Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

The Black Rider, A. M.

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view post Posted on 9/10/2020, 19:27
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A clock isn't time; it's just numbers and springs. Pay it no mind.

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Se Laurie Felini non aveva dei ripensamenti nel corso della giornata poteva dirsi un miracolo; quel sabato mattina, tuttavia, doveva aver battuto ogni record, perché non aveva smesso di rimuginare su quello che stava per fare da quando si era alzata. In realtà, era da quando aveva ricevuto la lettera di Angus MacEwen, il Prefetto di Corvonero, che i suoi pensieri continuavano a fare avanti e indietro sulle possibilità di risposta. Lo studente le aveva chiesto di accompagnarlo entro i confini della Foresta Proibita, in qualità del suo ruolo di docente di Cura delle Creature Magiche, e Laurie si era sentita investita di una responsabilità non da poco. Lo scopo di quella spedizione, infatti, voleva essere una verifica sulle voci che giravano del Sasabonsam avvistato nei pressi della Foresta di Hogwarts. Quando aveva sentito quelle voci aveva provato un orribile brivido dietro la schiena e un'inequivocabile sensazione di paura: aveva potuto quasi rievocare il panico e la confusione che aveva provato svegliandosi in Sala d'Ingresso, quella maledetta notte, con quei mostri neri che pendevano dal soffitto, attirati dalla pila di corpi scomposti ammassati al centro della sala. Non sapeva su quali basi l'Associazione "Creature Magiche Coccolose" potesse dire che i Sasabonsam erano del tutto innocui: lei li aveva visti cercare di mangiare Ashleigh e attaccare qualunque persona su cui avevano posato gli occhi, attratti dall'odore di sangue come belve affamate e incoscienti.
In ogni caso, quando aveva sentito la notizia aveva sperato innanzitutto che non fosse vera, anche se una parte di lei era convinta che non potesse essere più improbabile trovarne uno adesso rispetto alla moltitudine che aveva invaso la Scuola la notte dell'attacco; poi aveva cercato di non pensarci, certa che il Guardiacaccia stesse già indagando o che lo stessero facendo gli Auror o i dipendenti del Quarto Livello. Non era compito suo occuparsi del ritrovamento della bestia, giusto? Ricordava fin troppo bene l'ultima volta che aveva provato a rendersi utile, prendendosi sulle spalle doveri non suoi e che non era riuscita a portare a termine, finendo anzi ferita ben oltre le sue aspettative. Se c'era una cosa che aveva imparato, era che non poteva fidarsi del proprio orgoglio.
Tuttavia, l'illusione si era infranta con il gufo di MacEwen. Era professoressa della cattedra di Cura delle Creature Magiche, dopotutto, e, insieme al Guardiacaccia, l'autorità a cui riferirsi per questioni del genere al Castello; il Prefetto aveva palesato a lei le sue intenzioni di perlustrare i confini della Foresta, forte della sua Certificazione Asticello ottenuta di fresco con il Corso per Giovani Scamander.
Le era subito sembrata un'idea avventata e incosciente: Angus non sapeva cosa avrebbero potuto trovare, e non lo sapeva in realtà nemmeno lei; mettersi a gironzolare nel luogo più pericoloso di tutta Scozia alla ricerca di una bestia ematofaga, dopo tutto quello che era successo, sembrava una pura e semplice follia, dettata dall'impetuosità e dall'incoscienza della giovinezza. La sua prima risposta, dunque, era stata piuttosto dura, diversamente da come era solita esprimersi; mentre trascriveva i suoi pensieri su pergamena, tuttavia, le era venuto il dubbio che, anche senza di lei, il Prefetto sarebbe andato avanti comunque con i suoi piani - d'altronde, le aveva scritto che avrebbe preferito essere accompagnato solo per una sicurezza maggiore e dalle sue parole Laurie aveva tratto il sospetto che non si sarebbe fermato anche davanti a un suo rifiuto. Era in stallo: allora, la parte ancora arrabbiata di lei, la parte che continuava a non capire perché era successo tutto quello e cosa fosse effettivamente successo, le aveva allentato la mano: se non poteva fermarlo, poteva quantomeno assicurarsi di persona che il Corvonero non si mettesse davvero nei guai. E, forse, trovare (o non trovare) la Creatura avrebbe potuto darle un po' di pace.
Così, dopo aver avvertito il Guardiacaccia delle loro intenzioni - almeno qualcuno avrebbe saputo dove si trovavano - si era presentata di sabato mattina non lontano dalla capanna del Guardiacaccia e dal suo stesso ufficio, decisa ad aspettare il Prefetto prima di avvicinarsi al confine di alberi. Aveva scelto di indossare un paio di pantaloni pratici e a cui non teneva particolarmente, insieme a degli scarponcini e una felpa verde chiaro, su cui stringeva nervosamente il mantello. Le dita della mano destra si muovevano nervose sulla stoffa e scivolavano di tanto in tanto ad accarezzare l'impugnatura della bacchetta, celata nella tasca interna del mantello, mentre nella testa continuava imperterrita la lotta tra la parte di sé che aveva accettato quella follia e la parte che sentiva di star facendo un'enorme stupidaggine. L'avrebbero licenziata, senza dubbio, e non avrebbe avuto il coraggio di guardarsi più allo specchio per aver permesso a uno studente di mettersi a cercare un Sasabonsam, per quanto coscienzioso Angus MacEwen sostenesse di essere.
Quando finalmente notò la figura del Corvonero, raddrizzò la schiena, appoggiandosi al bastone con la mancina.
-Buongiorno, signor MacEwen. Prima di avviarci, voglio mettere in chiaro alcune cose,- esordì, tesa. Diversamente dal solito, sentiva di avere il viso un po' pallido e temeva che la notte passata a rigirarsi nel letto in preda ai dubbi si notasse nelle lievi occhiaie sotto gli occhi.
-Questo compito non spetta né a lei né a me: se c'è davvero un Sasabonsam nella Foresta Proibita spetta agli Auror o ai dipendenti del Quarto Livello occuparsene. Non parliamo di una Creatura innocente o coccolosa, come certe persone vorrebbero far credere,- disse, riferendosi all’Associazione che aveva offerto del denaro per trovare la Creatura e che Laurie sperava vivamente non fosse stata lo stimolo che aveva spinto Angus a quella follia.
-Li ho visti attaccare qualcuno e le posso assicurare che non è un bello spettacolo. Per di più, se dovesse capitare qualcosa, non potrei difenderla in maniera adeguata.-
Esitò.
-Ho il Morbo Bianco e.. le rese dei miei incantesimi sono instabili,- ammise, con un sospiro, mentre gli occhi si abbassavano brevemente a guardare il manico del bastone su cui si appoggiava.
-Ci limiteremo a perlustrare i confini della Foresta, niente di più. So che possiede una certificazione che le permette di andare più in profondità, ma se c’è davvero un Sasabonsam non è sicuro e lei è minorenne. Davvero non posso permetterle di più; è sotto la mia responsabilità e se dovesse capitare qualunque cosa, voglio che mi prometta che correrà ad avvisare il Guardiacaccia, senza preoccuparsi di lasciarmi indietro. Intesi?-
Sperò che si capisse che non ammetteva un “no”, a quella domanda; raramente Laurie poteva dirsi autoritaria e tantomeno si sentiva in grado di fare la voce grossa, ma la sicurezza dello studente era prioritaria su tutto il resto, anche se probabilmente Angus MacEwen avrebbe finito per odiarla. Lo scrutò con fermezza e un velo di apprensione con gli occhi verde chiaro; non si sarebbe mossa di lì finché Angus non le avesse assicurato di aver capito.
 
