Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Ballo di Halloween - Apertura delle danze, Ballo in Maschera

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Nephele.
view post Posted on 31/10/2020, 22:37 by: Nephele.




Trema su ’l bianco ed affilato volto
L’aleggiar d’un sorriso.


Il suo pomeriggio era cominciato risvegliandosi nell'appartamento di Josephine dopo due ore di sonno rigeneratore. Aprendo gli occhi chiari, aveva trovato l'amica già armata di pinze e pinzette, nonché pennelli per il trucco, a cui Nephele dovette fuggire alla velocità della luce per non essere accalappiata. Infatti, Josephine non ebbe la meglio e per quanto inizialmente rimase imbronciata, alla fine non riuscì a togliersi un sorriso tutto denti dalla faccia.
Nephele era decisamente confusa dal fare dell'altra. Non era solita indossare abiti eleganti e, soprattutto, da strega. Preferiva delle linee più dritte che mascheravano il suo corpo ossuto, per lo più maschili, ma in alternativa, se proprio non ne poteva fare a meno, sceglieva anche vestiti da strega molto semplici dal sapore un po' antico che contribuivano a darle un'aria ancora più severa di quella già fornita dal suo volto, molto spesso fermo in un'espressione piatta e rigida. Sembrava quasi sempre annoiata, eppure era anche molto ironica e se la si vedeva arricciare le labbra in un sorriso – molti dei suoi sorrisi erano impacciati e poco eleganti – era perché stava trattenendosi dal fare qualche commento sarcastico.
Josephine, prima di accompagnarla fino ad Hogsmeade, le aveva prestato un mantello nero da mettere sopra all'abito scelto praticamente all'ultimo per l'occasione. Fino a poco prima del Ballo in Maschera, Nephele era certa di vestirsi in una maniera ben precisa e aveva anche scelto il suo personaggio: Remus Lupin. Avrebbe interpretato il mago licantropo indossando uno dei suoi completi maschili con una giacca di tweed e ad esso avrebbe associato una maschera a forma di muso di lupo e una pelliccia grigia da mettere sulle spalle. Niente di troppo diverso dal solito e dal quotidiano e forse per questo la sua amica Josephine, sua madre e sua nonna, erano felici che avesse cambiato idea così drasticamente. Lei continuava a rimanere confusa.
Presentandosi ai cancelli agli addetti alla sorveglianza, Nephele, oltre all'invito al Ballo di Halloween estratto da una tasca della gonna dove aveva infilato anche la bacchetta, esibì il suo volto pallido, delle palpebre velate da un tocco scuro che in realtà erano occhiaie e un rossetto rosso rubino, unico tocco di colore. Coperto il viso a metà con la maschera per nulla abbinata all'abito, Nephele si era diretta alla Sala d'Ingresso, dove ad attenderla c'era il suo accompagnatore, il Preside Dolus.
Il perché avesse cambiato idea all'ultimo sull'abito era dovuto proprio al fatto che fosse stata invitata da lui. Quel gufo l'aveva decisamente stupita, ma le buone maniere implicavano che dovesse accettare, visto che nessun altro le aveva avanzato la stessa proposta e siccome era sprovvista di un cavaliere fu praticamente costretta a dire di sì e a presentarsi in abiti migliori di quelli consueti.
In realtà, si era soffermata al pensiero di un Remus Lupin accompagnato ad un altro mago e questo aveva fatto ridere lei e Josephine a crepapelle. Se non avesse dovuto fare ancora tanta strada nella sua carriera, se fosse stata anche solo Tirocinante da più tempo, Nephele avrebbe sfidato ironicamente il Preside, aspettandosi una pronta reazione dal Settimanale delle Streghe – una volta arrivata alla Sala d'Ingresso si maledisse per non averlo fatto. Tuttavia, decise che sarebbe rimasta elegante e formale, così dovette cedere ai brutti pizzi e agli abiti di sua nonna, ma per sua fortuna Cassandra e Isolde avevano tirato fuori da uno dei bauli di famiglia qualcosa di abbastanza sobrio, che la strega accettò di buon grado di indossare.
Il suo abito era, come tutte le sue mise, antico. Generazioni di Hargrave avevano vissuto quel vestito per occasioni importanti, ricevimenti e matrimoni. Era stato tenuto con cura nei bauli di casa, era stato anche riparato sull'orlo della gonna, ma questo manteva comunque un certo fascino. Di un avorio opaco, era un abito in stile elisabettiano impreziosito da ricami dorati ed ecrù con degli inserti in perle, abbinati alla collana e agli orecchini. Aveva indossato anche delle scarpe non troppo alte per evitare di svettare abbondantemente oltre il suo già importante metro e novanta. La sua maschera, che copriva metà volto e lasciava scoperte le labbra rosse, era l'unico punto stonato perché di maschere belle ed importanti non ce n'erano molte tra gli averi degli Hargrave da abbinare agli abiti e, quindi, dovette accontentarsi di una maschera nera, semplice e con qualche decoro in perle, anch'esse nere. In realtà, la maschera fu una delle poche cose che scelse di sua iniziativa.
In fin dei conti, non aveva fatto nulla ai corti capelli chiari o al viso a parte quel velo di rossetto, ma Nephele con solo quell'abito e quei gioielli addosso sembrava addirittura femminile, anche se dal modesto scollo squadrato emergevano le clavicole pronunciate, un paricolare decisamente poco fine e armonico per il corpo di una donna.
Arrivata alla Sala d'Ingresso circa un quarto d'ora prima come d'accordo con il suo accompagnatore (era stata puntuale e non lo aveva fatto attendere) e abbandonato il suo mantello da qualche parte, lo stupore colse gli occhi di Nephele nell'inquadrare il Preside mentre, dirigendosi verso di lei, si toglieva la maschera per quel tanto da permetterle di riconoscerlo. Lei si bloccò sul posto per un istante, poi fece un passo nella sua direzione, togliendosi anch'ella la sua maschera per qualche breve secondo, il tempo di mostrargli un sorriso sghembo prima del baciamano altrui.

