Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Trovare la verità II, Intervista J.B. PdS

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view post Posted on 22/7/2020, 23:27
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Ricevere la lettera del primo volontario per la sua raccolta fonti era stato un motivo per cui sentirsi più leggera. Sesy stava cercando informazioni sul San Mungo e sulla sua reputazione nella comunità magica, dal momento che Abby Minsterwest aveva affermato di aver ricevuto una pessima assistenza presso l'ospedale, con la conseguente morte del padre. L'evento sembrava aver ricevuto una rilevanza mediatica, tanto che la stessa Capo Redattrice aveva deciso di occuparsi della vicenda, scrivendo un pezzo sull'Ospedale. A tal proposito però le sarebbero serviti un po' di testimonianze di pazienti che avevano ricevuto delle cure e il primo tra questi sarebbe stato il signor Blaine.
Avevano appuntamento per quel pomeriggio, dunque Sesy si fece trovare puntuale nel suo ufficio.
Quando lo studente arrivò, gli indicò la poltroncina che si trovava dall'altro lato della scrivania, così che potesse sentirsi comodo.
"Buon pomeriggio signor Blaine, innanzi tutto grazie per aver risposto alla mia richiesta. Le porrò alcune domande sulla sua esperienza al San Mungo. Sto conducendo questa ricerca a seguito del caso Minsterwest di cui potrebbe aver letto qualcosa: la strega ha dichiarato che l'ospedale sia un luogo da cui diffidare, dai guaritori alla Direttrice Fedoryen."
Una piccola premessa era dovuta, così che il ragazzo di Grifondoro potesse rendersi conto di quali fossero le premesse sulle quali si stavano muovendo. A quel punto dunque non le restò altro da fare che porgli le domande che aveva precedentemente stabilito.
"Pur senza raccontarci nei dettagli i motivi per i quali è stato ricoverato, può dirci se i guaritori del San Mungo abbiano riconosciuto facilmente i motivi che l'hanno condotta in ospedale? Sono riusciti a guarirla?"
Le domande erano molto dirette, del resto le dichiarazioni della Minsterwest lo erano state altrettante, dunque si doveva capire se fossero frutto di verità, menzogna o di un misto tra le due.
"In base alla sua esperienza, consiglierebbe ad altri maghi e streghe di farsi curare al San Mungo? Lo ritiene un ospedale affidabile? Inoltre ritiene affidabile e competente la Direttrice Fedoryen, sempre in base alla sua esperienza? Infine, pensa che i guaritori siano competenti e in grado di svolgere al meglio il loro dovere?"
Quest'ultima era una domanda che la toccava da vicino, essendo lei stessa una guaritrice dell'ospedale, costantemente intenta a fare del proprio meglio.
Concluse così le sue domande, certa del fatto che ogni risposta sarebbe stata particolarmente significativa.
 
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view post Posted on 23/7/2020, 00:53
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Avevo accettato di presenziare ad una sorta di intervista riguardo l'ospedale San Mungo presso l'ufficio della professoressa Riddle. Arrivare fin lì fu difficoltoso e faticoso come non mai, o come sempre del resto. Quando riuscii a raggiungere al porta dell'ufficio rimasi qualche istante dietro la porta a riprendere fiato per il tragitto che avevo fatto per giungere fin lì dovendo in alcuni tratti affidarmi a qualche compagno che passava sopratutto nei riguardi delle scale. Sentendomi pronto per affrontare la situazione mi raddrizzai e bussai alla porta due volte con decisione. Non appena sentita la voce dell'insegnante invitarmi ad entrare avrei fatto di conseguenza con passo lento e stanco, prestando una attenzione quasi paranoica ai miei passi, come se stessi provando a camminare su di un filo sospeso nel vuoto e che la caduta mortale fosse di lì ad un attimo. La strega mi indicò una poltrona e lì presi posto cercando di mettermi il più composto possibile. La donna mi espose quello che era l'argomento principale di quella intervista, se così la volevamo chiamare. Ascoltai per filo e per segno la docente senza mai interromperla e seguendo ogni sua domanda. Una volta terminato il discorso della professoressa presi un respiro profondo rielaborando quelli che erano i miei pensieri pronto a dare quella che era la mia verità.