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view post Posted on 9/10/2020, 23:12
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Dopo aver ricevuto risposta positiva dalla professoressa i pensieri di Angus seguirono una curva sinusoidale nei giorni a seguire. Eccitazione ed euforia per poter finalmente accedere nella foresta proibita cercando di poter fare qualcosa di utile si alternavano a paura e apprensione nel realizzare cosa avrebbe potuto effettivamente trovarsi difronte. Furono giorni dalle sensazioni intense e solo la sua razionalità riuscì a fargli trovare un punto di equilibrio, un punto zero, per fermare la sinusoide cercando di appiattirla in una retta. Si convinse di aver fatto la cosa giusta a chiedere alla professoressa Felini di accompagnarlo, consapevole che ciò che avrebbe potuto incontrare non era sicuramente una creatura innocua e seppur ferita, potenzialmente molto pericolosa. Da solo non ci sarebbe andato, lo ammise a se stesso la sera prima quando cercava di addormentarsi fissando il buio con gli occhi che non volevano chiudersi, con i pensieri che lo catapultavano già nella foresta, con il fremito di poter far qualcosa per chiarire, in parte, forse, ciò che era avvenuto a Hogwarts prima del contagio. Riusci' ad addormentarsi con un desiderio di vendetta, di riscatto per quello che aveva passato e che avevano passato tutti.
Si alzò presto e finalmente, lentamente, il tempo che lo divideva dall'incontro con la professoressa passò. Indosso gli stessi abiti che aveva usato per il corso con il Guardiacaccia, anfibi, pantalone comodo con molte tasche, una felpa, la bacchetta posizionata in una tasca facile da raggiungere. Paura ed eccitazione continuavano ad alternarsi ma Angus cercò nuovamente di smussare entrambi, doveva essere calmo e distaccato, probabilmente non avrebbero trovato nulla

< Buongiorno Professoressa > esordi' osservando il volto leggermente pallido e che tradiva una notte forse agitata avuta dalla docente. Quando iniziò a parlare il tono dell'insegnante non fece presagire nulla di buono.

"Non parliamo di una Creatura innocente o coccolosa, come certe persone vorrebbero far credere"

Angus provò ad aprire bocca ma le labbra si schiusero appena, interrotte dalla voce di Laurie che continuava a mettere in chiaro le cose.

"se dovesse capitare qualcosa, non potrei difenderla in maniera adeguata"

Cerco nuovamente di dire qualcosa e questa volta oltre a schiudere le labbra iniziò ad alzare una mano come se fosse a lezione, ma l'arto ebbe appena il tempo di iniziare a salire che nuovamente altre parole lo raggiunsero come acqua ghiacciata versata sull'incendio di ciò che pensava di fare.

"Ci limiteremo a perlustrare i confini della Foresta"
"perlustrare i confini della Foresta"
"perlustrare i confini"
"I CONFINI"


Restò senza parole, o meglio senza le parole che non era comunque riuscito a dire. Pensava di aver fatto la scelta giusta contattando la professoressa di Cura delle Creature Magiche, pensava di aver fatto bene a non andare da solo e pensava di non aver sbagliato nell'evitare di chiedere a Trish di restare fuori dalla foresta mentre lui entrava costringendola a correre dal guardiacaccia se si fosse trovato nella merda.
Pensava male.
I suoi piani furono spazzati via dai validi motivi elencati dalla Professoressa. La cosa peggiore fu rendersi conto che l'insegnante aveva ragione, lo aveva riportato sul piano della realtà che evidentemente aveva momentaneamente abbandonato, sacrificato dall'incoscienza e da una stupida voglia di riscatto.
Finalmente riusci' a parlare spostando lo sguardo sulla foresta che si stagliava davanti a loro.
< Ho capito... Avete ragione professoressa > disse tornandola a guardare cercando di nascondere la delusione. Comprese bene tutto, accettando a malincuore le sue condizioni e non avrebbe messo in difficoltà la docente ma sapeva che sicuramente non l'avrebbe lasciata da sola in caso di pericolo, non sarebbe scappato perchè non se lo sarebbe mai perdonato. Ma non era il caso di pensare a questo ora. Non dovevano nemmeno entrare nella foresta, probabilmente avrebbero camminato per l'intera mattinata inutilmente.
< in caso di pericolo corro a chiamare il guardiacaccia, ricevuto > rispose consapevole di mentire fino a prova contraria.
< Come procediamo? > aggiunse tirando fuori il catalizzatore dalla tasca e afferrandolo saldamente con la mano destra.
 
