| Non era solito lasciare che l’opinione pubblica influisse sulle sue decisioni governative, o dettasse i ritmi della sua agenda. Se avesse dovuto sforzarsi di soddisfare ogni richiesta che raggiungeva il suo ufficio, da parte di cittadini insoddisfatti o associazioni bisognose di attenzioni, non avrebbe avuto il tempo di fare null’altro nel corso delle giornate lavorative al Primo Livello. Una minima parte di questi esposti, forse uno su mille, giungeva però a catturare l’attenzione della stampa, venendo ripresa e rilanciata a gran voce dalle pagine dei giornali. Se la lamentela era particolarmente succosa poteva addirittura comparire nei quotidiani per giorni e giorni (pur relegata via via in una sezione sempre più distante dalla prima pagina). Raramente la denuncia sortiva un qualche effetto concreto, oltre a stimolare il passeggero sdegno dei lettori. L’oblio era l’unico destino ad attenderla, non appena i giornalisti decidevano di staccare definitivamente la spina – il che coincideva, solitamente, con l’apparire di un nuovo presunto scandalo. D’altra parte, non tutte le denunce avevano lo stesso peso, o lo stesso impatto emotivo nel grande pubblico. E il Ministero non poteva permettersi di mostrarsi completamente sordo agli appelli della popolazione. Come Lucius aveva realizzato nel tempo, i danni d’immagine causati anche da piccoli scandali, fermentati in un clima di diffusa insoddisfazione, potevano avere conseguenze gravi e profonde nella fortuna dei politici. Così, di tanto in tanto, qualche concessione andava fatta, indipendentemente che la richiesta fosse giustificata o meno. Queste “discese in campo”, orchestrate abilmente dagli uffici di pubbliche relazioni del Ministero, seguivano un calendario particolare. I periodi a ridosso delle festività si prestavano perfettamente a dichiarazioni e apparizioni pubbliche di impegno sociale: era infatti più facile che i giornali le cogliessero e commentassero, e il clima rilassato e vacanziero garantiva spesso alle iniziative reazioni positive da parte degli opinionisti (e, per riflesso, della popolazione). L’appello che il gruppo “Genitori di Bambini affetti da Spruzzolosi” aveva lanciato a poche settimane dal Natale sembrava il pretesto perfetto per segnare qualche facile punto di consenso. Un’occasione che il Ministro non poteva permettere di lasciarsi scappare, in un momento in cui i quotidiani erano pieni delle illazioni scaturite dalla sua visita a Lumiere in Francia. Aveva bisogno di spostare il focus su qualche altro tema, anche solo per un giorno, e tentare al contempo di riqualificare la propria immagine personale, visto che le ultime critiche riguardavano più la sua integrità morale, che l’attività politica. Una visita natalizia in ospedale a bambini affetti da una malattia sfigurante era il Graal delle notizie scaldacuore: un successo garantito. Dopo aver contattato la Direttrice del San Mungo per assicurarsi che non vi fossero controindicazioni a recarsi nel reparto, il Ministro aveva dunque riunito la squadra dei Direttori, senza incontrare alcuna difficoltà – indubbiamente anch’essi si rendevano conto del potenziale di quell’iniziativa. Lily Luna Pike, Capoclub delle Gobbiglie e proprietaria di un negozio di abbigliamento, si era persino offerta di confezionare i costumi. Il Primo Livello aveva preso contatti con l’associazione e l'ospedale per organizzare l’evento, e l’Ufficio Stampa ne aveva informato i giornalisti, perché potessero essere a loro volta presenti a documentare il fatto. La macchina ministeriale aveva operato con efficienza e così, quell’ultimo sabato prima di Natale, il Ministro e i Direttori trovarono una gran folla ad attenderli nella hall del San Mungo.
Davanti agli obiettivi dei reporter, Lucius si fermò a lungo a stringere mani e a parlare con i Guaritori e, soprattutto, i genitori dei bambini ricoverati. Si mostrò attento alle loro rimostranze, garantendo che l’impegno delle autorità nel supportare la lotta alle malattie che colpivano i loro figli rimaneva ferreo. «Il Morbo Bianco è una sindrome magica che è comparsa dalla sera alla mattina, sconvolgendo la nostra quotidianità. È comprensibile che abbia finito per monopolizzare l’attenzione dei giornali, ma questo non significa che il Ministero abbia dimenticato tutte le altre piaghe – sanitarie, sociali, economiche – che affliggono la popolazione britannica. Migliorare le condizioni di vita e le prospettive dei cittadini di questo Paese – di tutti i cittadini – è l’obiettivo ultimo delle istituzioni politiche: questo è il faro che ha sempre guidato la linea del mio governo. Allo stesso tempo sono convinto che un occhio di riguardo debba essere prestato alle fasce più vulnerabili della popolazione: in primis i bambini, che rappresentano il futuro della nostra comunità, nei quali riversiamo tutte le nostre speranze e i nostri sogni per il futuro. Proprio per questo motivo, dobbiamo assicurarci che ognuno dei nostri ragazzi sia messo nelle condizioni di realizzarsi e di eccellere. Ciò significa garantire loro il diritto allo studio, ma prima ancora il diritto alla salute e ad avere un’infanzia serena. Trascorrere il Natale in un reparto di ospedale è indubbiamente una grande prova per voi, i vostri bambini e le vostre famiglie. Speriamo che la nostra visita oggi possa portare un pizzico di serenità. Vi siamo vicini in questo momento difficile, e vogliamo esserlo oltre le semplici parole. Potete contare su di noi».
La delegazione ministeriale venne quindi accompagnata dai Guaritori verso il reparto dove i bambini affetti dalla Spruzzolosi erano ricoverati. Lungo il percorso Lucius ebbe modo di scambiare ancora qualche parola con Fluriana Atchoo, la rappresentante dell’associazione che aveva lanciato pubblicamente l’appello. Sembrava soddisfatta della risposta del Ministero. Si congedò da lei il tempo necessario per lui e i suoi colleghi a indossare i travestimenti natalizi che Lily aveva confezionato. Così, quando infine apparve di fronte alle vetrate che si affacciavano sulle camere dei piccoli pazienti colpiti dalla malattia infettiva, il volto del Ministro era parzialmente celato da una voluminosa barba bianca. «Oh, oh, oh!» li salutò, sfoggiando un vocione profondo e sventolando la mano. I campanellini che decoravano il costume da Babbo Natale tintinnarono allegramente. «Salve bambini! Come state? Siete stati bravi quest’anno?» Attorniato dai Direttori, il Ministro avrebbe interpretato la parte per tutto il tempo concesso loro dalle regole ospedaliere, chiedendo ai ragazzi quali regali aspettassero per Natale e cercando di donare loro un po’ di buonumore.
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