Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Suicide Squad, G.A.W. & J.A.W.

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view post Posted on 9/10/2020, 16:02
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Di tutte le dicerie che si erano susseguite negli ultimi mesi - tra quelle vertenti, in maniera più o meno diretta, sul tema "notte dell'attacco" - l'unica che fosse riuscita a destare l'interesse della Caposcuola era proprio quella riguardante l'ipotetico Sasabonsam ferito che sembrava essere stato avvistato nei pressi della Foresta Proibita. Dalle notizie circolanti fino a quel momento risultava abbastanza evidente che nessuno avesse ancora capito chi si nascondesse dietro l'ultimo attacco al Castello di Hogwarts - anche se, dalle dichiarazioni rilasciate durante l'ultima conferenza stampa del San Mungo, la Direttrice dell'Ospedale sembrava ipotizzare che si trattasse, ancora una volta, dello zampino dei Negromanti - né quale fosse l'esatta origine del Morbo Bianco. Se non per una questione di indole, proprio per questo la scozzese aveva preferito evitare di dar ascolto alle accuse mosse nei confronti delle autorità - che presumibilmente naufragavano ancora nella sua stessa ignoranza - cercando piuttosto di perseguire quella che le sembrava essere la sua (la loro) unica opportunità di avvicinarsi, in qualche modo, alla verità. Per quanto aveva potuto leggere sul conto di quegli orrendi esseri di cui - per quanto le sarebbe stato possobile - intendeva trovare almeno una lurida traccia, sembrava fosse da escludere che il veleno di una di quelle creature vampiresche potesse condurre a conseguenze paragonabili a quelle del Morbo Bianco - affezione di cui tutti, agenzia stampa compresa, parlavano. La fonte consultata durante le vacanze estive presso la biblioteca dei nonni non aveva mai parlato di sintomi simili e comunque lei era l'unica ad aver raggiunto il San Mungo con una ferita equiparabile a quella di un morso. Essendosi confrontati sugli scarsi ricordi di quella notte in cui la platinata aveva perso la vista, lei e i cugini Wilkinson avevano dunque deciso di ritrovarsi a pochi metri dal limitare della Foresta Proibita. Non avevano alcuna intenzione di oltrepassarne il confine, ma sembravano essere accomunati dallo stesso, folle, desiderio di trovare qualche traccia che potesse ricondurli all'unico elemento che avevano effettivamente avuto modo di ricollegare a quel disastroso avvenimento che - per qualche ragione - nessuno sembrava ricordare, se non frammentariamente. Come concordato via gufo, la Silver aveva quindi atteso la mattina di quel sabato senza celare i suoi dubbi in merito alla criticità della decisione presa. Straordinariamente, grazie anche all'aiuto di Grace, era tornata a indossare degli abiti babbani: un paio di pantaloni non particolarmente aderenti di pelle nera, due strati di maglie in cotone sormontati da un maglione a collo alto meno largo del solito, dei calzini alti fin sotto al ginocchio e un paio di anfibi con la suola antiscivolo. Discesa la Grande Scalinata, mentre i pochi abitanti del Castello ancora definibili sani dovevano star terminando il loro pasto, nel primo pomeriggio di quel sabato in cui avevano fissato il loro incontro con Jack Allan, lei e Grace avrebbero abbandonato il per il momento sicuro interno di Hogwarts per raggiungere i pressi della zona più ostile del territorio esterno al Castello. Inutile dire che la platinata, forse ancor prima dei restanti folli che infine avrebbero dovuto trovarsi sul posto, avrebbe stretto la presa delle gemelle tanto sul bastone che la precedeva a ogni passo quanto sul catalizzatore in pino. - Se notate qualcosa di... mh, strano ditemi dove direzionare la bacchetta e che Morgana ci assista! avrebbe augurato nel momento in cui si sarebbe verificata l'attesa sopraggiunta di Jack. D'altronde credeva si sarebbe rivelato inutile, se non addirittura controproducente, celare ai suoi compagni di disavventura la tensione provata in quel preciso istante. Con le orecchie tese e il braccio destro pronto a scattare alla loro prima indicazione non le restò che lasciare ai Wilkinson l'onere di trovare i segni dell'eventuale passaggio di un Sasabonsam.
 
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Jack Allan Wilkinson
view post Posted on 9/10/2020, 17:15




Certi eventi è impossibile farli scivolare via con il mero passaggio del tempo. La mente non lo permette. Continua a tornarci sopra, ancora e ancora, alla ricerca di una spiegazione, di una logica che sovrasti l’apparente (o reale) follia di cui si è stati partecipi. Neanche Jack avrebbe potuto. Non lo scorso attacco ad Hogwarts. E di certo non l’anomalia del suo stesso corpo, la stanchezza di Giulia o la cecità di Mouna. Erano eventi che continuavano a pretendere delle risposte per quanto il ragazzo desiderasse dimenticare nello stupido desiderio di indugiare in alcuni attimi di normalità. Risposte che ancora non erano pervenute da nessuna fonte certa. Né il San Mungo, né gli auror, né la stessa Hogwarts tramite un suo rappresentante, come parte lesa nella vicenda, avevano saputo esprimersi con qualche certezza sugli avvenimenti che li avevano segnati. Si erano riempiti la bocca di “si presume”, “si indagherà” o di sbalorditivi silenzi che avevano in un qualche modo incrinato la fiducia riposta nelle istituzioni da loro rappresentate. Jack stesso, nonostante la ceca convinzione che il ministero stesse effettivamente svolgendo delle indagini secretate, e nonostante i progressi effettuati dal San Mungo nel tentativo di trovare un rimedio al morbo bianco, non riusciva a smettere di pensare che non fosse abbastanza e di dover fare qualcosa in prima persona.
La diceria sull’avvistamento di un Sasabonsam nei pressi della foresta proibita era un’opportunità. Per quanto Jack fosse molto scettico sulla fondatezza della notizia, le passate intrusioni ad Hogwarts da parte dei negromanti avevano quantomeno dimostrato che la sicurezza del castello presentava delle lacune. In un primo momento, parlandone con Grace, aveva pensato di informare un insegnante, ma l’idea era stata da subito scartata. La diceria era all’orecchio di tutti e, se la scuola non aveva ancora posto alcuna restrizione agli studenti, il corpo docente doveva essere già convinto della sua infondatezza. Riportare le loro intenzioni a chicchessia sarebbe stato fiato sprecato.
Con la bacchetta a portata di mano, pronta per essere sfoderata all’occorrenza, Jack aveva attraversato il parco fino al limitare della Foresta Proibita al fianco di Mouna e della cugina. Portare con loro la caposcuola di Grifondoro nelle sue attuali condizioni poteva sembrare sciocco e potenzialmente pericoloso. Il ragazzo avrebbe scelto diversamente se le probabilità di un nuovo incontro con un Sasabonsam fossero state nettamente più alte.
Spostando gli occhi dalle fronde degli alberi sul viso della ragazza, verbalizzò il cenno di assenso con cui aveva poco prima risposto alla sua affermazione, tacendo, al contrario, il sentore di star intraprendendo una ricerca vana.
 
