Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Can't stop won't stop, Allenamento No.15

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view post Posted on 10/6/2020, 21:33
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ঌ She the Fire


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Mercoledì, quattro del pomeriggio: Auburn stava aspettando i suoi compagni in campo, senza neanche l'ombra dell'intenzione di cedere un po' per via di tutto quello che era successo. La partita appena affrontata, nonostante fosse stata persa, non era certo motivo di abbattimento per la sua Squadra. Chi dei suoi compagni era stato nelle condizioni fisiche di poter giocare aveva dato il massimo, e solo un occhio inesperto avrebbe potuto pensare che non avesse brillato. Lei si era tenuta in disparte, dando ai suoi ragazzi modo di rimettersi in gioco e lasciarsi i macabri avvenimenti alle spalle, almeno per un pomeriggio. Ora, però, era arrivato il momento di darsi nuovamente da fare; ci sarebbe stato più lavoro di prima.
   « Buon pomeriggio a tutti.»
Guardò in faccia i presenti uno per uno, inflessibile nello sguardo.
   « Quello di oggi sarà un allenamento molto impegnativo per alcuni di voi, ma non crediate che non abbia valutato attentamente le vostre condizioni prima di organizzarlo. So bene che ne sarete perfettamente in grado »
Un nuovo sguardo di ricognizione, per valutare quali sguardi stava ricevendo in tutta risposta. Non c'era bisogno di specificarlo: si stava riferendo a chi aveva riportato più o meno gravi invalidità, che tuttavia bisognava trovare un modo di superare. Inoltre, avevano una nuova leva in Squadra: Maeve, seppure splendente di salute come era giusto che fosse alla sua età, aveva tutto il diritto di cominciare la sua avventura con loro pian piano.
   «  Agli altri, rimane la libertà di aggiungere degli esercizi per conto proprio in caso sentissero di non starsi affaticando abbastanza. Flessioni, addominali, gare di plank, tricipiti, squats e chi più ne ha più ne metta, ormai conoscete di tutto perciò mi aspetto che nessuno rimanga con le mani in mano »
Era quasi un avvertimento, ma sapeva che non ci sarebbe stato bisogno di rimarcare oltre: i suoi compagni avevano sempre dimostrato di volersi impegnare, perciò ognuno avrebbe dato il massimo senza che lei dovesse inseguirli.
   « Dunque, ricordate quando vi ho detto che è importante poggiare i piedi in modo che siano paralleli tra loro? Questo influisce sulla salute della vostra schiena e delle vostre ginocchia, oltre che sulla vostra postura. Ma bisogna considerare anche altri fattori, come quanto peso viene caricato su quale parte del piede. Ho appianato e compattato una bella porzione di sabbia del campo, così che potremo usarla per lasciare delle impronte abbastanza nette. C'è un bel rettangolo per ciascuno di voi: adesso voglio che ci camminiate normalmente, percorrendolo in linea retta per tutta la lunghezza, cercando di mettervi su un lato e di lasciare "pulita" una metà di rettangolo, su cui dovrete camminare dopo. Quando sarete giunti dall'altra parte, esamineremo le impronte che avete lasciato: in base a come avrete caricato il peso e a come tendete a mettere i piedi ci accorgeremo di alcune particolarità. »
Li osservò, chiedendosi se fosse stata sufficientemente chiara in quella spiegazione.
   « Seguirò ciascuno di voi individualmente nell'esame delle impronte, quindi quando avete finito di lasciare la vostra scia andate agli anelli Sud e fate stretching finché non viene il vostro turno. »
Detto questo, si sarebbe posizionata lei stessa in prossimità del lato corto del suo rettangolo di sabbia appianata e, postasi alla sinistra, avrebbe iniziato a percorrerne il lato lungo cercando di camminare nella maniera più naturale che le riusciva, stando attenta a non invadere l'altra metà di rettangolo su cui avrebbe camminato più tardi. Quando fosse arrivata dall'altra parte, si sarebbe voltata per cercare di farsi un'idea generale delle impronte che aveva lasciato, avvicinandosi stando bene attenta a camminare al di fuori del rettangolo per non inquinarlo: le pareva che il peso fosse eccessivamente caricato sulla parte anteriore del piede, come se camminasse sulle punte, un difetto di cui era ben consapevole e che non era mai riuscita a correggere del tutto nonostante l'attenzione che metteva nella sua postura. In ogni caso, avrebbe dovuto concentrarsi sui risultati dei compagni: si avvicinò al primo che finì l'esercizio, andando a controllare i suoi risultati.

//Scadenza per postare il vostro ingresso ed eseguire il riscaldamento: domenica 14 giugno alle 23:59.

 
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view post Posted on 11/6/2020, 09:08
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Quel pomeriggio era in programma un allenamento di Quidditch. Il primo dopo la sconfitta nell'amichevole con i Corvonero. L'irlandese non era triste, sapeva che tutti si erano impegnati al massimo e che non si poteva sempre vincere. "Buon pomeriggio, capitano!" disse una volta raggiunto l'ovale, pronta più che mai a dare il massimo. Nonostante fosse quasi estate le condizioni atmosferiche non erano delle migliori. Allenarsi sotto pioggia, vento o neve non era facile ma permetteva ai giocatori di sviluppare una certa resistenza, sempre utile ad affrontare le peggiori condizioni in partita.
Quel giorno si sarebbero concentrati -inizialmente almeno- sulla postura. Essendo cresciuta in un ambiente dove le apparenze contano molto e con un padre che sin da piccola le aveva insegnato le buone maniere e la corretta posizione in cui stare in piedi e seduta, riteneva la sua postura abbastanza buona. Per prima cosa si sarebbe dunque avvicinata al suo rettangolo di sabbia. Avrebbe camminato, senza pensarci troppo, sul lato destro, lasciando così pulito quello sinistro come richiesto dal capitano. Una volta raggiunta l'altra estremità sarebbe uscita dal quadrato e sarebbe tornata in dietro per esaminare le impronte lasciate. Le orme lasciate erano abbastanza composte, equidistanti tra loro e non eccessivamente marcate. La punta dei piedi era però a volte rivolta verso l'esterno e alcune delle impronte del piede destro erano più profonde di quelle del sinistro. Ne dedusse che forse metteva più peso su quel piede -seppur non in continuazione- e pensò che potesse essere un qualcosa legato ai tanti anni di pattinaggio, dopotutto il destro era il piede d'appoggio per la maggior parte delle figure.
Finito di esaminare le impronte ed ascoltato un possibile parere della Gold, si diresse verso gli anelli Sud e cominciò a fare stretching. Collo, braccia, torso, gambe. Se le fosse avanzato tempo prima del suo turno avrebbe fatto una serie di addominali ed una di squats.
 
