Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Ballo di Halloween - Apertura delle danze, Ballo in Maschera

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view post Posted on 4/11/2020, 14:55
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Ostinata idealista che spesso si dibatte fra concretezza e cupidigia: inonda la vita di obiettivi per poi ridursi alla constatazione di scelte avvilenti.

La voce profonda del padre accompagnava il pensiero di Benedetta di cui non aveva notizie da mesi. In mezzo a quella folla,in mezzo a quel calore sentì il bisogno di scrivere ai suoi amici abbandonati per Hogwarts. Aveva raccontato loro che si sarebbe trasferita in una scuola di eccellenza e che non li avrebbe visti per alcuni anni. Tra tutte quelle persone,avrebbe desiderato un paio di amici con cui ridere o stare in silenzio,tanto c’avrebbe pensato lei a creare dialoghi su argomenti stravaganti. Una volta nominò il frullamic di cui nessuno conosceva l’esistenza neppure lei,ma nella sua testa c’era:era tangibile. Alzò lo sguardo verso l’alto sorridendo involontariamente e scuotendo la testa. Successivamente decise che era il momento di smuoversi un po’ per cui cominciò a ondeggiare disinibita. Ammirava le sue scarpe e chissà se gli altri lo avrebbero fatto. Non contenevano alcun particolare degno di nota,però erano blu elettrico: tutti amano quel colore!
Le era sempre piaciuto ballare,nonostante fosse tremendamente scoordinata. Preferiva,dunque,gli sport tecnici come il quidditch a cui si stava dedicando attivamente.
Immersa fra i pensieri,si scontrò con un giovane ragazzo confezionato in un delizioso completo nero avente dei richiami ai colori della casata di Serpeverde. Che non fosse lui stesso appartenente a tale casata? Ancora non aveva avuto la possibilità di conoscerne e sarebbe stato interessante dialogare con uno di essi proprio al ballo di Halloween... La maschera copriva solo metà del volto del coetaneo e ciò incuriosiva Benedetta: avrebbe voluto chiederle cosa lo aveva spinto a sceglierla. La sua,in confronto,era banale e noiosa.Lo studente si scusò dell’avvenuto e la Weapon alzando il sopracciglio destro ed incrociando le braccia,rispose :” E se avessi urtato la persona sbagliata? E se ora andasse tutto peggio?” Si rivolse in modo irritato,assumendo un atteggiamento da persona fastidiosa.
Attese qualche secondo,prima di renderlo partecipe della sua fragorosa risata. Era la notte più tenebrosa dell'anno e si divertiva ad intimidire gli altri. D'altronde le era concesso,no?
“Sto scherzando! Non hai fatto nulla di che,sto bene. Tu?” continuò la giovane. Sciolse le braccia e lasciò che scivolassero lungo i fianchi del suo vestito bordeaux. Sistemò il coprispalle e vide il ragazzo sospirare un sollievo,così la Corvonero gli regalò uno sguardo sorridente. Sperava che l'avrebbe invitata a danzare,ma se non l'avesse fatto lui,avrebbe chiesto lei...Finalmente si degnò di invitarla al ballo e ,soprattutto,palesarsi: si chiamava Matthew.
“Con enorme piacere accetto.” e porse la mano afferrando la sua. “Io sono Benedetta Weapon,a titolo informativo.”
Poco dopo aggiunse:E...Ti prego,dammi del tu perchè non sopporto di dover invecchiare prima di aver sostenuto almeno i centosessantadue anni!
Matthew avrebbe capito la battuta? Non avrebbe considerato la studentessa troppo superficiale? La verità era che non gradiva le persone corrucciate e pretendeva sempre di far sorridere gli altri,benchè considerasse alcuni affari degni di attenzione e scrupolosità.
Ad ogni modo,era fin troppo curiosa per aspettare tanto prima di porgli qualche domanda,così iniziò. “Come mai la scelta di questa maschera? Peculiarità che non passa inosservata,devo ammettere.” chiese volendo colmare quel dubbio che dall'inizio la torturava. Non poteva non complimentarsi per l'originalità e poi,probabilmente,deteneva una storia che era pronta ad ascoltare...
Inoltre,bisognava riconoscerle il suo atteggiamento sfacciato e diretto:non aveva tabù e forse era cio che si apprezzava di lei o forse ciò che di lei non si poteva cambiare...
 
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view post Posted on 4/11/2020, 15:06
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Sembrava strano a Lia preoccuparsi così tanto per quello che a lei pareva essere solamente un ballo, ma dopo aver assisstito a numerose voci di corridoio era più che convinta di dover anche lei in qualche modo preoccuparsi per questo grande evento. Non fu difficile, per la Serpeverde, recuperare un abito in quanto era arrivato, come sempre, un grande pacco direttamente da casa Walker, già da più di una settimana, ma non si era degnata di aprirlo fino a quando non si era resa conto di doverci abbinare anche qualche accessorio degno del tema principale della festa. Rimase meravigliata quando realizzò che la madre le aveva spedito accuratamente un nuovo abito che non aveva mai visto nel suo guardaroba, "non sarà magari un regalo?", si era chiesta la Serpeverde controllando bene eventuali bigliettini.
Poco prima del ballo aveva esitato ad indossarlo, e si era limitata ad osservarlo con uno sguardo intenso ad una distanza che corrispondeva a quella tra il letto e l'armadio, ma alla fine quando si era convita a prepararsi per quella grande serata era rimasta meravigliata da quanto le donava, e così si era costretta ad ammettere che la madre aveva avuto decisamente buongusto. Era nero e lungo fino alle caviglie ma le lasciava scoperte le spalle, ed era ricoperto di una specie di velluto ricamato, le donava molto. Con sguardo fisso nello specchio aveva indossato il suo Bat cerchietto sistemando, invano, accuratamente i lunghi capelli ricci color nocciola, ma poco dopo il cerchietto dispettoso glieli scompigliò costringendola a rieffetturare le precedenti azioni. Infine poco prima di uscire aveva preso con se i suoi Guanti Vampiro in pelle e una maschera semplice nera decorata con dettagli argento che richiamavano quelli dei guanti. Non si era vestita da un personaggio particolare, perchè Lia non aveva mai avuto troppa fantasia, ma amava, come la madre, veramente molto l'eleganza e l'accuratezza nei piccoli dettagli di un outfit da sera, inutile perciò dire che si era vestita davvero bene. Era veramente bella, e anche se lei non lo vedeva, sapeva che tanti l'avrebbero guardata al Gala. Così aveva abbandonato la Sala Comune e dai sotterranei si era diretta insieme agli altri studenti ai controlli.