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view post Posted on 9/10/2020, 17:33
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Quella mattina si era alzata dal letto pieno di aspettative. Ne aveva parlato a lungo con Mouna e con Jack e alla fine erano giunti alla conclusione di andare a dare loro stessi un’occhiata. Se quel tipo di notizia fosse giunto alle sue orecchie solo un anno prima i motivi che l’avrebbero spinta a recarsi ai confini della Foresta Proibita sarebbero stati sensibilmente diversi. La sete di avventura e un facile guadagno avrebbero mosso le sue gambe in quella direzione pericolosa. Quell’ottobre, tuttavia, era tutto sensibilmente diverso. L’attacco di mesi e mesi prima aveva cambiato ogni cosa. Dalle abitudini più banali, al modo stesso in cui Grace si approcciava alle giornate. La spensieratezza aveva lasciato il passo a confusione, tristezza, e anche un impercettibile senso di malessere che prima o poi sarebbe inevitabilmente esploso. Non aveva assolutamente idea di cosa fosse successo quella maledetta notte. L’unica cosa che sapeva per certo era che per qualche strana e orrenda ragione si era risvegliata sul pavimento della sala d’ingresso insieme a tanti altri. I suoi ricordi erano tutti lì: niente di più, niente di meno. Ma qualcosa era accaduto e tutto quello che la circondava era il promemoria di qualcosa che era cambiato. Lo vedeva ogni giorno nella cecità di Mouna, nel morbo bianco che l’aveva colpita in prima persona complicandole la vita, nello scranno di Kedavra occupato da un certo Dolus, che aveva deciso di rendere ancora più difficile la sua permanenza al castello. Non aveva niente contro l’uomo, non lo aveva visto abbastanza per farsi un’idea chiara della sua persona, ma non poteva fare a meno di pensare che il nuovo regolamento scolastico fosse un modo di riversare le sue frustrazioni sugli studenti. C’era già abbastanza da studiare lì a Hogwarts, senza le sue fastidiose aggiunte. Per non parlare poi dell’Arena: era davvero necessaria alla luce delle indicazioni della Professoressa Fedoryen sugli effetti del morbo bianco? La diciasettenne non riusciva ancora a darsi una risposta. Da una parte poteva essere una buona opportunità per aiutare gli studenti a migliorarsi nel lancio degli incantesimi e conseguentemente difendersi se ve ne fosse stata ancora la necessità, dall’altra parte poteva rilevarsi pericolosa per alcuni studenti se era vero che il lancio di più incantesimi poteva affaticare chi era soggetto al morbo. Quelli, però, erano solo alcuni degli interrogativi che Grace si poneva. Li considerava questioni minori rispetto a cosa fosse accaduto quella fatidica notte che aveva cambiato tutto. Quando aveva sentito della presenza di un Sasabonsam nei pressi dei confini della Foresta Proibita aveva creduto che fosse una buona opportunità andare a verificare quanto vi era di vero. Se davvero lo avesse trovato, lui o qualche traccia lasciata in giro, ne avrebbe saputo più di prima. Ignorando l fatto che i suoi genitori non sarebbero stati per nulla d’accordo con quella decisione che avrebbero definito senza ombra di dubbio come un colpo di testa, si era ritrovata quasi immediatamente a parlarne con la sua Caposcuola, che forse più di tutti stava soffrendo le conseguenze di quanto accaduto, e con Jack Allan. Suo cugino era la persona di cui si fidava di più in tutto il castello, ancora più di tutti i professori. Affetto e istinto le dicevano che era la persona giusta su cui fare affidamento. Al di là delle sorprendenti capacità che aveva dimostrato di possedere durante i GUFO, sapeva che qualunque cosa fosse accaduto avrebbe fatto di tutto pur di aiutarla.
Così quel sabato pomeriggio si lasciò alle spalle la sala comune in compagnia di Mouna e, lasciando che fosse lei a dettare il ritmo di quella camminata, si diresse verso il luogo dell’incontro. Uno strano silenzio le accompagnò per tutto il tragitto. Silenzio che aveva caratterizzato anche il loro risveglio. Non si erano scambiate che più di qualche parola, entrambe perse nei loro pensieri. “Mi raccomando. Niente colpi di testa” esclamò dal nulla una volta individuato Jack. La questione era seria. Non si trattava di una semplice scampagnata. A dimostrazione di quanto Grace aveva preso sul serio quella faccenda vi era l’assenza di qualsiasi accessorio ridicolo ai più tra i suoi capelli.
Speriamo che non ce ne sia bisogno” da quanto aveva sentito era ferito. Quello voleva dire che doveva essere indebolito. Si ritrovò a sperare che non fosse anche incazzato. “In ogni caso farai quello ti diciamo, va bene?” pronunciò quella frase con più durezza di quanto si fosse lei stessa aspettata. Aveva paura che l’amica colta da uno spirito improvviso di indipendenza commettesse qualche stupidata. Arrivati ai margini, cominciò a guardarsi attorno, cercando di notare se sul terreno vi fossero tracce sospette. Impronte o meglio ancora sangue. Peccato non poter entrare. “A proposito, che aspetto ha? Dal vivo intendo” Lei a differenza loro non aveva avuto ancora il dispiacere di vederne uno in prima persona.

