Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Bye-bye Ouchies!, Libera.

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view post Posted on 19/6/2020, 11:00
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ℂ𝕒𝕤𝕤𝕚𝕖

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Voglia di dolci.
Non era assolutamente raro da parte della Corvonero, alle volte sembrava che si cibasse solo di quelli. In quel periodo non provava molta fame, ma la voglia di dolci, al contrario, persisteva. In particolare, in una domenica simile, non si sarebbe di certo limitata a gustare quelli della Sala grande. Voleva qualcosa di meno "da pasto", ecco. Caramelle o simili per intendersi. Era stata talmente incauta e affrettata nel prepararsi da dimenticarsi di invitare qualcuno con sé. Sapeva già benissimo che se ne sarebbe pentita non poco camminando sola per High Street in mezzo a tutte quelle persone. Avrebbe sperato di incontrare qualcuno, almeno lì, per non sentirsi sola. In realtà, non era nemmeno sicura di voler fermarsi nel grazioso negozio di dolci per consumare ciò che aveva intenzione di prendere. Avrebbe probabilmente deciso sul momento, nonostante ci avesse pensato più volte mentre si preparava. Come spesso accadeva, sarebbe stata una scelta dell'ultimo minuto, la sua. Era già tanto per lei l'aver deciso come lasciare il Castello. Era più difficile per la bronzo-blu mettersi in ordine con un caldo simile, specialmente perché non poteva di certo lasciare il castello nuda. Aveva quindi deciso di indossare un abito con lo scollo asimmetrico, che sarebbe caduto dritto fino ad una spanna sopra al ginocchio se non fosse stato per una cintura stretta in vita che avrebbe dato un minimo di forma al capo. Il colore del tessuto era una specie di lavanda pallido, mentre la cintura risaltava essendo di un bianco purissimo, quasi freddo.
Mentre camminava, i capelli - morbidamente raccolti in una coda di cavallo dalla quale erano stati volutamente omessi alcuni ciuffi arricciati - ondeggiavano da una spalla all'altra. Era un'immagine vagamente ridicola, in realtà. Se si fosse vista da dietro, si sarebbe di sicuro messa a ridere. Fortunatamente, Cassandra non doveva essere la sua stessa accompagnatrice, si limitava a sopportare sé stessa in quanto proprietaria del proprio corpo e non come personaggio esterno ad esso.
Cassandra iniziò ad osservare il cielo, camminando. Non che avesse molto da fare: la strada, prima di affluire in High Street, non era affollata e la ragazza si trovava praticamente sola, senza nulla a cui badare. Ciò che stava sopra alla sua testa era probabilmente la parte più interessante da fissare. Limpido fino ad una fin troppo lontana per preoccuparsene linea dell'orizzonte, dove invece si potevano contraddistinguere diverse nubi che creavano un tettuccio scuro ben oltre il luogo che la Corvonero avrebbe dovuto raggiungere quel giorno.
Sollevata dalla cosa, sperò che non fosse stata una mossa troppo azzardata quella di non portare con sé un ombrello. Non sopportava la pioggia addosso, più sulla pelle che sui capelli a differenza di quanto fosse solito pensare.
Nonostante ciò, la bronzo-blu poteva ritenersi abituata ad acquazzoni indesiderati, specialmente da quando era iniziata la sua permanenza ad Hogwarts. Non che a Brighton non le fossero mai capitati episodi simili, anzi. La parte più fastidiosa era sentirli arrivare in estate mentre ci si trovava su qualche molo a godersi il paesaggio o in spiaggia. L'unica parte positiva di quei momenti era il forte vento che si alava anticipandoli. Cass amava sentire il vento soffiare forte contro di lei, mentre il suo corpicino rimaneva immobile. In quei momenti apriva le braccia e chiudeva gli occhi, finendo inevitabilmente per sorridere e arrossire. Non arrossiva tanto per il vento, quello estivo non era mai tanto pungente da causarle quell'effetto - a differenza di quello delle restanti stagioni, micidiale per le sue gote particolarmente sensibili. Si trattava proprio della contentezza dovuta al momento, momento relativamente breve a meno che la ragazza non avesse voluto bagnarsi completamente o farsi fulminare. Era sempre costretta a riprendere la via di casa.