Dopo essere passata dai cancelli per controllare l'invito, Lia era giunta davanti alla Sala Grande e senza esistare un attimo si spinse dentro curiosa di partecipare a questo suo primo Gran Ballo in maschera. Non era agitata, o almeno non lo era stata fino a quando non si era resa conto di trovarsi sola in mezzo a tanti gruppi di studenti, "Possibile che al castello ci fossero così tante coppiette?", si era detta mentre si incamminava lungo il corridoio centrale della sala. Infinito cibo era stato preparato con cura sulla tavola del buffet, ma lei non era tra quelli che poteva godere di tutto quel benessere, avrebbe voluto tanto abbuffarsi come se non ci fosse un domani, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine e sapeva bene che non poteva. Così a malincuore si era affiancata a qualche studente e aveva udito il Preside aprire le porte a questa serata con parole spiccie ma dirette. Aveva osservato gli altri studenti e senza badare a chi avesse intorno, si guardo in giro nell'attesa di intravedere qualcuno con cui poter fare due chiacchiere.
In quel momento la Serpeverde intravise il fratello Louis sostare accanto al banchetto e si avvicinò complimentandosi per il Mantello che avevano comperato assieme lo scorso weekend.
<<ti dona proprio il mantello! hai fatto proprio bene a prenderlo >>, concluse con un sorriso rivolto al grifondoro che beveva accanto al Walker. A questo punto Lia guardò in avanti ammirando le coppie che si avviavano nel primo ballo della lunga serata. Un po' doveva ammetterlo le invidiava, così come invifiò il parente Grifondoro che a momenti se la sarebbe svignata via con la sua Grifona senza probabilmente degnare di salutare gli amici e la sorella, era piuttosto convinta che tra i due ci fosse del tenero, ma il ragazzo non aveva confessato nulla durante il loro ultimo incontro. Ma dal momento che la Walker non aveva piani migliori per l'evento li avrebbe tenuti d'occhio con sguardo curioso, magari avrebbe scoperto qualcosa in più sulla vita del fratello al castello.
 
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view post Posted on 4/11/2020, 15:36
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"You can't take a picture of that. It's already gone."

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//Luke Miller, Matthew Collins e Roxen Alveri,

I vostri personaggi sono considerati presenti all'ultima Avventura come tutti i minorenni e i maggiorenni già iscritti all'epoca, e quindi sono affetti dal Morbo Bianco: ciò significa che non possono bere né mangiare e risentono di tutti gli effetti descritti qui, per ragioni di trama.
Eliminate dai vostri post qualsiasi riferimento all'assunzione di liquidi o cibo.


D.
 
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view post Posted on 4/11/2020, 18:01
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Tirando fuori il vestito che avrebbe indossato quella sera Scarlett si sentì invadere da uno strano formicolio, conseguenza della tanta emozione e impazienza. I suoi genitori glielo avevano spedito per l'occasione, e anche se la ragazza aveva deciso di non travestirsi assumendo le sembianze di un determinato personaggio, sarebbe comunque andata al ballo nel più elegante dei modi. Il colore del velluto color smeraldo era uguale a quello dei suoi occhi, e creava un netto contrasto con i capelli color pece. Durante le lezioni era abituata a portare acconciature come trecce e code di cavallo, per questo quando sciolse i capelli, che aveva leggermente arricciato, le sembrava quasi di essere un'altra persona. Concluse i preparativi truccandosi con toni scuri ma cercando di non rendere il tutto troppo pesante, così che il risultato apparisse piuttosto naturale come piaceva a lei. Si guardò per qualche secondo allo specchio, chiedendosi ancora una volta se fosse nel posto giusto e se sarebbe mai riuscita a sentirsi parte di quel mondo, ma ricacciò indietro i brutti pensieri, convinta che la aspettasse una meravigliosa serata.
Mentre si dirigeva verso la Sala Grande non potette fare a meno di fanstasticare su quante amicizie avrebbe avuto l'opportunità di stringere quella sera e sperava davvero di integrarsi in modo da sentirsi un po' più a suo agio e sapere di poter contare su qualcuno.
Ai cancelli tantissimi altri ragazzi come lei stavano entrando all'interno della Sala, così anche Scarlett mostrò il proprio invito ai controlli e varcò la soglia oltre la quale si stava già svolgendo il Gala. Iniziò a guardarsi intorno un po' spaesata, con un groppo in gola che progressivamente le stava dando difficoltà perfino a respirare, ma quando le prime facce note attirarono la sua attenzione tra la folla, si tranquillizzò immediatamente.
Tirò un sospiro di sollievo quando in disparte vide il suo amico Daniele, che probabilmente la stava aspettando già da qualche minuto e gli andò incontro sfoderando un caldissimo sorriso.
 
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view post Posted on 4/11/2020, 21:33
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D I R T Y H A N D S

