Aveva passato l'intero pomeriggio ad attendere la sera, momento in cui si sarebbe preparata per l'evento che stava aspettando dall'instante in cui Smith l'aveva invitata ad andarci con lui: il Ballo di Halloween. E finalmente era arrivata l'ora di dare il via ai preparativi.
Aveva fatto una doccia veloce durante la quale erano state coinvolte anche le sue nere onde. Non appena si era trovata asciutta e profumata, senza levarsi gli asciugamani di dosso, aveva iniziato a sistemare il cuoio capelluto, rendendolo luminoso e più ondeggiante del solito. Aveva impiegato una buona mezz'oretta per sistemare ogni singola ciocca: doveva apparire perfetta.
Una volta che i capelli furono immacolati, era passata a sistemare il proprio volto. Fortunatamente, essendo la proprietaria di una carnagione abbastanza olivastra, le imperfezioni erano tutto sommato nascoste e, inoltre, dovendo indossare una maschera, non avrebbe dovuto perdere eccessivo tempo a maneggiare i pennelli per il trucco. Aveva, quindi, coperto le occhiaie, marcando di nero il contorno dei suoi occhi per poi passare sulle labbra del rossetto rosso sangue che aveva
rubato alla mamma l'ultima volta che era tornata a casa dai suoi. Era poi passata, infine, ad indossare ciò che avrebbe potuto più attirare l'attenzione degli altri studenti...in particolare di
uno studente. Era un abito da sera che la mamma le aveva infilato nel baule subito dopo le vacanze estive e che lei non aveva ancora mai avuto l'occasione di vestire. Era lungo, di un colore misto tra il bordeaux e il rosso carminio, forse più vicino al rosso sì. Si reggeva al suo corpo tramite due bretelle non troppo sottili che, davanti andavano pian piano allargandosi fino a trasformarsi in due bande di tessuto che avrebbero dovuto coprire il seno della Mendes mentre, dietro, restando due semplici bretelle, andavano ad intrecciarsi lasciando la schiena scoperta e concludendo il loro tragitto all'altezza del fondoschiena. Il tessuto della lunga gonna di seta era spaccato su un lato, in modo che la coscia sinistra della ragazza fosse visibile ad ogni suo passo. In fin dei conti aveva appena indossato un abito semplice, senza alcun rigonfiamento, senza alcun ricamo se non una benda di tessuto orizzontale posta appena sotto il seno, che andava a differenziare la parte superiore da quella inferiore del vestito. In sequenza, dopo il vestito, aveva indossato: dei tacchi a spillo, non eccessivamente alti, argentati, con due lacci che si legavano attorno alla caviglia per garantirle una maggiore sicurezza nella deambulazione; un cappotto lungo nero che avrebbe indossato solo per arrivare dai Cancelli alla Sala Grande; due orecchini argentati pendenti lineari e una collana molto semplice con un piccolo punto luce al centro a forma di rombo (entrambi gli accessori le erano stati allegati assieme al vestito e buttati all'interno del baule dalla premurosa madre). Infine, dopo essersi mirata e rimirata all'interno del prezioso specchio, una volta convintasi di essere presentabile, aveva innanzitutto allacciato sul viso una delicata maschera nera, opaca, con delle sottili linee di tessuto bordeaux che ne percorrevano il contorno, che copriva occhi e naso, lasciando le labbra rosse in bella vista; aveva poi afferrato una piccola borsetta con delle paillettes ed era uscita dalla propria stanza.
***
Superare i controlli ai Cancelli del castello fu un gioco da ragazzi: naturalmente Alexandra non aveva nulla da nascondere e di conseguenza assolutamente nulla da dover temere. La parte difficile fu attraversare tutta l'area che separava l'ingresso dalla Sala Grande: camminare su quei tacchi non era certo cosa facile.
Ma chi glielo aveva fatto fare?!Beh, la risposta era semplice: Antony. Non che lui ne fosse consapevole, sia chiaro! Ma ormai, nonostante sembrasse che il cuore del giovane fosse ormai conquistato, la giallo-nera avrebbe fatto di tutto pur di mantenere viva quella scintilla che senza un perché era nata tra i due e, anche se non si trattava della cosa più importante, anche l'aspetto fisico e quindi l'apparenza contava.
Con tanta fatica, ma allo stesso tempo tanta emozione, arrivò in Sala Grande. Varcata la soglia si rese conto che il preside Dolus, travestito da medico della Peste (che senso dell'umorismo gente!), aveva già iniziato il discorso che dava il via alle danze. Le Sorelle Stravagarie stavano finendo di accordare i loro strumenti e di lì a breve avrebbero senz'altro incominciato il concerto che avrebbe allietato tutti i presenti durante quella splendida serata. Che fosse splendida, in realtà, Alex non lo sapeva ancora. Più che altro, lo sperava. Così come le era successo al Lago, le sembrava di star per vivere un sogno: un ballo, lei vestita elegante,
il suo lui che sicuramente la stava attendendo da qualche parte lì per la sala. Nulla avrebbe potuto e dovuto rovinare quella serata.
Col cuore che ad ogni passo sembrava voler fare le valigie e partire per un lungo viaggio, Alexandra si guardò intorno, squadrando chiunque le si trovasse davanti per trovare il suo accompagnatore. Avrebbero dovuto darsi un punto di ritrovo.
perché non ci avevano pensato, dannazione?!Le sue imprecazioni, fortunatamente, sarebbero continuate ancora per poco. Nella mischia di gente che inondava la
pista da ballo, una figura elegante, in smoking nero, robusta e affascinante, si distingueva. Fu in quel momento, quando gli occhi della Mendes incontrarono la maschera nera con i ricami oro del giovane, che si rese conto che l'avrebbe riconosciuto tra mille senza nemmeno doverlo guardare in faccia. Attenta a non inciampare nel proprio vestito, si incamminò a passo svelto verso la sua preda, mentre durante il tragitto continuava a pregare il cuore di non fare il bricconcello e le farfalle di abbandonare lo stomaco. Non scoprì mai se le sue preghiere avessero effettivamente funzionato poiché, nell'esatto istante in cui raggiunse
l'amato, tutte le proprie funzioni vitali sembrarono cessare. Per un secondo, tutto il suo corpo sembrò rifiutare categoricamente ogni ordine che il cervello tentava di impartirgli. Solo quando l'organo capo riuscì a effettuare il suo dovere, Alex sembrò rinsavire e, evitando ulteriori perdite di tempo, si sporse verso il Tassorosso per posare sulla sua guancia destra un delicato bacio di saluto. Solo dopo allargò ancora di più il sorriso già stampatole sulla faccia, portando una mano davanti alla maschera che impediva agli altri di riconoscerla, per alzarla.
"Buonasera battitore, ti ho fatto attendere molto?"Si voltò poi a guardare tutti gli altri invitati, cercando di calmarsi e di mettere da parte quell'innato imbarazzo che si presentava ogni qualvolta al suo fianco stanziava Antony. Non glielo avrebbe detto, ma vestito di tutto punto, con quel completo che sembrava essere stato realizzato su misura
era decisamente sexy era davvero bellissimo.
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath,
but you heard it, darling, you look perfect tonight