Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Ballo di Halloween - Apertura delle danze, Ballo in Maschera

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view post Posted on 1/11/2020, 15:41
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ghuy'cha'

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E finalmente era giunto il giorno.
Il giorno di scoprire chi gli aveva inviato la Declamastina. Il giorno di annotare il nome del colpevole per preparare la vendetta. Sempre che un colpevole ci fosse visto che Trish gli aveva aperto il cranio e inserito un tarlo che si nutriva delle sue sicurezze sussurrando di tanto in tanto non fosse un scherzo.
Non che il resto non contasse dato le voci che giravano sul suo incontro con la professoressa di Incantesimi (la lista della vendetta avrebbe compreso due persone). Per non parlare delle ipotesi e conclusioni a cui erano giunti proprio con quell'incontro. Angus aveva pensato fino all'ultimo di non partecipare più al ballo ma infine decise che aveva bisogno di distrarsi altrimenti sarebbe esploso. Morbo bianco o meno doveva continuare a comportarsi come aveva sempre fatto, non c'era motivo di cambiare atteggiamento anche se non sarebbe stato facile guardare tutti sempre con gli stessi occhi e dalla giusta prospettiva.
Si portò con anticipo ai cancelli per presentare l'invito e farsi registrare già vestito di tutto punto e cercando di non farsi riconoscere da nessuno. Svolte le formalità di rito si diresse velocemente verso la Sala Grande per assistere al primo discorso pubblico del preside. Era curioso di sentire cosa avrebbe detto e di notare la reazione degli studenti.
Entrò nella Sala alzando leggermente il capo notando le zucche fluttuanti che adornavano la sala abbinate alle candele sospese sotto il cielo plumbeo riprodotto dal tetto della sala. La cromia della sala gli dava una sensazione di inquietudine nonostante la serata fosse una festa. Camminò lentamente guardandosi distrattamente attorno ma senza dar peso a nessuno, doveva prima scegliere un buon posto prima di recarsi al luogo dell'incontro. Vide le quattro tavole piene di cibo e bevande e tirò un sospiro di sollievo. Qualche giorno prima pensava che il cibo fosse stato un optional visto il morbo bianco ma fortunatamente dovette ricredersi. Tirò dritto verso il primo tavolo cercando una posizione buona per osservare il discorso del preside Dolus.

Non aveva perso troppo tempo a decidere come vestirsi, non aveva ragionato su strani vestiti o maschere particolari come aveva già visto nella sala. Un pantalone elegante nero abbinato a scarpe lucide dello stesso colore, una camicia bianca abbinata a un cravattino nero. Ma nessuno avrebbe potuto vedere niente di tutto ciò perchè un lungo mantello nero copriva interamente la sua figura. La sua lunghezza era tale da toccare il pavimento e coprire persino le scarpe. Il rivestimento interno anch'esso di colore nero e il cappuccio alzato lo coprivano totalmente. Un grande fiocco legava il mantello al collo evitando che potesse cadere e alcuni bottoni provvedevano a chiudere il tutto in maniera da non far vedere nulla. Si premurò di legare i capelli per non farli spuntare fuori dal cappuccio. La maschera semplicissima del tipo di quelle usate nei teatri babbani. Bianca. Faceva a pugni con il nero del lungo mantello. Gli copriva tutto il volto. Era quasi sicuro che nessuno avrebbe potuto riconoscerlo. La bacchetta nascosta era a portata di mano per poter attivare l'incantesimo realizzato dalla docente Fedoryen.

Vide il Preside avvicinarsi al palco per iniziare il discorso e un sorrisetto gli si stampò sotto lo maschera nel vedere come si era vestito. Medico della Peste. Poteva avere un significato visto il periodo che stavano passando? Se così fosse stato poteva essere anche positivo, un medico. Decise comunque di non dare peso a questi pensieri, non era il momento adatto e attese di sentirlo parlare. L'attesa durò poco e il discorso ancor meno dell'attesa. Sorpreso ma non troppo fu certo che il preside certamente non cercava il consenso della popolazione di Hogwarts. Con il "non discorso" che tutti attendevano aveva chiaramente mandato un messaggio su che personaggio fosse.
Angus restò lì, celato dal suo vestito, in recarsi al suo appuntamento.
 
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Jack Allan Wilkinson
view post Posted on 1/11/2020, 17:25




L’aveva aspettata tra la folla di studenti che si era riunita attorno ai cancelli, immaginandosi il trucco e il vestito che avrebbe potuto indossare. L’aria frizzante, che anticipava il clima rigido dell’ormai prossimo novembre, si era mischiata con l’eccitazione dei ragazzi dagli undici e i diciassette anni che aspettavano, tra una chiacchiera e l’altra, di vedere come il nuovo preside avesse addobbato la sala grande o di come avrebbero potuto avvicinare la persona con cui speravano di ballare. Jack, dal canto suo, aveva accennato un saluto a coloro che aveva già riconosciuto da sotto le maschere, assaporando il misto di leggerezza e nervosismo che gli aveva fatto incurvare le labbra in un sottile sorriso felice. Aveva bisogno di quella normalità, di assecondare la voglia di indugiare nella banalità di un ballo in maschera, dimentico per qualche ora dei Sasabonsam o di chiunque vi fosse stato dietro all’ultimo attacco ad Hogwarts.
E aspettare Giulia che aveva accettato il suo invito, faceva parte della sua normalità, quella che aveva scelto d’iniziare nell’aula di antiche rune, sebbene, in verità, fosse nata ben prima di allora. Forse proprio dall’alta torre d’astronomia o dal cortile interno e il suo accendino che li aveva fatti incontrare.
La sua mano, che era andata ad affondare nei pantaloni scuri che stava indossando, aveva potuto sentire solo la stoffa della tasca, denotando la mancanza al tatto del freddo acciaio dell’accendino. Era andato perduto nello scontro e per quanto lo avesse cercato, non lo aveva più ritrovato.
Il suo arrivo non si era fatto attendere per molto. A volto scoperto, senza maschera, l’aveva vista avanzare in un vestito rosso e dorato, alla sua ricerca. Fermo da dove l’aspettava, le aveva fatto assottigliare lo sguardo per cercarlo tra la folla, mantenendo fede alla lettera in cui l’aveva invitata a riconoscerlo. Era stato come giocare a nascondino; forse con il solo pregio di risultare più soddisfacente della sua controparte babbana (da quanto aveva potuto osservare in una delle lezioni della Maranta). Si era preso la facoltà di osservare i suoi sforzi e di lasciarle il suo tempo. Poi i loro occhi si erano incrociati così come le loro labbra. Era stato più uno sfioramento, un tocco leggero e fin troppo breve che Jack avrebbe volentieri prolungato se non fosse stato per la decisione di lasciarle stabilire il ritmo dell’inizio della serata.
“Beccato” le aveva risposto da dietro una maschera argentata che gli copriva la sola zona occhi e parte della fronte con la sporgenza di un corno finemente decorato. Il capo era stato coperto dal cappuccio di un mantello color argento sotto il quale si intravedeva un completo scuro elegante su cui spiccavano sparse decorazioni verde Salazar che simboleggiavano la sua Casa di appartenenza. Le più notevoli si potevano trovare sulle due punte del colletto della camicia bianca, separate da una cravatta rigorosamente verdeggiante, sulle quali vi era ricamato un serpente acciambellato. Le meno vistose, al contrario, erano presenti nei due gemelli sui quali vi era dipinta la testa di un serpente con le fauci spalancate.
L’uno al fianco dell’altro, tra il chiacchiericcio altrui, avevano varcato le soglie della Sala Grande.
Il preside doveva aver impiegato una buona dose dei suoi sforzi per mettere appunto ogni dettaglio della serata, dalle decorazioni che fluttuavano sul soffitto incantato al gruppo musicale scelto per allietare la serata. Il giudizio complessivamente poteva essere positivo, se non si pensava a ciò che rispetto agli anni precedenti mancava. La voce dell'uomo ad annunciare l'inizio della festa, lo aveva reso più palpabile che mai.
Jack, stringendo la mano di Giulia che si era fatta strada nella sua proprio quando la propria stava per fare lo stesso, fissò i suoi occhi in quelli verdi di lei come a volerne indovinare i pensieri.
“Mrs Grifondoro, mi concederebbe un ballo?” disse in risposta alla domanda della ragazza, con un leggero sorriso sulle labbra.
Abbassò momentaneamente lo sguardo sulle loro mani giunte per sistemarsi difronte a Giulia e, al suo consenso, posizionare la mano libera sul fianco di lei.
"Io, invece, da cosa sono mascherato?"