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Quella sera avrebbe dovuto prendere parte al ballo di Halloween. Xavier era un pò titubante a riguardo, non voleva nuovamente immischiarsi in una di quelle feste per ricconi spocchiosi con la puzza sotto al naso, ma trattandosi del ballo scolastico probabilmente quella possibilità non ci sarebbe stata. Aveva sempre odiato vestirsi come un pinguino per poi essere sfoggiato da suo padre come un trofeo, mostrare a tutti il proprio talento e l'amore verso la musica solo per attirare attenzione e complimenti. Quella sera, però, poteva essere tutto diverso e a rendere migliore la serata era sicuramente la presenza di Libella. Xavier per quella sera era stato invitato, non era accaduto il contrario ed era piuttosto piacevole come cosa... poteva fare un pò il prezioso. Avrebbe dunque atteso l'ora giusta per iniziare a vestirsi, nessun abito chissà quanto speciale ma adatto a lui. Non voleva darsi arie in quel momento ma era consapevole di aver fatto la scelta giusta con i vestiti, e quel continuo ammirarsi allo specchio ne era sicuramente la prova. Avrebbe dunque completato il proprio vestito con l'aggiunta della maschera nera, una semplice maschera che avrebbe contornato i suoi occhi azzurri lasciando scoperte le labbra carnose. Avrebbe sollevato il cappuccio del mantello acquistato al Madama, avrebbe allacciato i lacci degli stivali neri e per ultimo avrebbe sistemato la camicia nera un pò aperta sul petto al di sopra del pantalone nero di pelle, entrambi i capi l'avrebbero fasciato al punto giusto, con l'aggiunta dei propri guanti neri di pelle che utilizzava anche in inverno. Avrebbe tenuto la barba abbastanza lunga, perchè su un vestito del genere ci stava bene. Poteva assomigliare a un Mangiamorte? Forse, anche un Dissennatore... perchè no. In realtà Xavier non si era ispirato a niente e nessuno per quel travestimento o meglio si era ispirato solo al proprio stile, che nel corso del tempo era cambiato. I capelli li avrebbe lasciati sciolti, alcuni riccioli gli avrebbero coperto la fronte e l'occhio sinistro, al di sopra della maschera e non era un male... non quella sera. Avrebbe dunque salutato il proprio gatto e avrebbe lasciato la Sala Comune recandosi direttamente ai Cancelli per il controllo al quale doveva - per forza - sottoporsi. Superato il controllo si sarebbe messo in marcia verso la Sala Grande, ultimamente non entrava quasi più in quella sala perchè non ne aveva motivo ma quella sera doveva. A passo sicuro si sarebbe mosso, il mantello si sarebbe sollevato e mosso a seguito dei passi del Bertrand per poi tornare a posarsi su tutto il suo corpo una volta fermati i passi. Giunto alla soglia della Sala Grande si sarebbe guardato un pò in giro, avrebbe posto particolare attenzione ai vari addobbi curvando le labbra in un sorrisetto, non male. L'atmosfera c'era, il cibo anche peccato che lui non poteva tuffarsi nel buffet. Sbuffò sonoramente prima di raddrizzare la schiena quando le sue irridi azzurrine andarono a posarsi sulla figura di qualcuno, fregandosene altamente del discorso del Preside... gli sembrava di sentire suo padre e non aveva alcuna voglia di ascoltarlo. Senza mostrare alcuna reazione sul viso, Xavier si sarebbe mosso verso la figura che aveva inquadrato e avrebbe cercato di arrivare alle sue spalle senza farsi notare, nascondendosi di più nel mantello ringraziando anche di avere la maschera. Se fosse riuscito ad arrivare alle spalle del malcapitato, Xavier avrebbe sollevato la mancina per posarla sulla spalla del Grifondoro, battendo il palmo su di essa un paio di volte.
« Tom, carissimo Tom! Mio buon amico. Chi aspetti? Perchè... aspetti qualcuno, vero? Dai, confidati con il tuo caro amico. »
Avrebbe disteso le labbra in un sorriso, stringendo un pò la mano sulla spalla del ragazzo prima di avvolgere attorno alle sue spalle il braccio e chinarsi un pò verso il suo orecchio, cercando dunque di farsi sentire solo da lui... o almeno ci sperava. « Attento a quel che fai e con chi lo fai, mh? Ci becchiamo tra poco, buona fortuna! » L'avrebbe dunque salutato con un altra pacca sulla spalla, voltandosi in direzione delle porte della Sala Grande. Sarebbe stato impossibile non riconoscerle e doveva ammettere che avevano fatto tutte un ottimo lavoro con i vestiti. Non ci pensò più del dovuto, fece però la strada opposta così da poter arrivare da Libella lateralmente e non frontalmente, il mantello avrebbe nuovamente preso a muoversi assieme al Bertrand che a passo sicuro si sarebbe avvicinato alle ragazze.
« Mesdames. »
Avrebbe sorriso alle ragazze facendo un inchino con il capo, strizzando l'occhio alla sua migliore amica, Fara. Lo sguardo azzurrino si sarebbe però spostato su Libella, la sua dama; era bellissima e forse Xavier avrebbe dovuto dirglielo, ma forse senza spifferarlo ai quattro venti. Avrebbe però preso la sua mano portando il dorso alle labbra ma non lo baciò, il galateo non prevedeva quello o meglio... un bacio ma senza toccare il dorso. Avrebbe lasciato scivolare verso il basso le loro braccia chinandosi all'altezza della Tassorosso e come aveva fatto con Tom cercò di parlare al suo orecchio solo a lei, sperando di farsi udire solo dalla sua bellissima dama.
« Sei bellissima. »
Lo era sempre, in realtà e non solo quella sera... doveva ammetterlo. Calò lo sguardo qualche istante di troppo sulle labbra della ragazza poi su tutto il suo corpo per ammirare meglio il vestito e sì... era bellissima.
 
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Nephele.
view post Posted on 4/11/2020, 22:42




Interessante.

Qualcosa brillò negli occhi chiari di Nephele e non si poteva definire soddisfazione o addirittura godimento, eppure le sue iridi tremarono per qualche istante nell'inquadrare la figura che la conduceva a ballare. Era curiosa, certo, ma ancora attenta a cercare di capire e carpire ogni mossa, ogni parola e tutto quello che poteva trovare nell'altro.
Era impossibile rimanere indifferenti davanti ad Irvine B. Dolus. C'erano diverse cose di quel mago che continuavano a sfuggirle e allo stesso tempo le dava l'impressione di non essere una persona troppo semplice da decifrare, cosa che la incuriosiva ancora di più e la spingeva ad osare - anche se fino a quel momento non aveva fatto grandi passi al riguardo e aveva aperto il terreno come in una partita a scacchi. Quello che aveva supposto, infatti, era che con lui non avrebbe fatto una conversazione frivola e piena di luoghi comuni. Per mantenere un dialogo vivo e degno dell'interesse di entrambi non si sarebbe mai sprecata a commentare dicerie e fatti attuali che viaggiavano di bocca in bocca per tutta la scuola.
La mano destra, intanto, aveva formato un incastro con quella del Preside, mentre la sinistra venne poggiata con delicatezza sulla spalla altrui, così da lasciarsi trascinare nel ballo.
Non si accorse se l'altro fosse impacciato o spigliato in quella pratica, la sua mente vagava altrove mentre da dietro la maschera nera i suoi occhi continuavano a scrutare incessantemente l'uomo per quel che poteva. Inoltre, la distraeva anche il concentrarsi sui passi da fare: doveva seguire la musica, il suo cavaliere e doveva ricordarsi quando compiere questo o quello. Non ne usciva sicuramente una danza fluida e da quando aveva imparato a ballare erano trascorsi diversi anni. Nephele, nel ballo, era il classico esempio di qualcuno in grado di fare qualcosa, ma così pigro da non allenarsi mai. Il risultato era deludente.
Non replicò, se non con un allargarsi di un sorriso a fior di labbra, al fatto della torta. Anzi, ascoltò con piacere il ragionamento dell'altro, ma qualcosa la portò istintivamente a fissarlo. Il Preside - come nessun altro - non poteva vedere quanto il sopracciglio sinistro della strega si era inarcato, poiché a coprirlo c'era la maschera decorata di perle. Forse si poteva intuire dallo sbilaniamento dei due occhi o dalla riga delle labbra, ora tornata piatta, che qualcosa era cambiato sul volto della strega e una nuova espressione avesse preso il sopravvento su quella precedente. Cosa la stranì era difficile da capire.
Lasciò parlare il Preside fino alla fine, ma sbuffò una risata prima che l'altro potesse escludere la storia d'amore passata. Si sarebbe anche intromessa nelle varie parti del discorso, se solo avesse avuto la confidenza necessaria per farlo, ma comunque Nephele non mancava di intraprendenza e sfacciataggine quando ce n'era bisogno.

