Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Ballo di Halloween - Apertura delle danze, Ballo in Maschera

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view post Posted on 31/10/2020, 18:06
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"You can't take a picture of that. It's already gone."

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Il Preside di Hogwarts si era preparato con cura.
La concentrazione che aveva impiegato nei preparativi aveva distolto i suoi pensieri da altre questioni. Il vestito era un soprabito lungo di raso nero, con maniche larghe nella foggia della moda secentesca. La fodera era di seta rossa; uno di quei dettagli che probabilmente Rowan Silva non avrebbe approvato, in quanto storicamente meno accurati, ma puramente estetici. Dolus se l'era concesso come unico abbellimento. L'accompagnatrice che aveva accettato l'invito per quella serata gli aveva anticipato che si sarebbe vestita d'avorio, un colore che si sarebbe sposato bene con la maschera che aveva scelto. Quella era un'altra carenza a livello storico, ma imprescindibile per la sua comodità e praticità, visto che gli era richiesto iniziare l'evento con un discorso (che avrebbe senz'altro mantenuto breve). I dottori della peste secenteschi indossavano quella maschera, caratterizzata da un lungo becco e da dischi di vetro al posto degli occhi, su tutto il viso; si trattava di una forma indispensabile per rimanere a distanza dai malati. Tra i suoi pochi averi di pregio, Irvine B. Dolus possedeva proprio una maschera originale dell'epoca, appartenuta a un suo antenato babbano; purtroppo danneggiata nella parte inferiore, lasciava la bocca scoperta e finiva per coprire soltanto naso e occhi. Più volte, Dolus si era chiesto se fosse stato proprio quel danno a provocare la morte del suo antenato vissuto quattrocento anni prima. La maschera era conservata straordinariamente bene, probabilmente protetta da Incantesimi dalle prime generazioni magiche della sua famiglia che si erano accorte del suo valore, ma Irvine dubitava che qualcuno avesse mai più pensato di indossala. Fissandola sul proprio capo e guardandosi allo specchio, il Preside di Hogwarts osservò come cancellasse qualsiasi traccia della sua identità, scoprendo solo le sue labbra e il mento che aveva provveduto a rasare con cura. Dopo una vita trascorsa senza contatti con il mondo esterno, con quella poteva scomparire di nuovo. C'era qualcosa di incredibilmente rassicurante in quel pensiero, e in quella foggia, che alla popolazione del Seicento, magica e non, avrebbe significato l'arrivo della Peste Nera.
Il male di cui soffrivano gli abitanti di Hogwarts, tuttavia, era Bianco.
Con un fruscio del mantello, Dolus aveva abbandonato l'Ufficio del Preside e aveva percorso tutte le scalinate che lo separavano dalla Sala d'Ingresso, dove gli invitati che avevano superato i controlli ai Cancelli si erano radunati, con le loro maschere e i loro costumi.
Il Preside aveva individuato, tra loro, Nephele Hargrave. Recentemente assunta come Tirocinante, la strega gli aveva spedito una lettera degna di interesse, che li aveva condotti a una lunga conversazione a tarda notte nel suo Ufficio; non di meno, Dolus sentiva che avevano ancora molto di cui parlare, e interessi in comune da scoprire.

- Buonasera, signora Hargrave.

Le aveva detto, sollevando la maschera per farsi riconoscere. Le aveva sfiorato il dorso della mano con le labbra, prima di offrirle il braccio e scusarsi per la fretta con cui la conduceva in Sala Grande. Sfortunatamente, c'era spazio per pochi convenevoli, ma il Preside contava che dopo l'introduzione della serata avrebbero avuto tutto il tempo necessario a conversare e ballare senza ulteriori inconvenienti.
Cento zucche fluttuavano a varie altezze sotto il soffitto Incantato, che mostrava una notte plumbea e nuvolosa. Le candele sospese sembravano ardere con luce meno luminosa, donando alla Sala un'atmosfera più intima e adatta ai festeggiamenti. I grandi camini scoppiettavano con alte fiamme, e quattro tavoli da buffet li affiancavano: piatti e calici dorati scintillavano tra le montagne del cibo preparato dalle Cucine del castello e collezioni di bevande. Vi era un assortimento di vini e liquori, caraffe di succo di zucca e bottiglie di Burrobirra per gli studenti.
Le Sorelle Stravagarie stavano accordando gli strumenti sul palchetto opposto a quello che era stato eretto vicino ai grandi portoni, spalancati sulla Sala d'Ingresso, dove la maggior parte degli invitati mascherati stava passando. Fu su questo rialzo che Dolus si recò, dopo una scusa educata rivolta alla sua accompagnatrice.

- Le prometto che sarà una cosa breve.

Disse a Nephele, lasciandola accanto all'ingresso, dove avrebbe potuto raggiungerla in fretta. Si posizionò al centro del palco, dopo un cenno di saluto alla band, e attese che la folla di ospiti riempisse tutti gli angoli della Sala Grande.
Poi, quando scattò l'ora di dare inizio all'evento, Dolus si diresse la bacchetta alla gola e pronunciò la formula del Sonorus. La sua voce risuonò ad alto volume e le chiacchiere tra i gruppi di invitati si interruppero.

- Benvenuti al Ballo in Maschera di Halloween. Benvenuti a Hogwarts.

Esordì, vestito di tutto punto. La sua voce e la sua posizione nella Sala non lasciavano dubbi su chi fosse; non trovò pertanto necessario rimuovere la maschera.

- Grazie a voi e alle Sorelle Stravagarie, il primo accompagnamento musicale di questa sera, per essere con noi. Auguro a tutti una buona serata.

Inevitabilmente, il suo sguardo viaggiò verso una sagoma nel mare di maschere e vestiti eleganti. Una sagoma accanto a una parete, che si confondeva nella folla. Sapeva che sarebbe stata lì. La mano si mosse contro la parte sinistra del suo petto, in un breve, inutile massaggio, mentre si chinava appena in avanti. Si portò la bacchetta alla gola per eseguire il Quietus e si voltò, mentre gli applausi accoglievano l'inizio dei balli e l'attacco del primo pezzo della band.
Sceso dal palchetto, il Preside di Hogwarts offrì di nuovo il braccio a Nephele e si sollevò la maschera sopra la testa per potersi avvicinare a lei.

- Le posso chiedere questo ballo?

D.
 
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view post Posted on 31/10/2020, 18:47
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Come ogni anno, Matt non vedeva l'ora di partecipare alla festa di Halloween. Si poteva dire che era la sua festa preferita a causa dell'atmosfera cupa ma festaiola che si respirava. Si era preparato accuratamente indossando un completo lungo e nero e dipingendosi sulla faccia qualche linea di tinta scura giusto per impressionare chiunque gli avesse rivolto la parola ma senza pensare di interpretare un personaggio preciso. Dai cancelli si era diretto insieme al resto degli invitati all'interno della Sala Grande dove un uomo mascherato da medico della peste stava per introdurre un discorso. Matt non aveva capito che si trattava del preside Dolus prima che egli iniziasse a parlare ma conosceva bene la maschera che indossava in quanto ne ricordava la particolare forma quando aveva studiato quegli anni mentre attendeva che suo papà concludesse le lezioni all'Università di Cambridge. Una volta che il Preside finì il suo discorso non particolarmente prolisso il Grifondoro fece un applauso rivolgendo il proprio sguardo verso le Sorelle Stravagarie, la prima band che si sarebbe esibita quella sera. Partirono con un brano lento, quindi Matt colse l'occasione per dirigersi verso il buffet in attesa di incontrare qualcuno che conoscesse per scambiare due chiacchiere.