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Sebbene la partita disputata la Domenica prima fosse stata un'amichevole, sarebbe stata una bugiarda nel dire che non le fosse importato nulla della sconfitta. Dopo tutto quel che era capitato avere a che fare con una sconfitta schiacciante nonostante il forte impegno messo dall'intera squadra, non era stato nulla di positivo. Non importava quanto si potesse dire che si trattasse di una partita amichevole, orgogliosa e competitiva com'era, la sconfitta aveva bruciato più del dovuto. Per quel motivo, per quanto stesse provando a non pensarci ed indossare un sorrido di circostanza per evitare di insospettire troppo il resto della squadra, beh le risultava fin troppo difficile. Raggiunto il campo, avrebbe quindi indossato la divisa della squadra e successivamente recuperata la sua fidata scopa avrebbe fatto si di raggiungere il resto del gruppo.
-Buon pomeriggio.
Salutò gli altri con un movimento della mano. Il fatto che la sconfitta le facesse bruciare le viscere più del dovuto non stava ovviamente a significare che si sarebbe arresa o che peggio avrebbe abbandonato tutto. Non avrebbe ceduto per nessuna ragione al mondo ed anzi, era tutta sua intenzione lavorare ancora più duramente se possibile per migliorare e lavorare su quelle pecche che inevitabilmente dovevano aver contribuito a non essere al pari degli avversari durante la partita. Avrebbe ascoltato attentamente le parole del capitano concentrandosi sulla sua voce e quel che aveva da dire. Annuì sperando di farle intendere che stava ascoltando, e da una parte era anche vero, in parte. Se da una parte ascoltava i suoi discorsi e ciò che avrebbero dovuto fare quel pomeriggio, dall'altro continuava a pensare ed infuriarsi, un po' per la partita, un po' per i disastri provocati al castello ed i suoi abitanti durante quell'ultimo attacco. Sperò che l'allenamento potesse aiutarla a non riflettere troppo, a non soffermarsi eccessivamente al desiderio di afferrare la bacchetta ed usare un qualsiasi incantesimo potesse tornarle utile in quel momento. Anche se in realtà non c'era minimamente bisogno. Ascoltate le direttive di Auburn, senza dire nulla si sarebbe spostata ad appropriarsi di un rettangolo osservandolo con risentimento. Lei odiava camminare. Per il semplice fatto che era estremamente goffa, e possedesse l'abilità speciale di: Inciampare nel nulla. Non era una cosa da tutti, come non era da tutti slogarsi le caviglie indossando scarpe prive di tacchi. Lei ne era ovviamente capace. Sbuffò aria dal naso, quindi, sperando di non fare orripilanti capitomboli sulla sabbia, avrebbe cominciato a camminare all'interno del rettangolo partendo dal lato corto provando ad essere il più naturale possibile, cercando di non focalizzarsi sul fatto che quel che stava facendo sarebbe stato valutato e che doveva immaginare di fare una comune passeggiata, una qualunque. Immedesimata troppo nella comune passeggiata, finì per quasi cadere a metà tragitto portando il piede destro a piegarsi leggermente affondando più nella sabbia quindi cercò di recuperare stabilità allargando le braccia per recuperare equilibrio. Quindi riprese a camminare fino ad uscire dal rettangolo voltandosi per accertarsi di non aver invaso il resto dello spazio che doveva essere lasciato pulito. A quel punto come precedentemente detto si sarebbe spostata verso gli anelli Sud, dove come gli altri, nell'attesa si sarebbe occupata di alcuni esercizi di stretching, basandosi sia su esercizi che si concentravano sulle braccia sia su altri che si basavano sulle gambe o addominali. Nel tempo di attesa avrebbe cercato infatti di fare quanti più esercizi possibili da tre serie minime ciascuno, quindi partendo dagli Squat per potenziare i muscoli delle gambe, agli addominali per appunto l'addome, alle flessioni per le braccia. Avrebbe anche improvvisato una breve corsetta sul posto per aiutarsi con la respirazione, e dei saltelli alternati per sciogliere i muscoli e renderli più scattanti e reattivi.
 