-La ringrazio per la sua accoglienza. Mi è capitato di sentire circa questo accadimento all'ospedale e come premessa metto subito le mani avanti ammettendo di non essere dotto nella guarigione tanto da poter valutare il lavoro di un guaritore, ma posso dare la mia visione delle cose. Non ho alcun problema a divulgare i dettagli della mia ospedalizzazione, durante l'ultimo, ennesimo, assalto alla scuola mi sono ritrovato gravemente ferito con varie lesioni, le più importanti al ventre ed alle gambe. I guaritori sono stati celeri nella misura in cui gli era possibile ed hanno prestato le giuste cure nei tempi più brevi possibile, su questo non ho dubbi. Purtroppo alcune mie condizioni non sono stati in grado di guarirle a causa del tipo di lesione o forze coinvolte in questi sintomi. Questi includono la mia zoppia a causa di un danno alla caviglia ed al ginocchio e la mia innaturale spossatezza di cui non sono ancora chiare le cause e l'origine, molto probabilmente si tratta di qualche infermità legata alla negromanzia ma è solo una mia supposizione su quello che ho potuto osservare sulla mia persona e pochi altri. Sulla base della mia esperienza non saprei indicare posto migliore se non il San Mungo, nonostante alcune malattie o patologie siano ancora oggi incurabili fanno sempre del loro meglio per soccorrere i feriti al meglio delle loro possibilità. Sull'affidabilità potrei avere una nota dolente che bada bene lontano da qualsiasi equivoco non riguarda la competenza medica dei guaritori. Sulla direttrice posso dire molte cose per i più svariati motivi, come suo assistente presso l'infermeria della scuola ho potuto vedere la dedizione e la professionalità con cui presta soccorso ed aiuto ad ogni studente al'interno di queste mura. Una persona sempre dedita al lavoro essendo anche docente d'Incantesimi e proprietaria del negozio di Olivander non che custode delle chiavi di Hogwarts. Una donna come poche, su questo nessuno può obiettare, ma cosa c'entra ciò con la mia personale nota dolente? Ebbene nella mia esperienza al San Mungo mi sono ritrovato come suo paziente, da manuale la direttrice ha curato le mie ferite al meglio ma qualcosa mi ha fatto vivere quei momenti, quelle ore passate lì dentro come una sofferenza diversa da quella fisica. Ora non sono in grado di portare davanti a lei le parole esatte ma a poche ore dalla vicenda che ha visto la scuola danneggiata assieme ai suoi abitanti, nel momento in cui la direttrice non è stata in grado di curare quelle che ora sono ferite indelebili per un fattore di tempistiche di cui non ha assolutamente colpa nessun membro del personale ospedaliero, mi sono sentito dire che non sarei mai più riuscito a camminare come prima. Non che voglia passare per una vittima ne per portare una lamentela ma a poche ore da un evento più che traumatico sentirsi dire quelle parole a freddo è stato un duro colpo, un colpo che psicologicamente proverebbe la maggior parte delle persone. Forse inconsciamente la direttrice non se ne è neanche accorta ma non ho percepito alcun tipo di supporto morale, era come una verità ineluttabile che dovevo accettare e basta, quasi con freddezza. La fermo subito dal pensare che con queste mie parole voglia buttare fango sulla persona della direttrice o dell'ospedale. La direttrice ,come detto in precedenza, ho avuto modo di conoscerla da vicino e se in qualche modo si fosse trovata a dover peccare di empatia o tatto non lo imputo a lei ma alla sua vita così pesante e piena di lavoro. Anche solo analizzando quella notte in particolare posso comprendere il suo doversi proteggere emotivamente da i fatti di quell'evento portato dai negromanti mantenendo il sangue freddo fino all'ultimo avendo rischiato la vita come tutti nella scuola, e nel momento di ''tranquillità'' dopo la tempesta di apprestarsi a portare le prime cure urgenti ai feriti che sono anche suoi studenti, immagini orribili e gravose per chiunque. Se mi permette di prendere un altro pò di tempo per continuare la mia spiegazione le fornirò anche qualcosa di più che una semplice testimonianza. Con la mia ultima affermazione ho dimostrato che nonostante la situazione la direttrice ha svolto egregiamente il suo lavoro anche se provata, ma questa ripercussione che ho subito ha cosa è dovuta? La cosa più semplice da rispondere è la disponibilità di personale, purtroppo