Siamo chi siamo. Ma siamo chi appariamo? O appariamo chi siamo?

 
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view post Posted on 1/11/2020, 18:54
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Nel mondo magico Halloween era un evento attesissimo,non che si potesse affermare ciò per i babbani... Benedetta Weapon essendolo per metà,ne aveva la certezza.La sua famiglia aveva sempre vissuto la giornata in modo esilarante,spaventando i vicini o riducendosi ad un misero dolcetto o scherzetto?.
Stavolta il trentuno ottobre lo avrebbe trascorso nella scuola di stregoneria e magia.
Se le fosse stato possibile intrappolare l'immagine di qualsiasi emozione,avrebbe scelto quella che stava vivendo ora. Benedetta si osservava allo specchio e non poteva che essere compiaciuta davanti a tanta eleganza e ,soprattutto, davanti a tanto entusiasmo. Indossava un vestito da cerimonia bordeaux talmente lungo da non lasciar intravedere le scarpe: una scollatura profonda che la corvonero provvedeva,puntalmente, a coprire con lo scialle e le spalline sottili che non nascondeva la corporatura esile che da tempo ospitava la giovane. Quella notte aveva osato,calzando delle decolté blu notte. Posò sul suo viso la smaschera in pizzo dello stesso colore delle scarpe e potè definirsi pronta. Volteggiava inebriata dalla sensazione di festa,dalla possibilità ,per una sera,di svagarsi...
Tenne stretto a sè l'invito finchè non arrivò il momento di esibirlo: aveva il timore di perderlo o di rovinarlo e che ciò avrebbe potuto precludere la sua presenza all'intrattenimento di Halloween. Passò i controlli e ,a passo lento per prevenire brusche cadute,si incamminò verso il luogo designato al ballo.
Benedetta entrò in Sala Grande,tentennò qualche secondo ammaliata dall'incanto pervenuto alla sua vista e non potè che esclamare:'' Amo Hogwarts! alla vista di tanta magia messa insieme. Vi erano molti studenti radunati,ma non solo.
L'ambiente era riscaldato dalle voci delle Sorelle Stravagarie che la Weapon apprezzava discretamente,benchè non avrebbe mai ascoltato una loro canzone durante i momenti di svago. Un particolare fu al centro della sua attenzione: era sola. Circondata dal calore distaccato di altre persone,ma sola. Ogni studente o studentessa era in ddolce compagnia, mentre lei no. Fu un pensiero momentaneo e fuggitivo in quanto si buttò nella mischia alla ricerca di qualcuno con il quale passare una piacevole serata. Non le veniva difficile,d'altronde.
 
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Qualche minuto prima,in sala comune...

"Ok,è giunto il momento di aprire questa robaccia dei miei zii..."
Luke aveva scartato delicatamente il pacco che gli era arrivato a pranzo via gufo, da parte dei suoi cosiddetti "tutori".
Le iridi verdastre avevano analizzato con attenzione il contenuto:
Uno smoking nero,un pantalone abbinato,delle scarpe di pelle,una maschera con degli ornamenti dorati intorno alla parte vicino agli occhi e una lettera.
La serpe dopo aver aperto la busta,lesse mentalmente:

"Caro Luke,
Un dolcissimo uccellino ci ha riferito che alle 18:00 c'è il Ballo di Halloween!
Abbiamo pensato di farti un pensierino.
Con affetto,
Zia Kate e Zio Jacob
"

Tirò fuori gli indumenti che rispecchiavano il gusto di Miller.
Come sempre era arrivato a prepararsi all'ultimo secondo,dopo aver passato l'intero pomeriggio ad oziare sul letto del dormitorio.
In seguito alla doccia calda che aveva fatto per rilassare i muscoli,era giunto il momento di provarli.
Una pettinata ai capelli, una lucidata alle scarpe,una sistematina al colletto della camicia bianca e ,come tocco di classe,la maschera.Era ufficialmente pronto per catapultarsi in Sala Grande,nella speranza di trovare qualche persona a lui nota.

Halloween.Una delle feste preferite dal Serpeverde. Quel sottile alone di mistero che avvolgeva questo evento lo affascinava.
Dopo essersi tolto per qualche secondo la maschera nera e oro che copriva la zona vicino ai suoi occhi,si avviò a passo svelto verso la Sala Grande.
Come ad ogni evento,c'era qualcuno ad aprire le danze:una figura maschile vestita da medico della peste si avvicinò al palco prendendo la parola. Era il preside.
Dopo il suo discorso scomparve,come per magia, in mezzo alla folla.
"Un pezzo delle Sorelle Stravagarie?Che noia,non ho nessuna tipa con cui ballare.Mi toccherà andare dal mio amato buffet"disse a bassa voce, sperando di non essere sentito da nessuno.Camminò verso il tavolo con tanti manicaretti in cerca di qualche persona con cui parlare e sistemò la maschera per non essere notato da qualche persona indesiderata.
Non poteva toccare niente da quel delizioso banchetto a causa del morbo,quindi si limitò
ad osservare da quel punto tutte le decorazioni a tema e le coppiette che danzano appassionatamente.

Edited by Luke Miller - 4/11/2020, 18:09
 
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Da un'Edimburgo rabbiosa e rancorosa.

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//Caro Luke,
ti invito a utilizzare un colore diverso dal grigio nei post in quanto tale colore è riservato allo staff della moderazione. In particolare, ti invito a usare un colore diverso in questa parte del post:
CITAZIONE (Luke Miller @ 1/11/2020, 20:42) 
Qualche minuto prima,in sala comune...