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view post Posted on 11/6/2020, 13:47
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Con la divisa da Quidditch addosso, la Cacciatrice si era girata e rigirata davanti allo specchio, indecisa se prendere parte all'allenamento di quel pomeriggio o meno. Non aveva idea di come esso sarebbe stato impostato, ma si disse che, dopo l'amichevole contro i Corvonero, avrebbe dovuto almeno recarsi all'ovale per salutare i compagni. Era più un dovere morale che l'effettiva voglia di giocare a Quidditch: le era stato sconsigliato dallo stesso Arbitro di Hogwarts e non era sua intenzione salire su alcuna scopa quel giorno. E neanche nei giorni a seguire, finché quel senso di stanchezza e affanno che attanagliava la sue giornate non fosse finito.
– Buongiorno, squadra – salutò i compagni una volta arrivata al Campo, sul volto un sorriso spento. Benché Auburn avesse pensato anche a lei e Julius - quelli della squadra che sembravano aver riportato danni a lungo termine - la nostra non si sentiva affatto tranquilla. Trovarsi al Campo con la consapevolezza di non potersi sforzare troppo e di non poter salire sulla sua Nimbus era una sensazione di impotenza non da poco; non paragonabile a quella provata durante la battaglia, certo, ma pericolosamente vicina.
Annuì lievemente al discorso di Auburn e, conclusa la sua spiegazione, si avviò al rettangolo di sabbia che le spettava. Si riservava comunque di abbandonare l'allenamento qualora si fosse sentita troppo stanca o non avesse ritenuto gli esercizi idonei alla sua condizione. Fino a quel momento, però, si trattava solo di camminare, perciò la nostra iniziò l'esercizio tranquillamente. Era una semplice camminata su una superficie piana, non in salita né in discesa, e la sua andatura doveva essere naturale come quella di ogni giorno: non dovendo correre o salire alcunché, l'affanno e il dolore non la avrebbero sopraffatta. Cercò di camminare lungo il perimetro del rettangolo, dalla parte esterna e senza invadere la sua area, con passi cauti e poco controllati, così da non rendere le impronte troppo artificiali. Se lo avesse fatto, infatti, l'esame successivo sarebbe stato inutile. Se glielo avessero chiesto, la nostra avrebbe solo individuato la leggera tendenza a caricare più peso nella parte esterna della pianta del piede, che la aveva sempre accompagnata per chissà quale motivo.
Concluso l'esercizio, si recò a passi controllati verso gli anelli Sud. Fare esercizi di forza era fuori discussione, certo, ma si dedicò a stretchare con calma il braccio sinistro, perfettamente illeso - quello destro rimase dov'era, ancora impossibilitato nei movimenti -, a tirare i polpacci e i quadricipiti seduta sull'erba e a compiere qualche rotazione della testa. Evitò di muovere braccio, spalla o scapola destra e non coinvolse neanche il busto nei movimenti, per evitare troppi sforzi. Da un lato si sentiva una perfetta idiota, dall'altro preferiva non rischiare un richiamo al San Mungo.
 
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Philip Price
view post Posted on 11/6/2020, 19:11




C'era stata la sconfitta e c'era stato il bisogno di farsi un po' male.
Smettere di parlare per risparmiare quella rabbia, aspettare di trovarsi definitivamente solo per rifilare al comodino un calcio di pura violenza. Spostare il dolore, abbassarlo su un piano strettamente fisico e fingere di stare meglio. Aveva sfiorato il paradosso nel sentire le proprie orecchie, calde come due braciole di maiale; era arrivato alla sera senza perdersi in convenevoli, sforzandosi inutilmente di chiudere gli occhi su una giornata che avrebbe rivisto nei minimi dettagli, sotto la forma umida ed inarrivabile della schiena di Joceline Klein.
Tutta la notte.

Quando raggiunse i compagni per l'allenamento, era rimasta solo l'onta della vergogna. Due cenni del capo molto vaghi ed un sorriso tirato per il capitano Gold, mettendosi all'ascolto senza attirare troppi riflettori addosso. Avrebbe evitato come la peste di scendere nei particolari, snocciolare quell'errore di passaggio e quell'inutile rincorsa sulla cacciatrice. Voleva dimenticare, sostituire quei ricordi con qualcosa di nuovo, zittire la coscienza nella distruzione muscolare. Indugiò in un cielo che prometteva la guerra, finché non ricevette il comando di darsi da fare: si sarebbe posizionato a ridosso del lato corto del rettangolo di sabbia assegnatoli da Auburn, ritrovando in quell'esercizio un rimbrotto del proprio capitano vecchio di qualche allenamento: "Non correre sulle punte!".
Vinse la paranoia, quella sciocca sensazione di colpevolezza che in un modo o nell'altro lo indusse a credere che quella prova fosse una specie di frustata personalizzata. Rivolta a tutti e a lui in particolare.
Dalla sinistra del perimetro, avrebbe iniziato a percorrerne il lato lungo a polmoni svuotati, tentando di calmare le percezioni esterne nel tentativo di muoversi come avrebbe fatto senza pensarci troppo su. Dritto, spensierato, giungendo dall'altra parte con la curiosità di voler tirare per primo le somme sul proprio operato, indagare e convincersi di aver calpestato bene, senza errori di pressione. Mantenne quel trend al di fuori del rettangolo, concludendo il tutto troppo velocemente; voltandosi, avrebbe preso coscienza di quelle pedate finali troppo emotive, sporcate della precisione che fino a quel punto l'aveva condotto, segni evidenti d'impazienza e di uno stato interiore non propriamente in linea con il livello di un mare piatto e navigabile.
Si distanziò a capo chino, cercando il proprio spazio per condurre le prime rotazioni del busto a gambe larghe, il rilassamento del collo e dei muscoli cervicali, braccia tese e busto flesso con la volontà di allungarsi, risvegliare le fibre nervose e scaldare tutto il corpo in uno stretching molto silenzioso, avendo cura perfino dei propri respiri.
 