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view post Posted on 14/10/2020, 08:18
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Laurie mantenne lo sguardo su Angus, in attesa della sua risposta; nonostante l'espressione tesa e severa, il suo battito cardiaco tradiva un'ansia congenita, in quel momento supportata dal timore di non essere all'altezza del suo ruolo di docente e dalla paura che l'idea di un Sasabonsam a piede libero nella Foresta le provocava.
Continuò imperterrita il suo discorso, decisa a non farsi interrompere: avrebbe perso il filo e quel briciolo di autorità a cui poteva ancora aggrapparsi; perciò ignorò i tentativi del Corvonero di dire la sua, nonostante una parte di lei si sarebbe riconosciuta fin troppo bene in quello stesso tentativo di prendere parola alzando la mano, come se fossero a lezione.
Tuttavia, quando Angus accettò le sue condizioni, sentì un gran peso scivolare via dalle spalle: si era aspettata di vederlo ribattere, magari anche pestare i piedi e darle della codarda - pur sapendo che Angus non avrebbe mai violato la disparità di ruolo, la sua mente era sempre portata a giungere alle conclusioni più apocalittiche - ma l'espressione rassegnata del Prefetto le disse che aveva davvero capito i suoi timori. Non appena udì la sua conferma, l'espressione di Laurie si distese e la neo-professoressa provò un intenso sollievo. Dovette trattenersi dal proferire un "grazie" o un "davvero?", che le erano saliti spontanei sulla punta della lingua, ma riuscì a tirare le labbra in un piccolo sorriso.
-Bene,- sospirò allora, ricambiando lo sguardo deluso del Corvonero e sentendosi, ovviamente, un po' in colpa, pur essendo conscia di essere dalla parte della ragione. -Allora mi segua.-
Iniziò la discesa verso i confini della Foresta, cercando di mantenere un passo sostenuto nonostante la propria andatura claudicante. Più che seguirla, forse Angus avrebbe fatto molto prima a precederla, trovandosi con svariati centimetri d'altezza più di lei e due gambe buone, ma Laurie si sforzò di tenere un passo celere: ancora non si era accettata del tutto in quella condizione, che sembrava renderle ancora più difficile rispettare i suoi standard auto-imposti su come avrebbe dovuto essere e cosa avrebbe dovuto poter fare. Si morse la lingua in silenzio, arrabbiata con se stessa per quella debolezza e per tutti i motivi che li avevano portati lì, lei ed Angus, a cercare di trovare un Sasabonsam a Hogwarts.
Giunta al limitare della Foresta, si fermò per riprendere un po' fiato, occhieggiando la penombra oltre i primi alberi. Si voltò a osservare Angus e notò in quel momento che aveva estratto la bacchetta; esitò. Avrebbe dovuto estrarla anche lei - voleva estrarla anche lei: sentiva quasi pizzicare le dita della mano destra per la smania di brandire la sedici pollici, anche fosse per castare un semplice Lumos; d'altronde, era da sciocchi inoltrarsi nella Foresta Proibita senza bacchetta alla mano e doveva essere pronta a difendere se stessa e lo studente, no?
La mano destra si mosse tremante verso la tasca interna del mantello, poi, con grande sforzo, si fermò.
-Faccia lei luce, signor MacEwen. Preferisco... preferisco non compiere incantesimi se posso evitarlo,- disse, sentendo la gola secca. Era una bugia: in quel momento, avrebbe preferito di gran lunga poter castare all'inverosimile e solo il pensiero le provocava un'accelerazione euforica del battito cardiaco, ma proprio per quello decise di non afferrare nemmeno il proprio catalizzatore. Non si fidava di quella smania e non si fidava del proprio corpo e c'era la sicurezza di uno studente in ballo.
Per allontanare la tentazione, decise di usare la mano destra per appoggiarsi a un tronco. Esitò di nuovo, osservando stavolta il volto risoluto di Angus e sentendosi, per l'ennesima volta e senza motivo, in colpa.
-So cosa si prova, a volersi rendere utili,- disse, sorprendendo anche se stessa. Strinse le labbra, cercando le parole giuste.
-So anche che deve averci ragionato parecchio, su questa faccenda, e non mi sembra il tipo da agire senza riflettere bene sulle conseguenze. Mi perdoni se le sono sembrata troppo dura. È che... non potrei perdonarmi, se le permettessi di compiere il mio stesso errore.-
Aggrottò le sopracciglia e spostò lo sguardo più avanti, nel profondo della Foresta. Trattenne un brivido: ricordava una Vigilia piena di neve, come una fotografia scattata in bianco e nero per l'assenza di colori, dove solo il nero della notte e della Foresta si era stagliato contro il bianco la bufera di neve, inglobando persino il rosso del sangue che era stato versato sul terreno pieno di foglie e radici assassine. Un'altra incursione dei Negromanti che aveva lasciato un'eco dei suoi ricordi, un'impronta indelebile come una cicatrice.
-Credo che potremo... limitarci a camminare oltre la prima fila di alberi, che ne dice? Da qui dovremmo riuscire a vedere qualche movimento ma rimarremmo ancora abbastanza al sicuro,- propose, iniziando a incamminarsi, studiando il terreno prima di appoggiare il bastone.
-Punti la bacchetta verso il fondo, mentre camminiamo.-
Alternando lo sguardo tra il pavimento di foglie autunnali e l'intrico di alberi alla sua destra, avrebbe cercato delle tracce del passaggio di una Creatura ingombrante e ferita, all'erta. Il silenzio, interrotto solo dal crepitare delle foglie sotto i suoi piedi, era teso, almeno per lei. Non era sicura se trovare il Sasabonsam l'avrebbe fatta sentire più tranquilla, al contrario: sarebbe stato come ritrovarsi davanti agli occhi la conferma che quella notte assurda era accaduta davvero, che non era tutto un sogno prodotto dalla confusione del coma e che quella follia, iniziata una notte di tempesta, non era ancora finita.
-Lei... era lì? Li ha visti, i Sasabonsam?- chiese, con delicatezza. Ora che ci pensava, non sapeva come avesse vissuto Angus MacEwen quella notte; si chiese se gli fosse accaduta la stessa cosa di Gregory - svegliarsi per vedere le persone che amava trascinate via in coma - o se fosse riuscito a svegliarsi prima, e quanto avesse visto.
 