Oltre a ciò, tutte le azioni antecedenti a quelle svolte in Sala Grande devono essere narrate con il trapassato. Ti invito, pertanto, a modificare tutti i tempi verbali antecedenti alla fila di asterischi contenuta nel tuo post e di rimuovere la fila di asterischi stessa (si tratta di una segnalazione offgdr ai lettori che separa le azioni passate a quelle più recenti, che non è concessa; puoi utilizzare una riga vuota, per esempio, per far capire a chi legge che le azioni svolte successivamente riguardano un tempo più recente).
Sei pregato di non rispondere a questo messaggio di moderazione. Per qualunque dubbio o chiarimento, puoi contattarmi via Gufo.

Cordialmente,
J.
 
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view post Posted on 1/11/2020, 22:24
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Si era arrovellata tanto su quale travestimento scegliere, per quella serata a tema. Agnes non era mai stata una amante di Halloween, paurosa com'era, eppure una festa con tutti gli abitanti del castello, rallegrata dalle musiche delle Sorelle Stravagarie aveva catturato fin da subito la sua attenzione. Non sapeva se una festa fosse stata l'idea più azzeccata in quel periodo. A detta sua avevano problemi ben più importanti su cui concentrare le forse, eppure si era resa conto che il morale generale era sotto le scarpe. Faceva fatica a trovare piacere in quelle giornate grigie, spesso piovose, molto spesso passate tra studio e allenamenti di quidditch durante i quali veniva costantemente messa di fronte alla realtà che oramai il quidditch non faceva più per lei. Anzi era lei che non faceva più per il quidditch. Jasmine non c'era, a salvare il suo umore dal nero in cui pian piano era precipitato e accoglieva con sollievo il week-end e tutti i turni che aveva da svolgere da Mondomago, almeno sentiva di impiegare il proprio tempo in qualcosa di produttivo. Di essere utile in qualcosa, insomma.
Probabilmente non l'avrebbe mai ammesso ma quel Ballo di Halloween era ciò che ci voleva, per provare ad accantonare almeno per una sera i pensieri tetri che le appesantivano la testa. Dopo tanto pensare quindi, era arrivata alla soluzione di reimpiegare qualche suo vecchio abito, magari logorandolo un po' con l'aiuto di qualche Diffindo. Aveva utilizzato una vecchia salopette di jeans, consunta talmente tanto da avere la tela delle ginocchia di parecchi toni più chiari rispetto al resto. Li aveva tagliati qualche centimetro sopra la caviglia, in modo che avrebbero lasciato scoperta la parte inferiore della sua gamba. Aveva infilato nella salopette un maglione spesso, caldo e avvolgente, color rame, che l'avrebbe tenuta al caldo tutta la notte, seppure la serata si sarebbe svolta nella Sala Grande. Ai piedi aveva calzato dei fantastici mocassini, ammorbiditi dall'uso e intonati ad un paio di calze arancioni che spuntavano dai pantaloni tagliati. Con della paglia aveva arricchito le estremità di pantaloni e maglione, creando dei piccoli cinturini di raffia che fuoriuscivano da sopra le caviglie e dai polsi. Una collana di paglia invece le cingeva il collo, sbucando da sotto una sciarpa a quadri blu e verde. Siccome era richiesta una maschera che nascondesse il volto, Agnes si era procurata un sacchetto di iuta sul quale aveva praticato dei fori, per gli occhi e per la bocca. Aveva poi dipinto il sacchetto in modo che fosse spaventoso per chi lo avesse guardato (non per lei, per fortuna, visto che si trovava dall'altra parte eheh). Due occhi scuri apparivano come orbite vuote sulla pelle di iuta, mentre la bocca era eccessivamente larga, orribilmente spalancata, e lasciava intravedere dei denti aguzzi macchiati di sangue. Aveva rabbrividito al pensiero di indossare quella roba, ma era stata rincuorata dal fatto che probabilmente lei non l'avrebbe vista per tutta la sera.
Con il trucco si era premurata di marcare molto le occhiaie, aveva dipinto il naso di un arancione che forse avrebbe dovuto ricordare una carota, e aveva truccato la bocca di un rosso mai utilizzato prima, avendo però cura di allargare bene le linee sottili della sue labbra fino alle guance, ottenendo un effetto insolito e piuttosto sgradevole.
Sopra il sacchetto di iuta Agnes aveva indossato un capello di paglia, sul quale aveva applicato delle piccole zucchette colorate, una verde, una arancione e una rossa. Vestita in quel modo probabilmente nessuno si sarebbe immaginato che fosse una ragazza, avendo rinunciato a gonne tacchi e addirittura ai capelli sciolti. Aveva acconciato due buns ai lati della tesa, tra i quali aveva appuntato fili d'erba e fieno, per rendere il tutto più spaventapasseresco possibile, in modo che sarebbe stata in tema anche una volta libera dalla maschera.

Aveva fatto la fila come tutti, fuori dai Cancelli. L'invito stretto in mano e il viso per metà sepolto nella sciarpa blu e verde. Quando il controllo era stato superato, la ragazza si era rimessa il cappuccio ed aveva proseguito verso la scuola.
Entrando in Sala d'Ingresso Agnes rimproverò se stessa per non essere stata abbastanza acuta da praticare un foro anche per il naso. La iuta aveva una trama piuttosto rada ed era stato questo ad ingannarla. Infatti il problema era che probabilmente quella iuta era stata utilizzata per contenere patate, e una di queste doveva essere andata a male. Non aveva pensato a lavare il sacchetto e decise, in piedi in mezzo alla folla che stava per entrare in Sala Grande, che al più presto si sarebbe appartata per ripulire la sua maschera con l'ausilio della bacchetta, che era riposta accoratamente nella tasca frontale della salopette. Nel frattempo avrebbe respirato con la bocca.
Un dottore della peste la superò, e si diresse verso il palco poco distante. Iniziò a parlare, con la bacchetta puntata alla gola, senza mostrare il suo vero volto. Agnes non ebbe bisogno che lo facesse per sapere che si trattava del Preside, tuttavia lo ritenne piuttosto bizzarro. Il suo discorso fu breve, non si poteva neanche definire discorso. Inclinò la testa di lato, mentre le sue labbra si corrucciavano, non viste. Avevano ricevuto il benvenuto, sebbene loro in quel castello ci vivessero tutti i giorni. Curioso.
Sciolse le braccia che le si erano incrociate sul petto e mosse i piedi infilati nei mocassini, per varcare finalmente la soglia di una Sala Grande addobbata e fiocamente illuminata. Scorse tavoli di cibo e bevande e non poté fare altro che chiedersi il motivo di tanta abbondanza, vista la penuria di appetito che in quei tempi affliggeva la scuola. Lei di sciuro avrebbe onorato il lavoro degli elfi domestici e del professor Fedoryen. Raggiunto uno dei tavoli si sollevò sulla punta dei piedi, pur non riuscendo a guadagnare i centimetri necessari per individuare chiunque non fosse a lei vicino. Il professore avrebbe partecipato alla festa? E se sì, lo avrebbe riconosciuto, dal suo costume? La professoressa Fedoryen, invece?
Rimase lì, con una mano a sorreggere il testone gonfio di iuta, chiedendosi se avrebbe riconosciuto qualcuno, in quella marea di zucche, zanne, artigli e ali di pipistrello. Essere da sola non era mai stato un vantaggio per lei, che non era proprio una campionessa di socializzazione. Uno spaventapasseri impalato accanto al tavolo del buffet, ironico. Come se servisse spaventare la gente per non farla mangiare. Agnes avrebbe voluto fare tutto il contrario.
 
