| Feci l'occhiolino alla mia accompagnatrice in segno di assenso, le rivolsi un sorriso e mi addentrai nella folla. Andò meglio del previsto, ci fu resistenza, ma meno di quella che mi aspettavo, già mi immaginavo preso a calci e pugni, mentre invece, probabilmente a causa della sorpresa, ce ne fu poca. Il fatto che una sonora palpata fosse ormai il mio segno di riconoscimento mi faceva ridere, purtroppo o meglio per fortuna, quella perfetta rotondità stava benissimo nel palmo della mano, non era colpa mia se urlava di essere afferrato, semplicemente io non riuscivo a rifiutare quella sensazionale richiesta.
Devo dire che mi aspettavo più resistenza, ma sono felice che tu abbia riconosciuto il mio tocco...A proposito, è sempre un piacere!
Osservai ad occhi sgranati il corpo sinuoso di lei, era estremamente femminile, mi piaceva il suo animo un po' ribelle, e non sempre femminile, ma quella sera era bellissima, sensuale, femminile come non mai con quei tacchi, il vestito e quel vedo non vedo dato dallo spacco, la stavo letteralmente divorando con gli occhi, ma purtroppo, almeno per il momento, mi dovetti accontentare di mordermi il labbro con una certa enfasi.
Potremmo stipulare una tregua in questa notte di feste, abbiamo due modi: pacificamente o...Combattendo, chissà chi vincerebbe, o chi si arrenderebbe prima, chi si sottometterebbe all'altro...
Gonfiai il petto e strinsi la presa su di lei facendo aderire il suo corpo al mio. Nel nostro rapporto non esisteva un alfa o un beta, eravamo alla pari, entrami dui capobranco che a seconda del momento si lasciavano trasportare dall'enfasi e dal carisma dell'altro, sottomettersi non era minimamente concepibile per entrambi, o meglio non lo era prima di incontrarci...Io lo avevo fatto, avevo lasciato a lei le redini e mai avrei potuto fare scelta migliore, e lei...Lei aveva fatto lo stesso e ciò che venne dopo fu incredibile. Forse, a pensarci meglio, nel nostro rapporto era ci si sottometteva a vincere godendo delle piene e totali attenzioni dell'altro. Sorrisi a quel pensiero e lo spinsi in profondità nella mia mente, sicuro che se Lei lo avesse visto per me sarebbe stata la fine, avrei combattuto, afferrato, morso se ce ne fosse stato il bisogno, ma alla fine non avevo scampo, ormai ero suo e si per lei mi sarei lasciato andare come per nessun'altra. Istintivamente mi guardai il cavallo, ero effettivamente felice, ma ancora dai piani bassi non c'erano stati allarmi rossi e fu li che capii a cosa si riferisse, me ne ero accorto, ma ancora non avevo preso dimestichezza con l'avere una coda.
A quella! Certo, come potrei non esserlo, guarda qui che vampira! Sisi, mi sa che una tregua la firmerei volentieri! Al chiaro di luna s'intende
Alle sue parole risposi con uno sguardo quasi offeso, anni e anni di tediosi balli e lezioni stavano per dare i loro frutti. Afferrai dolcemente la sua mano con la mia, mentre portai l'altra chiusa a pugno dietro la schiena, all'altezza della curvatura lombare. Alto, formale e con lo sguardo serio come raramente lo era stato, alzai la mano cinta alla sua fino all'altezza della sua spalle e piano la accompagnai a centro pista dove una volta arrivato avrei fatto una leggera, ma precisa rotazione facendo perno sul piede interno e trovandomi così esattamente di fronte a lei. Feci un leggero inchino portando la gamba usata per perno un passo indietro, e la mano, ora libera dal delicato contatto con la sua, bassa a toccarmi il petto all'altezza del cuore. Gli occhi non si staccarono mai dai suoi, ancorati come se fosse l'unico spiraglio di luce in quel marasma di rumori e caos; tornai a porgerle la mano
Un lento...Era proprio quello che volevo...Mi concede l'onore di questo ballo?
Se lei avesse accettato avrei avvolto la sua mano nella mia, mentre l'altra, da dietro la schiena, sarebbe passata a cingerle la vita avvicinandola delicatamente, senza troppa pressione a me e sollevandola leggermente, il tanto che bastava da aiutarla nei movimenti mentre io guidavo la danza. Era inutile fare i modesti, ero un'ottimo ballerino, purtroppo anni e anni di noiosa pratica erano penetrati così a fondo nelle mie ossa da rendermi bravo volente o nolente. Senza fretta iniziai a spostare il peso da un piede all'altro unendo i movimenti del mio corpo per farle capire come muoversi, il ritmo della musica mi entrò in testa, lo feci mio e lo usai per isolarmi da tutto il resto che ora era più simile ad un ovattato brusio di sfondo. Gli occhi di lei mi rapirono, letteralmente, quella maschera fece concentrare il mio sguardo nel suo come mai avrei potuto fare a causa delle piacevoli distrazioni portate dal suo bel viso. Più la osservavo più un inaspettato calore iniziò ad irradiarsi nel mio petto, un dolce sorriso si dipinse sul mio volto mentre i capelli di lei si muovevano con il muoversi del nostro corpo, eravamo in sintonia, anche se lei avesse sbagliato avrei corretto la mia postura facendo si che tutto sembrasse naturale e voluto, nessuno avrebbe visto la mia dama sbagliare se mai fosse successo nessuno se ne sarebbe dovuto accorgere, quella serata doveva essere perfetta come lo era lei, e tutti avrebbero dovuto vedere quanto lo fosse e quanta forza aveva la mia piccola ora un po' più grande per i lunghi tacchi. La feci girare su se stessa un paio di volte, per poi riportarla a me, stretta contro il mio petto, avvolta dalle mie braccia. Al termine della canzone un'altra dal ritmo simile, ma ancora più lento prese il possesso della situazione; lasciai ogni formalità e la avvolsi tra le braccia stringendola a me e ballando sul posto.
So che non dovrei dirlo, ma per Odino sei...
Ci pensai un attimo, ancora non avevo trovato un aggettivo nostro, uno che non fosse comune per tutti, ma poi la guardai e subito mi fu chiara la parola che cercavo
Tu...Nora, la mia piccola pazzerella, non c'è complimento migliore che ti possa fare, perché nessuno è come te, Nora è la parola più bella che conosco...
La guardai dolcemente e azzerai la distanza tra le nostre labbra, godendo del calore del suo corpo e di quella delicata melodia che ci faceva da sfondo.
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