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view post Posted on 15/10/2020, 23:19
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Il "mi segua" della professoressa diede il via a quella piccola avventura incosciente partorita da Angus. Un'avventura smorzata, vero, ma pur sempre un avventura. Il Corvonero cercò di tenere la stessa andatura di Laurie ben consapevole delle difficoltà che aveva la docente nel camminare, ne aveva già avuto prova durante la lezione di Cura delle Creature Magiche dove non gli era sfuggito il bastone con il quale si aiutava. Mentre percorrevano la discesa si chiese se l'attacco centrasse qualcosa con le condizioni della professoressa, sentiva di conoscere la risposta, ma quasi non voleva credere che tanti studenti, insegnanti, dipendenti potessero aver subito conseguenze durante quell'orribile giornata. Gli bastò, però, ricordarsi il coma della Preside per sapere come stavano le cose. Aveva fatto la scelta giusta, nonostante i dubbi e l'incoscienza farcita con il sottovalutare l'eventuale pericolo, sapeva anche di aver fatto quello che doveva. Se quella creatura era legata in qualche modo all'attacco come riferito dalle voci che giravano bisognava trovarla. Il carroarmato degli anfibi si ancorava sicuro sul terreno a tratti sdrucciolevole e mentre continuavano a scendere Angus non potè che ammirare la stoicità della sua insegnante, se si fosse trovato lui nelle sue condizioni non era così sicuro che avrebbe risposto in modo affermativo ad una richiesta come quella fatta da lui.
Giunti al confine che delimitava l'inizio della foresta il ragazzo si guardò intorno sentendo un leggero nervosismo accarezzargli la pelle dall'interno. Guardò intorno a se cercando di evitare di dare le spalle agli alberi e si fermò quando vide Laurie fare lo stesso per riprendere fiato.

Non se lo fece ripetere due volte.
Agitò il catalizzatore
< Lumos >

Una luce avrebbe illuminato il loro cammino e soprattutto gli avrebbe aiutati a cercare eventuali tracce del Sasabonsam.
Lasciò cadere nel vuoto l'affermazione di Laurie sul non voler usare la magia, gli aveva detto di essere affetta dal morbo bianco ed era chiaro perchè volesse evitare di usare la bacchetta senza un vero motivo.
< Professoressa non si deve scusare, anzi sono io che non l'ho ringraziata abbastanza per aver accettato di accompagnarmi > disse abbassando lo sguardo sugli anfibi diventati improvvisamente interessanti. Non gli era sfuggito il finale della frase... il suo stesso errore... non sapeva a cosa si riferisse ma non gli sembrò il caso di chiedere qualcosa che poteva essere estremamente personale.
< Va benissimo, mi sembra un giusto compromesso > affermò sull'intenzione di camminare oltre la prima fila degli alberi. Angus avrebbe seguito la docente cercando di tenere una distanza minima ma che lasciasse ad entrambi libertà di movimento in caso ci fosse la necessità di muoversi rapidamente. Il catalizzatore fu puntato verso il fondo ma il Corvonero avrebbe cercato di guardare in ogni direzione possibile in cerca di qualche traccia o indizio utile. Aveva letto che i Sasabonsam si rifugiavano spesso sugli alberi e quindi non avrebbe mancato di controllare sopra le loro testa per evitare spiacevoli sorprese. Cercò di non escludere nessuna possibilità e mentre camminavano avrebbe osservato il sottobosco in cerca di rami spezzati, gruppi di foglie o terreno pressati in maniera innaturale e non di meno possibili tracce ematiche. L'ultima domanda di Laurie fece avere un piccolo sussulto al Corvonero. Non si aspettava una domanda sull'attacco ma sapeva che non aveva senso nascondere la testa sotto la sabbia e continuare ad indagare solo con Trish, era necessario l'aiuto di tutti per quanto possibile.
< ehm... no, professoressa! > disse parlando quasi sottovoce, come se il Sasabonsam potesse ascoltarli < potrei dire per fortuna anche se probabilmente non è la cosa migliore da dire, ma sicuramente sono stato fortunato rispetto a tanti > aggiunse sapendo che avrebbe capito < però... ecco... mi sono ritrovato in una stanza nei sotterranei sotto attacco di un orda di elfi domestici impazziti armati di coltelli... > aggiunse quasi con un filo di voce. Sapeva degli elfi? Non era sicuro di nulla visto che anche fra gli studenti non tutti avevano vissuto la stessa esperienza durante l'attacco. < Sa degli elfi vero? > domandò cercando di non distrarsi guardando la reazione dell'insegnante ma continuando a cercare tracce della presunta creatura.
 