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view post Posted on 2/11/2020, 01:27
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Aveva passato l'intero pomeriggio ad attendere la sera, momento in cui si sarebbe preparata per l'evento che stava aspettando dall'instante in cui Smith l'aveva invitata ad andarci con lui: il Ballo di Halloween. E finalmente era arrivata l'ora di dare il via ai preparativi.
Aveva fatto una doccia veloce durante la quale erano state coinvolte anche le sue nere onde. Non appena si era trovata asciutta e profumata, senza levarsi gli asciugamani di dosso, aveva iniziato a sistemare il cuoio capelluto, rendendolo luminoso e più ondeggiante del solito. Aveva impiegato una buona mezz'oretta per sistemare ogni singola ciocca: doveva apparire perfetta.
Una volta che i capelli furono immacolati, era passata a sistemare il proprio volto. Fortunatamente, essendo la proprietaria di una carnagione abbastanza olivastra, le imperfezioni erano tutto sommato nascoste e, inoltre, dovendo indossare una maschera, non avrebbe dovuto perdere eccessivo tempo a maneggiare i pennelli per il trucco. Aveva, quindi, coperto le occhiaie, marcando di nero il contorno dei suoi occhi per poi passare sulle labbra del rossetto rosso sangue che aveva rubato alla mamma l'ultima volta che era tornata a casa dai suoi. Era poi passata, infine, ad indossare ciò che avrebbe potuto più attirare l'attenzione degli altri studenti...in particolare di uno studente. Era un abito da sera che la mamma le aveva infilato nel baule subito dopo le vacanze estive e che lei non aveva ancora mai avuto l'occasione di vestire. Era lungo, di un colore misto tra il bordeaux e il rosso carminio, forse più vicino al rosso sì. Si reggeva al suo corpo tramite due bretelle non troppo sottili che, davanti andavano pian piano allargandosi fino a trasformarsi in due bande di tessuto che avrebbero dovuto coprire il seno della Mendes mentre, dietro, restando due semplici bretelle, andavano ad intrecciarsi lasciando la schiena scoperta e concludendo il loro tragitto all'altezza del fondoschiena. Il tessuto della lunga gonna di seta era spaccato su un lato, in modo che la coscia sinistra della ragazza fosse visibile ad ogni suo passo. In fin dei conti aveva appena indossato un abito semplice, senza alcun rigonfiamento, senza alcun ricamo se non una benda di tessuto orizzontale posta appena sotto il seno, che andava a differenziare la parte superiore da quella inferiore del vestito. In sequenza, dopo il vestito, aveva indossato: dei tacchi a spillo, non eccessivamente alti, argentati, con due lacci che si legavano attorno alla caviglia per garantirle una maggiore sicurezza nella deambulazione; un cappotto lungo nero che avrebbe indossato solo per arrivare dai Cancelli alla Sala Grande; due orecchini argentati pendenti lineari e una collana molto semplice con un piccolo punto luce al centro a forma di rombo (entrambi gli accessori le erano stati allegati assieme al vestito e buttati all'interno del baule dalla premurosa madre). Infine, dopo essersi mirata e rimirata all'interno del prezioso specchio, una volta convintasi di essere presentabile, aveva innanzitutto allacciato sul viso una delicata maschera nera, opaca, con delle sottili linee di tessuto bordeaux che ne percorrevano il contorno, che copriva occhi e naso, lasciando le labbra rosse in bella vista; aveva poi afferrato una piccola borsetta con delle paillettes ed era uscita dalla propria stanza.

***



Superare i controlli ai Cancelli del castello fu un gioco da ragazzi: naturalmente Alexandra non aveva nulla da nascondere e di conseguenza assolutamente nulla da dover temere. La parte difficile fu attraversare tutta l'area che separava l'ingresso dalla Sala Grande: camminare su quei tacchi non era certo cosa facile. Ma chi glielo aveva fatto fare?!
Beh, la risposta era semplice: Antony. Non che lui ne fosse consapevole, sia chiaro! Ma ormai, nonostante sembrasse che il cuore del giovane fosse ormai conquistato, la giallo-nera avrebbe fatto di tutto pur di mantenere viva quella scintilla che senza un perché era nata tra i due e, anche se non si trattava della cosa più importante, anche l'aspetto fisico e quindi l'apparenza contava.
Con tanta fatica, ma allo stesso tempo tanta emozione, arrivò in Sala Grande. Varcata la soglia si rese conto che il preside Dolus, travestito da medico della Peste (che senso dell'umorismo gente!), aveva già iniziato il discorso che dava il via alle danze. Le Sorelle Stravagarie stavano finendo di accordare i loro strumenti e di lì a breve avrebbero senz'altro incominciato il concerto che avrebbe allietato tutti i presenti durante quella splendida serata. Che fosse splendida, in realtà, Alex non lo sapeva ancora. Più che altro, lo sperava. Così come le era successo al Lago, le sembrava di star per vivere un sogno: un ballo, lei vestita elegante, il suo lui che sicuramente la stava attendendo da qualche parte lì per la sala. Nulla avrebbe potuto e dovuto rovinare quella serata.
Col cuore che ad ogni passo sembrava voler fare le valigie e partire per un lungo viaggio, Alexandra si guardò intorno, squadrando chiunque le si trovasse davanti per trovare il suo accompagnatore. Avrebbero dovuto darsi un punto di ritrovo. perché non ci avevano pensato, dannazione?!
Le sue imprecazioni, fortunatamente, sarebbero continuate ancora per poco. Nella mischia di gente che inondava la pista da ballo, una figura elegante, in smoking nero, robusta e affascinante, si distingueva. Fu in quel momento, quando gli occhi della Mendes incontrarono la maschera nera con i ricami oro del giovane, che si rese conto che l'avrebbe riconosciuto tra mille senza nemmeno doverlo guardare in faccia. Attenta a non inciampare nel proprio vestito, si incamminò a passo svelto verso la sua preda, mentre durante il tragitto continuava a pregare il cuore di non fare il bricconcello e le farfalle di abbandonare lo stomaco. Non scoprì mai se le sue preghiere avessero effettivamente funzionato poiché, nell'esatto istante in cui raggiunse l'amato, tutte le proprie funzioni vitali sembrarono cessare. Per un secondo, tutto il suo corpo sembrò rifiutare categoricamente ogni ordine che il cervello tentava di impartirgli. Solo quando l'organo capo riuscì a effettuare il suo dovere, Alex sembrò rinsavire e, evitando ulteriori perdite di tempo, si sporse verso il Tassorosso per posare sulla sua guancia destra un delicato bacio di saluto. Solo dopo allargò ancora di più il sorriso già stampatole sulla faccia, portando una mano davanti alla maschera che impediva agli altri di riconoscerla, per alzarla.