«Avete veramente scomodato l'Aritmanzia per una deduzione del genere?»

Il suo tono non sembrava canzonatorio, infatti era serissima.
Gli lanciò un'occhiata fugace.

«Non sono solita portare vestiti troppo femminili e già da questo si potrebbe intuire che non mi interessano. Perciò se ne dovessi rovinare uno, non ne farei una tragedia. Tuttavia non mi conoscete ancora così bene o non avete avuto il tempo di osservarmi per notarlo».

Le sarebbe piaciuto riuscire ad osservare anche altro nella Sala Grande oltre alla miriade di colori che le passavano sotto agli occhi, ma nel volteggiare del ballo, Nephele non si curò di guardare le altre maschere e quanto fossero più o meno accurate. Si perse solo per un secondo - il tempo di rimettere i piedi in pari con la musica - prima di continuare nella sua risposta.

«Vi ho anche parlato della mia famiglia nella mia prima missiva, di quanto io ci tenga a non associarla ad una cattiva fama. Quindi perché mai vorrei fare un dispetto ai miei avi, consumando un abito che potrebbe essere riparato con la magia?»

A quel punto gli rivolse la più innocente delle sue espressioni, ma tanto era l'impaccio di quel sorriso che il risultato non poteva definirsi così gradevole.

«Se devo rispondere, lo farò con le mie deduzioni, anche se ammetto da subito alcune potrebbero essere azzardate, perché tendo ad analizzare i fatti e le parole, che molto spesso possono non essere veritieri e, dunque, trarre in inganno.
«Credo abbiate voluto replicare con la stessa giocosità della mia richiesta, sperando forse di comprendere il perché io vi abbia fatto una simile proposta. Non me lo volevate chiedere direttamente, l'avete presa larga perché solo così facendo sarei finita a complimentarmi con voi per l'arguzia, oppure a contraddirvi: in entrambi i casi, avreste avuto la vostra risposta».

Il suo parlare era molto lento, calmo. Non aveva l'enfasi di un insegnante nello spiegare le cose, tanto da risultare monocorde e sulla strada per diventare molto noiosa. C'erano, infatti, poche variazioni nella sua voce e questo rimarcava il distacco tra lei e chiunque fosse il suo interlocutore e in quel caso, nonostante consumassero lo stesso metro quadrato di spazio ovunque si spostassero, tra Nephele e il Preside c'era ancora tanta distanza.

«C'è poi da considerare la velocità tra l'accettare la mia proposta sull'essere a tratti più leggeri e la messa in pratica, fino ad abbandonare il termine "signora" per un più gentile "signorina". Credo che il termine che userebbe mia nonna per appellarmi sia "zitella", ma sto divagando.»

Sospirò.

«Qui si aprono alcune strade. Avevate un disperato bisogno di leggerezza o siete in grado di portare una maschera all'occorrenza senza lasciarla calare sul viso». Fece un cenno alla maschera beccuta del Preside. «O entrambe le opzioni».

Il sorriso che fino a quel momento aveva cercato di celare si fece di nuovo vivo nello stesso ghigno con cui aveva cominciato la serata.

«Ma credo di dovervi comunque una risposta, perché se vi ho fatto una proposta del genere era semplicemente per capire come avreste reagito e la scelta era tra mangiare una fetta di torta o infilare la testa nel Lago Nero per ascoltare cosa abbiano da dire i Maridi e dare credito alle dicerie. Ho evitato la più bagnata, e comunque non so il maridese».

Intanto, i suoi movimenti si fecero improvvisamente più rigidi e anche quel sorriso tremò un po' sulle sue labbra. Aveva azzardato abbastanza per la serata, ma avrebbe mentito nell'asserire che non si stesse divertendo. Nephele non amava certo ballare, probabilmente non era nemmeno questa grande esperta di musica o di pettegolezzi, quindi i suoi passatempi si limitavano alla conoscenza e alla comprensione, due cose che alimentavano le sue ambizioni e allo stesso tempo le soddisfacevano.

«Perdonatemi se ho osato troppo. Eventi di questo tipo tendono a tirare fuori il peggio di me. Sentitevi libero di fare qualsiasi deduzione in merito».

Edited by Nephele. - 5/11/2020, 08:03
 
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view post Posted on 5/11/2020, 09:41
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Sparita nel nulla.

Da quando il Ballo aveva preso il via Tom aveva percorso quasi tutta la Sala Grande alla ricerca della sua Dama, senza scovarla. Che l'avesse già sorpassata e non se ne fosse minimamente reso conto? Che Fara stessa si fosse scocciata di aspettarlo e avesse accettato la compagnia di un altro? Il Grifondoro non avrebbe potuto dare una risposta a questi interrogativi considerato anche il fatto che i due non avevano poi ufficialmente preso decisioni sul punto di ritrovo; Tom si fermò, la giacca del completo che iniziava a pesare più di quanto non pesasse già: si guardò attorno, cercando di individuare anche solo un dettaglio che ricollegasse alla spillata, ma tutto ciò che incontrò fu Burroni baciarsi con una ragazza - il Grifondoro arricciò il naso in una smorfia schifata - e una serie di sfigati ai tavoli che osservavano le coppiette ballare. Che spreco di tempo. Non avrebbe mai concepito come molti uomini - o presunti tali - piuttosto che buttarsi a capofitto preferissero restare in disparte a piangersi addosso su quanto la vita fosse ingiusta e tutti riuscissero ad avere una ragazza...tranne loro. Avrebbe voluto gridare qualcosa come FEMMINUCCE VOLETE PURE IL PRINCIPE AZZURRO? ma non fece a tempo a immaginarsi la scena che un tocco alla spalla sinistra lo fece voltare di scatto: una figura maschile si stava rivolgendo a lui con fare confidenziale; Tom sul momento non riuscì a collegare quel volto a una persona in particolare, tanto che, preso alla sprovvista, si ritrovò ad assecondare i movimenti dell'interlocutore e la minaccia velata prima di ricevere un'altra pacca che lo fece inspirare profondamente evitando di innescare una reazione troppo accesa.

Cosa significavano quelle parole?
Forse lo conosceva?
Forse sapeva chi stava cercando?


Altri interrogativi da aggiungere alla lunga lista.

Il ragazzo decise di seguire la sagoma nonostante la difficoltà a tenere il passo, vista la mole di persone presenti, e si fermò a qualche metro di distanza osservando il suo atteggiarsi davanti a un gruppetto di ragazze; manco un inchino sai fare bello mio pensò il Grifondoro vedendo lo studente chinarsi lievemente. Fu però quel movimento appena accennato che gli fece gelare il sangue: nonostante la posizione defilata Tom riconobbe il sorriso di quella ragazza a pochi centimetri dal disturbatore e, come pietrificato, rimase come un pesce lesso ad osservare Fara scherzare con quelle che all'apparenza sarebbero sembrate delle concasate.