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view post Posted on 12/6/2020, 19:13
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Quel pomeriggio ci sarebbe stato il mio primo vero allenamento. Il precedente era servito come allenamento per la squadra, ma per era stata la selezione. Quel pomeriggio ci sarebbe stato il mio primo vero allenamento.
Indossai la divisa e uscii sotto la pioggia diretta al campo. Sarebbe stata una bella prova allenarci sotto quell'acquazzone, ma non mi avrebbe certo fermata dall'impegnarmi al massimo.
Arrivai al campo e raggiunsi i miei compagni e il nostro capitano.
"Buongiorno!" salutai con un sorriso.
Ascoltai le spiegazioni di Auburn. Che camminare in modo corretto fosse importante era una lezione che i miei genitori avevano fatto in modo di insegnare a me e ai miei fratelli. Piedi paralleli e peso ben distribuito e tante, tante, tantissime passeggiate su e giù per il corridoio di casa facendo attenzione a far coincidere i piedi con le mattonelle e tenerli dritti. Ne avevamo tirato fuori un gioco, da piccoli, che avevamo anche ben presto abbandonato.
Mi diressi verso il rettangolo destinato a me e camminai cercando di non pensare a ciò che stavo facendo, come se fosse la più naturale delle passeggiate. Feci attenzione a mantenermi sempre sulla metà destra del rettangolo in modo da lasciare libera l'altra metà come aveva indicato Auburn. Una volta arrivata in fondo, mi voltai per dare un'occhiata accorgendomi di quello che sapevo già essere un mio difetto: tendevo ad appoggiarmi di più sulla parte esteriore del piede e infatti, nonostante le impronte fossero dritte e parallele, la parte esterna era più profonda rispetto a quella interna, anche se di poco. Feci una leggera smorfia e poi mi diressi agli anelli Sud raggiungendo chi già aveva finito di lasciare le sue impronte.
Iniziai il riscaldamento con dello stretching, sia per le gambe che per braccia, spalle e collo facendo attenzione ad allungare bene ogni muscolo. Finito lo stretching sarei passata a degli esercizi di potenziamento dei muscoli facendo tre serie di flessioni, tre di squats e tre di addominali. Se mi fosse rimasto del tempo, avrei sciolto ulteriormente i muscoli delle gambe alternando corsa sul posto, skip basso, prestando attenzione a che il movimento dei piedi fosse veloce, e skip alto portando velocemente le ginocchia verso il petto.
 
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view post Posted on 13/6/2020, 12:56
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Le giornate sembrano non finire mai e il tempo non vuole aiutare la cosa rimanendo sempre nuvolo e grigio. Dopo le lezioni mi dirigo verso il campo da quidditch per affrontare l'allenamento solito con il resto della squadra. Ultimamente il mio umore è sempre più basso per vari motivi lasciandomi spesso sotto tono a guardare il nulla pensando a chissà cosa, alle volte neanche io so a cosa sto pensando. Tutto diventa mano a mano di routine e nulla sembra essere entusiasmante e speciale come un tempo, come se il velo grigio della monotonia oscuri ogni cosa. Arrivato sul campo saluto con un cenno della mano i miei compagni e capitano per poi mettermi a seguire le spiegazioni di quest'ultimo. Un esercizio relativo alla postura, di mio posso vantare una buona postura per la mia passione nel muovermi nella danza ma chissà dove vuole andare a parare Auburn. Quando arriva il mio turno di camminare sulla sabbia cerco di muovermi seguendo quello che è il mio naturale camminare. Un passo leggero che posa prima il tacco e poi il resto del piede a terra come un foglio che viene lasciato cadere a terra. Il peso viene trasferito velocemente verso le punte dei piedi, fulcro dei movimenti molleggiati per il ballo. Entrambi i piedi si muovono abbastanza vicini tra loro ma senza camminare su una linea comune. Una volta finita la camminata posso notare come effettivamente ho lasciato un impronta decisamente marcata verso le punte dei piedi rimanendo abbastanza equo fra interno e esterno del piede. Finito li mi dirigo nella zona di chi ha fatto la prova per fare dello stretching. Un pò di allungamento per le gambe, poi le braccia e infine qualche leggero esercizio di riscaldamento come degli skip sul posto. Alla fine di tutto si attende il verdetto del capitano con conseguente esercizio successivo.
 
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L'organizzazione delle giornate stava diventando una routine date le mie condizioni e le necessità della mia persona. Per arrivare al campo da Quidditch in orario dovetti partire molto tempo prima ed anche li rischiavo di fare tardi se non di arrivare veramente al limite dell'appuntamento. Con passi molto lenti e faticosi avrei raggiunto il campo facendomi supportare di tanto in tanto da qualche compagno di passaggio. Purtroppo le perdite di equilibrio e conseguenti cadute erano divenute una costante e quasi mi ci ero abituato a dover far i conti con le imminenti cadute, questo mi aveva insegnato a portare il peso del busto in avanti quando camminavo tenendo sempre le braccia semi piegate e mai nelle tasche così che potessero fermare la caduta ed evitare conseguenti danni. Arrivato al campo mi riunii con il resto della squadra ascoltando con affanno e fatica la spiegazione, neanche avevamo iniziato e già io ero praticamente stremato solo per aver raggiunto il campo. Auburn spiegò quello che sarebbe stato il primo esercizio, principalmente preoccuparsi della propria postura, mi sentii quasi preso in giro dalla situazione, come se uno storpio potesse camminare davvero correttamente, che diamine di senso aveva per me fare una cosa del genere? Essere di intrattenimento? Fare da esempio per il livello più basso possibile in quel senso? Aspettai il mio turno cercando di riprendermi dalla stanchezza. Una volta chiamato a camminare sulla sabbia raggiunsi lentamente il bordo che separava il prato dalla sabbia. Presi qualche istante di respiri profondi cercando di ottenere qualche risorsa in più, qualche energia residua che probabilmente non avevo. Mi incamminai sulla distesa di sabbia cercando di fare attenzione come mio solito al mio equilibrio ma cercando di non essere lento come al solito. Ironia della sorte questo si tramutò in un paio di cadute a terra sulla sabbia che era assai più morbida di altre superfici. Ogni volta mi ritirai su in piedi continuando fino a raggiungere la fine. Non mi fermai a guardare il risultato ne tanto meno aspettai il responso di Auburn, sarebbe stato solo una zuccherata menzogna o una amara verità quindi non avrei perso altro tempo e mi sarei recato a svolgere lo stretching insieme agli altri. Raggiunta la parte su del campo con molta lentezza ed attenzione constatai nuovamente una forte fatica e prima di iniziare effettivamente gli esercizi dovetti prendere qualche istante per riprendere il respiro sedendomi pesantemente a terra. Una volta ripresomi, o quasi, mi sarei cimentato in allungamenti di gambe e braccia rimanendo a terra. Una volta terminati questi mi sarei girato prono a terra iniziando a compiere qualche piegamento. Non potei eseguirne molti prima di ritrovarmi sfinito. Al termine di quel riscaldamento rimasi a terra ansante cercando di riprendermi quando era evidente che ero devastato da appena qualche minuto di allenamento. Una volta ripreso fiato mi tirai su in piedi cercando di raggiungere gli altri ma non prima di effettuare nuovamente una caduta sul prato per la stanchezza e l'instabilità del mio corpo.
 