«Buonasera, Preside».

La replica al saluto era giunta con un cenno del capo molto accennato per accettare le sue scuse sulla fretta. Adagiò le dita nell'incavo del gomito del suo cavaliere e lo seguì nella Sala Grande mentre una serie di pensieri affollavano la sua mente. Cercava anche di spiarlo di sottecchi, non tanto per cercare particolari sul suo viso, dato che era mascherato, ma sul suo abito o allargando appena le narici nel cogliere qualche fragranza.
Non poteva negare che il travestimento del Preside l'avesse colta di sorpresa e anche di questo ne avrebbe riso con Josephine, come non poteva negare che per qualche attimo sarebbe voluta sparire dentro qualche botola per recuperare i materiali per comporre il suo vestito da Remus Lupin. Ma alla fine sarebbe stata al gioco e il suo sguardo non prometteva nulla di buono, quindi anche ad un evento sociale di quella portata, Nephele, che non era solita ai balli e alle feste, si sarebbe divertita in qualche maniera.
La sua attenzione venne catturata dalle decorazioni della Sala Grande, una volta dentro, dunque si distrasse dal pensiero che quel tocco di rosso sull'abito del Preside qualcosa doveva pur dire. Non avrebbe messo qualcosa di così vistoso a caso, quindi reputò dovesse essere un tocco stravagante o un modo per attirare l'attenzione.

Una sfida.

Anche lei usava colori e simboli per lanciare messaggi.
I suoi occhi si erano stretti a fessure nel pensarlo mentre annuiva distrattamente al Preside, che si allontanava per dare il via alla serata. Lei attese il ritorno del suo accompagnatore all'ingresso del grande ambiente, quello che di tanto in tanto in quel periodo le toccava pulire tra le mansioni da Tirocinante.
Trasse un sospiro di sollievo nell'udire il discorso più conciso della storia. Se avesse dovuto restare lì impalata ad ascoltare qualcuno per minuti o quarti d'ora, Nephele si sarebbe gettata al tavolo degli alcolici con lo scatto di un gatto. Invece andò bene a tutti: la festa era iniziata senza tanti fronzoli e le Sorelle Stravagarie suonavano il primo brano.

«Le posso chiedere questo ballo?» chiese lui.
«Tutti quelli che vorrete, se mi concederete per questa sera sprazzi di leggerezza» disse lei.

Sollevò la mano per farsela afferrare, così che il mago la conducesse in pista.
Nephele non era solita ballare, ma aveva imparato a farlo per buona educazione. Doveva essere pronta ad eventi mondani di questo tipo, doveva essere una brava accompagnatrice. E sua madre avrebbe voluto le foto di quella sera, anche solo per rinfacciarle a vita che era in grado di stare al passo con la società, ma la strega preferiva sempre fare di testa sua.
La sua idea era che questo tipo di eventi fossero uno spreco di tempo per chi si conosceva già, però per chi come lei non aveva contatti veri e legami di qualche tipo fosse qualcosa di particolarmente azzeccato per conoscere gente nuova, farsi conoscere a sua volta.

«Ad esempio, dopo mi fareste compagnia nel mangiare una fetta di torta di zucca, seduti per terra?»

Assottigliò lo sguardo nello scrutarlo da dietro la propria maschera, ora che lui aveva tolto la sua.
Ce n'erano di cose che avrebbe voluto chiedergli. Scelse la più banale.

Edited by Nephele. - 4/11/2020, 13:46
 
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