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view post Posted on 16/10/2020, 22:09
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Ringraziarla. Angus MacEwen voleva addirittura ringraziarla?
Allargò appena gli occhi a quell'affermazione inaspettata, mentre un soffio di rosa più scuro le tonava a colorare le guance, che erano rimaste pallide sin da quando si era alzata quella mattina. Tirò appena le labbra, spontaneamente, in un piccolo sorriso, e spostò gli occhi sul corridoio tra gli alberi che si apriva dinnanzi a loro, illuminato dal Lumos del ragazzo.
-Non ce n'è bisogno, va bene così,- disse.
Si incamminarono, alternando lo sguardo tra il terreno davanti a loro, il folto della Foresta alla loro destra e i rami che creavano una volta arborea sopra di loro. Anche se erano solo dietro la prima fila di alberi, la Foresta Proibita sembrava volerli fagocitare, inglobare tra le sue radici nodose e l'oscurità che la luce della bacchetta accesa non riusciva a raggiungere. Laurie cercò di indovinare se tra il rosso delle foglie cadute non ci fosse anche qualche traccia di sangue, o se i tronchi che passavano nel loro cammino non avessero graffi o altri segni inequivocabili del passaggio irrequieto di qualcosa di grosso; aguzzò lo sguardo alla ricerca di ramoscelli spezzati, cespugli divelti o impronte artigliate, facendosi avvolgere dal profumo umido del bosco. Con alcuni raggi di sole che penetravano dal tetto di rami sopra di loro, sembrava assurdo che una Creatura come un Sasabonsam potesse aggirarsi lì, in quel momento, ma nondimeno Laurie lo avrebbe cercato.
Mentre ricordava l'aspetto grottesco dei Sasabonsam che avevano attaccato Hogwarts, rivolse ad Angus quella domanda, chiedendosi un po' preoccupata se vederne un altro ora non lo avrebbe spaventato.
Non dovette preoccuparsi tanto del Corvonero, però, scoprì.
Ascoltò con attenzione, con un luccichio negli occhi quando il ragazzo le rivelò di essere stato nei Sotterranei - dunque c'erano stati dei feriti nei Sotterranei! - ma il puzzle che stava ricostruendo si spezzò alla menzione degli Elfi.
Sentì un violento brivido dietro la schiena e si trovò costretta a fermarsi; si irrigidì, appoggiandosi a un tronco, stringendo convulsamente la corteccia nella destra e il pomo del bastone nella mancina, come se si aspettasse di essere colpita da un momento all'altro. Di nuovo.
Il tendine tagliato della caviglia tirò appena, in risposta alla sua paranoia, mentre lei poteva praticamente rivedere i corpicini sottili e armati ammassarsi, insaziabili e inarrestabili, sopra di lei.
Aggrappandosi al tronco, ebbe nonostante tutto un pensiero estemporaneo: una Grifondoro con un attacco di panico... quanto sarebbe stato ridicolo?
Si costrinse a ritrovare la calma, provando a respirare a fondo l'aria fredda dell'autunno, e a ignorare il vago senso di nausea che le aveva stretto lo stomaco. Deglutì più volte, tenendo lo sguardo basso, ricordandosi con imbarazzo che Angus doveva stare ancora aspettando la sua risposta.
-Io... sì, chiedo scusa,- esordì.
-Sì. Io.. so degli Elfi. Ho visto.. ho visto anche loro,- rispose, nuovamente pallida, provando una terribile secchezza in gola. Se doveva essere onesta, era rimasta molto più traumatizzata dagli Elfi Domestici che dai Sasabonsam; non poteva credere che Creature così miti, minute e gracili potessero rivelarsi così... fuori controllo, così violente. Aveva di proposito evitato sia i Sotterranei che la Sala Grande, timorosa di trovarsene un altro davanti. Solo l'idea di vederne uno le faceva tremare le ginocchia.
Afferrando solo in quel momento l'interezza delle parole del Corvonero, risollevò velocemente lo sguardo su di lui, con nuova apprensione.
-È rimasto ferito?-
Espirò aggrottando le sopracciglia, cercando di ritrovare stabilità nelle gambe per andare avanti. Era lei l'insegnante, in quella situazione, lei l'adulta: Angus si sarebbe dovuto poter appoggiare a lei e non poteva mostrarsi così impressionabile.
-Io mi sono svegliata in Sala d'Ingresso. Mi sono svegliata e ho visto i Sasabonsam arrivare dal portone spalancato. Non ho idea di come siano arrivati fino in Scozia...- proferì infine, pensierosa, riprendendo a camminare. Con gli occhi verde chiaro che scandagliavano la boscaglia illuminata dalla bacchetta di Angus e i rami sopra di loro, decise di condividere con il Corvonero la sua versione dei fatti. Dopotutto, Angus MacEwen si era spinto fino a lì per indagare la presenza del Sasabonsam, dopo aver rischiato la pelle per colpa degli Elfi Domestici, in un sotterraneo del Castello che avrebbe dovuto proteggerlo: in un certo senso, Laurie dubitava fosse lì perché era spinto solo da mera curiosità.
In ogni caso, le erano giunte voci assolutamente infondate su una "Congiura del Silenzio" che avrebbe dovuto coinvolgere lei e gli altri docenti; l'idea era talmente assurda che non si era fermata a pensarci troppo - negli anni, le Agenzie Stampa avevano detto di tutto e di più su Hogwarts e i suoi Presidi, e non si aspettava che rinsavissero di colpo; tuttavia, in quel momento pensò fosse necessario essere trasparente con lo studente che stava accompagnando lungo il limitare della Foresta Proibita.
-Avevo... intuito, credo, che ci fosse qualcuno nei sotterranei. Ho visto alcuni Auror e il Ministro correre di sotto e dopo aver immobilizzato anche l'ultimo Sasabonsam mi sono trovata in mano un sacchetto di pozioni medicinali, recuperate dalla Dirigente. A quel punto...-
Esitò, di nuovo, mentre continuava a camminare. Il bastone picchiettava sulle foglie secche, facendole crepitare, e affondava in quelle ancora umide, piegandole senza romperle.
A quel punto, ho abbandonato le persone svenute in Sala d'Ingresso per andare a perdermi nei sotterranei.
Strinse le labbra, detestandosi. Nel panico e nella fretta di sentirsi "utile" aveva finito per non provare nemmeno a cercare se ci fossero feriti tra i corpi ammassati, dirigendosi invece al seguito degli Auror, senza averne le competenze.
-Beh, ero nel corridoio quando sono usciti gli Elfi Domestici. Non ho potuto fare molto altro, dopo,- tagliò corto, amareggiata. Risollevò lo sguardo su Angus, immaginando già un'espressione di biasimo. D'altronde, il suo stesso ragazzo ancora non le parlava, per via di quello che era successo; tuttavia, Laurie si sentiva esausta, sfiancata da quella situazione. Era stanca di fingere che andasse tutto bene, era stanca di correre dietro a un'immagine di se stessa che non la rifletteva.
-In realtà, forse dovrei ringraziarla io, signor MacEwen. Se trovassimo questo Sasabonsam, forse potremmo scoprire qualcosa di più di quello che è successo quella notte.-
 