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view post Posted on 20/6/2020, 20:33
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Quando il primo "esercizio" fu eseguito da tutti, Auburn si avvicinò a ciascuno dei suoi compagni per osservare i risultati del test e formulare il da farsi in maniera personalizzata per ciascuno di loro. Il cielo prometteva di aprirsi in una pioggia inclemente di lì a breve, quindi avrebbero dovuto sbrigarsi se voleva utilizzare la parte di rettangoli che aveva fatto tenere "pulita".
Cominciò da Anahí, avvicinandosi a lei e alle sue impronte per studiarle attentamente, appurando come i suoi passi fossero piuttosto leggeri ed equilibrati.
   «  Bene, la postura è regolare, si nota una certa preparazione. Tuttavia, forse carichi un po' più di peso sulla destra... è perfettamente normale avere un lato più potente dell'altro, solitamente il lato più forte è anche quello meno flessibile. Per te, quindi, piegamenti a una gamba: è come fare gli squats, ma la gamba destra rimarrà tesa in avanti e il piede non poggerà a terra. Quattro serie da dieci ripetizioni, poi stretching su entrambe le gambe. Le prossime volte che faremo esercizi muscolari cerca di aggiungere qualche ripetizione alla gamba sinistra, allo stesso tempo credo che ti gioverebbe dedicare un po' di attenzione extra allo stretching della gamba destra. Inoltre, qualche volta sembri puntare i piedi verso l'esterno: è un atteggiamento appena accennato, ma a lungo andare potrebbe arrecarti dei fastidi soprattutto alle ginocchia. Quando cammini, nella vita di tutti i giorni, cerca di farci caso e di posizionare i piedi in modo che siano ben paralleli; non essendo un problema marcato credo sia solo questione di correggere l'abitudine. Potresti anche provare a rinforzare i muscoli interni della gamba, quindi ti direi di aggiungere un paio di serie di slanci laterali delle gambe, venti ripetizioni ciascuna. »
Lasciata Anahí si diresse da Nora, notando come a metà percorso ci fosse un po' di disordine sulla sabbia.
   « Non mi sembra che ci siano scompensi tra una gamba e l'altra, forse però potresti lavorare sulla regolarità della camminata: non vogliamo niente di rigido, ci mancherebbe, però una buona andatura composta si riflette sul benessere di tutto il resto del corpo. Prova a camminare con un paio libri sulla testa, cercando di trovare l'equilibrio giusto per non farli cadere. Comincia piano, poi quando sentirai di avere preso confidenza potrai andare a passo normale, o aggiungere un libro alla pila.»
Le porse un paio dei libri che aveva acquistato al Ghirigoro tempo prima, e che aveva letto durante i suoi ultimi turni ai cancelli.
   «  In generale, prova a pensare di essere appesa a un filo invisibile, che ti avvolge saldamente dal bacino: tutto il tuo corpo deve essere sostenuto, e i muscoli del busto (soprattutto dell'addome) giocano un ruolo essenziale, non è solo un gioco di gambe. Cerca di sfruttarli immaginando di avere questo sostegno all'altezza del bacino »
Le spiegò, facendosi scorrere gli indici sull'inguine come a disegnare una fascia che la acchiappava a mo' di mutandina. Finita quella spiegazione passò a Giulia, le cui impronte si mostravano più marcate sull'esterno. Grazie a una breve occhiata al rettangolo di Maeve, che era accanto al suo, si accorse che anche la nuova recluta sembrava presentare lo stesso atteggiamento, così decise di dare a entrambe gli stessi esercizi.
   « Ragazze, entrambe sembrate caricare un po' più di peso sul dorso esterno del piede, avete cioè quello che si dice il "piede supinato". Correggere questo atteggiamento è difficile, ma assolutamente fattibile con un po' di costanza e pazienza. Innanzitutto vi direi di rinforzare i muscoli interni della gamba, quindi cominciate da due serie di slanci laterali delle gambe, da dieci ripetizioni per gamba. In realtà non vorrei che facciate dei veri e propri "slanci", sarebbe meglio eseguire l'esercizio lentamente, sollevando la gamba pian piano e allenando la resistenza dell'adduttore, tenendola sollevata qualche secondo una volta raggiunta la massima estensione. Se alla fine ve la sentite, aggiungete un'altra serie. Finito il rinforzo muscolare, fate dieci minuti di camminata controllata: passi lentissimi, concentrandovi su come poggiate il piede e facendo attenzione a distribuire il peso equamente. Poggiate prima il tallone  e poi fate aderire tutto il resto del piede fino alle punte, costringendolo a non inclinarsi su un lato. Se vi accorgete di stare inclinando, rallentate ancora di più! Per tutti i dieci minuti è essenziale che i vostri passi siano del tutto corretti.»
Finito con le ragazze, si rivolse alla coppia Nathan-Philip perché anche le loro orme sembravano simili.
   « Ragazzi, voi sembrate messi abbastanza bene, non c'è molto da correggere. Il fatto che carichiate più peso sulle punte è sinonimo di agilità e dinamismo, vi fa spendere più energie quindi in un certo senso "vi allena", ed è molto meno dannoso rispetto a caricare il peso tutto sul tallone. L'equilibrio è comunque la cosa migliore, quindi dovreste cercare almeno di limitare questo atteggiamento, iniziando dal fare molta attenzione a non mandare indietro il sedere, non inarcare la schiena e non inclinarvi in avanti con il busto nemmeno mentre correte. Per quanto riguarda quello che potete fare adesso, partendo dalla posizione del ponte, camminate all'indietro a quattro zampe, senza toccare terra con il sedere, per cinque minuti. Dopodiché fate dieci minuti di camminata a pinguino, cioè poggiando solo i talloni e tenendo le punte bene in alto: qui potete farlo grazie al terreno sabbioso che ammortizzerà gli urti, ma non ripete questo esercizio su suolo duro. Una cosa che potreste fare fuori dal campo è poggiare dei sacchetti un po' pesanti, ad esempio di biglie o sabbia, sulla punta del piede e camminare senza farli cadere. Per oggi, comunque, dopo aver fatto gli esercizi allungate bene i muscoli delle gambe posteriori, che sono quelli meno utilizzati da chi tende a camminare sulle punte.»
Finito anche con loro, si rivolse infine a Julius che era caduto più volte durante una semplice camminata. Il suo corpo non era più lo stesso da quando il castello era stato attaccato, e bisognava trovare una soluzione al più presto.
   « Julius, così non puoi andare avanti. Nel Quidditch puoi librari in aria e dimenticarti per un po' di questa condizione, ma nella vita di tutti i giorni? Devi trovare un modo per riprenderti una condizione di normalità. Mi sembra che la gamba sinistra sia quella più debole, quindi cominceremo dal lavorare su quella, rinforzandone il più possibile la muscolatura. Utilizzerai la scopa come ausilio, tenendola in aria e appoggiandotici con la mano destra (anche con tutto l'avambraccio, se ti fa sentire più sicuro, oppure mettendoti il manico sotto l'ascella) per mantenere una stabilità: in pratica dovrai guidarla da terra, mentre tu cammini e fai sì che una parte del tuo peso venga sostenuto da lei. Il resto del peso, cerca di spostarlo il più possibile sulla sinistra, appoggiando il piede destro solo quel minimo indispensabile per arrivare all'altro passo, insomma zoppica forzatamente ma dalla parte opposta a quella che di solito di dà problemi. Limitati a questo esercizio per oggi, cercheremo di riequilibrare la situazione gradualmente: sarà un percorso lungo mesi. Sono certa, però, che otterrai dei risultati che ne varranno la pena.»
Terminata la spiegazione di quello che doveva fare Julius, si rivolse a tutta la Squadra per dare le ultime disposizioni di quella parte di allenamento:
   «  Una volta che tutti avrete finito i vostri esercizi personalizzati, utilizzate la parte pulita del vostro rettangolo per ripetere la camminata. Alla fine esaminate le vostre orme, confrontatele con quelle che avete lasciato precedentemente e scoprite se già siete riusciti a migliorare qualcosina con solo questo allenamento. Naturalmente l'ideale è che facciate caso a tutte queste piccole correzioni nella vita di tutti i giorni, sfruttando ogni occasione possibile per migliorare la vostra postura, perché è un percorso lungo e composto da ogni movimento della vostra vita. Camminare scalzi, soprattutto sulla sabbia o sull'erba, potrebbe aiutarvi molto! La vostra postura generale si riflette anche su quella che avete durante il volo, oltre che sulla vostra salute, quindi non sottovalutatela.»
Finito di parlare, si dedicò agli stessi esercizi che aveva dato a Nathan e Philip, in quanto anche lei era nella loro stessa condizione. Cominciò dalla camminata "a granchio", mettendosi a ponte e poi cominciando a camminare con la schiena rivolta al suolo e stando bene attenta a tenere il sedere ben sollevato. Trascorsi i cinque minuti che aveva chiesto, si mise in piedi per eseguire dieci minuti di camminata a pinguino, talloneggiando in giro senza mai poggiare le punte dei piedi per terra. Quegli esercizi erano i più ridicoli tra tutti quelli che aveva assegnato, quindi in un certo senso ben le stava che fossero toccati anche a lei. Finiti i dieci minuti da pinguino, si dedicò a un po' di stretching toccandosi le punte dei piedi per qualche minuto e poi camminò sul pezzo pulito del suo rettangolo, notando solo un minuscolo, impercettibile miglioramento nello sprofondare della sua parte anteriore di piede. Avrebbe dovuto lavorarci molto più attentamente, sforzandosi di prestarci attenzione nella quotidianità.