Quel giorno sperava di non dover avere la fretta dovuta ad una simile emergenza, o sperava che almeno qualcuno avesse portato con sé un ombrello.
Persone.
Iniziavano ad apparire sporadicamente coppie e gruppetti, che si affollavano man mano che la ragazza proseguiva il suo cammino addentrandosi in High Street. Cassandra aveva iniziato per reazione a stringere le spalle il più possibile, avvicinando al fianco destro col rispettivo braccio la borsa - bianca come la cintura - che aveva portato con sé, per evitare che questa si scontrasse bruscamente con qualcuno dei passanti. Poche persone si ritrovavano - come lei - sole. Cassandra non era di certo stupita dalla cosa.
Era finalmente giunta all'entrata del suo amato negozio. Non si recava lì da quando si era data appuntamento con Martina, qualche tempo prima. Ricordava il vestito verde bottiglia dell'altro in contrasto col rosso della sua chioma.
Quel giorno le due non avrebbero potuto punzecchiarsi a vicenda, purtroppo per Cassandra. Probabilmente, la Tassorosso era la ragazza del Castello con la quale la Hewer preferiva scherzare, per via della sua capacità di tenere il gioco e rispondere prontamente, contrariamente rispetto a quanto probabilmente ci si sarebbe potuti aspettare.
Aprì la porta senza aspettare che nessuno entrasse prima di lei, non quel giorno. La condusse delicatamente prima di esordire con un educato Buongiorno, rivolto verso la sua sinistra dove si trovava la Cassa. Avrebbe però voluto prendersi un po' di tempo per valutare bene cosa acquistare. Non avrebbe speso come l'altra volta, era forse stata un po' eccessiva, ma la fame in quel giorno era stata troppa. Si sarebbe contenuta, malgrado i profumi che aleggiavano nell'aria risultassero fin troppo invitanti per far sì che una golosa come lei si contenesse in qualche modo.
Si perse nel rosa di alcuni scaffali, verso i quali si dirigeva con maggiore attrazione per ovvi motivi. Le iridi celesti passavano incantate fra i dolci sistemati ordinatamente. Era quasi strano trovare il negozio così sistemato, nonostante la probabilmente grande quantità di mocciosi vivaci che entravano nello stesso. Lei stessa si poteva considerare una mocciosa vivace, quando influenzata dagli zuccheri che tanto amava. Terminato il suo giro, si diresse convinta verso la Cassa, convinta di ciò che avrebbe preso. L'unica cosa di cui non era ancora convinta era se fermarsi al piano di sopra per gustare i dolci scelti o portarli con sé altrove e consumarli in un secondo momento, una volta certa di poterli magari condividere con qualcuno. Aveva, per l'ennesima volta, rimandato quella scelta. Probabilmente sarebbe addirittura rimasta impalata all'interno del primo piano per decidere sul da farsi, risultando probabilmente scema. Ci avrebbe pensato dopo.
- Salve salutò ancora prima di iniziare, accompagnando il tutto con un sorriso misto fra l'entusiasta e il gentile - Vorrei una confezione di Caramelle Dreams e una di Fizzy Wizzy, se possibile. Stava per fermarsi quando ricordò di non aver aggiunto la parte migliore Quasi dimenticavo, dello zucchero filato alla fragola, grazie! Amava lo zucchero filato e la fragola, beh, era rosa.
- Non so ancora se mi fermerò qui, ma - nel caso - sarebbe possibile accedere al piano di sopra? Sorrise gentilmente, resasi conto di aver formulato quella domanda in maniera decisamente insolita.