Edited by Tom Hamilton - 5/11/2020, 14:16
 
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view post Posted on 5/11/2020, 14:34
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E giretto sia!

Ancora con il suo braccio nel mio mi incamminai senza una vera e propria meta guardandomi intorno e salutando chi conoscevo presentando anche lei, sapevo che faceva fatica a farsi amici, magari quella era una buona occasione per renderle la vita alla scuola un pò più semplice e divertente.

Allora dimmi, come mai hai scelto proprio di vestirti da lupa? C'è qualche motivo o è un caso? Ad ogni modo stai bene non preoccuparti, è solo semplice curiosità

Proseguimmo lungo i bordi della sala ammirando il soffitto e le varie decorazioni per poi dirigerci verso l'interno li dove gli altri studenti si divertivano e parlavano. Pensare che solo poco tempo prima quel luogo era si pieno di studenti, ma legati e impossibilitati a muoversi... Mi scrollai velocemente quel pensiero di dosso, quella era una serata speciale, il pacchetto che premeva contro il mio petto nel era la prova, forse non sarebbe stata la serata giusta per donarlo, ma di sicuro il fatto di averlo con me, la possibilità di donarlo a Lei, racchiudeva un enorme significato.
 
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view post Posted on 5/11/2020, 19:05
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"quando ero piccola ne ho visto uno dove abitano i miei nonni ed è sempre stato uno dei miei animali preferiti. Tu invece, motivi particolari?" chiese Kirsten a Erick. Mentre camminavano venne presentata ad alcuni suoi amici e lei finalmente riuscì a farsi qualche amico in più. Sorrise a dan che era in pista con Scarlett. Finalmente i suoi consigli avevano dato frutto. Poi si diressero verso l'interno della sala e Kirsten pianto i piedi per terra e trascinò Erick sulla pista da ballo. "Non è un ballo senza ballare non credi?" disse Kirsten ridendo. Poi lo guardo sperando che l'idea gli piacesse. Nel caso non fosse così avrebbero continuato a camminare chiacchierando. Daltronde Kirsten si stava divertendo. Ahimé però il ragazzo che la studentessa cercava non era ancora arrivato. Pazienza non bisogna rimuginare su cose diverse. Godiamoci il momento di adesso e basta.
 
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view post Posted on 7/11/2020, 18:14
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La scelta del costume per quell'Halloween era passata in secondo piano. Non che Eustass non si fosse comunque impegnato per essere a tema con la festa. C'era poco da scherzare in ogni caso: se quello che Sugar aveva scoperto era vero, i Negromanti avrebbero potuto fare la loro comparsa a Hogwarts da un momento all'altro, seminando ancora il caos tra gli studenti che si erano riuniti per passare una serata all'insegna del divertimento.
S - G - H - A - L. Non era lo strano rantolo di qualcuno che si stava strozzando con degli arancini né il nome di un ragazzo con dei genitori simpatici, ma un messaggio in codice ben celato che Kedavra aveva lasciato a sua figlia. Dopo averlo codificato grazie all'utilizzo dell'Aritmanzia, infatti, la diciannovenne aveva ottenuto quelle cinque lettere. Ragionandoci la Mandylion era venuta a capo di ciò che potessero significare: Sala Grande, Halloween.
In realtà non c'era nessuna certezza che il significato fosse davvero quello. Il Vice-Preside, però, non voleva farsi cogliere impreparato. Gli abitanti del castello avevano già sofferto abbastanza per colpa degli invasori, e l'Ufficiale non poteva permettersi di subire un'altra sconfitta. Ne andava del suo orgoglio, della sua reputazione e della sua voglia di vendetta che covava da molto tempo contro i Negromanti.
Nessuno poteva permettersi di far passare Eustass Hawkins per uno sciocco. Syleria o chi per lei lo aveva tenuto imprigionato in un sotterraneo mentre nella Sala d'Ingresso si era scatenato il caos. Questa volta il danese sarebbe stato in prima linea a godersi i suoi momenti di gloria; era convinto, infatti, che la sua sola presenza avrebbe garantito la vittoria a tutto il corpo Auror senza troppi problemi.
Quella sera sarebbe stata all'insegna del lavoro. Era per quello che non aveva invitato la sua ex Assistente a passare del tempo con lui, e difficilmente il mago avrebbe scambiato più di quattro parole con chiunque. Voleva mantenersi all'erta, pronto a intervenire, anche se in realtà non sapeva davvero chi cercare. Che fosse Syleria o un nuovo Negromante, il Responsabile di Serpeverde non sarebbe riuscito a riconoscerlo. I ricordi del volto della nemica gli erano stati sottratti proprio dalla donna stessa, quindi l'unico modo con cui il Farmacista si sarebbe orientato sarebbe stato affidandosi al suo intuito, di cui andava molto fiero.
Seppur non affetto dal Morbo Bianco Eustass non si sarebbe dato alla pazza gioia come era solito fare durante feste e balli. Niente alcool per lui, al massimo qualche pasticcino giusto per mantenere i suoi livelli di glucosio nella norma. Fare un pattugliamento a stomaco vuoto era una palla, e nel caso le cose si fossero fatte interessanti il docente voleva avere una buona riserva di energia da utilizzare nel momento migliore.
In ogni caso non voleva destare sospetti ed era per questo che, alla fine, aveva deciso di presentarsi vestito per la festa di Halloween. Tutta quella storia poteva trasformarsi anche di un gran buco nell'acqua, e il Guaritore non voleva perdere l'occasione di mostrare ancora una volta a tutti la sua squisita abilità nel creare l'outfit perfetto per ogni occasione speciale.
Invece del solito camice infermieristico o della sua divisa da ufficiale, Eustass indossava un logoro e vecchio smoking classico, tagliuzzato e squarciato qua e là sulle maniche e sui pantaloni. I capelli della parrucca, quella sera blu notte, erano stati portati all'indietro con una buona dose di gel e divisi in vari ciuffi più o meno uniformi e sporcati sulle punte con della tintura rossa per simulare il sangue. Anche il colletto non era stato risparmiato, e il bianco era solo un lontano ricordo. Completava il costume una benda nera calata sull'occhio.
Il Responsabile di Serpeverde lo aveva soprannominato il travestimento "Zombie-Vampiro-Pirata", e il risultato gli era parso perfetto. Ancora una volta, era convinto, tutti sarebbero morti d'invidia nel vedere cosa era riuscito a creare senza spendere nemmeno uno Zellino. Nessuno sarebbe riuscito a tenere testa al suo costume, creato su misura senza particolari ingombri nel caso la situazione si fosse fatta caotica.
Dolus fu di pochissime parole. Abituato ai lunghi discorsi di Kedavra, il Vice-Preside si sorprese di ritrovarsi subito catapultato nei balli supportati dalla musica delle Sorelle Stravagarie. Ora il suo compito era iniziato. C'erano davvero numerosi invitati quella sera, ma la fortuna voleva che fossero per la maggior parte studenti e studentesse del castello. Non sarebbe stato difficile individuare qualcuno estraneo all'ambiente, vero?
L'ex Infermiere si osservò intorno, lasciando ai più spensierati il compito di divertirsi. Dove poteva essere il suo nemico? Quanto tempo sarebbe trascorso prima che avesse fatto la sua mossa? Eustass lanciò un'occhiata agli Auror presenti: aveva dato l'ordine che tutti si presentassero in Sala Grande, nessuno escluso. Se ci fossero stati degli scontri con le bacchette non si poteva rimanere impreparati.
Il professore di Volo si portò vicino al tavolo dei rinfreschi e si concesse il primo dolcetto horror della serata accompagnato da un frizzante succo alla mela. Odiava non poter fare il maiale, ma ci sarebbe stato un altro momento per fare sfogo a tutta la sua maleducazione. Con un gesto veloce si ficcò il pasto in bocca, masticandolo lentamente senza perdere l'attenzione su ciò che stava succedendo intorno a lui.
 