"Buonasera battitore, ti ho fatto attendere molto?"

Si voltò poi a guardare tutti gli altri invitati, cercando di calmarsi e di mettere da parte quell'innato imbarazzo che si presentava ogni qualvolta al suo fianco stanziava Antony. Non glielo avrebbe detto, ma vestito di tutto punto, con quel completo che sembrava essere stato realizzato su misura era decisamente sexy era davvero bellissimo.

When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath,
but you heard it, darling, you look perfect tonight

 
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Louis Walker
view post Posted on 3/11/2020, 19:53




"Ero convinto di averlo indossato dalla parte giust...mannaggia!", avevo brontolato tra me e me in dormitorio quando mi ero accorto di aver indossato dalla parte sbagliata il papillion bianco, dal'altra parte per quanto sapessi vestirmi con abbastanza stile non ero mai stato un genio in queste cose. Non indossavo questo completo da parecchio tempo, che se non fosse stato per mia madre, la quale lo aveva delicatamente impacchettato per farmelo recapitare qui al castello, non me ne sarei ricordato nemmeno l'esistenza. Erano dei vecchi abiti che avevo decisamente indossato poche volte, me che mi donavano parecchio per questo tema Horror del Ballo in Maschera.
Indossavo una camicia bianca abbinata con dei ricami di stoffa e un set di giacca e pantoloni scuri, e prima di uscire mi ero specchiato un paio di volte per assicurarmi che il mio Mantello Scream risultasse abbastanza spaventoso per la serata, infine, quasi me ne stavo dimenticando, avevo indossato una maschera bianca che mi copriva metà del volto.
Quando ero uscito dalla mia piccola stanzetta, mi ero immerso in un flusso di studenti tutti molto preoccupati agitati per questo grande giorno e mi ero diretto verso la Sala Grande.

Dopo aver verificato il mio invito, avevo finalmente fatto la mia entrata nella grande sala con a fianco il mio fidato grifone Matthew che sembrava non indossare un costume particolare, al contrario di molti altri studenti che vidi non appena misi piede nella stanza. Mi guardai attorno con sguardo interessato, non tanto per cercare di capire quale comapgno si nascondesse sotto quelle particolari maschere ma voleva essere più uno sguardo alla ricerca di Emily. Avevamo voluto evitare appostitamente le smancerie del cavaliere e della sua dama, forse perchè ancora non avevamo fatto del tutto un passo avanti all'amicizia, e di incontrarci direttamente in Sala Grande tra la folla degli altri invitati.
Il Preside annunciò l'inizio di questo grande evento con qualche parola, cedendo subito l'attenzione sull'inizio del primo ballo della serata. A questo punto avrei seguito Matt al buffet per non rimanere in palato con le mani in mano, ma la mia testa sarebbe stata totalmente in cerca di altro, in cerca della mia dama con cui poter ballare. Così mentre alcuni prendevano già l'inizio delle danze io ero ansioso di vederla, di poterla guardare e rimanere a bocca aperta ed ero ansioso di poterla trovare bellissima ma di non saper che dire per l'imbarazzo.
 
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view post Posted on 3/11/2020, 21:00
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La zia Rachel mi aveva mandato quell’abito da Ballo di Halloween. Era della mamma e la nonna aveva sospettato che un giorno mi sarebbe servito. Ormai avevo le stesse forme della mamma, statura e peso. Quel vestito mi calzava a pennello. Aprii il pacco e rimasi a bocca aperta. Era un vestito tipico gotico, molto Halloweenesco a mio parere. Mi ricordava molto un vampiro e quella cosa mi piacque parecchio. Era nero, lungo e morbido. La gonna aveva dei ghirigori in pizzo in rilievo e il corpetto con gli stessi decori. Una cintura con una pietra nera stringeva la vita, il colletto era alzato e tipico del periodo. Le maniche erano strette e lunghe. La maschera era anch’essa nera e piena di ghirigori in pizzo molto vampireschi. Inutile dire, che quella sera mi sarei sentita veramente appartenere ad un’altra epoca, mi sarei sentita decisamente un vampiro. Per l’occasione decisi di indossare dei tacchi neri, non troppo alti per non rischiare di cadere, così per alzarmi un po’. Ero un po’ bassa, perciò i tacchi non possono fare del male a nessuno! Il trucco era leggero, ma ugualmente scuro e adatto all’epoca del mio abito. Dato che avrei indossato la maschera, non sarebbe saltato all’occhio. I capelli li acconciai con il ferro, rendendoli morbidi e boccolosi. Erano lucidi e molto più corvini del solito, raccolti in una morbida crocchia, con alcune ciocche morbide che mi sfioravano il viso. Dopo aver dato mille e mille ritocchi al risultato, decisi di uscire dalla Sala Comune.


Dopo aver sceso la scalinata lentamente, per non rischiare di cadere e dopo aver mostrato il mio invito per partecipare al Ballo, entrai in Sala Grande, cercando di non dare nell’occhio. Essendomi vestita di nero, nessuno avrebbe dovuto notarmi più di molto. Vidi molte persone e feci fatica a riconoscere i volti coperti. Beh, le maschere servivano a quello! Rimasi in fondo, vicino al muro, mentre ascoltavo il discorso del preside. Dopo di che, quando ormai tutti gli studenti avevano iniziato a muoversi di qua e di la, decisi di andare un po’ in esplorazione. Chissà, magari avrei incontrato Louis, o Matt, o Skyle. Mi sarei potuta mettere a chiacchierare con qualcuno in attesa di iniziare a ballare o altro. Non sapevo bene in realtà cosa avrei avuto intenzione di fare, ma la serata avrebbe fatto tutto da se. Mi avvicinai al buffet e mi accorsi di due figure familiari. Erano molto simili, sembravano quasi gemelle e subito mi si accese una lampadina nel cervello. Decisi di avvicinarmi ai due e riconobbi immediatamente le loro voci. “Louis? Matt?”, domandai per verificare che fossero veramente loro. Dopo essermi assicurata al centro per cento di aver parlato con le persone giuste, posai la mano destra sul braccio di Louis e la sinistra sul braccio di Matt. Sorrisi ai miei due amici, felice di averli incontrati. “Come siete eleganti, signori!”, li osservai ironica. “Già a mangiare?”. Il mio lato scherzoso era decisamente tornato all’arrembaggio e, per di più, al massimo.