Edited by Matthew Collins - 4/11/2020, 18:34
 
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view post Posted on 31/10/2020, 18:48
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Tom ebbe modo di ammettere a sé stesso che quel completo non sarebbe risultato mai più così…elegante. Sotto certi versi sarebbe sembrato uno di quei fantini babbani professionisti seri e concentrati prima di una gara importante. In realtà, dopo settimane dall'annuncio, il ragazzo ebbe modo di realizzare che nessuno avrebbe mai potuto mettere mezza parola su quella decisione: avrebbe vestito i panni di un Auror totalmente fuori dai canoni, vista la maschera e la coda della lunga giacca che quella sera lo avrebbe fatto somigliare ad un incrocio tra un pinguino e uno Zouwu. Il vestito per quella sera non sarebbe stato nulla di così complicato, in realtà, niente di elaborato: una camicia bianca, un gilet celeste pallido con alcuni ghirigori bianchi e un semplicissimo papillon dello stesso colore per quanto concerne il tronco superiore; dei pantaloni blue navy, una cintura nera in pelle e, per la prima volta, il portabacchetta in cuoio di sua madre: la notizia del Ballo si era sparsa anche fuori Hogwarts, ovviamente, e zia Julienne aveva subito insistito per doverlo indossare quando aveva fatto recapitare il completo attraverso Tropius, il suo gufo reale, affermando che fosse nuovamente ora che quell’accessorio appartenesse a qualcuno della famiglia. Nonostante Tom non avesse avuto tempo per rifletterci, avrebbe accettato quel regalo quasi come un cimelio da custodire a tutti i costi, un oggetto con la sua storia e il suo peso.

Non ebbe neanche il tempo di cercare Fara all'arrivo ai Cancelli, visto il ritardo: tutto ciò che poté fare fu sfilare la maschera per i controlli, mostrare l'invito e partire alla volta del castello.


La Sala Grande era stata perfettamente addobbata per l’occasione: montagne di viveri erano state minuziosamente sistemate dagli elfi su quattro tavoli e le immancabili zucche fluttuanti rinnovavano la loro sporca figura per l'ennesimo anno. Tom non potè altro che sbuffare osservando di sfuggita tutte le portate di cibo e bevande di cui non avrebbe potuto beneficiare. Venne però attirato dalla voce di Dolus - in una veste vagamente empatica - che diede il suo breve benvenuto dando il via alle danze, rendendo quella manciata di secondi surreale.

Dolus che dava il benvenuto? Cosa stava succedendo?

Il Grifondoro fece a tempo a seguire i movimenti del Preside per il rotolo della cuffia e per un istante gli parve di aver visto il nuovo professore di Aritmanzia rivolgersi a qualcuno tra la folla ma come il pensiero era arrivato, se n'era andato. Non aveva tempo di indagare su atteggiamenti sospetti, non quella sera. Tom sfilò la maschera dello Zouwu, sistemando la folta criniera, e con il primo pezzo lento delle Sorelle Stravagarie si mise alla disperata ricerca di Fara.

Edited by Tom Hamilton - 3/11/2020, 22:35
 
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Daniele Burroni1
view post Posted on 31/10/2020, 18:54




Ecco la serata che ho atteso per tutta la settimana,non vedo l'ora di poter stare con Scarlett tutta la sera,magari rimettere apposto il casino causato dalla mia avventatezza,non ho un costume,ma una maschera si,è da morte bianca,un viso senza un espressione particolare che mi mette i brividi eun completo elegante, completamente nero,in effetti se non fosse per la mia pelle abbastanza chiara,al ombra mi mimitezzerei abbastanza facilmente,arrivo al entrata mostro maschera e invito al controllore,di seguito entro in sala grande,vedo il preside,un brivido mi percorre la schiena,"maledetto" penso,mi dirigo verso il buffet e prendo una burrobirra appoggiandomi con la schiena a un muro in attesa di vedere entrare Scarlett
 
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view post Posted on 31/10/2020, 19:21
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Con una nota di timore aveva aperto il pacco che quella mattina sua nonna le aveva fatto recapitare al dormitorio tramite il gufo di famiglia e con ancora più sgomento aveva letto il biglietto.

Mia dolce nipotina, in occasione del gran Ballo di Halloween ho fatto confezionare questo abito per te. Mi ricorda i bei tempi passati e in particolare la sera che ho conosciuto il tuo amato nonno.
Spero che sia di buon auspicio anche per te!
Con amore,
la tua cara nonna


Con le mani tremanti aveva scartato il pacco osservando, sgomenta, la massa di frange che quel vestito possedeva. Delicatamente lo prese tra le mani, tirandolo fuori dalla scatola, cominciando ad ammirarlo. Un vestito da charleston nero e argento, in perfetto stile anni venti, ricoperto completamente da frange che seguivano tutta la sagoma dell'abito. La marcia in più la conferivano i guanti, che lasciavano scoperte le mani, e la delicata fascia da porre intorno ai capelli ornata da una soffice piuma. La nonna aveva pensato anche ai più piccoli particolari, aggiungendo persino una collana di perle che avrebbe dato il tocco finale a tutto l'outfit. Isabelle restò qualche istante ad osservare l'abito, incerta se presentarsi o meno, sentendosi particolarmente sotto ai riflettori. Ormai il “danno” era fatto e aveva persino un accompagnatore, perciò perchè tirarsi indietro? Indossò l'indumento e tutti i suoi accessori, dandosi poi una veloce sistemata ai capelli e applicando un rossetto rosso che aveva tenuto per l'occasione. Si diede un'ultima occhiata allo specchio, ritenendosi più che soddisfatta, e dopo aver sistemato alcuni dettagli si apprestò ad uscire dal dormitorio.

***




Dopo aver mostrato l'invito all'addetto ai controlli cominciò a dirigersi verso la Sala Grande, facendo poi il suo ingresso. Aveva concordato con il suo accompagnatore di trovarsi direttamente alla festa perciò optò per mettersi in un angolo della sala, attendendo l'inizio della festa. I suoi occhi cominciarono a vagare venendo catturati dalle minuziose decorazioni che adornavano il salone e alla moltitudine di cibo preparato con cura dagli elfi domestici – cibo che non avrebbe potuto assaggiare – quando la sua attenzione fu catturata dalle parole del Preside Dolus che diede il benvenuto e dichiarò iniziato il Ballo. Trasse un respiro e si mise in attesa dell'arrivo del suo cavaliere.
 
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view post Posted on 31/10/2020, 20:17
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Il Bandito Cieco.

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*Vorrei questa atmosfera qui
il mondo stasera è così
stanotte è Halloween!
È arrivato Halloween finalmente ed è sempre stata una delle sue festività preferite,sebbene non appartenga alla sua cultura.
Nonostante la festività Kourin vuole indossare un abito della propria cultura e in questo caso un abbigliamento alquanto particolare della propria famiglia(anche se in realtà è un abito che il suo zio Lao Shi Ramenman gli ha fabbricato esattamente come il proprio),un abito alquanto particolare che risponde al nome di:"Il Ramenman Special Style Tangzhuang":Si tratta di uno speciale modello di Tangzhuang(In Cinese:唐装=camicia cinese/abito cinese) oppure Longzhuang(In cinese:龙装=vestito del drago),composto da:Una lunga giacca cinese bianca con sul petto ricamato il Kanji "Chū(中)",che è il primo kanji della parola "Chūgoku(中国)" in rosso,di rosso c'è anche il colletto e i lunghi pantaloni,alle mani indossa un paio di guanti di tela nera dotati di artigli,ai piedi indossa scarpe di tela tipiche della Cina da Shaolin Kung Fu di color nero con calzini rossi.Al volto invece indossa una maschera da ballo nera dalla leggera forma di volto di dragone cinese con tanto di lunghi baffi filiformi che mette in ombra i cupi occhi vuoti.
Dopo aver fatto la doccia ed essersi asciugato,dal baule estrae il Ramenman Special Style Tangzhuang e la maschera e per completare il tutto tiene nella mano sinistra una perla,in riferimento alla tradizionale perla che i dragoni cinesi portano tra gli artigli della zampa anteriore(Kourin la tiene a sinistra perché è mancino) e ovviamente l'invito.
Dopo essere uscito dalla sala comune risale il sotterraneo verso l'ingresso ma dovendo farsi riconoscere toglie la maschera per farsi vedere in volto* Buonasera sono Kourin Uchiha *Mostra l'invito e una volta risolto tutto fa un inchino di saluto ed entra nella sala grande rimettendosi la maschera* ohhhh *esclama meravigliato dai splendidi addobbi festivi a tema.Guardandosi attorno nota già diverse persone ma lui era venuto da solo perciò si avvia verso i tavoli delle cibarie e da lì osserva le persone magari in cerca di una partner per ballare.Anche se originariamente c'era una persona che voleva invitare ma....*
 