Edited by Grace Adams Wilkinson - 10/10/2020, 07:53
 
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view post Posted on 9/10/2020, 22:53
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- Adesso non esagerare Grace. Voi cercate di spiegarmi la situazione, guidatemi con la voce se credete di dovermi indicare qualcosa, io punterò la bacchetta di conseguenza rispose risoluta, credendo di poter valutare da sé quale fosse la miglior soluzione da adottare. - Un mix tra il ragnesco e il demoniaco, difficile da descrivere soprattutto ora che dovremmo fare silenzio. Jack: anche se condivido i tuoi dubbi non sottovalutare tutta questa faccenda . Aggiunse ricordando quanto le era stato riferito da Grace. Quand'anche le dicerie sulla presunta presenza del Sasabonsam si sarebbero rivelate reali avrebbero dovuto considerarsi al sicuro solo perché le voci parlavamo di un essere ferito? Come ogni altro abitante del castello dotato di un minimo di perspicacia, Mouna sapeva bene quanto una condizione simile - quella della sicurezza s'intende - potesse considerarsi meramente relativa. Erano mai stati effettivamente al sicuro? Lo erano stati ogni volta, finché la loro quotidianità non era stata completamente stravolta da uno dei tristi eventi vissuti dallo studentado come quelli che avevano coinvolto l'intera Comunità Magica. La vita, di per sé, poteva essere considerata un'incertezza: quella di arrivare all'indomani e quella di poterlo affrontare con gli stessi mezzi, le stesse capacità e le stesse conoscenze dell'oggi - magari incrementando questi ultimi tre oggetti
D'altronde la fugacità della vita dipendeva anche da questo: l'uomo non può evolversi mantenendo lo stesso passo delle vicende di cui un giorno potrebbe narrare un libro di storia e spesso la vita più che dare toglie. A lei aveva portato via il senso della vista e ora che si trovava a breve distanza dal confine della Foresta Proibita poteva fare ben poco per aiutare gli altri, se non lasciare che gli altri sensi si acuissero nella speranza che un qualsiasi rumore potesse anticipare l'avvicinarsi prossimo della creatura per cui si erano scomodati tanto o che il sensibile olfatto le permettesse di fiutare nell'aria il lezzo di una ferita putrescente. Continuò a tenere stretta la bacchetta e a tastare il terreno con la punta del bastone flessibile nella speranza di individuare qualche traccia nel fango. Se quel sasabonsam si fosse trovato realmente nei paraggi non potevano farsi cogliere impreparati; lei per prima: l'anello debole di quel terzetto di pazzi. Per quanto ne sapeva i sasabonsam non devono amare la luce del giorno, ma potevano comunque sopportarla - specie in un primo pomeriggio come quello, in cui i nembostrati rendevano il cielo grigio e cupo - a detta della voce del meteorologo emessa dalla magiradio di Grace. La perfetta atmosfera per morire prima dei M.A.G.O. soltanto perché si era lasciata tentare dalla curiosità, dalla sete di sapere che la contraddistingueva dai più. Se solo non fosse stata tanto occupata ad ascoltare il silenzio tombale che si era venuto a creare non avrebbe perso tempo a chiedersi perché nessuno glielo avesse impedito, perché a Hogwarts - ancora una volta - nessuno sembrava essersi occupato di chiudere il sentiero che conduceva alla foresta; né tantomeno si chiese chi fosse quel qualcuno che avrebbe dovuto occuparsi di limitare i liberi spostamenti degli studenti.
 
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Jack Allan Wilkinson
view post Posted on 10/10/2020, 09:45




“Oh, la faccenda è da prendere sul serio”
Nascondendo il sarcasmo che chiunque avrebbe potuto leggere sul suo viso, piegò il collo in avanti, puntando i suoi occhi verdi sul terreno a qualche centimetro più in là della punta delle proprie scarpe. La faccenda era certamente da prendere sul serio. Un Sasabonsam libero di gironzolare nei territori di Hogwarts a mesi dall’ultimo attacco sarebbe stata una gravissima mancanza del personale addetto alla sicurezza del castello. Soprattutto in relazione al fatto che nessuno aveva pensato di avvertire formalmente gli studenti e assicurarsi di isolare l’area nella quale sarebbe stata avvistata la creatura. Se veramente avessero trovato qualcosa, i genitori degli studenti avrebbero avuto tutte le ragioni per diffidare della protezione offerta dalla scuola.
Il ragazzo si passò pazientemente le dita tra suoi capelli corvini mentre lo sguardo tornava a posarsi sulle due studentesse di Grifondoro. “Tre teste e tutti che vogliono essere il capo spedizione. Facciamo democraticamente che sono io e fine delle discussioni” La frase era stata pronunciata con un misto di serietà e divertimento che sembravano quieti, in attesa della tempesta di forte opposizione dall’una e dall’altra compagna di disavventura.
Del futile battibecco, per cui le due ragazze sembravano essersi armate a colpi di sagge raccomandazioni e dichiarazioni indipendentiste, a Jack importava ben poco. Se si fossero imbattuti in un pericolo le chiacchiere sarebbero state a zero e qualunque decisione presa da ognuno di loro avrebbe di conseguenza influenzato le successive. Predirle così astrattamente sarebbe stato peggio che un oracolo divinato con i Tarocchi di Hatshepsut.
Godendosi il chiacchiericcio che ne sarebbe seguito, i suoi occhi cominciarono ad osservare i dintorni in cerca di orme o tracce di passaggio che avrebbero in qualche modo rivelato anche flebili segni lasciati della creatura che aveva combattuto in Sala d’Ingresso. Assieme ad esse sarebbe stato attento ad individuare gocce di sangue anche se asciutte o mescolate tra fogliame e terriccio. Che fosse ferito o meno, trovare un Sasabonsam senza macchie ematiche nei dintorni sarebbe stato quantomeno bizzarro dal momento che era di questo ciò che la creatura si nutriva. Dato che poteva essere passato del tempo dalla suo ultimo passaggio al limitare della foresta, Jack avrebbe cercato di perlustrare ad ogni passo il terreno circostante in cerca di solchi, macchie ferrose o rami spezzati. Quando necessario per esaminare più accuratamente una traccia sospetta, che fosse vecchia di qualche giorno o particolarmente fresca, si sarebbe accovacciato per osservarla meglio.
 