 
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view post Posted on 19/6/2020, 14:03
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Giulia fermò la porta di Mielandia un attimo prima che si richiudesse, dopo che Cassandra Hewer la aveva oltrepassata. Entrò nell'emporio di dolciumi con il solito sguardo entusiasta, le lunghe ciglia che sbattevano ogni qualvolta le iridi smeraldo si spostavano da uno scaffale all'altro. La diciassettenne non era sicura che quella domenica Mielandia avrebbe saputo distogliere la sua attenzione dai mille punti interrogativi che si affollavano nella sua testa, ma aveva deciso di andarci comunque, sperando di poter affogare il suo dubbio stato d'animo nelle zuccherose pietanze della Riddle.
Aveva pensato di mandare Roffignac a spedire qualche invito qua e là, perché sapeva che Mielandia acquistava il doppio del fascino se ci si recava con la compagnia giusta, ma poi si era detta che, forse, non era il caso di percorrere High Street con nessuno dei suoi amici. D'altronde, come sarebbe potuto essere il tragitto? Quanti altri argomenti avrebbero potuto avere, oltre che la battaglia e i mille strascichi dubbiosi che essa aveva trascinato nelle loro vite?
Risoluta a recarsi da sola in High Street, quindi, aveva accartocciato lo stralcio di pergamena e le era anche sembrato che Roffignac, perfida Civetta manipolatrice, avesse riso di sottecchi con quei suoi occhi paglierini. Aveva indossato una canottiera verde acqua e un jeans a sigaretta, ormai incurante della fitta rete di cicatrici che le marchiava le spalle, la nuca e il collo. Il modo in cui aveva deciso di affrontare la sua dimissione dal San Mungo, quella volta, era totalmente diverso dalla volta precedente: non aveva nemmeno tentato di coprire le nuove cicatrici, forte di una rabbia incondizionata - e non, come prima, di una rassegnata tristezza -, e perciò due tagli ormai rimarginati erano ben visibili sulla scapola e sulla guancia destre.
– Buondì! – aveva esclamato, lasciandosi chiudere la porta alle spalle a sua volta. Aveva da poco aderito alle scommesse di Mielandia sui G.U.F.O., alle quali raramente mancava di partecipare - specialmente quell'anno, quando aveva dei punti saldi su cui scommettere con la sicurezza di uno Snaso dei votoni - e sperò di vincere anche quell'anno, un po' perché voleva che le sue quattro scommesse ottenessero dei bei risultati e un po' perché, egoisticamente, si vedeva bene attorniata dai dolcetti.
Si accostò a Cassandra con nonchalance e, quando la ragazza ebbe finito di parlare, si aggregò alle richieste affacciandosi sul bancone. – Io vorrei, umh... quattro Cioccorane al pistacchio, sì – chiese, accennando un sorriso. Il taglio alla guancia destra le tirò lievemente la pelle, così che la nostra dovette mordersi il labbro inferiore. Per distogliere l'attenzione da quel particolare e dalla scarica di pensieri che sarebbe potuta derivarne, la giornalista si rivolse a Cassandra, con la sua solita disinvoltura ingiustificata, visto che non aveva idea di chi la Hewer fosse. – Sono così realistiche come dicono? Le Caramelle Dreams, intendo – specificò, lo sguardo di giada in quello della Corvonero. – Non so se esserne spaventata o affascinata, ecco. Ma forse sono un po' paranoica io, credi? – continuò, storcendo il naso.
Molti degli effetti magici delle pietanze in vendita ad Hogsmeade la incuriosivano a tal punto da non volerle provare, troppo piene di punti interrogativi per essere appetitose. Un po' come le Gelatine Tutti i Gusti + 1, ma con la differenza che le caramelle inventate da Mely - dov'era finita la sua ex-collega Spillata, a proposito? - ti catapultavano in un sogno che non era la realtà. La Swan temeva di rimanerci troppo male una volta finito l'effetto magico delle caramelle e di diventare dipendente dal loro potere.
Tornando a noi, una veloce occhiata alle scale che portavano alla Casa di Marzapane le bastò a ricordare il pomeriggio trascorso con Caroline e una curiosa associazione di pensieri, tra Maridi e rane saltellanti, le rammentò che aveva un'altra cosa da chiedere al bancone. – Buon Merlino, quasi dimenticavo. Potrei avere anche l'album, con le Cioccorane? – domandò. In effetti, Herpo lo Schifido doveva essersi stancato di stare perennemente sul comodino invece che in un adeguato album di figurine e, per questo, la Swan si sentiva anche un po' in colpa.
