Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Slanderous I

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view post Posted on 30/10/2020, 16:03
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†Doomsday†

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Aveva tremato, giusto qualche momento, ma di certo non per il freddo. Un rabbia cieca si era impossessata del suo corpo offuscandole la vista e permettendo al battito del suo cuore di consumare gli altri suoni, diventando – martellante – l'unica cosa che era stata in grado di sentire mentre si aggrappava con forza al bancone di Accessori nel tentativo di reggersi in piedi. Era un fottuto scherzo, vero? Aveva a mala pena avuto qualche settimana per stabilirsi al negozio, prendendo confidenza con la cassa, con il contatto interpersonale con i clienti, con i fornitori, trovando un equilibrio – finalmente – in quella che poteva a tutti gli effetti definire la sua nuova vita. E qualcosa doveva naturalmente rovinare tutto, no? Aveva stretto con forza tra le dita le pagine del Cavillo che aveva trovato abbandonato sull'uscio, stropicciando inevitabilmente la carta del giornale. Uno schifo di giornale, a quanto aveva potuto appurare. Non era riuscita ad abbandonare la propria postazione fino a ora di pranzo circa, troppi i clienti che avevano deciso di acquistare gli articoli di merchandising delle squadre della Lega Britannico-Irlandese, il Campionato iniziato da qualche settimana. Nel frattempo era riuscita a calmarsi, non potendo comunque cancellarsi dalla mente il contenuto diffamatorio dell'articolo che quei giornalisti di quarta categoria avevano deciso di mettere bianco su nero. Tra una transazione e l'altra, inevitabilmente, aveva rimuginato su come muoversi perché – beh – non l'avrebbero passata liscia; quando si gioca con un serpente il rischio è di finire avvelenati. In pausa pranzo aveva quindi deciso di chiudere momentaneamente il negozio, lanciando un incantesimo che avrebbe riprodotto la voce della Proprietaria quando qualcuno avrebbe provato ad aprire la porta; Torno Subito! Anche se neppure lei avrebbe saputo dire quanto esattamente sarebbe durato quel “subito”. Non si era comunque diretta in un luogo particolarmente lontano, entrando con calma in Gelateria, le pagine di carta straccia arrotolata ancora strette nel pugno. Ci aveva pensato. Il coinvolgimento di altre due giornaliste della Gazzetta, tra cui Morgana, era estremamente sospetto – non poteva credere che le avessero fatto una cosa del genere, soprattutto non la strega di Inverness. Al contrario, i trascorsi con Laurie non erano stati piacevoli, il fatto che avesse ottenuto il Corso da Pupilla di Antiche Rune al posto suo era stato per molto tempo fonte di rancore da parte della ex Serpeverde. Ma era cresciuta ed era andata avanti. Sperava che la neo Professoressa di Cura delle Creature Magiche avesse fatto lo stesso. Stirò le labbra in una parvenza di sorriso, notando come – inevitabilmente – in inverno i clienti di Florian potessero contarsi sulle dita di una mano. Meglio, avrebbe avuto Laurie tutta per sé. Se il suo corpo le avesse concesso di nutrirsi, le crépes del listino invernale sarebbero state un ottimo sostitutivo del pranzo; ma così non era. La imbarazzava entrare in un negozio, consapevole di non potervi acquistare nulla, ma in quel caso le sembrava un questione di vita o di morte. Si diresse vero la cassa, come se dovesse essere servita. Buongiorno Laurie. La strega era più giovane di lei, oltre che una sua collega alla Gazzetta del Profeta; poteva abbandonare i toni formali, anche per rendere più leggera una conversazione che sapeva non sarebbe potuta esserlo. Io – mi dispiace disturbarti, avresti qualche minuto da dedicarmi? Domandò stringendo la presa sul Cavillo, sperando la sua vicina di negozio acconsentisse: doveva vederci chiaro e la ex Grifondoro era un tassello importante per giungere alla conclusione di quella maledetta vicenda – tanto per restare in tema. Qualora la Felini avesse acconsentito, la Bionda Minaccia – prendendo un respiro profondo – avrebbe consegnato la pagina del giornale incriminata, permettendo all'interlocutrice di leggere le infamanti parole che qualche stronzo aveva pubblicato. Si sarebbe schiarita la voce. Immagino che sia tutta una montatura, non ho mai ricevuto lamentele dai miei clienti, né tanto meno compensi da parte dell'Ufficio Misteri per vendere scope danneggiate. Però vorrei – uhm chiarire la tua posizione visto che hanno fatto il tuo nome, oltre a quello di Morgana. Non ti sto accusando, voglio – voglio solo capire per decidere come muovermi. Avrebbe concluso, non sapendo dove posare lo sguardo e lasciandolo quindi vagare tra le varie attrezzature e oggetti colorati che rendevano quel luogo troppo felice per i suoi gusti.
 