Edited by Emily Jones - 3/11/2020, 22:46
 
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view post Posted on 3/11/2020, 21:45
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Aveva allungato di qualche decina di minuti il giro di ricognizione nei pressi del Lago Nero prima che scattasse il coprifuoco per essere sicura di rimanere qualche minuto completamente sola nel dormitorio. Tutto ciò era dettato dalla sua voglia di non rivelare nessuno il costume che aveva scelto per l’evento di Halloween, nemmeno alle sue compagne e nemmeno a Xavier. Non si capacitava di quale istinto l’aveva spinta a inviargli il gufo chiedendogli di accompagnarla, ma l’aveva fatto. Quello che nessuno invece sapeva era che, nonostante lei avesse un accompagnatore per la serata, il suo ingresso sarebbe avvenuto in compagnia delle altre caposcuola. Un velo di stupore era apparso sul suo viso quando si era vista recapitare una busta chiusa a suo nome da parte della caposcuola di serpeverde. La pergamena citava un messaggio non troppo lungo, ma conciso e anche molto pensato, con la quale la caposcuola giallo nero si trovava completamente d’accordo. Quello che però, in quella settimana cattutò la sua attenzione più del resto fu la frase “come i Fondatori, quando almeno su una cosa furono d'accordo, creare Hogwarts.”
Ora come non mai il loro essere caposcuola doveva poter essere visto come una presenza di fiducia agli occhi dei propri concasati. Si era messa dunque al lavoro sistemando alcuni suoi vestiti per creare l’abito adatto alla serata.
Hogwarts, fondatori, ispirazione…
Libella, quella sera avrebbe vestito gli abiti di Tosca Tassorosso, rappresentando così la fondatrice della nobile casa giallo nera.
Arricciato appena sotto il seno, intrecciato e decorato con una cintura elastica di strass dorati, il vestito nero e ocra cadeva liscio lungo il corpo fino alle caviglie. Maniche lunghe e spalle scoperte, l’abito era stato modificato in modo da mostrare una leggera scollatura a V, per nulla profonda, ma elegante. Uno spacco laterale fino al ginocchio lasciava intravedere i suoi collanti indistruttibili e ai piedi avrebbe indossato delle semplici francesine dorate con qualche centimetro di tacco. Per coprire le spalle aveva ritrovato nel baule una stola di seta che aveva recuperato durante una delle ultime vacanze a Weymouth. Non aveva dedicato molto tempo al trucco, mettendo in risalto solo le gote con del fard leggermente più marcato e del rossetto ciliegia sulle labbra. Aveva invece curato di più i suoi occhi azzurri che, contornati da dell’eyeliner nero e dell’ombretto oro perlato, sembravano risaltare ancora di più.
I capelli invece erano stati resi boccolosi e raccolti a mezza testa con il fermaglio che i suoi compagni di casata le avevano regalato in seguito al conseguimento del diploma G.U.F.O. Un girocollo sottile e di piccoli zirconcini neri risaltava sulla sua pelle chiara e un nastro di raso partiva dai fianchi e si intrecciava dietro la schiena in un’asola molto delicata. In alto a sinistra, appena sotto la cucitura della scollatura, Libella aveva da sola ricamato con del filo oro l’iniziale della fondatrice. La lettera T avrebbe dunque preso forma come se fosse diventata per quella sera la degna sostituta della brillante spilla da caposcuola. Solo alla fine avrebbe indossato la sua maschera. Dorata anch’essa con i bordi decorati di polverina luccicante nera, in stile veneziano, la maschera scelta avrebbe coperto solo la parte superiore del viso. In tanti avrebbero potuto vedere le sue espressioni, ma con fatica avrebbero potuto riconoscere il suo sguardo e l’intero viso.
Quando si assicurò di aver riordinato l’angolino del dormitorio e di essere in ordine, avrebbe lasciato alle sue spalle la tana e si sarebbe diretta verso il punto di ritrovo concordato con le altre ragazze.
Diciamo anche che il buon gusto non ci è mai mancato…
Ironizzò all’affermazione di Trish nelle vesti di un nobile Salazar, affiancata da Fara la nuova dolce fondatrice dei corvonero.
Credo che per questa sera non avremmo potuto scegliere costumi migliori!
Attesero quindi l’arrivo di Mouna e poi le quattro avrebbero raggiunto prima i cancelli e solo passati i controlli avrebbero ufficialmente preso parte alla serata superando insieme le porte della sala grande. Libella rimase incantata dalle zucche sospese sopra le loro teste e alla vista del ricco buffet una morsa allo stomaco si fece presente. Quel dannato Morbo Bianco le avrebbe impedito di elogiare la cucina degli elfi del castello anche quel giorno.
Con lo sguardo alla ricerca del suo accompagnatore, la caposcuola si fermò fissa con lo sguardo davanti a sé incrociando la figura del preside Dolus alle prese con il discorso di apertura della serata. Alquanto stramba la maschera scelta, ma probabilmente le ipotesi che avesse potuto fare dell’ironia sulle condizioni in cui ormai viveva la maggior parte degli studenti della scuola, erano solo frutto della sua fervida immaginazione.
 
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view post Posted on 3/11/2020, 22:16
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//Cara Emily Jones e cari Matthew_Jackson e Tom Hamilton,
tutte le azioni ambientate prima che i vostri pg giungono in Sala Grande devono essere narrate con il verbo trapassato. Vi invito a modificare i vostri post e a correggere i tempi verbali. In particolare:
-Emily, dovresti correggere da "poco prima, in Sala Comune..." a "poco più tardi, in Sala Grande...";
-Matthew, dovresti correggere da "Matthew aveva deciso di vestirsi elegante" a "passare oltre i Cancelli". Ti consiglio anche di rimuovere la fila di asterischi stessa (si tratta di una segnalazione offgdr ai lettori che separa le azioni passate a quelle più recenti, che non è concessa; puoi utilizzare una riga vuota, per esempio, per far capire a chi legge che le azioni svolte successivamente riguardano un tempo più recente);
-Tom, dovresti correggere da "Doveva ammettere che" a "verso il Castello per essere ricevuto." Ti consiglio anche di rimuovere la fila di asterischi stessa (si tratta di una segnalazione offgdr ai lettori che separa le azioni passate a quelle più recenti, che non è concessa; puoi utilizzare una riga vuota, per esempio, per far capire a chi legge che le azioni svolte successivamente riguardano un tempo più recente).

Siete pregati di non rispondere a questo messaggio di moderazione. Per qualunque dubbio o chiarimento, potete contattarmi via Gufo.

Cordialmente,
J.
 
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view post Posted on 3/11/2020, 22:54
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"Interessante discorso quello di Dolus, vero?" disse Matt rivolgendosi sarcasticamente a Louis che gli era affianco. Era probabilmente condiviso da tutti il fatto che il preside non fosse stato particolarmente loquace nel suo discorso che aveva dato il via al ballo. Sorrise prima di voltare il suo sguardo verso il centro della sala ed adocchiare una figura femminile muoversi poco distante da loro. "Ah be'... mica male la ragazza vampiro eh?!" confidò con un pizzico di malizia all'orecchio del coinquilino. Osservando la ragazza notò che quella strega che aveva per un attimo stuzzicato l'interesse del giovane Grifondoro si stava avvicinando proprio a loro due. Senza parole, Matthew socchiuse gli occhi come per cercare di scrutare chi si celasse sotto quel travestimento per poi appurare che... "Oh cazzo..." esclamò con tono di voce piuttosto alto una volta aver realizzato che si trattava di Emily. Fortunatamente era improbabile che qualcuno avesse sentito quella parolaccia dato che la musica delle Sorelle Stravagarie era sufficientemente alta per impedire che questo accadesse. Tuttavia era consapevole di aver appena fatto una gran figura di merda con il suo migliore amico il quale, sebbene non gli avesse confidato esplicitamente quello che c'era tra lui e la concasata, era evidente che l'amicizia non era l'unica relazione che legava i due.
Ad ogni modo il sedicenne si convinse che la cosa migliore per non peggiorare ulteriormente la situazione era far finta di nulla ed attendere che Emily li avesse raggiunti in modo da poter cambiare argomento. E anche in fretta.
Fu una fortuna per Matt che la compagna trovò subito il modo per chiacchierare, infatti, il Grifondoro colse al balzo l'occasione per rimuovere soprattutto dalla sua testa - ma anche da quella di Louis, ovviamente - il pensiero della figuraccia che aveva appena fatto. "Grazie signorina, anche lei è piuttosto elegante!" affermò Matt con una certa nonchalance cercando di sembrare il più normale possibile nonostante avesse il forte dubbio che le sue guance avessero preso un bel po' di colorito. Fortuna che aveva messo della pittura!