//Scadenza per eseguire il prossimo esercizio: martedì 23 giugno alle 23:59.
 
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view post Posted on 21/6/2020, 22:51
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Giulia ascoltò le parole di Auburn, annuendo di tanto in tanto per mostrarle di aver capito. Non aveva mai fatto troppo caso o dato troppo peso al particolare della sua postura che riguardava la sua camminata, ma prese quell'allenamento come un ottimo modo per iniziare a farlo. Quindi, iniziò la serie di slanci che Auburn le aveva consigliato, con molta cautela. Come la Gold aveva puntualizzato, non si trattava di veri e proprio slanci, ma di esercizi controllati e lenti, mirati al rafforzamento del muscolo. Avrebbe eseguito due serie da dieci ripetizioni, prima con la gamba sinistra e poi con la destra. Se non avesse sentito dolori o affaticamento, avrebbe proseguito con una terza serie per entrambe le gambe, sempre stando attenta a non farsi male. Quindi, avrebbe iniziato i suoi dieci minuti di camminata controllata, procedendo con andatura lenta per fare quanta più attenzione possibile a correggere il difetto che aveva precedentemente notato. Avrebbe cercato di poggiare sul suolo il tallone e poi, gradualmente, il resto della pianta del piede, distribuendo il peso in maniera uniforme.
Avrebbe poi ripreso la sua camminata sul perimetro del rettangolo, questa volta dalla parte interna, tenendo conto delle correzioni apportate durante la camminata precedente: sarebbe stata attenta a posizionare il peso ugualmente su tutta la pianta del piede e a non contaminare le impronte esterne al rettangolo, così da poterle confrontare con quelle nuove e individuare eventuali differenze.
Mettendole a paragone, in effetti, sarebbe riuscita a individuare un leggero miglioramento nella distribuzione del peso, sebbene credesse di doverci ancora lavorare sopra.
 