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view post Posted on 2/11/2020, 09:17
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A clock isn't time; it's just numbers and springs. Pay it no mind.

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Diagon Alley, dopo il tipico trambusto di settembre, era tornata a quella certa tranquillità dei mesi precedenti; non poteva dire che fosse una calma naturale per quell’angolo magico di Londra, che comunque ferveva sempre di attività, acquirenti e chiacchiere: da quando il Morbo Bianco si era diffuso, le persone sembravano cercare di svolgere le proprie compere ancora più in fretta, trattenendosi tra un negozio e l’altro solo il minimo indispensabile. Aspettandosi già un calo di clienti per via dell’inverno, Laurie non aveva comunque progettato granché per promuovere la gelateria in quel periodo: la totale mancanza di appetito degli affetti del Morbo e il senso di vergogna che avvolgeva le persone sane sembravano rendere invisibile il suo piccolo locale. Da una parte, pensava che non era così male avere più tempo per correggere i compiti di Cura delle Creature Magiche, e cercava di convincersi che sarebbe tutto passato, presto, e che anche il Morbo Bianco sarebbe stato solo un periodo buio da raccontare nei libri di Storia Magica Moderna; tuttavia, la verità era che si rabbuiava inevitabilmente nel vedere la gelateria così vuota e i volti delle persone che passavano vicino alla vetrina così spenti. In quel periodo, con il freddo che avanzava e Halloween alle porte, non riusciva a non ricordare il proprio evento di Halloween e il momento in cui, dopo la festa, Gregory era tornato al locale per dichiararsi. Quei ricordi facevano male, ora, perché Destiny non era mai stato così elusivo e distante nei suoi confronti.
Laurie sospirò, guardando stancamente l’orologio appeso alla parete. Era quasi ora di pranzo e, nonostante una parte di lei volesse chiudere prima per terminare il supplizio di quell’attesa vana, decise che sarebbe rimasta aperta, qualora fosse passato qualcuno di affamato e tentato dalle sue crêpes. Rivolse un sorriso debole al ritratto del signor Florian, che cercò di rincuorarla con uno dei suoi calorosi occhiolini prima di lasciare il proprio quadro e vedere cosa succedesse in uno dei suoi altri ritratti. Il fondatore, pur di tirarla su di morale, le aveva promesso che avrebbe provato a origliare cosa succedesse nei negozi ministeriali, nella speranza che qualche dipendente affamato fosse di strada, nonché per suggerire di persona, ove possibile, di recarsi alla gelateria. Persino in quel periodaccio, il ritratto del gelataio la faceva sentire meglio e riusciva a non farle pesare la solitudine nella gelateria.
Poco dopo, tuttavia, la campanella sopra la porta tintinnò, cogliendo Laurie di sorpresa e facendole alzare gli occhi verdi in maniera vispa. Il suo sguardo incontrò quello della Custode e, difficile quanto credesse che fosse, si concesse la folle speranza che fosse lì per un Waffle Odino.
-Oh, buongiorno… Ashleigh,- esitò, arrossendo e chiedendosi se l’avesse mai chiamata per nome; decise però di fare lo stesso, di slancio, prendendolo come un atto di gentilezza della Custode. Non aveva avuto quasi nessun contatto con la donna da studentessa e anche da adulta l’aveva conosciuta solo nelle sue figure professionali, a parte quella volta che si era offerta di aiutarla a trovare Anacleto, un giovane gufo di sua madre alla sua prima spedizione internazionale. Accantonare le formalità, in ogni caso, faceva piacere a Laurie Felini, che le vedeva più come una forma di distanziamento sociale.
-Benvenuta da Florian Fortebraccio!-, aggiunse, con un sorriso più ampio, aprendo le braccia in un gesto caloroso e appena imbarazzato. -Cosa posso servirti?-
Ci volle meno di un secondo per capire che, in effetti, non avrebbe potuto servirle alcunché e che la Custode fosse lì per un altro motivo, come confermarono le sue parole un po’ enigmatiche subito dopo.
-Oh.. oh, sì, certo, nessun disturbo, cosa posso fare?- chiese allora, cercando di mascherare la delusione.
Si trovò spianato davanti un articolo di giornale che pareva essere stato accartocciato violentemente e, non appena Laurie lesse il contenuto, non poté che pensare che fosse inevitabile. Allargò gli occhi con incredulo stupore, sentendosi sempre più basita di secondo in secondo e, leggendo il suo nome, si trovò a spalancare la bocca con profonda indignazione. Come si permettevano? Chi aveva scritto quel pezzo farraginoso e complottista?
Da Responsabile di Servizio della Gazzetta, era suo dovere verificare che ogni fonte utilizzata per ogni riga di ogni articolo sotto la sua supervisione fosse sufficiente e ben fondata; non poteva dire che chiunque avesse permesso a quella roba di venire pubblicata avesse fatto altrettanto. Non pensava che nemmeno Morgana potesse aver mai detto nulla del genere – era anche lei giornalista presso la Gazzetta, se avesse avuto uno scoop di quel tipo non avrebbe avuto più senso pubblicarlo sul giornale per cui lavorava in prima persona?
-Ashleigh, io… non ne so proprio nulla!- ammise, dopo qualche altro secondo di lettura per assicurarsi di aver visto, purtroppo, giusto. Sollevò gli occhi su di lei, preoccupata per la reputazione della donna, mortificata per quello che avrebbe potuto pensare la gente di lei e furiosa la menzione del proprio nome e della gelateria che gestiva in un articolo di giornalismo tanto becero. -Mi dispiace, non.. non capisco nemmeno perché qualcuno dovrebbe inventarsi qualcosa del genere! Che senso ha?- si infiammò, corrugando la fronte e raddrizzandosi, iniziando inconsapevolmente a gesticolare per la rabbia.
-Non avrei alcun motivo per dire qualcosa di così...--
Stupido. Volgare. Complottista.
Scosse la testa, incredula.
-Se avessi mai anche solo pensato che ci fosse qualcosa di strano, ti avrei confrontato prima; siamo colleghe alla Gazzetta, dopotutto. Ma Il Cavillo…- borbottò tra i denti, ormai decisa a odiare la rivista per quell’insensatezza. Era un periodo che andava tutto storto: il Morbo Bianco, la Preside in coma, la zoppia e la perdita di un orecchio, l’allontanamento di Gregory, le voci infondate sulla “Congiura del Silenzio”… e ora questo.
Nel menzionare la Gazzetta, però, le venne un’idea.
-Dimmi come posso aiutarti, Ashleigh. Forse se scrivessi una lettera pubblica in cui nego tutto questo… schifo, potremmo fare in tempo a pubblicarla in quest’edizione del Profeta!- propose, cercando lo sguardo della collega Responsabile.
 