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view post Posted on 12/10/2020, 16:28
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Nell'arco di pochi minuti si ritrovò in disaccordo con entrambi i suoi accompagnatori. Niente di cui stupirsi considerando che si trattava di Jack Allan, con cui non faceva che bisticciare a suon di battute praticamente da sempre, e di Mouna. Il suo rapporto con la Caposcuola era in fase di assestamento: non aveva ancora un'idea chiara di dove stessero andando. L'unica cosa certa era che niente era più lo stesso dalla notte dell'attacco. Per quanto in Mouna il cambiamento fosse ben più visibile, anche Grace non era più la stessa persona di allora.
Lanciò un'occhiata di disapprovazione verso la ragazza. Poteva non vederla, ma era più che certa che potesse percepire i suoi occhi nocciola perforarla.
E se non ve ne fosse stato il tempo?
La diciassettenne capiva davvero il desiderio dell'altra di essere in tutto e per tutto autonoma, ma se la creatura fosse stata vigile e arrabbiata probabilmente non vi sarebbe stato modo di spiegare.
Strinse più saldamente nella destra il catalizzatore, decidendo di non aggiungere nulla sulla questione. Mettersi a discutere in quel momento poteva essere più dannoso. Nel caso l'avesse vista fare qualcosa di avventato, l'avrebbe direttamente petrificata e al diavolo.
"Demoniaci eh?" cercò di ricondurre quelle parole alle informazioni sui Sasabonsamfi cui era in possesso. Sembravano calzare a pennello. "Allora non c'è pericolo. Il potere del trio coincide con il mio" sapeva che i due non avrebbero colto affatto la citazione, troppo schifosamente purosangue per avere anche una sola vaga idea di cosa stesse parlando. Lei dall'altro canto non potè che sghignazzare per la direzione dei suoi pensieri.
"Sei democratico quanto Dolus che impone compiti extra a chi non vuole studiare come se un voto sotto al cinque non fosse già una chiara dichiarazione d'intenti"
Quello era un punto dolente. Prima dell'arrivo dell'uomo aveva pianificato un intero anno di relax, dopo le fatiche dei GUFO, giusto per ricaricarsi in vista dei Mago. Il nuovo regolamento aveva inevitabilmente cambiato le carte in tavola.
Scosse la testa cacciando quei pensieri per tornare a concentrarsi sulla missione. Con una mano sistemò dietro l'orecchio un ciuffo ribelle che le era finito davanti al viso, mentre continuava a percorrere i confini della Foresta alla ricerca di qualche indizio. Sperava che in qualche modo il corso dei Giovani Scamander potesse tornarle utile in qualche modo. Aveva trascorso ore nella Foresta insieme a Lestrange, ora imparando quello, ora quell'altro. Il superamento dell'esame finale le aveva in teoria dimostrato di sapersela cavare in ambienti del genere. Spalancò le orecchie e aguzzò la vista alla ricerca di suoni e tracce che potessero metterli nella giusta direzione. Avrebbe fatto attenzione a impronte, rami spezzati e a qualsiasi altro dettaglio che poteva significare il passaggio di quella creatura lungo il sentiero che stavano percorrendo. Dove poteva nascondersi un animale ferito?

Armonia con la flora, Livello 1
 
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view post Posted on 16/10/2020, 13:48
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Sangue. Se avessero avuto con loro del sangue non avrebbe dovuto rivelarsi tanto difficile attirare l'attenzione della creatura oggetto delle loro ricerche. Tuttavia non ne disponevano e dubitava che gli altri si sarebbero offerti come vittime sacrificali. Non era da escludere che si fossero recati nei pressi della Foresta Proibita nascondendo le speranze di non trovare alcunché, dopotutto. Al contrario, la Silver sperava proprio di trovare una qualche traccia da seguire pur sapendo di non potersi spingere oltre i confini da cui cercava di tenersi lontana stando il più possibile vicino agli altri, mentre proseguiva il proprio cammino con un'andatura che avrebbe voluto poter definire costante, se non fosse stato per tutte le precauzioni da dover prendere al fine di non capitombolare a terra in una qualche buca scavata nel terreno o in un qualsiasi altro impedimento individuato grazie all'ausilio del bastone. Non si sarebbe pronunciata sulla possibilità di compiere qualche piccolo atto autolesionistico, ma l'idea di sbucciarsi i gomiti o le ginocchia nella speranza di stanare quel sasabonsam di cui si era parlato continuò a sfiorarle la mente. Se le ricerche si sarebbero protratte troppo a lungo prima di riuscire a trovare i segni del passaggio di quel mostro, avrebbe anche potuto iniziare a prestare meno attenzione nel saggiare il terreno con la prolunga dell'arto, in modo da far apparire quella sua intenzione come involontaria. D'altraparte credeva non fosse ancora arrivato il momento di ricorrere a mezzucci simili, per cui continuò a cercare sul terreno tutto ciò che avrebbe potuto causarle un danno di qualsiasi tipo - oltre ovviamente alle possibili orme lasciate sul terreno ammorbidito dall'umidità e delle pioggie torrenziali che si erano susseguite nelle settimane precedenti il loro incontro. Perfettamente consapevole che quella gita fuori porta avrebbe potuto rivelarsi tranquillamente un completo fallimento - vuoi per la possibilità di una notizia infondata o per quella di non riuscire a trovare alcuna prova dell'esistenza del sasabonsam ferito che avrebbe cercato riparo nel luogo più prossimo al castello che potesse ospitarlo - sperava comunque che i Wilkinson non sottovalutassero l'eventualità di trovarsi in pericolo, almeno quanto in suo cuor poteva augurarsi di riuscire realmente a salvarsene nonostante dovesse fare, almeno in parte, affidamento sulla vista e i suggerimenti di altri. Per lei tutta quella situazione aveva la stessa valenza di una prova e forse avrebbe avuto la possibilità di riscattarsi, dimostrando ai cugini - che avrebbe lasciato battibeccare tra loro per mantenere salda la propria concentrazione piuttosto che chiedersi per quale motivo Grace pensasse che il trio potesse essere valutato come un potere aggiunto - che poteva comunque contare sugli altri sensi per agire come avrebbe fatto qualunque altra strega, al momento del bisogno. Continuò a tendere le orecchie sotto il caschetto platinato, in attesa che succedesse qualcosa.
 