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Philip Price
view post Posted on 21/6/2020, 23:28




Si mise in ascolto, sintetizzando le parole di Auburn in un cauto ottimismo, due andature nuove con cui intrattenersi ed allungamenti muscolari a chiusura. Nessun rimbrotto, nessun errore particolarmente evidente, una reazione per cui si sentì in vena di sorriderle apertamente; cercò gli occhi di Nathan per riflesso prima di fare un punto mentale sulle camminate in cui cimentarsi.
Flettè le ginocchia in uno schiocco articolare, lasciandosi andare all'indietro per trovare l'appoggio a palmi spalancati contro il terreno. Cosce irrigidite e bicipiti contratti, mantenendo sollevata l'intera struttura muscolare sui pilastri di braccia e gambe, un ponte in movimento per cinque minuti di retromarcia e pensieri sconvenienti. Si chiese cos'avrebbe pensato un tizio qualunque dagli spalti, a vedere l'intera squadra di Grifondoro cimentarsi in strane pose sotto il fulgido esempio del capitano stesso; fu solo grazie alla prova contemporanea di Auburn Gold che i successivi dieci minuti di camminata a pinguino trascorsero con un crescendo d'autostima, sentendosi sempre meno sciocco e più motivato. Avrebbe talloneggiato stando bene attento a non poggiare le punte delle scarpe, rubando al capitano scorci istintivi dei suoi movimenti. Si aiutò con le braccia per crearsi il giusto equilibrio in transito, fino al termine della "passeggiata" in favore dell'ultima fase, lo stretching focalizzato sugli arti inferiori. A braccia stese e gambe unite, avrebbe curvato in avanti la schiena al fine di sfiorarsi i piedi mantenendo rigide le ginocchia. Percepí il calore nei polpacci, mantenendo la posizione in allungo quanto più possibile, fino a che l'afflusso di sangue alla testa non lo costrinse a cedere.
 
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view post Posted on 22/6/2020, 19:17
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Quando Auburn chiamò me e Giulia per controllare le impronte seguii la mia compagna verso i nostri rettangoli. Mentre il Capitano parlava ascoltai molto attentamente annuendole di tanto in tanto memorizzando tutte le sue indicazioni. Tornai verso gli anelli e iniziai a fare gli "slanci" che la Gold aveva illustrato. Sarei stata attenta a fare il movimento lentamente, a mantenere la gamba alzata per qualche secondo una volta arrivata all'altezza massima e poi l'avrei riabbassata sempre lentamente. Avrei svolto dieci ripetizioni e poi sarei passata alla gamba sinistra ripetendo gli stessi movimenti. Avrei eseguito questo esercizio altre due volte in modo da realizzare tre serie da dieci per ogni gamba.
Non appena finii mi dedicai ai dieci minuti di camminata. Iniziai a camminare lungo il perimetro del campo facendo i passi molto lentamente e facendo attenzione a posizionare bene il piede per terra: prima il tallone, poi la pianta facendo aderire bene tutto il piede e per finire la punta. Avrei fatto particolarmente attenzione a che i piedi non si inclinassero verso l'esterno e che invece aderissero bene al terreno.
Una volta trascorsi i dieci minuti, tornati al mio rettangolo e lo percorsi nuovamente nello spazio rimasto libero facendo attenzione alle correzioni fatte durante l'ultimo esercizio. Quando arrivai al lato opposto mi voltai per osservare le due serie a confronto e potei notare un seppur leggero miglioramento.
 