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view post Posted on 19/10/2020, 23:01
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Il suono delle foglie calpestate da i due, il rumore ovattato del bastone utilizzato dalla professoressa, il fruscio delle fronde degli alberi sopra le loro teste riecheggiavano fin troppo sinistramente nella quiete della foresta. Angus continuava a puntare la luce scaturita dal lumos verso gli anfratti più scuri cercando di tenere gli occhi e le orecchie ben aperti. Passarono vicino ad un ramo spezzato e il Corvonero si piegò velocemente senza togliere gli occhi dall'insegnante e dall'ambiente circostante per raccoglierlo. Ricordava bene il consiglio del Guardiacaccia sull'avere un bastone pronto all'uso sia per scacciare creature potenzialmente pericolose e sia per potersi difendere in caso di necessità. Si rendeva conto che probabilmente un semplice ramo sarebbe servito a poco contro la creature che avrebbero potuto incontrare ma psicologicamente era un aiuto non da poco. Continuò a seguire l'insegnante, catalizzatore nella mano destra e bastone di fortuna nella sinistra. Gli occhi attenti a scovare ogni minima traccia o avvertimento del presunto Sasabonsam, cercando eventuali tracce nel terreno e sui tronchi degli alberi, graffi, corteccia strappata, rami rotti, tutto poteva indicare un eventuale passaggio della creatura che non doveva essere li. Si arrestò quando lo fece anche Laurie. A sentire le sue parole doveva aver passato qualcosa di ben peggiore di quello passato da lui. Rabbrividi' nel sentire che i Sasabonsam erano arrivati dal portone spalancato, cercò di visualizzare l'immagine nella sua mente ma la cancellò subito. Quanti fra gli studenti sapevano dei Sasabonsam? Nessuno parlava molto dell'attacco e lui non sapeva questi particolari. La professoressa aveva neutralizzato svariate di quelle creature? Posò velocemente lo sguardo sull'insegnante, sembrava provata, ma provò un senso di ammirazione nel sentire le sue parole. Abbassò lo sguardo quando lo ringraziò, non credeva che dovesse essere così. A dire il vero pensava che probabilmente nessuno dovesse ringraziare nessuno ma che tutti dovevano fare il possibile per mettere al sicuro il castello visto che ora Kedavra era fuori uso. Riprese fiato prima di rispondere a Laurie. Continuando a muovere il catalizzatore intorno a loro per non perdere nessun movimento
< No, ferito no a parte i graffi sui polsi e le braccia dovuti alle corde uncinate che ci legavano > disse quasi con freddezza < e questa ferita dietro al collo che non ne vuole sapere di rimarginarsi > aggiunse indicando la fasciatura dietro al collo. < ma non sono affetto dal morbo bianco > commentò alzando entrambe le spalle. Decise di raccontare ancora qualcosa su quel giorno, ma tacendo su altro, anche se probabilmente non era il luogo e il momento più adatto per farlo < la sala dove mi trovavo, anzi le sale, erano due ed entrambe piene di coltelli che si moltiplicavano. Ancora mi chiedo come abbia fatto a uscirne praticamente illeso > si girò per un attimo verso la docente < poi, quando i coltelli sono scomparsi sono arrivati gli elfi come le dicevo prima > ed evitò di raccontare tutto il resto che gli creava ancora disagio, rabbia e in alcune notti tormento. < Infine sono come svenuto e quando mi sono risvegliato tutto era finito, ci sono stati i soccorsi e... e niente ripeto sono stato fortunato, molto fortunato > aggiunse quasi cercando di scusarsi per quella fortuna. Attese qualche minuto sempre cercando di mantenere i sensi all'erta < Professoressa crede che gli Auror si decideranno a comunicare qualcosa agli studenti? Molti sono in ansia per questo silenzio e sono convinto che tantissimi non sanno cosa è successo agli altri durante l'attacco. Io ad esempio non sapevo dei Sasabonsam entrati in massa dal portone. O meglio si vociferava, ma se non lo avessi sentito da Lei adesso non avrei avuto una conferma certa > aggiunse cercando qualche risposta che in tanti avrebbero voluto sentire.
 
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view post Posted on 23/10/2020, 13:24

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FATO



L'attenzione di Angus MacEwen si focalizzò, insieme a quella della professoressa Felini, sulla corteccia di un alto noce, incastonato tra abeti e pini. Alcuni segni la graffiavano con tagli diagonali, in una serie che continuava verso l'alto a successione di quattro per volta. Nonostante la luce artificiale delle bacchette e quella pallida del mattino, l'atmosfera era cupa, l'aria gelida e la visibilità limitata dalla balugine della nebbiolina espirata dal terreno tutt'intorno.



