifotografica come copertina per i Quaderni Bianchi. Credo sia una bella cosa aver fuso questa forma d’arte con la merce in vendita presso la sua bottega. È stata su intenzione dare indirettamente lustro alla magifotografia, considerando che lei crede sia suo compito, come proprietaria di Scribbulus, di “incentivare e diffondere l’arte”, di cui la magifotografia è una sua forma? Sì, ho citato l’intervista che hai fatto con Giulia Swan, peccato non ci fosse una tua foto in quell’articolo».
Si grattò la punta del naso con l’unghia del pollice, pensieroso nel consultare gli appunti che aveva scritto nella vecchia agenda. Non c’erano altre domande e non gliene sovvenivano altre da fare.
«Direi che è tutto, a meno che non voglia fare qualche dichiarazione spontanea circa ciò di cui abbiamo parlato».
Riteneva, in effetti, che fosse molto corretto nei confronti degli intervistati lasciare loro la possibilità di aggiungere qualsiasi cosa volessero dire, senza farli limitare alle domande del giornalista.
«Ah, ne approfitterei per chiederti una cosa! Sto scrivendo anche un articolo sull’aumento esponenziale degli gnomi da giardino infestanti. L’hai notato anche tu nella tua bella casetta di Hogsmeade o credi sia un episodio isolato? Oh, e come stanno i tuoi fiori?».
Nonostante la preoccupazione per i meravigliosi fiori del giardino di lei fosse genuina, tuttavia Sheldon avrebbe registrato la risposta di Eleanor come ulteriore fonte a sostegno dell’infestazione decuplicata degli gnomi da giardino.
Dopo quell’ultima domanda, posta in maniera decisamente più informale, non aveva davvero altro per cui trattenerla lì: se lei avesse acconsentito, l’avrebbe portata con sé a casa propria, così da prepararle una deliziosa cenetta da mangiare assieme, raccontarsi le rispettive giornate e coccolarsi anche solo con la presenza dell’altro. Mentre Pretzel e Dirac, molto probabilmente, si sarebbero limitati a dormire.
 
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view post Posted on 9/3/2021, 13:05
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Eleanor indossava un maglioncino di un celeste molto luminoso: stufa della nebbia che ammantava Londra da giorni, aveva deciso di osservare il cielo limpido almeno su di sé. Non riusciva a farsi andare giù quei capricci del meteo: febbraio era agli sgoccioli e marzo faceva praticamente primavera. Teneva pronte le camicie a fiori nell'armadio e aspettava solo il primo raggio di sole che superasse quella filtra coltre biancastra per tirarle fuori. Malsopportava la nebbia, che rischiava di far attardare la primavera. Per giunta, nonostante la nebbia non affliggesse particolarmente i telescopi che dalla Torre di Astronomia di Hogwarts puntavano agli astri, l'Assistente non poteva fare a meno di empatizzare per i colleghi babbani, le cui osservazioni erano certamente inficiate da tutto quel biancastro, perché loro non possedevano di certo tutte le ottimizzazioni magiche di cui si servivano streghe e maghi.
Impegnata a servire un giovane mago dalla folta capigliatura ricciolina, Eleanor udì distrattamente il campanellino posto all'ingresso trillare. Quando con la coda dell'occhio riconobbe Sheldon, però, si illuminò e lo salutò di rimando, agitando la mano e sorridendo felice. Con le guance rosse, si chinò immediatamente per accogliere e coccolare l'ospite più benvoluto dell'intero negozio. Lasciò che Pretzie giocherellasse tra le sue caviglie e in giro, mentre sbrigava quel cliente forse un po' troppo frettolosamente. Una volta libera, non individuando Shay al bancone, si affacciò a ogni corridoio tra gli scaffali, fino a individuarlo tra agende e diari. Gli scivolò silenziosamente alle spalle, abbracciandolo improvvisamente passandogli le braccia attorno al petto, mettendo un po' a rischio l'equilibrio precario con cui il mago reggeva alcuni articoli. Udendo il campanello trillare ancora una volta, però, tornò in fretta presso il bancone, per servire i clienti che la attendevano e che osservavano Dirac sbadigliare sul bancone da un po'. Rischiò perfino di impappinarsi nel conteggiare il totale per un'anziana strega, perché involontariamente distratta dai capelli rossicci di Sheldon qualche passo più in là.