l'ospedale non poteva garantire un guaritore pronto all'evenienza dovendo così costringere la direttrice a mettersi al lavoro nonostante quello che aveva appena passato, come lei anche altri guaritori presenti al castello durante l'evento. La direttrice è fin troppo oberata di lavoro come anche il resto dello staff medico del San Mungo. Banalmente la soluzione che si potrebbe portare potrebbero essere più guaritori presenti nella struttura ma non è così semplice e ne sono consapevole. Questo ci può anche aiutare a riflettere su quanto la guarigione sia anche estremamente limitata ed indietro con i tempi. Questa vuole essere anche una critica alle disposizioni ministeriali nei confronti delle ricerche e dei fondi per esse, bisogna investire maggiormente nella sanità o casi come quello del signor Minsterwest si presenteranno numerosi e non per incompetenza dei guaritori ma per mancanza di strumenti ed innovazioni nel campo medico. Sopratutto su quest'ultima nota mi sento di esporre quello che è un mio personale proposito nel campo medico, essendo l'assistente infermiere posso capire cosa voglia dire curare il prossimo e voglio contribuire ad un avanzamento per la guarigione. Sperando di poter essere d'esempio, e che lei possa citare questa mia iniziativa, le voglio esporre un mio progetto. Si tratta della creazioni di supporti magici sanitari che in breve possiamo osservare come un evoluzione di quei vecchi ed antiquati strumenti che rasentano il fallimento della medimagia. Il primo lavoro a cui sto prestando attenzione tratta un caso che ho potuto notare con occhio qui nella scuola dove un mio compagno, di cui non citerò il nome per privacy, è rimasto ferito ad una mano perdendo la capacità di tenere una presa salda a lungo tempo, questo è decisamente invalidante per chiunque e ho progettato un ipotetico supporto che possa aiutarlo. Si tratta di un guanto incantato che replica gli effetti dell'incantesimo Duro sulla stoffa dello stesso, in modo tale che a comando il guanto possa mantenere la presa sugli oggetti supportando lì dove l'infermità del paziente lo limita. Se mai avrò l'opportunità alla fine della scuola cercherò di portare avanti questo progetto con dei veri prototipi e non solo teorie ed ipotesi, in caso portandolo come proposta d'intervento al ministero della magia e quindi all'ospedale San Mungo. Lungi da me chiamarle soluzioni o cure, si tratta di supporti e strumenti, un qualcosa che dovrebbe essere spronata ed incentivata la ricerca, come anche nel campo medico a nuovi incantesimi che possano scongiurare queste patologie. La più grande vittoria per tutti noi sarebbe vedere in un futuro prossimo la medimagia avere la meglio su condizioni come le mie e che si aboliscano i ''non tornerai più a camminare come prima'' facendoli divenire solo dei lontani ricordi. Non per egoismo personale ma per volontà e determinazione, la stessa che ci mettono ogni giorno i guaritori per salvare delle vite, voglio poter vedere i guaritori un giorno dire ''Si, possiamo curarti'' e non veder più giovani o adulti nelle mie condizioni attuali. Spero di non essere stato troppo prolisso e di aver risposto esaustivamente alle sue domande.

Dopo la mia interminabile risposta piena di enfasi ed a tratti impeto dovevo riprendere un attimo fiato. Quasi mi sembrava di averci messo dell'astio velato in quelle parole ma in fin dei conti era vero, erano tutti i maghi a doversi mettere in testa di superare le difficoltà senza nascondere la testa nella sabbia ai primi ostacoli. Quello che ero diventato era il fallimento della comunità magica sotto ogni sua forma. Dov'era il ministero mentre venivo aggredito a scuola? Dov'era la nostra vera forza, la magia, quando dovevo essere curato e non c'erano i mezzi per evitare quello che portavo sul corpo? Ci mascheravamo come una società unita ma la verità era che ognuno pensava solo al proprio mulino, nessuno aiutava nessuno e questa sarebbe stata la vera disfatta dei maghi. Ma il crollo era già iniziato da quando eravamo costretti a nasconderci come ratti e scarafaggi per non farci scoprire. A cosa serviva la segretezza? Di cosa aveva veramente paura la società magica? I maghi non lo avrebbero ammesso mai ma erano solo che inferiori ai comuni mortali che chiamavano babbani, questa ne era la prova.
 
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