Edited by .Fato. - 28/10/2020, 20:25
 
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view post Posted on 23/10/2020, 15:28
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ghuy'cha'

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Dopo che ebbe finito di parlare restò in silenzio lasciando il tempo a Laurie di prendere fiato e se avesse voluto continuare a raccontare qualcosa sull'attacco. Il Corvonero continuò a puntare il catalizzatore intorno a se senza abbassare la guardia, se ci fosse stato davvero una creature di quel genere dovevano tenersi pronti senza esitazioni. Sicuramente facile a dirsi un pò a meno farsi. Il fascio di luce della bacchetta si posò su noce alto circondato da altri alberi che all'occhio di Angus sembrano abeti e pini. La sua attenzione fu attirata dalla corteccia e per la precisione da alcuni segni diagonali che avevano tutto l'aspetto di essere dei tagli, dei tagli non naturali secondo il Corvonero, inferti da una creatura. Angus deglutì silenziosamente e alzò il fascio di luce notando che i segni sembravano raggruppati quattro alla volta e si susseguivano verso l'alto. L'impressione che ebbe era che qualcosa si fosse arrampicata su quel noce.
Abbassando la voce richiamò l'attenzione dell'insegnante < Professoressa ha visto anche lei? > bisbigliò indicando con il bastone di fortuna il noce e continuando a illuminarlo con il lumos < sulla corteccia di quell'albero ci sono dei segni, anzi sembrano dei tagli nella corteccia e non hanno l'aria di essere naturali > continuò sempre a bassa voce < guardi sembrano raggruppati a gruppi di quattro e si vede chiaramente che tendono verso l'alto >. Non distolse gli occhi dall'albero nemmeno per un attimo e iniziò ad alzare il catalizzatore sperando o forse non sperando di vedere quello che stavano cercando. Purtroppo nonostante il lumos la visibilità era limitata. Improvvisamente Angus si rese conto di quanto cupa e tetra fosse l'atmosfera probabilmente influenzato dalle presunte tracce appena viste.
Fece qualche passo avanti senza allontanarsi dall'insegnante a cui aveva promesso di non fare di testa sua e pensò che la cosa migliore da fare in quel momento era avere più luce. Questa soluzione lo avrebbe aiutato sia ad avere una maggiore visibilità magari scorgendo qualcosa fra i rami del noce e, se cosi' fosse stato, avrebbe probabilmente accecato momentaneamente qualsiasi cosa si fosse trovata là in alto.
Cercò di calmarsi, senza farsi prendere dall'ansia del momento. La frequenza dei battiti del suo cuore era chiaramente aumentata e cercò di rilassarsi con una respirazione sempre più lenta, ispirando ed espirando ad intervalli regolari. Non aveva molto tempo da perdere e non erano in classe doveva aveva tutto il tempo di concentrarsi senza pericolo alcuno. Cercò di sentire il suo corpo e di rilassare tutti i muscoli non prima di aver ben piantato i piedi a terra portando il destro più avanti e spostando il sinistro indietro girandolo leggermente per assicurarsi una tenuta migliore. Avrebbe piegato di pochissimo le ginocchia cercando poi di guadagnare il baricentro ideale muovendo leggermente il bacino indietro. Il braccio sinistro scendeva lungo il fianco con il palmo della mano rivolto a terra mentre il destro fu alzato più alto con il catalizzatore che puntava ai rami del noce. Provò a richiamare il potenziale magico cercando di visualizzare il fuoco che iniziava ad ardere dal centro del suo corpo per poi spandersi velocemente attraverso i tessuti muscolari. Il drago che visualizzava solitamente sarebbe stato sostituito da sole fiamme che ardevano e si alimentavano bruciando tutto ciò che trovavano intorno, avrebbe immaginato di sentire il calore spandersi fino a raggiungere ogni angolo del suo corpo fino a passare al massimo della potenza per il suo braccio destro correndo attraverso la mano e passando sul catalizzatore. Solo allora avrebbe effettuato il movimento necessario eseguito con il polso, rapido e deciso, senza esitazioni, concludendo con una stoccata

< Lumos Maxima > avrebbe detto scandendo la formula e immaginando di vedere un fascio di luce come mai aveva evocato sino ad ora. Lo avrebbe visto partire dalla bacchetta ed inondare il noce e i suoi rami scacciando tutta l'oscurità che si interponeva fra lui e l'albero.
 
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view post Posted on 23/10/2020, 16:22
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A clock isn't time; it's just numbers and springs. Pay it no mind.