 
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«Perché, cosa c'è al piano di sopra?» chiese il guardiacaccia, incuriosito dalla domanda che era giunta inavvertitamente alle sue orecchie.
Una studentessa di Corvonero aveva appena rivolto quel dubbio a chi si trovava dietro il bancone, e la curiosità innescata superò qualsiasi imbarazzo dall'introdursi in una discussione altrui. D'altronde, non era molto lontano da loro: stava passando in rassegna i vari scaffali alla ricerca di un prodotto che lo stimolasse.
«Cosa mi consigliate?» chiese alle streghe presenti, notando che si era aggiunta anche Giulia.
Notò le sue cicatrici, ma tutto sommato sembrava di buon umore. Le rivolse un sorriso che lei avrebbe saputo interpretare adeguatamente; la contentezza di vederla, tutto sommato, in salute lo colse in pieno.
Diede un'altra occhiata veloce al listino prezzi.
«Una bottiglia piccola di MonsterJuice Drink! Ve ne va, un bicchiere?» decretò, offrendo la bevanda alle due studentesse.
 
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Di qualsiasi tipo fosse stato il clima nei dintorni, Mielandia avrebbe sempre accolto i suoi clienti come se fuori ci fosse stata una piacevole giornata primaverile: né troppo calda né troppo fredda.
Le farfalle magiche volavano ancora tra gli scaffali del negozio, svolazzando tra le nuvole di profumo zuccheroso che abbracciavano i clienti al loro ingresso, accompagnandoli per la loro intera permanenza.
La proprietaria Sesy Riddle era impegnata a rifornire uno degli scaffali vicini al bancone, in tutta fretta tra l'altro dato che non voleva provocare la formazione di lunghe file al bancone a causa della sua assenza. Ne aveva approfittato quando ad un certo punto aveva notato un minor numero di clienti all'interno del negozio. Nel giro di pochi minuti era riuscita a sistemare tutto, giusto in tempo per l'ingresso di altri clienti.
"Arrivo subito!"
Disse mentre velocemente tornava a raggiungere il bancone, ritrovandosi davanti la studentessa di Corvonero Cassandra Hewer.
"Salve signorina Hewer, mi dica come posso aiutarla."
Il silenzio Sesy ascoltò le richieste dalla ragazza e mentre iniziava a muoversi per prendere i suoi prodotti, vide arrivare accanto alla Corvonero un'altra studentessa, cioè Giulia Swan di Grifondoro.
"Buongiorno signorina Swan!"
La studentessa fu veloce e concisa nelle sue richieste, dunque Sesy recuperò in breve tempo anche le cioccorane richieste, aggiungendo infine anche l'album, come previsto dall'offerta speciale.
Proprio mentre Sesy stava tornando al bancone con tutti i prodotti al seguito, al duo si aggiunse anche il guardiacaccia: che piacevole riunione Hogwartsiana si era creata nel giro di pochi minuti!
"Ciao Alberto, anche tu a fare scorte zuccherose?"
Gli chiese Sesy con un sorriso, dal momento che il ragazzo non era mai stato un grande fan dello zucchero o dei dolci in generale, almeno a giudicare dalla sua presenza da Mielandia: Sesy ricordava bene la maggior parte dei clienti del suo negozio e di sicuro il guardiacaccia non era mai stato uno dei più fidelizzati, anzi avrebbe potuto contare le sue visite sulle dita di una mano sola, se la memoria non l'ingannava. Proprio per questo motivo però fu felice di vederlo lì: era sempre una gioia vedere un viso nuovo che si decideva ad entrare!
"Al piano di sopra troverai la favolosa Casa di Marzapane di Mielandia!"
Rispose lei con un sorriso ampio da venditrice, felice di poter illustrare le caratteristiche della casetta che aveva allestito ormai parecchi anni prima.