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view post Posted on 7/11/2020, 20:12
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we have always been meant to burn together


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Fece il proprio ingresso in Sala Grande con la mente già rivolta all'obbiettivo di quella serata. Syleria sarebbe stata lì, da qualche parte, e sarebbe stato compito degli Auror stanarla. Non poté rivolgere alle parole di Dolus chissà quale attenzione, troppo concentrata a rilevare la presenza della Negromante. Morgenthal aveva detto che sua madre aveva compiuto uno sforzo enorme per passarle quell'informazione, e Sugar aveva tutta l'intenzione di onorarlo. Non si sarebbe recata al Ballo in Maschera se non fosse stato per la possibilità di trovare Syleria: le sarebbe sembrato di mancare di rispetto a Kedavra partecipando attivamente alle celebrazioni dell'Impostore nella sua scuola mentre lei era in coma. Inizialmente, Sugar avrebbe voluto rimanersene a casa, davanti al proprio camino, occhieggiando a una ciotola colma di caramelle che non poteva mangiare. Quando, però, sua madre le aveva dato l'informazione e quella le era risultata cristallina davanti agli occhi, Sugar aveva cambiato idea. Si era quindi procurata una maschera di fortuna giusto per farla includere nella tematica della festa, e l'aveva accompagnata a un semplice abito rosa pallido. Se qualcuno avesse chiesto, Sugar avrebbe risposto di essere una maschera veneziana, contando sul fatto che la maggior parte delle persone non avrebbe saputo dire di cosa si trattasse.
La stoffa dell'abito era leggera e confortevole, le avrebbe permesso di muoversi e scattare se ne avesse avuto il bisogno. Le lasciava le braccia e le scapole nude, offrendole la mobilità che ricercava grazie alle semplici spalline sottili. La maschera era color oro, riccamente dettagliata in ghirigori vari, con una corona di piume vaporose alte e bianche che dipartiva da finti boccoli platinati sul lato superiore. Attraverso le fessure degli occhi, Sugar si guardava in giro camminando con lentezza, all'apparente ricerca di qualcuno con cui fare conversazione mentre in realtà avrebbe tentato di intuire la forma della Negromante. Si chiese se non sarebbe stato il caso di avvertire pian piano tutti gli studenti presenti nella Sala Grande e metterli al sicuro, ma sapeva che, così facendo, avrebbero perso la loro occasione. Syleria andava catturata, non avvertita: in molti avrebbero potuto reagire nel panico e cominciare a scappare. Altri, Sugar si augurava, avrebbero voluto assistere alla sua cattura sia per la soddisfazione della scena sia per aiutare gli Auror. Con passo lento e misurato, Sugar camminava tra la folla mascherata, chiedendosi se la Negromante non fosse già lì, tra di loro. Si sentiva nervosa e al contempo sicura: aveva interpretato giustamente il messaggio di sua madre, ne era certa. Non averla lì sul campo, tuttavia, era ciò che la rendeva tesa, come se fosse ancora più impossibile fare qualche previsione sull'esito della serata.
Lo sguardo di Sugar si posò appena sulla figura di Eustass Hawkins, un insieme folkloristico di quello che sembrava un cadavere e un pirata al contempo. Era nervoso? Cosa si aspettava da quell'intervento?
Sugar cercò di non distrarsi. Si fermò vicino al caminetto al centro della Sala Grande e da lì prese a osservare con quanta attenzione possibile i dettagli che riusciva a intravedere. Occhieggiò al fondo della Sala Grande dove, di consueto, gli insegnanti consumavano i loro pasti e gli angoli che lo definiva, nonché il muro al di sotto della grande vetrata e lo spazio delle clessidre. La band delle Sorelle Stravagarie stava suonando in quell'area, e Sugar si preoccupò di passare in rassegna i volti di ciascun membro. Lentamente, osservò la parete opposta, scorrendola con gli occhi che si soffermavano sui tavoli per il buffet e gli altri caminetti accesi fino ad arrivare all'angolo. Osservò il lato più breve che si apriva sulla Sala d'Ingresso e il palchetto da cui Dolus, vestito come uno strano uccello marrone e senza piume, aveva espresso brevi parole, niente a che vedere con quelle con cui Kedavra si rivolgeva alla scuola. Il pensiero di sua madre le fece sentire una morsa leggera allo stomaco, ma Sugar avrebbe continuato ad esaminare la Sala Grande per come la vedeva, coprendo l'angolo opposto e finendo per ispezionare il muro del suo camino.
Dopo quel controllo da ferma, Sugar non riuscì a non muoversi. C'erano molte persone e Syleria poteva nascondersi tra queste senza che Sugar fosse in grado di intuirne la figura. Prese a camminare con decisione e lentezza intorno allo spazio riservato alle coppie che danzavano, le braccia incrociate sotto al seno, la mano destra pronta a scattare all'impugnatura della bacchetta alla cinta. Passo dopo passo, Sugar avrebbe esplorato con lo sguardo gli stessi punti visitati prima, quando si era fermata vicina al caminetto, fingendo di essere interessata ai travestimenti delle persone che incrociava e alla band mentre, invece, cercava il volto di Syleria nei presenti. Guardò alle spalle dei musicisti, di nuovo sotto alla vetrata e alle clessidre, spostando il volto poi per esaminare la parte opposta a queste con la scusa di godersi i popolari artisti musicali.
 
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view post Posted on 7/11/2020, 23:33
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«Jenny would dance with her ghosts».