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view post Posted on 31/10/2020, 20:22
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Mi ero preparato con cura a quella serata, costume, vestito, tutto era perfetto. Attaccai la coda da lupo che saltuariamente si muoveva poi mi portai davanti allo specchio e dopo essermi dato un'ultima occhiata mi misi la maschera che immediatamente fece delicatamente presa sul volto rimanendoci attaccata. Come ultima cosa, ma in realtà la più importante presi il piccolo pacchetto dal comodino e lo misi nella tasca interna della giacca, li dove non l'avrei mai potuto perdere. Mi incamminai verso la sala grande salutando man mano chi incontravo e conoscevo complimentandomi per i costumi, arrivato alla grande porta rimasi in attesa della mia accompagnatrice, una volta arrivata l'avrei salutata e le avrei fatto i miei complimenti per il costume, anch'esso da lupo mannaro, la avrei porto il braccio e insieme saremmo entrati.
Vuoi qualcosa da bere o ci facciamo un giretto?
Avevamo tempo per bere e mangiare, ma per cavalleria avrei lasciato a lei la scelta di cosa fare
 
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view post Posted on 31/10/2020, 20:32
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Kirsten era entusiasta per la serata. Si era alzata presto per accurare tutti i dettagli. Alle 16 precise decise di iniziare a truccarsi. Da che mondo e mondo una donna ci mette sempre una vita. Il trucco di Kirsten consisteva in sopracciglia molto spettinate fatte di proposito e un colore grigio sulla palpebra. Gli occhi verdi spiccavano più che mai. Indosso i suoi pantaloni neri aderenti e in suo vestito. Un gufo da parte della madre le aveva portato un paio di stivali fino a sotto il ginocchio pieni di pelliccia grigia chiara. Mise il cappuccio e si osservò allo specchio. Prima di uscire indosso il suo mantello bianco con i bordi sottili in pelle sempre bianca e grigia. Si osservò e abbassò un po il vestito sopra al ginocchio e uscì dal dormitorio. Beh solo due ore neanche tanto. Si sistemò i capelli sulle spalle e si avviò in sala grande. Davanti all'ingresso trovo il suo accompagnatore e gli sorrise. "Grazie Erick, facciamo un giro ti va?" disse Kirsten mettendo il suo braccio sotto a quello del ragazzo. Entrarono in sala grande e la studentessa salutò l'amico daniele con un sorriso e poi torno a guardare erick.
 
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view post Posted on 31/10/2020, 20:40
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Matthew aveva deciso di vestirsi elegante, ma allo stesso tempo mascherato. Il vestito era arrivato quella mattina esatta tramite gufo dai suoi genitori, i quali gli avevano preso un completo nero, con camicia bianca dai bordi verdi e argento, molto elegante. Le scarpe di vernice e i guanti anch'essi neri, insieme alla maschera, completavano l'opera di quello che era un semplice ma formale completo per quel ballo.
La maschera, in particolare, di un bianco perlaceo, che gli avrebbe nascosto la metà sinistra del volto, era riccamente decorata di intarsi dorati e argentati attorno alla zona dell'occhio e della metà della bocca che copriva. Non era nulla di estremamente sfarzoso, a casa avevano maschere ben superiori in fattura e sfarzo, ma Matthew aveva chiesto espressamente di mandargli quella essendo la più semplice che possedevano e i suoi genitori non avevano fatto domande: conoscevano bene il figlio e, anche se desiderava essere sempre elegante e ordinato, sapevano che non gli piaceva avere troppi galeoni addosso. Specialmente non a scuola.
Gli era stato da loro di trovarsi una dama.. più facile a dirsi che a farsi per il Serpeverde, che era sempre stato abbastanza riservato e sulle sue, che faticava spesso anche ad aprirsi quanto bastava con semplici amici o conoscenti, figurarsi se doveva invitare una ragazza al ballo.. probabilmente lo avrebbero scambiato per un Petardo Cinese in forma umana. Era arrivato davanti ai Cancelli aspettando il suo turno per entrare e con l'invito in mano, ancora senza una dama da portare a ballare. Chissà, magari avrebbe trovato qualche ragazza da sola, sperando di riuscire a farsi abbastanza coraggio, a cui chiedere un ballo. Non si poteva definire un grande ballerino, ma gli era stato insegnato qualcosa come si confaceva, secondo la sua famiglia, ad un Purosangue. Dopotutto non poteva permettersi di andare in giro a calpestare piedi a destra e a manca no?
Quando era stato il suo turno aveva fatto un passo avanti, consegnando il suo invito, e aveva superato i Cancelli.



Quando entrò nella Sala d'Ingresso, dove il Preside Dolus arrivò di lì a breve, permettendo loro di fare il loro ingresso nella Sala Grande preparata per l'occasione. Il vestito di Dolus faceva risultare il suo particolarmente semplice, non gli dispiaceva l'abbinamento se doveva essere sincero, e la maschera era alquanto interessante.
Quando fu dentro, insieme agli altri, iniziò a guardarsi attorno. L'atmosfera era particolare e i tavoli pieni di cibo, chissà che lavoro dietro, e le Sorelle Stravagarie pronte ad esibirsi per il loro divertimento. Attese le parole del Preside, che diede loro il benvenuto, mentre cercava volti noti. Vide qualche altro Serpeverde, Daniele - il quale non sembrava affatto contento di vedere il Preside e Kirsten. Fece a tutti dei cenni di saluto, sorridendo, per poi applaudire al termine del discorso di Dolus insieme a molti altri. Se doveva essere sincero il metodo instaurato dal Preside riguardante i voti e l'Arena non gli dispiaceva per nulla.. era giusto che loro, essendo studenti, dovessero studiare. Era loro compito dopotutto. E una sana possibilità di duello era qualcosa di eccitante. Non capiva onestamente l'astio di Daniele.
In ogni caso, una volta che la folla fu libera di disperdersi, si avviò lentamente anche lui verso il buffet, agguantando una tartina e guardarla con rammarico al pensiero che non avrebbe potuto godersi nè il cibo nè le bevande per colpa del Morbo.. eh non poteva farci nulla purtroppo. alzò la mano a mo' di saluto verso il Tassorosso per poi dire. < Tutto bene? > Avrebbe atteso la risposta, mettendo giù la tartina che non avrebbe potuto comunque sia consumare, continuando a guardarsi attorno in cerca di gente che conosceva. Sarebbe stata una serata divertente.

Edited by Matthew_Jackson - 3/11/2020, 22:32
 
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Nephele.
view post Posted on 31/10/2020, 22:37




Trema su ’l bianco ed affilato volto
L’aleggiar d’un sorriso.