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view post Posted on 2/11/2020, 14:29
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†Doomsday†

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Era raro per una persona come Ashleigh Meister, provare imbarazzo; qualcosa che cozzava ampiamente con la sua personalità, ma che – ahimé – era reso – le poche volte in cui si palesava – evidente per via del suo incarnato particolarmente chiaro. Negli ultimi tempi, con la riscoperta del suo lato più umano e socievole, si era ritrovata a imbarazzarsi nelle situazioni più diverse, per i motivi più disparati: un complimento, un silenzio, uno sguardo erano stati tutti causa scatenante di rossori a imporporarle le guance senza che potesse minimamente controllarlo; era una situazione nuova e incerta che la rendeva insicura per la prima volta nella sua vita. Ma dopo un coma durato diversi mesi erano davvero poche le novità nelle sue abitudini e maniere che riusciva a recriminarsi. Quando Laurie – com'era prevedibile che fosse – domandò alla strega che cosa volesse ordinare, la proprietaria di Accessori riuscì miracolosamente a trattenersi dal tentennare in modo molto palese, sebbene il colorito delle sua gote non sarebbe passato inosservato. Si schiarì la voce senza dire inizialmente nulla, per poi glissare e giungere subito al motivo della sua visita. Come molti altri malati, la strega di Winchester subiva tutta una serie di conseguenze mediche e sociali derivanti dal Morbo Bianco: l'impossibilità di mangiare e bere, in un caso, lo stigma, nell'altro. Dichiararsi apertamente infetta – sebbene non avesse ancora mai tentato di farlo, inconsapevole dunque delle conseguenze effettive – non le sembrava una buona idea ormai da quando le prime pagine di ogni giornale e agenzia di stampa avevano riportato la notizia del suicidio di Liam Shusterman nel mese di agosto. In quel frangente, ignara che anche Laurie versasse nella medesima condizione, preferì – ancora una volta – tacere.

