| Fu contenta di vedere Joseline raggiungerli, anche se loro avevano già iniziato un riscaldamento. Il suo, a ragion del vero, era un riscaldamento alquanto blando dal momento che il suo fisico non rispondeva agli sforzi come era stato abituato a fare, anzi non rispondeva proprio, subiva e basta. Agnes mal tollerava questa sua condizione, ma aveva messo su una maschera di finzione che servisse perlomeno a non far impensierire chi era accanto a lei, Jasmine per prima. Era stata lei infatti ad andarla a riprendere in Infermeria ed era ben a conoscenza degli attuali limiti della cercatrice, ma quest’ultima non voleva preoccuparla ulteriormente con il suo umore ballerino. Si sarebbe concentrata sull’allenamento e sulle proprie possibilità. Annuì alla Riddle e alle sue indicazioni, si sarebbe allenata da cacciatrice insieme ad Alex, per affinare il loro feeling e sperare di aiutare il ragazzo a crescere. -Oggi penso proprio che ti lascerò vincere.- disse la cercatrice ad Angus, sorridendo ironica. Lo stesso ragazzo l’aveva accompagnata più di una volta su per le scale che portavano alla loro torre, visto che lei le scale da sola non poteva più farle. Il concetto di autonomia di Agnes Lefevre aveva subito una bella revisione. Seguì con lo sguardo il portiere che si stava andando a posizionare in porta e poi sorrise ad Alex con un sorriso stanco ma sincero. Preso un bel respiro, si diede la spinta che l’avrebbe portata a sollevarsi da terra. Il cuore le batteva nel petto e sarebbe sembrato che fosse quella la sua prima volta su una scopa. Un senso di vertigini la bloccò, ma Agnes si impegnò a mantenere il focus su un unico punto, che volava accanto a lei, Alexander. Diede il tempo alle vertigini di attraversarla, ma non di bloccarla, e lasciò il recupero della pluffa al cacciatore. Lo osservò muoversi, non in modo esperto ma sempre meno goffamente, e avvicinarsi, mentre lei ripreso il controllo della propria persona e della scopa si stava dirigendo verso gli anelli. Angus era pronto a fare il proprio dovere. Agnes si gettò in avanti, provando ad intercettare il tiro di Alex con entrambe le braccia, per poi tronare a d aggrapparsi alla scopa come non aveva mai fatto prima. La paure di cadere era reale, ora, e la cautela non le sembrava mai abbastanza. Aveva ascoltato ed annuito al consiglio del compagno, per questo ammiccò in sua direzione, per capire in che direzione lui avesse voluto tirare. Dopo essersi messi d’accordo con una serie di cenni, Agnes sospirò gravemente, come per dare al proprio corpo quella forza che sembrava non possedere più. Caricò il tiro oltre la propria testa, spingendo il braccio indietro e poi lo protese in avanti, lanciando la pluffa verso l’anello di destra, imprimendo alla sfera la direzione e quel poco vigore che era riuscita a racimolare. Subito dopo Agnes si sarebbe portata la mano al petto, in uno spasmo di affaticamento, mentre il respiro si faceva più spesso e difficoltoso. Il suo recupero non sarebbe stato veloce e verosimilmente il prossimo tiro avrebbe dovuto farlo Alex perché lei non ne era in grado.
|