"Lì dentro tutto è commestibile: dai muri, ai piatti, ai tavolini..! Di solito la utilizziamo per i nostri eventi, ma è normalmente fruibile dopo un qualsiasi acquisto, quindi se vorrete potrete salire a osservarla proprio adesso!"
La domanda della signorina Hewer ricevette così una risposta. Sesy acciuffò in breve tempo anche la bottiglia piccola richiesta dal guadiacaccia e dopodiché iniziò a riporre tutti gli acquisti all'interno delle apposite buste di carta con il logo di Mielandia.
"Signorina Hewer il suo totale ammonta a 2 Galeoni e 7 Falci!"
Le porse la busta contenente i prodotti desiderati, mentre invece lo zucchero filato alla fragola venne consegnato a mano.
"Signorina Swan, ecco le quattro cioccorane al pistacchio, con album, per un totale di 3 Galeoni!"
Sesy pose all'interno della busta l'album per la raccolta, per poi porgere il tutto alla studentessa.
"Infine ecco a te la MonsterJuice per un totale di 16 Falci!"
Sorrise ad Alberto mentre finiva di riporre la bottiglia piccola dentro la busta e gliela porgeva come aveva fatto con le altre due clienti.




//Alberto se l'acquisto è hai fini del bonus, manca 1 Falci per il raggiungimento di un galeone, dovresti aggiungere qualcosa.

Figurine Giulia Swan da inserire nell'album:
42- Ignatia Wildsmith
49- Dunbar Oglethorpe
23- Uric Testamatta
17- Merwyn il Malvagio
 
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view post Posted on 22/6/2020, 11:19
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Ad accoglierli fu proprio la proprietaria del negozio, che nel giro di pochi minuti servì tutti e tre i clienti avvicinatisi dietro al bancone procurando loro tutto ciò che avevano richiesto. Non solo, ma rispose alla sua domanda circa il mistero del piano superiore del negozio, rivelando ad Alberto un mondo di cui non immaginava l'esistenza. La Casa di Marzapane sopravviveva nella sua mente solo come ricordo di qualche fiaba lettagli da bambino.
«Noooo, ma che figata, Sesy! Ma poi tipo i dolci che si mangiano hanno anche effetti particolari? Deve essere un'esperienza... mistica!» esclamò il guardiacaccia letteralmente in estasi.
Non aspettava altro che una risposta affermativa. Voleva passare un intero pomeriggio in quella casa da sogno a ingozzarsi di dolci dagli effetti allucinogeni che un'ambientazione del genere avrebbe senz'altro amplificato. Un'esperienza imperdibile per un mago curioso come lui.

Nel frattempo, Sesy, recuperata la bottiglia dell'analcolico ordinato, la stava impacchettando per porgerla al cliente.
«Oh, non è necessaria la busta, grazie lo stesso. La consumo qui!» le disse, mentre cominciava a rovistare nel proprio portafoglio per trovare la moneta giusta.
Alla fine, porse un Galeone alla gestrice di Mielandia, senza aspettarsi chiaramente alcun resto, data la differenza irrisoria rispetto al prezzo da pagare.
 
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La Hewer era tanto presa dai dolciumi all'interno dell'amato negozio che quasi non si era accorta di aver rischiato di chiudere in faccia la porta ad una compagna di scuola. Non si era nemmeno voltata inizialmente per riconoscerne i tratti, tant'è che allora non l'aveva minimamente definita come tale, bensì come una semplice "altra cliente". La sentì salutare, iniziando ad associare vagamente la voce della ragazza ad una piuttosto nota, benché non fosse così amica. Non si lasciò distrarre dalla cosa: si era subito fiondata sulle pietanze zuccherate, aveva osservato solo quelle, e il suo pensiero prevalente era restato quello anche mentre si era disposta ordinatamente in coda, aspettando i suo turno. Dall'altra parte del bancone, com'era accaduto la volta prima, la Corvonero aveva riconosciuto la professoressa Riddle. La Responsabile, dopo aver ascoltato la sua studentessa, nonché cliente, si era limitata ad ascoltare attentamente Cassandra per poi dirigersi verso i dolciumi richiesti dalla ragazza. Proprio in quel momento, la giovane che si era addentrata nel negozio poco dopo la bronzo-blu iniziò a parlare, accostandosi a lei con fare tranquillo. Fu lì che la Corva ebbe la possibilità di capire chi fosse. Quando questa si era affiancata a lei per ordinare a sua volta, la Hewer aveva lasciato che gli occhi si spostassero a suo fianco, in direzione della proprietaria di quella voce familiare. Ne riconobbe inizialmente la chioma, folta e di un colore deciso e forte - quel giorno in contrasto col tenue verde acqua indossato dalla stessa. Sebbene non conoscesse più di tanto la proprietaria, la Hewer pensò che quei toni si addicessero alla Grifondoro. La Riddle aveva salutato anche lei naturalmente e si era diretta per recuperare le cioccorane al pistacchio ordinate dalla rosso-oro.