Il suo pomeriggio era cominciato risvegliandosi nell'appartamento di Josephine dopo due ore di sonno rigeneratore. Aprendo gli occhi chiari, aveva trovato l'amica già armata di pinze e pinzette, nonché pennelli per il trucco, a cui Nephele dovette fuggire alla velocità della luce per non essere accalappiata. Infatti, Josephine non ebbe la meglio e per quanto inizialmente rimase imbronciata, alla fine non riuscì a togliersi un sorriso tutto denti dalla faccia.
Nephele era decisamente confusa dal fare dell'altra. Non era solita indossare abiti eleganti e, soprattutto, da strega. Preferiva delle linee più dritte che mascheravano il suo corpo ossuto, per lo più maschili, ma in alternativa, se proprio non ne poteva fare a meno, sceglieva anche vestiti da strega molto semplici dal sapore un po' antico che contribuivano a darle un'aria ancora più severa di quella già fornita dal suo volto, molto spesso fermo in un'espressione piatta e rigida. Sembrava quasi sempre annoiata, eppure era anche molto ironica e se la si vedeva arricciare le labbra in un sorriso – molti dei suoi sorrisi erano impacciati e poco eleganti – era perché stava trattenendosi dal fare qualche commento sarcastico.
Josephine, prima di accompagnarla fino ad Hogsmeade, le aveva prestato un mantello nero da mettere sopra all'abito scelto praticamente all'ultimo per l'occasione. Fino a poco prima del Ballo in Maschera, Nephele era certa di vestirsi in una maniera ben precisa e aveva anche scelto il suo personaggio: Remus Lupin. Avrebbe interpretato il mago licantropo indossando uno dei suoi completi maschili con una giacca di tweed e ad esso avrebbe associato una maschera a forma di muso di lupo e una pelliccia grigia da mettere sulle spalle. Niente di troppo diverso dal solito e dal quotidiano e forse per questo la sua amica Josephine, sua madre e sua nonna, erano felici che avesse cambiato idea così drasticamente. Lei continuava a rimanere confusa.
Presentandosi ai cancelli agli addetti alla sorveglianza, Nephele, oltre all'invito al Ballo di Halloween estratto da una tasca della gonna dove aveva infilato anche la bacchetta, esibì il suo volto pallido, delle palpebre velate da un tocco scuro che in realtà erano occhiaie e un rossetto rosso rubino, unico tocco di colore. Coperto il viso a metà con la maschera per nulla abbinata all'abito, Nephele si era diretta alla Sala d'Ingresso, dove ad attenderla c'era il suo accompagnatore, il Preside Dolus.
Il perché avesse cambiato idea all'ultimo sull'abito era dovuto proprio al fatto che fosse stata invitata da lui. Quel gufo l'aveva decisamente stupita, ma le buone maniere implicavano che dovesse accettare, visto che nessun altro le aveva avanzato la stessa proposta e siccome era sprovvista di un cavaliere fu praticamente costretta a dire di sì e a presentarsi in abiti migliori di quelli consueti.
In realtà, si era soffermata al pensiero di un Remus Lupin accompagnato ad un altro mago e questo aveva fatto ridere lei e Josephine a crepapelle. Se non avesse dovuto fare ancora tanta strada nella sua carriera, se fosse stata anche solo Tirocinante da più tempo, Nephele avrebbe sfidato ironicamente il Preside, aspettandosi una pronta reazione dal Settimanale delle Streghe – una volta arrivata alla Sala d'Ingresso si maledisse per non averlo fatto. Tuttavia, decise che sarebbe rimasta elegante e formale, così dovette cedere ai brutti pizzi e agli abiti di sua nonna, ma per sua fortuna Cassandra e Isolde avevano tirato fuori da uno dei bauli di famiglia qualcosa di abbastanza sobrio, che la strega accettò di buon grado di indossare.
Il suo abito era, come tutte le sue mise, antico. Generazioni di Hargrave avevano vissuto quel vestito per occasioni importanti, ricevimenti e matrimoni. Era stato tenuto con cura nei bauli di casa, era stato anche riparato sull'orlo della gonna, ma questo manteva comunque un certo fascino. Di un avorio opaco, era un abito in stile elisabettiano impreziosito da ricami dorati ed ecrù con degli inserti in perle, abbinati alla collana e agli orecchini. Aveva indossato anche delle scarpe non troppo alte per evitare di svettare abbondantemente oltre il suo già importante metro e novanta. La sua maschera, che copriva metà volto e lasciava scoperte le labbra rosse, era l'unico punto stonato perché di maschere belle ed importanti non ce n'erano molte tra gli averi degli Hargrave da abbinare agli abiti e, quindi, dovette accontentarsi di una maschera nera, semplice e con qualche decoro in perle, anch'esse nere. In realtà, la maschera fu una delle poche cose che scelse di sua iniziativa.
In fin dei conti, non aveva fatto nulla ai corti capelli chiari o al viso a parte quel velo di rossetto, ma Nephele con solo quell'abito e quei gioielli addosso sembrava addirittura femminile, anche se dal modesto scollo squadrato emergevano le clavicole pronunciate, un paricolare decisamente poco fine e armonico per il corpo di una donna.
Arrivata alla Sala d'Ingresso circa un quarto d'ora prima come d'accordo con il suo accompagnatore (era stata puntuale e non lo aveva fatto attendere) e abbandonato il suo mantello da qualche parte, lo stupore colse gli occhi di Nephele nell'inquadrare il Preside mentre, dirigendosi verso di lei, si toglieva la maschera per quel tanto da permetterle di riconoscerlo. Lei si bloccò sul posto per un istante, poi fece un passo nella sua direzione, togliendosi anch'ella la sua maschera per qualche breve secondo, il tempo di mostrargli un sorriso sghembo prima del baciamano altrui.

«Buonasera, Preside».

La replica al saluto era giunta con un cenno del capo molto accennato per accettare le sue scuse sulla fretta. Adagiò le dita nell'incavo del gomito del suo cavaliere e lo seguì nella Sala Grande mentre una serie di pensieri affollavano la sua mente. Cercava anche di spiarlo di sottecchi, non tanto per cercare particolari sul suo viso, dato che era mascherato, ma sul suo abito o allargando appena le narici nel cogliere qualche fragranza.
Non poteva negare che il travestimento del Preside l'avesse colta di sorpresa e anche di questo ne avrebbe riso con Josephine, come non poteva negare che per qualche attimo sarebbe voluta sparire dentro qualche botola per recuperare i materiali per comporre il suo vestito da Remus Lupin. Ma alla fine sarebbe stata al gioco e il suo sguardo non prometteva nulla di buono, quindi anche ad un evento sociale di quella portata, Nephele, che non era solita ai balli e alle feste, si sarebbe divertita in qualche maniera.
La sua attenzione venne catturata dalle decorazioni della Sala Grande, una volta dentro, dunque si distrasse dal pensiero che quel tocco di rosso sull'abito del Preside qualcosa doveva pur dire. Non avrebbe messo qualcosa di così vistoso a caso, quindi reputò dovesse essere un tocco stravagante o un modo per attirare l'attenzione.

Una sfida.

Anche lei usava colori e simboli per lanciare messaggi.
I suoi occhi si erano stretti a fessure nel pensarlo mentre annuiva distrattamente al Preside, che si allontanava per dare il via alla serata. Lei attese il ritorno del suo accompagnatore all'ingresso del grande ambiente, quello che di tanto in tanto in quel periodo le toccava pulire tra le mansioni da Tirocinante.
Trasse un sospiro di sollievo nell'udire il discorso più conciso della storia. Se avesse dovuto restare lì impalata ad ascoltare qualcuno per minuti o quarti d'ora, Nephele si sarebbe gettata al tavolo degli alcolici con lo scatto di un gatto. Invece andò bene a tutti: la festa era iniziata senza tanti fronzoli e le Sorelle Stravagarie suonavano il primo brano.

«Le posso chiedere questo ballo?» chiese lui.
«Tutti quelli che vorrete, se mi concederete per questa sera sprazzi di leggerezza» disse lei.

Sollevò la mano per farsela afferrare, così che il mago la conducesse in pista.
Nephele non era solita ballare, ma aveva imparato a farlo per buona educazione. Doveva essere pronta ad eventi mondani di questo tipo, doveva essere una brava accompagnatrice. E sua madre avrebbe voluto le foto di quella sera, anche solo per rinfacciarle a vita che era in grado di stare al passo con la società, ma la strega preferiva sempre fare di testa sua.
La sua idea era che questo tipo di eventi fossero uno spreco di tempo per chi si conosceva già, però per chi come lei non aveva contatti veri e legami di qualche tipo fosse qualcosa di particolarmente azzeccato per conoscere gente nuova, farsi conoscere a sua volta.