Ascoltò la Creaturologa arrancare con le parole nel tentativo di svincolarsi dalle parole che le erano state attribuite ingiustamente. Non ce n'era bisogno perché più ci pensava, più la situazione risultava chiara agli occhi della Bionda Minaccia. Lo so, Laurie, non preoccuparti. Più ci penso e più è chiaro che la persona che ha scritto questa roba non solo è un'incompetente, ma anche uno stupido. Un singolo colpo di riso, tra l'amaro e la derisione, le sfuggì dalla gola. Come hai detto tu, siamo addirittura colleghe giornaliste; fossimo state estranee forse avrebbero avuto qualche possibilità in più di mettermi in difficoltà, ma così si sono scavati la fossa con le loro stesse mani. Il tono borbottante di Laurie la fece sorridere, condividendo in pieno l'astio verso una rivista che – grazie a quest'ultima bravata – avrebbe trascorso giorni infelici. Sebbene la persona più colpita dall'articolo, tra la tre, fosse Ashleigh stessa, la donna poteva capire l'animosità della ex Grfiondoro verso una redazione che si permetteva non solo di pubblicare stronzate prive di fondamento – evidenziando una scarsa attenzione sul lavoro, con conseguenze che avrebbero potuto colpire negativamente l'intera categoria –, ma anche di attribuirle parole non dette, proprio come appena confermato. Ti ringrazio, ma ancora non ho ben deciso come muovermi e voglio sicuramente parlarne prima anche con Morgana, visto che hanno tirato in ballo pure lei. Fece una pausa, ragionando sulla proposta che la strega le aveva appena fatto. Una smentita dalle pagine della Gazzetta sarebbe stato sicuramente d'impatto e avrebbe raggiunto un numero di lettori davvero molto ampio, probabilmente addirittura maggiore del Cavillo; ma riflettendoci in quella mattinata, era giunta alla conclusione che non voleva coinvolgere un altro dei suoi posti di lavoro, con il rischio che qualche altro genio facesse sorgere inutili sospetti sulla faziosità di un'eventuale articolo in suo favore, proprio tramite le pagine di un quotidiano in cui lei stessa era impiegata. No, la via legale le sembrava sempre più la soluzione più adatta. Ci ho pensato, ma preferirei non coinvolgere anche la Gazzetta con il rischio di scatenare una guerra tra giornali di cui proprio non abbiamo bisogno. Sarei felice se volessi rilasciare una dichiarazione in mio favore, naturalmente, ma più passano le ore più la voglia di rovinarli definitivamente si fa prepotente. Una diffida richiedendo una smentita; o direttamente una denuncia; o entrambe. Non lo so, credo che mi metterò in contatto con un Magiavvocato per trovare la soluzione più adatta, sperando di riuscire nel frattempo ad arginare le perdite in altro modo; qualcosa me lo farò venire in mente. Però sicuramente se mai si arriverà a processo avrò bisogno della tua testimonianza. Gesticolò con la mano libera mentre il fiume di parole lasciava rapido le sue labbra. Addolcì i lineamenti del viso, un po' più tranquilla e serena rispetto alle sorti di quell'infelice storia in cui era stata immotivatamente coinvolta. Spostò il peso da un piede all'altro – o meglio, da un piede al bastone – recuperando la pagina con l'infamante articolo e infilandoselo distrattamente in tasca. Avrebbe atteso qualche secondo per verificare che Laurie non volesse aggiungere nulla a quanto era già stato detto, in modo da cogliere eventualmente l'occasione per tornare nel suo negozio a macchinare la propria personale vendetta, invece che starsene in piedi come una deficiente in una gelateria, senza consumare nulla. Nonostante consapevole di non riuscire a deglutire nulla, non poteva dire che la gola non la richiamasse: stare in quel luogo era una sottile tortura ora che la sua attenzione non era più concentrata sull'argomento principale della loro conversazione, ma lo sguardo aveva – infame – deciso di vagare sulle prelibatezze in vendita. Ora credo che farò visita anche a Morgana, ma appena so qualcosa ti mando un gufo. Ah, e appena finisco la dieta passerò sicuro per una di queste golosissime crêpes! Inventò sul momento ridacchiando in modo forzato, trovandola una scusa comunque abbastanza plausibile – per quanto Laurie avrebbe potuto facilmente questionare la sanità mentale della collega, già decisamente magra per la sua altezza e considerando la sua condizione post-coma. Se non ci fosse stata la necessità di riempire ulteriormente il silenzio, Ashleigh avrebbe scosso la mano in cenno di saluto, congedandosi e fiondandosi dritta al Serraglio Stregato nella speranza di incrociare Morgana, per avere lo stesso, infelice incontro.
 
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