Giulia, così si chiamava la ragazza aveva quindi iniziato a parlare alla Corvonero, probabilmente perché non aveva senso trovarsi lì così e non aprire bocca. Sembrava essersi interessata in particolare ad uno dei dolciumi ordinati dalla bronzo-blu, pietanza zuccherata che - effettivamente - aveva colpito pure lei, e proprio per quello la pallida ragazza aveva deciso di ordinarla. Si trattava di un pacchetto di caramelle dalla proprietà particolare di far calare chiunque le mangiasse in un sogno ad occhi aperti, coinvolgendo tutti i sensi, oltre al gusto.
Cassandra sentì gli occhi della ragazza puntarsi contro i suoi con una certa sicurezza e decise quindi di ricambiare il tutto, accompagnando il gesto con un sorriso gentile, a labbra serrate. - Non le ho mai provate, in realtà. Mantenne il sorriso, costretto ad aprirsi per lasciar fuoriuscire la battuta di rimando alla rossa. Le dita sottili, ancora infantili a giudicare dalla forma delle unghie, si erano intrecciate senza chiudersi all'altezza del petto della Corva. - Però pensavo che fosse interessante provarle, "perché non oggi?" mi sono chiesta... quindi eccomi qui! Ridacchiò un poco. Era strano il fatto che avesse iniziato a parlare in falsetto mimando sé stessa, ma non era una cosa a cui dare particolare importanza. La Swan, però, non aveva tutti i torti ad esserne vagamente intimorita.
- Effettivamente è un po' un azzardo, per questo mi piace molto. Più la tua testa vola fra le nuvole mentre fantastichi, più duro sarà il colpo quando torni a terra, se lo pensi in maniera negativa. Portò la bocca tutta d'un lato, realizzando di non essere stata tanto incoraggiante con quella sua affermazione. Era inoltre probabile che la Grifona non fosse proprio dell'umore giusto per stupidaggini simili. La Hewer lasciò sbadatamente posare gli occhi su una delle sue cicatrici, spostando subito lo sguardo. Evitava di pensarci il più possibile, di giorno, ancor meno ne parlava. Più che altro, non poteva parlare di molto, dato che non ricordava praticamente nulla. Un discorso simile sarebbe stato ad ogni modo troppo amaro e avrebbe rovinato quell'atmosfera zuccherata e gioiosa di quel negozio. - Al contrario, ci si potrebbe però concentrare sulle sensazioni provate nel mentre, senza pensare a quando si tornerà "alla normalità". Basta non pensarci, credo. I suoi lineamenti si fecero meno distanti e lasciarono il posto ad un'espressione più dolce e calda, come per rimediare a quanto detto in precedenza.