«Ad esempio, dopo mi fareste compagnia nel mangiare una fetta di torta di zucca, seduti per terra?»

Assottigliò lo sguardo nello scrutarlo da dietro la propria maschera, ora che lui aveva tolto la sua.
Ce n'erano di cose che avrebbe voluto chiedergli. Scelse la più banale.

Edited by Nephele. - 4/11/2020, 13:46
 
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view post Posted on 1/11/2020, 08:39
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L'impresa titanica di Giulia Swan aveva seminato due gocce galeotte di rosso sul pavimento della sua stanza e la diciassettenne le aveva lasciate lì dov'erano, sperando di spaventare o esasperare le sue compagne di stanza. Che ipotizzassero l'uccisione di qualche essere sulla Torre di Grifondoro o si accorgessero subito che si trattava di pittura, alla Swan proprio non importava, presa com'era dalla sua creazione. Aveva raggiunto i Cancelli con notevole agilità, mancando alla sua aspettativa di inciampare più volte e sanguinare per davvero; sarebbe stato un peccato per tutto il lavoro che aveva fatto e poi avrebbe irrimediabilmente macchiato la reputazione del personaggio che interpretava.
I riccioli rossi rimbalzavano sulle sue spalle ad ogni passo, le ciocche davanti raccolte in due sottili trecce che le lambivano l'acconciatura dai lati, per poi riunirsi dietro la testa in una mezzacoda fiammeggiante; il viso, illuminato da due orecchini di rubini pendenti a forma di goccia, era ulteriormente messo in risalto dal rossetto carminio e dall'eyeliner dorato che tracciava due sottili linee ad allungare lo sguardo, incorniciato dal mascara.
Non aveva indossato alcuna maschera, perché aveva imparato ad odiarle per bene dopo la Notte Nera e anche perché, a dirla tutta, la sua cicatrice sulla guancia destra sarebbe calzata a pennello nel ruolo di quella sera. Nella folla di maghi e streghe fuori dai Cancelli di Hogwarts, Giulia Swan aveva vagato con lo sguardo smeraldino alla ricerca del suo accompagnatore, la mano stretta sull'elsa della spada di cartapesta che aveva tanto fieramente costruito e spennellato di tante tonalità di rosso sulla punta, prima di aggiungerla al suo outfit con una cintura porta-spada marrone. Quello era stato, in verità, il punto più critico del suo costume: tutto il resto era frutto di un lavoro di circa due giorni, su cui la nostra avrebbe volentieri fatto propaganda, tanto ne andava fiera. Aveva ripescato il suo abito del Gran Ballo di qualche anno prima e gli aveva cucito addosso dei ricami dorati, arzigogolati a mo' di disegni, di quelli eleganti che aveva visto nelle immagini dei libri di Storia della Magia. Il risultato era un abito bordeaux lungo fino alle caviglie, con lo scollo a cuore dal perimetro ricamato in tonalità dorate, le maniche che, lasciandole le spalle scoperte, andavano ad aprirsi per terminare in larghi cerchi dal bordo dorato e il corpetto aderente al busto, fino ad essere spezzato dalla cintura marrone che fungeva da porta-spada. Di lì, la gonna scendeva fino a mostrare gli stessi ricami dorati lungo tutto l'orlo. La bacchetta era infilata, insieme alla finta spada insanguinata, nel fodero marrone della stessa, ben incastrata così che a tirarla fuori potesse essere solo la padrona. Certo, la giornalista aveva tenuto conto del fatto che il freddo avanzava e, quindi, per evitarsi una brutta influenza, aveva abbinato al vestito un mantello carminio, appuntato sul petto da una spilla: si trattava del ciondolo che le aveva regalato Robert Harrison e che, appartenuto alla famiglia di stirpe Grifondoro del ragazzo, era a forma di G dorata - che doveva stare per "Grifondoro", ma che secondo il Tassorosso stava invece per "Giulia" - e un piccolo leone si arrampicava attorno alla lettera, marmorizzato in quel movimento e illuminato da un rosso vivo. La Swan aveva abilmente trasformato il ciondolo in una spilla e lo aveva utilizzato per appuntarsi il mantello, che adesso ondeggiava insieme ai suoi riccioli passo dopo passo.
Trovato Jack Allan Wilkinson in mezzo alla folla di maschere fuori dai Cancelli, la nostra gli si era avvicinata, guardinga sui tacchi dorati per evitare di farsi notare con una clamorosa caduta. Gli aveva lasciato un bacio a fior di labbra, così leggero persino da far venire il dubbio che fosse davvero accaduto. — Che piacere vederla, signor Wilkinson – lo aveva salutato, un sorriso sinceramente contento sulle labbra. In breve tutta la folla si era spostata in Sala Grande e lì era iniziata la vera magia: zucche e candele fluttuavano sullo sfondo del soffitto incantato, nella performance più bella che Hogwarts sfoggiava, a parer suo, in tutto l'anno. Quel flusso di gente non poteva che rallegrare la Grifondoro che, presa dal fiatone per quei pochi passi frettolosi che aveva fatto trasportata dalla folla, era rimasta incantata da quella Sala Grande così viva, così gremita della Magia che gli Hogwartsiani si stavano riprendendo con le unghie e con i denti: non la magia delle loro bacchette, quella degli incantesimi e dei libri di scuola, ma quella dei loro cuori, che da poco avevano rischiato di perdere. Lo sguardo speranza della giovane, però, non era poi troppo impregnato di questa positività, anzi ronzava vagamente allarmato tra la folla, alla ricerca del volto del loro nuovo Preside, quello così poco familiare di cui lei e Sheldon Campbell avevano discusso sull'Espresso per Hogwarts. Sperava che Sheldon ed Eleanor fossero lì, da qualche parte, a fare da pilastro alla piccola cerchia di persone di cui sapeva di potersi fidare; e lì, esattamente un attimo prima che le Sorelle Stravagarie lasciassero spazio al Preside di Hogwarts, la mano della Swan scivolò discretamente in quella di Jack e la strinse forte, attenta a non farsi scappare la terza colonna di quella sua elitaria cerchia della fiducia.
Quando il Ballo ebbe effettivamente inizio, Giulia non sapeva se fosse sollevata dalla fine del discorso - seppur breve - del loro Preside o nervosa per l'inizio di un evento così promettente. Più grandi erano le aspettative, d'altronde, più insistente sarebbe stata la loro delusione. Storse il naso, cercando di scacciare quei brutti pensieri, mentre incastonava le iridi smeraldo in quelle altrettanto verdi di Jack, in un gesto spontaneo e abitudinario, eppure sempre ugualmente emozionante. – Allora, hai indovinato da cosa sono vestita? – domandò, inarcando le sopracciglia con espressione divertita.
Il suo costume era quanto di più simbolico aveva potuto immaginare, era quello che avrebbe voluto essere in ogni situazione e ciò che si augurava di essere, credendo che potesse rivelarsi l'unico modo per sopravvivere alla situazione così ambigua che si era creata nella società magica. Era, in fondo, ciò a cui era fiera di appartenere e che, giorno per giorno, bruciava sempre più nel suo petto, proprio dietro lo sterno, a tanto così dal cuore.

You might belong in Gryffindor, where dwell the brave at heart, their daring, nerve, and chivalry set Gryffindors apart.