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Jack Allan Wilkinson
view post Posted on 17/10/2020, 10:35




Jack non era nuovo alle stranezze di Grace, così come non lo era alle sue battute dal sapore babbano che era in grado di capire solo lei e coloro che avevano sprecato parte della loro infanzia davanti al grosso parallelepipedo a colori che la professoressa Maranta avrebbe chiamato "televisione". "Il potere del trio coincide con il mio" doveva essere una di queste. Dopo averlo ripetuto nella propria mente un paio di volte con l'intento di scoprire se piuttosto fosse una delle formule fasulle che negli anni le aveva rifilato, con una buffa scrollata di spalle aveva lasciato perdere ogni commento e proseguito la perlustrazione.
Acquattato alla ricerca di nuovi indizi, gli angoli della bocca del ragazzo si incurvarono in un sorriso, mentre il suo sguardo si spostava dal fogliame esaminato alle radici degli alberi che delimitavano la Foresta Proibita. Il braccio destro si spostò dalla coscia, sulla quale si era momentaneamente appoggiato, per far leva su di essa con la mano e alzarsi. Tornato in posizione eretta, mascherò il luccichio birichino dei suoi occhi verdi con una maschera di fredda e risoluta indifferenza che, a suo dire, avrebbe dovuto imitare l’atteggiamento stoico del nuovo preside di Hogwarts.
“Cinquanta punti in meno a Grifondoro. Per lei sono il preside Dolus, signorina Adams Wilkinson”
I suoi occhi verdi avevano cercato quelli della cugina, mantenendo un’espressione grave e impassibile che una decina di secondi più tardi sciolse con uno scherzoso ammiccamento delle sopracciglia e un sorriso. Di Irvine Dolus non sapevano poi molto, ma dall'aumento del carico scolastico, dall'introduzione dell'arena e dalle sue apparizioni per il castello, Jack si era fatto un'idea sommaria sul suo carattere ed ogni indizio puntava sulla sua apparente severità. “Abbastanza democratico, no?”
Godendosi la reazione di Grace con le proprie orecchie, Jack sarebbe tornato ad osservare il terreno da dove aveva interrotto la ricerca. Acquattatosi nuovamente nel punto che stava precedentemente esaminando, avrebbe cercato di notare solchi o impronte che sarebbero potute essere ricondotte per forma o profondità a quelle della creatura che stavano cercando. Spostato attentamente lo sguardo sul terreno e sul fogliame circostante, avrebbe proceduto con calma, cercando di non perdere tracce di sangue o macchie più scure sul terriccio.
 
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view post Posted on 23/10/2020, 13:19

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Osservando il terreno con attenzione, e facilitato dal pallido bagliore grigiastro di quella fredda mattina, Jack Allan Wilkinson poté controllare con esattezza le varie porzioni di terra dura e sterile che incontrava, ma non riuscì a trovare tracce di sangue.
L'udito di Silver Mouna registrò rumori attuti e lontani: fruscii e radici che venivano pestate a una grande distanza, ben oltre il folto degli alberi. Suoni trasportati dal vento, leggero ma tagliente, fino a loro. Cosa dovevano aspettarsi da un Sasabonsam? Che le ferite lo portassero a emettere un lamento, o a cadere mentre camminava in cerca di un rifugio? Oppure era ancora abbastanza aggraziato da muoversi in completo silenzio?
Grace Adams Wilkinson, dopo qualche movimento, individuò una macchia di bassi arbusti i cui rametti spogli erano spezzati all'altezza del suo bacino. Almeno una dozzina di questi riportavano la stessa frattura, e una traccia sul sottobosco, tra frammenti di corteccia e sassi, indicava un passaggio recente, forse risalente a non più di due giorni prima.

 
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view post Posted on 23/10/2020, 20:48
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Nonostate le battute, Grace si trovava in uno stato di forte tensione emotiva. Il Morbo Bianco la stressava da mesi e quella ricerca del Sasabonsam era una questione importante e delicata che nel profondo la preoccupava. Era convinta che la creatura fosse davvero lì, da qualche parte, e aveva un sottile paura di quello che sarebbe potuto accadere se l'avessero trovata.
Forse fu per quello che si fermò a fissare imbabolata il serpeverde chiedendosi se quello non fosse davvero il Preside. Era un pensiero folle. Tuttavia paragonato alla situazione che stavano vivendo si ridimensionava drasticamente. Era così impensabile? Nella sua testa si stava già delineando uno scenario che vedeva il Preside prendere la pozione Polisucco e chiudere il cugino- quello vero- nel fondo di un baule contenuto all'interno di un baule più grande e così via.
A far sorgere il dubbio non erano state tanto le parole usate, quanto per l'espressione assunta dal ragazzo. Stava per dare aria alla bocca, senza sapere davvero cosa la sua voce avrebbe espresso, quando la successiva frase accompagnata da un ammiccamento e un sorrisetto scherzoso le fecero sorgere una risata isterica. "Non farlo mai più" gli riservò uno sguardo per nulla amichevole prima di tornare a setacciare il terreno, avanzando un passo alla volta.
Ignorò del tutto i suoi accompagnatori, desiderosa di non dare nessuna spiegazione a quanto avvenuto poco prima.
Continuò a guardarsi meticolosamente intorno fino a ché la sua avanzata non fu fermata da un gruppo di bassi arbusti i cui rametti erano spezzati. Si fermò per osservare da più da vicino e si accorse che alcuni di questi erano rotti allo stesso modo. "Mouna fermati un attimo qui" fece poi un segno al cugino di avvicinarsi. "Deve essere passato qualcuno o qualcosa" e sottolineó per bene l'ultima parole cosicché gli altri due non potessero avere dubbi sul soggetto a cui alludeva. Guardò intensamente la traccia lasciata lì nel sottobosco, tra frammenti di corteccia e sassi, e prese una decisione. "Io vado a vedere! Venite?" senza aspettare una risposta prese a inoltrarsi lungo il percorso che aveva individuato. Con cautela. Strinse più saldamente il catalizzatore e con il cuore che le galoppava nel petto continuò a avanzare con prudenza, stando ben attenta a non calpestare foglie o rami che avrebbero potuto fare rumore e richiamare l'attenzione, e a orecchie ben aperte, in attesa di sentire qualcosa. Continuò a guardare il terreno e la vegetazione che la circondava, concentrata, cercando di non perdere la strada che le sembrava essere stata tracciata da qualcun altro. Focalizzò l'attenzione sui rami, cercando di capire se ve ne fossero altri spezzati allo stesso modo e alla stessa altezza di quelli poc'anzi individuati, su eventuali orme e su qualsiasi altro elemento che avrebbe potuto darle un'indicazione. Nella sua mente era sempre convinta che se si trattava davvero della creatura dovevano anche esserci tracce di sangue.