«Mr Campbell! Che piacere rivederla».
Con le gote lievemente tinte di rosso, tamburellò con le dita sul bancone, resistendo all'istinto di prendergli la mano per continuare a stare al gioco.
«Sto bene, ora cento volte di più. E lei? Ho sentito dire, sa, chiacchiere, che ha di recente rilevato l'attività di Mondomago. Sono molto felice per lei, quell'emporio nelle sue mani è già il mio negozio preferito. Complimenti! E come si trova nella sua nuova casa? Come si sente a essere grande, Mr Campbell?».
Gli avrebbe volentieri preso le mani per piroettare sul bancone, per giocherellare, per tenerlo vicino a sé, per strapazzargli una guancia e per portare una sua mano sulla sua di guancia. Si trattenne ancora, impegnandosi con gli articoli che Sheldon aveva selezionato.
«Dunque, abbiamo: un pacco di Pergamena con Intestazione per cinque galeoni e dieci falci, un TrovaDocumento da dieci galeoni e dodici falci, l'Agenda Saturno a sette galeoni e nove falci, un Organizer da scrivania a scale per otto galeoni e cinque falci, il tuo Inchiostro Colorato blu zaffiro a un galeone e un falci meno tre falci perché è il tuo nontiscordardimé - lo ricordo benissimo! -, il Timbro del Commerciante per Mr Campbell a due galeoni e dieci falci, cento Biglietti da visita per il negozio più bello di tutta Hogsmeade per due galeoni e quindici falci ogni venticinque biglietti. In totale sarebbero quarantasette galeoni e due falci, ma hai vinto uno sconto del quindici percento e un bacio, quindi la tua spesa totale è... quaranta galeoni e un falci. Otto lanci, Shay».
Sussurrò quando gli disse del bacio che gli avrebbe voluto dare tra poco e abbandonò le formalità, pronunciando il suo nome con più dolcezza. Appellò una scatolina in legno, posandola davanti a lui e porgendogli il dado in essa contenuto. Sheldon partiva dalla ventisettesima casella: il cinque del primo lancio lo fece avanzare fino alla trentaduesima. Un uno lo portò di avanti di un altro passo. Saltò in avanti fino alla trentasettesima, poi fino alla numero quarantadue. La pedina entrò baldanzosamente nella Casella Premio, attendendo poi di scoprire il numero successivo di cui avanzare. Avanzò indenne di uno, poi di tre fino alla Casella Boccino: qui la pedina inseguì la sferetta di metallo, avanzando di altre due fino alla numero quarantotto. Da lì, due passi la condussero alla Casella Premio numero cinquanta. Infine, gli ultimi quattro passi la consegnarono alla casella numero cinquantaquattro. Mentre il gioco procedeva, la Proprietaria pescò due rotolini di pergamena da un sacchetto, per estrarre i premi cui Sheldon aveva diritto.
«AH! Ora sei il cliente più vicino al traguardo, complimenti! Hai vinto una boccetta di Inchiostro Fruttato a scelta e un Blocco-Appunti. Un altro, mi sa che lo avevi già vinto, vero? Be', diciamo che ti torna utile per tutti i tuoi lavori! Vai pure al Crogiolo, portare Pretzel con te è un po' un problema perché sottrai a Dirac un compagno di giochi e a me la possibilità di fargli le coccole, ma certo, puoi portarlo con te».