In risposta al suo pensiero sulla Casa di Marzapane era giunta una domanda, domanda posta da una voce maschile, più adulta rispetto a quella dei suoi coetanei. Si girò in quella direzione, qualunque essa fosse, per capire di chi si trattasse. Un'altezza media, dei capelli scuri, dei lineamenti noti che la Hewer associò solo in un secondo momento a quelli del Guardiacaccia. La Corvonero non ci aveva mai avuto a che fare in maniera tanto diretta, si era limitata a vederlo sporadicamente fra i territori di Hogwarts. Non avevano mai intrattenuto una vera e propria conversazione e la bronzo-blu sorrise all'idea che forse il tutto sarebbe avvenuto per la prima volta in un negozio di dolci. Cassandra gli avrebbe risposto, ma la professoressa Riddle fu ben più pronta e rapida rispetto a lei. Osservandola, si poteva dire per un qualche motivo che la donna fosse contenta del terzo cliente presentatosi in quel momento. Non era entrato in quel momento, ma evidentemente la ragazza era stata troppo distratta per accorgersi persino di lui. Gli rivolse un sorriso di circostanza per salutarlo educatamente. Mostrando un sorriso alla Grifondoro, aveva inoltre chiesto consiglio alle due, trattandosi probabilmente di un cliente poi non tanto abituale. Non era difficile che i due avessero un rapporto migliore rispetto a quello fra lo stesso e la Hewer, come anticipato in precedenza. Ad ogni modo, la Corva si concentrò per pensare ad una risposta da dare ma fu difficile per lei nominare qualsiasi dolce, non conoscendo assolutamente i gusti di Lestrange. Non sapeva inoltre se dargli del tu o del lei: nonostante fosse giovane, si trattava pur sempre di una carica di Hogwarts. Eppure era sembrato così amichevole sin da subito. Si era divertita in particolar modo sentendo la reazione esageratamente entusiasta del mago. Era strano sentire qualcuno rivolgersi in maniera così amichevole alla professoressa Riddle e la scena aveva lasciato scivolare una risatina alla Corva, la quale cercò subito di soffocare il tutto per non risultare scortese.
Inutile dirlo, ma la Corvonero si era persa nuovamente, risultando troppo lenta. Il Guardiacaccia aveva già ordinato un drink mai assaggiato, offrendolo subito alle due. Cassandra lo guardò un po' scrutandone i lineamenti del volto cercando di essere discreta, probabilmente fallendo, in verità. - Uhm, se non è un problema... accetto volentieri. Prometto di non berne troppo. Sorrise educatamente, evitando di proposito di chiamarlo direttamente.
Nel mentre, recuperò i dolci ordinati, porgendo di rimando i due galeoni e le sette falci dovuti alla proprietaria di Mielandia. Rivolse un'espressione entusiasta al Guardiacaccia, il quale aveva affermato di avere intenzione di fermarsi lì a consumare il drink appena acquistato. - Penso che mi unirò anch'io! Quasi presa dall'eccessiva contentezza, dimenticò di non avere alcun rapporto amichevole col giovane. - Se non disturbo, ovviamente. Lasciò spostare lo sguardo alla sua destra e arrossì un poco. Lei stessa si trovava insopportabile quando risultava così rammollita. Si girò quindi verso Giulia, invitando silenziosamente la Grifondoro ad unirsi.
 
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Giulia allungò i tre Galeoni sul bancone, un sorriso vagamente felice sul volto per aver finalmente rimediato un posto dove mettere le sue figurine. Arrivava un po' in ritardo negli anni, certo, ma si riprometteva di fare a gara con Eleanor a chi ne aveva di più e sperava con tutta sé stessa di vincere, benché sapesse che l'altra aveva un'indole zuccherosa forte quanto la sua.
– Grazie, professoressa Riddle – disse di rimando alla proprietaria di Mielandia, abbozzando un sorriso.
La diciassettenne notò con piacere che Cassandra aveva ben accettato il suo infiltrarsi senza invito nella gita ad Hogsmeade di quel giorno, perciò non si pose alcun problema sul suo fare sbarazzino - diciamocelo, non se lo sarebbe posto ugualmente. Osservò il sorriso della Corvonero, rispondendo ad esso con uno di rimando. – Beh, c'è sempre una prima volta, in fondo – disse. Lei, dal canto suo, era sempre dubbiosa sul provare nuove pietanze da Mielandia, perché non voleva spendere Galeoni per poi scoprire di aver acquistato qualcosa che non le piaceva. Per questo motivo, ogni volta che si recava all'emporio di dolciumi comprava sempre almeno una Cioccorana, per essere sicura di non rimanerci mai male.