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Nonostante la bella mattinata di sole, la Foresta Proibita sembrava emettere un’aura ultraterrena, complice forse anche la nebbiolina autunnale che saliva dal terreno e che si confondeva con il grigiore di alcune ragnatele tese tra un ramo e l’altro; il freddo, il silenzio interrotto dal rumore dei loro passi e dai rumori soffocati del bosco, avvolgevano la professoressa di Cura delle Creature Magiche e il Prefetto di Corvonero, minacciando quasi di portarli in una dimensione parallela, senza il sole della mattina e la presenza rassicurante del Castello, verso il buio intricato della Foresta.
Con un nodo nello stomaco, rievocato dallo spiacevole flashback degli Elfi Domestici, Laurie continuava a camminare, appoggiandosi al suo bastone in legno di vite.
Annuì meditabonda al tono freddo con cui Angus si riferì alle proprie ferite, come se non fossero importanti o rilevanti; quel modo di imbottigliare un’emozione lecita come la paura o la preoccupazione per la propria salute le ricordava a essere onesta un altro Corvonero, e le fece sfuggire un lieve sospiro pieno di apprensione, mentre il volto di Gregory affiorava tra i suoi pensieri. Cercò lo sguardo di MacEwen, cercando di comunicargli il suo supporto senza aggiungere altre parole. Erano stati tutte vittime, affetti dal Morbo Bianco o meno: avevano tutti vissuto una notte terrificante, e chi non si era svegliato prima del mattino era invischiato in quell’incubo come tutti gli altri. Finché non trovavano delle risposte, finché non avessero cercato di sostenersi l’un l’altro, avrebbero continuato tutti a brancolare nel buio.
Aggrottò le sopracciglia, pensierosa, alla menzione di due sale piene di coltelli che si moltiplicavano. Che senso poteva avere avuto? Perché dividere la popolazione del Castello in due gruppi dalle condizioni tanto diverse? L’idea sembrava essere stata quella di ferirli in ogni caso, in ogni modo possibile, che fossero stati i Sasabonsam, i coltelli maledetti o gli Elfi Domestici.
-Meglio così,- rispose, però, accennando un debole sorriso, quando Angus ripeté di essere stato fortunato e di esserne uscito quasi illeso. Era importante che il Corvonero non si sentisse in colpa per non aver sofferto cicatrici più profonde.
-Nessuno di noi avrebbe dovuto subire delle ferite.-
Tornò a spostare gli occhi lungo il sentiero, su per i rami e verso il profondo della foresta, stringendosi nel mantello. Li riportò però sullo studente, udendo nel suo tono una certa agitazione nel chiederle delle risposte.
-Gli Auror?- ripeté. Studiò la sua espressione qualche secondo, afferrando l’ansia che non solo i suoi compagni di classe dovevano stare provando. D’un tratto, avvertì con più pesantezza il proprio ruolo, il ruolo a cui il sedicenne si stava rivolgendo, in cerca di rassicurazione, di certezze, di risposte.
Esitò, cercando il suo sguardo.
-Lo capisco,- esordì, infine. <b>-È comprensibile provare ansia per questa situazione. Non dubito però che gli Auror stiano indagando e stiano facendo del proprio meglio: se non è ancora stato comunicato nulla, è perché probabilmente le indagini sono ancora in corso e una dichiarazione affrettata potrebbe rischiare di confondere ancora di più le idee.-
Conosceva almeno otto Auror di persona e riteneva ognuno di essi una persona più che degna di fiducia; si rendeva anche conto che sarebbe stato inutile, oltre che dannoso, rivelare informazioni classificate e ancora incomplete alla Comunità Magica. Le si strinse ancora un po’ lo stomaco, pensando distrattamente a quando anche lei aveva cercato di entrare nell’Esercito: era rimasta delusa da se stessa nell’aver fallito il test d’ingresso, ma, a seguito dell’attacco, si rese conto di quanto non fosse minimamente portata per quel tipo di carriera. Avrebbe voluto seguire le orme del Professore, avrebbe voluto trovare un modo per catturare Syleria e costringerla a ridare a Juliet la sua memoria, ma i fatti avevano provato che agiva in maniera troppo impulsiva in situazioni così urgenti e pressanti.
Tutto quello che poteva fare era imparare a raccogliere i pezzi, provare a rimetterli insieme e cercare di essere di supporto per gli altri.
-Nemmeno io sono del tutto certa di quello che sia successo durante l’attacco: non sapevo delle stanze piene di coltelli. Penso che gli Auror si stiano dando da fare per ricostruire il tutto. Potrebbe volerci del tempo, e tutto quello che possiamo fare adesso è non demordere e non lasciarci prendere dal panico o dalla disperazione. Se c’è una cosa che ho imparato da tutti questi attacchi dei Negromanti, è che Hogwarts è più forte di loro quando siamo tutti uniti.-
Tacque, sperando di aver lenito almeno un po’ l’ansia del Corvonero; si fidava degli Auror, sicuramente più di quanto si fidava di qualche voce di passaggio.
Ad un tratto, i suoi occhi inciamparono in qualcosa di sinistro, nel momento in cui agli aghi delle conifere si alternarono le foglie sottili di un noce: tagli diagonali, tagli che salivano lungo il tronco nodoso dell’albero. Si fermò di botto; fece per alzare la mano libera per impedire anche ad Angus di procedere, mentre il cuore riprendeva a batterle furiosamente nel petto, ma lo studente doveva aver notato anche lui i segni, perché la precedette.
Osservò le linee, troppo diverse dai solchi della corteccia per essere naturali: potevano essere i segni lasciati dagli artigli di un Sasabonam, impegnato a salire lungo il noce?
-Signor MacEwen, non si avvicini oltre! Punti la bacchetta più in alto. Piano,- disse, abbassando la voce istintivamente, mentre stringeva con forza il suo bastone e aguzzava lo sguardo, cercando di capire se la creatura che aveva causato quei segni si trovasse ancora là in alto. Avrebbe dovuto usare lei la bacchetta, ma mai come in quel momento pensò che, se davvero una delle Creature che li aveva attaccati quella notte era lì, la sua Magia fallace non poteva essere d’aiuto. Si detestò per dover lasciar fare allo studente e pregò che l’incantesimo da lui scelto, contrariamente alle sue aspettative e alle sue semplici richieste, non innervosisse la Creatura.
-Se c’è davvero un Sasabonsam, esca lentamente dalla Foresta arretrando; una volta fuori dal suo campo visivo, corra ad avvisare il Guardiacaccia. Va bene?- disse, con urgenza.
Considerando che Angus aveva appena ammesso di avere una ferita che non si rimarginava, Laurie pensò che la cosa migliore da fare fosse allontanare lo studente dalla Bestia, qualora l’avessero davvero trovata.
 
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view post Posted on 28/10/2020, 20:33

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Angus MacEwen: Incantesimo riuscito al 40%.
L'Incantesimo che il Corvonero aveva cercato di lanciare risultò come un unico lampo di luce che si estinse prima che Angus potesse risollevare la bacchetta nella direzione indicata dall'Insegnante di Cura delle Creature Magiche.

Gli occhi dei due percorrevano il noce su cui avevano trovato le impronte, e la volta dei rami sopra le loro teste. A Laurie parve di avvertire un fruscio, seguito da un tonfo ovattato, che si allontanava oltre il fitto degli alberi con una certa rapidità.
Lo sguardo alto, Angus vide alcune fronde tagliare la nebbia, scosse.

Qualsiasi cosa fosse stata, la luce improvvisa sembrava averla allontanata. Mantenendo quel ritmo, doveva avere già percorso una lunga distanza.


//La ricerca è fallita ma la role può continuare.
 
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9 replies since 9/10/2020, 19:27   222 views
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