| Udendo qua e là voci su un Sasabonsam a Hogwarts, Eleanor aveva drizzato le orecchie. Aveva captato qualche chiacchiera lungo Diagon Alley, poi da dietro uno scaffale di inchiostri nella sua bottega. Le dicerie parlavano di un Sasabonsam ferito, avvistato al limitare della Foresta Proibita. Si era data appuntamento con Luna nel tardo pomeriggio, ritenendo utile che gli Auror svolgessero le loro ricerche sul luogo. Superati i cinghiali alati che vegliavano sui cancelli di Hogwarts, la giovane donna si diresse con ampie falcate in quella direzione. Rallentò, superando il capanno del Guardiacaccia per rivolgere un cenno della mano a Lestrange, se l'avesse visto impegnato in qualche attività lì attorno. Gli aveva scritto un Gufo appena il giorno prima, per avvisarlo delle proprie intenzioni. Non aveva perso troppo tempo a riflettere, temendo che l'affidabilità delle indicazioni fornite da quelle voci potesse scemare drasticamente con il passare dei giorni. Tenendo lo sguardo fisso sulle alte chiome, si portò lì dove l'ombra fitta della Foresta ne delimitava i suoi confini. La diceria suggeriva di soffermarsi nei pressi del limitare della Foresta Proibita ed Eleanor si augurava che la creatura ferita non fosse nelle condizioni di inoltrarsi troppo, rendendo la sua ricerca più difficile su un raggio molto più ampio. Al tramonto, la Recluta estrasse la propria bacchetta in sorbo, puntandola verso l'interno della foresta. «Lumos». Prese ad avanzare lentamente, facendo scivolare attorno a sé la luce che illuminava la punta del suo catalizzatore. Di tanto in tanto si volgeva verso la Veterana Auror con lei, ma la sua attenzione illuminava il terriccio, le foglie autunnali cadute, il verdastro fitto della foresta, i tronchi attorno e davanti a lei, in alto i rami che si nascondevano nelle chiome. I suoi sensi erano in allerta, tentando di andare oltre gli scricchiolii e il sibilare della Foresta. Non sapeva in che condizioni potesse essere il Sasabonsam - di certo non era così coccoloso come poteva credere il CMC -, né se fosse ferito da quella notte o per altre situazioni. Procedette con la massima cautela, per non lasciarsi sfuggire un'ombra differente su un albero, un artiglio, una traccia di sangue, dei lunghi arti tra i rami o la creatura accasciata sul terreno. Non era strano che una simile notizia di bassa attendibilità avesse sollevato malumori tra i genitori degli studenti, specialmente in quel momento delicato, ove la minima incertezza pesava come cento passi falsi. Non era neppure strano che qualche notizia strampalata circolasse: un Sasabonsam sotto il sole scozzese non era più credibile dell'elettricità a Hogwarts, in piedi sul penultimo gradino prima del Quarto Piano. Quel che era davvero strano - e che in qualche modo aveva messo in allarme la Recluta Auror - era la coincidenza secondo cui dicerie vuote riconducessero i Sasabonsam all'ultima battaglia e al Morbo Bianco. Quel giorno Eleanor non era mai arrivata alla Sala Grande e non aveva visto alcun Sasabonsam, ma ricordava nitidamente l'allarme della Comandante Mandylion: la voce della donna aveva parlato ai suoi Auror tramite una pantera argentea, comunicando "feriti, creature, possibile attacco di Syleria". Non aveva mai dato peso alla seconda parola del messaggio, ma aveva messo insieme i pezzi udendo Sugar, Luna e Jace parlare al Quartier Generale. Provando a ricostruire quanto successo all'ultimo attacco, erano emersi frammenti diversi, talvolta contrastanti, difficili da incastrare insieme. Non erano riusciti a far luce su cosa fosse successo, non sapevano perché solo alcuni di loro erano affetti dal Morbo Bianco dopo quella notte, non avevano neppure visto i loro nemici. Le indagini procedevano lentamente, nonostante i tentativi di mettere ordine in teste con ricordi differenti e sparpagliati. Eleanor non si sarebbe mai perdonata di lasciare intentato qualcosa e di ignorare una possibile informazione. Riteneva corretto che qualche Auror valutasse quella fonte e si muovesse. Non le importava granché dei trenta galeoni offerti dal CMC, piuttosto avrebbe offerto loro un tentativo di riconsiderare le loro opinioni luccicanti e molto lontane dal concreto. Continuò a ispezionare la Foresta, cercando di percorrerne i confini che si affacciavano sul parco di Hogwarts, spostando di tanto in tanto il braccio che reggeva la bacchetta per illuminare il folto della selva, verso l'interno, lì dove il buio si infittiva. Respirando piano, per rilevare i rumori della Foresta e qualsiasi cosa stonasse con essa, setacciò i confini passo dopo passo, con lenta attenzione e in allerta. Per pattugliare una zona più ampia, entro quella più probabile segnalata dalla diceria, si sarebbe inoltrata tra i primi alberi della Foresta, tenendo presente il lato che l'avrebbe ricondotta all'esterno. Sarebbe andata appena oltre quel limitare, per esaminare i confini e la zona immediatamente adiacente, lanciando di tanto in tanto occhiate verso l'interno.
Edited by Eleanor Corbirock - 8/10/2020, 18:55
|