| La piuma, messa a disposizione per la proprietaria e il commesso di Scribbulus, vergò in una calligrafia disordinata il nome e il cognome di Mouna Silver nell’elenco dei tesserati del club letterario della cancelleria. “Certo” disse verbalizzando a parole il leggero gesto di assenso dato con il capo. “Ti spettano otto lanci”. Preso il dado dal tabellone, lo lasciò scivolare sul palmo della mano della ragazza in attesa del primo sorteggio. La fortuna la assistette per i primi due. Una doppietta di sei, fece avanzare la pedina sul tabellone su due caselle premio. “Due lanci. E due premi” la informò con un leggero sorriso. Gli altri sei purtroppo non furono altrettanto buoni. La sequenza di due, due, uno, sei, uno, quattro portarono la sua pedina su tre caselle vuote di fila e tre caselle trappola che rallentarono la sua avanzata verso la meta finale. La corsa si fermò sulla casella numero ventiquattro, tre caselle dietro il fortunato Sheldon Campbell. “Con l’ultimo lancio sei arrivata alla ventiquattresima casella. I premi vinti sono uno sconto del 15% sul prossimo acquisto e una boccetta di Inchiostro Fruttato a scelta. È disponibile all’arancia, ciliegia, fragola, kiwi, mela verde, mirtillo e pesca”. Ruotando il dado del gioco della piuma d’oca nel palmo della mano destra, Jack, con le labbra assottigliate in una linea dura, ascoltò le crude parole di Mouna sugli istanti vissuti in sala d’ingresso. Il resoconto fu breve e coinciso, privo dei dettagli che entrambi credevano di conoscere. Tanto era bastato per far intendere al serpeverde che neanche la grifondoro conservasse ricordi legati agli eventi che erano seguiti alla sconfitta dei sasabonsam. “Lo stesso. Il temporale, la mia bacchetta e quei maledetti succhiasangue. E poi la fine. Ero vicino l’ingresso dei sotterranei e… non so perché”. Non ne aveva parlato neanche con Giulia. Non fino a quel momento. Sorprendentemente, al contrario delle sue aspettative, superato il primo scoglio, con Mouna era stato semplice come togliere il tappo ad un lavandino pieno d’acqua. Forse era proprio perché era da lei che Jack sapeva di dover cercare delle risposte. “Forse avevo… abbiamo visto qualcosa che non vogliono che ricordiamo”. Era una certezza che portava con sé molti altri dubbi come il motivo per cui ricordavano il prima, ma non il dopo, il perché non avessero azzerato completamente i ricordi dell’attacco, e la veridicità di quanto ricordava. Quando, poi, la studentessa avrebbe deciso l’aroma fruttato che preferiva dell’inchiostro appena vinto, Jack entrò nel retrobottega per munirsi della boccetta da consegnare. Scorgendo le etichette degli scatoloni, i suoi occhi si soffermarono su un nuovo articolo non presente tra quelli messi in sconto nel mese di settembre: le prendiappunti fedeli. Pensando che fosse un articolo utile a sopperire alla cecità della ragazza, ne prese una e la portò con sé sul bancone assieme al buono sconto e alla boccetta d’inchiostro. “Ecco la tessera del Club e il buono sconto del 15%” la informò, allungando la mano in modo che potesse agevolmente prenderle. “Andando nel retrobottega, mi sono ricordato che è arrivato un nuovo tipo di prendiappunti in negozio. Non è nel nuovo listino speciale e non è in sconto. Si chiama prendiappunti fedele e ha lo stesso prezzo di quella classica. A differenza dell’altra, trascrivere fedelmente quanto ascolterà, anche, purtroppo, sbadigli o starnuti. È un altro articolo che potrebbe esserti utile. Ma comunque parlerò alla Corbirock del gadget per leggere i libri.”
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