| Ringraziarla. Angus MacEwen voleva addirittura ringraziarla? Allargò appena gli occhi a quell'affermazione inaspettata, mentre un soffio di rosa più scuro le tonava a colorare le guance, che erano rimaste pallide sin da quando si era alzata quella mattina. Tirò appena le labbra, spontaneamente, in un piccolo sorriso, e spostò gli occhi sul corridoio tra gli alberi che si apriva dinnanzi a loro, illuminato dal Lumos del ragazzo. -Non ce n'è bisogno, va bene così,- disse. Si incamminarono, alternando lo sguardo tra il terreno davanti a loro, il folto della Foresta alla loro destra e i rami che creavano una volta arborea sopra di loro. Anche se erano solo dietro la prima fila di alberi, la Foresta Proibita sembrava volerli fagocitare, inglobare tra le sue radici nodose e l'oscurità che la luce della bacchetta accesa non riusciva a raggiungere. Laurie cercò di indovinare se tra il rosso delle foglie cadute non ci fosse anche qualche traccia di sangue, o se i tronchi che passavano nel loro cammino non avessero graffi o altri segni inequivocabili del passaggio irrequieto di qualcosa di grosso; aguzzò lo sguardo alla ricerca di ramoscelli spezzati, cespugli divelti o impronte artigliate, facendosi avvolgere dal profumo umido del bosco. Con alcuni raggi di sole che penetravano dal tetto di rami sopra di loro, sembrava assurdo che una Creatura come un Sasabonsam potesse aggirarsi lì, in quel momento, ma nondimeno Laurie lo avrebbe cercato. Mentre ricordava l'aspetto grottesco dei Sasabonsam che avevano attaccato Hogwarts, rivolse ad Angus quella domanda, chiedendosi un po' preoccupata se vederne un altro ora non lo avrebbe spaventato. Non dovette preoccuparsi tanto del Corvonero, però, scoprì. Ascoltò con attenzione, con un luccichio negli occhi quando il ragazzo le rivelò di essere stato nei Sotterranei - dunque c'erano stati dei feriti nei Sotterranei! - ma il puzzle che stava ricostruendo si spezzò alla menzione degli Elfi. Sentì un violento brivido dietro la schiena e si trovò costretta a fermarsi; si irrigidì, appoggiandosi a un tronco, stringendo convulsamente la corteccia nella destra e il pomo del bastone nella mancina, come se si aspettasse di essere colpita da un momento all'altro. Di nuovo. Il tendine tagliato della caviglia tirò appena, in risposta alla sua paranoia, mentre lei poteva praticamente rivedere i corpicini sottili e armati ammassarsi, insaziabili e inarrestabili, sopra di lei. Aggrappandosi al tronco, ebbe nonostante tutto un pensiero estemporaneo: una Grifondoro con un attacco di panico... quanto sarebbe stato ridicolo? Si costrinse a ritrovare la calma, provando a respirare a fondo l'aria fredda dell'autunno, e a ignorare il vago senso di nausea che le aveva stretto lo stomaco. Deglutì più volte, tenendo lo sguardo basso, ricordandosi con imbarazzo che Angus doveva stare ancora aspettando la sua risposta. -Io... sì, chiedo scusa,- esordì. -Sì. Io.. so degli Elfi. Ho visto.. ho visto anche loro,- rispose, nuovamente pallida, provando una terribile secchezza in gola. Se doveva essere onesta, era rimasta molto più traumatizzata dagli Elfi Domestici che dai Sasabonsam; non poteva credere che Creature così miti, minute e gracili potessero rivelarsi così... fuori controllo, così violente. Aveva di proposito evitato sia i Sotterranei che la Sala Grande, timorosa di trovarsene un altro davanti. Solo l'idea di vederne uno le faceva tremare le ginocchia. Afferrando solo in quel momento l'interezza delle parole del Corvonero, risollevò velocemente lo sguardo su di lui, con nuova apprensione. -È rimasto ferito?- Espirò aggrottando le sopracciglia, cercando di ritrovare stabilità nelle gambe per andare avanti. Era lei l'insegnante, in quella situazione, lei l'adulta: Angus si sarebbe dovuto poter appoggiare a lei e non poteva mostrarsi così impressionabile. -Io mi sono svegliata in Sala d'Ingresso. Mi sono svegliata e ho visto i Sasabonsam arrivare dal portone spalancato. Non ho idea di come siano arrivati fino in Scozia...- proferì infine, pensierosa, riprendendo a camminare. Con gli occhi verde chiaro che scandagliavano la boscaglia illuminata dalla bacchetta di Angus e i rami sopra di loro, decise di condividere con il Corvonero la sua versione dei fatti. Dopotutto, Angus MacEwen si era spinto fino a lì per indagare la presenza del Sasabonsam, dopo aver rischiato la pelle per colpa degli Elfi Domestici, in un sotterraneo del Castello che avrebbe dovuto proteggerlo: in un certo senso, Laurie dubitava fosse lì perché era spinto solo da mera curiosità. In ogni caso, le erano giunte voci assolutamente infondate su una "Congiura del Silenzio" che avrebbe dovuto coinvolgere lei e gli altri docenti; l'idea era talmente assurda che non si era fermata a pensarci troppo - negli anni, le Agenzie Stampa avevano detto di tutto e di più su Hogwarts e i suoi Presidi, e non si aspettava che rinsavissero di colpo; tuttavia, in quel momento pensò fosse necessario essere trasparente con lo studente che stava accompagnando lungo il limitare della Foresta Proibita. -Avevo... intuito, credo, che ci fosse qualcuno nei sotterranei. Ho visto alcuni Auror e il Ministro correre di sotto e dopo aver immobilizzato anche l'ultimo Sasabonsam mi sono trovata in mano un sacchetto di pozioni medicinali, recuperate dalla Dirigente. A quel punto...- Esitò, di nuovo, mentre continuava a camminare. Il bastone picchiettava sulle foglie secche, facendole crepitare, e affondava in quelle ancora umide, piegandole senza romperle. A quel punto, ho abbandonato le persone svenute in Sala d'Ingresso per andare a perdermi nei sotterranei. Strinse le labbra, detestandosi. Nel panico e nella fretta di sentirsi "utile" aveva finito per non provare nemmeno a cercare se ci fossero feriti tra i corpi ammassati, dirigendosi invece al seguito degli Auror, senza averne le competenze. -Beh, ero nel corridoio quando sono usciti gli Elfi Domestici. Non ho potuto fare molto altro, dopo,- tagliò corto, amareggiata. Risollevò lo sguardo su Angus, immaginando già un'espressione di biasimo. D'altronde, il suo stesso ragazzo ancora non le parlava, per via di quello che era successo; tuttavia, Laurie si sentiva esausta, sfiancata da quella situazione. Era stanca di fingere che andasse tutto bene, era stanca di correre dietro a un'immagine di se stessa che non la rifletteva. -In realtà, forse dovrei ringraziarla io, signor MacEwen. Se trovassimo questo Sasabonsam, forse potremmo scoprire qualcosa di più di quello che è successo quella notte.-
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