Edited by Matthew Collins - 4/11/2020, 18:39
 
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view post Posted on 4/11/2020, 00:17
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"You can't take a picture of that. It's already gone."

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Dolus respirò puro sollievo, appena sceso dal palchetto. Non rivolse più alcuno sguardo alla parete, ma dedicò la sua completa attenzione alla sua elegante accompagnatrice. L'abito e la maschera che Nephele aveva scelto avevano una fattura antica che gli fece ricordare ciò che la donna aveva scritto riguardo alla sua famiglia. Hargrave. Non era un esperto di dinastie, e non avrebbe saputo esprimersi sul prestigio contemporaneo di questo nome, ma era altisonante. L'attenzione della sala era migrata altrove da lui, dalle parche parole che aveva rivolto ai suoi invitati, e si sentiva più libero.
(Anche se non lo era. Non davvero.)
Anche al Gala era stato combattuto se complimentarsi per l'aspetto di Rowan Silva. Il caso era lo stesso: lo avrebbe fatto come gentilezza spiccia e banale, parole rivolte solo con l'intento di evocare un piacere fatuo. Ciò che lo aveva interessato, della Tirocinante, era la sveltezza della sua mente, e la sua ambizione: due tratti che avevano in comune. Nephele Hargrave si trovava all'inizio di un lungo percorso, e non sapeva dire se fosse in salita o in discesa; quella soggezione rispetto al suo futuro, che la giovane donna forse riconosceva, o forse nascondeva, aveva avuto l'effetto di addolcirla nei modi, rendendoli spigliati e vivaci.
Questo non era sicuramente qualcosa a cui fosse abituato, e non aveva idea di come rispondervi. Tuttavia, lei accettò di buon grado il suo invito, rinegoziandolo immediatamente con uno tutto proprio. Avrebbero avuto tempo per apprendere i rispettivi limiti nel corso della serata.
Sprazzi di leggerezza.
Se le avesse chiesto di portarle il diadema di Corvonero riparato e ripulito da ogni traccia di danno Oscuro per avere contenuto un pezzo dell'anima di Lord Voldemort, Dolus avrebbe pensato di trovarsi davanti a un compito più abbordabile.

- Farò tutto il possibile. - le rispose, cercando di celare la propria impreparazione.

Come molte altre cose, Dolus conosceva il ballo in maniera teorica, ma la sua messa in pratica era carente, e soprattutto fuori esercizio. Sapeva di avere movimenti sufficientemente fluidi (dalle su esercitazioni negli Incantesimi, forzate e mai compiute con piacere) e una delicatezza che tradiva la sua scarsa dimestichezza con la vicinanza alle altre persone. Persone come quelle, almeno. Poteva contare su quelle due qualità, e sperare che compensassero il resto.
La musica era sufficientemente animata, come si confaceva a un ballo di apertura. Mentre al Gala ministeriale era probabile essere circondati da assidui frequentatori di eventi mondani, il Preside si rese conto che intorno a loro tutti stavano ballando liberamente, senza seguire successioni di movimenti particolari.
Si accorse di essere stato silenzioso fin troppo a lungo, perso nella sua esitazione, così prese la mano di Nephele, la sollevò con un tocco leggero della propria e le pose un braccio intorno alla vita, prima di iniziare a volteggiare.

- Se non ci pensa subito qualcuno, ho paura che la torta di zucca avanzerà per la colazione di domani.

Si adattò alla leggerezza che lei aveva auspicato, come poteva. Del resto, lui e Nephele erano tra i pochi in quella Sala che potessero effettivamente approfittare del buffet. Valutò brevemente di chiederle dove si trovasse durante l'incidente che tutti collegavano alla diffusione del Morbo Bianco, e perché si fosse avvicinata a Hogwarts poco dopo, ma decise che non era appropriato. Invece, mentre la portava a coprire distanze sempre più ampie, ma senza fretta, considerò di nuovo l'abbigliamento che lei aveva scelto.

- Il suo vestito... sembra antico, e di ottima fattura. Deve avere una storia, perché lei voglia vendicarsi del suo abito sedendosi per terra a mangiare, con il rischio di sporcarlo. - dedusse. La squadrò senza serietà.

- Non la ridurrei a una storia d'amore passata, con il vestito come dono di un ammiratore sgradito. Sarebbe... troppo banale, per lei. Ma il modo in cui si comporta, la storia che si porta addosso, mi fa pensare che c'entri proprio con quello. Con qualche epoca passata. Magari il lascito di qualche antenato per cui ha perso ogni stima. Forse qualcuno che avrebbe voluto vederla ballare a un evento come questo, ma non a una festa scolastica qualsiasi, e non con qualcuno come me. Sedersi per terra a mangiare della torta finirebbe per essere il coronamento di una serie di umiliazioni a questa figura. Il che mi fa pensare, in effetti, che l'accettazione stessa dell'invito rappresenti proprio quello. Uno scherzo a questa sua misteriosa antenata.

Inclinò la testa, poi la scosse.

- Ho... studiato troppa Aritmanzia Genealogica ultimamente. Ma non serve farlo per sentirsi gli occhi dei propri antenati addosso in ogni momento.

Gli venne quasi da ridere.

- Ebbene, quanto mi sono sbagliato, signorina Hargrave?

I colori della Sala Grande sembravano essersi fatti più accesi, quasi imbevuti da un filtro rosso; e mentre Dolus parlava e ballava, si sentiva leggero, per davvero. Non perché dovesse esserlo. Ma perché tutt'intorno a lui, quella serata assomigliava sempre di più alla fine del mondo.

D.
 