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Doveva dire che lo stile gotico le risultava decisamente affascinante e si era piaciuta guardandosi allo specchio. Lo spunto le era venuto dal racconto in cui si era imbattuta, nonché la ricerca che aveva tentato su quella traccia. Non aveva trovato il gioiello, ma un'idea che giudicava di tutto rispetto: per quella sera, Evey sarebbe stata Lady Carmilla. Stretta in un corsetto nero ricolmo di glitter, lo strascico in velo di Evey non risultava eccessivo nella sua lunghezza quanto nel volume posteriore, che lo alzava e lo estendeva per qualche importante centimetro, come di consuetudine per gli abiti in stile vittoriano. Un fitto mantello la avvolgeva, nero all'esterno e rosso all'interno, il collo ampio e alto al di sopra della sua nuca, ben eretto. Jelonek l'aveva truccata pesantemente: gli occhi erano circondati da ombretto e eyeliner nero, il suo viso era completamente pallido, con accenni di grigio a scavarle gli zigomi. La parte superiore del suo viso, fino al naso, era coperta da un velo nero, che le avvolgeva i capelli fino alla schiena.
Il tocco per cui era più orgogliosa risiedeva nell'Incantesimo applicato sui suoi canini. Non si trattava di denti da semplice vampira quanto da tricheco. Si era trattato, in realtà, di un incidente, avvenuto quando Caledon aveva tentato di truccare Javier con il rossetto della madre. Per impedire quell'attentato, Evey aveva dovuto lasciare che i denti crescessero mentre prendeva Caledon di peso per sbatterlo fuori dal bagno. Javier, le cui guance erano irrimediabilmente rosse, era sembrato reduce da una bevuta lunga e grezza alla Testa di Porco. Nel frattempo, le zanne di Evey si erano allungate fin oltre il mento, ma lei aveva deciso di tenerle dal momento che Javier l'aveva guardata e sorriso. Era stato un segno, e come tale Evey lo aveva seguito. Come tocco finale, Evey aveva dipinto le zanne da foca con lo stesso rossetto rubato da Caledon, per far sembrare di essersi appena concessa un drink. Non ci sarebbe stato alcun Carminio per lei, visto che non possedeva un rubino e non aveva trovato l'originale. Quindi, in soldoni, Evey era semplicemente travestita come una vampira dai canini troppo sviluppati.
Entrò nella Sala Grande al braccio di Jelonek, a cui rivolgeva spesso sorrisi tenui ma carichi di significato. Il dialogo avuto con Angus continuava a popolare i suoi incubi e i suoi pensieri. Non riusciva a vedere suo marito come non-suo-marito, eppure tutto era lì, in bella mostra. Niente Legilimanzia, niente più Prosit, la voglia costante di usare la magia... ma Jelonek non era cambiato. Era sempre lui, il marito affettuoso che si abbandonava sulle sue ginocchia nella speranza di ricevere le sue dita tra i capelli. Ogni tanto si sorprendeva a guardarlo senza apparente motivo, e ancora non era riuscita a confidargli la verità. Qualcosa la tratteneva, ovvero il pensiero di infliggergli anche quel dolore dopo tutto ciò che aveva già dovuto soffrire; come avrebbe reagito sapendo di non essere nel suo stesso corpo? Cos'avrebbe provato al pensiero che quello giaceva da qualche parte, in condizioni sconosciute, senza la possibilità di sapere se mai fossero riusciti a rimetterlo al suo posto? Evey strinse il braccio di Jelonek leggermente più forte, quindi proseguì con lui verso il centro della Sala Grande. Ascoltò le poche parole che Dolus rivolse alla popolazione di Hogwarts, non potendo evitare di alzare un sopracciglio dietro al velo. Sarebbe stata una splendida occasione per introdursi, fare chiarezza su sé stesso e farsi conoscere dai suoi stessi studenti nonché limare la diffidenza che gli abitanti di Hogwarts provavano nei suoi confronti; apparentemente, il Preside era troppo preso dalla diversa dama che lo avrebbe accompagnato durante quella serata. Si trattenne a fatica dal rivolgere gli occhi al cielo. Nonostante la freddezza odiosa con cui Dolus si rivolgeva al prossimo, il Preside sembrava davvero il tipo d'uomo stereotipato e scontato a cui piaceva intrattenere più donne.
Si voltò verso Jelonek, a cui sorrise con dolcezza, e indicò il centro della sala con il guanto di velluto rosso scuro.

- Mi confede quefto ballo? - chiese con qualche difficoltà, a causa delle zanne.

Era da molto tempo che non avevano occasione di ballare insieme, in pubblico. L'ultima volta era accaduto sempre a Hogwarts, qualche anno prima. Le piaceva l'idea di chiudersi insieme a lui nel loro limbo e al contempo di esprimere il loro affetto in pubblico. Era qualcosa di intimo e profondo che apparteneva soltanto a loro, nonostante avvenisse tra altre persone. Gli pose una mano sulla spalla e intrecciò le dita alle sue con l'altra, quindi prese a ondeggiare lentamente a ritmo di musica; non poté evitare di sentirsi infinitamente più leggera dopo la nascita di Javier, una sensazione che non le dispiaceva affatto e di cui intendeva godere mentre volteggiava insieme al marito.

- Felonek... folefo difti che fono daffevo felife. - disse, guardandolo con intensità - Afefo pauva che dopo Jafiev savebbe ftato la ftessa cosa che è suffessa con Gal, ma... -

Sorrise, le zanne che risaltavano.