Da quel momento, dopo aver seguito Shay con lo sguardo finché non del tutto sparito su per le scale colorate, rimase in trepidante attesa di poter chiudere il negozio. Di tanto in tanto scoccava occhiate furibonde all'orologio che non ne voleva sapere di passare al minuto successivo. Qualche tempo dopo, rimasta sola nella stanza principale della bottega, chiuse la porta e, sorridente e leggera, quasi corse per le scale per tuffarsi sulle labbra di Sheldon. Lo trovò intento a lavorare, ma non si preoccupò minimamente di disturbarlo e di stampargli qualche bacio tra le guance, il naso e la bocca.
«Certo che mi va di cenare da te stasera. Dobbiamo provare un sacco di cose ora che siamo entrambi grandi! Usa pure la Prendiappunti Fedele, sarebbe davvero pessimo se non mi fidassi di un articolo che vendo!».
Ridacchiò, riprendendosi dall'allusione al tempo che avrebbero dovuto recuperare o si sarebbe seduta sulla sua stessa poltrona dedicandosi ben poco all'intervista.
«I Quaderni Bianchi sono nati per un duplice motivo: per primo, supportare e diffondere l'importante messaggio insito nell'opera della Magifotografa Foster e, in secondo luogo, promuovere l'arte della magifotografia. Il motivo alla base, però, in fondo è solo uno: ho personalmente apprezzato le fotografie, il loro significato mi ha colpita e ho ritenuto bello e utile alla società che questo venisse diffuso».
Gesticolò un po' e poi congiunse le mani sulle ginocchia, seduta su una poltroncina davanti a Shay.
«Mmm, le dirò, non ne ho venduti molti: alcune copie sono state acquistate da studenti e studentesse di Hogwarts che hanno partecipato al progetto della Magifotografa Foster, poche altre da coloro che mi avevano fatto giungere la richiesta di questa edizione speciale di quaderni. Ha avuto una bella risonanza tra i più giovani abitanti di Hogwarts, orgogliosi della loro partecipazione, e tra i pochi che hanno acquistato i Quaderni Bianchi perché entusiasti di poter sensibilizzare, aiutando alla diffusione di quelle fotografie».
Scrollò le spalle, mettendosi più comoda per continuare l'intervista.
«Dice bene e la ringrazio. Credo che il ruolo di tutti sia importante, certamente su livelli differenti, ma non sottovaluterei alcuna possibilità per sensibilizzare e diffondere bei messaggi. Nel mio piccolo, ho trovato naturale voler fare da cassa da risonanza all'opera come potevo».
Arrotolando una lunga ciocca di capelli rossastri attorno a un dito affusolato, spostò lo sguardo su Dirac e Pretzie, poco distanti da loro.
«Molto vero! Ho voluto cogliere l'opportunità di far conoscere meglio e diffondere la magifotografia. Il Concorso di Fotografia Magica "Photographus Totalus" potrebbe apparire molto elitario e l'Illustre Rassegna di Magifotografia in vendita al Ghirigoro è certamente un libro di pregio per gli esperti e appassionati del settore... volevo qualcosa di più "accessibile", che trasmettesse semplicemente la bellezza di quest'arte, mostrando il modo immediato con cui essa fa accedere ai messaggi profondi che possono essere insiti in uno scatto».
Sorrise ampiamente quando il professionale Cronista si mostrò dispiaciuto per l'assenza di una sua foto. Accavallò una gamba e sfiorò volutamente la sua, facendo ondeggiare la lunga tunica blu zaffiro.
«Niente da aggiungere, la ringrazio per l'intervista, Mr Campbell. Oh, già! Mi è parso di notare qualche presenza antipatica in più, posso confermare. Sai che ho giusto acquistato dei bulbi di tulipani? E come sta il tuo giardino, piuttosto? AH, potrò venire a curare anche il tuo, vero? Magari non oggi, stasera voglio stare in cucina con te».
Conclusa l'intervista, azzerò immediatamente la distanza tra loro e accantonò (per poco) il pensiero della nebbia e dei tulipani che avrebbe piantato, prendendolo a braccetto solo per gustarsi la vicendevole compagnia.
 
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