Vantaggio: Armonia con la flora, livello 1.
 
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Jack Allan Wilkinson
view post Posted on 23/10/2020, 21:34




“Certo. Ti seguo. Anche perché… avete sentito? Mi è sembrata una richiesta di aiuto” disse in risposta alla richiesta di Grace con il solo fruscio delle fronde a fare da sottofondo.
Stando ben attento a dove metteva i piedi, Jack si avvicinò alla cugina per esaminare la sua scoperta. In particolare prestò attenzione alla direzione e il modo in cui i rami erano stati spezzati per capire dove proseguire la ricerca. Le tracce nel sottobosco circostante, composte da frammenti di corteccia e piccole pietre spostate, lo portarono ad individuare la stessa scia lasciata dal recente passaggio che la grifondoro aveva appena detto di aver scoperto. Affiancandola nella direzione verso la quale gli indizi li avrebbero portati, Jack Allan, senza distogliere lo sguardo dal terreno, con rapidità e scioltezza, avrebbe estratto la propria bacchetta per far luce sul terreno. Raddrizzate le vertebre e rilassato i muscoli quanto bastava, cercando, però, di infondergli quel pizzico di adrenalina necessaria a renderli scattati e pronti all’uso, avrebbe cercato di mischiare l’intento, la volontà e la concentrazione sull’obiettivo con lo scopo di trovare il giusto equilibrio, sia nella mente che nel corpo, che lo avrebbe portato a coadiuvare come, un filo conduttore, la magia che avrebbe dovuto illuminare dal suo catalizzatore le tracce già scoperte e quelle da trovare. L’articolazione del suo braccio, in quella millesima frazione di secondo interposta tra il recupero della bacchetta, il desiderio di illuminare il cammino e la stessa magia che stava richiamando e amalgamando con la volontà di rilasciarla, avrebbe cercato di distendersi per poter muovere il braccio liberamente con fluidità di movimento e rapidità.
La concentrazione sull’obbiettivo e sugli effetti dell’incanto, uniti alla determinazione, avrebbero dovuto fondersi insieme, tramite il catalizzatore, in un cocktail di magia e potenza che gli avrebbe dovuto dare, salvo imprevisti dovuti al morbo, il risultato sperato.
“Lumos” avrebbe detto con la bacchetta putata in direzione del terreno, mentre dalla stessa sarebbe dovuta fuoriuscire le luce che avrebbe permesso loro di esaminare e seguire al meglio le tracce.
A passo lento, permettendo che sia lui che Grace potessero usufruire dell'illuminazione, avrebbe proseguito al suo fianco la ricerca, stando ben attendo a seguire gli indizi e ad individuarne altri. In particolare sarebbe stato alla ricerca di tracce di passaggio simili a quelle appena scoperte, anche sotto diverse forme, e a macchie di sangue, seppur prima non ne avessero trovate. Con gli occhi non si sarebbe lasciato sfuggire alcun dettaglio, dal fogliame spostato al terriccio smosso e ai rami spezzati.
 
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view post Posted on 23/10/2020, 21:35
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Sentiva una certa affinità con la Foresta Proibita. Avevano entrambe un cuore freddo, come il sottile vento di quella giornata, ma ben lontano da accogliere qualcosa di diverso dalla familiare oscurità dimorante al suo interno. Vedeva ora il mondo da una prospettiva completamente diversa, in cui ciascuna variabile assumeva un valore esponenziale. Il nero manto che le impediva la vista la costringeva infatti a superare ogni semplice ostacolo solo grazie a una sequela di ragionamenti che dovevano susseguirsi nel più breve lasso possibile pur dovendo far riferimento alle diverse sensazioni di cui ancora disponeva e alle relative supposizioni che poteva determinarne. Nel momento in cui captò il fruscio proveniente dalle profondità della foresta si trovò davanti a un bivio: poteva scegliere tra il compiere un probabilissimo passo falso per un qualcosa che avrebbe potuto rivelarsi un semplice buco nell'acqua o tornarsene a casa e non sapeva proprio quale strada imboccare. - Aspetta Grace! È una decisione imprudente: potresti star seguendo le tracce di qualcos'altro. Sei sicura di volerti addentrare per niente? Non hai bisogno di altre prove prima di correre un rischio simile? Per cosa poi? Posso garantirti che qualcosa si sta muovendo là dentro. Dimmi almeno che sei sicura si tratti del sasabonsam. Tra l'altro mi chiedo: le tracce si trascinano? Perché in caso contrario dubito che la creatura sia ferita. Cosa ne pensi Jack? Non eri il primo a dubitare della veridicità di questa voce? Sei disposto a infrangere il regolamento, a addentrarti tra in un luogo pupulante di bestie per rischiare ancora una volta la tua vita? chiese senza muovere un passo. Avrebbe valutato successivamente se seguirli. Solo qualora non fosse riuscita a distoglierli dai loro propositi sarebbe tornata a considerare la possibilità di avanzare alle loro spalle - Che Morgana vi incenerisca! Sono dieci punti in meno per le cadate di entrambi se non proseguite le ricerche da questa parte del confine! Almeno aspettate di avere la certezza che si tratti di un sasabonsam invece di gettarvi dietro la scia del primo centauro, no? cercò di farli ragionare
 
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view post Posted on 28/10/2020, 21:13

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FATO



Jack Allan Wilkinson: Incantesimo riuscito al ???
Al richiamo di Grace, Jack si premurò di illuminare la punta della propria bacchetta, in modo da sapere esattamente dove metteva i piedi. Il Lumos ebbe l'effetto sperato, regalandogli un globo di luce utile per farlo orientare e seguire Grace. La Grifondoro sembrava infatti avere trovato qualcosa.