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view post Posted on 4/11/2020, 09:01
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A quanto pareva Daniele aveva ben altri pensieri che non rispondergli, facilmente capibile come cosa, probabilmente stava aspettando la sua dama ed era troppo interessato a cercare con lo sguardo in mezzo alla folla, o semplicemente aveva la testa fra le nuvole.. in ogni caso Matthew onestamente non aveva tantissima voglia di stare a intavolare una lunga conversazione con il Tasso.. le danze erano iniziate, lui era senza dama e non poteva nemmeno concedersi il lusso di mangiare ciò che era al buffet.. decisamente non la migliore delle situazioni. Sospirò lievemente, scuotendo la testa e allontanandosi dal tavolo da buffet dove stava appoggiato. Se non poteva mangiare tanto valeva che provasse a vedere se c'era qualche persona libera a cui unirsi, sarebbe stato decisamente preferibile che non fare la statuina lì dov'era onestamente. Non potè fare a meno di notare l'entrata, simultanea, di quattro figure che.. aspetta, era forse la Andersen quella?! Non poteva esserne sicuro, vista la maschera, ma la platinata, benchè tirata in una foggia diversa dal solito era decisamente quella. Rimase per qualche istante bloccato a metà di un passo, tra lo sbalordito e l'ammirato. Però, la Caposcuola Serpeverde aveva deciso di dare "battaglia" quella sera eh? Sapeva che avrebbe dovuto essere più originale ma non si lamentava del suo vestito, semplice ed elegante, e della sua mezza maschera.. dopotutto non era da lui travestirsi. Non ci era semplicemente abituato.
Rivolse un sorriso verso i "Fondatori", o Fondatrici in questo caso, e continuò a camminare in mezzo alla folla. Camminare dove esattamente? Chi lo sà, dove lo portavano i piedi.. dopotutto erano fatti per quello.
"Sì, Matthew, ma dovresti migliorare i tuoi sensi" gli avrebbe detto il cervello, senza nemmeno dargli il tempo di chiedere per una motivazione. Questa arrivò in un lampo praticamente sbucandogli alla sua sinistra, dove erano situate le porte della Sala e al suo momento zona più "cieca" vista la maschera, che se non avesse saputo delle difese del Castello riguardo al materializzarsi avrebbe detto che qualcuno lo avesse appena fatto. Ma invece del "Crack" di una materializzazione fu la vista di lunghi capelli biondi e di un vestito color bordeaux che gli fecero partire gli allarmi.
E ci fu uno scontro- aspetta, no? Fortunatamente, per una buona dannata volta almeno, il suo corpo riuscì a coordinarsi perfettamente con il cervello per evitare di mandare quella persona a terra, ruotando rapidamente su sè stesso, facendo quello che poteva quasi essere considerato, alla lontana e se si aveva una conoscenza del ballo pari ad un Ricciocorno Schiattoso, un passo di danza molto improvvisato. Passò a un niente dalla ragazza bionda, la cui maschera ne copriva il volto, fermandosi sui suoi passi ancora con l'adrenalina che gli aveva permesso di evitare quello che, altrimenti, sarebbe stato uno scontro frontale abbastanza imbarazzante per entrambi.
< Chiedo scusa.. mi ero distratto, sta bene? > Le chiese, cercando di capire se fosse riuscito a evitare il fattaccio totalmente oppure se l'aveva comunque sia presa di striscio. Le scuse da parte sua, da cavaliere, erano d'obbligo in quella situazione per quanto entrambi sembravano essere stati presi alla sprovvista, probabilmente dal guardarsi attorno alla ricerca di qualcuno.
Se la ragazza non si fosse fatta nulla avrebbe tirato un sospiro di sollievo, la parte destra del volto si sarebbe rilassata visibilmente e si sarebbe visto un piccolo sorriso apparire dalla metà senza maschera delle sue labbra. Non sembrava accompagnata.. non ancora almeno, magari stava semplicemente cercando il suo cavaliere.. ma dal suo modo di fare e dal suo entrare "nella mischia" così come aveva fatto lui c'era qualcosa che lo faceva dubitare: di solito chi aspetta lo avrebbe fatto in una zona più aperta e libera.. avrebbe dovuto..?
"Fallo e basta, o passeranno le Ere Geologiche prima che finisci di pensarci, lascia stare il Ballo." Fu il pensiero, abbastanza esasperato, da quella sua parte di coscienza che lo avrebbe voluto un po' più proattivo e meno riflessivo. Era un ballo, avrebbe dovuto divertirsi. Se poi lei fosse stata accompagnata in quel caso si sarebbe galantemente fatto da parte. Fece un piccolo inchino, mano sinistra dietro la schiena e mano destra tesa all'insù verso di lei, sempre sorridendo per poi chiedere con gentilezza. < Se posso farmi perdonare, mi concederebbe un ballo? > Probabilmente sarebbe finita che si sarebbe dovuto far perdonare anche per il ballo, date le sue doti di ballerino, ma la musica per quanto vivace era comunque sia lenta.. era totalmente nelle sue capacità, più o meno, per evitare quantomeno di finire a pestarle i piedi un passo sì e l'altro pure. In quanto a fluidità, si sarebbe visto una volta iniziati. < Matthew Jackson, molto piacere > Si presentò per educazione verso la Lady.
 
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view post Posted on 4/11/2020, 10:40
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Era una bella serata, la festa proseguiva bene e Roxen si stava godendo la musica dal vivo. Aveva deciso di andare da sola alla festa, voleva poter muoversi liberamente soprattutto per via del suo problema con le folle. Si avvicinò ai limiti della sala per staccarsi dalla folla.
Si era preparata con cura per quella serata; aveva indossato un semplice vestito giallo pallido svasato in un raso di seta, stretto nel corpetto, con le maniche al gomito e le spalle scoperte. Sopra alle spalle splendeva la luce fioca del suo scialle lumos, e attorno al collo aveva una catenina dorata in coppia con gli orecchini.
I capelli erano stati la parte più difficile dell'outfit, aveva dato una forma definita alle sue onde naturali e legato all'indietro i ciuffi laterali per scoprirsi in viso, vi aveva incastrato un bel pettinino dorato con dei fiori in brillanti verde-azzurri e la frangia era stata lisciata con cura insieme ai piccoli ciuffetti che le facevano da contorno.
Le scarpe erano davvero un tocco di classe, regalatele da sua madre come gli anelli alla mano destra, non erano eccessivamente alte ma molto eleganti, le decolté con effetto trasparente avevano tanti piccoli ricami in oro e il tacco dello stesso colore.
Il viso non era molto truccato, si era limitata ad un bell'ombretto sfumato sui toni del marrone e oro, il mascara che le infoltiva le ciglia e un leggero colore rosato sulle labbra.
Il tutto era completato da una graziosa maschera verde azzurra con rifiniture dorate, una di quelle a bastone che si tenevano in mano.
Aveva appena ripreso fiato che la musica le fece scattare lo sguardo alle coppie sulla pista da ballo, era un lento, in quel momento desiderò vedere il suo ragazzo. Il suo lui era completamente all'oscuro di quello che era che faceva, Lorn era un babbano e l'unica cosa che sapeva era che lei frequentava una prestigiosa scuola molto lontano, in cui non era consentito utilizzare il cellulare o qualsiasi altro apparecchio elettronico; si scambiavano delle lettere con cadenza settimanale, lei le spediva ai propri genitori e loro le facevano avere a lui. Si rese conto che si stava abbattendo, non ce n'era motivo, era ad una festa doveva divertirsi, andava tutto bene, era solo un attacco di nostalgia, ora si sentiva meglio.

Edited by Roxen Alveri - 4/11/2020, 18:56
 
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