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| Il guardiacaccia era incorreggibile: oberato come era di impegni lavorativi ad Hogwarts e al ministero, finiva per fare spesso tardi agli appuntamenti. Peggio ancora, si ritrovava a sconfinare oltre le scadenze di invio documenti e resoconti vari, rischiando sempre di finire in guai più o meno grossi. Anche quella volta se l’era presa con comodo: la scadenza per l’invio della lettera valida ad ottenere un biglietto per il Santuario dei Draghi di Scozia era molto lontana, dunque non aveva pensato minimamente di inviare il gufo nell’immediato. Ma quando venne a sapere che avrebbe dovuto aiutare un Magizoologo per più di dieci giorni nella sua tenuta fra le montagne del Galles, il signor Lestrange capì che se non avesse inviato la missiva quel giorno non l’avrebbe più fatto.
Con passo svelto, si era diretto verso la gufaia dove immaginava di trovare Tweet, appollaiato da qualche parte; diversamente si sarebbe servito del primo gufo disponibile. Il Santuario non doveva distare troppo dal castello di Hogwarts: un gufo anche non troppo in salute sarebbe stato adatto all’importante spedizione. Entrato nel vano nel quale riposavano i rapaci ospitati dalla scuola, Alberto si accorse di non essere solo. «Angus!» Il guardiacaccia gli si fece vicino. Diede una pacca sulla spalla del Giovane Scamander recentemente promosso ad Asticello, quindi sbirciò quello che stava scrivendo, poco prima che lo mandasse. «Immagino che hai saputo dell’iniziativa del Santuario dei Draghi di Scozia…» disse, mentre tirava fuori dalla sua tasca la lettera scritta poco prima. «Quanti anni hai? Forse hai bisogno di un accompagnatore» lo informò.
Finalmente rintracciò Tweet. Il barbagianni stava spulciandosi le ali. Lo chiamò a sé, e l’uccello gli planò addosso, aggrappando gli artigli delle zampe al braccio sinistro dell’uomo che lo aveva adottato ormai alcuni anni prima. «Al Santuario dei Draghi di Scozia» ripeté sottovoce al barbagianni l’intestazione che aveva vergato sul retro della busta che conteneva la richiesta di ricevere il biglietto omaggio. Tweet sbatté un po’ le ali, e poi spiccò il volo, librandosi nel cielo autunnale attraverso una feritoia.
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