La sua voce giunse alle orecchie della Caposcuola Silver, che però espresse riserve all'idea di addentrarsi nella Foresta Proibita; quando il suo avvertimento raggiunse Grace, tuttavia, la giovane strega aveva già osservato qualcosa.

Alcuni rametti spezzati sembravano essersi accumulati su un tappeto di aghi di pino oltre gli arbusti che Grace aveva attraversato. Il polpaccio della Medimaga era ora percorso da un lungo graffio, fastidioso anche se superficiale: passare oltre quel sottobosco non si era rivelata un'impresa semplice. Alle sue spalle, Jack si arrestò, bloccato, gli occhi sgranati verso ciò che giaceva più avanti.

Al bagliore perlaceo della bacchetta del Serpeverde, Grace osservava un groviglio di quattro lunghe articolazioni, scheletriche e nere, muoversi debolmente intorno a una creatura mostruosa, riversa supina tra le radici sollevate di un alto noce. L'occhio attento di Grace individuò un'incisione nella corteccia dietro la testa bianca, su cui si aprivano immensi occhi neri senza espressione, come due pozzi di inchiostro; quel graffio indicava che la creatura avesse cercato di aggrapparsi al tronco mentre cadeva. A quanto pareva, non sembrava più in grado di alzarsi.

Si erano addentrati oltre i confini della Foresta Proibita di circa un paio di metri, ma dato il trambusto intorno al Sasabonsam, era chiaro che la creatura non fosse rimasta lì tutto il tempo: aveva probabilmente compiuto un lungo percorso verso il folto degli alberi prima di emergere, prima di forze.

Alla vista delle due streghe e del giovane mago, la bocca del Sasabonsam si spalancò, mostrando una fila di denti aguzzi.



//Grace Adams Wilkinson riceve 30 galeoni dalla CMC perché ha trovato e seguito le tracce giuste. On-gdr il successo della ricerca verrà attribuito a tutti e tre i partecipanti, ammesso che le prossime azioni si rivelino corrette.
La scadenza per rispondere è fissata alle ore 23:59 del 30 ottobre.
 
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view post Posted on 30/10/2020, 15:02
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Stava ridacchiando neanche troppo velatamente per lo sproloquio di Mouna, che sembrava essere decisa a tirarsi indietro, pronta poi a voltarsi ed esclamare un indignato che cosa al suono dei punti sottratti, quando sentì un leggero bruciore nascere all’altezza del polpaccio accompagnato da una vista che le fece mancare il fiato. Si arrestò di colpo. Era lì. Era davvero lì. Oh, porco Merlino. Lo osservò a occhi sgranati. La mano sinistra andò ad artigliare il braccio libero di Jack in una morsa. L’avevano trovato. Ora che se lo trovava davanti non ci poteva credere. C’era davvero un Sasabonsam nei pressi della Foresta “è qui. Ragnesco e demoniaco”. Con due occhi profondi come due pozzi neri senza fine. Sentì un brivido attraversarle la schiena. Se ne stava riverso supino a non più di un paio di metri dall’uscita ai piedi di quello che le sembrò essere un noce. Muoveva debolmente le zampe, come se fosse stremato dal lungo percorso che l’aveva portato fin lì. Tutto intorno a loro era un vero casino.
Di riflesso alla vista dei denti della creatura, forse l’ultimo guizzo di fronte a quelli che credeva una minaccia o più probabilmente delle possibili prede, i piedi della Grifondoro si sarebbero divaricati all’altezza delle spalle, con quello destro avanti al sinistro, cercando di ignorare il fastidio del graffio procuratori nel sottobosco. Il busto si sarebbe girato leggermente verso sinistra ad esporre al sasabonsam ritrovato il braccio che impugnava il catalizzatore. I muscoli, nella frazione di secondo interposta tra il ritrovamento e la presa di posizione, avrebbero cercato di rilassarsi e farsi forza per stoccare un rapido e preciso incantesimo, pronti a scattare e a seguire gli ordini dettati dal suo corpo e dalle esigenze che la situazione avrebbe richiesto, anche nel caso in cui la creatura si sarebbe mossa contro ogni loro aspettativa.
Con lo sguardo fisso sul Sasabonsam supino, Grace spostò l’arto superiore destro per puntargli contro con precisione la bacchetta in modo. Il bracco sinistro invece avrebbe liberato l’arto del cugino per posizionarsi dietro la schiena per bilanciare al meglio la posizione assunta. Avrebbe raddrizzato la schiena, allineando tutte le vertebre e si sarebbe assicurata di essere bene bilanciata, tenendo al contempo i piedi bene saldi sul terreno. Avrebbe preso un paio di respiri profondi, con il cuore che sentiva battere nelle orecchie e un brivido di eccitazione che la scuoteva all’idea di castare un incantesimo. Cercando di regolarizzare il respiro per concentrare i suoi sforzi mentali e fisici sull’incanto, provando il più possibile a non farsi trascinare dall’emozioni, avrebbe raccolto la determinazione di immobilizzare il suo obiettivo. Non voleva fargli del male. Sembrava allo strenuo delle forze. Non voleva però che in un guizzo improvviso si avventasse contro di loro. Poteva essere pericoloso. Immobilizzarlo le sembrò l’idea migliore. Per salvaguardare loro e lui. Se lo raffigurò così nella sua mente, con la schiena ancora supina che toccava il tappeto formato dalla vegetazione della foresta e le quattro zampe finalmente ferme e immobili, privato di qualsiasi possibilità di movimento nonostante la sua volontà. Si concentrò solo su quello. Escludendo ogni altro pensiero e preoccupazione dalla sua mente, chiudendoli in un angolino buio e lontano della sua mente. In posizione, rimase con gli occhi ben puntati sulla creatura che riempiva tutta la sua visuale e, con l’obiettivo ben chiaro e fermo in testa, si focalizzò sul suo potenziale magico. PM che fluiva dentro di sé, che era tutta l’essenza di ciò che era e che avrebbe cercato di incanalare in tutta la sua potenza nella sua bacchetta in legno di ciliegio e l’anima in corda di cuore di drago. Se lo immaginò come una devastante lingua di fuoco che scoppiettava incandescente pronta a travolgere ogni cosa. Per la precisione, in quell’occasione, avrebbe dovuto colpire in pieno il Sasabonsam per dare loro il tempo di agire. Cosa dovessero fare dopo, al momento, non era importante. Tutto ciò che contava era immobilizzare la creatura per preservare la loro incolumità. Con mano ferma diede una stoccata decise in direzione della creatura, stesa al suolo vicino all’albero, puntando al suo corpo. Accompagnò tutto il movimento della bacchetta con una voce ferma e decisa che disse
Immobilus
Restò ferma in vigila attesa. Sperando con tutte le sue forze che la creatura rimanesse ferma immobile.
E dopo?
Credo che dovremmo rassicurare i nostri amici delle Creature Magiche Coccolose e chiamare qualcuno che ci dia una mano”. Come si aiuta una creatura bellicosa ferita?
 