 
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view post Posted on 1/11/2020, 11:38
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Davanti lo specchio, aveva finito di stendere con movimento fluido il rossetto color Vino facendo attenzione a non dimenticare nessun angolo delle labbra ripulendole da eventuali errori e sbavature, allo stesso modo utilizzò del lucido e con cura andò a tracciare tramite lucida labbra rosso sangue dei rivoli che andavano a scivolarle dalle labbra copiosamente. Il resto del trucco era stato fatto già un quarto d'ora prima, scuro e spesso sugli occhi dopo aver passato della cipria che avrebbe reso il proprio incarnato ancora più pallido. Aveva sparso del finto sangue in giro tra viso, collo, scollatura e mani, come a voler indicare si essersi appena cibata. Alla fine, dopo una moltitudine di ripensamenti aveva deciso di buttarsi sul classico ed impersonare un vampiro. Semplice, elegante, un classico intramontabile. Aveva avuto qualche leggera difficoltà ad infilare il vestito che si era fatta spedire da casa. Si trattava di un abito in stile vittoriano completamente nero composto da un paio di strati. Innanzitutto c'era una sottoveste le cui rifiniture avevano del pizzo, sottoveste visibile attraverso le spaccature del vestito principale su cui si trovava altro pizzo dai fini ghirigori ma che permetteva di intravedere attraverso la sua trama la sottoveste che le solleticava le cosce e le calze nere autoreggenti che le avvolgevano le gambe. La parte superiore dell'abito si affusolava sul suo busto seguendone le forme sinuosamente, ancorato al corpo della diciassettenne da alcuno fini bottoncini che terminavano in una generosa, ma non volgare scollatura. Le maniche lunghe erano aderenti per la maggior parte dell'abito per poi iniziare ad allargarsi in prossimità del gomito in un taglio a campana dove anche li vi era un inserzione di pizzo da cui intravedere le braccia sottili fasciate da quanti a rete che richiamavano una ragnatela, legati alla mano tramite un unico foro da cui passava il dito medio. Le unghie erano laccate di rosso, lo stesso colore del sangue che le colava addosso, i capelli erano lasciati liberi a ricaderle leggeri sulle spalle, la frangia spostata lateralmente sulla destra in un'onda morbida, alcune ciocche sopra le orecchie tirate delicatamente all'indietro intrecciate, a raggiungerle il retro della testa fermate dal fermaglio a forma di pipistrello che sbatteva le ali di tanto in tanto. Incalzate le scarpe con tacco alto affibbiandosi il cinturino intorno alla caviglia, quindi aveva preso la maschera dai delicati arabeschi maggiormente vistosa ed elaborata su un lato del viso rispetto all'altro più sottile. Pigiata delicatamente sul naso, e questa si attaccò al suo viso aderente. Sorriso al proprio riflesso dando un ultima passata di trucco sulle ciglia e le labbra, decisa ad esagerare per una volta rispetto al proprio standard. Si spruzzò un'abbondante dose di profumo alla Mora senza esagerare ma per far si che permeasse su abiti e capelli, consapevole che anche la collana avrebbe fatto la sua parte. Quindi aveva ravvivato i capelli, sistemate alcune pieghe sul vestito e muovendosi divertita suo tacchi raggiunto il baule dove recuperata la bacchetta ed alzato il vestito, l'avrebbe infilata tra la calza e la pelle consapevole quella sarebbe rimasta immobile a meno che non avesse tolto la calza. Soddisfatta quindi si era spostata con la collana in stile vittoriano, un vero e proprio choker tra le mani andando alla ricerca di Lyonel nel dormitorio maschile salutando i presenti con estrema nonchalance.
-A i u t a m i ti prego. Con questa roba addosso sento di non potermi muovere troppo agevolmente.
Aveva agitato l'articolo davanti il suo naso lasciandolo tra le sue mani, quindi gli aveva dato le spalle e sollevò con le dita i capelli per agevolargli il compito di sistemarle la collana intorno al collo. Avrebbe atteso paziente per poi voltarsi in direzione dell'altro e fare una mezza piroetta scenica facendo svolazzare l'abito poggiandosi le mani sui fianchi.
-Allora? Non mi dici niente? Come sto?
Lo aveva incalzato ancora percependo il profumo di rosa scaturire dalle proprie labbra grazie al rossetto preso da Mondomago, si era sporta al volo per sistemargli una piega del vestito che aveva notato poco prima per poi attendere l'altro, e sollevando leggermente il vestito gli aveva mostrato, allungando una gamba verso l'esterno la scarpa con il generoso tacco, che di base avrebbe dovuto intuire visto quei centimetri in più che l'asiatica aveva trovato grazie alla calzatura.
-Questa roba è fantastica, non fanno cadere neanche un impedita come me.
Aveva sentenziato euforica sedendosi a bordo letto in attesa ciondolando la testa da un lato all'altro facendo dondolare gli orecchini scuri e pendenti in attesa. Una volta pronti entrambi lo aveva incitato a seguirla fuori dalla sala comune intenzionata a raggiungere quanto prima l'evento.


Una volta terminati i controlli per poter prendere parte al ballo presentando l'invito precedentemente richiesto e sfilato la maschera, per poi rimetterla subito dopo, aveva preso il braccio di Lyonel ancorandosi allo stesso entrando all'interno della Sala Grande iniziando a guardarsi intorno curiosa di scorgere ogni singolo costume e provare a riconoscere chi ci fosse stato sotto la maschera. Si fermò mantenendosi poggiata alla Recluta ascoltando il ... coinvolgente discorso del preside inarcando un sopracciglio scettica sporgendosi verso l'orecchio dell'altro.
-Loquace, non trovi?
Scosse il capo per poi agitarsi al fianco dell'altro all'iniziare della musica strattonandolo appena energica, decisa ad ignorare il costante desiderio di voler tirar fuori la bacchetta ed usare la magia. Il suo sguardo si spostò su una zucca vagante che si ritrovò sopra la testa e che seguì con lo sguardo incrociando anche qualche candela dalla luce flebile.
-Cosa vogliamo fare? Io non posso mangiare ma ti accompagno volentieri al buffet se vuoi prendere qualcosa. Ma... Sappi che non scappi, dobbiamo ballare.
Disse quindi con vago tono di minaccia sebbene il sorriso divertito facesse ovviamente intendere stesse giocando. Avrebbe lasciato a lui la scelta, mantenendo la mano stretta al suo braccio in attesa mentre di tanto in tanto continuava a guardarsi intorno curiosa ed estasiata alla visione di tutti quegli abiti e maschere, mordendosi il labbro inferiore, in quel momento sarebbe stato fantastico fare qualche foto, ma per una volta, era li per partecipare ai festeggiamenti e non per fare da cornice.

Edited by Nora Foster - 1/11/2020, 21:03
 
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view post Posted on 1/11/2020, 11:49
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Erano arrivate insieme dai Cancelli, quattro diverse andature. Avevano superato il riconoscimento, consegnato l'invito, andandosi incontro a vicenda e probabilmente sorriso almeno intimamente per l'effetto finale estetico ottenuto. Otto calzature, altrettanti echi sulla pietra dell'Ingresso. Vi era già una discreta folla di studenti che avanzava e a tratti spintonava eccitata per l'evento, ma quattro persone che arrivassero una di fianco all'altra come un unica prima linea in avanti, fecero voltare diverse di quelle teste...soprattutto quando vi posavano poi gli occhi sopra, e capivano.
La Notte di Samhain.
Solo una serata così unica e sovversiva a modo suo, poteva aver congiunto gli astri perché diversi fatti accadessero. Come Trish che passava un effettiva mezz'ora allo specchio per rifinire i contorni del suo aspetto. Lei che si presentava davanti a tutti, senza rifuggire l'attenzione che avrebbe comportato, sicura dietro alla maschera. E quattro Caposcuola che si mettevano d'accordo per fondersi in un fronte unito e compatto, almeno con le apparenze, che spesso però erano solo l'inizio. Su quell'ultimo punto, sentiva di aver innescato la miccia con quel suo Gufo.