- ... fto bene. Davvevo bene. E mi piafe effeve qui infieme a ve. -
 
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view post Posted on 8/11/2020, 09:44
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Di ritorno dalla Sala d'Ingresso dopo l'appuntamento (era sembrato eterno, ma quanto poteva esser durato? mezz'ora? non le importava), il momento che sperava di ricordare a vita associato a quella serata di Halloween, ringraziò mentalmente la consistenza del suo mantello da Fantasma e la maschera che a scaglie le copriva il volto fin agli zigomi...era ancora abbastanza consapevole del rossore che era affluito a quel viso fino a pochi minuti prima, e diventare una consistenza eterea era un ottimo modo per dissiparlo in fretta. Una volta di nuovo immersa nei variopinti colori dei costumi di studenti e Professori, aveva intravisto la schiena di MacEwen mescolarsi a quelli e sparire alla volta del buffet dove si erano detti di ritrovarsi di lì a poco, le era stato impossibile non sghignazzare all'idea che volesse "sfruttare" ancora un po' l'anonimato della maschera incantata, rimanendo un attimo di troppo a fissargli la schiena allontanarsi prima di riscuotersi. Ormai lei poteva riconoscerlo (solo lei, sperava), non sarebbe stato difficile ritrovarlo, mentre prima voleva controllare dove fossero le altre Caposcuole, dopotutto era arrivata lì con loro e avevano in sospeso ancora qualcosina.
Avanzò a passo sicuro ai margini della pista da ballo, lasciando che l'andatura prendesse quasi il ritmo cadenzato della melodia di quel momento, gettando uno sguardo al palco con un vago sorriso spettrale e provando ad individuare in quel marasma i colori e i ricami degli altri tre Fondatori di Hogwarts. Avrebbe voluto procedere nel salutare ufficialmente il proprio Responsabile, e pure il Preside Dolus, ancora inebriata dall'effetto potente che quell'abito sembrava conferirle..
...o è ancora Angus a darmi tanta audacia?
..ingoiò il dubbio, prima di tutto cercò di avvicinarsi alle altre tre ragazze, non appena avvistate, palesandosi praticamente alle spalle del blu inconfondibile e del volto piumato della Corvonero, chissà perchè attirata prima da quella combinazione, per tornare poi nel suo personaggio e andare a ri-presentarsi con un invito.
< Scusate l'attesa, tutta vostra, e se Farawena volesse concedermi un primo ballo, scopriamo pure se l'antichità non ha intaccato queste gambe...> la sfumatura ironica inevitabile, ma il braccio teso in avanti, l'altro dietro alla schiena e il busto leggermente inclinato non lasciavano dubbi sulla convinzione della proposta.
 
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view post Posted on 8/11/2020, 11:21
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Un ballo, per essere chiamato tale, richiedeva la presenza di una o più coppie che ballavano a ritmo di musica. Queste coppie potevano formarsi sul momento, oppure come nel caso di Hogwarts, formarsi settimane e settimane prima sotto l'invio di una richiesta tramite gufo. Tom si trovava ancora solo. Ripresosi da quella trance in cui era caduto dopo il mezzo disturbo di uno che avrebbe potuto persino scambiarlo per una sua conoscenza, ma che l'aveva finalmente portato a pochi metri dalla sua dama, il rosso-oro dovette inaspettatamente assistere alla possibilità di dover subire una delusione - a suo modo di vedere - ancora più pesante rispetto i dubbi che già lo stavano martoriando dal suo ingresso al castello: vedere Fara, la ragazza invitata al Ballo, ricevere un invito a lanciarsi nella mischia da un altro gli fece venire il voltastomaco. Sentì il prurito sulla punta delle dita crescere vertiginosamente col passare dei secondi, lo sguardo estasiato dalla bellezza della ragazza farsi più cupo e il cuore riempirsi di una strana sensazione, qualcosa che aveva lasciato indietro mesi fa e che non si sarebbe mai aspettato di dover riaffrontare: rabbia? Gelosia? Preso alla sprovvista Tom reagì di conseguenza: "Son of a..." pronunciò, senza terminare la frase rivolta alla scena che gli si parava davanti, più che allo studente che si stava proponendo. Inizialmente indietreggiò, volendosi quindi allontanare da quel punto della Sala Grande dove si trovava, per poi dimezzare la distanza che separava i tre con ampie falcate che a vederlo camminare in quella maniera si sarebbe detto che stesse camminando sull'aria. Non sapeva perchè improvvisamente fosse tornato indietro: forse non aveva nessuna intenzione di fare da candela della situazione mentre la vedeva ballare con un altro, forse...era solo paura di perderla.

"Ah! Finalmente, non ho ancora ben capito chi sia in ritardo tra noi due" esordì divertito - nascondendo bene il fastidio - il Grifondoro rivolto a Fara e il ragazzo "Sybil Vane risulta essere ancora senza accompagnatore, ti consiglio di farti un giro è trovarla..lei è con me." continuò, sottolineando quel dettaglio con un tono che non lasciava spazio a fraintendimenti: sarcasmo misto a gelosia. Non sapeva per quale motivo avesse esordito così, ma sentiva come se tutto ciò che avesse costruito fino ad allora con la ragazza fosse in pericolo.
 
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view post Posted on 8/11/2020, 12:10
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ghuy'cha'

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Nuovamente nascosto dalla maschera rientrò in sala grande. Il colore del mantello e del finto volto erano invertiti rispetto a quando era uscito prima per l’inaspettato appuntamento con Trish. Bianco il primo e nera la seconda non aveva intenzione di invertirli per ora. Fortunatamente il suo volto coperto non poteva essere notato da nessuno altrimenti avrebbero visto un viso diverso dipinto sul solito Angus. Da qualche minuto tutto era cambiato, si sentiva diverso, leggero. Avevano deciso di rientrare e ognuno andare per fatti propri, avevano incombenze differenti da portare a termine.

< a dopo > salutò Salazar girandosi a dargli un ultimo sguardo.

Lui aveva necessità di bere. Sapeva che non poteva toccare alcolici ma forse a causa del mix di adrenalina ed endorfine che circolavano attive dentro di lui gli venne in mente che avrebbe potuto sfruttare il vestito per cercare di prendere qualche alcolico. Ponderò bene la situazione e non avrebbe agito se prima non avesse studiato a dovere le carte in tavola. Non poteva rischiare di farsi beccare, in qualità di Prefetto non sarebbe stata una scena divertente. Nel frattempo la sala si era riempita e notò in lontananza quello che sembrava Hawkins.

“ma come cazzo si è conciato?”

Lo guardò per qualche istante cercando di capirci qualcosa per poi rinunciarci apprezzando comunque l’originalità del vice-preside. Andare oltre a quello che era la sua eccentricità giornaliera era notevole, doveva ammetterlo. Vide poi la Fedoryen con dei denti affetti da priapismo da tricheco(?) e truccata pesantemente in quello che poteva essere un vampiro.

“Non bene la sua presenza, conosce il mio vestito, la mia maschera. Non deve vedermi”

Camminò non salutando volutamente nessuno, avrebbe cercato di rimanere in incognito quanto più possibile. Si assicurò per l’ennesima volta che i capelli non uscissero fuori dal cappuccio calato in testa e si avvicinò al tavolo meno frequentato. Aveva fame ma non voleva ancora mangiare, dovevano scoprire che ci fosse lui là sotto solo dopo aver portato a termine il suo piano o averci rinunciato quindi perdendo l’eventuale copertura che sarebbe stata inutile. Cercò di capire dove fossero gli alcolici. Non voleva esagerare, giusto un goccio mischiato allo burro birra non sarebbe stato male. Girò la testa e vide qualcuno vestito con un sacco di iuta in testa e si chiese come facesse a respirare chiunque fosse nascosto li sotto. La serata era appena cominciata e ci sarebbe stato da divertirsi. Non avrebbe mai creduto di poterlo dire.
 
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173 replies since 31/10/2020, 18:06   11188 views
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