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view post Posted on 23/6/2020, 12:58
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Terminato l'esercizio, voltandosi in direzione della sabbia aveva notato come fosse tutto in disordine. Corrucciò lo sguardo come a mo di rimprovero verso i propri piedi incrociando le braccia, non la si poteva dire una principessina. Sembrava che su quella sabbia ci avesse camminato un ubriaco tra poco. All'arrivo di Auburn automaticamente drizzò la schiena cercando di apparire più composta e guadagnare una posizione più adatta appunto che apparisse più naturale e meno goffa e poco stabile. Ascoltò le sue parole cercando di figurarsi quel che voleva dire, annuendo di tanto in tanto per darle segno di aver capito cosa stesse cercando di dire, quindi prese i libri che le prestò il capitano e li guardò sospirando.
-Ah ok. Capito cosa intendi. Ce la posso fare.
Commentò infine seguendo con la coda dell'occhio le dita della più grande a spiegare in che modo fosse composta l'imbracatura immaginaria. Una volta che questa si fosse allontanata quindi immaginò di essere sostenuta da alcuni fili appunto che avvolgendola avrebbero cercato di correggere la sua postura. Ripensando a quanto detto da Auburn avrebbe quindi cercato di immaginare come questi fili avrebbero potuto aiutarla a correggersi, quindi cercò di allineare bacino e spalle, drizzando piano la schiena vertebra dopo vertebra provando a fare qualche passo in quella posizione leggermente forzata. Immaginò che i fili spingessero la sua struttura a migliorare e quindi raddrizzarsi, andando ad emulare quella che secondo lei era la posa più corretta. A quel punto poggiò con attenzione i libri sopra la propria testa osservando dritto davanti a se con lo sguardo fisso su un punto poco lontano mentre sciogliendo le palle allargava leggermente le braccia cercando di ottenere il corretto equilibrio sperando di non fare disastri. Avrebbe cominciato piano a camminare con i libri in testa, un passo dietro l'altro provando ad effettuare i passi con decisione ma lentamente così da potersi abituare alla nuova postura ed al problema dei libri. Ogni volta che avesse sentito i tomi rischiare di cadere, si sarebbe fermata provando a recuperare i libri prima che questi crollassero a terra, quindi ricominciava da capo. Man mano provava ad aumentare la velocità facendo attenzione a mantenere l'equilibrio per muoversi senza farli cadere al suolo cercando di ottenere sempre più confidenza con quel genere di tragitto e camminata. Avrebbe fatto attenzione a fare comunque caso mentalmente al filo invisibile che immaginava fosse legata a se sostenendo il suo corpo, i muscoli del busto contratti e costantemente attivi per mantenere la postura e continuare a trattenere l'equilibrio lasciando che anche i muscoli delle gambe facessero il loro lavoro sostenendo la figura precaria. Avrebbe ripetuto l'esercizio finchè lei, i libri ed il filo invisibile mentale non fossero diventati un tutt'uno permettendole di camminare con fare più deciso e svelto, con l'aggiunta di un libro in più sopra la testa ed una postura molto più equilibrata rispetto alla precedente, spalle rilassate, gambe ben stese, schiena eretta e viso rivolto in avanti, i piedi che poggiavano ora con più decisione e delicatezza, le caviglie che accompagnavano delicate quel movimento.
 
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view post Posted on 23/6/2020, 13:17
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Ascolto le parole di Auburn, dalla sua osservazione non esce nulla che non conosco già ma il resto della sua spiegazione mi da un idea particolarmente chiara su come poter sfruttare al meglio la cosa. L'esercizio aiuta e rende perfetti no? Qualche esercizio in più sull'equilibrio e il movimento di certo non mi farebbe male. Gli esercizi da fare sono semplici ma comunque intensi per la loro durata. Io e Philip portiamo lo stesso andamento il che ci vede compagni di esercizi a questo punto Allora vediamo chi è più veloce? dico verso il compagno mentre mi piego a terra così da sdraiarmi successivamente sulla schiena. Da quella posizione poggio le mani sopra le spalle con i palmi rivolti verso il terreno, le gambe portano i piedi a piegare le gambe così da poggiarsi poco sotto i glutei. Da li un bel colpo di reni e su in posizione del ponte. A quel punto mi muovo facendo attenzione a spostare una mano e un piede alla volta. Piede destro e mano sinistra, mano destra e piede sinistro. Continuo così per un pò aspettando lo scadere dei cinque minuti. Terminato l'esercizio mi sposto sulla sabbia così da eseguire la camminata da pinguino. Sulla sabbia mi predispongo per posare i piedi sui talloni, come se volessi fare delle buche nella stessa. Le punte dei piedi spingono verso l'alto come se la sabbia è bollente e quindi devo salvare le dita dei piedi. Ogni passo deve essere ben piazzato o rischio di cadere in un nonnulla. Con le braccia larghe cerco di equilibrare ogni passo avanzando sulla sabbia. Con un pò di fatica e concentrazione continuo a eseguire l'esercizio per quei interminabili dieci minuti. Finito il tutto mi fermo a allungare un pò i muscoli delle gambe facendo dello stretching a terra. Dopo essermi assicurato di aver allungato per benino i muscoli delle gambe mi rialzo e raggiungo gli altri per seguire il prossimo esercizio di quel giorno.
 
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view post Posted on 23/6/2020, 21:06
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Quando sentii Auburn parlarmi a quel modo non potei trattenere una smorfia di dissenso, ma lei cosa diavolo ne poteva sapere di me o della mia condizione? Farebbe meglio a farsi gli affari suoi piuttosto che commentare il mio stato. Se proprio le davo così tanto fastidio alla vista le bastava buttarmi fuori dalla squadra, non aveva di certo bisogno di ricordarmi di essere storpio. Rimasi ad ascoltare passivo la sua spiegazione e cosa avrei dovuto fare dopo quell'osservazione sulla mia ''prestazione''. Il discorso alla fine verteva su un punto che mi lasciò stupefatto facendo rilassare il mio volto in uno sguardo stupito e stanco. Era la prima effettiva persona a dirmi parole di incoraggiamento. Rivalutai la figura del capitano in pochissimi istanti mentre quella di altri scendeva sempre di più vicino alla lordura del genere umano. Avevo appreso cosa dovessi fare nello specifico, utilizzare la scopa come appoggio per deambulare e sforzare la gamba inferma. Avrei quindi recuperato con estrema calma e lentezza la mia scopa. Una volta presa mi sarei posizionato come richiesto portandola parallela al terreno ma posta sotto l'ascella destra così che facesse da contrasto al peso. Una volta fatto ciò avrei dovuto affidarmi alla forza rimastami in corpo per sfruttare i muscoli di petto, addome e gamba sinistra per muovermi. Ogni passo sarebbe stato scandito da grande fatica ed instabilità ma grazie alla scopa non vi erano cadute di conseguenza. Dovevo fare particolare forza sul lato destro che si appoggiava alla scopa ma al contempo sforzavo al meglio delle mie possibilità la gamba sinistra a reagire allo stimolo ed al peso del mio corpo. Con pause frequenti e con molta attenzione completai l'esercizio andando a riporre la scopa e raggiungendo il resto del gruppo avrei atteso nuovi ordini dal capitano.
 
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29 replies since 10/6/2020, 21:33   531 views
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