"..anche se la competizione tra le nostre Case è la spina dorsale su cui si regge Hogwarts, per noi lo è anche vegliare sulla vita studentesca di tutti.."
"..un confronto...pensavo che noi dovremmo farci vedere più...salde. Punti di riferimento certi."
"...come i Fondatori, quando almeno su una cosa furono d'accordo, creare Hogwarts."
"Sembreró presuntuosa. Ma..sì, lo sono."


Nello stesso momento, era forse possibile che simili pensieri si stessero già mettendo in moto nelle altre tre Ragazze? Da come le avevano risposto, pensava di sì. E se un tempo remoto era stata la sua Casa a fare un passo indietro dall'alleanza, quella sera ci aveva tenuto particolarmente ad essere la prima puntuale al loro appuntamento. Aveva fatto rintoccare terra al bastone nero lucido da passeggio in una mano, non appena le aveva riconosciute, al volo. Quello era lo scopo, mentre molti lì si affaccendavano per mascherare identità e mescolarsi alla folla, loro ne avevano scelte quattro inconfondibili, quasi a esporsi e indicare a tutti dove trovarle. Lì, per loro.
Un mantello fluttuante talmente fine da sembrare impalpabile la circondava come un essenza di fantasma, il pallore tornava nell'incarnato privo di trucco della Norvegese, nei guanti bianco perla aderenti fin oltre i gomiti, nei capelli tirati del tutto all' indietro e completamente bianchi grazie a quell'accessorio magico. Vestiva pezzi di indumenti maschili, ma simili a quelli dei fantasmi sembravano sbiaditi, una lunga giacca bianca stile vernassa medievale, la cravatta nera, i pantaloni di un tweed scozzese verde cupo. La maschera che le arrivava fino al naso era sottile e increspata, la sua superficie percorsa da un motivo a squame di serpente quasi fosse una muta interrotta dalla sua pelle. Le labbra, libere, si tingevano dell'unico trucco scelto: un rossetto color violaceo, un malva più realistico per un morto annegato che per una ragazza al Ballo, in contrasto con tutto il resto. Così aveva adattato e reso omaggio al "suo" Salazar Serpeverde. Fermó il passo e il movimento del polso sul bastone e al collo le tintinnó un curioso ciondolo, un lucchetto che pareva fatto di ossicini d'osso, ricordava una serratura... Erano arrivate in Sala Grande. Se l'impatto delle loro immagini insieme non fosse bastato, sul bavero della giacca era chiaro il simbolo di una S ricamata in filo d'argento, nello stesso corsivo scelto dalle iniziali delle altre tre, alle quali ora rivolse l'occhiata soddisfatta di chi ammira ogni dettaglio nelle compagne e la sfumatura ironica del tono di chi pregusta una serata Imprevedibile..
< Siamo qui, signori Fondatori... Non trovate che l'abbiamo fatta proprio bene, questa Sala? Avevamo gusto da vendere allora.>
Percorse con lo sguardo l'alto soffitto decorato mentre la Maschera-Direttore di quel Ballo dava il via alle danze, focalizzandosi su di esso un momento come ipnotizzata, prima di tornare ad avanzare con le altre.
Libella.
Mouna.
Fara.
E lei.
Headgirls are coming.
 
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Antony Smith
view post Posted on 1/11/2020, 11:49




Finalmente, dopo lunghissime settimane di snervante attesa, la sera del tanto desiderato ballo di Halloween era arrivata.

Antony era rimasto per la maggior parte del tempo della giornata nel dormitorio maschile di tassorosso a passeggiare nervosamente avanti indietro ragionando e riflettendo sulle possibili – e impossibili – svolte che la serata avrebbe potuto prendere, in particolare i suoi pensieri erano incentrati soprattutto sul da farsi con la sua dama; i consigli che Madame Luna gli aveva dato qualche settimana prima al suo negozio potevano inizialmente risultare utili ma, in seguito ai recenti avvenimenti nei pressi del lago nero, essi erano finiti per diventare pressoché vani ai fini di una buona riuscita della serata – dato che, da quel momento, il punto di vista di Antony era stato completamente sconvolto e adesso era abbastanza certo del fatto che ciò che credeva essere solo un sospetto, era risultato una pura e semplice verità che, nonostante non fosse ancora stata proferita chiaramente a parole, fosse pur sempre una verità.

Un’ora e qualche minuto prima dell’inizio dell’evento, Smith aveva pensato fosse una buona cosa cominciare a prepararsi per ciò che l’avrebbe aspettato da lì a poco; si era dunque tolto di dosso la divisa giallo-nera e, dopo aver fatto una veloce doccia calda, aveva indossato uno per volta gli indumenti che formavano l’elegante smoking nero fornitogli qualche giorno prima dal padre e appartenuto, qualche tempo addietro, allo stesso. Le lunghe calze nere furono il primo elemento - dopo l’intimo – che il tassorosso ebbe addosso, erano in seta e non presentavano alcun futile disegnino o simbolo geometrico colorato; successivamente era passato a dei pantaloni: di taglio dritto classico senza risvolto, essi presentavano una sottile banda di seta nera applicata lungo le cuciture esterne su entrambe le gambe dalla vita all'orlo e mancavano di passanti per la cintura dato che essi erano sorretti da delle bretelle di seta bianca sovrapposte ad una camicia bianca in cotone la quale esibiva doppi polsini e sparato inamidato, a loro volta esse erano nascoste da un panciotto nero cucito con lo stesso nero tessuto dei pantaloni.

Solo dopo aveva messo prima il piede destro e poi quello sinistro dentro il paio di Scarpe Dancin’ eleganti in vernice nera acquistate di recente al Madama McClan’s e, nonostante prima di allora non avesse alcuna manualità e praticità con il ballo, improvvisamente si era sentito assolutamente libero di poter danzare con la sua lei per l’intera notte.
Aveva alzato il colletto della candida camicia per poter annodare attorno al collo il papillon di seta nero e, una volta che fu ben stretto, aveva abbassato il bavero ammirandosi in uno degli specchi che il bagno del suo dormitorio offriva. A quel punto non mancava che mettersi addosso pochissimi accessori, la giacca e il soprabito per essere del tutto pronto: era partito dunque con la giacca monopetto ad unico bottone, nera anch’essa, cui revers – così come i bottoni – erano coperti di seta; nel taschino della stessa egli aveva inserito un fazzolettino in lino bianco piegato poco prima e, nonostante non fosse il massimo dell’eleganza e della compostezza, aveva inserito in una tasca la bacchetta in legno di melo e in un’altra una piccola scatolina rettangolare la quale, con molta probabilità, avrebbe avuto un’importante funzione durante lo svolgimento del ballo; in completo accordo alla raffinata eleganza che l'abito aveva il vanto di poter mostrare, Smith aveva poggiato al suo volto una maschera che ne copriva metà la quale presentava il medesimo colore dello smoking ma con delle sfumature d'oro e un cordoncino della stessa colorazione che ne delineava il perimetro; essa lasciava scoperta la parte inferiore del volto e gli occhi; non era un qualcosa di particolarmente elegante ma il battitore - e anche il padre - avevano pensato potesse essere un qualcosa di adatto per occasione.

Finalmente aveva calzato gli elegantissimi Guanti Vampiro del Madama McClan’s in pelle e con raffinati ricami in argento e, per ultimo, un soprabito di tipo Chesterfield a doppiopetto nero e in flanella, il quale serviva soltanto per l’uscita fino al limitare dei cancelli dato che, una volta arrivati dentro il castello mantenerlo addosso sarebbe stato pressoché inutile.