Ascoltò le parole di Cassandra, mordendosi il labbro inferiore. Si disse che se lei avesse mangiato una di quelle caramelle in quel momento probabilmente avrebbe preso un urto così terribile da farle rompere almeno un osso; in fondo, però, il ragionamento della Corvonero non era sbagliato per chi non era, al contrario della Swan, cronicamente assillato dai fallaci ricordi della recente battaglia. – Per me, comunque, ci vuole tanto coraggio in entrambi i casi – ammise alla Hewer, stringendosi nelle spalle. Poi, allungò la mano sinistra verso di lei. – Giulia Swan, piacere mio! – si presentò, sorridendo.
Attirata da quella nuova conoscenza, la nostra avrebbe già voluto salire gli scalini per la Casa di Marzapane, memore del pomeriggio che aveva trascorso lì con Caroline e sicura che i dolci contribuissero in un'altissima percentuale a costruire amicizie solide. L'arrivo di Alberto Lestrange la convinse, come una molla che aspetta di essere lasciata andare per saltare verso l'alto. Vederlo, a dire il vero, suscitò delle emozioni abbastanza contrastanti nella mente della nostra, che più volte, dalla sua dimissione, aveva pensato di mandare Roffignac a far visita al Guardiacaccia e alla professoressa Potter. Fu lieta di vedere l'ex-Corvonero in splendida forma: per la seconda volta si erano ritrovati assieme durante una sommossa dei Negromanti, perciò Giulia credeva che Alberto - insieme ad Eustass Hawkins - fosse una specie di protezione che Merlino le aveva concesso, per sopperire alla costante carenza di Cioccorane che il karma, dal canto suo, le aveva appioppato.
– Buondì, Alber... Guardiacaccia Lestrange – si corresse alla svelta, caduta nella trappola di una troppo vecchia abitudine. Erano tanti i suoi ex-compagni di scuola che si erano magati durante quegli altri - alcuni erano addirittura parte della sua più stretta cerchia di amici - ma ancora la giornalista faticava a vederli come adulti, la maggior parte delle volte. Un sorriso spuntò rapido sul suo volto per riparare alla gaffe appena fatta, mentre la nostra ascoltava le parole di Sesy Riddle sulla Casa di Marzapane. – È più o meno il paradiso terrestre – aggiunse, quando la docente finì di parlare. Ora, malgrado i piani di Cassandra Hewer e la MonsterJuice di Alberto Lestrange, la nostra voleva a tutti i costi salire quei gradini.
Un flashback della battaglia le tornò in mente, più vivido del previsto: Alberto che estraeva il coltello, tamponava la ferita e la fasciava, consegnando il corpo a tratti privo di sensi della nostra nelle mani della professoressa Potter. Si disse che quella gita alla Casa di Marzapane, in fondo, era anche un'occasione per ringraziare il Guardiacaccia di ciò che aveva fatto per lei. Aveva contribuito a salvarla da un dolore inimmaginabile e da un possibile aggravarsi della ferita, perciò un ringraziamento sarebbe stato il minimo.
– Non direi mai di no ad un pomeriggio da Mielandia, nossignore! – esclamò, sorridendo. Lo sguardo di giada si spostò su Sesy Riddle, forte del fatto che entrambi i presenti sembravano voler salire al piano di sopra. – Potremmo avere un tavolo per tre al piano di sopra, professoressa? Non si preoccupi di accompagnarci, sono una veterana, ormai – disse, annuendo con una certa fierezza. Se la donna avesse acconsentito, la Swan sarebbe stata la prima a farsi strada su per le scale, assicurandosi di avere accanto Cassandra e Alberto. In particolare, avrebbe fatto in modo di piazzarsi vicino al Guardiacaccia: gli avrebbe lanciato uno sguardo pieno di significato, le iridi verdi nelle sue mentre le labbra color pesca avrebbero sussurrato un "grazie" che lui, memore dell'accaduto di qualche tempo prima, avrebbe sicuramente saputo interpretare.
 
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