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view post Posted on 30/10/2020, 18:53
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È qui le sarebbe bastato udire per decidersi il da farsi.
Come era accaduto dal giorno delle sue dimissioni dal San Mungo Uranus avrebbe dovuto seguirla a breve distanza, ma pur sapendo di avere con sé PrendiAppunti, inchiostro e pergamena e un gufo a disposizione preferì scegliere di fare ricorso alla magia - nonostante le sue rese potessero dirsi tutt'altro che stabili da diversi mesi. Lo avrebbe fatto pur senza restare nell'ottica della possibilità di ottenere un'eventuale riscatto per ciò che aveva potuto solo supporre fosse accaduto la notte dell'attacco.
- Cercate di non compiere movimenti bruschi e tenetelo a bada mentre chiamo rinforzi esclamò in modo che la sua voce potesse raggiungere gli altri, conscia del fatto che avrebbero avuto molteplici chance in più se solo uno dei tre fosse stato in grado di comunicare attraverso un Patronus. Avrebbe tuttavia mantenuto salda la presa sulla bacchetta, perché con essa poteva comunque attirare l'attenzione di un nutrito numero di persone, nella speranza che si trattasse anche di quelle giuste - come un Auror o adulti che potessero rivelarsi in grado di gestire la situazione, ma che avrebbero anche potuto trovarsi presso un luogo diverso dall'indirizzo verso cui avrebbe potuto dirigere il proprio gufo. Nessuno d'altronde poteva garantire ai tre che uno dei coniugi Pike, il Ministro Urquhart, Steewood o il Preside Dolus si trovassero nei rispettivi uffici quando Uranus li avrebbe raggiunti - pertanto l'idea di inviarlo, almeno per il momento, era da escludere a priori. Mouna cercò di eliminare tutte quelle variabili dalla propria mente, di scacciare il pensiero dei Wilkinson attualmente in pericolo, e senza avanzare di un passo si limitò divaricare leggermenente le gambe in modo che le scarpine si trovassero a breve distanza l'una dall'altra, con il piede sinistro proiettato un mezzo passo più avanti rispetto al gemello posto su un binario parallelo e le ginocchia leggermente flesse. Si sarebbe accertata della stabilità del terreno sotto le proprie suole e di quella della propria postura, distribuendo equamente il peso del corpo sui due arti inferiori per scaricarlo a terra attraverso le piante dei piedi che intanto avrebbero trovato fermezza sulla terra sterile appena calpestata. Cercò di controllare la respirazione per stendere la colonna vertebrale, aprire le spalle affinché la linea formata dalle stesse potesse ricalcare quella posta tra le anche e i piedi. Avrebbe lasciato entrare e uscire la stessa quantità di aria nei polmoni, attraverso le narici, lasciando che la cassa toracica adattasse i propri movimenti a quella degli organi respiratori mentre i muscoli avrebbero iniziato a rilassarsi e il battito cardiaco a decelerare per raggiungere un ritmo che potesse dirsi cadenzato al pari di quello precedentemente impartito ai polmoni. Avrebbe fatto in modo di colmare la propria mente unicamente con il proprio attuale intento, focalizzandosi sull'effetto atteso dell'incantesimo che si sarebbe apprestata a lanciare dopo aver sollevato la mancina per dirigere la punta della bacchetta verso quello stesso cielo che ormai non le era più dato vedere. Si sarebbe chiusa ancora un volta nella propria bolla mentale, al fine di eliminare ogni pensiero superfluo, allontanandosi dal mondo circostante finché non sarebbe stata in grado di percepire il proprio potenziale magico, che avrebbe sentito montare e scorrere nelle proprie vene accompagnato da un calore che non le apparteneva più per raggiungere il catalizzatore che avrebbe continuato a stringere tra le dita della mancina. Il nigro arazzo che le oscurava la vista si sarebbe colorato di scintille rosse proiettate a grande altezza, le stesse che sarebbero dovute scaturire dalla punta della sua bacchetta non appena avrebbe pronunciato, con tono deciso e udibile, l'apposita formula a seguito di un fluido movimento del polso - Periculum! scandì continuando a direzionare la bacchetta verso l'alto. Se tutto fosse andato come sperato, allora le particelle incandescenti figurate nella mente della Caposcuola avrebbero abbandonato la punta del catalizzatore in legno di pino per raggiungere un'altezza che sperava essere sufficiente affinché, al di qua del fitto della Foresta Proibita, qualcuno dal Castello potesse accorrere in soccorso dei tre studenti.
 
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