Aveva superato i controlli ai cancelli senza particolari problemi, aveva sollevato la sua maschera da ballo e, dichiarando il suo nome, aveva mostrato l’invito che Dolus gli aveva fatto avere tramite gufo. Aveva anche disperatamente e inutilmente cercato di trovare lei in mezzo alla folla ma, nonostante le sue vane ricerche, non aveva avuto modo di vederla, che gli avesse dato buca?
Adesso si trovava in Sala d’Ingresso e, assieme a molti altri invitati, aveva aspettato che arrivasse il preside per dare la possibilità a tutti di accedere in Sala Grande, luogo nel quale si sarebbero aperte le danze e fulcro centrale dell’intera serata. Infatti, poco dopo, una figura vestita con moltissima eleganza e una maschera che presentava un lungo becco, quasi a ricordare un pennuto agli occhi di Antony, si portò al cospetto di tutti e dopo aver fatto sì che le porte della Sala Grande si aprissero permettendo alla grande folla di assembrarsi dentro essa, andò fino al palco centrale e, dopo un lungo e loquace discorso alla Dolus, invitò le Sorelle Stravagarie ad accompagnare il ballo con della musica per iniziare al meglio la serata.

Antony, con un grande dispiacere chiaramente palpabile nella porzione del suo volto visibile, non aveva ancora avvistato la sua meravigliosa dama dunque, speranzoso che fosse lì, si isolò dal resto dei partecipanti in modo tale da essere visto qualora lei avesse deciso di cercarlo, non restava che aspettare e scrutare la folla, aspettando di cogliere un qualsiasi particolare il quale avrebbe potuto rimandare al suo partner.
 
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view post Posted on 1/11/2020, 12:54
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In un periodo così scombussolato della sua vita, Fara mai avrebbe pensato di dare tanta importanza all'Evento di Halloween annunciato con diverse settimane di anticipo prima del grande giorno. Non era un impegno lavorativo, aveva poco a che fare con la sua carriera scolastica, stonava molto con il periodo che correva. Eppure, forse, un ballo in maschera in occasione di una festa così sentita in territorio scozzese e non solo, era proprio quello di cui gran parte degli abitanti del castello aveva bisogno. Fara compresa.
Aveva passato ore, quella mattina, ad esercitarsi a camminare correttamente su quelle parvenze di tacchi che le sostenevano i talloni: vertiginosi a parer suo, ma sicuramente "comodi" per chi vi era abituato e ne aveva familiarità come il succo di zucca a colazione. Eppure, nonostante la Daisy avesse provato e riprovato a trovare l'andatura giusta con indosso quelle scarpe fino a ritenersi quasi soddisfatta dei risultati ottenuti, le gambe le tremavano lo stesso. Era sicuramente merito dell'emozione, appunto, di tutt'altra origine. I preparativi per quel ballo erano stati più lunghi di quanto si sarebbe aspettata, infatti.
Tom era stato davvero gentile ad invitarla in modo così tempestivo, in pratica prima ancora che il preside Dolus le avesse recapitato l'invito ufficiale. Ma a sorprenderla ancora di più, era stata la lettera della serpeverde Trish, arrivata come un fulmine a ciel sereno appena qualche giorno dopo. Fin da subito, Fara ne era rimasta affascinata e non aveva esitato a sposarne la causa. Quel giorno, infatti, le Caposcuola delle quattro Case avrebbero potuto mettere in pratica -o meglio, dare sfoggio di- quel piccolo gesto simbolico che tra di loro avevano deciso, sotto proposta della verde-argento, che però nascondeva un mondo di significati e di intenzioni dietro. Per questo a Fara tremavano le gambe, quel trentun ottobre di un anno particolarmente frenetico. Perché per la prima volta si sentiva di poter far parte di qualcosa di più grande senza svilirsi di fronte a persone di valore di gran lunga maggiore, senza preoccuparsi di non arrancare abbastanza per raggiungere il livello altrui. Per la prima volta avvertiva la sicurezza di avere ragazze come lei al suo fianco, la garanzia silenziosa delle quattro Case unite, ed era una sensazione talmente bella da sperare che tutta Hogwarts potesse assaporarla anche solo per un istante con quel gesto simbolico. Sarebbero state nascoste dalle maschere, sì, ma i loro costumi semi coordinati non avrebbero lasciato spazio a dubbi.
La corva aveva rimuginato a lungo su come dare l'idea di fare riferimento alla fondatrice bronzo-blu di Hogwarts. La soluzione che aveva trovato, poi, era molto simile a ciò che i Corvonero avevano proprio al centro della loro Sala Comune, avendo cercato di riprodurre più caratteristiche possibile della statua di Lady Rowena. Oltre alle scarpe scure rialzate di qualche centimetro e perfettamente tirate a lucido, per mantenere il dresscode e lo stile di un'epoca che risaliva ad almeno mille anni prima, Fara optò per un abito in velluto color blu notte che le scendeva fino alle caviglie, dove i dettagli della stoffa dello stesso colore che si stringeva in vita come se fosse trattenuta da un elastico si notavano ben poco, rispetto a quelli che facevano contrasto dal tessuto blu con dei nastri e delle cuciture color bronzo all'altezza dei gomiti dove le maniche si allargano in una lunga forma a campana ed al bordo inferiore dell'abito, dove del simil pizzo sempre color del bronzo le sfiorava le scarpe. Lì dove di solito Fara indossava la Spilla da Caposcuola, su quell'abito che era ben lontano dell'uniforme scolastica, Fara aveva fatto apporre di proposito un ricamo -con un filo dalle sfumature bronzee, inutile dirlo- che riproduceva un'elegante R di piccole dimensioni, ma ben distinguibile anche ad uno sguardo distratto. Esattamente come avevano fatto anche Libella, Trish e Mouna sui loro costumi, ognuna con l'iniziale del fondatore della propria Casa. Un piccolo fermaglio che riproduceva il famoso Diadema Perduto si notava in cima alla testa tra le ciocche scure di capelli. Le due ciocche che di solito contornavano il viso della Daisy, sempre troppo scompigliate per i suoi gusti, quel giorno erano state spazzolate e fissate dietro la nuca in un'acconciatura semplice ma ordinata. Infine, l'accessorio più importante sarebbe stato di sicuro la maschera che, per l'occasione, aveva riempito di piume finte di aquila e di corvo, dove sfumature brune si alternavano a quelle più nere.
Per avvicinarsi ai cancelli e passare i controlli, Fara aveva dovuto rimuoverla per qualche secondo, lasciando modo al controllore di poter notare il colorito pallido del suo volto enfatizzato dalla cipria bianca e dalla tinta labbra blu scuro in netto contrasto con la pelle. La Daisy aveva sperato, così, di dare l'idea di un antenata vissuta molti secoli prima, quella parvenza di morte e macabro che non poteva mancare la notte di Halloween.
Prima di consegnare il proprio invito nominativo, Fara raggiunse le altre Caposcuola, rivolgendo loro un sorriso non appena le riconobbe. Si concesse qualche secondo per ammirare i loro costumi e tornò a provare quel brivido di piacere nel constatare tutti gli elementi in comune che erano stati rispettati. I Fondatori erano lì.
-Il buon gusto è evidentemente rimasto, vi faccio i miei complimenti- rispose a Trish ma rivolgendosi al contempo a tutte e quattro.
"Rischieremo di risultare presuntuose" era una problematica che era sorta in via di organizzazione, ma lì sul momento sembrava tutto passato in secondo piano mentre le quattro ragazze si avviavano in fila verso l'ingresso di Hogwarts per fare, insieme, il loro ingresso in Sala Grande. La bronzo-blu non seppe, in un primo momento, se aspettarsi tutti gli occhi addosso o se invece la gente fosse completamente presa dal Preside che si accingeva a fare in suo discorso o dalle Sorelle Stravagarie poco più dietro alle sue spalle. Con poche parole di benvenuto che non si sprecarono di certo tra le pareti della Sala Grande imbandita a tema, la voce del Prside lasciò presto posto alla musica lenta di sottofondo. Fara avrebbe accennato ad un commento a bassa voce alle tre compagne che si trovavano accanto a lei, riguardo il travestimento di Dolus. Un medico della peste, sul serio? In un periodo del genere? Che sorta di ironia è??
Evidentemente, l'ironia della notte più macabra ed imprevedibile dell'anno.
 
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